«Caos mobilità e dubbi sui procedimenti»

LEGGO S. PIERINI - No allo stadio della Roma a Tor di Valle. I consiglieri del gruppo misto Cristina Grancio e Stefano Fassina hanno firmato una delibera con la quale si chiede alla sindaca di Roma Virginia Raggi di annullare, in autotutela, le dichiarazioni di pubblica utilità per lo stadio di Tor di Valle approvate dall'Assemblea capitolina. A questa si aggiunge un dossier con le osservazioni presentate da associazioni e comitati di cittadini e dei pendolari alla conferenza dei servizi. Le criticità principali descritte dai presenti si basano sull'impatto che la struttura avrebbe sulla mobilità della zona, «sulla ricchezza che arriva ai privati in danno patrimoniale per il Comune di Roma».  Secondo Fassina lo studio del Politecnico «è stato utilizzato in maniera propagandistica dalla sindaca. L'opera avrebbe un impatto sul quadrante profondamente negativo». Lapidaria anche la consigliera Grancio: «Lo stadio di Tor di Valle è da tombare e per questo faccio un appello affinché le opposizioni firmino la delibera: noi siamo pronti a impugnare la delibera per la sicurezza dei cittadini». Infine il presidente della Camera di Commercio di Roma Valter Giammaria ha mostrato preoccupazione perché «nel nostro territorio il commercio di vicinato sta sparendo a favore dei centri commerciali».


La Roma in cerca della Roma

IL MESSAGGERO - TRANI - «Incomprensibile». La diagnosi, se vogliamo chiamarla così perché a quanto pare la guarigione non è completa, è di chi lavora quotidianamente in campo e nello spogliatoio. Di Francesco non si arrende all'evidenza, vedendo l'altalena delle prestazioni, ma è chiaramente preoccupato per l'insopportabile discontinuità della Roma. Passi avanti in classifica, indietro nel gioco. L'allenatore, con l'eccesso di sincerità che non gli è stata a tutt'oggi perdonata, ha ammesso anche in pubblico di diventare matto quando vede la squadra al buio in partita. Fragile, disorganizzata e soprattutto incapace di qualsiasi reazione. Scena muta. E' successo nel 1° tempo della partita contro il Bologna, come in altre partite di questa stagione. Recidiva nella sua incompiutezza. Nel girone d'andata sono stati lasciati per strada 13 punti contro le piccole, a Bergamo nemmeno con 3 gol di vantaggio i giallorossi sono riusciti a portare a casa la vittoria e a Firenze addirittura l'umiliazione di quel settebrutto che la tifoseria non ha ancora cancellato. Nessuno dimentica le sbandate, i crolli e le figuracce. Ma la Soluzione, dopo 33 partite (e 33 formazioni diverse), non è stata ancora trovata. Si va avanti per inerzia, aggrappati al prossimo risultato da conquistare.

RACCOLTO ABBONDANTE - Il gruppo, però, non deve passare per malato immaginario. Perché la ricaduta è sempre possibile, addirittura si ripresenta con più frequenza quando la Roma affronta le piccole: il Bologna, lunedì padrone del match nonostante sia terzultimo, è l'ultima conferma. Eppure, se non fosse per la vergognosa eliminazione dalla Coppa Italia, i giallorossi hanno almeno ripreso quota in classifica, con la striscia dei 7 risultati utili in campionato, iniziata il giorno di Santo Stefano: 5 vittorie e 2 pareggi, quindi 17 punti, gli stessi che hanno permesso alla Juve di prendere il largo (+13). Dal ko allo Stadium e dal 10° posto, ecco l'attuale 5°, recuperando punti a chi è ancora davanti e a chi adesso sta dietro: al Napoli (5), all'Inter (4), al Milan (2), all'Atalanta (3), alla Lazio (7), alla Fiorentina (7), alla Sampdoria (10) e al Sassuolo (12). Anche la zona Champions, dal 26 dicembre, è più vicina: da meno 4 a meno 1. Nessuno, però, si fida.

RISCHIO CORTOCIRCUITO - La motivazione per il black out, e bisogna convivere con questa angoscia in ogni partita, è pronta e già confezionata. Vale per ogni stagione e per ogni caduta: questione di testa e via, senza guardare in faccia la realtà che chiama in causa pure i singoli, in alcuni casi sopravvalutati. Mentalmente, comunque, la Roma sembra sempre impreparata. Timida, impaurita e fiacca. E, anche fisicamente, a terra. Sindrome oscura che colpisce i senatori e i giovani. Inquadratura esemplare: Kolarov e Fazio, inguardabili difensori e al tempo stesso finalizzatori decisivi contro il Bologna. Oppure: Dzeko in Champions e in serie A non è lo stesso giocatore. Il mercato estivo non ha migliorato la rosa, decimata poi da 31 infortuni muscolari. Quello invernale non c'è nemmeno stato, ma qualche rinforzo il tecnico lo avrebbe gradito. Che, anche con il cambio di sistema di gioco, non è ancora uscito dal tunnel. Ma, pur senza aver alcuna certezza di poter centrare l'obiettivo, la rimonta c'è stata. E ovviamente Di Francesco se la tiene stretta.


