Smalling-Mancini: muri in difesa e bomber in attacco

IL TEMPO - BIAFORA - Muri in difesa e goleador in attacco. La coppia formata da Smalling e Mancini, arrivati in prestito in estate per 5 milioni di totali, funziona e Fonseca non può che esserne soddisfatto. Nelle quattro partite in cui l’inglese e il classe 1996 sono stati schierati in coppia dal primo minuto la Roma ha subito soltanto un gol su rigore con il Cagliari, mantenendo inviolata la porta di Pau Lopez nei match con Lecce e Sampdoria, oltre a quello di ieri con il Brescia. I due si completano a vicenda come caratteristiche tecniche e sono entrambi dotati di un’ottima leadership nel guidare il resto della squadra. Anche l’affinità è già delle migliori, come confermato dallo stesso Mancini: “L’intesa è forte, mi trovo bene con Chris. E’ un giocatore fortissimo, ha esperienza, mi guida e io guido lui perché anche a me piace parlare in campo perciò ci troviamo molto bene. Siamo come delle radio”. Il centrale di Pontedera ha trovato la prima gioia del gol in maglia giallorossa proprio su un assist del compagno di reparto, a sua volta autore di una rete e decisivo pure nel gol di Dzeko. La Roma con questi due nuovi acquisti sembra non rimpiangere assolutamente uno come Manolas e ora è al lavoro affinché anche in futuro la coppia non si divida. Se per Mancini non ci saranno problemi visto l’obbligo di riscatto, per Smalling sono in corso le trattative per cercare di acquistarlo dal Manchester United. L’agente arriverà oggi in Italia anche per capire le intenzioni di Petrachi. Fonseca di certo non è inquieto: “Non sono preoccupato. Smalling sta bene qui, è un grandissimo giocatore e io credo che voglia restare con noi”.


ExtraSmalling: il difensore dà il via alla festa, la Roma travolge il Brescia: 3-0

LEGGO - BALZANI - La dieta vegana fa bene, almeno alla Roma. Ci vuole un Big Smalling, infatti, per rimettere i giallorossi sul treno Champions e ritrovare la vittoria dopo le due sconfitte con Borussia e Parma. Fonseca, contro il Brescia fanalino di coda e orfano del ribelle Balotelli messo fuori rosa, si tiene stretto il secondo tempo iniziato proprio con il gol dell'inglese (fresco di festone vegan per i suoi 30 anni) che ha assistito anche Mancini e Dzeko per il tris finale. Decisivi i calci da fermo molto studiati durante la settimana. Ma c'è voluta anche la rabbia del tecnico per svegliare una Roma intontita al termine di un primo tempo apatico, noioso. A tratti preoccupante visto che l'unico tiro in porta dei 45' è stato del bresciano Ndoj. «Ho alzato la voce negli spogliatoi - ammette Fonseca -.A volte serve anche quello. Non abbiamo giocato con intensità e aggressività nel primo tempo, avevamo spazio ma la squadra era lenta, poi nella ripresa è andata meglio». E la Roma ha ripreso il treno Champions, anche se la festa è stata rovinata dal gol in extremis di Caicedo che ha impedito l'aggancio in classifica alla Lazio. Roma ritrovata quindi e trascinata da Smalling che ha sbloccato l'impasse con un colpo di testa deviato da Cistana. «Abbiamo ambizione, ma vogliamo ancora crescere tanto», le parole del difensore, che ha segnato il suo secondo gol italiano agganciando Beckam e a breve dovrà decidere del suo futuro. La Roma vuole riscattarlo e domani parlerà con i suoi agenti. Il Manchester chiede 18 milioni, e Smalling sembra essersi deciso a restare nella capitale.
Chi è sicuro di voler restare è Lorenzo Pellegrini tornato titolare dopo oltre un mese e già decisivo con un assist. Con lui anche l'altro romano e capitano Florenzi accolto dagli applausi dell'Olimpico sia all'entrata in campo che al momento del cambio con Santon. «Alessandro può giocare sia da ala che da terzino. Cosa gli ho detto in queste settimane? Devo essere sincero, io non ho bisogno di spiegare nulla, perché il giocatore ha capito cosa voglio fare per la squadra. Poi a volte posso parlare, ma io non ho bisogno di parlare con Florenzi.

