Champions League - La Juve perde per 2 a 0 contro l'Atletico - Corsaro il City in casa dello Schalke 04, 3 a 2 per la squadra di Guardiola
Atmosfera da super match a Madrid, dove questa sera si è giocata Atletico-Juve, gara di andata degli ottavi di Champions League. Al Wanda Metropolitano è stata partita vera con la squadra di Diego Simeone che vince 2 a 0 grazie alle reti di Gimenez al 78' e Godin al 83'.
Nell'altro match di giornata, il Manchester City vince a casa dello Schalke 04 per 3 a 2.
Il ritorno di elementi importanti per dare una svolta alla stagione
INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - Roma brutta, timorosa e fortunata. Queste le critiche più gentili mosse alla squadra nel post-match vinto 2-1 contro il Bologna. Giusto analizzare cosa si potesse fare meglio, quali sbagli sono stati commessi e come rimediare ma ormai sembra un vero e proprio tiro al bersaglio.
La squadra di Di Francesco ha giocato certamente uno dei primi tempi più orribili della stagione, meritando di andare sotto anche con più di una rete di scarto e se questo non è avvenuto è solo grazie alla buona sorte e ad un Olsen in splendida forma. Solo nella prima frazione di gioco si possono contare almeno 3 parate decisive dell'estremo difensore svedese più la traversa colpita da Soriano. Sembrava più un duello tra l'ex torinista ed il numero 1 romanista che una gara vera e propria tra 22 giocatori. Per fortuna dei giallorossi, però, a vincere è sempre stato l'ex Copenaghen.
La ripresa è cominciata subito con la svolta per il match: rigore netto per un fallo di Helander che si disinteressa del pallone e placca El Shaarawy, scaraventandolo su un altro difensore rossoblu. Dal dischetto va Kolarov, che spiazza Skoruspki e va a 7 reti in campionato. Poco dopo arriva anche la seconda rete ed è l'altro neoentrato De Rossi a servire l'assist di testa a Fazio, che raddoppia con un bel destro ad incrociare.
Per una buona mezz'ora, è la formazione di Di Francesco a fare la partita e potrebbe andare ancora a segno ma a 10-15 minuti dalla fine, torna la paura della vittoria e puntualmente vengono puniti. Stavolta, il gol di Sansone arriva all'84' ed è bravo l'ex Villarreal ad accentrarsi ed a tirare dove Olsen non può arrivare pur essendoci una posizione di fuorigioco attivo di Svanberg non segnalato nè dal guardalinee nè dal VAR.
A quel punto, c'è il terrore negli occhi dei giocatori e dei tifosi romanisti, con i primi che si affidano ai calciatori di esperienza come Dzeko, che si trascina la squadra sulle spalle ed i secondi che cantano con maggiore forza per incoraggiare la squadra nel momento di grande difficoltà.
Molti continuano ad attribuire grandi colpe al mister ma tra infortuni continui (32 problemi muscolari in stagione), una rosa non particolarmente esperta e campagna acquisti estiva che non si sta rivelando un fattore determinante (quella invernale ha visto solo la partenza di Luca Pellegrini, quindi neanche a parlarne) se non in un paio di elementi.
Il ritorno di Under e Karsdorp ed una condizione di forma migliore di Perotti, De Rossi ed El Shaarawy potrebbero diventare fondamentali per il proseguo della stagione e coprire quelle falle evidenti a cui Di Francesco ha provato a rimediare cambiando modulo e gettando nella mischia Zaniolo, Kluivert ed altri giovani che non sempre e non tutti hanno reso per come si era sperato.
L'ex Primavera dell'Inter è già ritenuto come un calciatore importante e dal grande futuro ma deve crescere e sbagliare e non caricargli la squadra sulle spalle. Grossa delusione l'olandese, che non sta rendendo per nulla secondo quelle che erano le attese.
