Sulla (buona) strada per la quarta vittoria di fila
INSIDEROMA.COM - ELISA GIOCONDI - Partita bagnata, partita fortunata. Non era così? Il cielo sulla capitale è grigio, ma non lo sarà lo spirito della Roma che alle 15 scenderà in campo per battere il Torino.
L'approccio è diverso e la voglia di vincere è molta: le tre vittorie consecutive unite alla sosta, più gli allenamenti serrati a cui la squadra si è sottoposta, possono spezzare l'incantesimo del Torino imbattuta da 12 gare in trasferta.
A favore di Di Fra vanno le mancanze dei granata: Mazzarri & Co. sono privati di Izzo e Meitè causa squalifica, Moretti e Baselli per infortuni, mentre tornano dopo la ripresa Lukic e Zaza, Ansaldi spostato a centrocampo. Il mister dei torinesi sfoggerà il temuto 3-5-2 che ha fatto tribolare i giallorossi: non c'è squadra "debole" che tenga, quando si trovano di fronte la suddetta tattica, vanno in tilt.
Il tecnico abruzzese, invece, disporrà la sua rosa con un ben riuscito 4-2-3-1. Farà a meno di De Rossi, Florenzi, Juan Jesus, Perotti e Mirante, Manolas torna trionfante in difesa, Nzonzi e El Shaarawy prontissimi in panchina. In ottima forma Marcano, Schick e Karsdorp, che giocherà sulla fascia da titolare per la seconda partita di fila.
I punti portati a casa contro Sassuolo, Parma e Virtus Entella, devono gasare i giallorossi per le prossime partite più toste delle precedenti: Torino, oggi, e Atalanta in campionato, poi Fiorentina e Porto in coppa. Non c'è 3 senza 4: se conquisteranno anche la vittoria di oggi, si piazzeranno al 4° posto davanti alla Lazio, che ha due punti in più e giocherà domani, e al Milan che ha soltanto un punto di vantaggio rispetto alla Roma e sfiderà il Genoa lunedì. La risalita deve pressare le concorrenti in Champions.
Di Francesco è (parzialmente) soddisfatto della crescita ma non può (e non deve) tirare ancora un sospiro di sollievo, la strada per il traguardo è tortuosa. Il Torino è temibile, soprattutto in trasferta, ma il 4° posto in classifica è (potenzialmente) raggiungibile e la Roma, nonostante le privazioni forzate, potrebbe avere i numeri per farcela.
Kolarov raggiunge il suo record personale ma è la stagione più prolifica per lui in campionato
Aleksander Kolarov raggiunge il suo record personale. Infatti, oggi il serbo si è portato a quota 5 gol stagionali. Solo nella stagione 2009-2010 aveva fatto altrettanto, quando indossava la maglia della Lazio ma fece 5 goldivisi tra campionato, Coppa Italia ed Europa League. Mai però aveva ne aveva realizzati così tanti in un singolo campionato, al massimo si era fermato a 4 ai tempi dell'OFK Belgrado.
Barba potrebbe essere il colpo a sorpresa dopo l'infortunio di Juan Jesus
INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - Il calciomercato è ufficialmente aperto ed in casa Roma si comincia a pensare alle possibili manovre. La situazione infortuni di certo non aiuta ma fa sì che per il ds Monchi nascano nuove idee per andare a tappare quei buchi aperti a causa dei guai muscolari. Juan Jesus, dopo l'infortunio patito nel match di Coppa Italia con la Virtus Entella, si è presentato al Centro Sportivo Fulvio Bernardini già senza stampelle e oggi si sottoporrà invece alla visita del professor Mariani che deciderà se operarlo o meno al ginocchio. Manolas è tornato in campo a inizio settimana, ma solo in extremis Di Francesco deciderà se impiegarlo titolare. Ha recuperato anche Nzonzi.
