Guido Fienga nominato CEO di As Roma

L'AS Roma ha nominato Guido Fienga nuovo Chief Executive Officer.

Fienga ricoprirà il nuovo ruolo con effetto immediato e riporterà direttamente al presidente Jim Pallotta e al Consiglio di Amministrazione del Club.

Entrato nell’AS Roma come Strategy and Media Director nel 2013, il dirigente giallorosso è stato nominato Chief Operating Officer lo scorso anno.

Guido condurrà la Società verso la prossima fase del nostro percorso di crescita e di sviluppo”, ha dichiarato il presidente Pallotta. “Sarà lui il responsabile delle attività quotidiane e dei progetti a lungo termine del Club, nel processo che sta portando l’AS Roma a diventare una Società economicamente sostenibile e di successo, dentro e fuori dal campo”.

Nell'ambito di questi cambiamenti, Mauro Baldissoni sarà promosso a vicepresidente esecutivo dell’AS Roma.

Il nuovo ruolo consentirà a Mauro di dedicarsi maggiormente alla visione d’insieme del Club” – ha proseguito Pallotta –, “portando a termine il progetto legato allo Stadio della Roma, step fondamentale per consentire alla nostra Società di competere sul campo ai più alti livelli possibili”.


Pallotta: "Fienga condurrà la Roma verso la prossima fase del nostro percorso di crescita"

James Pallotta, presidente della Roma, è intervenuto per parlare della nomina di Guido Fienga come CEO e di Mauro Baldissoni come vicepresidente esecutivo. Queste le sue parole riportate dal sito asroma.com:

"Guido condurrà la Società verso la prossima fase del nostro percorso di crescita e di sviluppo. Sarà lui il responsabile delle attività quotidiane e dei progetti a lungo termine del Club, nel processo che sta portando l’AS Roma a diventare una Società economicamente sostenibile e di successo, dentro e fuori dal campo. Il nuovo ruolo consentirà a Mauro di dedicarsi maggiormente alla visione d’insieme del Club, portando a termine il progetto legato allo Stadio della Roma, step fondamentale per consentire alla nostra Società di competere sul campo ai più alti livelli possibili".


Allenamento Atalanta, lavoro con la palla e partitella in vista della Roma

L'Atalanta, prossima avversaria della Roma in campionato, si è allenata a Zingonia in vista del match di domenica. Questo il resoconto della seduta pubblicato sul sito atalanta.it:

"Proseguono gli allenamenti di Gomez e compagni in vista di Atalanta-Roma, in programma allo stadio di Bergamo domenica alle 15. 
Mister Gian Piero Gasperini, questa mattina, ha diretto una seduta al centro Bortolotti di Zingonia. Il programma di lavoro prevedeva esercizi in palestra, lavoro con la palla e partitelle su campo ridotto. Freuler e Varnier hanno proseguito con i rispettivi programmi di lavoro personalizzati. Domani, sempre a Zingonia, seduta d’allenamento a porte chiuse".


Il Genoa punta Machin. La Roma ha il 50% sulla rivendita del giocatore

Il Genoa dopo Antonio Sanabria, su cui la Roma ha una percentuale sulla rivendita, ha messo nel mirino anche Josè Machin. Il centrocampista, ex Roma ed attualmente al Pescara, potrebbe passare ai liguri già in questa finestra di mercato. Una notizia che fa sorridere anche la Roma poichè, come riferisce Il Corriere dello Sport, i giallorossi hanno il 50% sulla rivendita del giocatore.


Monchi: "La Roma è sempre in prima linea nel preservare i valori e l’integrità del calcio"

L'Integrity Tour 2019 ha fatto tappa oggi a Trigoria. L'evento, che vuole rafforzare la cultura della legalità nel mondo del calcio e diffondere i veri valori dello sport, vede impegnati Lega Serie A, Sportradar e l’istituto per il Credito Sportivo. Allincontro tenutosi oggi al Centro Sportivo Fulvio Bernardini è intervenuto anche il DS Monchi, che ha dichiarato:
"Anche quest’anno accogliamo con grande piacere qui a Trigoria la Lega Serie A, Sportradar e l’Istituto per il Credito Sportivo. La Roma è sempre in prima linea nel preservare i valori e l’integrità del calcio e per questo motivo riteniamo fondamentale l’appuntamento di oggi nell’ottica di una crescita di coscienza che coinvolga tutti i nostri atleti, dai più giovani ai ragazzi della prima squadra".