Da capire anche quando tornerà in campo Schick, che sembrava in fase di miglioramento rispetto al resto della carriera romanista. Malissimo Marcano e Pastore, che sembrano ormai ai margini della squadra. Cristante aveva iniziato male la stagione per poi crescere ma ultimamente sta giocando tanto ed il rendimento è un pò calato. Nzonzi, invece, non ha mai avuto dei veri acuti ma è un giocatore troppo flemmatico ed in certe gare appare inadatto.
Poi ci sono alcuni elementi della vecchia guardia come Florenzi e soprattutto Fazio che sono nettamente sotto la media dei passati campionati. Forse, sarebbe il caso di dare qualche altra chance a Santon e a Juan Jesus, che sinora ha fatto comunque meglio dei loro compagni.
Semaforo giallo: derby a rischio per Zaniolo, Fazio, Manolas e Florenzi
INSIDEROMA.COM – ILARIA PROIETTI – Brutti, sporchi e cattivi potrebbe essere un buon riassunto della prestazione dei giallorossi contro il Bologna. Soprattutto brutti ma, in questi casi, quel che conta è il risultato. La Roma riesce a restare nella scia del Milan – sempre a +1 – e ad approfittare delle sconfitte delle dirette avversarie alla corsa Champions per mettere una distanza di tre punti con Atalanta e Lazio.
Sabato sera gli uomini di Di Francesco saranno di nuovo in campo a Frosinone, per cercare di confermare la striscia più che positiva delle ultime settimane. La Roma è infatti imbattuta da sette giornate consecutive (cinque vittorie e due pareggi) e la sfida con gli uomini di Baroni sembra un’ottima occasione per allungare il trend. All’orizzonte, però, incombe il pericolo gialli. Al Benito Stirpe potrebbero scendere in campo ben quattro titolari diffidati: Zaniolo, Fazio, Manolas e Florenzi. Sono loro gli osservati speciali che, in caso di ammonizione, salterebbero il derby, previsto per la settimana successiva. Quattro uomini fondamentali che Di Francesco potrebbe preservare contro il Frosinone. Dei diffidati solo Fazio dovrebbe partire titolare, mentre gli altri approfitteranno di un turno di riposo, anche in vista delle fatiche della Champions League. Subito dopo il derby, infatti, è in programma il match all’Estadio do Dragao, dove la Roma affronterà il Porto nella partita di ritorno degli ottavi di finale.
A Frosinone, quindi, Santon si accinge a prendere il posto di Florenzi (Karsdorp è fermo in infermeria); per Manolas, invece, è pronto Juan Jesus, fermo da gennaio e pronto a rientrare in campo. Sarà il momento di riposare anche per Zaniolo, al suo posto si potrebbe, finalmente, rivedere lo sfortunato Diego Perotti, protagonista di una stagione mai veramente decollata a causa dei numerosi infortuni.
Cornet, il nome nuovo per il mercato di Monchi
INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - La Roma guarda già al mercato estivo e nonostante quello invernale sia da poco concluso, il toto nomi è già più vivo che mai. E' di iei la notizia che la Roma ed il ds Monchi avrebbero messo gli occhi su Cornet, attaccante ivoriano di proprietà del Lione, club con il quale, il classe '96 si sta mettendo in mostra. Lo sa bene anche il Manchester City che nel girone di Champions tra andata e ritorno contro i francesi, ha subito ben quattro gol, tre dei quali segnati dallo stesso ragazzo nativo di Bregbo, piccola realtà urbana vicina alla capitale ivoriana Abidjan.