 

 

 

La Juventus infrange i sogni delle giallorosse

IL TEMPO - ZOTTI - La Juventus infrange i sogni dell'As Roma femminile. Le giallorosse perdono 4-0 contro le bianconere ed escono ridimensionate dal Tre Fontane dopo la seconda sconfitta consecutiva. Quello contro la squadra di Guarino è il secondo ko con una big dopo quello di inizio stagione contro il Milan. Nonostante la pioggia si registra il pubblico delle grandi occasioni, con mille spettatori sugli spalti. In campo c'è mezza Nazionale e, non a caso, in tribuna è presente la ct azzurra Bertolini. La gara inizia con la Juventus ad aspettare l'offensiva delle padrone di casa - nonostante un'occasione per Girelli - che però non creano pericoli alla retroguardia avversaria. Il risultato viene sbloccato dalla Juve, che alla mezzora passa fortunosamente in vantaggio grazie ad un cross sbagliato da Alves che si insacca in porta. Nella ripresa Bavagnoli prova a scuotere la squadra inserendo Erzen e Greggi - subentrata a Giugliano uscita per una botta al ginocchio - ma le bianconere prima sfiorano la rete con Caruso e poi raddoppiano con Girelli che di testa realizza il 2-0. La Roma accusa il colpo, con le giallorosse che assistono inermi allo show della Juve. A cinque minuti dal 90' Rosucci segna il terzo gol bianconero con uno splendido tiro da fuori area. In pieno recupero invece arriva il poker firmato da Caruso su una papera clamorosa di Ceasar.

La Roma resta così al quarto posto in classifica, a -7 dalle bianconere prime della classe. Bavagnoli riconosce comunque l'impegno delle sue ragazze: "Hanno fatto il possibile. Sono scese in campo con la mentalità giusta ma poi è emersa la qualità della Juve".


Giallo Zaniolo: già diffidato salta Verona

IL TEMPO - BIAFORA - Un caso chiuso ancor prima che qualcuno possa farlo nascere. Nicolò Zaniolo è stato ammonito dall'arbitro Di Bello durante il cambio con Perotti andata in scena a dieci minuti dalla fine del match con il Brescia e sarà squalificato per il prossimo turno. L'esterno offensivo della Roma non si è però beccato il cartellino giallo per una perdita di tempo eccessiva, ma per aver affrontato a muso duro Romulo qualche istante prima che il quarto uomo sollevasse la lavagnetta delle sostituzioni. Con l’italo-brasiliano c'è stato un breve momento di tensione, probabilmente per chiarire a quattrocchi qualche contrasto precedente non gradito. L'ammonizione costringerà quindi Zaniolo a saltare il match di domenica sera con il Verona. Il 22 tornerà a disposizione in campionato per la gara di San Siro con l'Inter e qualche maligno aveva ipotizzato un comportamento irregolare voluto per scontare subito la squalifica e non rischiare di perdersi la sfida con la sua ex squadra. Niente di tutto ciò, come confermato dallo stesso Fonseca al fischio finale: «Io non ho visto il cartellino giallo all’inizio, dopo ho visto gli atri giocatori che andavano vicino a Zaniolo. Non è vero che ci siamo messi d'accordo per il cartellino giallo in questa partita, perché per noi la cosa più importante è sempre la prossima partita». Di certo Zaniolo, al sesto cartellino giallo stagionale, dovrà evitare queste manifestazioni di nervosismo.


