Zaniolo corre, illumina e segna. Anche il ct Mancini coccola il predestinato
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Se il futuro di Nicolò Zaniolo sarà un film da Oscar, non ci sarà bisogno di attendere la notte delle stelle per sapere a chi andranno i primi riconoscimenti. Nel giorno in cui la Roma batte il Torino e dorme in zona Champions, le tre statuette virtuali paiono infatti già assegnate, «and the winners are...» il d.s. Monchi (che si schermisce), Eusebio Di Francesco (che fa il burbero) e Roberto Mancini (che gongola). Vedere scorrazzare per il campo un 19enne col fuoco dentro, avrà aperto il cuore al c.t. azzurro, ieri in tribuna. [...]
D’altronde Di Francesco sa bene di coltivare un talento: «Ha caparbietà e forza fisica – spiega l’allenatore, che fotografa così anche l’azione del primo gol –. Ma Nicolò parte da una grande fase difensiva, è da lì che nasce la sua gran partita. Rompe gli equilibri e non so quanti palloni abbia recuperato nella metà campo avversaria. Per me può fare anche l’esterno, seppur con caratteristiche differenti». [...] «Deve continuare a lavorare, perché come ci si allena, si gioca. Prosegua così e stia zitto», chiude tra il serio e il faceto. [...]
Controlli a tappeto, i tifosi entrano tardi
IL MESSAGGERO - LENGUA - I numerosi posti vuoti in Curva Sud in occasione della partita contro il Torino, hanno fatto scattare l'allarme in casa Roma. Il dg Mauro Baldissoni nel post gara si è presentato davanti alle telecamere della Tv di casa sollevando la questione: «Ci hanno riferito che si sono create lunghissime code ai tornelli con perquisizioni individuali molto approfondite che hanno fatto sì che la Curva si sia riempita solo a 15' dall'inizio della partita. Qualcosa di piuttosto discutibile. Se c'è intenzione di rovinare lo spettacolo con comportamenti violenti siamo sempre stati duri nello stigmatizzarli, ma che addirittura non si riesca ad entrare in tempo per vedere la partita Abbiamo chiesto informazioni e chiarimenti alla Questura e siamo in attesa della loro verifica per capire cosa è successo». Oltre ai controlli più accurati da parte delle forze dell'ordine nei settori più caldi dell'Olimpico, a rallentare le operazioni ha contribuito anche il giorno semi-lavorativo che ha costretto molti tifosi a presentarsi davanti i cancelli a ridosso del fischio d'inizio.
Baby Roma, Euro boom: Zaniolo e i giovani per la Champions. Toro, che rimpianti
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Una partita molto «inglese» – per intensità, prodezze, svarioni, ribaltamenti di gioco e punteggio, nonché carica emotiva – viene decisa dai giovani italiani della Roma: il crack del momento, Nicolò Zaniolo (’99), la apre e la interpreta da grande protagonista per un’ora; Stephan El Shaarawy, splendidamente liberato dall’assist di Lorenzo Pellegrini (’96), va a chiuderla dopo la rimonta del Toro realizzata con due tiri «sudamericani» da fuori area del venezuelano Rincon e dell’argentino Ansaldi. Insomma, se la squadra di Di Francesco (addormentatosi, più sereno, al quarto posto) ha messo pressione a Lazio e Milan per la corsa alla Champions, il centrocampo giallorosso, completato dal roccioso ed efficace Cristante (’95), ha messo pressione sul c.t. Roberto Mancini, in continua ricerca di profili da Nazionale.
[...] La Roma ha disputato probabilmente il miglior primo tempo della sua stagione, macinando azioni pericolose con brillanti aperture di campo, tocchi svelti e talora raffinati (molto applauditi) a velocizzare la manovra e concedendo al Toro soltanto una opportunità, sia pure ghiotta, al 47’ (palo di Iago Falque) [...].
La flessione della ripresa va ascritta più che altro all’orgoglio e ai meriti del Torino, spinto da Ansaldi e Aina verso una rimonta che all’intervallo pareva proibitiva e che invece si è concretizzata al 67’. [...] La Roma ha saputo trovare il guizzo del successo. [...] Va sottolineato come l’azione del successo romanista sia stata avviata in modo intelligente da Schick (‘96), entrato in campo da 50 secondi al posto di un declinante Kluivert (’99) per dare vita a un modulo a quattro punte che ha visto Zaniolo spostarsi sulla destra.
