Ag. Diawara: "Sta lavorando otto ore al giorno per tornare il prima possibile"
Daniele Priamo, agente di Amadou Diawara, ha parlato del suo assistito a iltempo.it:
"La prossima settimana può essere decisiva per Diawara, sta migliorando giorno per giorno. Amadou sta lavorando otto ore al giorno per provare a tornare in campo il prima possibile e mettersi a disposizione del mister".
I 21 convocati da Gasperini per la Roma
Gian Piero Gasperini, come riferito dal sito ufficiale dell'Atalanta (atalanta.it), ha scelto i 21 giocatori che domani affronteranno la Roma:
Portieri: Gollini, Rossi, Sportiello.
Difensori: Caldara, Castagne, Colley, Czyborra, Djimsiti, Gosens, Hateboer, Palomino, Toloi.
Centrocampisti: de Roon, Freuler, Gomez, Malinovskyi, Tameze, Pasalic.
Attaccanti: Ilicic, Muriel, Zapata.
Verdone: "La Roma è bipolare, dopo il derby si è afflosciata"
Carlo Verdone, noto attore e tifoso della Roma, ha parlato della compagine giallorossa ai microfoni di tuttomercatoweb.com a margine della presentazione del film "Si vive una volta sola":
"La Roma ora è una gran preoccupazione perché adesso è molto bipolare. Con la Lazio fa una gara eroica e poi si affloscia con squadre più o meno battibili. Purtroppo non c'è una presidenza: non sappiamo chi ha in mano la Roma e questo si riflette sullo spogliatoio. Il presidente deve scendere negli spogliatoi, deve incoraggiare ma si deve anche arrabbiare. Non c'è nessuno, siamo solo noi tifosi che vediamo queste partite e questi saliscendi... Ci siamo un po' rotti le scatole. Vediamo se viene questo Friedkin però ancora non sappiamo niente. Se vince lo scudetto la Lazio cosa faccio? Non scappo da Roma però... mamma mia. Le proprietà straniere? In Italia nel calcio non li mette nessuno i soldi perché è un gioco pericoloso e queste persone che arrivano dall'estero devono fare business in qualche modo. Però se non fanno business la squadra non basta".
Papaleo: "Nella Roma troppi alti e bassi. Il quinto posto non è la posizione dove dovrebbe stare"
Rocco Papaleo, noto attore e tifoso della Roma, ha parlato della compagine giallorossa a margine della presentazione del film "Si vive una volta sola". Queste le sue parole riportate da tuttomercatoweb.com:
"Durante le riprese del film non abbiamo parlato tantissimo della Roma per non deprimerci. Sembrava che la stagione si illuminasse ma poi ci sono questi alti e bassi che relegano la squadra al quinto posto che non è la posizione dove dovrebbe stare. La Lazio? Non sono romano e non ho questo sentimento contro i biancocelesti. Sono un amante dello sport e sono solo a favore della mia squadra che è la Roma. Ora vedremo che cosa daranno i rinforzi. Magari Peres può essere un fortissimo esterno. O questo Villar che è un talentuoso centrocampista".
Amadeus: "Ronaldo come Totti o Maradona. Sono i campioni di tutti"
Amadeus, noto presentatore reduce dall'avventura di Sanremo e tifoso dell'Inter, ha parlato della sua squadra del cuore e di calcio in generale ai microfoni di soccermagazine.it:
La Sua Inter sta andando bene in campionato, ma nelle coppe è inciampata prima con il Barcellona e poi con il Napoli che tra l’altro si scontreranno proprio fra loro in Champions League. Considerando che sul mercato i giocatori partenopei sono più accessibili di quelli del Barcellona, chi porterebbe dal Napoli nell’Inter?
"Il Napoli è un’ottima squadra. Ci sono praticamente più o meno gli stessi giocatori che c’erano anche 2-3 anni fa. Poi con mille vicissitudini ha passato certamente un’annata non fortunata, non al top. Però, è ovvio che se dovesse vincere la Coppa Italia sarebbe comunque una stagione che metterebbe in bacheca un trofeo. Certamente c’è il massimo impegno da parte dei giocatori del Napoli, ha tanti giocatori validi. Io ho sempre avuto un debole per Mertens. Secondo me è un giocatore fortissimo, imprevedibile. Insomma, se potessi scegliere, Mertens e Allan sono i giocatori che io porterei all’Inter".
