Monchi ha fretta di blindare Zaniolo con il rinnovo
GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - In attesa per Zaniolo, che continua a piacere a tanti club inglesi e finisce sul loro taccuino, nel vero senso della parola. In attesa per Perotti, che dovrebbe restare fermo due settimane per l’infortunio al polpaccio sinistro, ma che Di Francesco spera di recuperare per Firenze. In attesa per Juan Jesus, visitato a Villa Stuart nelle prossime ore per capire se operarlo o meno. Di certo, il brasiliano salterà Torino, Atalanta e Fiorentina in Coppa Italia, poi tutto dipenderà dal consulto con il professor Mariani. Immaginarlo in campo prima di febbraio è impossibile, ecco perché Di Francesco vede quasi come una benedizione il ritorno di Manolas. Buone notizie anche da Karsdorp, che dopo aver giocato contro l’Entella non ha avuto problemi. Non sta ancora bene Florenzi, che anche ieri non si è allenato con i compagni, ma che la ROMA spera di recuperare per il Torino. Monchi vede bene l’abbondanza sulla fascia destra tra lui, Karsdorp e Santon, con quest’ultimo che potrebbe spostarsi a sinistra qualora Kolarov fosse dirottato al centro. Soluzione, questa, che potrebbe essere adottata durante l’assenza di Juan Jesus se la ROMA non intervenisse sul mercato.
LONDON CALLING
Monchi spenderà solo se convinto: Verissimo del Santos, offerto nelle ultime ore, non interessa fino in fondo. Interessa il rinnovo di Zaniolo: la ROMA lavora ad un prolungamento fino al 2024 a un milione più bonus. Possibile l’inserimento di una clausola, ma l’intenzione è quella di blindarlo visto che il Chelsea di Sarri e l’Arsenal di Emery hanno chiesto una relazione dettagliata ai loro osservatori.
Roma, Cristante non si ferma più: "Così sono felice"
GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Nella numerologia il 13 è sempre stato un numero discusso. Per qualcuno porta fortuna (accezione storicamente legata alle vincite del vecchio Totocalcio), per qualcun altro no (basti pensare alla superstizione sui 13 posti a tavola). Bryan Cristante oggi non ci pensa e forse non lo ha fatto neanche in passato. Di certo sabato, contro il Torino, giocherà la sua tredicesima gara consecutiva con la Roma (le altre 12 tutte per intero, senza saltare mai un minuto), un traguardo che sembrava quasi un’utopia ad inizio stagione, quando le difficoltà di adattamento da Bergamo a Roma avevano fatto storcere la bocca a più di qualcuno relativamente al suo acquisto. Oggi, invece, Cristante è tutt’altro giocatore. E in campo si vede eccome. «Non è mai facile quando si arriva in una nuova squadra, serve un po’ di tempo per ambientarsi – dice il centrocampista giallorosso – Cambiano i meccanismi, i compagni, gli allenamenti. Quando si comincia a capire un po’ tutto, come lavorare e come trattare i compagni, allora le cose migliorano».
LA CRESCITA
Ed a Cristante, probabilmente, è successo proprio così. Ancora di più nel tempo, visto che poi strada facendo ha dovuto adattarsi ad un ruolo diverso, non suo. Né mezzala né trequartista, ma mediano davanti alla difesa. «Un ruolo in cui mi trovo comunque bene, la squadra sta trovando la quadratura giusta – continua Cristante – Nella mia carriera ho trovato degli ostacoli, ma la cosa ti aiuta a crescere. Ma ho sempre saputo dove poter arrivare ed anche l’esperienza all’estero mi ha permesso di maturare in fretta. A 19 anni mi sono ritrovato dove non conoscevo nulla. In casi così se non ti svegli sei tagliato fuori». E magari in quei momenti avrà pensato anche a Frank Lampard, la sua icona da piccolino. «Da ragazzino mi piaceva, era quello che guardavo di più. Centrocampista che sapeva fare tutte e due le fasi, sempre con tanti gol».
