Giudice Sportivo, Florenzi e Kolarov entrano in diffida
Il Giudice Sportivo, come pubblicato sul sito legaseriea.it, ha reso nete le proprie decisioni dopo l'ultima giornata di campionato.
Per la Roma nessuno squalificato, con Florenzi e Kolarov che entrano in diffida avendo ricevuto la quarta sanzione della stagione (Florenzi con ammenda di 1500 euro in quanto capitano). Sesta sanzione, proteste nei confronti del direttore di gara, per Mancini. Terza e seconda sanzione, rispettivamente, per i centocampisti Diawara e Veretout.
Bryan Cristante rinnova fino al 2024
L'AS Roma è lieta di annunciare che Bryan Cristante ha rinnovato il contratto con il Club fino al 30 giugno del 2024.
“Sono contentissimo di aver rinnovato”, ha dichiarato il centrocampista giallorosso. “Questo è il posto in cui voglio stare per crescere ancora: mi piace il progetto che stiamo sviluppando, secondo me porterà a ottimi risultati”.
Cristante, classe 1995, è arrivato nella Capitale nell’estate del 2018, collezionando finora 54 presenze e cinque gol.
“Conoscevo le qualità tecniche di Cristante già prima di venire alla Roma”, ha dichiarato il direttore sportivo Petrachi. “Una volta arrivato qui, ho avuto modo di apprezzarne i valori e la dedizione al lavoro quotidiano”.
Allenamento Roma, lavoro atletico e tattico. Cristante svolge tutta la sessione con il gruppo
La Roma è tornata ad allenarsi questa mattina in vista del big match di domenica contro la Juventus. La sessione è stata incentrata sul lavoro atletico e quello tattico. Ha lavorato in gruppo Cristante, che potrebbe essere convocato già domenica.
Individuale per Fazio, Pastore, Santon e Zappacosta. Spinazzola non si è allenato a causa di un virus influenzale, mentre non sono al meglio Mikhitaryan e Zaniolo.
Calabresi: "Spero di diventare uomo e calciatore come De Rossi. Pellegrini un amico vero"
Arturo Calabresi, cresciuto nel settore giovanile della Roma ed oggi all'Amiens in prestito dal Bologna, ha parlato in un'intervista per il sito gianlucadimarzio.com di Daniele De Rossi e Lorenzo Pellegrini:
"Daniele De Rossi è l’uomo e il calciatore che spero di diventare. Non ha mai avuto bisogno di atteggiamenti da bullo per rivendicare il suo carisma o il suo ruolo. L’attenzione che mette nei confronti del prossimo è la cosa che mi porto di lui sempre. Ho sempre tifato per la Roma. ndavamo nei distinti. I primi ricordi sono dell’anno dello scudetto, gli ultimi quello dello scudetto mancato con Ranieri allenatore: che silenzio quel ritorno in motorino dopo la beffa di Roma-Sampdoria. Da calciatore è la squadra che mi ha formato. Poi hanno fatto altre scelte, ma non è uno scandalo. Mica sono diventato Van Dijk dopo essere andato via. Per la mia crescita era razionale tagliare il cordone ombelicale. Debutto col Bologna? Un pomeriggio incredibile. Ero come in una bolla. La prima cosa che ho fatto in campo è stato dare una mazzata a Lollo (Lorenzo Pellegrini, ndr). Un amico vero. La persona più permalosa che conosca, ma anche una di quelle a cui voglio più bene".
Dzeko: "Spero di segnare, ma ora abbiamo bisogno di punti. Contro il Torino non siamo stati al nostro livello"
Edin Dzeko, attaccante della Roma, ha parlato ai microfoni di Sky Sport durante l'evento Pitti Uomo a Firenze:
Che ricordo hai del tuo primo gol con la Roma alla Juventus?
“Mi ricordo di più l’esultanza perché mi è venuta spontanea. Non mi aspettavo di fare gol, perché la palla di Iago non era perfetta. Era importante ed emozionante, perché è stato il primo gol. Subito contro la Juve”.
Da allora sono diventati 97, tanti…
“Sì, ma potevano essere di più”.
Il numero 98 domenica?
“Speriamo, ma ora abbiamo più bisogno di punti che di un gol di Dzeko. Ne ho fatti tanti e ne spero di farne più in futuro”.
Cosa speri di rappresentare per i giovani?
“Sono uno dei più vecchi, con Mirante, Fazio e Aleks. Proviamo sempre a dare consigli giusti ai ragazzi di grande talento che devono dare di più in allenamento e in partita”.
Hai segnato un altro gol alla Juve, quello dello scorso anno. Cosa ricordi?
“Era in contropiede all’ultimo minuto. In quel momento si parlava troppo di me, ma pensavo solo a giocare. Mi ricordo solo la vittoria, i gol e le parate di Mirante”.
Oggi avete 10 punti di ritardo dalla Juve dopo la sconfitta con il Toro…
“Con il Torino non siamo stati al nostro livello. Nessuno di noi lo è stato. Ultimamente abbiamo fatto grandi cose, come la vittoria a Firenze. Siamo tristi, ma non dobbiamo piangere. Abbiamo adesso una grande partite contro i campioni di Italia”.