TRA POSSIBILI USCITE ED ENTRATE - In attacco ancora da capire se la squadra di Di Francesco deciderà di muoversi in entrata ed in uscita. Il nome più caldo di tutti è attualmente quello di Grégoire Defrel, ora in prestito alla Sampdoria. L’ultima settimana di mercato sarà decisiva per il francese che, dopo l’arrivo di Gabbiadini in blucerchiato, vuole andare via da Genova. È richiesto dall’Atalanta (diventando così utile in ottica Mancini a giugno ndr) e dal Fulham. Opzione inglese che garantirebbe alla Roma il cash per muoversi. Miranda è bloccato da Spalletti ma un’offerta concreta potrebbe aprire nuovi scenari. Dalla Spagna è tornato a circolare il nome di Nacho che non ha però trovato riscontri a Trigoria. Sondaggio per Barba del Chievo Verona: classe ‘93, romano ed ex giallorosso, è un centrale di piede mancino che può ricoprire anche il ruolo di terzino sinistro, andrebbe a prendere il posto di Juan Jesus in caso oggi si decidesse per l'operazione del brasiliano. La Roma attende risposte da Villa Stuart ed intanto sonda il terreno, qualcosa di certo si farà.
Domani il Torino. Pellegrini: "Champions il nostro obiettivo"
LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Domani si alza il sipario sul girone di ritorno della Roma, impegnata all’Olimpico alle 15, contro il Torino. «Dovremo fare meglio di quello di andata per raggiungere il quarto posto in classifica che penso non sia in discussione perché, nonostante tutte le difficoltà, sono fiducioso. Sarebbe un’assurdità non arrivarci. E poi abbiamo come obiettivo la finale di coppa Italia». Parte la scalata che, dopo il raggiungimento dei quarti di finale della Coppa nostrana, non può che avere come obiettivo il piazzamento Champions a fine stagione. E Lorenzo Pellegrini ne sarà un protagonista, a cominciare da domani, quando si posizionerà in mezzo al campo, accanto a Cristante (Nzonzi non è ancora al meglio), con Zaniolo oppure Pastore (meno probabile) come trequartista. «La cosa che più apprezzo di questo ruolo — continua Pellegrini a Sky — è che non si deve pensare troppo alla tattica, mentre da mediano si, visto che si deve fare da schermo e non lasciare buchi». Ha cominciato a lavorare sul campo, intanto, De Rossi, anche se con esercizi individuali. Il capitano vuole provare a esserci nella trasferta di Bergamo della prossima settimana.
Il professionista della violenza ultrà: "Vado allo stadio solo per picchiare"
LA REPUBBLICA - DE RICCARDIS - Ha tatuate sulle braccia dodici foglie, tante quanti gli anni che ha trascorso dietro le sbarre, tra una condanna e l’altra per aggressioni da stadio, risse e pestaggi sfociati in accuse di tentato omicidio. Alla soglia dei cinquant’anni, Nino Ciccarelli si racconta come un «sopravvissuto». Agli scontri di strada, alle inchieste e ai processi, agli anni dei Daspo, alle relazioni pericolose con uomini della curva e della criminalità. «Vado allo stadio per picchiare — ha raccontato di recente a una tv russa — . Devi essere pronto a tutto: pronto ad andare in galera, pronto allo scontro, a tirare le coltellate e a prenderle. E non devi scappare. Sono quello che ha pagato più di tutti». Fondatore dei Viking della curva Nord dell’Inter nel 1984, a quindici anni, Ciccarelli ne ha trascorsi trentacinque in curva. E nonostante l’ennesimo Daspo, che avrebbe dovuto tenerlo lontano da stadi e tifoserie fino al 2021, Nino è in via Novara prima di Inter-Napoli, la sera di Santo Stefano. Regista insieme al capo dei Boys, il creatore delle coreografie della curva Marco Piovella, dell’agguato ai tifosi napoletani, durante i quali muore l’ultrà “Dede” Belardinelli.