DOPPIA FASE
Che poi, con le dovute differenze, è quello che sa fare anche Cristante e che hanno iniziato ad apprezzare anche i tifosi della Roma. Da quando gioca davanti alla difesa, infatti, Bryan ha imparato anche a contrastare (dopo Nzonzi, è il centrocampista giallorosso con la più alta percentuale di contrasti vinti e di respinte), mentre l’attacco della profondità e la fase offensiva non l’ha mai dimenticata. Tanto è vero che in questa prima metà di stagione ha messo a segno già 4 gol (tutti in campionato), risultando di fatto il più prolifico tra i centrocampisti di Di Francesco. «Nello spogliatoio siamo molto affiatati, c’è un bel dialogo – dice lui –. Quello con cui mi trovo meglio è Juan Jesus, ma in generale anche nei momenti difficili il gruppo mi ha dato una mano». Chiusura su Manolas. «È quello che si veste peggio di tutti, senza dubbio». Kostas non apprezzerà, ma sono dettagli. Quel che conta è che Cristante oramai sia una sicurezza. Assoluta.
Operazione riscatto, rilancio capitale. Mazzarri riparte dalle sue certezze per la scossa Toro
GAZZETTA DELLO SPORT - PAGLIARA - Dimenticare in fretta la delusione di Coppa, ma resettare quello proprio no. Ha dormito poco in queste notti Walter Mazzarri, cosa che a dire il vero non gli capita poi così raramente, ma la convinzione che sta entrando nella testa di Walter è che la formula migliore sulla strada che porterà all’Olimpico di Roma sia quella di ripartire dalle certezze di sempre. Nonostante i ripetuti infortuni, e tutti a centrocampo, che somigliano molto a una maledizione (e la speranza è di recuperare almeno uno tra Baselli e Lukic), dalla pancia del Filadelfia filtra una voglia matta di riscatto. Per una «ripartenza Capitale», forse, migliore occasione non poteva esserci, perché il film del girone di andata racconta come il Toro non abbia mai «toppato» contro le grandi della nostra Serie A. Ripartire di slancio, d’accordo, ma senza dimenticare il lavoro avviato a Bormio e perfezionato a Torino. Detto più semplicemente, non sarà questo il momento di trasformazioni epocali sia negli uomini (al netto delle assenze obbligate) sia nell’assetto che obbligherebbero il tecnico a smontare tutta la squadra intraprendendo un percorso che nasconderebbe non pochi dubbi e incognite.
L’ANIMA
Mettendo da parte almeno per un attimo la delusione di Coppa, questo Toro ha finora dimostrato di avere un’anima. Marcata e precisa. E proprio nelle occasioni in cui il Toro ha incrociato le grandi è stata ben riconoscibile: vedere, ad esempio, il derby giocato in maniera gagliarda o, se vogliamo restare alle uscite più recenti, l’aver affrontato alla pari il Milan e la Lazio in trasferta. E allora la soluzione appare sempre più come una logica conseguenza: con la Roma, l’assetto non varierà dal collaudato 3-5-2 che ha rappresentato sì il modulo-madre ma anche la piattaforma sulla quale Mazzarri ha iniziato a inserire concetti e schemi, ora ben consolidati, nel suo «sistema». E in campionato è stato anche redditizio: perché al giro di boa, l’Europa dista appena 3 punti nonostante i tanti punti persi un po’ per i torti arbitrali un po’ per errori made in Toro. Certo, la squalifica di Meité e il punto di domanda sulle condizioni di Baselli e Lukic non agevolano. Ma lo spostamento di Ansaldi in mezzo e il probabile recupero di uno dei due centrocampisti aiuterà a trovare una quadra.
LA FISIONOMIA
Smontare tutto significherebbe anche snaturare una squadra che, fino ai titoli di coda del 2018, aveva trovato una sua precisa fisionomia. E che Mazzarri aveva forgiato sulla solidità difensiva e sul «fattore» rappresentato dagli esterni. Partiamo dalla difesa. Mancherà Izzo, ma ci sarà un Nicolas Nkoulou al top, e non semi febbricitante come con la Fiorentina. L’importanza del camerunese negli equilibri e alla voce compattezza la si è apprezzata ancora di più nel finale dell’ottavo di Coppa Italia. Nkoulou è il leader, il cardine di un progetto votato all’impermeabilità. Sugli esterni il sereno non è mai mancato: Ola Aina e De Silvestri sono due garanzie di rendimento, e ultimamente si stanno affacciando anche con maggiore continuità in zona offensiva.