Di Francesco, medico senza pietà: «La squadra è ancora malaticcia»
IL MESSAGGERO - CARINA - Missione compiuta. Terza vittoria consecutiva in campionato (quarta considerando la coppa Italia) e, aspettando Lazio e Milan, zona Champions agganciata con il quarto posto provvisorio. Di Francesco però non si esalta più di tanto: «Risultati e prestazioni ci aiutano in termini di consapevolezza, ma siamo sempre un po' malaticci Anche con il Torino ci siamo presi un raffreddore e come nostro solito ce la siamo un po' complicata. Credo che meritavamo un vantaggio anche più largo nel primo tempo per quanto dimostrato. Ho visto grande qualità fino al 2-1. Debbo però sottolineare che la squadra ha reagito nel modo giusto dopo il 2-2 e questa è una dimostrazione di grande forza».
ASPETTANDO EDIN - Tre gol che confermano la facilità della Roma a trovare la rete nelle gare casalinghe (27 dei 37 centri complessivi in campionato sono stati segnati all'Olimpico) ma nessuno dei quali porta la firma di Dzeko: «È mancato nella fase conclusiva ma si è messo a disposizione della squadra facendo un po' il regista avanzato. Mi auguro che ricominci presto a segnare. È troppo importante per noi». Due gol come Zaniolo, al secondo centro dopo la rete al Sassuolo: «Nel gol di Nicolò c'è caparbietà e forza fisica, lui è un ragazzo che non molla niente. E' uno di quei giocatori che rompe gli equilibri, ha la capacità di recuperare il pallone con grande aggressività. Deve continuare a giocare come si allena». Menzione anche per Schick: «Se entra con questa veemenza può giocare ovunque». Ha qualcosa da ridire invece sulla fase difensiva. Entrambe le reti del Torino sono arrivate con la difesa schierata: «Ci sono momenti in cui si deve rallentare il gioco e invece ci siamo allungati come volevano loro. Spesso mettevano la palla in verticale sugli attaccanti, noi cercavamo sempre di essere aggressivi. Sul portatore di palla dobbiamo essere più smaliziati. Tante volte abbiamo forzato giocate anche quando non serviva. Poi i pericoli ci sono, perché le squadre sono forti e ti creano difficoltà. Non riusciamo mai a gestire il risultato? L'anno scorso avevamo un centrocampo con maggiore esperienza, con cui riuscivamo a rallentare i ritmi e spesso vincere anche 1-0. Serve tempo». Nota dolente l'infortunio di Under. Con Perotti, De Rossi, Juan Jesuse il turco out, l'infermeria rimane piena: «Mercato? Non mi serve prendere qualcuno solo per fare numero, se invece c'è qualche giocatore interessante e di prospettiva allora va bene. Stiamo cercando opportunità davvero valide». Non resta allora che attendere.
Amarezza Cairo: "Su Belotti il contatto c'era"
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Urbano Cairo alla fine se ne va via rammaricato. Un po’ per la sconfitta, un po’ per quell’episodio in area di rigore tra Olsen e Belotti. «Un contatto che m’ha ricordato quello del derby tra Ichazo e Mandzukic – dice il presidente del Torino –. Non è esattamente la stessa dinamica, ma le somiglia. Questa volta è sulla linea di fondo, ma sempre area è. Peccato, perché abbiamo giocato una ripresa eccezionale. Ci stava il pareggio, forse qualcosa in più. Il primo tempo invece non è stato buono, anche se potevamo chiudere sul 2-1 se Iago Falque avesse fatto gol. Avevamo delle assenze importanti, ma la squadra ha risposto molto bene». Infine il passaggio su Belotti e le tante voci di mercato di queste ore, a cominciare dal presunto interesse del West Ham. «Se Belotti resta? Certo che resta», è la chiosa di Cairo.
Lesione al retto femorale per Under
IL MESSAGGERO - TRANI - La partita di Under dura meno di 5 minuti. Lo scatto a destra, ripartendo veloce sotto la Tribuna Tevere, gli è subito fatale. Cengiz si aggrappa alla coscia sinistra, stringendola. La fitta e il dolore, prima di fermarsi e stendersi a terra, in attesa del medico e della sostituzione. Probabile la lesione al retto femorale. Così sono già 26 gli infortuni muscolari stagionali. E, contando quelli traumatici, il totale degli imprevisti è addirittura di 36. Di Francescosi ritrova senza l’esterno destro di piede sinistro che avrebbe voluto già nell’estate del 2017. Lì si adatta Kluivert e, come ha chiarito l’allenatore dopo la partita contro il Torino, pure Schick. Su quella fascia ha chiuso la partita, più che decentemente, Zaniolo. Ma anche Florenzi è stato utilizzato in quel ruolo. Soluzione da non scartare, visto che Karsdorp adesso sta bene e si gioca il posto con Santon. Jesus, allo stadio con il figlio in braccio, evita intanto l’intervento al ginocchio destro: ok la visita dal professor Mariani. Stop di un mese per il difensore e terapia conservativa per la lesione al menisco interno.
