Giulini, pres. Cagliari: "Non vedo l'ora di rivedere Cragno, ma Olsen sta giocando alla grande"

Tommaso Giulini, presidente del Caglairi, ha parlato ai microfoni di Sky Sport di Robin Olsen, portiere arrivato in prestito dalla Roma che sta sostituendo l'infortunato Cragno:

"Cragno è uno di quelli che non vedo l'ora di rivedere in campo. Arrivato da ragazzino, adesso è pronto per diventare uno dei leader. Senza nulla togliere a chi lo sta sostituendo oggi, come Robin Olsen. Sta giocando alla grande, io sono sempre stato convinto delle sue qualità".


Oggi Petrachi in Procura

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Audizione in arrivo per Petrachi dopo il caso Dzeko di quest'estate. Oggi il d.s. della Roma, assistito dall’avvocato Antonio Conte, sarà ascoltato dalla Procura Federale. Nella conferenza di Mkhitaryan, il 10 settembre, il dirigente aveva ammesso di aver trattato «a maggio» il centravanti con l’Inter, anche se era ancora sotto contratto col Torino, da cui si è liberato il 25 giugno. Ora rischia la squalifica.


Roma in ginocchio, tra k.o. e troppi gialli

LA GAZZETTA DELLO SPORT - 14 infortunati e ben 32 i cartellini gialli incassati dai propri giocatori. Numeri quasi da record, nelle rispettive accezioni. E che ieri a Genova hanno visto aumentare e di molto, viste le defezioni in corsa di Cristante e Kalinic e i 4 cartellini gialli incamerati.

Oggi si saprà di più sulle condizioni di Cristante (adduttore destro) sia di Kalinic (forte contusione alla gamba sinistra), ma l’impressione è che difficilmente ci si possa contare per il confronto con il Gladbach. Per Cristante si teme uno stop di una quindicina di giorni, il che poi vorrebbe dire affrontare il tour de force con un solo centrocampista a disposizione (Veretout) e due soluzioni di emergenza in mediana: Pastore o Santon

E poi c'è il nodo ammonizioni, che la Roma ha preso da inizio stagione. E che continua a prendere puntualmente in ogni gara. Dal via in tutto sono già 32 cartellini gialli, che vuol dire 3,2 di media a partita, considerando che finora la squadra di Fonseca ha giocato otto partite di campionato e due di Europa League.


Tra Ranieri e la Roma niente sgarbi. Ma quei buu...

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Tanto tuonò che non piovve. Né dal cielo né sul campo per quanto riguarda occasioni da gol. Il confronto tra Samp e Roma ha prodotto uno scialbo 0-0, con la coda negativa degli ululati razzisti a Vieira. Nessun tiro nello specchio nel primo tempo, due squadre incastrate l’una nell’altra, e Roma subito penalizzata dall’infortunio di Cristante. Verso la fine del tempo si è fatto male anche Kalinic e la Roma è stata costretta a spedire in campo Dzeko, fresco di operazione allo zigomo.

La ripresa è cominciata nel segno della Roma, bene nel primo quarto d’ora, ma l'unico risultato ottenuto è stato schiacciare all’indietro la Samp, che con i cambi Ranieri ha riguadagnato metri ai blucerchiati. Ranieri è ripartito dalle basi, da poche semplici cose, ma fatte bene, di squadra e con compattezza. Alla Roma invece manca l’azione e la giocata che creino una differenza.


La Roma è un punto di domanda

IL MESSAGGERO - TRANI - Il compitino non basta. Ancora di più se sciatto e superficiale. La Roma recita stancamente a Marassi contro la Sampdoria ultima. Anzi, fa scena muta: 0-0. Caricata a salve, nemmeno ce la fa a sparare. Piatta, triste e impotente. Normale assistere al suo 3° pari di fila dopo quelli contro il Wolfsberger e il Cagliari. Dunque, rallenta in serie A come in Europa League. La zona Champions è già lontana 3 punti (1 in meno, dopo 8 partite, del campionato scorso). E l'attuale 6° posto è in pericolo. Fonseca, dalla tribuna, avrà visto l'involuzione della sua squadra che cammina in campo e, di conseguenza, crea sempre meno. Le assenze incidono ma il tempo delle giustificazioni è scaduto. Ranieri, intanto, ringrazia la sua ex squadra. Il 1° punto è meritato e al tempo stesso prezioso. Si è avvicinato al successo più del collega che, squalificato, ha lasciato il posto al vice Nuno Campos.

