Zaniolo: «Ho sbagliato ma non sono cattivo»
IL TEMPO - BIAFORA - «Mi piacerebbe vincere l'Europeo dopo aver vinto l'Europa League con la Roma». Vola alto Nicolò Zaniolo, un giocatore che sta vivendo un momento magico dopo la doppietta segnata con la maglia della Nazionale.
Il talento giallorosso ha ben chiari i traguardi da raggiungere al termine della stagione e non ha paura di alzare l’asticella: «L'obiettivo minimo è migliorare giorno dopo giorno. Vogliamo vincere tutte le partite per arrivare ai nostri traguardi. Il traguardo - ha detto il classe 1999 ai microfoni di Sky Sport - penso sia qualificarsi in Champions, migliorare giorno dopo giorno e magari conquistare anche qualche trofeo. La doppietta con l’Italia è un altro sogno che ho realizzato, però di certo non è un punto di arrivo, ma è un punto di partenza, spero di farne tanti altri».
Zaniolo, che ha già raggiunto quota sette gol in stagione tra l’Italia e la sua Roma, ha trovato la piena stabilità con il rinnovo di contratto di agosto ed ha voluto allontanare qualsiasi tipo di voce di mercato: «Sono felicissimo di aver prolungato, la società mi ha dato grandissima fiducia e ora devo dimostrare di meritarla. Sono molto felice di stare alla Roma, sono orgoglioso di questi tifosi. Sto benissimo qua». L'ex interista ha anche un rammarico: «Mi giocherei meglio le mie carte con l’Under 21. Devo far capire alla gente che non sono un ragazzo cattivo, ma sono uno che ha commesso un errore e vuole imparare».
Zaniolo nella sfida di domenica contro il Brescia partirà dal primo minuto nel ruolo di esterno d’attacco, probabilmente sempre con Pastore e Kluivert a completare il tridente alle spalle di Dzeko. I dubbi di Fonseca, che ritroverà tra i convocati Pellegrini e Mlkhitaryan, sono legati a Mancini, che potrebbe ritornare accanto a Smalling, e al terzino destro. Spinazzola ha proseguito il lavoro personalizzato e sarà valutato nuovamente in giornata: il portoghese, in caso di forfait, deve scegliere tra Santon e capitan Florenzi.
Balotelli a rischio, l'Olimpico pure
IL TEMPO - BIAFORA - Ad oltre tre anni e mezzo di distanza Mario Balotelli tornerà ad affrontare la Roma. O forse no. L'attaccante del Brescia ha da sempre un rapporto più che complicato con la tifoseria giallorossa e, dopo la sconfitta di maggio 2016 con il Milan, avrebbe potuto avere di nuovo la possibilità di sfidare la squadra capitolina. Ma Balotelli, confermando la fama da bad boy, ha deciso di mettere a rischio la propria convocazione per la partita.
Il classe 1990 ne ha infatti combinata un'altra delle sue abbandonando in macchina il centro sportivo mentre l’allenamento era ancora in corso. Grosso, neo-allenatore del Brescia, stava provando la formazione e Balotelli era stato inserito tra le riserve, con Torregrossa e Donnarumma tra i titolari. La scelta tecnica ha portato il numero 45 ad effettuare una seduta dai ritmi blandi e svogliati, provocando la reazione di Grosso, che ha quindi deciso di allontanarlo dal campo. Il Brescia non ha ancora preso una posizione su eventuali provvedimenti, ma si parla già di separazione a gennaio.
Rischia perciò di saltare per motivi disciplinari il ritorno a Roma di Balotelli, che nel corso delle sue esperienze all’Inter e poi al Milan - 3 gol segnati in tutto - si è sempre beccato coni giocatori giallorossi in campo e a distanza con i tifosi romanisti. L'origine della discordia risale ad un Inter-Roma del 2009 in cui Balotelli, dopo aver siglato un rigore, zittì il settore occupato dai tifosi ospiti e mostrò la linguaccia a Panucci, che non aveva per niente gradito il gesto irrispettoso. Da quel match ne sono successe poi di tutti i colori. In rapida sequenza si è passati dal primo striscione della Curva Sud «Non t'insultiamo perché sei di colore, ma perché sei ‘no str... senza onore», al calcio di Totti, proseguendo poi con la sospensione del match da parte di Rocchi durante Milan-Roma peri cori razzisti all’indirizzo di Balotelli. Un episodio che ha portato ad un duro comunicato del club giallorosso nei confronti dei propri tifosi e alla squalifica della curva dell'Olimpico. Nella stagione successiva lo zoccolo duro del tifo romanista ha esposto poi un altro striscione: «Quanto clamore per un viziato senza onore».