La A.S. Roma Calcio a 5 dà il benvenuto nella famiglia giallorossa alla SER ALVORADA

La A.S. Roma Calcio 5 è lieta di annunciare l’importante accordo di collaborazione sportiva con la società SER ALVORADA. Il marchio della A.S. Roma Calcio a 5 approda in una importante scuola di Futsal in Brasile, la Ser Alvorada, con la prima squadra che milita nella Liga Argento, a dimostrazione del grande lavoro che la società, in particolare il Direttore Sportivo Gianluca Di Vittorio, sta attuando in questa stagione. Ringraziamo il tecnico della Ser Alvorada Fabiano Ventura, unitamente al presidente Sérgio Neris per questa importante collaborazione.

SER ALVORADA — La scuola di Futsal Ser Alvorada si trova a Rio Grande do Sul, in quella che è considerata la capitale brasiliana del futsal. Nasce per far crescere i giovani umanamente e socialmente attraverso progetti sportivi, culturali e sociali. Attualemente la società conta più di 400 bambini, suddivisi in categorie tutte competitive nei campionati Élite e un impianto di proprietà all’avanguardia. La Scuola di Futsal, sviluppa aspetti fisici, tecnici, psicologici, cognitivi, sociali, tutti i ragazzi apprendono situazioni quotidiane, attraverso una metodologia applicata all'interno di gruppi divisi per fasce di età. Fino all’età di 10 anni, tutti i bambini praticano esclusivamente futsal per poi passare a sviluppare combinatamente, nei successivi anni, futsal e calcio. Di grande importanza le regole, la tecnica, la tattica, il lavoro fisico, la disciplina, impegno e responsabilità, aspetti fondamentali alla Ser Alvorada.


Avv. Contucci: "Maestrelli dovrà affrontare il processo in Inghilterra. Ci difenderemo li"

Daniele Contucci, avvocato di Simone Maestrelli, ha parlato del mandato d'arresto europeo per il tifoso della Roma fermato dopo gli scontri di Liverpool dello scorso 24 aprile. Queste le sue parole riportate da AdnKronos:

L'estradizione di Simone Mastrelli in Inghilterra?
"Adesso ci difenderemo in quella sede. La pratica della Cassazione l'ho seguita io in Italia, adesso ci sono gli avvocati inglesi. Ora dovrà affrontare il processo in Inghilterra. La strada da fare non la sappiamo ancora perché l'estradizione deve essere ancora eseguita, per ora in Italia è stato mandato qualcosa di molto succinto, non hanno mandato tutti gli atti. È uscita una sentenza della Corte europea che dice che comunque anche il fatto che l'Inghilterra stia uscendo dall'Unione Europea non impedisce l'esecuzione delle estradizioni".


Sospese le ricerche di Emiliano Sala. Per la polizia di Guernsey non ci sono più speranze

Non arrivano buone notizie per quanto riguarda Emiliano Sala. L'aereo scomparso lunedì notte a nord-ovest dell'isola di Alderney, vicino al faro di Casquets. La polizia di Guernsey, tramite una nota ufficiale, ha reso noto di aver preso la sofferta decisione di sospendere le ricerche del giocatore: "A questo punto le speranze che ci siano dei sopravvissuti sono estremamente remote".


El Shaarawy: "Siamo in crescita e dobbiamo avere sempre più consapevolezza delle nostre forze"

Stephan El Shaarawy, giocatore della Roma, ha parlato per AS Roma Match Program in vista del prossimo match di campionato.

Partiamo dal suo gol contro il Torino. Una rete importantissima che, di fatto, rilancia definitivamente la Roma in campionato.
Sì è stato sicuramente un gol importante perché abbiamo dato un segnale forte al campionato e alla corsa per la Champions. Abbiamo ridotto il distacco e siamo a un punto… sicuramente è stato un gol decisivo per me e per la squadra”.