VALUTAZIONE ERRATA Fonseca, sbagliando già in partenza, sceglie la spina dorsale azzurra, con i 5 giocatori convocati da Mancini in Nazionale per le ultime 2 gare delle qualificazioni europee contro la Grecia e il Liechtenstein, compreso capitan Florenzi che poi rinunciò per l'influenza intestinale che gli ha fatto perdere anche le partite contro il Wolfsberger e il Cagliari. Così Spinazzola fa ancora il terzino destro, Mancini resta accanto a Smalling al centro della difesa, Cristante è sempre il partner di Veretout in mediana. Cambiano, invece, le posizioni di Zaniolo che, dalla fascia, si accentra da trequartista alle spalle di Kalinic e di Florenzi che, nel tridente, ha spazio da esterno alto a sinistra. La formula Italia dura, però, meno di 6 minuti. Cristante, dolorante già all'ingresso in campo, si ferma presto e avverte Campos in panchina: ha sentito tirare all'altezza dell'inguine. Sottovalutato, dunque, il problema, venuto a galla già giovedì (il centrocampista ha poi saltato l'allenamento di venerdì). Verifica sbagliata o comunque superficiale che certifica il 9° infortunio muscolare dall'inizio della stagione. Aspettando l'intervallo, comincia a zoppicare Kalinic per il colpo ricevuto da Murillo: fastidio al ginocchio sinistro. La sua prima da titolare in campionato non dura nemmeno un tempo. Ecco Dzeko, in maschera.

LIMITE DI VELOCITÀ La Roma si prende l'iniziativa, ma conferma l'impotenza dell'ultimo periodo. Passeggia in campo. Statica nei singoli e quindi spenta nel coro. Niente chance nel 1° tempo. La superiorità nel possesso palla (63 per cento), quando è lento e macchinoso come quello visto a Marassi, è inutile. E spesso, in caso di ripartenza, viene sbagliata la scelta finale. Ranieri, dunque, accetta il regalo e si appoggia allo scolastico 4-4-2 con cui ha scritto pagine chiare e scure della sua carriera. La Sampdoria, partendo dal lancione del portiere Audero su input del nuovo tecnico, costruisce almeno qualche chance. Da corner o in contropiede. Pastore, da regista, si adegua, invece, al clima di gita fuori porta. Veretout fa legna, ma manca chi accende il fuoco. Cioè la partita.

COPIONE BANALE E QUEI BUU Fonseca si gioca l'ultimo cambio inserendo Perotti, mai disponibile fin qui in questo torneo (24° giocatore utilizzato in 10 partite stagionali). Ranieri, confermandosi aggiustatore, ha già pensato a fare rifornimento con Depaoli, Bonazzoli ed Ekdal rispettivamente per Rigoni, Gabbiadini e Bertolacci. L'unico tiretto, fiacco e centrale, nello specchio della porta è di Dzeko: minuto 34 della ripresa. Più pericolosa la rasoiata da fuori di Pastore che comunque finisce fuori. Finale in dieci per l'espulsione di Kluivert, doppia ammonizione, in attesa del recupero. Tanto per non fare mancare niente, l'ispettore di campo, già nel primo tempo, ha preso nota di qualche buu partito dal settore ospiti verso Vieira (dalla Roma il tweet di scuse «al bando i responsabili»). Almeno, però, non è piovuto.


