Under: "Voglio contribuire a portare il mio Paese agli Europei"

Cengiz Under, rientrato da poco dopo l'infortunio, è stato convocato dalla Turchia per le gare contro Islanda e Andorra. Una convocazione a cui il giocatore tiene molto come confermato ai microfoni di Haberturk.com:

"Quella con l’Islanda sarà la mia partita. Voglio contribuire a dare una gioia al mio Paese e portarla agli Europei".


Mkhitaryan rifiuta la convocazione per rimanere a Roma. Vuole scendere in campo contro il Brescia

Henrikh Mkhitaryan vuole rientrare il campo il prima possibile per aiutare la Roma a raggiungere i propri obiettivi. Il suo obiettivo personale, come riferisce gazzetta.it, è quello di scendere in campo già contro il Brescia subito dopo la sosta. Per questo motivo Mkhitaryan ha rifiutato la convocazione con l'Armenia per rimanere a Roma ed allenarsi ed essere al top per il 24 novembre.


Allenamento Roma, riscaldamento con torello. Infortunati proseguono il recupero

La Roma si allena a Trigoria. La rosa a disposizione di Fonseca deve far a meno dei giocatori impegnati nelle nazionali: i presenti iniziano con il riscaldamento con torello per poi lavorare sulla parte tecnico-tattica. Gli infortunati intanto proseguono con la fase di recupero.


Spinazzola, confermato affaticamento al flessore destro

Leonardo Spinazzola, questa mattina, si è recato presso Villa Stuart per gli accertamenti di rito causa infortunio durante il match contro il Parma. I medici hanno confermato un affaticamento al flessore destro. In vista della gara contro il Brescia di domenica, il terzino giallorosso verrà costantemente tenuto sottocontrollo fino alla ripresa del campionato.


Florenzi non trova spazio, possibile prestito con la Samp

Alessandro Florenzi potrebbe momentaneamente lasciare la sua amata Roma. A quanto pare la Sampdoria sarebbe interessata al prestito del 28enne, non per nulla il terzino destro conosce molto bene Claudio Ranieri che l'anno scorso lo ha sempre utilizzato dal primo minuto quando era sulla panchina dei giallorossi.


Smalling: "Man Utd mi manca ma mi sta piacendo davvero quest'esperienza in Italia"

Chris Smalling, centrale giallorosso, ha parlato della sua esperienza in Italia e del suo passato al Manchester United, club proprietario del suo cartellino, ai microfoni di TALKSPORT. Queste le sue parole:

"Ovviamente il Man Utd mi manca, perché sono stato tanti anni lì e ormai ero di casa - le sue parole - , ma mi sto godendo questo nuovo capitolo della mia carriera e spero di poter migliorare le mie prestazioni in campo e di avere una stagione di successi. Mi sta piacendo davvero quest'esperienza in Italia". Nei giorni scorsi il ds Petrachi ha avviato le trattative  con il Manchester United per il riscatto di Smalling, presentando una prima offerta di 10 milioni."


Certi pomeriggi amari

(MASSIMO PAPITTO -INSIDEROMA.COM) - Partiamo dalla fine per analizzare la sconfitta di Parma e partiamo da un particolare: cavolo, Cornelius ci segna sempre. Sempre a noi. L’ultima volta era toccato con l’Atalanta nel primo anno di gestione Di Francesco e sempre per una sconfitta di 2-0 questa volta però all’Olimpico. Cornelius quando vede la Roma vede il diavolo. Non c’è nulla da fare e da dire. La storia giallorossa è piena di calciatori meteore o semi-meteore che sono diventati per una giornata carnefici. E’ incredibile.

