Ripresa allenamenti martedì. Spinazzola si ferma per fastidio flessore destro
Spinazzola è uscito dalla partita dopo mezz'ora di gioco. Non era presente giovedì nel match di Europa League e appena tornato in campo, se ne va poco dopo: il giocatore ha avuto un fastidio al flessore destro. Non potrà essere disponibile in Nazionale e verranno eseguiti esami nelle prossime 48 ore.
La Roma riprenderà gli allenamenti martedì a Trigoria.
Parma-Roma, arbitra Fabbri. Con l'arbitro di Ravenna la vittoria manca dal febbraio 2018
INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI - Sarà Michael Fabbri della sezione di Ravenna a dirigere il match tra Parma e Roma, in programma oggi alle 18:00 allo Stadio Tardini. Gli assistenti saranno Tolfo e Di Vuolo, Ghersini IV uomo. VAR e AVAR, rispettivamente, Banti e Alassio. La Roma, attualmente in solitaria al terzo posto della classifica, cerca il filotto in campionato, dopo aver collezionato tre - difficili - vittorie consecutive, arrivate contro il Milan, l'Udinese e il Napoli. Subito da archiviare, invece, la delusione di giovedì sera: la sconfitta contro il Borussia in Europa League. La squadra è arrivata in Emilia Romagna direttamente dalla Germania, senza fare ritorno nella Capitale. Il gruppo è stato raggiunto da Spinazzola, assente nella trasferta tedesca per un affaticamento e ora nuovamente disponibile.
I PRECEDENTI - Sono sei le partite giallorosse dirette dal fischietto di Ravenna, in cui la Roma ha totalizzato tre vittorie, un pareggio e due sconfitte negli scontri con Benevento, Bologna, Hellas Verona, Fiorentina, Atalanta e Udinese. Con Fabbri i giallorossi non trovano la vittoria da tre partite. L'ultimo match arbitrato da Fabbri risale allo scorso novembre, la sconfitta esterna contro l'Udinese per 1-0, con un gol realizzato da De Paul. Nella stessa stagione, alla seconda giornata arrivò il 3-3 casalingo contro l’Atalanta, mentre il 7 aprile del 2018 ecco la sconfitta per 2-0 in casa contro la Fiorentina. L'arbitro emiliano, inoltre, si trovava in sala VAR nel tanto dibattuto pareggio 2-2 tra Roma e Inter della scorsa stagione, quando ai giallorossi fu negato il calcio di rigore dopo il fallo in area di D'Ambrosio ai danni di Zaniolo. L'errore costò a Rocchi, che dirigeva il match, e a Fabbri un turno di stop. L'ultima vittoria dei giallorossi con l'arbitro di Ravenna risale quindi al febbraio 2018, lo 0-1 realizzato in casa dell'Hellas Verona da Cengiz Under, alla sua prima rete in giallorosso.
Quattro, invece, i precedenti con il Parma: due le vittorie, arrivate contro Fiorentina e Cagliari, un pareggio e una sconfitta contro la Lazio.
Dalla Germania a Parma passando per Reggio Emilia
IL TEMPO - BIAFORA - Allenamento di scarico a Moenchengladbach, rifinitura a Reggio Emilia e partita a Parma. In vista della sfida contro i ducali sono numerosi gli spostamenti che hanno riguardato e riguarderanno la Roma di Fonseca. Ieri mattina i giallorossi hanno svolto una seduta defaticante nel centro sportivo del Borussia, prima di imbarcarsi alla volta di Bologna ed essere poi portati in pullman all’Hotel de la Ville (vicino allo Stadio Tardini) di Parma, che oggi alle 14.30 sarà la sede della conferenza del tecnico. Prima dell’incontro con i giornalisti Fonseca guiderà l’allenamento di rifinitura sul prato del Mapei Stadium, dove ieri sera è andato in scena Sassuolo-Bologna. Sarà regolarmente presente in gruppo Spinazzola, che ha raggiunto i compagni di squadra in ritiro: il terzino ha del tutto smaltito il leggero affaticamento muscolare ed è pronto a tornare titolare. Diversi gli assenti in casa Parma: D’Aversa, che ha recuperato Gagliolo e spera di avere Bruno Alves, dovrà probabilmente fare a meno di Karamoh, Laurini, Grassi e soprattutto di Inglese.