LA VARIABILE BERENGUER
Il discorso sugli attaccanti diventa un riflesso condizionato di tutto il ragionamento. La coppia composta da Iago Falque e dal capitano Belotti è il «campo base» di Mazzarri. È la soluzione che gli offre un mix di equilibrio e pericolosità più di tutte le altre possibilità. Attenzione, però: c’è una variabile al tema e che potrebbe essere rappresentata da Berenguer. L’innesto dello spagnolo nell’undici offrirebbe la possibilità di proiettare il 3-5-2 verso un modulo con il doppio trequartista, una opzione alla quale Mazzarri è ricorso già altre volte in questa prima parte del campionato. E, a proposito di certezze, non sorprenderebbe.
Un mercato sotto esame
IL MESSAGGERO - TRANI - De Rossi, da fine ottobre, e Jesus da lunedì sera: sono loro a condizionare il lavoro di Monchi in questa sessione invernale di mercato. Il centrocampista è convalescente e non si quando sarà disponibile; il difensore centrale è infortunato e solo dopo la visita dal professor Mariani, spostata di 24 ore e in programma in giornata, la Roma avrà più chiaro il quadro sui tempi di recupero. Proprio la lesione al menisco interno del ginocchio destro di Jesus può cambiare il piano del ds giallorosso che, entro il 31 gennaio, avrebbe provato a prendere un mediano. Adesso la priorità non è più in mezzo al campo ma dietro. Di Francesco ha bisogno del 3° centrale che di fatto è un titolare. Quindi se lo stop del giocatore sarà più lungo, c'è da acquistare subito un sostituto, pronto e di spessore.
VALUTAZIONE IN CORSO - Jesus, in caso di intervento chirurgico, rientrerebbe prima. In 3 settimane ricomincerebbe ad allenarsi e in un mese tornerebbe a disposizione dell'allenatore. Se, invece, si scegliesse la terapia conservativa, allora servirebbero tra le 6 e le 8 settimane. E la Roma, impegnata ancora su 3 fronti, non si può certo permettere di rimanere scoperta in mezzo alla difesa per quasi 2 mesi. Non bastano Manolas, tra l'altro appena recuperato (infortunio muscolare a Parma, lo scorso 29 dicembre), e Fazio per la corsa al 4° posto: il campionato, dopo il deludente raccolto del girone d'andata (30 punti), non aspetta certo i giallorossi. E il reparto arretrato, il 2° migliore dello scorso torneo (dietro solo a quello della Juve), nelle 26 partite stagionali è sembrato spesso vulnerabile. Kolarov è solo la soluzione d'emergenza: da centrale, non essendo rapido, fatica più che a sinistra. E Marcano, il 4° centrale, fino a qualche giorno fa era nella lista dei possibili partenti a gennaio. Le sue 4 partite da titolare sono coincise con 4 sconfitte: ecco perché Monchi e Di Francesco avevano deciso di piazzarlo all'estero e magari di sostituirlo con un giocatore in prestito e più giovane. Il difensore, dopo aver rifiutato il Galatasaray, ha cambiato ruolo nella rosa della Roma, diventando incedibile proprio per la lesione al menisco interno di Jesus. C'è, invece, ancora tempo per decidere se prendere il centrocampista. Dipenderà da come si allenerà De Rossi nei prossimi giorni. Se il capitano potrà riprendere a forzare e soprattutto a correre con disinvoltura, allora è possibile che il diesse rinunci all'acquisto di un giocatore. Se, però, De Rossi avrà bisogno di altro tempo, allora è obbligatorio il rinforzo anche in quel settore. L'acquisto sarà last minute e non di basso profilo. Sempre in prestito, magari oneroso per prendere un giocatore che resti anche in futuro.
NUOVO CANDIDATO - Monchi prosegue, dunque, la valutazione del profilo giusto per scegliere il sostituto di Jesus e non più di Marcano. Dal Brasile è tornato d'attualità Verissimo, 23 anni, del San Paolo che l'estate scorsa è stato trattato a lungo dal Torino e anche dalla Lazio. Piede destro, capace di stare anche sul centro sinistra. L'Inter ha intanto negato Miranda al Flamengo perché lo vuole cedere a titolo definitivo. Lo sa bene anche la Roma che, per prenderlo, dovrebbe spendere 5 milioni per il cartellino.. La cifra che più pesa è però quella relativa allo stipendio del giocatore: 3,5 milioni a stagione, fino al 2020. Investimento dunque, eccessivo per un difensore di 34 anni, ricordando pure l'input della proprietà Usa che vuole abbassare il monte ingaggi. Kabak, 18 anni, del Galatasaray è invece più lontano: il club turco ha confermato l'intesa con lo Stoccarda.