Detto questo però, sarebbe ingeneroso pensare alla sconfitta di Parma come una sconfitta soltanto accostabile alla prestazione di Cornelius. C’è stato dell’altro: c’è stata una Roma che per la prima volta in stagione ha fatto veramente fatica a trovare la via della rete. Una Roma che ha fatto fatica a produrre azioni, gioco e che ha corso poco e male. Sarà stata stanchezza fisica come si sente dire anche da mister Fonseca? Può darsi di si. Stanchezza fisica e poi però anche mentale, perché non puoi giocare sempre a mille se tre giorni prima hai dovuto fronteggiare la prima in classifica nella Bundesliga (il Borussia Moenchengladbach) e che ha vinto di largo anche domenica all’ora di pranzo contro il Werder Brema consolidando il primato nel campionato tedesco.

La Roma in questo mese e più di emergenza ha fatto molto, forse troppo rispetto ai calciatori che aveva a disposizione e alle risorse che gli erano rimaste e forse appunto per questo le aspettative si erano alzate. Ha vinto partite inaspettate (quella con il Napoli ne è l’esempio) e ha vinto partite con grandissima naturalezza come ad Udine e con il Milan. Ha alzato l’asticella in un momento delicato facendo credere di essere forte anche in emergenza con un Dzeko infinito nonostante fosse “mascherato”, un Mancini straordinario nel ruolo di diga davanti alla difesa e un Pastore clamorosamente rigenerato. Tutte cose che avevano fatto pensare ad una Roma forte e indistruttibile senza pensare però al rovescio della medaglia che poi puntualmente è arrivato. A Parma la Roma ha accusato. Ha accusato di colpo tutta questa emergenza di giocatori infortunati e ha accusato la stanchezza di quelli che hanno dovuto “tirare” come matti per colmare l’assenza degli altri. Si è vista di botto una Roma prevedibile e non coraggiosa come la si era ammirata in precedenza. Si è tornati sulla terra e si è fatto i conti con la realtà.

La Roma se vorrà essere competitiva per i posti Champions da qua a fine stagione avrà bisogno di tutti i suoi calciatori più importanti (Pellegrini e Mkhitaryan su tutti). Avrà bisogno del miglior Dzeko in zona gol, avrà bisogno di Mancini in difesa accanto a Smalling e avrà bisogno di poter attingere alla panchina quando sarà necessario farlo. Il calcio oramai viaggia a ritmo di una partita ogni tre giorni e giocare sempre con gli stessi undici non è più immaginabile. A Parma, in un pomeriggio amaro, la Roma se ne è resa conto sulla propria pelle ma niente però è ancora irrecuperabile. Basta soltanto ritornare compatti e orgogliosi.


Bruno Peres torna a San Paolo dopo 14 minuti giocati

Bruno Peres il terzino il cui cartellino è di proprietà della Roma, ha rescisso il proprio contratto con lo Sport Recife, squadra di Serie B brasiliana in cui era stato mandato dal San Paolo che lo aveva messo fuori rosa. Il brasiliano torna così a San Paolo dopo soli 47 giorni e con soli 14 minuti giocati. Adesso a gennaio il suo prestito terminerà e Peres tornerà a Trigoria, dove spetterà a Fonseca scegliere se tenerlo o meno. Il commento del direttore sportivo dello Sport, Nelo Campos, fa capire come il rapporto tra giocatore e società non sia mai sbocciato. Queste le sue dichiarazioni:

"L'accordo è stato preso tra le due parti. È arrivato più tardi dei compagni, non era allo stesso livello di preparazione del gruppo, non poteva avere le loro stesse opportunità di giocare e tutto è stato risolto con tranquillità. Ora proseguirà la sua carriera".


Langeler: "Kluivert sta crescendo molto sotto Fonseca"

Art Langeler, direttore dello sviluppo delle nazionali giovanili olandesi, è intervenuto ai microfoni dell'emittente romana per parlare della crescita che il giovane Justin Kluivert sta avendo, della situazione di giocatori della nazionale come Karsdorp e de Ligt, concludendo con dei consigli sui giocatori orange su cui puntare durante il prossimo mercato. Queste le sue parole:

Mister, lei lo fece debuttare con l’Under 21 orange: che opinione ha di Justin Kluivert?