Panchina corta

IL TEMPO - AUSTINI - A Di Francesco si è ristretta la Roma. Infortuni, squalifiche e... bocciature: la rosa che sembrava extralarge adesso offre meno opzioni gradite all’allenatore. Così ha parlato dopo il successo soffertissimo contro il Bologna: «Forse abbiamo pagato la gara col Porto, a volte da una partita all'altra bisogna cambiare più uomini perché la lucidità mentale può fare la differenza. Stavolta non l'ho fatto per scelta,
mi servivano determinati uomini per il 4-3-3, nella convinzione di poter dare continuità avendo sei giorni di recupero dopo la Champions. Sono rimasto sorpreso, eravamo poco brillanti. Ma non ho la palla di vetro». Fatto sta che la Roma ha offerto un’altra prestazione
sconcertante nel primo tempo, una mezzora discreta a inizio ripresa che sembrava
potesse bastare, poi un altro finale all'insegna di fragilità e paura. Distrutta dalla Fiorentina in Coppa Italia, aggressiva, compatta, determinata contro Milan, Chievo e Porto, di nuovo messa sotto dal Bologna: l'ennesimo saliscendi inspiegabile della stagione che conferma un difetto a cui Di Francesco non sa come rimediare. Il turnover poteva essere l'arma per scongiurarlo, ma come dice l'allenatore la «scelta» è stata un'altra. Ed è dettata da una valutazione ormai chiara della rosa: l'abruzzese si fida di Olsen più 15 giocatori di movimento. Tanti sono quelli che hanno giocato almeno 1000 minuti in stagione, più Karsdorp fermo a 543’ ma ora rientrato tra i potenziali titolari. E siccome lunedì lui, Schick e Under erano fuori per infortunio, Di Francesco è stato costretto a confermare nove undicesimi della formazione anti-Porto, che sarebbero stati probabilmente dieci senza i problemi accusati da El Shaarawy. Se a destra il ballottaggio Florenzi-Karsdorp era reale
prima dell'infortunio dell'olandese, Kolarov è rimasta l’unica opzione a sinistra e infatti è il giallorosso con più minuti accumulati in stagione - 2637 - portiere compreso, oltre ad essere il vice-capocannoniere della squadra insieme al «Faraone» con 8 gol. Luca Pellegrini è andato a Cagliari, Santon non si vede più tra i titolari, al centro giocano sempre Manolas e Fazio quando stanno bene. L'argentino va in campo a prescindere nonostante prestazioni quasi sempre piene di errori, il greco è l’unico difensore di livello, mentre Juan Jesus è reduce da un infortunio ma non ha mai convinto del tutto Di Francesco, per non parlare di Marcano. A centrocampo gli uomini utilizzati si sono ridotti a cinque e fra questi c'è un De Rossi rientrato dopo tre mesi e che a ogni allenamento incrocia le dita per la tenuta del ginocchio. Tocca quindi a Nzonzi, Cristante, Pellegrini più Zaniolo che nelle ultime partite si è dovuto spostare in attacco. Coric è stato bocciato sin dall'inizio e non ha mai guadagnato fiducia (2 presenze e 45' in tutto), Pastore è scomparso dopo Firenze e troppi infortuni. E l'allenatore che non sa valorizzarli? O non sono pronti i giocatori? Il dibattito è aperto. Pure in attacco non si vive d’abbondanza dopo gli infortuni di Schick e Under. Perotti da oltre un anno è una presenza virtuale, Kluivert un giovane che deve imparare tanto, così Dzeko ed El Shaarawy si ritrovano a fare gli straordinari. Una Roma che si riscopre più «corta» di quanto pensasse. E deve rincorrere la Champions.


