Fonseca ha trovato la via per tornare in Champions

GAZZETTA DELLO SPORT - La zona Champions è solo un punto: considerando la situazione di qualche settimana fa, tra infortunati e morale non proprio alle stelle, già questa è una vittoria di Fonseca. Perché il tecnico è riuscito a mantenere la barra dritta nei momenti peggiori.

La prima cosa che ha preteso da se stesso e dal suo staff è che la Roma avesse una buona forma atletica. Al netto di tanti infortuni, alcuni prevedibili visto lo storico di certi calciatori, altri meno, Fonseca vede una squadra che sa correre fino al 90’, in cui non ci sono problemi nel fare uno strappo in più. La Roma è all’11° posto in campionato per km percorsi (al primo c’è l’Inter di Conte), ma è nettamente migliorata nelle ultime settimane e sembra sempre in progressione. Merito, anche, di un atteggiamento mentale che a Trigoria non si vedeva da un po’. Fonseca è stato bravo nel far sentire tutti coinvolti.


Il borsino che non ti aspetti: Pastore ride, Florenzi riflette

GAZZETTA DELLO SPORT - Uno è la faccia allegra di questa Roma, l’altro invece ha il volto malinconico. Roma-Milan di domenica pomeriggio ha regalato a Fonseca un Pastore rinato e un Florenzi rimasto in panchina per 90’ per scelta tecnica. Una rarità, soprattutto per un capitano. Altre considerazioni saranno poi fatte in futuro, perché è inevitabile che non faccia piacere essere un capitano dal consenso non unanime.

Pastore invece ha trasformato i fischi in applausi. I numeri della partita contro il Milan sono i migliori della sua storia in giallorosso: è stato il calciatore che ha corso di più (11,727 chilometri), quello che ha recuperato più palloni (8) e quello che ha subìto più falli (5). Dopo un’estate complicata dai problemi fisici, l’argentino e la Roma hanno scelto di evitare le amichevoli, lavorare sul fondo e riconsegnare così a Fonseca un giocatore integro.


S.O.S. infermeria, Pellegrini torna tra un mese

LA REPUBBLICA - PINCI - L’emergenza continua. E la sensazione è che l’esperimento sin qui felicissimo di Gianluca Mancini a centrocampo troverà continuità almeno per un altro mese. La certezza è arrivata ieri quando Amadou Diawara e Lorenzo Pellegrini si sono sottoposti a visite per controllare a che punto fosse la guarigione dai rispettivi infortuni. Visite positive ma nessuno dei due rientrerà prima della sosta di metà novembre. Tradotto: per entrambi la speranza più ottimistica è di averli in campo a Brescia, il 24 novembre.

Pellegrini, uno dei leader della Roma (decisivo fu anche per la permanenza di Dzeko) tornerà a correre sul campo la prossima settimana: aveva sperato di anticipare i tempi, forzando per rientrare a Parma, ma è stato sconsigliato, per evitare ricadute dopo la frattura al piede. Intanto la Roma tratta per rinnovare il suo contratto eliminando la clausola da 30 milioni: l’Inter è in agguato.

A questo punto il centrocampo avrà soluzioni e numeri contati almeno per le prossime quattro partite: domani a Udine e sabato col Napoli, spazio ancora a Mancini-Veretout. Riflessioni in corso sugli svincolati Rodwell e Buchel: con due gare ravvicinate adesso e poi l'Europa League in cui potrebbero essere schierati perché non in lista, sarebbero utili per una sola partita da qui al rientro dei big. E dopo potrebbero risultare superflui. Intanto è tornato ad allenarsi Under: almeno lui, col Napoli, proverà ad esserci.


Niente svincolati, promosso Mancini a centrocampo

IL TEMPO - BIAFORA - Grazie per la disponibilità, ma non abbiamo bisogno di voi. E' stato più o meno questo il succo del discorso fatto dal direttore sportivo Petrachi a Buchel e Rodwell, che da giovedì della scorsa settimana sono stati in prova a Trigoria.

I due centrocampisti, che l’anno passato hanno indossato le maglie di Empoli e Blackburn, sono svincolati e la Roma aveva pensato di tesserare uno dei due per tamponare l'emergenza che si era creata con i lunghi stop di Diawara, Pellegrini e Cristante. Dopo diversi test fisici e tecnici i giallorossi hanno deciso però di non mettere nessuno dei due sotto contratto, preferendo puntare sulla soluzione Mancini. L'ex atalantino ha convinto tutti nell’interpretare il ruolo di mediano contro Borussia e Milan, due partite dove ha mostrato grande personalità ed applicazione tattica. Fonseca e Petrachi hanno quindi deciso di dare fiducia a Mancini.