"Sta crescendo molto, è arrivato giovanissimo in Under 21, quando poteva esser convocato in U19 ma si vedeva che c’era talento. Ora sta facendo un percorso importante nella Roma."

Fonseca sta lavorando bene con lui? Ha visto le ultime partite della Roma?

"Kluivert è un grande talento, lo sta dimostrando anche nel campionato italiano. Fonseca sta lavorando molto bene sia con lui che con la sua squadra. Nelle ultime settimane ho visto alcune partite della Roma, specialmente quelle in cui cui c’era Justin in campo e ho visto un giocatore che sta imparando in fretta."

Qual è il vero potenziale di Kluivert?

"Non c’è molto da attendere, ha grandi qualità per affermarsi in Italia. I tifosi stiano tranquilli, manca poco."ma calcistico sta offrendo molti talenti.in questo momento. Per esempio la nostra U17, che sta giocando un ottimo mondiale in Brasile ed è approdata alle semifinali."

Cos’è successo a Karsdorp? Come mai ha fallito in giallorosso?

"Ha avuto un gravissimo infortunio, questo è il principale motivo per cui non ha funzionato la sua storia con la Roma. Ora è tornato al Feyenoord, un ambiente che conosce e dove può rilanciarsi. Infatti è tornato a giocare con una discreta continuità."

De Ligt ha avuto un inizio complicato in Serie A: quali sono le ragioni?

"E’ giovanissimo, ha bisogno di imparare, di ambientarsi, deve conoscere meglio il calcio italiano. Stiamo parlando però di un giocatore forte, molto forte, anche pericoloso quando va all’attacco. Ma ha bisogno di tempo."

Qual è il segreto della rinascita del calcio olandese, dopo anni complicati?

"Molto semplice, c’è stato un ricambio generazionale: i fenomeni di un tempo si sono ritirati tardi e hanno lasciato campo ai nuovi. Magari ci sono meno talenti, ma abbiamo ottimi prospetti, sui quali stiamo lavorando con i nostri tecnici. Non c’è nessun segreto, solo il lavoro fatto e che continueremo a fare."

Ci può suggerire qualche talento olandese? Noi stiamo seguendo con attenzione le gesta di Myron Boadu dell’AZ.
"Myron è molto forte, ma il nostro panora"


Spinazzola, nuovo ko muscolare: la lista degli infortuni sale a 17

IL MESSAGGERO - TRANI -  Si interrompe la striscia di successi in campionato, si allunga quella delle presenze in infermeria. Bilancio aggiornato al Tardini, prima della pausa per gli impegni delle nazionali. Gli infortuni, con il 4° stop di Spinazzola, diventano 17: 12 muscolari e 5 traumatici. Il numero non conta per la scaramanzia e nemmeno per qualche altra (triste) trovata fuori dal tempo e dal contesto. Quei 17 ko pesano solo per Fonseca che, dall'inizio della stagione, convive con l'emergenza. Sotto la lente di ingrandimento, a Trigoria, ogni singolo caso. Ma a quanto pare non basta. L'ultimo esempio, la resa del terzino a metà del 1° tempo della partita contro il Parma, riapre il dibattito sulla gestione e sul recupero dei giocatori che si fermano, improvvisamente recuperano e rientrano in campo solo per qualche minuto. Partono e tornando indisponibili. Spinazzola non potrà rispondere alla chiamata di Mancini in Nazionale, a differenza di Florenzi, capitano non giocatore della Roma (sesta esclusione consecutiva) e comunque convocato dal ct azzurro che lo considera punto fermo del gruppo.
Niente Coverciano, dunque, per il compagno che, esentato per precauzione dalla trasferta in Germania (affaticamento al flessore sinistro: l'ecografia ha escluso la lesione) e di nuovo titolare al Tardini. A quanto pare, nessun rischio. Adesso, però, è vero il contrario. Il terzino si tocca la coscia già dopo 10 minuti e si arrende dopo 25. La gamba è la destra: la diagnosi, insomma, esclude la ricaduta. Come accadde il 20 ottobre a Cristante: stop dopo 5 minuti. Il distacco del tendine non c'entra con il fastidio di un paio di giorni prima. Zappacosta avrebbe dovuto invece giocare il derby: gli bastò il riscaldamento per farsi male al polpaccio. Oggi come ieri: dalla prevenzione alla superficialità. In controtendenza Pastore che, pure se stremato alla méta, ha contato 6 match di fila da titolare. Con la benedizione di Petrachi: «Merito di Fonseca per come lo ha gestito e come ci ha lavorato. E della società che, quando ci ha chiesto di rimanere, gli ha risposto «Va bene, adesso giocati le tue chance, però cerca di dare quel contributo che tutti si aspettano». Uno con le sue qualità e quello stipendio deve saper portare la croce addosso. E' ritrovato, non si deve fermare».


