Roma, inverno caldo: occhi su Mertens, attesa per Friedkin
GAZZETTA DELLO SPORT - La ripresa degli allenamenti avverrà oggi, per iniziare a preparare la sfida con la Juventus e e per la Roma si preannuncia un mese caldo su più fronti, non solo sul campo. C'è il mercato, ora in una fase di stallo: eventuali mosse saranno possibili solo nel caso riesca a pizzare qualche pedina. Ci sono alcune situazioni 'ballerine': una di queste, ad esempio, è quella legata a Under, che in Inghilterra piace all’Everton di Ancelotti e al Tottenham di Mourinho. Perotti piace al Galatasaray, come Cetin, che però la Roma vorrebbe dare eventualmente in prestito in Italia.
Sulle mosse in entrata, Fonseca vorrebbe Mertens, ai ferri corti con il Napoli, ma l'ingaggio è un ostacolo serio: il belga chiede un triennale a 4 milioni di euro l’anno, più bonus vari (sparsi tra lui e l’agente). A complicare tutto anche la resistenza di Kalinic, che ieri ha detto ufficialmente no ad un’offerta del Bordeaux del suo ex tecnico Paulo Sousa.
Gennaio, però, potrebbe essere anche il mese delle fumate bianche su stadio e società, ma i tempi sembrano destinati ad allungarsi. Sullo stadio perché il sindaco Virginia Raggi è alle prese con problematiche legate alla futura discarica di Roma, cosa che potrebbe appunto rallentare l’iter dello stadio. Sulla società perché la due diligence legale sembra destinata ad avere bisogno di più tempo rispetto alle premesse iniziali. Friedkin vorrebbe chiudere entro il 26 gennaio, giorno del derby.
Oggi la ripresa, Fonseca pronto alla strigliata. Piace Ibanez
IL TEMPO - BIAFORA - La Roma è chiamata ad archiviare immediatamente la brutta sconfitta rimediata contro il Torino e a voltare pagina in vista del big match con la Juventus. Questa mattina a Trigoria riprenderanno gli allenamenti e certamente Fonseca, sbollita la rabbia nel giorno di riposo, si farà sentire con la squadra, nonostante nella conferenza post-partita si sia detto soddisfatto dell’atteggiamento dei suoi. Il tecnico portoghese spera di ritrovare sin da subito Cristante e Fazio con il resto del gruppo e monitora attentamente anche la situazione di Santon, ormai prossimo alla guarigione.
Fonseca si augura poi che Petrachi gli regali almeno un rinforzo nella sessione di gennaio, un mercato in cui il ds sta lavorando in modo serrato con il Manchester United per riscattare Smalling. Intanto ha chiesto all'Atalanta il centrale classe ’98 Ibanez. In uscita resta vivo l'interesse della Fiorentina per Juan Jesus, mentre Terim, tecnico del Galatasaray, ha cercato di calmare le acque con Nzonzi dopo la. rottura degli scorsi giorni. È poi da segnalare l'ennesimo infortunio del giovane Chierico: il classe 2001 sarà costretto a subire la quinta operazione ad una spalla da marzo 2017 ad oggi.
DDR, è stato bello. De Rossi: «Ora voglio allenare». Ma la Roma non pensa a un ritorno
GAZZETTA DELLO SPORT - «Mia moglie Sarah si è svegliata alle 3 di notte e mi ha trovato che guardavo il soffitto senza riuscire a prendere sonno». Daniele De Rossi lascia così il calcio giocato e il Boca Juniors, dopo l'addio alla Roma di sei mesi fa.
«Smettere è difficile, ma ci pensavo da ottobre-novembre – spiega da Buenos Aires –. È stata una decisione che non è legata a problemi di salute o familiari. Devo avvicinarmi a mia figlia (Gaia, la più grande, ndr), solo questo, non c’è altro. Se avessi avuto 25 anni avrei deciso in modo diverso, ma così è. Nessun problema con la nuova dirigenza, ho lavorato con loro solo due giorni, hanno provato a convincermi a restare, ma la mia decisione è definitiva».