 

 


La traversata di "Ibra" Darboe: da 15enne solo sul barcone a promessa romanista in Serie A

LA REPUBBLICA - PINCI - Dal Mediterraneo all’Olimpico, dalla traversata della speranza alla Serie A. Per ora soltanto dalla panchina, ma chissà cosa riserva il futuro a Ebrima Darboe, talento di 18 anni della Primavera della Roma che mister Fonseca ha voluto convocare per l’incontro dei giallorossi contro il Milan, domenica sera.

Quando Ebrima mise piede per la prima volta in Italia, nel 2016, era un quindicenne partito dal Gambia — dov'è nato nel 2001 — lasciandosi alle spalle una mamma vedova, sorelle e fratelli, gli amici dell’accademia sportiva con cui condivideva il sogno di diventare un calciatore professionista. In Sicilia era arrivato dalla Libia via mare, su uno dei tanti barconi che partono senza la certezza di arrivare: qui non aveva familiari, nemmeno amici. Migrante solo e minorenne, è finito a Rieti con il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), grazie a cui ha trovato una stanza, nuovi amici, una scuola. E una squadra: la prima, visto che nel suo Paese non ci sono tornei per piccoli club giovanili.  Sabato, appena ha saputo di essere convocato per la prima volta con la Roma dei grandi, ha preso il telefono e ha composto il numero di Massimo Masi, il presidente della Young Rieti, la squadra che ha cambiato la sua vita: «Era commosso, ma lui si commuove sempre. Stavolta lo ero anche io, sembra un film», racconta oggi Masi. «Mi ha detto: Massimo, non mi sembra vero, ti ricordi da dove siamo partiti? Io la Serie A la guardavo in tv».

Quando Darboe arrivò era molto magro, ma già bravissimo: «Una tecnica incredibile, la palla sempre incollata al piede», racconta Francesco Sponardi, che a Rieti era il suo allenatore. Un gol dietro l’altro e un soprannome impegnativo: «Lo chiamavamo Ibra. Non per Ibrahimovic, era più facile di Ebrima. Ma a lui riempiva di orgoglio essere chiamato come una star del calcio». Ci è voluto tempo per tesserarlo, ma fin da subito s’era capito che quel ragazzo era speciale: «Lo Sprar mi chiese di accogliere alla scuola calcio alcuni dei loro ragazzi: lui però era diverso. Abitavano tutti nelle loro case-famiglia, Ebrima si è integrato rapidamente, ha imparato subito l'italiano, aveva voglia di studiare. E di giocare». L'allenatore ha lavorato sul suo fisico esile, lo portava a fare pesi e organizzava con la squadra barbecue in giardino per fargli mangiare carne: «Per strutturarsi aveva bisogno di proteine». In campo invece lo lasciava libero: «Facemmo un torneo ad Acquasparta ed Ebrima ci trascinò. Il giorno della finale però lui faceva il Ramadan, alla fine era stremato e perdemmo».

Quel torneo fu rivelatore: dopo un tam tam tra gli osservatori lo volevano l’Entella e il Pescara. Poi spuntò la Roma, grazie a dei talent scout che lo segnalarono all’ex responsabile delle giovanili, Massimo Tarantino. Dall’estate del 2018 Darboe è a Trigoria, sede della Roma, dopo lunghe pratiche per il tesseramento (per la firma con un club professionistico serviva il visto della Fifa). Da attaccante è diventato centrocampista, vive nel pensionato della società giallorossa, frequenta il college istituito dal club, ha nuovi amici, ma la residenza è ancora a Rieti per il progetto Sprar. Che però scadrà a dicembre: lui potrà restare in Italia grazie alla Roma, con cui a luglio ha firmato il primo contratto da professionista che gli permetterà di ottenere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. «Mi ha detto che tornerà a Rieti per passare il Natale con noi», racconta il presidente Masi. Altri tre ragazzi che erano con lui oggi sono al Perugia, tutti gli altri hanno dovuto percorrere altre strade: pizzaioli e meccanici. Ebrima non sa ancora chi sarà da grande. A 18 anni, però, inizia a sentire davvero di potercela fare.