UN PO' DI STORIA - Maxwel Cornet nasce il 27 settembre 1996 a Bregbo, località della Costa d’Avorio, tuttavia, il calciatore del Lione è praticamente cresciuto sempre in Francia, dato il trasferimento nel paese transalpino all’età di tre anni. Non c’è voluto molto per comprende le capacità del ragazzo: a sette anni era stato già inserito nelle giovanili del Metz, ma le sue doti colpiscono così tanto gli allenatori francesi che viene inserito in squadra con i ragazzini di undici anni. Già a sedici anni esordisce tra i professionisti con il Metz, due stagioni più tardi il Lione lo acquista per 200 mila euro. Con la maglia dell’OL dimostra le sue qualità vestendo il numero 27. Cornet è una attaccante mobile, dotato di tecnica e rapidità, che ama partire dall’esterno per poi accentrarsi e cercare la giocata vincente con il suo piede preferito, il sinistro. Il ragazzo sulla carta può giocare sia come ala destra che sinistra, infatti spesso durante le partite si allarga per cercare spazi e lo scambio veloce con i compagni. Da evidenziare la sua grande abilità di scattare e attaccare la profondità, mettendo spesso in difficoltà le retroguardie avversarie. Nonostante la struttura fisica non sia imponente e l’altezza arrivi fino a 179 cm, il Nazionale ivoriano in area di rigore sa farsi valere: la velocità nel breve, unita alla capacità di andare al tiro con entrambi i piedi, risulta spesso fatale alle difese che giocano contro Cornet, come testimoniano i 33 gol (alcuni pesantissimi) messi a segno in 149 presenze (molte delle quali da subentrato) con la maglia dell’OL. Il ragazzo è in continua evoluzione, anche in virtù dell’età (22 anni): non ha limiti e sembra rispecchiare a pieno il prototipo del calciatore moderno. Diversi top club hanno già manifestato un grandissimo interesse, ma se il Lione dovesse cederlo allora metterebbe a segno una grande plusvalenza. Per il momento il club francese si gode il talento di Maxwel Cornet, pronto a brillare anche nei palcoscenici più prestigiosi d’Europa e chissà che il prossimo stadio in cui poterlo ammirare non sia proprio l'Olimpico di Roma, con la casacca giallorossa sulle spalle.
La Roma vede il Diavolo
MESSAGGERO - TRANI - Basta metà prestazione per prendersi il match: la Roma, entrando in scena all'Olimpico solo nella ripresa, supera il Bologna (2-1) e si riavvicina al Milan quarto, ora a più 1, restando in corsa per la zona Champions e staccando di 3 punti l'Atalanta e la Lazio. Successo, dunque, sofferto, ma prezioso per la classifica: allungata la striscia positiva in campionato (7 risultati utili: 5 vittorie e 2 pari), cominciata dopo Natale.
FALSA PARTENZA - Di Francesco limita gli interventi e, per otto-undicesimi, ripropone la formazione che ha battuto martedì scorso il Porto. È sempre inedita, la numero 33 in 33 partite, come è nuovo il tridente con Zaniolo, Dzeko e Kluivert. Sono loro, del resto, gli unici 3 giocatori offensivi a dare garanzie. In panchina torna Perotti e trova spazio, recuperato in extremis, El Shaarawy. I 3 che entrano sono Olsen, cioè il portiere titolare, Nzonzi, anche per evitare la full immersion a De Rossi dopo i 3 mesi abbondanti di stop, e appunto Kluivert. Zaniolo, dunque, gioca il suo 3° match di fila da esterno alto. Il 4-1-4-1, però, va presto in tilt: la Roma non ha l'equilibrio delle ultime partite e, nella prima parte, rischia come spesso è accaduto in questa stagione. Mihajlovic risponde al collega con il 4-2-3-1, puntando sul rombo offensivo che ha qualità e potenza: dietro al centravanti Santander, il trequartista è Soriano, con Edera e Sansone rispettivamente sulle corsie di destra e di sinistra. Il più ispirato è Soriano che calcia subito di destro: Olsen alza sopra la traversa. Sempre Soriano, dopo torre di Santander, calcia sul portiere giallorosso di sinistro, sprecando la chance per il possibile vantaggio. Ancora decisivo Olsen prima dell'intervallo: chiusura con le gambe sul sinistro di Edera. E nel recupero Soriano centra la traversa. Fazio sbanda e spesso è fuori posizione. L'Olimpico fischia i giallorossi, bocciati dal pubblico per la prova sciatta e soprattutto fiacca.