Ora per De Rossi comincia il futuro. Presto frequenterà il corso da allenatore a Coverciano. Da escludere al momento un suo ritorno a casa, a Trigoria. Se alcuni intermediari si sono mossi autonomamente verso referenti di Dan Friedkin, contatti fra De Rossi e il club non ce ne sono stati. Anzi, suggeriscono a Trigoria, è possibile che Friedkin chieda «referenze» allo stesso Pallotta su De Rossi, non ricevendo grandi peana. Il presidente, infatti, si è sentito tradito (e messo in difficoltà) dall’addio di Daniele più che da quello di Totti, con cui il feeling non era mai nato. Da quello che filtra, comunque, pare che Friedkin non sia molto interessato alle bandiere in sé, bensì alla funzionalità che possono o meno avere all’interno della nuova struttura. Chi invece sarebbe pronto ad accogliere a braccia aperte De Rossi sarebbe la Nazionale di Mancini, con la benedizione federale.
De Rossi lascia il Boca e smette: «Mi manca mia figlia, ora voglio allenare». Ritorno a Trigoria? Non adesso
IL TEMPO - BIAFORA - Daniele De Rossi lascia il calcio giocato dopo un'avventura di sei mesi con il Boca Juniors e le 616 presenze con la maglia della Roma. La notizia è arrivata co me un fulmine a ciel sereno dall’Argentina, coni me dia locali che hanno seguito il centrocampista mentre usciva in anticipo dalla sede del ritiro del club di Buenos Aires, squadra con cui aveva appena svolto le visite mediche in vista della seconda metà di stagione.
A spiegare i motivi del grande passo è stato lo stesso De Rossi in una conferenza stampa in cui ha affrontato a fondo l'argomento Gaia, unica dei tre figli ad essere rimasta in Italia: «Ho bisogno di avvicinarmi alla mia famiglia, mia figlia maggiore è l’unica rimasta in Italia. Ha 14 anni e ha bisogno di suo padre, mi manca molto. Non ho discusso con Riquelme o la nuova dirigenza, ho avuto il piacere di lavorare con loro due o tre giorni, hanno cercato di convincermi a restare. La mia decisione era definitiva e loro mi hanno dato altro tempo per vedere se avessi potuto risolverla diversamente. Devo andare a casa. Dico addio al calcio e ad un club che è entrato nel mio cuore. Lascio il mio lavoro, il mio sport, la mia passione. Non avrei mai pensato che avrei potuto amare così tanto un club che non fosse la Roma. Una parte del mio cuore resterà qui».
De Rossi, nominato dal presidente Ameal come ambasciatore del Boca nel mondo, inizierà ora il percorso per diventare allenatore: «Sicuramente continuerò a lavorare nel calcio in Italia, è la mia vita. Vorrei fare l’allenatore, ma dovrò studiare». DDR, che a maggio 2019 aveva dato il suo addio alla Roma con un commovente giro di campo e un bacio in ginocchio davanti alla Curva Sud, seguirà le lezioni a Coverciano ed è pronto ad intraprendere la classica gavetta dal basso: tra le opzioni più quotate c'è quella di compiere i primi passi in questa nuova veste facendo l'assistente di uno dei migliori tecnici europei.
La speranza di molti tifosi giallorossi è quella di un suo ritorno alla Roma - il contratto del padre Alberto, tecnico della Primavera, è in scadenza alla fine dell’anno - ma almeno in un primo momento e con l’attuale management appare uno scenario che ha poche chance di realizzarsi. Da parte della società guidata in questo momento da Pallotta e Fienga - in attesa dell’arrivo di Friedkin - c'è sempre una disponibilità a parlare di un ingresso nello staff di Trigoria, ma andrebbe trovato un ruolo che al momento non c'è.
Intanto dal mondo del calcio sono arrivati i primi messaggi delle persone che hanno avuto modo di trascorrere accanto a lui una fetta della carriera, con la Roma che gli ha dedicato un video-tributo: «Una carriera sportiva fantastica giunge al termine. Grazie per così tanti incredibili ricordi». «De Rossi è un punto di riferimento, lui e Totti sono stati l’anima della squadra e dei tifosi», le parole di Ranieri, che lo ha allenato in due diversi momenti. Quella di DDR è una scelta che ha sorpreso Nainggolan: «L'avevo sentito una settimana fa, mi aveva detto degli infortuni ma che aveva voglia di giocare. Non me l'aspettavo. È stato un grande compagno e un grande giocatore oltre che un amico, è perfetto per fare l'allenatore». Osvaldo, molto legato a De Rossi, ha invece svelato un retroscena: «Domenica ho parlato con lui e mi ha detto che si sarebbe ritirato. Sono rimasto sorpreso, ma la sua decisione va rispettata». Di certo quello che resterà nella memoria di tutti i romanisti è una carriera da bandiera e simbolo, che si è conclusa con due Coppa ltalia e una Supercoppa ma senza il tanto ambito scudetto e ha trovato il suo culmine in Nazionale con la vittoria del Mondiale del 2006 insieme all'amico e leggenda Francesco Totti.