Turnover complicato e sgradito al tecnico: così Dzeko & Co. hanno pagato la fatica

IL MESSAGGERO - FERRETTI - E' sempre una pessima notizia quando perdi la partita e il tuo miglior uomo in campo è stato il portiere. In questi casi, lo suggerisce la logica, non puoi, anzi non devi accampare alcun tipo di alibi per spiegare la sconfitta. A Parma, la Roma ha infilato il secondo ko consecutivo della stagione, il terzo in totale, pagando la bravura degli avversari e, soprattutto, le proprie debolezze. Fisiche, soprattutto. I giallorossi sono apparsi stanchi, assai poco brillanti, scarsamente reattivi. Prima o poi, la fatica per i tanti impegni ravvicinati si doveva far sentire e a Parma se ne è avuta l'amara conferma. Troppi elementi, non solo quelli meno giovani, hanno infilato una prestazione insufficiente non tanto per l'impegno quanto per la (in)capacità di incidere sulla partita.

Paulo Fonseca non ama il turnover e, quindi, al Tardini ha confermato per dieci undicesimi la squadra che giovedì sera aveva perso a Moenchengladbach, con il solo Spinazzola al posto di Santon. Solo che l'ex atalantino si è presto (ri)fatto male, e così Santon è stato costretto a entrare già nel primo tempo. La stessa Roma di Germania, insomma. E pensare che il portoghese, vista la gente che aveva in panchina per ogni reparto, avrebbe potuto optare per una soluzione diversa: invece si è fidato dei soliti noti, ma non è stato ripagato. Ci si aspettava molto di più da chi era delegato a far gol, ma anche da chi avrebbe dovuto aiutare il gruppo a preparare la fase di finalizzazione. Sono mancate tante cose contro un Parma basso e abile nelle ripartenze. E soprattutto con una forza nelle gambe nettamente superiore a quella della Roma. Alla quale si chiedeva un ultimo sforzo prima della sosta, dopo il tanto giocare delle settimane precedenti, ma forse le si è chiesto troppo.

VECCHI E GIOVANI - Ovviamente nessuno sa cosa sarebbe accaduto se la Roma si fosse presentata al Tardini in una veste diversa, ma il dubbio che la squadra abbia pagato tanto (troppo...) i propri limiti di tenuta atletica resiste con forza. Dzeko, ad esempio, si è visto solo quando ha ripreso duramente questo o quel compagno, ma lui non può riposare non essendoci alternative. Kolarov è in debito di ossigeno, Pastore non è sembrato quello scintillante di una settimana fa: i meno giovani, dicevamo, hanno faticato più di altri che non possono e non devono sentirsi esenti da responsabilità. Anzi, proprio per essere più giovani avrebbero dovuto dare un contributo diverso, maggiore. Ha perso la Roma, in sintesi; non hanno perso questi o quelli. Ed è complicato nascondere la delusione.