Più dipendente la Roma da Dzeko o la Juve da CR7?
“Nessuna delle due, una squadra non può dipendere solo da un giocatore. Ronaldo è un grande giocatore, ma la Juve ha altri grandi campioni”.
Il tuo amico Kolarov ha rinnovato e potrebbe rimanere come dirigente. Tu ci hai mai pensato? Ti piacerebbe farlo?
“Sono un po’ più giovane di Aleks, sono contento che abbia rinnovato perché è un giocatore molto importante. Non ho pensato a fare il dirigente, lui lo vedo già in quel ruolo ma è ancora presto parlare di questo”.
Hai pensato vedendo l’Inter se fossi stato presente a Milano cosa sarebbe successo?
“No, sinceramente. Loro sono in alto meritatamente, lo abbiamo visto anche con il Napoli. Per il campionato italiano è una cosa buona avere questa competitività in vetta”.
Lesione femorale al retto della coscia sinistra per Mkhitaryan. Verrà monitorato giorno per giorno
Dopo lo scontro di gioco con il granata Meite, Mikhitaryan ha riportato una lesione femorale al retto della coscia sinistra; non quella precedentemente infortunata.
Le sue condizioni verranno monitorate giorno per giorno e dunque, per il match contro la Juventus, è ancora in dubbio.
Allenamento Juve, lavoro atletico e possesso palla
La Juventus è tornata ad allenarsi nella giornata di oggi alla Continassa in vista della Roma. La seduta è iniziale con una parte atletica, proseguendo poi con una lunga fase di possesso palla. A chiudere una partitella finale. Domani allenamenti mattutino.
La Roma non va di punta
IL MESSAGGERO - Un passo indietro, dunque. Irriconoscibile il timbro di Fonseca nella Roma andata ko con il Torino. Giusto l'atteggiamento del tecnico a fine partita che, pur evidenziando la serata storta del signor Di Bello, non ha usato l'arbitro per giustificare il 3° ko in questo torneo. Il portoghese ha invece elogiato la creatività dei suoi giocatori, capaci di 30 tiri verso la porta di Sirigu. Il dato, abbastanza fedele, rischia di coprire il principale limite della rosa giallorossa. L'attacco, nonostante i 12 marcatori diversi in campionato, dipende esclusivamente da Dzeko. Non c'è, pesando il rendimento di Kalinic, il suo vice. E nemmeno il suo partner. Petrachi deve prenderne atto e intervenire entro il 31 gennaio per l'aggiustamento della rosa in corsa.
L'attacco giallorosso non è da zona Champions: è il 5° della serie A, con 33 reti, le stesse segnate dal Cagliari sesto. Il vantaggio di Fonseca sull'Atalanta di Gasperini è solo in classifica e tra l'altro minimo: i nerazzurri, con 48 gol, sono i migliori del campionato. E anche la loro differenza reti (+23) è nettamente superiore a quella dei giallorossi (+14). Gli specialisti dell'Atalanta lasciano di sicuro il segno: Muriel 10 gol, Ilicic 9, Gomez e, nonostante il lungo periodo di inattività, Zapata 6. La Roma risponde con Dzeko che, però, è all'11° posto nella graduatoria dei cannonieri stagionali, fermo a quota 7. Dietro di lui niente o quasi: Kolarov 5 reti (2 su rigori), è l'altro finalizzatore scelto. L'esterno offensivo più concreto è Zaniolo con 4 gol. Kluivert ha almeno segnato 3 reti, le stesse di Mkhitaryan. Perotti è fermo a 2 (entrambe su rigore) e Under al 25 agosto, cioè al 1° gol stagionale giallorosso. Numeri che hanno, dunque, il loro significato.
Petrachi, prima le uscite. Il Genoa offre Pinamonti
IL MESSAGGERO - Il mercato è iniziato ma la musica per la Roma non cambia. Il ds Petrachi dovrà pensare prima alle uscite. C'è Kalinic che, al netto degli endorsement delle ultime ore di Fonseca e dei dirigenti, continua a deludere in campo e a rifiutare ogni destinazione: dopo Verona, Genoa e Newcastle, l'ultimo no al Bordeaux.
Confermata l'impossibilità di muoversi, se non attraverso prestiti, se non verranno ceduti i calciatori che non rientrano nel progetto tecnico. Juan Jesus ha ricevuto un paio di sondaggi dalla Fiorentina e dal Galatasaray, che a Trigoria ha chiesto informazioni anche su Perotti (che non vuole lasciare il club prima della scadenza del contratto) e Cetin. L'impressione è che il ds stia aspettando gli ultimi giorni del mese per strappare un prestito stile Smalling per il reparto avanzato. Intanto Nicola, nuovo tecnico del Genoa, domenica non ha nemmeno convocato Pinamonti. L'attaccante piace anche alla Fiorentina.
Allarme Roma, tanti tiri e pochi gol. E Dzeko segna sempre meno
LEGGO - BALZANI - La Befana della Roma porta (quasi) sempre carbone. Lo ha dimostrato il tonfo col Torino di domenica che mette a rischio il quarto posto e certifica un dato: solo 3 le vittorie nelle 10 ultime riprese dopo le feste natalizie.