Un gol importante per la squadra ma, evidentemente, anche per lei che ha ritrovato il campo dopo diverse settimane di assenza.
Un gol importante per me a livello personale, perché dopo quasi due mesi di inattività era importante ritrovare il campo. Ma ancor più bello è stato ritrovare la via del gol che ti dà tantissima fiducia. È stato difficile entrare a freddo dopo pochi minuti, ho iniziato piano e poi con il passare del tempo sono andato più sciolto, le gambe hanno risposto bene ed è stato più facile. Le cose sono andate al meglio e di questo sono molto contento”.

La partita contro il Torino, nonostante la vittoria, ha evidenziato cali di concentrazione della squadra.
C’è stato qualche calo di concentrazione, ma eravamo partiti veramente molto bene. Abbiamo fatto un primo tempo di grande sostanza, con entusiasmo, di qualità e soprattutto concretezza da parte di tutta la squadra. Nel secondo tempo abbiamo riproposto lo stesso atteggiamento, ma con il desiderio di andare a far male nella metà campo avversaria abbiamo perso un po’ di misure. Ci siamo allungati un po’ troppo dando loro la possibilità di partite in contropiede, perdendo sicuramente qualche distanza. Poi però abbiamo avuto una grande reazione, non è stata la prima volta, quindi per me è un segnale positivo. Siamo riusciti a portare a casa una partita veramente complicata anche perché il Torino non aveva mai perso fuori casa. Un dato importante”.

La vittoria di sabato, in rimonta dal 2-2, evidenzia che la squadra è cresciuta… anche di testa.
Sì credo che questa squadra sia cresciuta molto anche dal punto di vista mentale nella gestione della partita. Anche dopo il 2-2 abbiamo avuto una grande reazione, si percepiva la possibilità che c’era di andare a fare il terzo gol. È chiaro che durante la gara bisogna leggere meglio alcune situazioni, anziché attaccare devi temporeggiare e gestire meglio la palla. È stato sicuramente un segnale molto importante, segno evidente che stiamo migliorando e dobbiamo proseguire in questa strada. Con questa vittoria, abbiamo dato un segnale non solo al campionato, ma anche all’ambiente e soprattutto a noi stessi. Una crescita non solo a livello di squadra, ma anche individuale”.

In questo periodo sono mancati tanti veterani, per forza di cose sono cresciuti i giovani…
La crescita dei giovani è stato un messaggio importante non solo per la squadra, ma in primis per loro. Avevo già detto in estate di non dare giudizi affrettati sui giovani al loro primo anno in una grande squadra; piano piano hanno dimostrato di sapersi caricare la squadra sulle spalle anche in momenti complicati. Affacciarsi per la prima volta in campionato in una squadra così importante non è facile per nessuno. Dopo tutto quello che hanno fatto, ora ci vuole tanto equilibrio perché è facile esaltarsi. Ora bisogna continuare così, a lavorare con umiltà e proseguendo per la nostra strada”.

Dopo la gara di Coppa Italia contro l’Entella e il Torino, si è confermato in un buon momento anche Karsdorp.
In queste due partite ha fatto vedere cosa sa fare, è un giocatore di grande corsa, tecnica e lo ha dimostrato. È qui da più di un anno, però ha giocato poco per via degli infortuni ed è stato difficile per lui trovare confidenza con il campo e il campionato italiano, che per lui è tutto nuovo. Si è fatto trovare pronto e per noi sarà un valore aggiunto”.

I prossimi venti giorni tra Coppa Italia, campionato e Champions saranno fondamentali per la stagione della Roma.
Ci aspetta un periodo impegnativo anche dal punto di vista mentale, visto che giocheremo ogni tre giorni. Ci sarà bisogno dell’aiuto di tutti per affrontare questo mese in forma mentalmente e fisicamente, ma siamo in crescita e dobbiamo avere sempre più consapevolezza delle nostre forze. Ci vuole molto equilibrio, ma sono fiducioso”.

Prima si va a Bergamo, contro un’Atalanta in grande forma. Che partita sarà?
Sarà una gara molto complicata. Tutte le volte cha abbiamo giocato a Bergamo abbiamo avuto difficoltà, come le squadre che l'affrontano in casa. Hanno una grande forza dal punto di vista fisico, soprattutto davanti stanno attraversando un momento di continuità nei gol. Sicuramente non sarà un avversario semplice, ma dobbiamo andare lì a fare la nostra partita sapendo che possiamo accorciare la distanza con le squadre davanti”.