Capitan Ritorno. De Rossi si ritira, Friedkin lo attende: «Ma io lo faccio per stare con mia figlia»
LEGGO - BALZANI - «Avrei voluto giocare altri 10 anni, sono triste ma è ora di lasciare il mio lavoro, il mio sport, la mia passione». Prima l'addio (forzato) alla Roma, ora l'addio quasi inevitabile al calcio, tutto per stare vicino alla figlia maggiore che dovrebbe tornare a vivere con lui. Daniele De Rossi a 36 anni appende gli scarpini al chiodo a soli 6 mesi dall'inizio dell'avventura al Boca Juniors, appendice agro-dolce di una vita spesa tra lacrime, sorrisi e sudore in giallorosso.
Daniele avrebbe voluto prolungare il suo rapporto col club argentino, ma le priorità della vita hanno avuto il sopravvento: «Non ci sono stati problemi e non lascio per motivi fisici. Da ottobre sento la mancanza dei miei familiari. La dirigenza voleva convincermi, ha fatto tutto il possibile. Non ho bisogno di aiuto o tempo, devo andare a casa. Mia figlia maggiore (Gaia avuta dalla prima moglie, ndr) è l'unica rimasta in Italia. Ha 14 anni e ha bisogno di suo padre. Continuerò a lavorare nel calcio. Ho amato tanto la Roma ed è un'altra cosa, ma ho amato anche il Boca. Questo popolo mi lascia più di quanto io abbia lasciato a loro».
De Rossi col Boca è sceso in campo appena 7 volte segnando un gol. Gli infortuni non lo hanno mai abbandonato. De Rossi chiude una carriera straordinaria: 616 partite e 63 gol con la Roma, 117 e 21 con l'Italia in cui brilla la vittoria del mondiale 2006. Il palmares di club poteva essere più ricco: 2 coppe Italia, 1 Supercoppa e 3 scudetti sfiorati in giallorosso. Colori che Daniele rivedrà da vicino già oggi nel viaggio di ritorno nella capitale. E che potrebbe vestire con la nuova società di Friedkin. Il magnate texano, che tra un mese diventerà presidente della Roma, lo vuole nel suo staff. De Rossi, però, ha in mente altro: «Voglio diventare allenatore e sfrutterò questi mesi per studiare i migliori tecnici del mondo». Magari partendo proprio da Trigoria. In serata anche i messaggi di Ranieri («Lui e Totti anima della Roma. Due uomini leali e sinceri») e Nainggolan («E' troppo intelligente per star fuori da questo mondo, era già allenatore in campo»).
Tra la Roma e gli arbitri i conti non tornano
IL TEMPO - AUSTINI - Nessun complotto. Nessuna scusa. La Roma ha i punti che si è guadagnata sul campo e poteva vincere contro il Torino - idem con il Cagliari - a prescindere dagli arbitraggi. La premessa è necessaria e rispecchia i pensieri di Fonseca e dei dirigenti, ma la direzione di gara del signor Marco Di Bello, sezione di Brindisi, 38 anni, da 5 in Serie A, è la conferma di una tendenza per certi versi inspiegabile in questa stagione: la Roma e gli arbitri hanno un brutto rapporto. Tanti episodi, troppi errori, spesso cancellati dalle vittorie dei giallorossi capaci di andare oltre le decisioni contrarie come fanno le grandi squadre. Stavolta no, c'è una sconfitta che brucia da gestire e ripercorrendo la partita persa con il Torino non si può non considerare il fattore-Di Bello. Che di bello ha fatto poco o nulla (come la Roma sotto porta).