La resistenza di Olsen e Zaniolo

IL TEMPO - Se non fossimo abituati, nostro malgrado, alle altalenanti prestazioni di questa stagione, potremmo dire che la Roma vista lunedì è stata cinica in quanto è stata in grado di soffrire per poi pungere ed ottenere il bottino pieno. Putroppo non è così: nel primo tempo abbiamo patito in casa una squadra che probabilmente retrocederà nonostante i 3 punti offerti all'andata in beneficenza dalla Roma. Destino in serie B che auguro volentieri al Bologna anche per via di colui che siede sulla loro panchina. Poi, per fortuna e complice un ottimo Olsen in porta, abbiamo portato a casa i tre punti. Questa era la cosa più importante anche in vista del prossimo doppio confronto con le due squadre regionali. Cambiando argomento, non posso esimermi dal commentare la bella favola di nome Zaniolo: bella favola che, se non si cambia registro, rischia di diventare un film trash. Ovviamente lascio ad altri ben più qualificati giudizi dal punto di vista tecnico e tattico anche se è evidente che il giocatore è forte. Il mio commento è relativo alla sovresposizione mediatica in una piazza che per nulla si fa prendere dall’entusiasmo. Fossi la società, impedirei qualsiasi tipo di uscita pubblica, soprattutto televisiva, che non sia strettamente legata al campo e non sia attentamente controllata. Poi proverei a sequestrare lo smarphone alla signora Costa/Zaniolo: ognuno è libero di fare ciò che vuole, ma penso che gli atteggiamenti avuti si-
no ad ora rasentino l’imbarazzante. Per carità, pur difendendo la libertà ed il diritto per chiunque di rendersi ridicolo, tutto questo potrebbe ripercuotersi negativamente su un giocatore della Roma, e questo mi preoccupa. Al posto del giocatore, onestamente, avrei un po' di vergogna e da genitore non capisco l’atteggiamento di guadagnare visibilità (e che visibilità) sulle spalle e, forse, a scapito del figlio. Non sono bacchettone, figuriamoci, ma so come potrebbe andare a finire. Forza Roma!


Quattro titolari a rischio derby

IL TEMPO - MENGHI - Tre quarti della difesa titolare e la star del momento a rischio derby. Frosinone è l'ostacolo dei diffidati di lusso della Roma: Zaniolo, Fazio, e ora anche Manolas e Florenzi. Per il ragazzino con la testa sulle spalle sarebbe la prima contro la Lazio, dopo la panchina nella gara d'andata da cui sembra trascorsa una vita, vista la crescita impressionante che ha avuto e che l’ha reso insostituibile a soli 19 anni: «Devo tenere i piedi per terra e continuare così. Il talento - ha detto Zaniolo in un’intervista a
La Giovane Italia - non è tutto, servono testa e allenamento». Tutte qualità che sta dimostrando a Di Francesco, intenzionato a spremere chi gli sta dando le risposte migliori, ma probabilmente costretto a pianificare un turnover per evitare quantomeno di rimanere senza difesa al derby: uno tra Fazio e Manolas può riposare sabato, Jesus ormai è recuperato e si candida, lo stesso vale per Santon che potrebbe tornare titolare per preservare Florenzi, il «bello de nonna» diventato il giocatore più fischiato della squadra. Se Kolarov era stato bersagliato dalla curva per aver dato degli incompetenti, calcisticamente parlando, agli stessi tifosi, Florenzi non ha fatto o detto nulla di eclatante per meritare questo trattamento e le colpe che gli vengono attribuite sono due: le preziose richieste per il rinnovo di contratto, firmato alla fine a 2,8 milioni di euro più bonus quando l'Inter gliene offriva 4, e l'aver rispettato una regola ormai più di un anno fa, non rispondendo alla «convocazione» della Sud infuriata dopo la sconfitta con la Sampdoria e spedendo negli spogliatoi i suoi compagni. Le ultime prestazioni poco convincenti hanno fatto il resto e hanno coinvolto nei fischi gran parte dell'Olimpico. «Non posso piacere a tutti», aveva asserito nella conferenza agostana post-rinnovo e oggi la pensa ancora così, ma non significa che non gli importi, anzi. Lui, romano, romanista e contestato, è il primo ad essere dispiaciuto per questa situazione che si è creata: è il paradosso del capitano (o vice), De Rossi può confermare.