Possiamo dire che nella corsa Champions si iscrive di diritto anche l’Atalanta?
Ha dimostrato di essere una squadra che può lottare per un posto in Champions, lo dicono i risultati. A maggior ragione sarà uno scontro diretto, fondamentale per noi, per dare ancora di più un segnale di continuità nel rendimento, quello che un po’ alla Roma è mancato nell’ultimo periodo. Per noi potrebbe essere una forma di rivincita per dimostrare che siamo una squadra solida”.

Hanno il miglior attacco in Serie A e il pericolo numero uno è, senza dubbio, Zapata che da inizio dicembre è sempre andato a segno. Con il Frosinone ne ha realizzati quattro.
Fino alle tredicesima giornata aveva segnato solo un gol, poi ne ha realizzati tantissimi. Sta vivendo un ottimo momento di forma, dovremmo essere ancora più attenti in fase difensiva. Giocatori che stanno così bene possono crearti la giocata da un momento all’altro. Vanno prese le giuste distanze e fare la nostra partita, ma non solo a livello difensivo”.

Quanto merito ha Gasperini nell'affermazione dei giovani e nel conseguimento dei risultati?
È un allenatore che lavora molto con i giovani e riesce a farti tirare fuori qualcosa in più. A me quando era al Genoa ha dato tanto, mi ha fatto esordire in A, prepara molto bene le partite lavorando sull’aspetto tattico, ma anche su quello fisico. E si vede”.

Tornando a parlare di lei, con sei centri in campionato, è il miglior marcatore della Roma.
Sono felice di esserlo e l’obiettivo è arrivare in doppia cifra in campionato. È un traguardo che mi manca da un po’ di tempo. Però abbiamo bisogno dei gol di tutti per raggiungere gli obiettivi”.

Il suo stop forzato ha interrotto un buon momento di forma. Che stagione è stata fino a questo momento e che stagione sarà?
Fino al momento dell’infortunio, la stagione la reputavo abbastanza positiva soprattutto dal punto di vista realizzativo. Mi sono fermato capocannoniere della squadra e sono tornato al gol al mio rientro. Sono ripartito bene e questo è il mio obiettivo da qui a fine stagione. Migliorare sempre, non solo in fase realizzativa, ma anche di prestazione. Quello che mi chiede sempre il mister è di alternare le due fasi, e pian piano sto migliorando la fase difensiva, prima di quella offensiva”.

A marzo torna la nazionale: non ha mai nascosto che si tratta di un obiettivo a cui tiene molto.
Ho sempre detto che è una maglia a cui tengo tanto, ma la Nazionale è strettamente collegata a quello che fai nel club. Devo continuare la strada intrapresa nella Roma e l'azzurro arriverà di conseguenza


Ferreira Pinto: "Di Francesco mi ha insegnato tanto ai tempi del Perugia. La Roma domenica dovrà essere umile"

Ferreira Pinto, ex giocatore dell'Atalanta, è intervenuto ai microfoni dell'AS Roma Match Program. Queste le sue parole:

Dal Brasile a Lanciano, passando per lo Standard Liegi in Belgio dove non ha mai giocato. È iniziata così la sua carriera.
“Giocavo in una squadra vicino casa, l’União São João, dove avevo segnato tanti gol e mi ero messo in luce. Fui ceduto in Belgio, allo Standard, ma lì non mi trovavo a mio agio. Non dormivo, non mangiavo, era un ambiente che non riuscivo a sopportare. Così, decisi di rompere l’accordo e tornare in Brasile. Ma lì la società si arrabbiò e mi regalò il cartellino”.

E cosa successe?
“Per un periodo tornai a raccogliere le arance nei campi, a lavorare come avevo sempre fatto. Anni precedenti – come sapete – facevo l’operaio in un mattonificio. Estraevo a mano mattoni bollenti dal ventre infuocato di una fornace, per dieci ore al giorno. Però volevo giocare a pallone e feci di tutto per trovare una soluzione. C’era un connazionale che stava per partire per giocare in Italia, a Lanciano, Adriano Mezavilla. Gli diedi un dvd con i miei gol e le mie giocate. Gli chiesi di portarlo con sé e farlo visionare. Parliamo del 2001”.