Eusebio recupera Manolas, El Shaarawy e Nzonzi. Azzurro il centrocampo per affrontare il Torino
IL MESSAGGERO - CARINA - Non solo brutte notizie. Di Francesco per sabato recupera Nzonzi, Manolas ed El Shaarawy (gli ultimi due ieri si sono allenati regolarmente). Il francese - sofferente per una lussazione al quarto dito del piede sinistro - tra oggi e domani tornerà in gruppo mettendosi così a disposizione per la gara pomeridiana contro il Torino. Non è però certo che parta titolare: possibile infatti che Di Francesco si affidi al trio italiano Cristante-Pellegrini-Zaniolo con il 19enne nella posizione di trequartista nel 4-2-3-1. Il difensore, invece, smaltita la noia muscolare, è pronto a tornare al suo posto al centro della difesa. Il reparto arretrato dovrebbe essere completato daKolarov e Florenzi a patto che l'azzurro recuperi dalla sindrome influenzale che ieri lo ha costretto a casa. Santon è comunque pronto. Da segnalare che Pastore e Kluivert hanno svolto un lavoro personalizzato per la gestione fisica. Individuale in campo per De Rossi, terapie per gli infortunati. Tra questi, ci sono Perotti e Jesus. Ieri l'argentino ha svolto gli esami strumentali che hanno evidenziato dei postumi distrattivi al polpaccio sinistro che lo ha costretto più volte ai box in questa stagione. L'obiettivo dello staff medico è recuperarlo per la gara con il Milan (2 febbraio) ma vista la situazione clinica di Perotti non è da escludere che il calciatore possa prendersi qualche giorno in più. Contro i granata, si rivedrà Dzeko dal primo minuto: in panchina contro la Virtus Entella mercoledì, intende porre fine al digiuno che lo vede senza rete addirittura dal 23 ottobre (doppietta al CSKA Mosca). In campionato, invece, è fermo addirittura alla rete in trasferta ad Empoli (6 ottobre). Sono intanto arrivate le decisioni del Giudice Sportivo dopo la gare degli ottavi di finale di Coppa Italia. La Roma è stata multata di 3mila euro per il lancio di petardi durante il match.
RICCARDI TITOLARE IN UNDER 19 - Dopo l'esordio tra i professionisti di lunedì contro la Virtus Entella, ieri Alessio Riccardi ha vestito la maglia della nazionale Under 19. Il centrocampista giallorosso è partito titolare nella sfida amichevole contro la Spagna a Caserta che gli azzurri hanno vinto per 3-0 grazie ai gol di Esposito, Zennaro e Petrelli.
La Roma di Di Francesco palcoscenico per esordienti
LEGGO - BALZANI - Come un talent show, con tanto di categoria over anche se a tirare di più sono gli under. La Roma è la squadra di prima fascia ad aver fatto esordire più giocatori in serie A negli ultimi due anni: quindici. Normale per una società che rivoluziona spesso la rosa sul mercato, ma dietro c'è pure la volontà di costruire da zero i prospetti per il futuro. La scorsa stagione ad esordire in campionato con alterne fortune sono stati in 8: Alisson, Karsdorp, Moreno, Silva, Gonalons, Capradossi, Antonucci e Under. Di questi solo in due sono rimasti con Di Francesco. Quest'anno siamo già a quota sette: Olsen, Luca Pellegrini, Zaniolo, Nzonzi, Kluivert, Coric e Marcano. Se escludiamo gli ultimi due le cose sono andate meglio rispetto allo scorso anno. Il prossimo sarà Alessio Riccardi, al debutto lunedì in coppa Italia. Ma in fila ci sono pure Fuzato, Bianda e Celar. Guardando la classifica, però, sembra pagare di più il consolidamento della rosa piuttosto che il continuo cambiamento. La Juve capolista è a quota sette (tra cui Ronaldo), l'Inter a 6, il Napoli a 5, il Milan a 7 e la Lazio a 8. Meglio della Roma nella parte sinistra della classifica ha fatto solo la Fiorentina con ben 17 esordienti grazie al lavoro incessante di Corvino mentre il record assoluto europeo in una stagione appartiene al Benevento dello scorso anno (20 in tutto). Tra i tanti debuttanti romanisti, come scritto sopra, molti appartengono alla categoria under 25. E nel futuro della Roma ci sarà sempre più spazio per i giovani.