Un primo tempo diretto all'inglese, uno dei tanti luoghi comuni del calcio perché se c’è un fallo anche in Premier devono fischiarlo, il nervosismo crescente dei giocatori e di Fonseca, uno stop di mano di Verdi davanti all’assistente non sanzionato che ha dato il via a una ripartenza granata costata il giallo a Veretout, il recupero di un minuto fatto scattare dal momento della ripresa del gioco, applicando in realtà una norma che la maggior parte delle volte è ignorata, il gol di Belotti a tempo teoricamente scaduto, la farsa di far giocare per altri cinque secondi prima dell’intervallo, i cartellini che venivano sventolati solo ai giallorossi sempre più indispettiti (alla fine 5 gialli per 11 falli commessi, contro i soli 2 mostrati ai giocatori del Torino su 23 falli), il metro diverso sulle trattenute (Diawara e Veretout ammoniti, Lukic e Meitè no), ma soprattutto la mancata seconda ammonizione a Izzo per aver interrotto un'azione potenzialmente pericolosa ribattendo con il braccio un cross. La ciliegina sulla torta il rigore solare per fallo di Smalling che Di Bello ha visto solo al Var.
Fonseca ha perso la testa come gli era successo solo contro il Cagliari e stavolta se l'è cavata con l’ammonizione: un motivo ci sarà. Poi, sbollita la rabbia, il portoghese ci ha tenuto a spiegare che la sconfitta non è da attribuire all'arbitro ma ai gol mancati dalla Roma. Ed è il giusto messaggio da trasmettere ai calciatori. Detto questo, in pagina trovate gli errori più eclatanti degli arbitri quest'anno contro i giallorossi, sia in Italia sia in Europa con la «perla» del rigore inesistente fischiato da Collum, ai quali va aggiunto il gol assegnato in Germania al Borussia col pallone che era uscito in fallo laterale a inizio azione. Qualcosa non torna. L'auspicio è che i prossimi siano più attenti e meno condizionati. Da cosa, non si sa.
De Rossi pronto per il corso Uefa a Coverciano. Ma a Trigoria per ora non c'è posto
IL MESSAGGERO - Roma torna ad essere la sua base, per riscrivere quella seconda carriera che De Rossi merita e che insegue. Non è detto, però, che la casa torni ad essere Trigoria. La sua convinzione è fare l’allenatore. L’ha detto e ribadito anche il giorno che ha lasciato la Roma. Ora torna a Roma, poi andrà a studiare a Coverciano, come hanno fatto i suoi colleghi campioni del mondo (aver vinto un Mondiale dà diritto a un’abilitazione base da tecnico) come Gattuso, Nesta e Inzaghi, che hanno ottenuto il patentino di allenatore Uefa Pro, cioè il massimo livello, quello che ti consente di sederti in panchina, senza essere “accompagnati”. Nè Mancini né la Federazione, se Daniele lo vorrà, gli negheranno un’esperienza in azzurro, all’Europeo, al fianco del ct.
Il discorso Roma, per adesso, non è d’attualità. E’ vero che Pallotta è dato in uscita, ma è anche vero che con il nuovo designato proprietario, Friedkin, DeRossi ancora non ha avuto contatti. In futuro non si esclude nulla, ma per adesso a Trigoria dicono di no, specie perché sette mesi fa aveva rifiutato un ruolo dirigenziale. Daniele è disposto a prendere in considerazione pure ipotesi di esperienze all’estero ma non oltre oceano.
L'addio di De Rossi al calcio: «Mia figlia ha bisogno di me»
LA REPUBBLICA - Daniele De Rossi ha capito di non aver la forza di cominciare un’altra stagione. Ieri ha detto basta e ha annunciato il ritiro dal calcio giocato e l'addio al Boca: «Mi costa molto, ma ho deciso di lasciare il calcio, la mia passione, ora sarà dura guardare le partite». Curioso che l’ultimo saluto alla sua vita da atleta De Rossi l’abbia dato in spagnolo da Buenos Aires: lì quattro giorni fa ha invitato a cena Tevez e altri tre compagni.
Una storia durata appena 164 giorni: colpa del fisico logoro e della voglia di tornare dalla figlia maggiore Gaia, 14 anni, avuta dal primo matrimonio e di cui si occuperà in prima persona, ora: «Torno a Roma, mi manca la mia famiglia, mia figlia, ma nessuno ha problemi di salute, è solo che una ragazza della sua età ha bisogno di un padre vicino. E a 36 anni la mia carriera l’ho vissuta».