Dopo un periodo di quiete le strade di Balotelli e della Roma si sono incrociate di nuovo lo scorso anno sul mercato. L'attaccante aveva aperto ad un trasferimento, prendendosi la replica di parte della tifoseria: «Mezzo giocatore, uomo senza valore che si fa scudo con il suo colore. Roma non ti vuole!».
Ora, visto il comportamento in allenamento, è possibile che salti il nuovo confronto con la Curva Sud, già nell'occhio del ciclone nell’ultimo periodo (in caso di cori razzisti la squalifica del settore sarebbe pressoché certa). Ieri la Roma ha in parte vinto il ricorso curato dall'avvocato del club Antonio Conte peri cori di discriminazione territoriale effettuati contro il Napoli e la multa è stata ridotta a 20mila euro. Resta però aperto il procedimento sui cori indirizzati a Vieira ed è sempre in corso un'indagine per individuare al meglio da dove sono provenuti i cori di Roma-Napoli. Per quanto riguarda la situazione legata a Petrachi è molto probabile che la Procura richieda una proroga dei tempi essendo vicini alla scadenza dei tempi della chiusura dell'indagine, fissata per il 26 novembre.
Stadio, Totti, De Rossi: perché Pallotta vende a Friedkin
LA REPUBBLICA - PINCI - La strada era segnata dall’estate. Quando il management della Roma propose a Pallotta un piano che rivoluzionava la strategia seguita fino a quel momento: cessioni soltanto per necessità sportive, stop alla politica di vendere giocatori strategici per sopravvivere. La conseguenza era la necessità di un aumento di capitale da 150 milioni di euro. Così è iniziata la ricerca di un socio da parte del presidente americano dei giallorossi. Ricerca culminata nel profilo di un altro statunitense, Dan Friedkin. La missione a Roma si è conclusa: lui è ripartito mercoledì, ieri mattina i suoi uomini, una ventina. Entro qualche settimana completerà la due diligence sui conti del club giallorosso e formulerà la prima offerta ufficiale: il dado è tratto.
Ma cosa ha convinto Pallotta ad aprire una trattativa per cedere la Roma? Soltanto 18 mesi fa, al club giallorosso si era interessata una delegazione di sauditi, emissari del principe Mohammed Bin Salman in persona. A loro, dopo i primi discorsi esplorativi, Pallotta aveva detto: «Non vendo». In questo anno e mezzo però ha dovuto fare i conti con una serie di delusioni che ne hanno minato le convinzioni. La prima crepa profonda è stato l’addio di De Rossi e le accuse che ne sono seguite. Era convinto di avergli offerto molto, un posto da dirigente operativo, anche più che a Totti. Il “no” con umiliazione pubblica in quella conferenza e le successive accuse dei tifosi lo hanno ferito. Ancora di più lo strappo di Totti, che magari non reputava un amico ma che avrebbe voluto aiutare a diventare un dirigente formato, salvo sentirsi sbattere la porta in faccia («In due anni Pallotta non l’ho mai sentito»).
Poi lo stadio, il vero spartiacque. Era arrivato fiducioso di chiudere la partita burocratica in tre/quattro anni. Ne sono passati sette, con due progetti diversi e 80 milioni spesi, ma a Trigoria si parla ancora di “fiducia”. Con l’urgenza di investire altri 150 milioni, Pallotta ha aperto alla ricerca di investitori. Certo lo stadio è un asset chiave anche per Friedkin: nei piani di sviluppo, una Roma senza stadio faticherà ad attestarsi sui 250 milioni annui di ricavi. Lo stadio sarebbe un volano da 400/450 milioni di fatturato. Indispensabile per evitare di dipendere ancora in futuro da altri aumenti di capitale.