Cabala a parte, il dato più preoccupante riguarda l'attacco fin qui autore di 33 gol. Pochi per un allenatore di vocazione offensiva. Nessuno ha segnato meno tra le prime sei della serie A. Più che un problema di gioco, però, c'è carenza di qualità. I dati, infatti, parlano chiaro. In campionato, la squadra di Fonseca ha totalizzato 213 tiri ma solo 116 in porta: in pratica servono sei conclusioni e mezzo per fare un gol. La Lazio segna una volta ogni 5,6, l'Atalanta ogni 5,5, l'Inter 5,2. Poca precisione quindi come accaduto col Torino quando da 31 conclusioni sono scaturiti 0 gol e 7 tiri in porta. L
'emblema dell'apatia da gol è ovviamente Edin Dzeko, nel bene e nel male. Senza i gol del bosniaco sono arrivati sette pareggi, 4 sconfitte e 3 vittorie. Nelle 10 volte in cui ha segnato, invece, ecco otto vittorie e due pareggi. Il problema è che Dzeko, rispetto alla concorrenza, segna poco. Nell'ultimo anno e mezzo appena 16 gol in 51 gare di campionato. Una media da 0,3 a partita. Pochi anche se non va trascurato il lavoro fuori dall'area di Edin. Immobile ne ha segnati 34 in 53 partite, una media di 1,6 a match. Numeri simili per Cristiano Ronaldo (34 in 46 partite), Lukaku (24 in 49, considerata la Premier) e Zapata (29 in 44). Alla Roma manca un vero bomber d'area di rigore, ma di fatto manca anche una spalla. Appena 9 spalmati su Under, Perotti, Kluivert, Pastore, Mkhitaryan e Kalinic. I dubbi di Petrachi su una squadra difficilmente migliorabile hanno una risposta: alla Roma serve un rinforzo di peso lì davanti visto che nessuno ha raccolto l'eredità da 10-12 gol stagionali di El Shaarawy. Si allontana Petagna ("Resto alla Spal") mentre Mariano Diaz ha lo scoglio ingaggio. Resta in ballo Politano e spunta Caputo.
Like di Totti contro Florenzi, poi la smentita
LEGGO - Frecciata o malinteso social? Il like anti-Florenzi di Totti ieri ha alzato un polverone. Tutto è nato dal “cuore” messo su Istagram dallo storico capitano a un commento di un tifoso che chiedeva la cessione di Florenzi. Dopo pochi minuti Totti ha tolto il “mi piace”, ma il pasticcio era fatto. Tanti tifosi hanno stigmatizzato l’atteggiamento di Francesco che ha chiarito: “Non ho mai messo “like” a quel commento di cattivo gusto. Ho profonda stima di lui, come amico e giocatore. I tifosi della Roma dovrebbero saperlo. Ciò che sto leggendo su articoli e social mi rattrista”. Florenzi ha risposto col sorriso: ‘Capitano, ora metto mi piace anche io”.
De Rossi lascia: «Sono triste»
GAZZETTA DELLO SPORT - Sapeva che avrebbe donato «una sola carriera alla Roma». Non sapeva che l'avrebbe dovuta lasciare prima del previsto. Sapeva che avrebbe amato solo un'altra squadra poi, cioè il Boca. Non sapeva che ci avrebbe giocato, lo ha capito col tempo e quando è rimasto a piedi. Un rapporto breve ma intenso con gli argentini, finito con qualche mese di anticipo, dicono, per incomprensioni con la nuova società (la cordata di Jorge Ameal guidata dal Mudo Riquelme tra i dirigenti). Daniele De Rossi dice addio al calcio.
Daniele ha dato alla Roma un'anima, parecchie fibre muscolari, caviglie, per non parlare delle presenze (616, solo Totti ha fatto di più) e dei gol (63). Ha regalato spessore, romanismo, romanità, senso di appartenenza. Al Boca non è andata benissimo, se parliamo di presenze (solo sette) con un gol (all'esordio, anche qui), ma è andata benissimo per come è stato accolto e per quello che ha rappresentato in pochissimo tempo. «E' un giorno triste», ha detto in conferenza stampa, dopo aver comunicato al club che avrebbe ripreso la strada di casa (dei campioni del mondo in attività è rimasto solo Buffon). «Non ho problemi fisici, ho solo voglia di tornare dalla mia famiglia. La mia figlia più grande è rimasta in Italia. E una ragazza ha bisogno che suo padre le sia vicino. A Baires siamo lontani, fare quattordici ore di volo non è come andare in auto da Trigoria a casa mia. Se avessi avuto venticinque anni avrei deciso altro. E' un giorno triste avrei voluto giocare altri dieci anni. Il mio futuro è tracciato farò l'allenatore e studierò nei prossimi mesi. La Roma è stata la mia vita, non pensavo di amare un'altra squadra come è successo con il Boca. Sarò sempre parte di questo club. Potrei avere aperto una strada, spero che altri calciatori europei possano venire qui».