Fonseca: "Bene così, ma in coppa serve coraggio"

IL TEMPO - SCHITO - È una Roma a due facce quella che ieri ha superato il Brescia 3-0. I giallorossi, nel primo tempo, non hanno convinto dimostrandosi piuttosto apatici e poco cinici, nella ripresa invece il gol di Smalling ha aperto la via a Dzeko e compagni per il successo. A cambiare rotta ha aiutato anche la strigliata di Fonseca negli spogliatoi: «A volte è necessario, non abbiamo giocato con intensità e aggressività nel primo tempo, sbagliavamo l'ultima decisione, avevamo spazio ma la squadra era lenta, poi nel secondo tempo abbiamo cambiato. La squadra non ha fatto una grande partita ma ha giocato con un’altra intensità».
Il gol che ha permesso ai giallorossi di passare in vantaggio è arrivato dal calcio d'angolo, una situazione spesso favorevole alle sorti romaniste: «Lavoriamo sempre prima della partita le palle ferme. E' vero che abbiamo giocatori molto forti in queste situazioni». La sosta ha permesso al tecnico lusitano di recuperare Diawara, rientrato dopo l'operazione al menisco, che ha ripreso il suo posto nella coppia di centrocampo accanto a Veretout restituendo Mancini al pacchetto difensivo: «Il miglior periodo che abbiamo avuto - confessa Fonseca - è stato con Mancini a centrocampo, eravamo più sicuri dietro, ma Diawara è appena ritornato e ha giocato bene. Veretout è in un grande momento di forma, al momento a centrocampo ho solo loro». Lorenzo Pellegrini, rientrato anche lui dopo il lungo stop, è stato schierato nel tridente alle spalle di Dzeko dimostrando che per Fonseca lui e Zaniolo possono convivere: «Possono giocare in due ruoli diversi. Pellegrini ha fatto una buona
partita dopo l'infortunio». Il tecnico premia Kluivert: «Sta lavorando molto per la squadra, è migliorato molto difensivamente. E’ un giocatore giovane che deve migliorare nell'ultima decisione e ci stiamo lavorando».
Il successo contro il Brescia dà serenità al gruppo - dopo la sconfitta di Parma rimediata prima della sosta - che adesso dovrà volare a Istanbul per una partita decisiva contro il Basaksehir (sconfitto 4-0 all'andata) per il passaggio del turno in Europa League: «Dobbiamo dimostrare in campo di essere superiori. Dobbiamo pensare che è una partita importantissima e difficile, solo con grande coraggio, fiducia, atteggiamento e spirito di squadra possiamo vincere».


Basta una sfuriata di Fonseca. La Roma si sveglia e fa tre gol

LA REPUBBLICA - PINCI - Nel campionato dominato dai grandi attaccanti, la Roma ha scoperto che a volte Il miglior attacco può essere la difesa. Smalling e Mancini, due che i gol di mestiere devono evitarti, hanno trasformato un pomeriggio grigio in una vittoria che monda le due sconfitte subite nelle ultime due uscite. Ma il 3-0 al Brescia è soprattutto il frutto di un Intervallo movimentato, in cui l'allenatore portoghese Paulo Fonseca ha dovuto fare una cosa che non ama e non fa spesso: alzare la voce. «A volte serve, nel primo tempo non avevamo giocato con aggressività» ha testimoniato alla fine. Il risultato è stato una reazione rabbiosa che ha portato la squadra a segnare due volte in 12 minuti: il folto codino nero di Smalling, segno di presagi infausti per il Brescia, ha prima deviato in porta il pallone del vantaggio - complice la deviazione di Cistana - e poi spedito sul piede di Mancini quello del raddoppio. Così quando Dzeko ha cancellato un mese di digiuno firmando il tris, la partita era già in ghiaccio da un pezzo.