El Sha guida la cooperativa del gol
LA GAZZETTA DELLO SPORT - C’è una Roma che si diverte, fa divertire e segna tanto - terzo miglior attacco della Serie A -, e c’è anche una Roma che non ha ancora numeri importanti sottoporta, ma punta ad invertire la rotta. È la Roma di Dzeko e Schick, i due attaccanti che fino a questo momento hanno faticato in campionato, ma sono pronti a prendersi di nuovo la squadra sulle spalle: il ceco ha ripreso a segnare e continua a dare risposte importanti, mentre Edin, pur non segnando «ha giocato bene e aiutato tantissimo la squadra», come ha ammesso Di Francesco. [...]
Sono 17 i marcatori stagionali, e in casa, in campionato, la Roma ha segnato almeno due reti in nove partite su dieci. Ventisette gol non sono pochi, e in Champions il discorso è simile: 8 reti in 3 partite, solo contro il Real non è riuscita ad andare in gol. Il capocannoniere (in A) è El Shaarawy con sei centri [...] Kolarov, invece, ha preso parte attiva a 17 gol in campionato (sette reti, 10 assist), almeno sei in più di ogni altro difensore nello stesso periodo. [...] Dai difensori Marcano, Fazio e Manolas, agli esterni Kolarov e Florenzi, passando per Cristante, Pellegrini, Nzonzi e Pastore a centrocampo, fino agli attaccanti, quasi tutti i calciatori, almeno una volta, hanno trovato la via della rete.
Stephan e Lorenzo: «Una reazione da grande»
IL MESSAGGERO - Lorenzo fa l’assist, Stephan il gol: la Roma festeggia, con la Champions nella testa. Il segreto del successo? Ecco l’assistman, «Ho visto nel gruppo la cattiveria giusta. Dopo il pari del Toro ho guardato negli occhi dei miei compagni e non ho temuto nemmeno un secondo di non poterla vincere», parla quasi da leader Lorenzo Pellegrini. Che, sotto lo sguardo dell’ex regista giallorosso Pizarro (in tribuna accanto a Vito Scala), ora fa il mediano, dopo aver vissuto da trequartista, il ruolo dei big. «Mi piace di più giocare avanti ma anche da mediano riesco ad alzarmi e a inserirmi. Ora l’Atalanta, un test importante. E’ una squadra che punta molto sull’aggressività, sul fisico, proprio come il Toro. Ma se giochiamo come stavolta il risultato sarà a nostro favore».
FARAONE ISPIRATO - Ecco poi, il protagonista del 3-2, El Shaarawy, al rientro dopo quasi due mesi e al 6° gol stagionale (nessun compagno meglio di lui in campionato). «Vittoria molto importante e sofferta. Quando siamo andati sul tre a due è subentrato l’orgoglio e il cuore. Siamo stati bravi. Il Toro non aveva mai perso fuori casa, ha giocatori di qualità e non era sicuramente facile. Ci siamo distratti e abbiamo subito la rimonta, dovevamo essere più lucidi, poi c’è stata la nostra grande reazione». L’ingresso in campo a freddo è stato un problema per Stephan. «E non ho ancora i novanta minuti nelle gambe, nel finale mi sono venuti i crampi. Nuovo inizio? E’ una vittoria che volevamo tantissimo. L’errore che non dobbiamo più commettere è rilassarci. Quando poi si perde una partita siamo punto e a capo. Dobbiamo tenere un equilibrio, sappiamo di essere una squadra forte ma dobbiamo dimostrarlo partita dopo partita. L’obiettivo è il quarto posto e dobbiamo pensare partita dopo partita».
DiFra non si accontenta: «Abbiamo fatto bene ma piedi per terra»
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Sì, il bicchiere è mezzo pieno. Anche se quell’infortunio alla gamba destra di Under – il 36° della stagione, con probabile lesione del retto femorale – fa restare la coperta di Di Francesco sempre corta. Ma dalla clinica Villa Stuart arrivano buone notizie, visto che Juan Jesus, visitato dal professor Mariani, non necessita d’intervento al ginocchio destro per la lesione al menisco interno. Terapia conservativa quindi, per uno stop di 3-4 settimane. [...]