SENZA RITMO - Il Bologna usa il pressing per limitare la Roma. La scelta paga nel 1° tempo. Le assenze non incidono sul piano di Mihajlovic: mancano gli infortunati Lyanco, Mattiello, Orsolini, Destro e Gonzalez, più lo squalificato Palacio, ma l'atteggiamento di chi va in campo è comunque propositivo. I giallorossi, lenti nel palleggio, faticano a conquistare campo. Timidi e impacciati, anche se davanti hanno la terzultima squadra della serie A, non riescono a salire, restando bloccati nella loro metà campo. Kluivert va per conto suo, Dzeko, ancora a digiuno all'Olimpico in campionato, non ha l'appoggio di Cristante e Pellegrini che si preoccupano solo della fase difensiva e di collaborare con Nzonzi passeggia. Kolarov frena a sinistra, Florenzi è almeno più intraprendente.
CORREZIONE IN CORSA - Fuori Cristante, dentro El Shaarawy che indirizza il match: Di Francesco cerca di aggiustare l'assetto, mettendosi a specchio con il 4-2-3-1. Pellegrini va ad affiancare Nzonzi, Zaniolo si accentra da trequartista e Kluivert passa a destra, lasciando la fascia sinistra a El Shaarawy. Fazio regala a Edera il contropiede: conclusione scontata e Olsen blocca. El Shaarawy, andando a chiudere il triangolo con Dzeko, cade in area, atterrato da Helander: rigore, trasformato da Kolarov sotto la Sud. Il gol del vantaggio sveglia i giallorossi, anche se Olsen deve subito volare sul tiro di Poli. Skorupski ferma Zaniolo, lanciato da El Shaarawy. Cambia pure Mihajlovic: Svanberg per Edera. Esce Kluivert per De Rossi che lascia la fascia a Florenzi. Pellegrini si alza a destra. Ecco Dzemaili per Poli. Fazio si fa perdonare e firma il raddoppio: destro su spizzata di De Rossi. Olsen è il migliore in campo e si arrende solo prima del recupero sul destro di Sansone (gol confermato dal Var).
Robin si veste da supereroe come Batman
MESSAGGERO - FERRETTI - La Roma vince la partita che doveva vincere per guardare il Diavolo più da vicino. Ma quanta sofferenza. Troppa, come è accaduto un sacco di volte nel passato più o meno recente. I giallorossi portano a casa tre punti e, per questo, devono ringraziare, tanto, lo svedese Robin Olsen che para tutto quello che era possibile (e assolutamente non semplice) parare. Il successo porta soprattutto la sua firma, a legger bene la cronaca.
Partita complicata, secondo pronostici. Bologna attento nella fase di palleggio, Roma meno ordinata ma più rabbiosa quando entra in possesso del pallone. Nulla di straordinario, comunque, per via della serata in sordina di troppi elementi con la maglia rossa. La squadra di Di Francesco sembra aspettare le mosse del nemico prima di mettersi in moto oppure, probabilmente, non ce la fa proprio a prendere in mano le redini della partita. Troppi errori, ad esempio, nella fase di impostazione del gioco, con una marea di palloni bruciati nella fase di uscita. E con un'altissima percentuale di errori riferibile ai difensori, eccessivamente fallosi al momento di azionare il pallone. E Zaniolo? Là a destra poco servito, poco cercato, molto marcato e, per questo, poco nel vivo della partita. Un paio di strappi in avanti, anche un paio di recuperi importanti in fase difensiva ma nulla da Zaniolo. Da segnalare nel primo tempo, invece, quattro parate determinanti di Olsen e una traversa di Soriano. La testimonianza diretta della serata svagata della squadra di EDF. Sì, bravino il Bologna ma Roma molle e troppo perforabile specie centralmente. E con la testa chissà dove. Mah.