Conferenza Stampa Fonseca: "Mi aspetto una partita difficile. Dobbiamo essere ambiziosi"

Paulo Fonseca, tecnico della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro l'Udinese:

Under è tornato in gruppo. E’ pronto per domani?
"Sì lo è, si è allenato con la squadra gli ultimi giorni ed è pronto".

L’Udinese è reduce dai sette gol contro l’Atalanta. Che avversario è?
"Non abbiamo rivisto quella partita, che è diversa. L’Udinese è forte, hanno subito sei gol prima di questa gara. E’ una squadra forte, che difende compatta e bene. In contropiede sono fortissimi con i giocatori veloci e forti fisicamente. Mi aspetto una partita molto difficile".

Come nasce l’intuizione di Mancini mediano?
"Io ho pensato che in questa situazione di emergenza avevamo bisogno di un calciatore aggressivo in quella posizione, ma anche uno col passo forte. Mancini è forte nella costruzione, era la miglior soluzione in questo momento".

Florenzi è un calciatore completo, ma non è nel suo momento migliore. Che cosa gli sta mancando per tornare ai massimi livelli?
"Florenzi è il nostro capitano, è un bravissimo giocatore e si allena sempre forte. Nelle ultime due partite io ho pensato ad altre soluzioni per la squadra. Non ha giocato, ma giocherà in futuro sicuramente, non è un problema, solamente un’opzione".

In difesa ha tante scelte. Kolarov può riposare?
"No (ride, ndr)".

Quali sono le condizioni di Mkhitaryan?
"Sta crescendo, migliorando. E’ un processo lento e ci vogliono un po’ di giorni. Penso che non sia così lontano il suo rientro".

Che cosa aggiunge il rientro di Under? Che soluzioni in più ha?
"Under è pronto, ma non per giocare dall’inizio. La sua condizione fisica non è al meglio. Lui può giocare in diverse posizioni, largo o stretto. E’ veloce, che ha profondità e può essere importante in molti momenti della partita. Come è normale non è pronto per giocare 90 minuti".

Pastore viene da una serie di partite consecutive e Perotti ha giocato molto. Possono riposare?
"No, qui nessuno può riposare (ride, ndr). Non sto pensando a cambiare, la squadra ha fatto una buona partita sia contro il Borussia che contro il Milan. Non credo che cambierò molto".

La Roma ha fatto due gol su calcio d’angolo ed è pericolosa su punizione. E’ uno schema che state provando o è una casualità?
"Non è una casualità. Abbiamo giocatori forti di testa in questo momento, come Mancini, Smalling, Fazio e Dzeko. E’ un momento della partita che dobbiamo valorizzare, penso che dovremo continuare a farlo. Abbiamo giocatori fortissimi su palla ferma".

Che tipo di lavoro ha dovuto fare sulla testa della squadra?
"Noi dobbiamo essere una squadra ambiziosa, non l’ho vista contro la Sampdoria. Ne ho parlato con tutti perché è importante la mentalità e giocare per vincere. Chi gioca in questo club non deve pensarla diversamente. Adesso è importante che loro capiscano che è necessario lottare, correre ed avere l’ambizione di vincere sempre. E’ la cosa più importante per me".

Qual è il pericolo più grande in questo momento al di là degli infortuni?
"Non solamente in questo momento, ma sempre. Bisogna pensare che è importante vincere sempre. Il passato è passato e dobbiamo pensare alla prossima partita con l’Udinese. E’ vero che io sento la squadra che gioca insieme, ma non abbiamo vinto niente. E’ pericoloso pensare che vincere contro il Milan è normale, dobbiamo pensare con ambizione, non come se avessimo fatto già tutto, perché non è vero".

Può fare una valutazione sulla Serie A?
"Il campionato è troppo difficile. Tutti hanno qualità, le ultime possono vincere con le prime, è sempre molto difficile vincere qui le partite. E’ vero che abbiamo una squadra forte, ma è molto difficile vincere. Bisogna giocare sempre al limite, ogni partita è una storia diversa. Dobbiamo lavorare molto sulla tattica perché giochiamo contro moduli diversi. E’ molto difficile vincere qui una partita".