Domanda scaramantica: dovendo scegliere tra Juventus e Lazio, preferirebbe vedere i biancocelesti vincere lo scudetto per spezzare l’egemonia della Juve o preferirebbe vedere vincere ancora i bianconeri per non avere il rimpianto che non sia stata l’Inter a chiudere il loro ciclo?
"Io sono uno che tende a guardare in casa. È ovvio che spero nell’Inter. Certo, poi per il campionato il fatto che ci sia la Lazio rende tutto più imprevedibile e più bello, quindi è certamente una lotta a tre. È ovvio che se dovesse vincere una squadra che non sia la Juventus – cioè l’Inter o la Lazio – darebbe al campionato un segnale del fatto che non c’è più l’egemonia della Juventus e questo renderebbe magari anche il prossimo campionato ancora più bello e imprevedibile. Questo è normale. Però la Juve rimane secondo me la favorita per lo scudetto e l’Inter e la Lazio devono essere capaci di lottare fino alla fine per cercare di fare qualcosa che sarebbe fantastico, perché è ovvio che se l’Inter dovesse vincere lo scudetto al primo anno di Conte sarebbe il massimo obiettivo. Nessuno all’inizio pensava di trovarsi a questo punto del campionato primo in classifica e se dovesse vincere la Lazio sarebbe comunque un fatto incredibile, molto bello che ovviamente neanche loro si aspettavano. Vediamo che succede domenica, è una partita molto importante perché se finisce in parità non cambia nulla e tutto è incerto fino all’ultima giornata. Se dovesse vincere o la Lazio o l’Inter la squadra vincitrice diventerebbe secondo me la principale antagonista della Juventus, anche da un punto di vista psicologico rispetto alla squadra che perde. È vero che non è una partita scudetto, ma è una partita secondo me fondamentale da un punto di vista psicologico al di là di tutto".
A Sanremo ha avuto modo di rapportarsi con un campione come Ronaldo: cosa Le è rimasto?
"Beh, Ronaldo è un fuoriclasse, fa già parte della storia del calcio. Quando l’ho conosciuto ho trovato una persona disponibile, molto carina. L’ho detto anche a Sanremo, sono quei giocatori che secondo me fanno parte del calcio in generale, al di là della squadra di appartenenza. Io sono sempre stato un tifoso dell’Inter, ma Ronaldo è uno di quei giocatori che io ammiro e per il quale faccio il tifo ovunque giochino. Questo vale per i Ronaldo, vale per Messi, Neymar, Neuer. Sono quei giocatori per i quali ho sempre avuto una stima. L’ho sempre fatto dai Buffon in passato oppure anche con Van Basten quando giocava nel Milan. Ci sono dei giocatori che appartengono al calcio. Certo, poi magari uno dice “Gioca nella Juventus, magari avesse giocato nell’Inter Ronaldo, sarei stato felice!”. Ronaldo è tanta roba. Se la Juventus in questi due anni ha vinto molto lo deve certamente a Ronaldo che le risolve spesso le partite da solo".
Secondo Lei è con il ritiro di Totti che il calcio italiano ha perso l’ultima vera stella internazionale che più si avvicina a Cristiano?
"Totti è un altro giocatore come Cristiano che appartiene a quella tipologia di calciatori che appartengono a tutti. Sono quei giocatori come Ronaldo “il Fenomeno” dell’Inter. Io ho trovato amici del Milan o della Juventus che dicevano “Caspita, avete quel giocatore che è fantastico!”, come è stato per Maradona nel Napoli o come per lo stesso Totti nella Roma. Sono quei giocatori che secondo me rendono il calcio lo sport che poi amiamo tutti, dove i bambini si rapportano, questo è importante. Perché poi ognuno ha la sua squadra del cuore, ma osservando i bambini, certi campioni sono campioni di tutti".