L'INTERRUTTORE - Ancora una volta, insomma, stupisce l'immensa capacità della Roma di giocare in maniera pessima una partita contro un avversario sulla carta (molto) abbordabile. Come se a far funzionare o meno i giallorossi ci fosse un interruttore on off nelle mani del destino. Impensabile, del resto, che tutte le cose brutte siano frutto solo della mente dei calciatori o di chi li guida. Fosse vero il contrario, si sarebbe trovata da tempo una soluzione, invece niente. Tu non sai mai che Roma farà. Puoi, anzi devi aspettarti di tutto nel bene o nel male. E, per l'appunto, il cambio di modulo nella ripresa, con El Shaarawy dentro e Zaniolo al centro, porta quasi subito al calcio di rigore trasformato da Kolarov, sette gol in campionato, proprio sotto la Sud. Niente inchino, stavolta. Olsen protegge ancora da par suo il vantaggio, poi Fazio raddoppia sugli sviluppi di una palla inattiva. Evidentemente l'interruttore durante l'intervallo era stato spostato sull'on. Così il gol di Sansone, nel finale, non preoccupa più di tanto.
I tifosi giallorossi infuriati con le Iene
MESSAGGERO - Il programma televisivo Le Iene ha fatto un buco nell’acqua facendo infuriare tifosi romanisti e non solo rimasti attoniti e sconcertati domenica sera durante il servizio di Nicolò De Devitiis su Nicolò Zaniolo e sua mamma Francesca. Domande inopportune e squallidi doppi sensi hanno innervosito il centrocampista giallorosso che scocciato ha lasciato l’auto rifugiandosi nel suo appartamento quando si è reso conto che la chiacchierata sarebbe sfociata in una partecipazione della mamma al Grande Fratello: «Questa intervista neanche la volevo fare. Mia madre in un reality? Proprio no». Il servizio, dicevamo, ha scatenato la reazione dei tifosi che hanno intasato le bacheche social e le radio per gridare tutto il loro dissenso: «Fate le lotte per i diritti delle donne e il bullismo e poi solo perché una bella donna si fa due selfie sui social la trattate come una poco di buono», si legge sulla pagina ufficiale del programma in onda su Italia 1. «Ma come si fa ad andare davanti a un ragazzino a dire certe cose a sua mamma? Vergognatevi», «Approfittarsi dell’ingenuità di un ragazzo ridicolizzandone la madre è un gesto vigliacco». Il trend è sempre lo stesso, ma nell’era dei clic e delle visualizzazioni, i social media manager delle Iene hanno anche riproposto il servizio ieri pomeriggio che ha totalizzato numeri da record: quasi mezzo milione di views e più di 2.000 commenti. Migliaia gli utenti hanno pensato anche di scrivere direttamente a mamma Francesca Costa su Instagram
per esprimerle solidarietà, lei ha raccontato alcuni retroscena dell’intervista: «Non era voluta, quando Nicolò ha visto il giornalista si è arrabbiato perché non voleva rilasciare dichiarazioni». Lo hanno intuito anche i tifosi della Roma che in massa hanno inondato di insulti e critiche il profilo Instagram di De Devitiis costringendolo a rendere privato l’account. Di bello restano le parole di Nicolò che, nonostante l’ondata di popolarità che sta vivendo, ha scelto di pensare solo al calcio e al futuro: «Mi piacerebbe diventare una bandiera come lo sono stati Totti o Del Piero. Francesco mi ha detto di rimanere con i piedi per terra perché il bello deve ancora venire».
Una difesa di bomber. Roma al top d’Europa
MESSAGGERO - TRANI - Nessuno in casa segna come la Roma: 30 reti. La Juventus prima e il Napoli secondo sono a quota 28, avendo tra l’altro giocato 13 partite contro le 12 dei giallorossi. Ma non sono gli attaccanti a fare la differenza nel gruppo di Di Francesco. Kolarov e Fazio firmano la vittoria sul Bologna e confermano il trend stagionale: con 15 gol, insieme con l’Atalanta, la squadra di Di Francesco è, nei 5 principali tornei del nostro continente, quella che ha festeggiato più gol con i difensori. Il fluidificante mancino è già a quota 7 in campionato (8 con quello in Coppa Italia al Franchi contro la Fiorentina) per il massimo raccolto della sua carriera. Nessun difensore, sempre tra i migliori 5 campionati d’Europa, ha segnato quanto lui. E nella Roma solo El Shaarawy, in questo torneo, ha fatto meglio con 8 reti. Il centrale, invece, ne conta 4 e sale a 8 nelle 92 gare giocate in serie A.