L’Udinese è molto bloccata. Ha paura di una gara molto chiusa con la necessità di aprirla come Sampdoria-Roma?
"Mi aspetto un gioco completamente diverso rispetto al Milan. Mi aspetto una squadra compatta, corta e aggressiva. E’ difficile giocare se non abbiamo spazio. La partita con l’Udinese è difficile. Che possiamo fare? Lottare e correre e poi abbiamo la parte tattica che abbiamo preparato per essere efficaci".


Conferenza Stampa Tudor: "Domani daremo tutto contro la Roma. Non siamo quelli di Bergamo"

Igor Tudor, tecnico dell'Udinese, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Roma:

Come si riparte dopo una batosta del genere?
Abbiamo parlato poco e ci siamo assunti le nostre responsabilità. Domani vogliamo fare una bella prestazione, questo è l’obiettivo. I ragazzi sono dispiaciuti e arrabbiati, domani daranno tutto per fare bene contro la Roma”.

Come sta la squadra dal punto di vista fisico?
Le due partite in tre giorni vengono giocate sia da noi che da loro. Non cambia niente”.

In gare come quella contro l’Atalanta, come si reagisce in campo?
Quel secondo tempo non ha spiegazioni valide. I giocatori hanno fatto vedere cose importanti quest’anno e lo faranno ancora. Il secondo tempo contro l’Atalanta è stato un episodio bruttissimo ma sono convinto che la squadra non sia quella”.

Come si riesce a giocare per tutta la gara come la prima mezz’ora contro l’Atalanta?
Fino al cartellino rosso ero molto contento. Questo mi da fiducia perché quei 30 minuti sono stati ottimi. Dobbiamo ripartire da quelli e fare le nostre partite”.

Che Roma si aspetta?
Loro giocano sempre in modo molto simile dal punto di vista del gioco e dello sviluppo. Sono penalizzati dagli infortuni ma hanno una squadra molto forte, con giocatori importanti. Penso che domani non sarà facile per loro. Dzeko ha grande qualità”.

Come sta Lasagna?
Oggi nessuno sta bene ma domani dovranno essere tutti al top. Per quel che riguarda Kevin è un fuoriclasse nell’attaccare lo spazio. Quando riesce a scattare, come ha fatto con Fiorentina, inter e Milan è pericoloso. È arrivato spesso davanti al portiere ma non è riuscito a segnare”.


Gazzetta dello Sport Official Media Partner dell'AS Roma fino a giugno 2021

L'AS Roma e La Gazzetta dello Sport annunciano una partnership fino a giugno 2021 che vedrà il primo giornale sportivo più diffuso in Europa e in Italia come Official Media Partner della società giallorossa.

“L’accordo con la AS Roma è per la Gazzetta  una tappa importante del processo di espansione del giornale, che rafforza così il primato assoluto nella stampa sportiva sia in edicola che digitale”, ha commentato Stefano Barigelli condirettore de La Gazzetta dello Sport.

Con la partenza del campionato 2019-20 La Gazzetta dello Sport è sempre più vicina alla Roma e a tutti i suoi tifosi che tutti i giorni potranno trovare sul quotidiano in edicola  una copertura sempre più completa e approfondita sulla loro squadra, con curiosità, notizie, inchieste e interviste.

A questo si sommerà il ruolo di Gazzetta.it con un’informazione digitale tempestiva e puntuale con un aumento dei contenuti dell’ultima ora che rispondono ai bisogni dei tifosi  e alla loro esigenza crescente di mobilità.

Seguirà nei prossimi mesi una serie di iniziative di cross promotion verso i lettori di Gazzetta e i tifosi giallorossi.


I 20 convocati di Fonseca per l'Udinese. Torna Under

Paulo Fonseca, tecnico della Roma, ha scelto i 20 giocatori che domani affronteranno l'Udinese. Rientra tra i convocati Under, completamente recuperato dall'infortunio:

Portieri:
Pau Lopez
Mirante
Fuzato

Difensori:
Smalling
Kolarov
Çetin
Fazio
Mancini
Florenzi
Spinazzola
Calafiori
Santon

Centrocampisti:
Veretout
Zaniolo
Pastore

Attaccanti:
Perotti
Dzeko
Ünder
Antonucci
Kluivert

 


Allenamento Roma, rifinitura in vista dell'Udinese. Fastidio muscolare per Juan Jesus

La Roma si è allenata quest'oggi a Trigoria per sostenere la rifinitura in vista del match di domani contro l'Udinese. La squadra ha cominciato con lo studio degli avversari in sala video, per poi spostarsi sul campo per il lavoro atletico e tattico.
Continuano il lavoro individuale per recuperare dagli infortuni i vari Diawara, Pellegrini, Zappacosta e Mkhitaryan.
Problemi fisici anche per Juan Jesus, che si è fermato durante l'allenamento per un fastidio muscolare e domani non sarà della gara.