Lei che lavora da decenni nel mondo dello spettacolo e della comunicazione, come e quanto pensa sia cambiato il modo di vivere il calcio con l’avvento dei social?
"Sinceramente non lo so, nel senso che io non sono molto social. Diciamo che i social hanno permesso forse a tutti di avere le notizie in maniera sempre immediata. Questo vale per tutto e per tutti. Se io voglio sapere qualcosa sull’Inter vado a vedermi internet e i social e so praticamente tutto: dove stanno i giocatori, che tipo di allenamento hanno fatto, che squadra potrebbe essere messa in campo, mentre prima si aspettavano le notizie sui giornali la mattina successiva. È ovvio che i social, come tutto, hanno reso tutto più veloce".
Per concludere, una domanda a bruciapelo: secondo Lei, chi è il Fiorello dell’Inter?
"(ride, ndr) Il Fiorello dell’Inter… probabilmente, inteso come persona che finalizza tutto, potrebbe essere Lukaku. Cioè, una forza della natura simpatica, perché Lukaku è anche un giocatore molto simpatico e che può fare reparto da solo in attacco, quindi assolutamente Lukaku".
Il Manchester City fuori dalle competizioni Uefa per i prossimi due anni. Violato il Fair Play Finanziario
Il Manchester City è stato escluso in primo grado per i prossimi due anni dalle competizioni europee per aver violato i regolamenti del Fair Play Finanziario.
A comunicarlo è la Uefa stessa, che aggiunge ai danni del club inglese anche una multa da 30 milioni di euro. Il City, però, potrà presentare ricorso al CAS per far diminuire o annullare la decisione della Uefa.
Consulto a Villa Stuart per Pastore.. Niente operazione, solo terapia conservativa
I problemi fisici di Pastore, che soffre di fastidi all'anca ed ai tendini, lo stanno tenendo per troppo tempo lontano dal campo.
Il giocatore oggi, come riferito da gazzetta.it, si è sottoposto ad un consulto presso Villa Stuart che ne ha escluso l'operazione. Per lui solamente una terapia conservativa.
A Bergamo 4-1-4-1, Mkhitaryan titolare
IL MESSAGGERO - A Trigoria si fanno i conti con l'ennesimo ko. Mirante, avvertito il riacutizzarsi di un vecchio problema al ginocchio sinistro, si è sottoposto ad una risonanza di controllo che ha evidenziato una lesione del menisco mediale con indicazione ad una meniscectomia mediale selettiva artroscopica. Il portiere è stato già operato ieri mattina e in giornata comincerà il protocollo riabilitativo: diagnosticati 20 giorni di stop. E a proposito di infortuni, nelle prossime 48 ore Zaniolosvolgerà una visita di controllo.
Roma, Petrachi barcolla
IL MESSAGGERO - Nel monologo che ha preceduto la conferenza stampa di presentazione di Ibanez, Villar e Perez, il d.s. Petrachi attacca i giornalisti (e non solo) utilizzando un linguaggio, diciamo così, da campo e inciampando sempre nella parola «cazzata» e parlando di «calunnie» e «falsità» sul suo conto. Ma scrivere che Petrachi avrebbe rischiato una squalifica, significa calunniare? No. Raccontare della sua irruzione nello spogliatoio è falsità? No. Lo ha ammesso anche Fonseca e lui stesso, rivendicando il diritto di poter entrare nello spogliatoio quando vuole.
Il dirigente giallorosso parla anche della nuova società, incappando in una gaffe: «Non arriva mica Paperon de Paperoni e compra chissà chi...». Il povero Friedkin ringrazia (ri)sentito, così come i tifosi, che possono serenamente perdere le speranze e buttare a mare i sogni di gloria. «Il progetto è partito sei mesi fa e non si modifica con il cambio societario. Il mercato di gennaio ha avuto delle criticità. Questa squadra deve solo ritrovare l'umiltà. Non siamo lontani anni luce dalla Champions».