Razzismo, le scuse del club a Vieira: «Il calcio educhi e punisca gli idioti»

IL MESSAGGERO - «Il calcio oggi ha la responsabilità di punire e educare gli idioti negli stadi». Ronaldo Vieira affida a un post su Instagram la sua delusione per i buu razzisti ricevuti da alcuni tifosi giallorossi. La Roma, attraverso il suo canale Twitter, si è scusata impegnandosi a identificare e perseguire i responsabili, proseguendo la strada cominciata con il caso Juan Jesus. Presa di posizione gradita dalla Samp: «Grazie. Sempre unitiper uncalciomigliore#stopracism», il tweet blucerchiato.

Si chiude così un pomeriggio cominciato in amicizia, con Claudio Ranieri a fare gli onori di casa con Nuno Campos (vice di Fonseca) a cui ha chiesto di portare i propri saluti al portoghese, posizionato in un box sugli spalti del Ferraris a causa della squalifica. Non sembra avere rancore il tecnico di San Saba dopo l’addio ai giallorossi tra le polemiche della scorsa stagione: «La Roma è una buonissima squadra e ha un grande possesso. Quello che ci interessava era non farli entrare centralmente, li abbiamo sempre portati sugli esterni». A non aver seguito le indicazioni del tecnico, invece, sembra essere stata la Roma come ha confermato Veretout: «È mancata un po’di iniziativa. C’è un buongiro palla, ma quando arriviamo sulle fasce dobbiamo portare più calciatori in area, serve anche più movimento per sorprendere i difensori. Gli infortuni? Ci preoccupano».

Non cerca alibi Campos: «Ci mancava l’ultimo passaggio, il nostro possesso palla non vuol essere sterile ma per alcune scelte è stato così. Stiamo costruendo un progetto, ma in questa partita i cambi hanno influito. L’espulsione di Kluivert? I due cartellini mi sembrano un po’ strani perché era di spalle». Oggi, infine, il ds Petrachi sarà sentito dalla Procura Figc: spiegherà di aver lavorato per la Roma dopo aver risolto il contratto col Torino.


Un infortunio tira l'altro: non è più il caso di appellarsi al caso

IL MESSAGGERO - TRANI - Fonseca, invece, di contare i punti in classica, solo 13 su 24 a disposizione, si dedica a elencare il numero dei giocatori che ha perso da quando, in estate, si è presentato a Trigoria. Ne ha per tutti i gusti. Proprio a Marassi ha festeggiato il sorpasso: 14 infortuni (9 i muscolari). Più stop che punti. Ma l'emergenza, sventolata come alibi, somiglia sempre di più alla resa della Roma, come fosse la bandiera bianca. E come è stato il punteggio di Genova: neutro, anonimo e inutile. Niente gol, come nel ko contro l'Atalanta, ma in quella gara almeno qualche chance i giallorossi la crearono. Il punto, il 3° consecutivo tra Europa League e campionato, bisogna pure tenerselo stretto perché la Sampdoria, con Bertolacci titolare a poco meno di 10 mesi dall'ultimo match (con il Milan), è più pericolosa. Almeno ci prova, con l'ex Ranieri che pensa all'ordine e all'equilibrio, ma anche al risultato. Giusto, se non addirittura stretto, visto dalla sua panchina. Il regalo per i 68 anni non è arrivato.

ROSA SCOMPARSA Giovedì all'Olimpico si presenta il Borussia Moenchengladbach. Domenica, sempre nella Capitale, il Milan. Facile, al momento, fare il punto della situazione che è sicuramente allarmante. Fonseca avrà un giocatore in più in Europa League: Kluivert. Che, invece, salterà per squalifica la partita di campionato contro i rossoneri di Pioli. La lista degli indisponibili accoglie Cristante, risentimento muscolare al pube, e Kalinic, contusione tra il polpaccio e il ginocchio. E' il caso di aspettare gli accertamenti delle prossime ore per capire i tempi di recupero. Probabilmente è meno grave l'infortunio del centravanti, anche tenendo presente che il centrocampista ha sentito dolore all'inguine, saltando l'allenamento di venerdì. Non avrebbe dovuto giocare. Tant'è vero che Fonseca ha allertato Santon. Ma alla vigilia è stato deciso di rischiarlo. Cristante adesso sta peggio di qualche giorno fa. Errore doppio, dunque. Pagato in partita e adesso pure dopo. A centrocampo è rimasto solo Veretout, il centrocampista della Nazionale andava preservato. Parlare di sfortuna, insomma, non ha più senso, dando colpa al terreno di gioco o all'alimentazione. O a chissà che altro. Ora c'è da pensare solo al sostituto. Dopo il flop di Pastore contro la Sampdoria, è possibile provare Zaniolo. Anche se questo non è periodo da esperimenti.