L'intento di Monchi, infatti, è quello di svecchiare ancora di più la rosa che il prossimo anno potrebbe fare a meno degli over Manolas, De Rossi, Dzeko e Perotti. Il primo non è intenzionato ad eliminare la clausola da 36 milioni, e ora oltre allo United si è aggiunto anche il Chelsea. Il capitano è in scadenza di contratto senza contare i seri problemi al ginocchio. Anche i due attaccanti sono sul piede di partenza (ieri si è vociferato dell'interessamento dello Shangai SIPG per Dzeko). In entrata si punta a giocatori che hanno già debuttato in serie A, ma non in Champions: Mancinidell'Atalanta, Barella del Cagliari, Bennacer dell'Empoli e Belotti del Torino. Ma pure su esordienti assoluti come Guedes del Santos, Malinovskiy del Genk e Sarr del Rennes.
Cristante: «Mi sono ambientato e anche il nuovo ruolo ora è ok»
LEGGO - BALZANI - «Il mio ambientamento non è stato facile, ma ora è tutto ok». C'è da fidarsi delle parole di Cristante che dai primi di dicembre ha cambiato decisamente marcia dopo un inizio complicato. Il centrocampista, rispondendo ai tifosi su Twitter, ha spiegato così il cambiamento: «Non è mai facile quando si arriva in un ambiente nuovo. Due mesetti sono normali secondo me quando si inizia un percorso inedito. Quando impari bene tutto riesci a dare il meglio di te. Anche nel nuovo ruolo mi trovo meglio, con Di Francesco ho un bel rapporto». Cristante confessa poi un debole per Lampard: «Ero pazzo di lui. Era uno che difendeva, attaccava e faceva tanti gol. Chi mi ha impressionato di più? Ibrahimovic al Milan, anche se non mi trattava benissimo. Le sue strigliate però mi hanno fatto bene».
Caccia al difensore centrale, sfuma Kabak
LEGGO - BALZANI - Anche il turco Kabak esce dalle mire della Roma. Il difensore del Galatasaray, infatti, è ormai dello Stoccarda che ha sborsato 12 milioni. Troppi per Monchi che proverà comunque a trovare un centrale visto l'infortunio a Jesus. Quasi impossibile arrivare a Miranda. Più abbordabili i cartellini di Verissimo e Guedes del Santos oltre al solito Nastasicdello Schalke 04. A centrocampo potrebbe partire in prestito Coric chiesto con insistenza dal Palermo. Il ds è anche a lavoro su due rinnovi che verranno annunciati a breve: Zaniolo e Riccardi. Tumminello, di proprietà dell'Atalanta ma su cui la Roma vanta un diritto di ricompra per le prossime due stagioni, passa infine in prestito al Pescara.
Rizzitelli raddoppia: "Il cuore è la Roma ma occhio al Toro. Dzeko decisivo e aspettiamo Zaza"
GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Il cuore è a Roma e lì resterà anche sabato, quando si ritroveranno faccia a faccia due attimi del suo passato. Il Torino, però, è anche qualcosa in più di un dolce ricordo, forse un pezzetto di quel cuore lì. Per Ruggiero Rizzitelli sabato sarà una sfida speciale. «Anche perché ho ricordi bellissimi da tutte e due le parti. Quelli di Roma e Torino sono due popoli viscerali, passionali. E si assomigliano anche un po’».
Nella sua storia c’è anche una doppia finale di Coppa Italia Roma-Torino. Ricorda?
«Come dimenticarla. Sfiorammo una rimonta storica, vincendo 5-2 dopo il 3-0 dell’andata. Lì noi giocavamo e loro segnavano. Rammarico unico».
Come la finale di Coppa Uefa persa con l’Inter, dove lei segnò il gol della speranza.
«Una coppa che volevamo dedicare al presidente Viola, scomparso da poco. Ricordo anche il palo in apertura. La mia carriera si è fermata sui pali, penso pure a quello con l’Urss, che ci costò la qualificazione all’Europeo con la nazionale. Se quei due pali fossero stati gol...».
A Torino, invece, si scoprì anche bomber di razza, con 31 gol in 64 partite. Ma la ricordano soprattutto per due doppiette...