Dall'Atalanta al Gent fino alla cessione: mese cruciale
LA GAZZETTA DELLO SPORT - «Restiamo uniti, la stagione è ancora lunga» è il messaggio trasmesso dai giocatori più esperti al resto della squadra nel pranzo organizzato martedì scorso dai leader Dzeko, Kolarov e Pellegrini. Infatti in questo mese la Roma si gioca molto del suo presente e futuro. In campionato è ancora in corsa per il 4° posto che passa per la sfida con l'Atalanta, ma anche dalle prossime gare casalinghe con il Lecce e la Samp e da quelle in trasferta con Cagliari e Milan. Ci sono anche gli ottavi di Europa League da conquistare contro il Gent. La partita di andata è in programma il 20 febbraio all'Olimpico, il ritorno invece si disputerà una settimana dopo in Belgio con la speranza che si giochi alla Ghelamco Arena dove però sono crollati parti di tetto per il maltempo. In caso si potrebbe giocare a Bruges.
Mese decisivo anche per le sorti della società: entro la prima metà di marzo è atteso il closing del passaggio di proprietà. Inoltre si attende che l'imprenditore ceco Vitek rilevi i terreni di Tor di Valle dove dovrebbe sorgere il nuovo Stadio della Roma e che quindi il testo della Convenzione urbanistica approdi in Aula in Campidoglio.
Mancini: «De Rossi in Nazionale? Ho parlato con lui prima che andasse al Boca, vediamo cosa farà in futuro»
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Ieri è stato presentato nella Sala Palumbo della Gazzetta dello Sport a Milano il torneo internazionale del Pulcino d'Oro, giunto alla sesta edizione, il cui testimonial è il c.t. della Nazionale Roberto Mancini il quale, a margine dell'evento, si è soffermato sui prossimi Europei: «Spero che gli avversari ci sottovalutino, questo aspetto potrebbe essere un’arma a nostro favore. Nel frattempo dobbiamo cercare di migliorare e crescere: abbiamo ancora qualche mese per lavorare. Le scelte sono ormai fatte: la rosa è quasi al completo». Nel frattempo Florenzi si è trasferito al Valencia ed Emerson Palmieri gioca poco nel Chelsea, ma l'ex tecnico interista non è per niente preoccupato per i suoi terzini: «La squadra è impostata, la considero solida: tutti i miei calciatori sanno bene quello che devono fare». E sull'intervista rilasciata da De Rossi a GQ riguardo a un possibile futuro in Nazionale al fianco di Mancini, il c.t. scherza: «Intende come calciatore?(sorride, ndr ). Scherzi a parte, abbiamo parlato prima che lui andasse a giocare al Boca: in quel momento poteva esserci una possibilità. Vedremo quello che lui farà in futuro».
Roma, ti presento Perez: «Qui per il salto in avanti»
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Viste le ultime prestazioni deludenti di Under Fonseca, contro l'Atalanta, è pronto a schierare dal primo minuto Carles Perez che ieri si è presentato alla stampa insieme a Ibanez e Villar. «Ho lasciato un grande club ma sono approdato in un altro - le dichiarazioni del classe 1998 arrivato dal Barcellona per 12 milioni (tra prestito e obbligo di riscatto) più 4,5 di eventuali bonus - Ho scelto Roma perché qui voglio crescere e diventare un giocatore importante. E la chiacchierata con Fonseca mi ha convito».
Prima della presentazione, però, a prendersi la scena è stato il d.s. Petrachi con un monologo di circa 20 minuti contro la stampa. «Ero abituato alle difficoltà, ma non alle calunnie. Ed invece ho letto e sentito tante cazzate: si è detto che Dzeko mi avrebbe bacchettato per la mancanza di qualità e che la possibile nuova proprietà mi avrebbe già messo alla prova» le parole del dirigente giallorosso rispettate dal club, ma non condivise. E sul passaggio di proprietà «Abbiamo fatto una rivoluzione iniziata sei mesi fa, ma non pensate che ora arrivi Paperon de’ Paperoni e compri chissà chi. Il progetto non cambia, con i giovani ci vuole tempo».