ELENCO INFINITO Fonseca non avrà di sicuro Zappacosta, Pellegrini, Diawara e, appunto, Cristante. In più, dopo l'errore commesso a Genova con il mediano azzurro, è difficile anticipare il rientro di Under che ancora combatte con la lesione al retto femorale di un mese e mezzo fa. Nemmeno quello di Mkhitaryan che, in teoria, sarebbe pure possibile, essendo il suo problema legato a una fastidiosa pubalgia con cui ha convissuto già a Manchester. Cristante è l'ultimo della lista. Ha cominciato Pastore, seguito da Spinazzola (ha concesso poi il bis), Perotti, Zappacosta, Smalling, Under e Mkhitaryan. Ai 9 indisponibili, si sommano i 5 da trauma: Pellegrini, Zappacosta, Diawara, Dzeko e Kalinic. Centrocampo e attacco i reparti più penalizzati. Ecco perché è diminuita la qualità e l'efficacia.


Senza qualità, zero follia e pochi guizzi: in crisi il reparto che vive di solo Dzeko

IL MESSAGGERO - FERRETTI - Tutto sta a scegliere l'angolazione da cui osservare, e quindi giudicare, la partita della Roma a Genova. Proviamo da un lato: la squadra giallorossa ancora una volta lontano dalla Capitale è riuscita a non subìre reti. Proviamo, poi, da un altro: la squadra di Paulo Fonseca per la prima volta lontano da Roma non è riuscita a segnare. E, a dire il vero, neppure a confezionare occasioni per riuscirci. Di certo, non serve scegliere la giusta angolazione per raccontare il pittoresco 2-1 beccato in Liguria: 2 gli infortuni, 1 i punti portati a casa. Ormai si va al ritmo di un paio di ko a partita e, per non farsi mancare niente, un infortunio muscolare (Cristante) e un altro traumatico (Kalinic). Così, per purissima necessità, anzi per obbligo, in campo si sono visti Dzeko in maschera e Pastore con la mano steccata. La Roma attuale viaggia al ritmo di più infortunati che gol. Giusto sottolinearlo ma, come mai era accaduto nelle gare precedenti, a Marassi ha tirato pochissimo verso la porta avversaria.

STRUTTURA E ASSENZE Basti pensare che Audero, il portiere di Claudio Ranieri, è stato costretto a sporcarsi per la prima volta i guanti intorno al minuto numero 78 per parare un tiretto centrale di Dzeko. Una miseria, all'interno di una partita noiosa. Mediocre. La Roma, che aveva cominciato la stagione segnando (e costruendo occasioni da gol) a raffica, si è inceppata. Quattro gol all'attivo nelle ultime 5 gare di campionato. Colpa delle tante assenze, certo; colpa della forma precaria di alcuni giocatori-chiave, certo; ma è netta la sensazione che non sia solo questo; e che se non ci pensa Dzeko (e non ci può pensare sempre solo Dzeko) la squadra fatichi tremendamente a far male all'avversario. Può capitare talvolta che la mira non sia quella delle giornate migliori, che così si vanifichi la mole di gioco prodotta ma a Genova sono venuti al pettine nodi grossi così. Questione di uomini e di manovra, ovviamente. Non si può pretendere, ad esempio, che chi non ha il gol nel sangue faccia centro a ripetizione, anche se viene messo nelle condizioni di farlo. La Roma dà l'impressione di fare bene il compitino nella fase di costruzione, ma quando è chiamata alla rifinitura, se non alla finalizzazione, emergono a suo sfavore limiti notevoli. Le manca, dalle parti dell'area avversaria, la qualità, il guizzo, la follia di una giocata che interrompa il tran tran del palleggio. Non ha senso, perciò, mantenere il possesso della palla in maniera esasperata se poi all'atto pratico con il pallone tra i piedi ci fai poco o niente. Non v'è dubbio che con interpreti diversi, quelli che stazionano da tempo in infermeria, la storia avrebbe potuto avere uno svolgimento diverso ma, arrivati a questo punto, c'è il rischio che il problema sia strutturale. Se fosse così, il guaio sarebbe ben più grave di questo o di quell'assente per infortunio.