«Già, quelle alla Juventus. Dopo la seconda arrivai ad Orbassano e trovai una strada a me dedicata: “Via Ruggiero 4”. A volte penso: chissà cosa sarebbe successo a Roma se avessi segnato due doppiette decisive alla Lazio. Magari sarei stato al posto del Papa (e ride, ndr )».
E sabato come va a finire?
«Sarà una bella partita, combattuta. La Roma si sta rialzando, ma deve ritrovare la continuità che è mancata all’andata. Anche solo con i 5 punti persi in casa con Spal e Chievo, sarebbe quarta. E anche il Toro manca un po’ di continuità. Sono anni che cerca di fare il salto di qualità, questo può essere l’anno giusto. Che poi vuol dire qualificazione all’Europa League».
Da attaccante, possibile che Dzeko e Schick non possano proprio giocare insieme?
«Di Francesco ci ha provato, ma la cosa non ha funzionato. Ora Schick sta facendo meglio, il mental coach funziona. Le qualità le ha, deve darsi una mossa. Ma il titolare resta Dzeko, lui è troppo importante, la Roma non può prescindere da lui».
E Belotti e Zaza possono essere una coppia o meglio il “Gallo” con Iago Falque?
«Mazzarri sta cercando di capire se Zaza può sbloccarsi, lui che con Soriano è stato l’acquisto principale della scorsa estate. Zaza deve essere l’uomo in più nel girone di ritorno. Ma per giocare tutti e tre insieme devono aiutarsi, per l’equilibrio di squadra. Eto’o con l’Inter di Mourinho fece anche il terzino. Se invece tutti e tre vogliono solo attaccare, allora no».
Belotti piace a Monchi. Può essere adatto alla Roma o è più un contropiedista?
«Secondo me può esserlo, perché non è un giocatore solo da ripartenza. Ha forza fisica, è forte di testa ed in area va a fare la guerra. Ci può stare».
Se lei fosse il d.s. spagnolo, sul mercato farebbe qualcosa ora?
«Io sì, soprattutto ora che Juan Jesus si è fatto male. Anche perché Marcano sembrava in partenza e Fazio non sta rendendo come in passato».
Il Torino fuori è imbattuto. Non è solo una coincidenza. Vero?
«No. Fuori i granata si difendono bene e ripartono, con gente davanti che ti fa male. In casa, invece, dove devono attaccare vanno più in sofferenza».
La Roma secondo lei può ripetersi anche in Champions?
«Vediamo, rifare la semifinale non sarà facile. Io anche avrei voluto il Porto, ma i portoghesi sono forti, giocano bene e sono a quei livelli da anni. Certo, se poi vai ai quarti ti esalti e anche gli altri iniziano a temerti».
Sabato, quindi, chi la decide?
«Dico Dzeko. Il bosniaco prima si sblocca meglio è per tutti. Secondo me può ancora andare oltre la doppia cifra».
Per chiudere, che effetto le fanno i 222 milioni di Neymar o i 180 di Mbappé, lei che nel 1988 venne soprannominato “mister dieci miliardi”?
«È il calcio che cambia, bisogna accettarlo. Però mi chiedo una cosa: se i prezzi sono questi, oggi Maradona quanto varrebbe? Forse non avrebbe prezzo».
Stadio, ore decisive: a Miami si studiano le soluzioni
GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Questione di giorni, forse di ore. Si continua a lavorare senza sosta tra Roma, Londra e gli Stati Uniti per avere le idee più chiare sul progetto dello stadio che dovrà sorgere a Tor Di Valle. In Campidoglio, infatti, è atteso il parere definitivo del Politecnico di Torino, che consegnerà le relazioni dei tecnici (non vincolanti) sulla trasparenza degli atti inerenti allo studio della viabilità e dei trasporti nella zona intorno all’impianto, parere sul quale non ci sono ancora indicazioni ufficiali, dopo che i rumors delle scorse settimane non avevano fatto piacere (per usare un eufemismo) né a Pallotta né al Comune.