Funzionò, evidentemente.
“Sì, il mio fu un tentativo come tanti. Ma lui mantenne la parola e consegnò il disco ai dirigenti del Lanciano. Lo videro, mi chiamarono per fare un provino di una settimana. Verso la fine di questa esperienza, loro stavano preparando la partita con la Nocerina e l’inizio dei play-off. Ero sul punto di tornare a casa, ma lì iniziò la mia fortuna”.

Perché?
“Si fecero male i due attaccanti titolari, non sapevano cosa fare e si ritrovarono in casa il sottoscritto. Facemmo un accordo, mi avrebbero pagato 600 dollari a partita, fino al termine della stagione. Esordii contro il Pescara, prendendo una traversa. Uscii tra gli applausi del pubblico abruzzese. Iniziò tutto così, alla fine di questo ciclo di sei gare mi fecero firmare un contratto di due anni. Sono grato ad Adriano, lo dico sempre quando posso”.

Nel 2004, poi, si trasferì al Perugia.
“Fu un salto di categoria, in Serie B. Inizialmente, non ero sicuro di essere all’altezza di questo campionato. L’allenatore era Colantuono, giocavamo in modo molto aggressivo. Passaggi di prima e tagli in profondità. A Lanciano con Castori era diverso, palla lunga e pedalare. Non nego che trovai delle difficoltà a gestire il pallone. Credevo di essere il più scarso della rosa. Fino a quando un senatore del gruppo venne da me a darmi dei consigli…”.

Chi?
“Lo conoscete? Eusebio Di Francesco (ride, ndr). A Perugia giocò l’ultimo anno da calciatore. Mi insegnò alcuni fondamentali, su come proteggere il pallone e servirlo in una certa maniera, facendomi capire alcuni trucchi del mestiere. Sembrava allenatore già allora e mi fu utilissimo perché da allora presi ancora più consapevolezza, capendo di poter far parte del calcio professionistico a un certo livello. Ringrazio davvero Eusebio, non era scontato che facesse una cosa del genere, essendo a fine carriera. Gli piace insegnare calcio, non a caso ora allena la Roma”.

La Roma, la squadra a cui segnò uno dei suoi 14 gol in Serie A.
“Esatto, con la maglia dell’Atalanta, quando perdemmo 2-1 nel 2008. In Serie A ho disputato più di 100 partite, un traguardo che non avrei mai immaginato una volta partito dal Brasile. Però sono sempre stato consapevole e concentrato sui miei obiettivi. Giocavo a pallone per passione, ma dovevo pure mantenere la mia famiglia a distanza, mandando almeno 1000 euro al mese. È per questo che mi sono trovato subito una ragazza, non potevo perdermi in altri contesti, dovevo arrivare e restare con i piedi per terra. Sono stato fortunato, però me la sono cercata. Mia moglie l’ho incontrata a Lanciano, sono 17 anni che stiamo insieme. Abbiamo due figli, viviamo a Bergamo”.

A Bergamo dove gioca ancora a calcio. Nel Pontisola, tra i dilettanti.
“Finché mi diverto, non smetto. Quando vedrò che i ragazzi mi supereranno in tutto, dirò basta. Per ora non ci penso, credo di giocare ancora uno o due anni. Nel frattempo, gestisco un’accademia dove insegno ai giovani i fondamentali e alcuni trucchi del mestiere”.

Nel 2011, peraltro, ha raccontato la sua vita nel libro “Volevo solo giocare a calcio”.
“Credo sia un libro perfetto per i ragazzi tra 15 e i 18 anni. In quelle pagine ho voluto far capire che i sogni si possono realizzare, ma bisogna andarseli a prendere. Oggi vedo che per i più piccoli il mondo è semplificato in tutto. Parlo anche dei miei figli, naturalmente. Non solo dei bambini degli altri”.

Che ricordi ha delle sfide contro i giallorossi?
“L’ho sempre detto, la Roma e il Milan erano gli avversari che mi piacevano di più perché non speculavano mai sull’avversario, ma andavano a giocarsi la partita cercandosi di imporre sia in casa sia in trasferta. Sono sicuro che pure domenica vedremo una partita di alto livello”.