Non è un caso. Era successo qualcosa di motto simile a Udine, quando la Roma, in vantaggio ma in dieci uomini per un’espulsione ingiusta, era emersa dagli spogliatoi mostrando i denti e segnando due volte in pochi minuti. Ma il primo quarto d'ora del secondo tempo ha già portato alla Roma 9 gol (6 solo nell'ultimo mese): più di chiunque altro in Serie A. La prova della capacità dei tecnico di trasferire alla squadra una motivazione diversa in quel quarto d'ora di indicazioni a tu per tu. Ma anche di valorizzare i suggerimenti del suo consulente tattico Tiago Leal, che durante il primo tempo raccoglie attraverso un software indicazioni sui punti critici degli avversari per poi trasferirli in indicazioni alla squadra durante l'intervallo. Prassi da sport Usa che magari piacerà a Dan Friedkin, magnate di Houston pronto a rilevare il club da Pallotta. I più maliziosi sostenevano ieri che della strategia dell'allenatore facesse parte pure la “sceneggiata” di Zaniolo al momento del cambio, che ha indotto l'arbitro Di Bello ad ammonirlo per il tempo perso: quel “giallo” da diffidato costerà al talento la squalifica contro il Verona, potrà così tornare a esserci nel big match contro l'Inter ai turno successivo. Ma sostenere che volesse aggirare la pratica non consentita di farsi ammonire apposta è pura illazione. Anche perché nei pensieri c'è prima la trasferta di giovedì a Istanbul in casa del Basaksehir, già determinante. Altri pensieri ha invece il Brescia, ultimo e impotente, nonostante le incertezze iniziali della Roma. Nelle ultime 8 gare ha raccolto un punto soltanto, subendo 18 gole segnandone 5. Come non bastasse, lì caso Balotelli è una ferita pulsante nel cuore della squadra di Fabio Grosso. Mentre Mario diceva di lavorare per recuperare da un presunto infortunio, il tecnico riaccendeva il caso: «Si metta al servizio della squadra». Ma con questi risultati, la soap opera rischia di trasformarsi in un film dell'orrore.


L'urlo di Fonseca sveglia la squadra: "Ora basta errori"

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Bruttina nel primo tempo, devastante nel secondo. La Roma archivia la partita col Brescia (3-0) grazie a una ripresa convincente, sbloccata dalla sfuriata di un Fonseca arrabbiatissimo nell'intervallo. «A volte è necessario alzare la voce — ammette il tecnico - non abbiamo giocato con intensità aggressività nel primo tempo, avevamo lo spazio ma la squadra era lenta e facevamo troppi errori. Nella ripresa meno». È tornato titolare, come terzino destro, Alessandro Florenzi, applauditissimo dall'Olimpico, sia alla lettura delle formazioni, che nel momento del cambio, «Ha fatto bene, può migliorare offensiva mente — spiega Fonseca — lui può giocare in diverse posizioni, come ala o come terzino, poi dipende dalla partita. Se ci ho parlato? Non ne ho bisogno perché ha capito cosa voglio dalla squadra. Ho sempre partato con grande equilibrio con tutti».
Il primo gol della vittoria contro il Brescia porta ta firma di Chris Smalling. L'ultimo calciatore inglese, prima del difensore, a segnare almeno due gol nella stessa stagione di Serie A è stato David Beckham. «È stato il modo migliore per ripartire dopo la sosta - l’analisi di Smalling — tra l'altro questa vittoria ci permette di affrontare al meglio un intenso ciclo di partite, a cominciare dalla gara di Europa League di giovedì prossimo». La Roma è nel pieno delle trattative per riscattare Il difensore, attualmente in prestito dal Manchester United. La valutazione del ragazzo è intorno ai 18 milioni «Chris sta bene. è un grande giocatore e vuole restare con noi», svela Fonseca, che contro il Brescia ha potuto schierare nuovamente insieme all'inglese l'affidabile Mancini (Diawara è rientrato a centrocampo accanto a Veretout). È tornato al gol, Edin Dzeko, dopo un periodo complicato in fase realiztaliva (a segno solamente una volta in dieci partite). Ieri il bosniaco, alla sua presenza numero 150 in Serie A, è riuscito a sbloccarsi, realizzando la terza rete per i giallorossi e interrompendo un'astinenza che cominciava a innervosirlo. Salterà invece la trasferta di Verona di domenica Zaniolo: il ragazzo, già diffidato, ha dato la sensazione di cercare l'ammonizione, evitando quindi il pericolo di non esserci, tra due settimane, a San Siro contro l'Inter. «Cercavo da tanto di fare gol all'Olimpico davanti ai nostri tifosi e sentire il boato — racconta Mancini, autore della seconda rete, di nuovo in coppia con Smalling - è stata un'emozione bellissima, me la ricorderò per sempre. Devo dire che da difensore mi trovo più a mio agio e poi a centrocampo siamo messi bene ed è giusto che giochino i miei compani. Sono migliorato grazie al lavoro di Fonseca e mi ispiro a Materazzi, anche come carisma e personalità: è sempre stato il mio idolo». Adesso la Roma dovrà affrontare a Istanbul — seguita da 800 romanisti - il Basaksehir (giovedì ore 18,55). Da verificare le condizioni di Florenzi, uscito acciaccato, e di Mkhitaryan, che dovrebbe tornare nella li- sta dei convocati.