Il magnate che distribuisce Toyota negli Usa è pronto a lanciare la sua scalata. Sottoscriverà parte dell’aumento di capitale, 130 milioni, diluendo la partecipazione di Pallotta, e poi andrà a trattare il 51% del club, valutato un miliardo. Certo non si accontenterà di una quota di minoranza, che invece potrebbe conservare Pallotta. I legali sono già al lavoro per strutturare la proposta economica, dopo i kick off meeting dei giorni scorsi. Ed è già partita una corsa a ricollocarsi da parte di tanti fuoriusciti della gestione Pallotta: movimenti destinati però a restare insoddisfatti. Il management della Roma ha dato il via a una “pulizia” della squadra, cedendo i giocatori non strategici o problematici. In autunno il ritocco ha coinvolto la governance, da cui presto uscirà anche il vice presidente Baldissoni. Ora c’è da ristrutturare la proprietà. E Friedkin può trasferire l’entusiasmo che nella gestione Pallotta era venuto meno.
Pellegrini: "Sono pronto, ho lavorato tanto per star bene il prima possibile"
Lorenzo Pellegrini ha rilasciato un'intervista al quotidiano sportivo Gazzetta Dello Sport. Queste alcune delle sue parole:
Le sue condizioni?
«La visita di controllo di ieri è andata bene, è la conferma che aspettavo. Sono pronto, ho lavorato tanto per star bene il prima possibile, riuscendo anche ad accorciare i tempi. Restare fuori è stata dura. Molto».
Che Roma ha ritrovato?
«Una grande squadra. Ciò che hanno fatto i ragazzi è indescrivibile: giocare così tante partite ravvicinate, sempre gli stessi... Non è facile, ho ritrovato una squadra con qualche consapevolezza in più».
Una Roma da Champions?
«Impossibile dirlo ora e forse sarà difficile dirlo anche alla penultima giornata. Di certo noi vogliamo andarci e faremo di tutto per riuscirci. È il nostro obiettivo primario».
Totti ha detto che le ha fatto tante promesse. Può svelarcene almeno una?
«Preferirei di no, per me sono dei segreti. Erano delle ambizioni che lui aveva nei miei confronti e che io ho. Ma restano tra di noi. Per il nostro rapporto e per ciò vale per me e Francesco».
In Nazionale si è rivisto Florenzi, ai margini nella Roma.
«Ale vive questo momento da campione, non si è mai lamentato e ha sempre messo la squadra prima di tutto. Sta lavorando per convincere il mister, ma merita un applauso. Ci sta insegnando tante cose».
Il suo amico Mancini lo riporterebbe in difesa?
«Quando lo vidi all’Europeo Under 21 pensai che in pochi anni sarebbe diventato uno dei difensori più forti in Italia. La cosa che mi stupisce è che non smette mai di imparare. Non ha limiti, può arrivare ovunque».
A quando il suo rinnovo?
«Non ne abbiamo ancora mai parlato, ma sono molto sereno. Conta stare bene, quando sarà il momento ci siederemo insieme. Togliere la clausola? Parleremo anche di quello...»
La Roma potrebbe diventare di Friedkin, ha visto?
«Abbiamo letto, ma queste sono cose che non entrano nello spogliatoio, sopratutto alla vigilia di una gara. Può sembrare una stupidaggine, ma noi restiamo sempre molto esterni. Il giocatore deve fare il giocatore, al resto c’è chi ci pensa».
Primavera, domattina il derby della verità
IL TEMPO - ZOTTI - Finita la pausa nazionali si riparte con il derby. Domani alle 11 al Fersini di Formello va in scena la sfida tra le formazioni Primavera di Roma e Lazio (diretta su Sportitalia, Roma Tv e Laziostyle).
I giallorossi, reduci dal pareggio ottenuto contro l'Atalanta, sono attualmente a -3 dalla vetta - occupata dai bergamaschi e dal Cagliari - e vogliono tornare a vincere per continuare a guadagnare posizioni in classifica. Mister De Rossi può contare su un Alessio Riccardi in forma smagliante dopo i quattro gol in tre partite segnati con la maglia della Nazionale Under 19.
Situazione delicata invece per la Lazio. I ragazzi di Menichini stanno attraversando un momento di crisi nera. Nelle ultime cinque partite infatti i biancocelesti hanno sempre perso, conquistando un solo punto nelle ultime sei gare in campionato. Non è andata meglio in Coppa Italia dove i laziali sono stati eliminati dal Napoli. La classifica non sorride considerando l’attuale +1 sull'ultimo posto, la speranza è che il tecnico durante la sosta sia riuscito a ricompattare la squadra.