La vittoria sul Torino a far sorridere l’allenatore, che però ammonisce. «Questa partita ha dimostrato che siamo ancora sempre malaticci. Stavolta abbiamo preso solo un raffreddore, però occorre la capacità è quella di avere maggiore continuità e sbagliare meno. Questi episodi ci devono far capire che bisogna abbassare i ritmi in certi momenti della gara, perché spesso capita di fare quello che vogliono gli avversari, cioè di allungarci. Noi invece siamo bravi quando rimaniamo compatti».
Azzurro Roma, la stella di Zaniolo indica la Champions
LA REPUBBLICA - BOCCA - Dice Di Francesco che "Nicolò Zaniolo si allena così come gioca. E deve continuare a stare zitto e lavorare come sta facendo". Ha quasi paura cioè, l'allenatore della Roma, che questa fama improvvisa, quest'esplosione di talento e di gol, possa rovinarlo. Così, subito all'inizio. Sarà perché certi talenti sono fragili come porcellane e se ne infrangono parecchi strada facendo. Il ragazzo toscano non ancora ventenne, scuola Fiorentina, un passaggio all'Entella, prima di arrivare all'Inter e quindi essere girato alla Roma come omaggio nell'affare Nainggolan - 24 milioni, più Santon e mi voglio rovinare, ti ci metto anche Zaniolo - è stato il protagonista della vittoria della Roma sul Torino. Partita divertente, piena dei soliti brividi per la Roma (vantag-io di 2-0 con Zaniolo e Kolarov su rigore, rimonta con Rincon e Ansaldi e gol decisivo di El Shaarawy), ma che alla fine porta a Di Francesco & C. la quarta vittoria consecutiva, Coppa Italia compresa, e un quarto posto virtuale. Se non si fa troppo caso ai buchi di concentrazione e di gioco, la situazione non è male, certamente lontana da quando, poco tempo fa, si pensava di cacciare l'allenatore e amen.
Vittoria della Roma dunque a scapito dell'immalinconito Toro di Mazzari "che a un certo punto questa partita speravo proprio di vincerla, ma noi siamo fatti cosi, se non ci si butta via da soli...".Le due squadre erano piene di infortunati. Ultimissimo Under a 5 minuti dall'inizio, sostituito con E Shaarawy, anche lui acciaccato, risultato poi decisivo per il 3-2 finale. Per contingenza ma un po' anche per scelta la Roma si è presentata con una formazione molto italiana e molto giovane. Per cui il ct Mancini è accorso a vedere il miracolo di Cristante (1995), Lorenzo Pellegrini (1996), Zaniolo (1999) e poi pure E Shaarawy (1992) tutti insieme. Rimanendone sicuramente soddisfatto.
Zaniolo è arrivato a Roma come talento in incognito: Di Francesco lo mandò in campo all'improvviso a Madrid contro il Real. E Mancini lo chiamò e lo fece giocare in Nazionale, anche un po' per disperazione, quando il ragazzo nemmeno aveva esordito in A. All'Olimpico Zaniolo ha segnato due volte di fila in campionato. Al Sassuolo ha fatto gol di scavetto, alla Totti. Al Torino ha fatto gol con testardaggine e classe al tempo stesso, da terra riprendendo una palla ingiocabile, girandosi e tirando in porta da fuoriclasse. "Ha caparbietà e forza fisica, rompe il gioco avversario, e aggressivo" lo descrive Di Francesco. Mentre Mazzarri, da sacrilego toscanaccio, spoetizza tutto e maledice i suoi difensori: "Deh, ma lì bisogna buttare via il pallone, se si fa fare gol a uno che da in terra tira due volte". Quando Zaniolo è arrivato a Roma, tra i mille mugugni per la cessione di Nainggolan, i 4,5 milioni di valutazione destarono sorpresa e ironia. E sarebbe anche facile chiedersi quale sia la sua valutazione oggi se nello stesso tempo Piatek del Genoa è passato da 4 a 40. Intanto sui social i tifosi interisti sono in rivolta: a Milano Nainggolan a caccia di discoteche e a Roma Zaniolo a fare queste partite qui? Chissa chi avrà fatto l'affare.
Roma di forza, adesso è quarta. Zaniolo: «Niente di più magico»
CORRIERE DELLA SERA - "Niente di più magico, è stata una grande vittoria". Si affida ai social network, Nicolò Zaniolo, per esprimere tutta la sua gioia dopo una partita, l’ennesima, in cui ha fatto capire quanta potenzialità c’è in lui. Segna solo gol da copertina, Zaniolo, e se il pallo-netto al Sassuolo, il suo primo in serie A, è finito nelle sigle delle trasmissioni televisive per la sua bellezza, quello di ieri è stato un mix di potenza, caparbietà e qualità. [...]
