La supermamma, i selfie: e alla fine Zaniolo s'infuriò

GAZZETTA DELLO SPORT - L’appello di Di Francesco ieri era accorato:. «Fate rimanere Zaniolo sereno». Il basso profilo intorno al centrocampista giallorosso sembra proprio impossibile.

Ieri sera è andato in onda il servizio de' Le Iene'. Lady Zaniolo ha parlato del suo desiderio di «reality show». «Avevo parlato del Grande Fratello come battuta. Può essere una trasmissione per me perché non sapendo far niente, chiunque ci può andare. Non so cosa dire... Non voglio fare tv».A quel punto interviene il figlio: «Basta che dici di no. Hai 42 anni...». E gli animi si scaldano. «Questa intervista non la volevo neppure fare», dice il ragazzo, che si innervosisce

Nicolò prova a dire: «Vorrei che si parlasse di me, non di mia madre» e racconta come Totti gli abbia detto «di rimanere coi piedi per terra. Io il nuovo Totti? No, assolutamente. Ma il mio obiettivo è restare per sempre qui e diventare una bandiera, come Francesco. Per me sarebbe un sogno, ma ci proverò».


Stadio, arriva la settimana-verità: i numeri in Consiglio agitano il M5S

MESSAGGERO - PIRAS - «Il parere del Politecnico è positivo», non ha dubbi chi in Campidoglio sta lavorando da settimane a curare il mal di pancia scoppiato in maggioranza. Giovedì 21 febbraio è indetto il consiglio straordinario sul “Progetto stadio” che si concluderà con un ordine del giorno e quindi con un voto che sarà il primo, importante termometro per capire quanto è vero che «Lo stadio si fa», come dice senza pensieri la sindaca Virginia Raggi.

Paolo Ferrara, ex capogruppo M5s, potrebbe non presentarsi al consiglio, così come Davide Bordoni di Fi. Sono entrambi impelagati nell’inchiesta. I numeri scendono e tra assenze e mal di pancia diventa dura per il M5s portare a casa un ordine del giorno favorevole allo stadio. L’assemblea si annuncia calda. Il Movimento ci arriva dopo aver disertato ripetutamente la commissione Trasparenza convocata dal dem Marco Palumbo che ha avuto “la colpa” di volerne sapere di più. Perché dal parere emerge la viabilità «catastrofica» che soffrirà Tor di Valle.

Monica Montella è contraria. In uno delle ultime assemblee dove si è votata la riforma dell’accesso agli atti ha ricordato l’importanza di far conoscere tempestivamente ad amministratori pubblici e cittadini gli atti delle conferenze dei servizi, che nel caso dello stadio rappresentano la prima sede in cui è venuto fuori il disastro Tor di Valle. Anche Gemma Guerrini, Alessandra Agnello e Agnese Catini sono contrarie. Hanno l’abitudine di sentire ancora la voce dei territori e al Municipio IX tutti i consiglieri M5S della commissione Urbanistica sono contrari al progetto e ne chiedono l’annullamento dell’interesse pubblico. Votare per lo stadio sarà un calcio a loro e ai comitati dei pendolari che vedevano nel M5S Roma un’ altra idea di opere pubbliche.

 

 

 

Di Francesco: «Tre punti Champions»

IL TEMPO - MENGHI - Un'altra Roma, ma anche un altro Bologna. Una nel vivo della corsa Champions, l’altra in quella per non retro cedere, entrambe con buone possibilità di farcela, a vedere la classifica. Nelle ultime 2 partite, ovvero da quando c'è Mihajlovic sulla panchina rossoblu, le avversarie di stasera hanno racimolato gli stessi punti, 4, quelli fatti nelle pre cedenti 9 giornate da Filippo Inzaghi. Gli emiliani sono riusciti ad affossare l'Inter, come aveva no fatto coi giallorossi un giro ne fa. Ora qualcosa è cambia to, non l’allenatore che era finito sulla graticola proprio do po la sfida del Dall'Ara, non i giocatori, responsabilizzati dal ritiro punitivo a settembre e più volte dai dirigenti nel corso di una stagione fatta di alti e (troppi) bassi, ma l’atteggiamento, quello sì, è diverso e adesso la Roma è una delle squadre più in forma del campionato. Come lei lo sono anche le principali concorrenti nella lotta all'Europa, però: «L'Atalanta - osserva Di Francesco - è in una condizione strepitosa, il Milan sta avendo grande continuità e Piatek appena tocca palla la butta dentro: è una delle squadre da battere per la volata al 3°-4° posto».