Ci risiamo: «Buu» razzisti contro Vieira

IL TEMPO - BIAFORA - Lukaku, Dalbert, Kessie, Pjanic e ora Vieira. Con i «buu» indirizzati al mediano della Sampdoria - «Li ho sentiti, ma non ne voglio parlare, succede troppo spesso» ha detto il ragazzo nel post-gara - si allunga la lista dei calciatori vittime di razzismo in questa prima fetta di campionato. Nel corso della sfida, alcuni tifosi dei circa 2000 presenti nel settore ospiti giallorosso hanno beccato il giocatore di colore della Samp, un comportamento annotato dal quarto uomo Giua.

Dopo il termine della partita il club di Trigoria, che già aveva daspato a vita un uomo che aveva rivolto tramite i social insulti razzisti a Juan Jesus, ha diffuso un comunicato per scusarsi con il calciatore: «Ci scusiamo con Ronaldo Vieira per i buu razzisti subiti. La società non tollera alcun genere di razzismo e supporterà le autorità nell'individuare e, conseguentemente, mettere al bando i responsabili degli insulti razzisti nei confronti del centrocampista». In attesa delle mosse della Roma bisognerà capire che cosa farà il giudice sportivo in base a quanto hanno percepito gli ispettori federali che nel loro referto hanno scritto che solo un 10% della tifoseria romanista sì è reso protagonista dell'evento.


Cristante e Kalinic allungano un elenco già interminabile

IL TEMPO - BIAFORA - Anche Cristante e Kalinic finiscono nell'elenco degli infortuni patiti da giocatori della Roma sin dall’inizio della stagione. Dopo appena otto partite di campionato e due in Europa è già difficile tenere il conto dei calciatori costretti a fermarsi tra lesioni muscolari, eventi traumatici o noie di altri tipo: Perotti (lesione miotendinea al retto femorale), Spinazzola (distrazione al bicipite femorale e riacutizzazione del dolore ad una vecchia cicatrice al flessore), Zappacosta (lesione al soleo), Under (lesione al bicipite femorale), Smalling (affaticamento all'adduttore), Pellegrini (frattura del quinto metatarso del piede), Mkhitaryan (lesione tendinea all'adduttore), Zappacosta (rottura del legamento crociato del ginocchio), Diawara (lesione al menisco mediale del ginocchio) e Dzeko (doppia frattura all'arco zigomatico).

Oltre a loro Pastore ha avuto qualche fastidio al polpaccio nel ritiro estivo, Pau Lopezha riposato in Austria per un leggero affaticamento accusato con il Lecce, Florenzi ha saltato due partite e non ha risposto alla chiamata della Nazionale per l'influenza e infine Cetin si è dovuto sottoporre all’estrazione del molare del giudizio destro, un problema che gli aveva causato una forma virale alle prime vie aeree.