Ansia Florenzi per il polpaccio. Oggi esami per Spinazzola

GAZZETTA DELLO SPORT - Florenzi, che non giocava titolare in giallorosso da sei partite, è uscito accusando un piccolo fastidio ad un polpaccio. Quindi torna in ballo anche il posto di terzino destro, anche perché ancora non ci sono certezze assolute su Spinazzola. Oggi (o al massimo domani) l’ex della Juventus si sottoporrà a nuovi esami, anche se sembra che l’edema accusato nel corso della partita contro il Parma sembra riassorbito.


Fonseca: «Nessuna preoccupazione, Smalling vuole restare qui»

GAZZETTA DELLO SPORT - «Non sono affatto preoccupato. Smalling è un grande giocatore, so che sta bene qui a Roma. E che ha voglia di restare». La firma è quella di Paulo Fonseca, direttamente a fine partita. Perché se è vero che il tecnico ha dovuto aspettare a lungo in estate per il sostituto di Manolas, è anche vero che Chris Smalling gli sta dando soddisfazioni infinite. Oggi saranno all’Eur –nella nuova sede del club – i suoi agenti per iniziare a parlare della possibile soluzione per trattenerlo nella Capitale. Smalling è in prestito oneroso (3 milioni di euro), il Manchester United ne vuole 20, la Roma non vuole andare oltre i 15 ed – eventualmente – con pagamenti dilazionati. La volontà di tenerlo però è forte,perchéo ltre che nella fase difensiva il difensore inglese si sta dimostrando molto importante anche nelle proiezioni offensive. E forse non è neanche un caso che nelle 9 partite di campionato in giallorosso ha segnato di più delle 24 della scorsa stagione in Premier (due reti contro una).


Malagò & friends, gli Attila delle leggi

IL FATTO QUOTIDIANO - ZILIANI - Facce da culo. Chiedo scusa per la crudezza dell'in cipit, ma poichè anche il dizionario Treccani contempla l'espressione, ormai in uso comune, e ne descrive il significato ("avere una faccia di culo, o da culo": dicesi di persona sfacciata, sfrontata, senza ritegno), la notizia è che oggi, lunedì 25 novembre 2019, all'assemblea della Lega di serie A che dibatterà il tema della vendita dei diritti televisivi 2021-2024 (a Mediapro? A Sky?) presenzieranno 20 presidenti che hanno appena mostrato di avere, per l'appunto, la faccia come il culo. Persone senza ritegno, per dirla con la Treccani, esattamente come il personaggio (Giovanni Malagò, presidente del CONI) che nel febbraio 2018 fu nominato commissario della Lega e che guidò i nostri prodi, nell'assemblea elettiva del 19 marzo 2018, alla nomina di Gaetano Miccichè calpestando tutte le regole calpestabili. Un'orda di vandali di leggi e regolamenti, la banda Malagò e friends, che non conosce vergogna e - incredibile a dirsi - non si pente e non si rassegna e persevera.

 