NESSUNA GIUSTIFICAZIONE - Fazio abbraccia Perotti dopo il gol e, a fine partita, fa i complimenti alla squadra di Mihajlovic che non riesce a evitare il 1° ko dopo i 4 punti presi in 2 partite: «Queste partite dobbiamo vincerle se vogliamo arrivare in Champions. E’ ancora lunga... Il Bologna ha fatto una grande prestazione ma la Roma si è comportata da squadra matura. Nel 1° tempo più bravi loro, nella ripresa noi». Olsen si coccola la moglie e il piccolo erede a bordocampo. E ammette: «Non è questa la vera Roma. Possiamo fare di più. Il match andrà analizzato a fondo».
La Roma soffre ma batte il Bologna. DiFra: “Vincere così non mi piace”
LEGGO - BALZANI - Da Bologna al Bologna c'è un Olsen in più e tre punti benedetti ma immeritati. La Roma resta incollata al treno Champions ma deve ringraziare i miracoli del portiere svedese che ha evitato in più di un'occasione la caduta con almeno quattro miracoli su Soriano e Poli. Il passo indietro rispetto alla bella gara col Porto è evidente soprattutto nel primo tempo quando la squadra si schiera con un 4-3-3 orfano del (purtroppo o per fortuna) indispensabile DeRossi. Il centrocampo con uno Nzonzi soporifero e un Cristante distratto ha sofferto tanto e in difesa le solite amnesie di Fazio e Florenzi hanno peggiorato le cose. Nella ripresa Di Francesco ha aggiustato modulo e uomini con l'ingresso decisivo di El Shaarawy bravo a prendersi un rigore sacrosanto realizzato da Kolarov (con 7 gol è il difensore più prolifico d'Europa nonché i vicecapocannoniere della rosa), e quello dello stesso De Rossi che prima ha rimproverato Florenzi che stava perdendo tempo consegnandogli la fascia da capitano poi è andato a svettare di testa per mettere sul piedone di Fazio il gol del 2-0. Nel finale la solita paura e la rete bolognese con Sansone.
Anche Di Francesco non è soddisfatto: «Abbiamo vinto come non piace a me. Abbiamo preso di nuovo gol, ma ho avuto una risposta dopo un primo tempo svogliato. Nel primo tempo hanno vinto molti duelli che in campo fanno la differenza e meritavamo di andare sotto. Eravamo poco lucidi nelle scelte, sbagliavamo passaggi semplici. Cose che non possiamo permetterci. Nel secondo tempo siamo stati più bravi e ordinati anche se con qualche errore di troppo. Cambiare serve a livello tattico ma pure di mentalità. La lucidità mentale può fare la differenza». E dovrà farla nel trittico di partite che aspetta la Roma: Frosinone, Porto e Lazio. La vittoria resta comunque fondamentale per non far scappare le milanesi e allontanarsi da Atalanta e Lazio ora a -3. «Faccio i complimenti al Bologna, ma abbiamo vinto da squadra matura», il commento di Fazio. Gli risponde Mihajlovic: «Anche il pareggio ci sarebbe stato stretto, ma se non la butti dentro una grande come la Roma prima o poi ti punisce».
Prima della gara Monchi ha parlato di Dzeko e Zaniolo: «Nicolò ha la testa giusta per reggere la pressione. Il futuro di Edin? Conta il presente». Proprio Zaniolo ha giocato una gara da terrestre dopo tante prestazioni extra. Non si può non pensare alla pressione psicologica di una settimana sulle montagne russe tra la doppietta in Champions e certe interviste.