Balbo: "Sarà una gara combattuta. Ho bellissimi ricordi sia di Roma che di Udine"

Abel Balbo, ex attaccante che ha giocato sia nella Roma che nell'Udinese, ha parlato del prossimo match di campionato tra le due squadre ai microfoni di udinese.it:

Che partita ti aspetti? 
“Ogni gara ha una sua storia e i punti in palio sono pesanti. L'Udinese vuole fare bella figura in casa, si esalta contro le grandi e vuole dare una svolta alla sua stagione. La Roma è tra le prime 5 della classifica e vuole scalare le posizioni. Sarà una gara combattuta a centrocampo e i due reparti offensivi posso offrire giocate spettacolari”. 
 
Come è cambiato il tuo calcio da quello di oggi? 
All'epoca si giocava con la marcatura a uomo, era un calcio più maschio. Anche l’aspetto dei media era diverso, meno assillante di oggi. Non c'erano tutte queste telecamere in campo. Oggi gli arbitri sono più severi e ci sono regole più rigide che hanno reso più spettacolare il match anche dal punto di vista tecnico. Nel campionato italiano è sempre difficile fare gol. Con l'Udinese ho avuto gloria e fama, ho vinto un titolo di cannoniere in serie B segnando 22 gol e ho realizzato il sogno di giocare in Serie A”. 
 
Hai fatto la differenza da subito! 
Quando arrivai all'Udinese, in quegli anni, in Italia c'erano i giocatori più forti al mondo e per me firmare un contratto con un club italiano e giocare in Serie A era un sogno. Figuriamoci quando fui convocato in Nazionale, che emozione! I difensori italiani dell'epoca non ti facevano respirare. Ho amato Udine subito perché la famiglia Pozzo ha creduto in me e poi con il Patron Gianpaolo ho sempre avuto un rapporto diretto, mi ha dato tanto anche in termini di valori umani. Fare gol in A come in B non era facile, dovevi fare la differenza. Oggi è cambiato il calcio, ma per fortuna ci sono società come l'Udinese ma anche la Roma stessa che hanno un occhio di riguardo per il settore giovanile e investono tante risorse”. 
 
E sulla Roma che ricordo hai? 
Bellissimo. Anche a Roma. Il presidente Sensi come del resto la sua famiglia mi hanno fatto sentire a casa. Poi ho vinto uno Scudetto e una Supercoppa Italiana. In altre piazze ho continuato a vincere come a Parma la Coppa Italia e la Coppa Uefa”. 
 
Pronostico? 
Difficile dire chi possa vincere, ma le due squadre sapranno offrire un grande spettacolo. Di una cosa sono certo, vorrei giocare ancora con l’Udinese e segnare un gol alla Dacia Arena e andare ad esultare sotto la Curva Nord. Ai miei tempi, nel vecchio stadio si facevano i chilometri per andare a gioire con i tifosi”.


Ag. Buchel: "La Roma ha deciso di non fare un'operazione in più. Ma non siamo delusi"

Alessandro Luci, agente di Marcel Buchel, ha parlato ai microfoni di tuttomercatoweb.com dei provini sostenuti dal suo assistito con la Roma e del perchè i giallorossi abbiano deciso di non tesserarlo:

"Diawara tornerà settimana prossima, quindi la Roma ha deciso di rimanere così. In più c'è stato un riscontro importante da parte di Mancini, i giallorossi hanno deciso di non fare un'operazione in più".

Com'è nata l'idea di Büchel alla Roma?
"Nel momento in cui c'è stato l'ennesimo infortunio, ho avuto l'idea di sentire Petrachi. Lui mi ha dato la disponibilità per provare Marcel".

Delusi?
"No, anzi, è stata una buona situazione per allenarsi, capire a che punto è della preparazione. Ha fatto una settimana, test di idoneità fisica e atletica, il ragazzo è integro e sta bene, ha 28 anni, vuole una nuova avventura e potrebbe dare una mano a varie squadre per completare l'organico".