A MIAMI
In attesa che la situazione si sblocchi, e il progetto torni in Aula per l’approvazione della variante e della convenzione urbanistica, la Roma non rimane ferma e per questo nei giorni scorsi il direttore generale Mauro Baldissoni, vero frontman del progetto, è volato insieme ai dirigenti Calvo e Fienga a Miami per incontrare il presidente Pallotta. All’ordine del giorno il progetto di Tor di Valle e le strategie commerciali della società, che nell’ultimo anno è cresciuta molto sotto questo punto di vista (e all’orizzonte ci sono altri importanti accordi), ma vedrà aumentare il proprio fatturato ai livelli delle big europee solo dopo la realizzazione dello stadio di proprietà. La società giallorossa, in sintesi, non vuole perdere un giorno in più per farsi trovare pronta nel momento in cui arriverà il via libera definitivo dal Campidoglio.
TERRENI
Pallotta - atteso a Roma a febbraio per gli ottavi di Champions League contro il Porto, ma come sempre in questi casi l’agenda del presidente può variare da un momento all’altro - nei mesi scorsi ha lavorato anche sul fronte Eurnova per la cessione dei terreni su cui sorgerà lo stadio: il presidente, a fronte di una cifra di circa 100 milioni di euro, rileverà i terreni e il progetto. Ci sarebbe già una sorta di pre-accordo, che però si concretizzerà nel momento in cui arriverà l’ok definitivo da parte del Comune di Roma. Poi la nuova casa della società giallorossa sarà davvero ad un passo dall’inizio dei lavori.
Perotti fuori per 15-20 giorni. L’influenza non molla Florenzi
LEGGO - BALZANI - Diego Perotti starà fuori 15-20 giorni. Gli esami strumentali di ieri hanno evidenziato una piccola lesione e dei postumi distrattivi al polpaccio sinistro. Per il Monito si tratta dunque di una ricaduta, oltre che del 4° infortunio in meno di sei mesi. Jesus sarà indisponibile per almeno 40 giorni visto l’operazione al menisco. Ancora out Florenzi per influenza.
Stachanov Cristante: “Ora sono pronto”. Perotti ko 2 settimane
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Complicato immaginare che tipo di Roma affronterà il girone di ritorno (al via sabato contro il Torino), troppo altalenante il rendimento nella prima parte stagionale per lanciarsi in previsioni. Ma una cosa sembra esser certa: Bryan Cristante ne sarà uno dei pilastri. A dirlo sono le presenze del ragazzo, fino a questo momento praticamente sempre utilizzato, e fondamentale per gli equilibri della squadra di Di Francesco, nonostante le difficoltà di ambientamento inziali. «Due mesi secondo me sono il tempo normale per adattarsi alla nuova squadra e ai tifosi — ammette il centrocampista — serve tempo, perché cambiano i meccanismi, gli allenamenti e i compagni. Quando poi capisci bene tutto, riesci a dare il meglio di te». Ben 18 le presenze in campionato nelle prime 19 gare di campionato (5 i gol), 5 quelle nel girone di Champions, senza aver ancora siglato una rete: Cristante le ha giocate tutte, giocatore molto serio, poco personaggio e praticamente invisibile sui social, anomalia per un ragazzo del ’95. Pochissimi post, su Instagram, tutti legati al suo lavoro, nulla di vita privata. «Indossare la maglia della Roma è un’emozione speciale — un’altra risposta rilasciata da Bryan agli utenti Twitter dell’account romanista — la curva Sud è speciale. Io mi trovo bene con tutti nello spogliatoio, siamo un gruppo affiatato e mi trovo bene con Di Francesco. Parlo tanto con tutti, in particolare con Juan Jesus». E, a proposito, il brasiliano deve ancora capire se sia necessario l’intervento al menisco interno del ginocchio destro, comunque costretto a restare fermo almeno un mesetto. Restando sul fronte infortuni, due le settimane di stop per Perotti, alle prese ancora con i postumi distrattivi al polpaccio sinistro. Nulla di grave, quindi, con la Roma che spera di averlo anche prima. Non a Firenze, dove si giocheranno i quarti di finale della coppa Italia (in gara secca), mercoledì 30 gennaio (ore 17,30). Mercato: offerto Verissimo, difensore brasiliano del Santos, classe ’95, che potrebbe arrivare in prestito. Monchi sta valutando la possibilità, visto che lo stop di Juan Jesusleva un’alternativa importante a Di Francesco. Il ds vorrebbe intanto blindare Zaniolo, facendogli rinnovare il contratto fino al 2024 (con clausola rescissoria). Sul talento giallorosso hanno chiesto una relazione Chelsea e Arsenal, fortemente interessati.