L'intervista delle Iene a Zaniolo e alla mamma fa infuriare i tifosi
LEGGO - PASQUALETTI - Le Iene portano bene, recitava uno slogan di qualche anno fa. Oggi, però, il programma di Italia 1 è nella bufera per il servizio andato in onda domenica che ha visto protagonista il baby gioiello giallorosso, Nicolò Zaniolo e sua madre Francesca Costa. Sette minuti e 40 secondi di battute allusive, doppi sensi al limite del sessismo e una serie di provocazioni che hanno mandato su tutte le furie il calciatore che alla fine è sbottato in un «adesso basta!».
La pietra dello scandalo è stata proprio la vivace mamma di Zaniolo che usa i social senza troppi freni, postando foto e selfie ammiccanti e mettendo in mostra la sua bellezza. Fin qui nulla di strano: ognuno è libero di fare ciò che vuole con i propri social. La cosa triste è l'intervista, una serie di doppi sensi a metà strada tra un film erotico anni 70 e un bar di periferia: «Che posizione ti piace?», «Parliamo di misure...», «Dove ti piace farlo?», etc. Un gusto cattivissimo, almeno secondo il baby campione, che è andato su tutte le furie. E con lui un'intera tifoseria che dai social al sito delle Iene ha sfogato il proprio sdegno.
Sicuramente una cosa del genere solo a Roma e alla Roma si poteva vedere: alzi la mano chi ha mai visto un simile trattamento per un calciatore della Juve? Del Milan? Dell'Inter? Solo nella Capitale e solo per la squadra giallorossa (anche se la società si è lamentata con Mediaset...). Zaniolo, fortunatamente, ha la testa sulle spalle e un'intelligenza sopra la media dei calciatori, ma il servizio delle Iene gli ha fatto capire quante insidie si nascondano in questo mondo patinato. Ora si dovrà capire se mamma Francesca si sia accorta del pericolo a cui sta sottoponendo il ragazzo. Una sovraesposizione che rischia di rovinarne il futuro. «Nicolò si è arrabbiato quando ha visto il conduttore, non voleva rilasciare dichiarazioni, poi hanno montato il servizio e messo la sua sfuriata nel finale ha scritto Francesca Costa su Instagram -. Vivo per i miei figli e mi fanno ridere tutti quelli che pensano che stia destabilizzando Nicolò».
Certo è che a 19 anni, un calciatore di serie A non può essere accompagnato al campo da mamma. Specialmente a Roma, dove voci e pettegolezzi corrono più veloce del pallone. Per la crescita di un ragazzo con un simile potenziale - e la storia di Totti dovrebbe insegnarlo a tutti - serve una blindatura totale della famiglia, degli amici e della società.
Olsen, che rientro! “Io decisivo, è stato bello...”
GAZZETTA DELLO SPORT - Si attendeva il primo gol casalingo in campionato del bomber Dzeko per risolvere la pratica ed invece per portare a casa una vittoria pesante per i progetti Champions della Roma è stato determinante il portiere, Robin Olsen. Il 29enne svedese è stato la diga giallorossa per incassare i tre punti. Olsen era al rientro dopo aver saltato le gare contro Chievo e Porto per guai muscolari. Cercava anche il riscatto personale dopo alcune incertezze. Sognava una serata da protagonista. Parata su parata ha costruito la vittoria della Roma.
(...) Olsen sta superando il suo esame con la Roma. Quello per essere il numero uno senza ombre dei suoi predecessori, soprattutto di Alisson. «Sono soddisfatto, contro il Bologna effettivamente ho fatto una bella partita, sono felice di aver dato il mio contributo. Abbiamo concesso troppo, dobbiamo migliorare molte cose: la fase difensiva ma non solo. Lavoreremo su questo a partire da domani. Abbiamo giocato meglio nel secondo tempo, è ovvio. Ci siamo parlati e ci siamo detti che dovevamo cambiare marcia e salire di livello». (...)