A questa lista va aggiunto appunto Cristante, che ha accusato un fastidio al pube nei primi minuti della partita pareggiata con la Sampdoria, obbligando Nuno Campos, vice di Fonseca, a far entrare Pastore nel ruolo di mediano.  L’argentino era stato inizialmente escluso dalla formazione titolare per via del rischio pioggia e di un campo pesante, ma il ko del friulano  ha subito scombinato i piani tattici, anche per via  dell'assenza di qualsiasi sostituto nel ruolo visti i forfait forzati di Pellegrini e Diawara. Il timore, in attesa degli esami strumentali che saranno svolti a Villa Stuart, è che si tratti di una lesione muscolare, uno stop che costringerebbe l’ex Atalanta - da cinque anni e mezzo completamente intatto dal punto di vista fisico - a tornare almeno dopo la prossima sosta per le nazionali.

Se le sensazioni negative dovessero essere confermato la squadra giallorossa si ritroverebbe con un solo centrocampista di ruolo, Veretout, per le sei partite da disputare da qui al 10 novembre. Fonseca, nella conferenza stampa alla vigilia dell'impegno con la Samp, ha nominato Pastore e Santon come possibili tappabuchi di emergenza in mediana, ricordando che durante le amichevoli estive sono stati impiegati in quella posizione. Probabilmente giovedì con il Borussia M’Gladbach toccherà al Flaco agire accanto a Veretout, ma è lecito aspettarsi qualche possibile cambiamento tattico e di modulo per ovviare alla situazione.

Oltre a Cristante pure Kalinic è stato costretto a lasciare il campo per una forte contusione al ginocchio sinistro che quasi gli impediva di camminare nel post-gara. Anche per lui saranno necessari dei controlli approfonditi, che probabilmente verranno effettuati già oggi alla ripresa degli allenamenti. La speranza di Fonseca per questi giorni è quella di recuperare del tutto Dzeko, impiegato in condizioni precarie a Genova, e di avere di nuovo a disposizione Mkhitaryan e Under, vicini al recupero completo.


Campos: «Dovevamo e volevamo vincerla»

IL TEMPO - SCHITO - È una Roma scialba e senza idee quella che Paulo Fonseca è costretto a guardare dalla tribuna di Marassi. Il tecnico lusitano ha sofferto da lontano - vista la squalificainflitta dal Giudice Sportivo dopo lo sfogo contro l'arbitro Massa - le pene della sua squadra che continua a perdere giocatori come foglie secche in autunno. Seduto accanto a Nuno Romano, a cui non è più permesso di entrare sul terreno di gioco, il tecnico portoghese ha mostrato tutta la sua insofferenza durante il match, specialmente quando ha visto Cristante e Kalinic uscire prematuramente dal campo.  La Roma non ha convinto contro l'ultima in classifica creando poco e realizzando ancora meno: «Era una partita che volevamo vincere - le parole a caldo di Nuno Campos, vice allenatore della squadra giallorossa, affiancato in panchina dal tattico Tiago Leal -,avremmo voluto creare più occasioni e costruire di più, ma abbiamo anche affrontato un avversario che si è chiuso molto bene dietro. Le sostituzioni che siamo stati obbligati a fare hanno reso tutto più complicato». 

Con Cristante out dopo una manciata di minuti, Kalinic costretto a lasciare il campo in favore di un Edin Dzeko a mezzo servizio, a risentirne è stato il bel gioco e soprattutto la possibilità di tenere il passo con i vertici della classifica, già troppo lunga perle ambizioni romaniste. «Il nostro obiettivo - ha proseguito Nuno Campos - non è quello di avere la palla in maniera sterile, ma creare occasioni da gol. Ci è mancato l'ultimo passaggio in diverse situazioni e la scelta giusta negli ultimi metri. Se mi aspettavo di più dai giocatori? Tutti hanno provato a dare il meglio, ma non sempre è possibile. Il ritmo per molti di loro non era ideale, Florenzi per esempio veniva da un'influenza. Stiamo cercando di migliorare dal piano fisico, oggi (ieri, ndc) abbiamo tenuto molto la palla ma ci è mancata l'incisività. È un processo che richiede del tempo, ma siamo sulla strada giusta». 