Vuole sbilanciarsi?
“L’Atalanta è in un ottimo momento, ha Zapata che fa tanti gol. La Roma dovrà essere umile per portare via punti dall’Atleti Azzurri d’Italia. Per me, vince l’Atalanta 2-1”.

A Roma ci si augura il contrario.
“Ovvio (ride, ndr). Comunque, avete un’ottima squadra. La Roma ha puntato su giovani calciatori che oggi gli stanno dando risultati. Un po’ come l’Atalanta. Non basta prendere un giovane, la differenza sta nel puntarci. E la Roma ci ha puntato, mettendosi nelle condizioni di avere un grande futuro davanti. Mi faccia dire cosa mi auguro più di ogni cosa per Atalanta-Roma…”.

Prego.
“Che sia uno spettacolo godibile anche sugli spalti, non solo sul terreno di gioco. Vorrei che le due tifoserie non fossero più ostili e ognuno tifi la propria squadra con lealtà. È questo il bello del calcio”.


Amauri: "La Nazionale italiana si rifarà nei prossimi anni"

Amauri, ex calciatore, ha rilasciato alcune dichiarazioni a soccermagazine.it. Questo un estratto delle sue parole:

Che idea ti sei fatto dell’attuale momento storico del calcio italiano, considerando la mancata qualificazione della Nazionale ai Mondiali?
"Per quello che ho visto essendo all’estero oggi, la Nazionale al Mondiale è mancata un po’ a tutti, perché ci sono parecchi tifosi dell’Italia in tutto il mondo. Sicuramente è stata una cosa cui era impossibile credere, però è successo. Oggi l’Italia ha un nuovo allenatore, ci sono nuovi progetti, perciò credo che la Nazionale si rifarà nei prossimi anni sicuramente".

Secondo te l’arrivo di Cristiano Ronaldo ha aiutato un po’ a dimenticare questa delusione del calcio italiano?
"L’arrivo di Cristiano secondo me è un bene per tutta la Serie A e per l’Italia, anche perché il campionato italiano ha sempre avuto dei grandi campioni in assoluto, ma negli ultimi anni ne sono arrivati pochi. Da qualche anno non ne arrivavano della dimensione di Cristiano Ronaldo. Sicuramente la Serie A, l’Italia in sé ci ha guadagnato con un giocatore straordinario come lui".

Da un paio di anni in Serie A c’è una prima punta molto promettente che però fatica ancora ad esplodere. Da ex centravanti, cosa pensi di Patrik Schick?
"L’ho visto. A me come giocatore piace, piace tanto. Quanti ha adesso lui? 23. Ha tutto il tempo del mondo. Io a 23 anni non avevo mai fatto tanti goal, Vieri lo stesso, tanti altri attaccanti che hanno cominciato a fare tantissimi goal dopo i 25 anni. So che gioca già in una grande squadra, la pressione è tanta, però credo che lui abbia dei compagni e delle persone al suo fianco che possano tranquillizzarlo cosicché possa crescere e fare quello che sa fare, che è goal".

Negli ultimi anni molti riferimenti storici del calcio italiano hanno conosciuto addii indesiderati per diversi motivi, tra Di Natale, Del Piero e Totti. Secondo te le società devono usare più delicate o comunque devono mettere in primo piano le proprie finalità?
"Io credo che le bandiere debbano avere un qualcosa in più. Anche Maldini, per quello che ha fatto nel calcio, sicuramente meritava di più. Però a volte è difficile capire queste cose. Come punto di vista e opinione personale le bandiere devono avere qualcosa in più, perché hanno dato veramente tutto per una maglia e secondo me meritano un po’ di più. Non dico di rispetto, perché ne hanno da tutti, non solo dalla società, ma meritano qualcosa in più per loro, ecco".


Monchi sonda il terreno per Barrios, nessuna offerta concreta per il momento

Wilmar Barrios, centrocampista del Boca Juniors, è l'ultimo nome accostato alla Roma, come innesto per la mediana. Secondo le ultime indiscrezioni il club giallorosso avrebbe offerto al club argentino un prestito secco di sei mesi e obbligo di riscatto a giugno. Secondo quanto riporta OLE, però, diverse squadre europee avrebbero sondato il terreno per Barrios, tra le quali anche i giallorossi di Monchi, ma al momento non è stata recapitata nessuna offerta concreta.