Lo sa il c.t. Roberto Mancini, presente ieri in tribuna all’Olimpico, e lo sa soprattutto Eusebio Di Francesco, che infatti se lo coccola. «È’ un ragazzo - le parole del tecnico -, che crede in quello che fa e non molla nulla. Lui è uno di quelli che parte dalla fase difensiva per poi essere efficace davanti, rompe gli equilibri della squadra avversaria, ha una grande aggressività. E si allena come gioca, che è l’aspetto più importante per un giovane». [...]
«Siamo ancora malaticci, con i risultati riusciremo a trovare un equilibrio ma sono molto soddisfatto per la reazione», dice Di Francesco dopo la vittoria sul Torino. Il turco Cengiz Under, uscito per un problema muscolare alla coscia sinistra, nelle prossime ore sarà sottoposto agli esami per stabilire l’entità dell’infortunio.
Di Francesco: "Giovani e ingenui, ma è la via giusta"
IL TEMPO - AUSTINI - Sembrava l'ennesima replica di un film che, francamente, ha stancato. Primo tempo ai limiti della perfezione, due gol segnati, pochi rischi dietro e partita in ghiaccio. Poi, dopo aver sprecato due occasioni facili per il tris, la Roma c'è cascata di nuovo, alla prima difficolta si è sciolta e consegnata a un Torino rianimato. Il gol di El Shaarawy e la vittoria finale fanno tutta la differenza del mondo, ma è giusto che Di Francesco continui a lavorare sui difetti di una squadra ancora incapace di conservare tutto quanto di buono riesce a costruire. "Siamo sempre malaticci, - la battuta del tecnico - stavolta abbiamo preso un raffreddore. In certi momenti bisogna abbassare i ritmi, perché spesso facciamo quello che vogliono gli avversari, cioè allungarci. Nel primo tempo meritavamo un vantaggio più largo, non si può andare sempre a 300 all'ora, infatti alla fine avevamo diversi giocatori con i crampi. C'è grande voglia di attaccare ma poi ti manca quell'esperienza quando devi addormentare la partita".
La spiegazione, secondo Di Francesco, sta nelle caratteristiche e nell'età del trio di centrocampo tutto italiano schierato ieri davanti al ct Mancini in tribuna. "Hanno giocato tutti trequartisti - analizza il tecnico - era un reparto "spinto". Ce lo possiamo permettere ma non sempre, a me piace comunque vedere una squadra che vuole sempre proporre. Quando hai un terzetto di giovani, vogliono sempre attaccare, ma lo paghi in malizia e inesperienza". Dal gol fallito da El Shaarawy al palo di Iago Falque, il primo campanello d'allarme è scattato a fine primo tempo. "In quell' azione Karsdorp non deve uscire ma lavorare con la linea difensiva. Mi tengo questa spensieratezza della gioventù, però, dobbiamo migliorare certi aspetti perché non ci possiamo permettere di perdere una partita dopo averli dominati un tempo". Per tornare davanti ha cambiato modulo, schierando di nuovo Schick al fianco di Dzeko. Un assetto che può avere un futuro, soprattutto alla luce degli infortuni di Under e Perotti. "Sì, - conferma Di Francesco - vedendo anche come sta Schick: se ha questo piglio può fare tutti i ruoli. E' entrato con una veemenza unica, per giocare con due punte bisogna essere bravi a non farsi mai trovare piatti e con Zaniolo sull'esterno abbiamo più equilibrio".
La nota stonata è l'astinenza prolungata di Dzeko. "Gli è mancato il gol, ma ha fatto il regista avanzato con giocate di qualità, è normale che due sole reti segnate in campionato siano troppo poche, magari quelle facili non le fa, speriamo segni nelle occasioni un po' più difficili. Mi auguro ricominci perché ora abbiamo bisogno di lui". Ci stanno pensando gli altri intanto, la Roma ha il terzo attacco del campionato in condominio col Napoli (37 reti) e con appena un gol in meno della Juventus. Il problema sono quelli subiti: 26 in 20 gare sono troppi. "La squadra sta lavorando meglio a livello difensivo - chiosa Di Francesco - abbiamo concesso delle occasioni da fuori area, ma per il resto abbiamo lavorato benino tranne sul palo di Iago Falque". La Roma si è sciolta, ora diventi solida.