Andressa: "Per cambiare le cose si deve lavorare insieme: Italia, Spagna, Brasile, qualsiasi parte del mondo. Solo insieme si può"
Andressa Alves, intervistata dal quotidiano sportivo Gazzetta Dello Sport, ha parlato del match di domenica contro la Juve che si terrà al Tre Fontane. Queste le sue parole:
Lei è brasiliana, ma viene dalla Spagna, dove le calciatrici scioperano per l’uguaglianza anche, ma non solo, per il salario minimo garantito.
«Per cambiare le cose si deve lavorare insieme: Italia, Spagna, Brasile, qualsiasi parte del mondo. Solo insieme si può».
Sempre in tema di Spagna, differenze tra quel campionato e la Serie A?
«Non credo tantissime. Ci sono tre o quattro squadre molto competitive, come Barça o Atletico, e altrettante qui. È un campionato interessante».
La Juventus, che affronterete domenica al Tre Fontane, è la favorita?
«Per il campionato sì, sono forse la squadra da battere. Ma anche la Roma è forte, ve lo assicuro ».
Come ci arrivate?
«È una partita che si prepara da sé, un “classico” e abbiamo avuto una settimana per prepararci dopo l’ultima sconfitta ».
Cosa non è andato contro la Florentia?
«Non abbiamo fatto i gol che dovevamo fare, segnare è importante. Non è stata una buona giornata per la Roma, credo che avremmo potuto fare di più; questi tre punti persi potrebbero pesare molto alla fine del campionato».
Cosa ruberebbe alla Juve?
«Niente. Loro sono loro, noi siamo noi. Siamo una squadra che vuole vincere e domenica farà di tutto per dimostrarlo».
Come si trova a Roma? Sa che questa è sempre stata una città speciale per i suoi connazionali calciatori?
«Certo che lo so. Conosco Falcao, un idolo, e poi Cafù, Julio Baptista, Marquinhos e in tempi più recenti Alisson. C’è sempre stato un legame confidenziale e infatti io qui mi trovo molto bene».
Dal de Russie allo stadio: tour segreto e gourmet di Dan Friedkin
LA REPUBBLICA - PINCI - Raccontano che di tempo per girarla come avrebbe voluto non ne abbia trovato. Una passeggiata serale, utile a smaltire il jet lag, in una via Margutta deserta o quasi: erano giorni in cui il volto di Dan Friedkin non diceva ancora nulla a nessuno, a Roma. Oggi forse non sarebbe così facile per il magnate statunitense di 54 anni, maggior distributore di auto Toyota sul territorio americano, passare inosservato. Oggi, l’altro americano a Roma compare su siti e giornali, diventando familiare anche a chi l’aveva visto inconsapevolmente volteggiare sulle ali di uno Spitfire nella scena finale del film “Dunkirk” di Christopher Nolan.
Le cinque giornate romane tra venerdì e mercoledì sono scivolate via tutte piuttosto simili per Friedkin, con lunghe riunioni negli uffici di via Principessa Clotilde, percorrendo a piedi i 230 metri che la separano dall’ingresso dell’hotel de Russie, il suo quartier generale. Con lui, oltre a legali, consiglieri finanziari e advisor, anche la moglie Debra e uno dei suoi quattro figli. Ha infilato una visita in viale Tolstoj all’Eur, dove è stato ricevuto dal management della Roma, pur nel completo anonimato. Curiosamente, passare al setaccio i social non è servito per rintracciare un suo scatto, un selfie con un curioso, con un impiegato dell’hotel: nulla. «Da noi non è abitudine, non facciamo mai foto con i nostri clienti», confessa una ragazza che lavora al de Russie.
Certo non ha fatto in tempo a vivere la città come turista, ma non era la prima volta che la visitava, anzi. Lo dimostra la scelta dei ristoranti per le cene: l’ultima, martedì, da Pierluigi in Piazza dei Ricci, con altre quattro persone, apprezzando la tartare di tonno con mango e salsa al basilico e un piatto di pasta. Non un caso: lì si erano fermati, a Roma, anche l’ex presidente Obama e il regista Tarantino. Insomma, il suggerimento a mister Friedkin potrebbe essere arrivato da amici molto influenti. Altra cena, altro giro, per un menù con vista sui Fori.