Per il gip Guido Salvini, che ieri ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare che l’ha riportato a San Vittore insieme a Alessandro Martinoli, ultrà varesino dei neonazisti di Blood Honor, Ciccarelli è soggetto di «particolare pericolosità», capace di «condizionare facilmente altri tifosi», dato che è «conosciuto in tutto l’ambiente ultrà». Interrogato dalla Digos, dice però di essersi trovato nel cuore della rissa coi napoletani «per caso, dopo aver visto da lontano gli scontri e essersi unito ai suoi amici». Nelle telecamere di via Novara, Ciccarelli appare «claudicante». Ferito alla gamba destra, in faccia e sul naso, «appoggiato a un cestino dell’immondizia». Ultima rappresentazione di una biografia di guerriglia e violenze, inaugurata in una delle giornate peggiori del calcio italiano, il 9 ottobre 1988, quando. Alla fine di Ascoli-Inter, Nazzareno Filippini viene massacrato di botte e muore dopo otto giorni di coma. Ciccarelli è lì. Prosciolto per omicidio, viene condannato per rissa. «Nino non c’entra, mi dice sempre “meglio lo stadio della droga”», lo difese allora sua madre, dopo che la Digos se lo venne a prendere tra i casermoni di Quarto Oggiaro, estrema periferia nord di Milano. Eppure in una storia di spaccio a San Siro, Ciccarelli viene coinvolto negli anni ’90 insieme a un altro volto storico della curva, Vittorio Boiocchi, poi finito in inchieste di criminalità organizzata. Entrambi assolti, ma Ciccarelli torna di nuovo in carcere nel febbraio del ‘90, quando è arrestato per il tentato omicidio di un pusher liberiano, che finisce in ospedale con un polmone perforato. Coltellate date, coltellate prese. Se, venticinque anni fa, l’allora 26enne Ciccarelli viene bloccato vicino al Meazza mentre si lancia con un coltello in mano contro gli juventini, a fine ‘94 è lui a restare ferito davanti a una discoteca milanese. Quattro fendenti nella pancia, cicatrici di guerra che mostra con orgoglio: «Vado allo stadio per picchiare — dice in tv — .Se picchiamo l’altra tifoseria, abbiamo vinto la partita anche se l’Inter perde».
Juan Jesus, oggi si decide sull’operazione
IL MESSAGGERO - La lunga influenza che ha colpito Alessandro Florenzi lo ha costretto a rimanere a casa quasi una settimana, solo ieri è tornato a Trigoria per svolgere un allenamento blando in palestra. L’esterno è ancora debilitato e non giocherà la gara di domani contro il Torino, al suo posto è atteso Karsdorp. Jesus, presentatosi al Bernardini già senza stampelle, oggi si sottoporrà invece alla visita del professor Mariani che deciderà se operarlo o meno al ginocchio. Manolas è tornato in campo a inizio settimana, ma solo in extremis Di Francesco deciderà se impiegarlo titolare. Ha recuperato anche Nzonzi, ma il centrocampo sarà composto da Cristante-Lorenzo Pellegrini sulla mediana e Zaniolo sulla trequarti. L’ex Sassuoloin un’intervista a Sky Sport ha detto: «Sarebbe un’assurdità non arrivare tra le prime quattro. La mia posizione ideale in campo è sulla trequarti, mi sento più libero quando gioco alto».
Tor di Valle, ultimo giallo: «Contraffatto il parere»
IL MESSAGGERO - FA. RO - È polemica sulla relazione del Politecnico di Torino sul progetto del nuovo stadio della Roma di Tor di Valle, di cui il mese scorso era stata inviata una bozza in Campidoglio, in attesa della versione definitiva. Ad aprire il fronte è il professor Bruno Dalla Chiara, responsabile del documento: «Noi abbiamo una riservatezza su tutto quello che riguarda la relazione dello stadio - sottolinea l'ingegnere, intervenendo alla trasmissione radiofonica Te la do io Tokyo, su radio Centro Suono Sport - È stata sottratta al Comune di Roma, è stata anche contraffatta perché c'era una scritta trasversale in filigrana con scritto Bozza interna riservata», che è evidentemente sparita dalla versione circolata recentemente. «Non parlo dei contenuti, sui quali mantengo il riserbo - spiega poi Dalla Chiara - Ma è chiaro che è stato diffuso un documento che doveva restare riservato».
LA POLEMICA L'opposizione in Campidoglio insorge: il capogruppo Pd, Giulio Pelonzi, chiede a Virginia Raggi di rendere immediatamente nota la relazione sull'impatto dello stadio sul traffico della Capitale. «Le dichiarazioni del professor sono gravissime e gettano un'ombra pesante sull'operato del Campidoglio», sottolinea Pelonzi. Intanto si attende l'arrivo a Palazzo Senatoriodella versione definitiva e ufficiale della relazione del Politecnico di Torino, attesa per fine mese. Dal Campidoglio filtra tranquillità: «Aspettiamo di leggere i contenuti, se è tutto ok andremo avanti», dicono da Palazzo Senatorio. Ma il documento potrebbe confermare le criticità già emerse nella bozza, nel capitolo su trasporti e accessibilità dell'area, che erano già emerse anni fa, durante l'amministrazione di Ignazio Marino nella relazione dell'Agenzia della mobilità chiesta dall'allora assessore Guido Improta.