DiFra salva solo i 3 punti: “Vincere così non mi piace”
MESSAGGERO - CARINA - Di buono, per una volta, c'è soltanto il risultato che permette alla Roma di mantenere la scia del Milan nella corsa alla prossima Champions. Di Francesco prova (a fatica) a trovare anche dell'altro: «Complimenti al Bologna per la partita fatta, ma nel primo tempo non siamo entrati in campo. Avremmo meritato di star sotto, abbiamo lavorato male. Abbiamo vinto come non piace a me, scordiamoci di vincere altre gare così. Nella ripresa però mi è sembrata una squadra migliore quando ho modificato qualcosa a livello tattico». Il riferimento del tecnico è al passaggio dal 4-3-3 al 4-2-3-1 con l'ingresso di De Rossi: «C'è un motivo dietro per il quale Daniele non è partito dall'inizio. Bisogna testarlo giorno dopo giorno. Sapevo che mi sarebbe servito a partita in corso ma credo che sia bastato il cambiamento tattico a fare la differenza. A volte sento dire che con il 4-3-3 abbiamo sistemato tutto e poi siamo dovuti tornare al 4-2-3-1 per rimettere a posto questa partita». Non certo una consolazione. Come preoccupa la constatazione successiva di Eusebio: «Non dico che noi fossimo svogliati, ma sembrava che loro andassero a velocità doppia rispetto alla nostra. E in più abbiamo perso i duelli fisici in tutti i settori». Considerando che la gara con il Porto s'è disputata 6 giorni fa non si può chiamare in causa nemmeno la stanchezza. Un aspetto, quello legato alla tenuta atletica della squadra, che torna ciclicamente a far discutere insieme a quello legato agli infortuni muscolari.
LAZIO ANCORA IN GIOCO - Un successo comunque fondamentale in ottica Champions (giallorossi di nuovo a -1 dal Milan): «Le sconfitte dell'Atalanta e della Lazio cambiano poco. Ci sono anche loro per la corsa Champions. La vittoria del Milan è invece un segnale importante anche per la prestazione fatta dalla squadra di Gattuso a Bergamo. Siamo stati bravi a restare in scia, meno dal punto di vista della prestazione. Accontentiamoci dei 3 punti». Analizza poi la prestazione di alcuni singoli, in primis Zaniolo: «Mi aspettavo che Nicolò potesse dare più fastidio a Dijks. Sui colpi di testa di Santander i difensori invece erano troppo distanti tra di loro». Poi, più in generale: «Siamo stati poco ludici nelle scelte, abbiamo subito troppe ripartenze, sbagliando passaggi molto semplici, cose che non possiamo permetterci. Quando queste gare le vincono le grandi squadre si fanno i complimenti ma ripeto, a me non piace vincerle così»
MIHAJLOVIC INCREDULO - Figuriamoci a Mihajlovic di perderle: «Se non la butti dentro, la Roma ha giocatori che al primo errore ti puniscono. È assurdo perdere una partita del genere. Il pareggio ci sarebbe stato stretto. Abbiamo creato 12 occasioni da gol per farne soltanto uno. Questo comunque è lo spirito di una squadra che gioca per vincere. Olsen è stato molto bravo». Glissa sul rigore concesso ai giallorossi: «Non ho visto cosa è successo. Diciamo che ci poteva stare ma il difensore non poteva neanche scomparire. Come nel basket se ti va addosso è fallo. Gli errori ci stanno, è un'ingenuità che mettiamo in conto ma non posso dire nulla ai miei ragazzi. Al di là di tutto hanno fatto bene. Mancavano solo i gol». Non poco. Passerella finale per Patrick Kluivert, ieri allo stadio per vedere il figlio Justin: «Gli serve più consapevolezza nei suoi mezzi e un briciolo di fortuna in più. Vorrebbe giocare titolare ma deve lavorare per riuscirci».