In realtà gli avvistamenti a posteriori si sono moltiplicati: tassisti giurano di averlo accompagnato personalmente a Trigoria, ma il tycoon si è spostato sempre con auto private, anche se una visita nel centro sportivo - che nessuno conferma - non è esclusa. E’ ripartito la sera di mercoledì lasciando l’hotel intorno alle 19. Potrebbe tornare a dicembre, quando la trattativa potrebbe essere già definita con Pallotta. Roma lo aspetta, lo stadio Olimpico pure. Certo Roma-Brescia, tra pioggia e pochi spettatori, non era la cornice giusta per dare il benvenuto (forse) a chi ha intenzione di regalare alla Roma una nuova occasione per sognare.
Un rinforzo per il centrocampo: gli indiziati sono Castrovilli e Kulusevski
La Roma sta valutando la possibilità di inserire un ulteriore innesto in rosa per il centrocampo. Secondo l'edizione odierna de Il Corriere dello Sport, i giallorossi stanno monitorando i profili di Gaetano Castrovilli, classe '97 in forza alla Fiorentina, e di Dejan Kulusevski, trequartista del Parma ma di proprietà dell'Atalanta. Il centrocampista viola, valutato circa 35 milioni, è un'ipotesi più concreta per il calciomercato estivo, mentre Kulusevski potrebbe essere un'idea concreta già per gennaio.
Istanbul Başakşehir-Roma, il programma della vigilia. Rifinitura in mattinata a Trigoria, alle 18 la conferenza di Fonseca dallo stadio Fatih Terim
Giovedì prossimo, 28 novembre, la Roma sarà impegnata nella penultima sfida della fase a gironi di Europa League. I giallorossi giocheranno in trasferta in Turchia contro l'Istanbul Başakşehir. Di seguito il programma della vigilia del match:
10:30 - Rifinitura della Roma a Trigoria
16:00 - Conferenza stampa di Okan e un giocatore allo stadio Fatih Terim
16:30 - Rifinitura dell'Istanbul Basaksehir allo stadio Fatih Terim
18:00 - Conferenza stampa di Paulo Fonseca e un calciatore allo stadio Fatih Terim
Allenamento Roma, Spinazzola torna in gruppo. Ancora a parte Cristante, Kalinic e Zappacosta
La Roma è scesa in campo a Trigoria per l'allenamento quotidiano in vista del match contro il Brescia, in programma domenica alle 15 allo Stadio Olimpico. La squadra ha iniziato con il consueto torello per poi dedicarsi alla parte atletica e tattica. Cristante, Kalinic e Zappacosta hanno lavorato a parte. Individuale programmato per . Torna in gruppo Spinazzola.
Rinnovata la partnership con la Peroni
"Lo storico marchio italiano scende in campo in qualità di Birra Ufficiale del Club e del suo Fan Village. Dalla prossima gara di Serie A TIM del 24 novembre 2019 tra Roma e Brescia, Peroni sarà presente all’interno della Magica Land – il villaggio innovativo, interattivo e multisensoriale dedicato a tutti i tifosi giallorossi – con il suo chiosco food & beverage e le tante attività di intrattenimento, in perfetto stile “Terzo Tempo Peroni”.
Primavera, De Rossi: "Domani voglio un cambio di tendenza sui troppi gol presi"
Alberto De Rossi, tecnico della Roma Primavera, ha parlato ai microfoni di Roma TV alla vigilia del derby contro la Lazio. Queste le sue parole:
Sulla sua Roma:
“Sarà una partita importantissima: dovrà darci delle conferme e la possibilità di migliorare i pochi errori che stiamo commettendo nelle ultime gare. Stiamo scalando la classifica, ma stiamo anche facendo degli errori grossolani. Ci stiamo lavorando: spero di trovare miglioramenti e conferme, oltre ad un cambio di tendenza sui gol presi, che al momento sono troppi”.
Sull'avversario e sul campionato:
“Troveremo la Lazio delle prime partite (che ha vinto le prime due partite del campionato, ndr). Il loro campionato ha preso un giro negativo, ma sul lato emotivo forse hanno inciso le prime due sconfitte. Credo che abbiano avuto modo di ricaricarsi: sarà una sfida bella ed equilibrata. La classifica ci dà poche indicazioni: quello che dico sempre ai ragazzi è che anche quando affronteremo l’Empoli, il Sassuolo o la Juventus, sarà sempre difficile allo stesso modo perché quest’anno il campionato è molto competitivo”.