La decisione definitiva è arrivata dopo un colloquio con la nuova dirigenza, sapendo quanto sarebbe stata dura ripartire. De Rossi ora seguirà il corso da allenatore a Coverciano. Chi immagina di rivederlo presto alla Roma, magari sulla panchina della Primavera al posto del padre Alberto, pecca di ottimismo: il futuro proprietario Dan Friedkin non ha queste intenzioni e la permanenza del management attuale - l’ad Fienga gli propose un contratto da dirigente, lui rifiutò - non aiuta.
Eroi del 2006: resta solo Buffon
IL TEMPO - VITELLI - Con l'addio di Daniele De Rossi al calcio giocato, Gigi Buffon è ora l’unico superstite in campo della Nazionale italiana che vinse il Campionato del Mondo nel 2006 in Germania. Indiscutibilmente aiutato dal ruolo, il portiere juventino resta l’ultimo baluardo di quel fantastico gruppo guidato da Marcello Lippi che fece innamorare l'Italia.
Era il 9 luglio di quattordici anni fa quando a Berlino Fabio Grosso realizzò il penalty che valeva l'immortalità. Da allora, pian piano, tutti i protagonisti hanno smesso, arrendendosi alla carta d'identità. E non solo i giocatori di movimento, hanno detto basta anche i due estremi difensori convocati con Buffon a Germania 2006. E se Angelo Peruzzi è quattro anni più vecchio (e si è ritirato il 20 maggio del 2007), Marco Amelia è un classe '82, quindi ben quattro anni più giovane. Ma anche lui ha chiuso la carriera tra i pali {nel 2017) ed oggi fa l'allenatore. Buffon, a 41 anni, sbarca invece nel suo quarto decennio da professionista coi guantoni. Esordì infatti in A nel’95, mentre nascevano Cristante e Romagnoli. Chapeau.
Colpo Roma Femminile: accordo trovato con la Ekroth
IL TEMPO - ZOTTI - Colpo di mercato per l'As Roma Femminile. Il club giallorosso ha trovato in tempi brevi l'intesa con Petronella Ekroth, difensore centrale svedese, che si aggiunge alla rosa di Bavagnoli per sostituire l'infortunata Federica Di Criscio.
La stessa giocatrice, tramite il suo profilo Instagram, ha confermato indirettamente il suo imminente trasferimento pubblicando una foto che la ritrae sorridente corredata dalla scritta: "Stanno succedendo cose entusiasmanti". La classe 89' - che l'anno scorso si era laureata Campione d'Italia con la Juventus alzando anche la Coppa Italia - arriva dal Djurgarden e nella mattinata di oggi sosterrà le visite mediche a Villa Stuart prima dell’accordo ufficiale.
Dopo la consistente campagna acquisti dell'ultima sessione, la Roma torna nuovamente sul mercato per portare in squadra una giocatrice d'esperienza in grado di garantire certezze immediate e che, allo stesso tempo, possa aiutare le compagne di reparto più giovani a crescere e maturare al meglio. Difficilmente potrà esserci già per la trasferta di sabato sul campo della Pink Bari, più probabile che Ekroth faccia il suo debutto tra le convocate giallorosse per la gara del 18 gennaio in casa del Milan.
Paradiso Serie A, calciomercato al top con i bonus fiscali
IL SOLE 24 ORE - La Serie A potrebbe guadagnare ancora maggior appeal dal mercato invernale che si è appena aperto. A favorire l'arrivo di grandi giocatori infatti ci sarebbero i nuovi bonus fiscali previsti dalla legge italiana. I prossimi grandi colpi del campionato italiano potranno godere della misura sui "neo residenti", introdotta con la legge di stabilità del 2017, secondo la quale su tutti gli introiti provenienti dall'estero sarà possibile pagare solo 100mila euro di tasse l'anno. La condizione preliminare per questo movimento riguarda il fatto che il giocatore non deve esser stato residente fiscale in Italia nei nove anni precedenti all'acquisto.
Allenamento Roma, problema muscolare per Mkhitaryan. Cristante svolge parte del lavoro in gruppo
La squadra è tornata oggi in campo a Trigoria per l'allenamento in vista del match di domenica contro la Juve. Per chi ha giocato domenica sessione di recupero, in parte in campo in parte in palestra. Mkhitaryan ha subito un trauma alla coscia sinistra, sarà monitorato nelle prossime 48 ore. Zaniolo svolge solo lavoro in palestra per un trauma contusivo alla coscia destra. Individuale per Fazio, Cristante in parte in gruppo. Kluivert, Pastore e Santon proseguono il recupero.