La Roma scende dal podio

IL MESSAGGERO - TRANI - La Roma si ferma in Emilia. Non c'è da stupirsi, senza benzina viaggiare è impossibile. Così, dopo i 3 successi in campionato, stop pure in serie A dopo essere caduta giovedì in Europa League. I giocatori di Fonseca entrano al Tardini con la lingua di fuori e il Parma ne approfitta: 2-0. I giallorossi, insomma, fanno cilecca e scivolano fuori dalla zona Champions, retrocedendo dal 3° al 6° posto, dietro alla Lazio terza, al Cagliari quarto e all'Atalanta quinta (stessi punti, ma avanti per lo scontro diretto). Il 2° ko di fila (3° stagionale), pesa dunque in classifica come quello in Germania (perso il primato nel gruppo J per l'attuale 3° posto).

GRUPPO SFINITO - Esausti i big, a meno di 3 giorni dalla sfida al Borussia Park: Kolarov, Pastore e Dzeko ormai camminano. Ma Fonseca chiede pure a loro, testimonial della risalita in classifica, l'ultimo sforzo prima della sosta per gli impegni delle nazionali. Fiducia, dunque, al gruppo della ricorsa. Agli interpreti su quali, dal 24 ottobre e quindi da 18 giorni, ha insistito nella full immersion di 6 partite. Appena 15 giocatori, contando anche Cetin, squalificato per la trasferta in Emilia, Perotti, schierato solo in un caso dall'inizio, Santon, unica alternativa rimasta a Spinazzola, e Under, finora usato solo in corsa. Il capitano Florenzi, invece, ormai è panchinaro. Gli 11 di Parma sono attualmente i titolari, i migliori del momento che però non ce la fanno più. Azzerato o quasi il turnover: solo un cambio, come contro il Milan, quando è iniziata la striscia vincente in campionato che si è interrotta al Tardini. Entra, dopo la gara in Germania, Spinazzola per Santon, novità che dura mezzo tempo. Fuori il primo, di nuovo dentro il secondo. Staffetta tra terzini, a destra, ovviamente non scadenzata in partenza. Ferita, in contemporanea, pure per Fazio che rimane in campo con vistosa fasciatura alla testa.

ESIBIZIONE IN ALTALENA - Spinazzola si arrende nella fase del match in cui la Roma ha cominciato a rallentare, lasciando l'iniziativa al Parma e anche qualche ripartenza all'ex Gervinho che si fa male prima dell'intervallo, lasciando il posto a Sprocati che cambierà la storia del match (l'ex biancoceleste regalerà il sorpasso alla Lazio). Rischia inizialmente poco o niente Pau Lopez, chiamato a deviare solo il tiro di Cornelius, sporcato da Fazio e Kluivert, i giallorossi più pericolosi nel 1° tempo. Girata di testa a lato del difensore, conclusione centrale dell'attaccante (unica nello specchio della porta e nel finale).

ASSALTO INUTILE - La Roma accelera nella ripresa e schiaccia il 4-3-3 di D'Aversa. Kluivert, capace di sacrificarsi nei rientri, ribalta l'azione insieme con Zaniolo e Pastore. Veretout spinge in avanti e recupera dietro. Kolarov colpisce il palo su punizione, Sepe vola sul tiro di Pastore, richiamato poi in panchina. Entra Under per il 4-2-4, con Zaniolo adesso in linea con Dzeko. La nuova distrazione di Fazio regala il vantaggio al Parma proprio quando i giallorossi sono in pieno controllo (60 per cento il possesso palla): Sprocati, libero in area, gira sul palo scoperto. Ecco Diawara per Fazio, Mancini torna dietro, accanto a Smalling. I cambi di D'Aversa sono più efficaci: Barillà per Scozzarella e Bruno Alves per Gagliolo. A fine recupero, palla persa da Kluivert e raddoppio di Cornelius. I giallorossi, invece, fanno cilecca: 3° match senza far gol, dopo quelli contro l'Atalanta e la Sampdoria (1 punto in 3 gare).