La Primavera si gioca tutto in Danimarca

IL TEMPO - SCHITO - Gara da dentro o fuori per la Roma Primavera. Nel playoff di Youth League, i baby giallorossi, dopo il secondo posto ottenuto nel girone, cercano il pass per gli ottavi di finale nella massima competizione europea U19 nel match in gara unica contro il Midtjylland, campione nazionale di Danimarca, in programma oggi alle 14 (diretta su Sky Football) alla MCH Arena di Herning. Riccardi e compagni si giocheranno un bel pezzo della stagione in 90 minuti: in caso di parità si tireranno direttamente i rigori senza passare dai supplementari. «I ragazzi - le parole di Alberto De Rossi ai microfoni di Roma Tv - sono tutti motivati. Si respira l'aria di un torneo internazionale affascinante che riveste un'importanza fondamentale nella stagione perché fa crescere molto i ragazzi, incontrando squadre che giocano in maniera diversa rispetto all'Italia. Non vorrei che i ragazzi facessero una scelta tra il campionato e la Youth League ma inevitabilmente questo accade»


Raiola corteggia la star Zaniolo per la sua procura

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - È l’uomo copertina della Roma, di lui si è accorta anche tutta l’Europa calcistica dopo la doppietta col Porto, ed inevitabilmente è corteggiato dai procuratori più potenti in circolazione. Nicolò Zaniolo non deve districarsi solo all’interno di una potenza mediatica che gli è esplosa tra i piedi in maniera inaspettata, ma anche con la volontà dei manager- mediatori di assicurarsene il futuro. Tra questi – e forse su tutti – quel Mino Rajola gestore di star calcistiche, l’uomo che gestisce gli interessi di grandi stelle pallonare e da tempo fa pressing sulla famiglia del ragazzo. Da gennaio scorso, la procura di Zaniolo è passata a Vigorelli, che è il terzo procuratore ad avvicendarsi negli ultimi mesi – tra varie questioni ancora irrisolte legate a diritti d’immagine e penali da pagare – ma i contatti con Rajola sono recenti, con il manager che continua a marcare stretto la famiglia del giovane. In pieni discorsi legati al rinnovo contrattuale, questo contorno può condizionare molto la trattativa e rischia di disturbare la crescita di uno dei giovani più talentuosi del calcio italiano. È intanto partita ieri la vendita in prelazione dei biglietti per il derby di sabato 2 marzo.


Aut aut sullo stadio: “Garantite le strade e demolite le case”

LA REPUBBLICA - D'ALBERGO - C’è un ostacolo in più sulla strada che porta al nuovo stadio della Roma. Letteralmente, perché il Campidoglio è stato chiaro con il club giallorosso: sull’unificazione di via del Mare e di via Ostiense non si transige. Le due direttrici andranno riunite anche nel tratto tra viale Marconi e l’area di Tor di Valle scelta per la realizzazione della futura casa dei romanisti. Un’unica linea retta, mentre ora le due strade si dividono per centinaia di metri all’altezza della metro Magliana per poi ricongiungersi. Il problema è che in quel tratto ci sono case, un’autorimessa e una carrozzeria. La soluzione prospettata nella riunione di lunedì da palazzo Senatorio ai privati? L’esproprio e poi la demolizione di abitazioni e capannoni per far spazio alla nuova viabilità. Un’impresa non da poco per tempi e costi. Ma l’unico modo, secondo l’amministrazione capitolina, per portare a casa una convenzione urbanistica accettabile. Nel documento conclusivo che passerà al vaglio del consiglio comunale ci sarà anche la ricostruzione delle tribune del vecchio ippodromo — oggi un rudere — disegnato da Julio Lafuente per le Olimpiadi del 1960. A gestire per 30 anni la riproduzione della storica location di Febbre da Cavallo sarà la Roma. James Pallotta, presidente del club, spendendo circa 105 milioni di euro farà presto suoi i terreni di Tor di Valle ora della Eurnova di Luca Parnasi, il costruttore in attesa di processo nell’inchiesta per corruzione sullo stadio. E con gli appezzamenti pagati 42 milioni dall’imprenditore, la società di Trigoria si intesterà anche l’intero progetto. Un piano su cui entro 10 giorni, dopo il «catastrofico» parere del Politecnico di Torino, si chiuderà la due diligence dei manager capitolini: non dovrebbero saltare fuori nuovi intoppi. Per gli uffici l’iter non è stato toccato dall’inchiesta e si può andare avanti. A patto che vengano rispettate le condizioni poste sulla mobilità. Richieste che, così si mormora in Campidoglio, potrebbero far slittare l’apertura dell’impianto oltre il 2023. Che l’inaugurazione avvenga prima o dopo quella data, poco importa per Paolo Berdini. L’ex assessore all’Urbanistica della giunta Raggi ieri è tornato in Campidoglio per esporre tutti i suoi dubbi sull’operazione di Tor di Valle: «Sfido la maggioranza a votare certi atti (domani è in programma un consiglio straordinario, ndr) perché avranno conseguenze personali interminabili». Per il progettista che ha lasciato il Comune in polemica con i 5S le prescrizioni del Politecnico sono irricevibili: «È un falso. Scrivono di quattro binari in più nella stazione di Magliana e altrettanti a Tor di Valle per potenziare i trasporti via treno. Non si può fare. Vuol dire demolire decine di palazzi. Se ci sarà il via libera del consiglio, andrò in procura. La giunta? Ha tradito le promesse elettorali»