Rispettivamente a 8 e 4 punti di distanza dopo le vittorie delle due milanesi, terreno da recuperare subito, anche per mettersi la Lazio, sconfitta a Genova, alle spalle. Cosa de ve fare più delle altre la formazione giallorossa? «I risultati». La risposta è scontata, oggi la Roma insegue la terza vittoria consecutiva dopo il 3-0 di Verona e il 2-1 col Porto in coppa: «Sicuramente abbiamo speso tanto in Champions dal punto di vista fisico e mentale, però abbiamo di mostrato di avere un equilibrio maggiore, abbiamo saputo soffrire e lavorato da squadra. Per noi deve essere un punto di partenza e non di arrivo: col Bologna serve lo stesso atteggiamento». Per riscattare il blackout dell’andata: «Un ricordo non bello che ci deve servire per non tornare indietro. Adesso bisogna sbagliare il meno possibile».

La solidità difensiva è la base da cui ripartire, in casa non si chiude una partita a rete inviolata da settembre col Frosinone: «Non abbiamo abbassato il baricentro, sia mo più compatti e i tre a centrocampo ci danno più copertura sulle linee interne, è un vantaggio. Il sistema di gioco può aiutare, la squadra ora difende meglio. Tutti gli aspetti dipendono prima dalla testa e poi dal lavoro».

Se non si fosse improvvisa mente spenta la luce a Firenze in Coppa Italia, il 2019 della Roma sarebbe stato fin qui quasi perfetto. Vincendo stasera i giallorossi possono arrivare a 11 punti, erano solo 5 nelle prime 5 del girone d'andata, Bologna compreso. Il riavvio è stato positivo, grazie anche alla crescita di gioca tori come Schick, Karsdorp (entrambi infortunati ora) e soprattutto Zaniolo, che per l'ex Cafu diventerà «uno dei migliori al mondo»: «Nicolò  è l'appello di Di Francesco  non deve avere addosso trop pe responsabilità. Si è parlato della maglia numero 10, ma gli sta benissimo la 22 in que sto momento». Un passo alla volta, sulla strada per la Champions.


Kluivert e Olsen: la sfida è prendersi l’Olimpico

GAZZETTA DELLO SPORT - Il ragazzino e il veterano: quello che deve conquistare il posto da titolare e quello che invece lo deve difendere. Due storie parallele, quelle di Justin Kluivert e Robin Olsen, entrambi al ritorno in campo stasera contro il Bologna.

Due che non potrebbero essere più diversi. Kluivert sogna di giocare con più continuità nella Roma e sogna anche di giocare nel Barcellona in futuro. Da novembre non salta una partita, ma raramente è protagonista. Poi c'è Olsen: prima dell’infortunio al polpaccio, sembrava meno sicuro rispetto alle prime uscite. La Roma spera che lo svedese torni ad avere la sicurezza del passato.


In dubbio EI Shaarawy, De Rossi c’è

IL TEMPO - MENGHI - Il rientro di Perotti non cancella l'emergenza attacco. Di Francesco ha gli uomini contati là davanti e deve spremere Zaniolo verso l'undicesima di fila da titolare - sulla fascia destra. L'altro compagno di Dzeko dovrebbe essere Kluivert, chiamato a sostituire il capocannoniere della squadra: El Shaarawy, a quota 8 gol in questa Serie A (il bosniaco è fermo a 5, tutti segnati in trasferta), si è fatto male all’anca nell’allenamento di sabato e nella rifinitura ha lavorato solo parzialmente con il gruppo, perciò stasera dovrebbe partire dalla panchina e lasciare spazio all’ala olandese, che non gioca dal 1’ in campionato da un mese.