Spesso, specialmente nella ripresa, si è visto Kolarov sbracciarsi in direzione della panchina per far sì che venissero impartite indicazioni per fargli ricevere maggiormente palla: «È salito abbastanza spesso - ha proseguito il portoghese -, non sempre abbiamo fato girare la palla nel modo migliore, però lui ha giocato spesso alto e ha fatto anche qualche cross. Non è una questione di un singolo, tutti possono contribuire a risolvere la partita. Non dimentichiamo che molti dei nostri ragazzi venivano dagli impegni con le nazionali e quindi hanno anche perso un po' di contatto con il nostro lavoro quotidiano». 

Uno dei migliori a Marassi è stato Jordan Veretout che fa un'analisi lucida della situazione giallorossa prima attraverso i suoi social - «Abbiamo fatto una buona gara, ma ci manca ancora qualcosa. Avremmo voluto e dovuto vincerla: dobbiamo essere più rapidi ed efficaci negli ultimi trenta metri. Ora testa già alla prossima: continuiamo a crescere» - sia nel post partita: «La Samp ha cambiato allenatore, sapevamo sarebbe stata una partita difficile e l'abbiamo visto sul campo. Infortuni? Siamo preoccupati. Abbiamo perso presto Cristante, poi anche Kalinic, non so se si sia fatto male al ginocchio. È un periodo difficile per gli infortuni. Giovedì sarà un'altra partita complicata, dobbiamo riposare e fare una prestazione migliore».


La Roma in maschera non balla

IL TEMPO - CARMELLINI - A Genova piove sul bagnato per la Roma che perde altri due uomini per infortunio, è costretta a mandare in campo Pastore fuori ruolo (e non sarà nemmeno il peggiore), a mettere dentro mezzo Dzeko con la mascherina e a giocare l'ultimo sprazzo di gara in dieci per l'espulsione di Kluivert. Così a Marassi, dove invece alla faccia delle catastrofiche previsioni di pioggia non se n'è vista affatto, esce un pareggio che va quasi bene a Fonseca.

Certo, la delusione del tecnico che ha seguito i suoi dalla tribuna resta, perché la Roma avrebbe avuto un gran bisogno di questi tre punti e i pronostici alla vigilia erano tutti dalla sua parte: invece si ritrova sesta in classifica (aspettandola Fiorentina) scavalcata anche dal Cagliari dell'ex Nainggolan (che gol...). Ma vista come si era messa la giornata alla fine poteva andare anche peggio. Perché dall'altra parte c'era tutto e di più: Ranieri col dente super avvelenato con la sua ex squadra che festeggiava il sessantottesimo compleanno, la voglia di riscatto di una città ma soprattutto di una squadra che viaggia ancora all'ultimo posto in classifica.

E se la Roma non riesce e a segnare a una Samp che non finiva una partita senza incassare reti da sedici turni, un motivo pure ci sarà.  L'attacco sterile è uno dei problemi che Fonseca dovrà affronta con medie preoccupanti in questo senso: tre golnelle ultime cinque gare non sono certo un numero del quale andare fieri. Ma il problema vero, quello che continua a condizionare tutto e far sì che ogni valutazione più ampia sia alla fine priva o quasi di significato, è il numero degli infortunati. Quattordici con i due rimediati ieria Genova: Cristante che si tocca gli adduttori e chiede il cambio dopo sei minuti, Kalinic che aspetta una vita per poter giocare la prima da titolare al posto di Dzeko(convalescete anche lui per l'intervento allo zigomo) e dopo un tempo di nulla (non l’ha davvero mai toccata) chiede il cambio per un problema al solito ginocchio. Una maledizione cheva letta un po' più profondamente dalla società, perché non può più essere a questo punto solo una casualità: quattordici stop (otto dei quali muscolari) in otto giornate sono davvero troppi. E domenica all'Olimpico (dopo la parentesi in coppa in programma giovedì: da non sottovalutare) arriva il Milan: Fonseca, tanto per cambiare, si ritrova di nuovo in emergenza.