Operazione difensore: Monchi mette nel mirino l’ex Barba
IL MESSAGGERO – CARINA - In attesa di conoscere l’esito della visita di Juan Jesus dal Professor Mariani che fa oscillare i tempi del recupero da un mese (opzione più probabile) a 6-8 settimane, Monchi rimane in una posizione d’attesa. Le parole di Di Francesco («Inevitabilmente dovremo tornare sul mercato») del 21 dicembre, sembrano ormai essersi perse nella notte dei tempi. E invece, sono quanto mai attuali dando un’occhiata al calendario che attende la Roma il prossimo mese. I giallorossi affronteranno in campionato tre squadre in corsa per traguardi europei (Torino, Atalanta e Milan), il quarto di finale di coppa Italia (a Firenze contro i viola), l’andata dell’ottavo di finale di Champions (Porto), preceduto dall’insidiosa trasferta di Verona contro il Chievo (che a settembre pareggiò 2-2 all’Olimpico). Sei gare nelle quali verrà chiesto uno sforzo ai due centrali titolari (Manolas, che rientra da un problema muscolare e Fazio, diffidato in campionato) con Marcano - che fino a poche settimane fa non veniva nemmeno citato da Di Francesco nelle rotazioni dei centrali e che non è partito titolare nemmeno in Coppa Italia con l’Entella - pronto a subentrare. Un rischio che la Roma ha deciso di correre a meno che non si presenti un’occasione low cost da cogliere al volo.
CESSIONE A SORPRESA Possibilità che potrebbe profilarsi anche nel caso di una cessione a sorpresa. Il riferimento è a Defrel. L’ultima settimana di mercato sarà decisiva per il francese che, dopo l’arrivo di Gabbiadini alla Sampdoria, vuole andare via da Genova. È richiesto dall’Atalanta(diventando così utile in ottica Mancini a giugno) e dal Fulham. Opzione inglese che garantirebbe alla Roma il cash per muoversi. Miranda è bloccato da Spalletti ma un’offerta concreta potrebbe aprire nuovi scenari. Dalla Spagna è tornato a circolare il nome di Nacho che non ha però trovato riscontri a Trigoria. Sondaggio per Barba (Chievo): classe ‘93, romano ed ex giallorosso, è un centrale di piede mancino che può ricoprire anche il ruolo di terzino sinistro. Da valutare, per giugno, il giovane centravanti Openda,classe 2000, del Bruges.
Vincent Candela: "La Roma vale Napoli e Inter. Ha pagato il prezzo delle novità"
LA STAMPA - BUCCHIERI - Vincent Candela, giunto nella Roma a gennaio del 1997, è rimasto in giallorosso per nove stagioni dove tra l’altro ha vinto uno scudetto e una Supercoppa italiana. Il laterale francese ha rilasciato un’intervista al quotidiano oggi in edicola in cui si è soffermato sul momento che sta attraversando la squadra di Di Francesco oltre che sulla prossima sfida dell’Olimpico contro il Torino. Queste le sue parole:
Vincent Candela, quale versione della Roma dobbiamo aspettarci in questa seconda parte di stagione?
«La migliore. A cominciare dalla partita di domani contro il Toro».
La migliore significa che gli alti e bassi andranno in soffitta?
«Nei primi quattro mesi diverse cose non sono andate come previsto, ma è il prezzo da pagare alle novità. E, quest’anno, sono tante».
Dove possono arrivare i giallorossi?
«Stiamo parlando di una squadra sul livello di Napoli ed Inter: sono convinto che, alla fine, arriverà il quarto posto se non qualcosa di più».
Di più significa terzo posto?
«La squadra di Di Francesco è quella che ha, davanti, i più ampi margini di miglioramento rispetto a tutte le altre: le ultime gare del girone di andata lo testimoniano».
Da dove le nascono queste convinzioni?
«Le faccio tre nomi. Zaniolo non può che crescere, Cristante è cresciuto dopo un periodo di ambientamento e non si può pensare che Dzeko si fermi a due gol realizzati fino ad ora. Senza contare i progressi evidenziati da Schick, un talento puro».
Che partita si aspetta contro il Torino?
«Difficile, molto difficile. Il Toro non ha ancora perso fuori casa e, questo, vuol dire qualcosa: le squadre di Mazzarri sanno giocare con grande equilibrio e, per loro, l’obiettivo è l’Europa».
Un pronostico?
«Vince la Roma. Non ha alternative».
Da difensore campione del mondo con la Francia nel ’98 come giudica la retroguardia granata?