Perotti, alla prima convocazione del 2019, potrà al massimo dare un contributo a gara in corso, mentre Under, fuori dalla lista giallorossa, ci riproverà per Frosinone. Schick è ancora ai box (idem Karsdorp) e Di Francesco per allungare la panchina ha chiamato il baby Celar. Sono passati 6 giorni dal Porto e, a parte il ritorno di Olsen tra i pali e la novità obbligata Kluivert nel tridente, l’undici non dovrebbe cambiare tanto: De Rossi è pronto a stringere i denti, a centrocampo sono in 4 per 3 posti e dovrebbe restare fuori Nzonzi, con la conferma di Cristante e Pellegrini ai lati del capitano. Dietro Florenzi più di Santon a destra, Kolarov a sinistra, al centro Jesus spera ma Fazio dovrebbe restare al fianco di Manolas.


Due proprietà così vicine e così lontane

GAZZETTA DELLO SPORT - Roma-Bologna è la sfida tra due proprietà americane. Da una parte James Pallotta, dall'altra Joey Saputo. Entrambi seguono i propri club a distanza, tra piani ambiziosi, tormenti periodici e fiducia nelle proprie capacità imprenditoriali.

Una partita che conta molto per il futuro di entrambe: i giallorossi sono in lotta per quel quarto posto che porta in Champions e assicura almeno cinquanta milioni di euro come quota d’ingresso. I programmi rossoblù non possono prescindere dal raggiungimento della salvezza, obiettivo minimo se si considerano i 120 milioni di euro investiti da Saputo. Altri ex tra le scrivanie rossoblu: l'a.d. Claudio Fenucci e il responsabile marketing Christoph Winterling, già passati dalla Roma.


Domenica bestiale per la giunta Raggi: settimana decisiva su Tor di Valle

REPUBBLICA - D'ALBERGO - I mal di pancia su Ama, il consiglio straordinario di giovedì sullo stadio della Roma e il caso della nave Diciotti, rimbalzato in Campidoglio con il voto sulla piattaforma 5S Rousseau e il post su Fb di Andrea Severini, marito della sindaca, a favore del processo al vicepremier leghista Salvini. È stata una domenica di riposo soltanto apparente quella toccata in sorte alla ciurma dei grillini capitolini [...]

Intanto c’è il dossier Tor di Valle. Giovedì l’aula Giulio Cesare si riunirà per un consiglio straordinario sullo stadio della Roma. Una seduta per testare la compattezza della maggioranza dopo l’arrivo in Campidoglio di quel parere del Politecnico di Torino che non tutti tra i 5S valutano positivamente come la sindaca Raggi. Il voto sull’atto di indirizzo conclusivo sarà un anticipo di quello sulla variante al piano regolatore. Un’occasione per contare i fedelissimi della prima cittadina e i critici al progetto (da Agnello a Guerrini, sarebbero oltre cinque i consiglieri pronti ad assenze strategiche) e capire se il M5S sarà costretto a sfidare la sorte e affidarsi alle opposizioni per evitare la crisi. Tensione alta  [...]


Cangiano-gol, in Primavera cresce un piccolo Insigne

GAZZETTA DELLO SPORT - Il 5-1 che la Roma Primavera ha rifilato sabato al Napoli ha fatto un po’ soffrire Gianmarco Cangiano. Un derby contro quell’azzurro per il quale tifa subito dopo la Roma.

Con quello messo a segno sabato sono 11 i gol che il giovane attaccante giallorosso ha segnato tra campionato e Youth League. De Rossi ha rinunciato a lui solo col Sassuolo in Coppa Italia: merito delle due triplette contro il Milan e del suo grande talento, che già lo scorso anno ha contribuito alle vittorie dello scudetto giallorosso Under 17 e poi della Supercoppa.