La squadra che tira la carretta e il Flaco perduto

CORRIERE DELLA SERA - Tre punti pesantissimi e una certezza: la Roma vista contro il Bologna è una squadra che, nella corsa per il quarto posto, rischia di pagare un dazio agli infortuni, che hanno colpito un po’ tutti nella rosa, e alla stanchezza di chi tira la carretta (...) Sorprende quindi che nelle rotazioni e nei cambi di ruolo e giocatori che sentono visibilmente la fatica, non solo a Di Francesco ma a nessuno di noi non venga nemmeno in mente di chiedere aiuto e minuti al calciatore più importante acquistato in estate: Javier Pastore. Possibile che, a tre settimane da Fiorentina-Roma, di lui si siano perse completamente le tracce? (...)


Il nuovo Stadio di Tor di Valle va in assemblea

GAZZETTA DELLO SPORT - Come si immaginava, una controffensiva sul nuovo stadio della Roma è in partenza, ma sembra abbia respiro abbastanza corto. Ieri, infatti, è stata annunciata la presentazione di una delibera, a firma dei consiglieri Stefano Fassina (Liberi Uguali) e Cristina Grancio (ex M5S) che chiede l’annullamento della dichiarazione di pubblico interesse per la realizzazione dello stadio di Tor di Valle. Tutto è stato esplicitato in una conferenza stampa, a cui ha preso parte anche l’ex assessore all’Urbanistica, Paolo Berdini. «Adesso abbiamo anche la conferma del Politecnico che, se fosse realizzato lo stadio a Tor di Valle, le conseguenze per la mobilità sarebbero catastrofiche (...) Tutto lascia pensare, però, che la delibera a firma Fassina-Grancio sarà bocciata non soltanto dalla maggioranza, ma anche da parte di alcuni partiti dell’opposizione. Tra l’altro, c’è da segnalare come domani l’argomento riguardante il nuovo stadio vada in discussione nell’assemblea capitolina ma, strepiti a parte, in questo caso non ci saranno grossi scossoni.


Totti nella Hall of Fame del calcio italiano insieme a Zanetti, Antognoni e Allegri

GAZZETTA DELLO SPORT - Nella Hall of fame della Roma è entrato di diritto il 29 maggio 2017, all’indomani del suo addio al calcio giocato, dopo 28 anni di militanza giallorossa, con 786 presenze e 307 reti in gare ufficiali negli scarpini. Nella Hall of fame del calcio italiano – è notizia di ieri –, Francesco Totti entrerà a maggio, nella categoria «giocatori italiani», ed il titolo che gli assegna la giuria presieduta dal presidente dell’Unione stampa sportiva italiana Luigi Ferrajolo vuole riconoscergli certamente i trofei conquistati in maglia azzurra – il Mondiale del 2006, l’Europeo Under 21 di dieci anni prima –, ma, probabilmente, innanzitutto l’enorme valore simbolico che la carriera di Totti ha nella storia dello sport e del costume di questo Paese: un esempio di ingegno e fedeltà. Totti entra a far parte di una squadra di eroi, gli hall of famers premiati nelle sette edizioni precedenti: Roberto Baggio, Paolo Maldini, Franco Baresi, Fabio Cannavaro, Gianluca Vialli, Giuseppe Bergomi, Alessandro Del Piero. (...) La novità di questa edizione è l’istituzione di due nuovi riconoscimenti, un premio al fairplay intitolato a Davide Astori (va a Igor Trocchia, tecnico delle giovanili del Pontisola che ritirò la sua squadra per offese razziste), e un riconoscimento speciale che la giuria ha deciso di conferire alla memoria di Gianni Brera, leggenda del giornalismo sportivo.


PSAP Awards, Manolas è il miglior calciatore greco che gioca all'estero

Kostas Manolas, difensore della Roma, è stato premiato dai PSAP Awards come miglior calciatore greco che gioca all'estero. Il giallorosso ha battuto Mitroglu del Galatasaray e Sokratis dell'Arsenal. A causa di impegni con la Roma non ha potuto ritirare il premio. Al suo posto lo zio, ma il giallorosso ha comunque voluto inviare un video messaggio:

"Mi piacerebbe essere lì con voi, ma i miei impegni con la Roma non lo permettono. Voglio ringraziarvi per questo premio, per me è un onore e una grande motivazione a continuare così".