«Nkoulou è bello da vedere oltre che efficace, Izzo una sicurezza, Djidji una sorpresa: ma se prendono pochi gol è per merito di un gruppo fisico che sa proteggere la difesa».
Soldato Pellegrini: «Disposto a tutto, per la causa»
LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - Le dichiarazioni d’amore per la Roma di Lorenzo Pellegrini rappresentano una ventata di aria fresca. “Per la mia squadra – dice a Sky – farei anche il terzino. Io lavoro per crescere. E se sento voci di mercato spengo la tv”. Pazienza quindi, almeno per ora, se mezza Premier gli fa la corte. Perché le bandiere non hanno clausola. Intanto è stato arretrato nel ruolo di regista, che gli piace sì, ma non lo diverte come quello di trequartista, che Di Francesco gli ha cucito su misura negli ultimi quattro mesi. Per il tecnico può giocare ovunque, per Monchi va blindato e basta. Dal futuro al presente e quindi al Torino. Domani riparte la rincorsa al quarto posto, poi ci saranno i quarti di Coppa Italia e gli ottavi di Champions: “Nonostante le difficoltà, io sono fiducioso. Non arrivare quarti sarebbe un’assurdità”.
Ora va forte il preparatore o il mental coach di fiducia
LA GAZZETTA DELLO SPORT - ZUCCHELLI - In passato, quando i giocatori sceglievano centri di fiducia o preparatori personali, i dirigenti saltavano dalle sedie. A Trigoria le urla dello staff giallorosso, quando Aquilani fece sapere di volersi curare a Cesenatico, se le ricordano in tanti. Stavolta, invece, è diverso.
Perotti è stato seguito per anni, fino alla scorsa estate, e potrebbe ricominciare, Schick ha ufficializzato da poco la sua collaborazione con un mental coach, che lo segue tra Roma e Praga. Stesso discorso per Santon, seguito dopo le difficoltà all’Inter dal professor Tirelli, che lo sta aiutando, dal vivo e al telefono, a ritrovare autostima.
Kluivert ha uno staff a sua disposizione che si divide tra Roma e l’Olanda, tra preparatore personale e chi gli cura alimentazione e comunicazione, Perotti ha un preparatore in Argentina, mentre Nzonzi si affida ad un fisioterapista inglese che appena può lo raggiunge a Roma e gli è stato accanto anche durante il Mondiale. Schick, oltre al mental coach, ha anche un preparatore che lo ha messo a punto per il ritiro, mentre Pastore, durante le vacanze, ha preferito lavorare con un suo uomo di fiducia, a Cordoba, invece di andare in qualche lido esotico.
Kolarov il trascinatore: «Il nostro posto è in alto»
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Al Torino ha segnato già lo scorso anno, una punizione decisiva per il risultato e per la considerazione. Era il 22 ottobre del 2017 e Kolarov si portava infatti ancora dietro una patina di “lazialità” che qualcuno gli rivendicava. Il Torino nella sua storia romanista è sicuramente un passaggio fondamentale. “Ma l’importante domani sarà vincere – dice il terzino serbo – In un modo o nell’altro ci servono i tre punti, su questo non si discute. Se poi dovessi fare anche gol sarei ovviamente contentissimo. Insomma, se capiterà l’occasione non mi tirerò di certo indietro. Quando sono arrivato sono stato accolto molto bene. Penso a De Rossi e Dzeko. Mi sento un giocatore importante, questo sì”.
Uno di quelli che deve riportare la Roma il prima possibile nelle posizioni che le competono. “Il gruppo c’è e in questo momento stiamo anche bene – continua il serbo – La classifica è migliorata rispetto ad un mese fa, ma dobbiamo continuare a vincere le partite che vanno vinte. Intendo dire le gare alla nostra por- tata, ma anche gli scontri diretti. In questo modo arriveremo al nostro obiettivo, perché le potenzialità per stare lassù ce le abbiamo. E lì deve stare la Roma”.
Sui compagni: “Il momento che abbiamo vissuto ha permesso ai nuovi di capire quanto sono grandi le responsabilità a Roma. Olsen, per esempio, è un professionista esemplare, un uomo ideale per questo club. Ma si sta imponendo anche Lorenzo Pellegrini e da uno come Under la gente si aspetta sempre una giocata in più, lui che è un giocatore straordinario. Per il futuro però dico Luca Pellegrini, per me in prospettiva è uno fortissimo”.