L'INCHIESTA condotta dal procuratore federale Pecoraro sull'elezione-truffadel presidente di Lega parla di una nomina, quella di Miccichè, avvenuta tra "plurime illegittimità"; per dirne un paio, Malagò aveva riscritto nottetempo lo statuto inserendo una norma ad personam che rendeva Miccichè eleggibile senza nemmeno aver chiesto l'approvazione della modifica alla federazione; per non parlare della sua spudorata decisione di non scrutinare le schede nell'urna, visto che anche una sola scheda bianca avrebbe fatto crollare il castello di carta dei "topi di città", leggi Juventus, Roma, Milan, Inter, Torino, Sampdoria e company opposti ai "topi di campagna", e cioè Napoli, Lazio, Genoa e pochi altri. Ebbene: spalleggiati dai trombettieri di corte, guidati come sempre dai marines de La Gazzetta dello Sport ("L'elezione di Miccichè non ha nulla di opaco - scriveva testualmente la rosea all'indomani delle dimissioni del presidente -, lo ha semmai la manovra che lo ha spinto alle dimissioni proprio alla vigilia della discussione sui diritti tv. Agitare l'argomento della presunta irregolarità del voto a oltre un anno dalla standing ovation con cui fu salutata la nomina, è un altro discutibile capitolo della storia della Lega di serie A"), i nostri prodi, dicevamo, si sono subito buttati lancia in resta nella nuova battaglia: rimettere Miccichè sulla poltrona di presidente di Lega e chissenefrega se il nostro eroe siede nel Cda della RCS di Urbano Cairo, presidente del Torino, e se la banca IMI che presiede cura il titolo azionario della Juventus e ha come debitori svariati presidenti di serie A con le pezze al culo, per dirla con un altro francesismo. E poiché CONI, FIGC e topi di città altro non sono che le facce della stessa medaglia, tre cuori e una capanna, ecco spuntare da ogni dove entusiastici endorsement pro-Miccichè: "Spero che Miccichè ci ripensi e ritiri le dimissioni", dice Gravina, presidente FIGC; e a dargli man forte arriva Urbano Cairo, l'uomo che ha in mano Corriere e Gazzetta, e persino Beppe Marotta, fino a ieri boss della Juventus, oggi boss dell'Inter (anzi, per meglio dire: dell'Jnter). Non ci permettono di calpestare le regole? E noi le calpestiamo lo stesso. Così vanno le cose nel carrozzone dello sport italico: una vergogna a cielo aperto.


Tall, ex profugo segna e studia da vice-Dzeko

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Tall Lamine Junior, attaccante, classe 2001 originario del Senegal con passaporto francese, è stato tesserato dalla Roma ufficialmente una ventina di giorni fa, dopo esser però sbarcato a Trigoria già la scorsa estate. Appena arrivato ha svolto qualche allenamento con la prima squadra, ma è stato poi aggregato stabilmente alla Primavera di Alberto De Rossi. E la storia di questo quasi diciottenne (li compirà il 5 dicembre) è molto simile a quella di altri suoi conterranei. Tall è infatti arrivato come profugo clandestino, trascorrendo i primi mesi italiani in una casa famiglia. Il primo a individuarlo in mezzo ad altri ragazzi è stato un osservatore dell'Ascoli, che gli ha permesso di allenarsi nelle Marche, prima del trasferimento nella capitale, la scorsa estate. Il centravanti, molto forte fisicamente e velocissimo, ha esordito con i baby giallorossi il 15 novembre scorso, pochi giorni dopo il suo tesseramento (arrivato in ritardo per motivi burocratici), subentrando in corsa contro l'Inter e risultando subito decisivo con un assist per il definitivo 4-2 a favore della Roma. Tall è stato protagonista anche nella sua seconda apparizione (la prima in casa), contro l'Atalanta, infilando un gol-capolavoro in rovesciata a dimostrazione della velocità d'inserimento in squadra del ragazzo, soprannominato “Bara” dai compagni. Una favola moderna, quella di questo ragazzone descritto come molto rispettoso e consapevole di doversi costruire con le sue forze un “lieto fine” che lo aiuti, grazie al calcio, a risistemare la sua vita. Magari convincendo anche Paulo Fonseca a dargli una chance in prima squadra, visto che Edin Dzeko non ha al momento alternative naturali che gli consentano di poter ogni tanto tirare il fiato.


L'arbitro Hategan dirigerà Basaksehir-Roma

Sono state rese note le designazioni arbitrali per le partite di Europa League.
Istanbul Basaksehir-Roma sarà diretta dall'arbitro Hategan, di nazionalità rumena. Il direttore di gara sarà coadiuvato dagli assistenti Sovre e Gheorghe. Quarto uomo Coltescu.