Contro il Bologna tra maledizione e fame di riscatto

LA REPUBBLICA - PINCI - Vietato guardare indietro. La ferita non è freschissima, ma i motivi per ricordarla abbondano. Uno su tutti. Anzi, undici. Come i punti persi contro le ultime sei in classifica. Chievo, Spal, Udinese e ovviamente il Bologna, che oggi torna all’Olimpico pure con un volto differente: avversarie che nel girone d’andata sono costate 3 sconfitte e un pareggio sanguinoso, in rimonta.

Partite abbordabili e gettate via, inspiegabilmente senza giocarle neppure. Black out senza i quali, oggi, la Roma potrebbe trovarsi saldamente al terzo posto, dietro a Juventus e Napoli e davanti all’Inter del “nemico” Spalletti. E i punti diventano 13 aggiungendo il Cagliari, che oggi è precipitato al 14° posto. Quasi una maledizione a cui Di Francesco deve trovare il modo di porre rimedio.

Proprio contro l’avversario peggiore: perché è al Dall’Ara, nella gara di andata, che ha iniziato a scricchiolare la sua panchina. Quella sera Pallotta si disse «disgustato». Il suo consulente Baldini iniziò a flirtare con Paulo Sousa, da quel momento diventato spettro a intermittenza sulla sua testa. Ogni sconfitta, è quella sera che torna in mente, con la squadra in ritiro e i dirigenti muti come mummie. «È un ricordo non bello - ammette Di Francesco - però ci deve servire per non tornare indietro. Quest’anno i momenti si sono un po’ alternati, abbiamo risalito la china e poi siamo tornati in basso. Sarà comunque una partita differente dall’andata, è un altro Bologna, ha un altro allenatore e tanti giocatori nuovi. Una squadra che lavora in maniera differente rispetto a prima».

Ma che non potrà sbagliare nulla: molte concorrenti per la salvezza nel weekend hanno vinto (Cagliari, Empoli, Udinese) e dopo la Roma Mihajlovic ospiterà la Juve. Insomma, la squadra ha pochissimo da perdere. Anche per questo il turnover è rimandato. Avrebbe voluto lasciare a riposo Zaniolo, il tecnico, magari per sgravarlo da pressioni. Ma lo stop di El Shaarawy lo costringe a diversi intendimenti: « - ammette Di Francesco - in questo momento devo tenerlo per forza in considerazione perché non ho altri attaccanti, considerato che Ünder e Schick sono infortunati e El Shaarawy è in dubbio. Ma faccio un appello generale: fatelo rimanere sereno. È un ragazzo di 19 anni, non deve avere addosso troppe responsabilità, l’ho detto anche a lui. Si è parlato anche di questa maglia 10, ma per ora gli sta benissimo la 22. Dobbiamo essere bravi noi e l’ambiente a farlo crescere. È un giocatore di grande prospettiva che deve ancora dimostrare tante cose».

Torna Olsen dopo aver lasciato a Mirante la difesa della porta contro il Porto. Tornerà anche Perotti, quell’uomo in più mancato lungamente in questa stagione: solo 218 minuti e spalmati su 5 partite (non gioca dal 26 dicembre). Mancherà anche l’ex Destro, nel Bologna: ma questa per la Roma non può che essere una buona notizia


Niente riposo, la Roma non può fare a meno di Zaniolo

LA REPUBBLICA - PINCI - Dopo i due gol in Champions, avrebbe potuto riposare. Come per permettere a tutta quell’attenzione sollevata di posarsi con più calma. E invece, Nicolò Zaniolo non potrà fermarsi. Contro il Bologna di Mihajlovic, che evoca lo spettro della sconfitta rimediata un girone fa al Dall’Ara, Di Francesco sarà costretto a chiedere gli straordinari al trequartista ligure a cui tanti a Roma vorrebbero dare la 10 di Totti («Meglio per ora tenga la 22», dice il tecnico).

Nei giorni scorsi però, a Trigoria stava prendendo corpo l’idea di regalargli un lunedì sera lontano dai riflettori: non per motivi fisici, ma di opportunità. La doppietta contro il Porto ha attirato su di lui un ciclone di attenzioni, di paragoni ingombranti, di proposte esagerate, come dargli la maglia numero dieci di Totti. Lasciarlo fuori poteva servire anche per mandare un messaggio al mondo intorno a lui: non ha fatto ancora nulla e nessuno è indispensabile. Insomma, un modo per tutelarlo da quel tumulto di attenzioni.

Ma le condizioni di El Shaarawy, che ha rimediato un colpo all’anca nell’allenamento di sabato, costringono a riflessioni diverse. Kluivert, unico esterno rimasto e pronto all’uso, dovrà quasi certamente prendere il suo posto. E senza Schick e Ünder, l’idea di affievolire la luce dei riflettori puntati su Zaniolo è da rimandare. Non che a lui costi molto: «Nicolò giocherebbe sempre e in qualsiasi ruolo», raccontano le persone a lui vicine per trasferire quell’entusiasmo fanciullo con cui affronta ogni partita. Contro, la disperazione del Bologna, oggi a -3 dall’Empoli quartultimo e spettatore dei successi delle dirette concorrenti, ieri. Le mancherà pure l’ex romanista Destro. Anche se Mihajlovic, da sempre, preferisce i tiri mancini.


Paratici: "Felici che giovani italiani di talento come Zaniolo vengano accostati alla Juve"

Fabio Paratici, direttore sportivo della Juventus, è intervenuto ai microfoni di Radio Rai Uno. Queste le sue dichiarazioni:

Chi tra Zaniolo, Chiesa, Barella e Tonali ha più chance di arrivare alla Juve?

"Siamo contenti che i giovani italiani vengano accostati alla Juventus. Sono giovani bravi. Sicuramente sono sulla bocca di tutti e dunque sono oggettivamente bravi. Non ce n'è uno che possa essere accostato a noi in particolare. Li stiamo seguendo come li stanno seguendo tutti in Italia e in Europa".

Era vera la lista a lei attribuita? 

"Non è che fosse vera, sono giocatori bravi. Non ci vuole una grande competenza per capire che quei calciatori sono forti. Poteva essere fatta da chiunque, visti i nomi che erano presenti su quel foglio". 


Stadio, Raggi: "L'area individuata è quella giusta. Il Politecnico ha confermato la nostra linea"

Virginia Raggi, sindaco di Roma, ha rilasciato un'intervista a La Verità, parlando anche dello stadio della Roma. Questo un estratto delle sue dichiarazioni:

"Sì, alla fine lo stadio si farà. Abbiamo trovato il provvedimento già approvato, e nell’interesse pubblico lo abbiamo inquadrato in standard ambientaIi elevatissimi". 

E questa struttura, il cui percorso è stato rallentato dalle inchieste giudiziarie, quanto verrà a costare? 

"Ci accingiamo a investire un miliardo di finanziamenti privati nei prossimi tre anni. Questo a ulteriore dimostrazione del fatto che non siamo contrari a prescindere alle infrastrutture". 

Però nella relazione chiesta dal Comune al Politecnico di Torino c’era scritto che l’impatto dello stadio sulla viabilità capitolina sarebbe stato catastrofico.

"Catastrofica in realtà è l’attuale situazione. Alla fine gli esperti di Torino non hanno fatto che confermare la nostra linea. L'area individuata per lo stadio è quella giusta: poi è chiaro che deve essere una struttura adeguatamente servita non soltanto da arterie automobilistiche. Ci sono già due linee ferroviarie che saranno comunque potenziate. Abbiamo firmato un protocollo con Ferrovie dello Stato per un rinnovamento generale delle linee su ferro".