La doppia vita di Capitan Florenzi
IL TEMPO - BIAFORA - Cinque panchine di fila dopo la Sampdoria sono un chiaro segnale: Florenzi, al momento, non è più un titolare della Roma. Durante la sosta di ottobre Fonseca ha comunicato al ventottenne che come terzino destro gli avrebbe preferito Spinazzola ed in alternativa Santon. Florenzi è quindi il terzo ed ultimo (senza contare Zappacosta) su quella fascia e anche nel “nuovo” ruolo di esterno offensivo gli sono stati preferiti - sia dal primo minuto che a gara in corso - Zaniolo, Kluivert, Perotti, Under, in attesa di Mkhitaryan, che ha saltato tutto l’ultimo ciclo di partite per infortunio. Quella di Florenzi in estate sembrava un’annata dalle rosee prospettive dopo aver ereditato la fascia da capitano da De Rossi ed aver fatto pace con i tifosi della Curva Sud. Il numero 24 - convocato da Mancini - ha comunque accettato con serenità le decisioni di Fonseca, esultando con i compagni dopo i gol e le vittorie, senza mai avventurarsi in dichiarazioni polemiche. È convinto di riconquistare a breve il posto. Ma se non dovesse accadere, anche in vista di Euro2020, Florenzi e il suo procuratore faranno le giuste valutazioni sul futuro.
Roma, ora Fonseca guarda solo avanti
IL MESSAGGERO - TRANI - In tv o di persona, l'espressione è inequivocabile. Basta guardare in faccia Fonseca per capire quanto la caduta del Borussia Park, pure nel day after, proprio non riesce ad accantonarla come altre della sua carriera. Insopportabile. In quello stadio è tornato, e ne avrebbe fatto volentieri a meno dopo lo sgarbo dello spagnolo Gil Manzano, anche ieri mattina prima di spostarsi a Dusseldorf e volare a Bologna (poi pullman per Parma): allenamento per chi non ha giocato, lavoro di scarico per gli altri. Il portoghese deve comunque pensare al campionato, a quel 3° posto appena riconquistato dopo un anno e mezzo e dunque da difendere nel viaggio in Emilia. Eppure non riesce a staccarsi dall'Europa League dove vuole che la Roma sia protagonista. Se dovesse scegliere, sarebbe l'obiettivo principale della sua prima stagione in Italia. «Voglio vincere le ultime due partite» il messaggio a fine partita per ribadire che punta al 1° posto e quindi a fare 6 punti, pur sapendo che anche con 4 andrebbe avanti nella competizione. Lo spareggio sarà quello del 28 novembre a Istanbul contro il Basaksehir che è al comando, con 7 punti (2 più dei giallorossi terzi), nel gruppo J.
GIUDIZIO SINCERO - «La palla è uscita, ma niente alibi». Fonseca spacca a metà la sfida di Moenchengladbach: separa l'errore dell'arbitro Gil Mazano (con la collaborazione dell'assistenze Nevado Rodriguez) da quelli dei suoi giocatori. Le gaffe, dal suo punto di vista, oscurano le conferme. Il 2° ko stagionale in 15 partite (il 1° esterno) ha evidenziato difetti in attacco prima che in difesa. Perché la Roma che domina, senza lasciare chance al Borussia, nella ripresa è la stessa che umiliò, nel 2° tempo e in inferiorità numerica, l'Udinese alla Dacia Arena con 3 gol e occasioni a raffica. Guarda caso con la stessa formazione di otto giorni prima. Ed esibizione identica nella forma. Non nella sostanza, però. La differenza è stata nella finalizzazione. Efficace in Friuli, imprecisa in Germania. Nel finale la dormita dei centrali Smalling e Fazio sul colpo di testa vincente di Thuram, la distrazione di Veretout su Plea e la posizione sbagliata di Kolarov. «Risultato ingiusto, ma questo è il calcio» ribadisce il portoghese, infastidito per aver preso solo 1 punto nelle 2 gare contro la capolista della Bundesliga.
ABBONDANZA DA SFRUTTARE - Fonseca conta gli uomini nel ritiro di Parma. C'è Spinazzola, pronto a riprendersi il posto. Promosso, comunque, Santon. Florenzi, invece è rimasto fuori per il 5° match consecutivo. L'allenatore valuterà le condizione fisiche dei 23 convocati (in Emilia anche Cetin, ma è squalificato). La rosa è già più completa che nel recente passato: Diawara è entrato bene contro il Borussia e va quindi tenuto in considerazione per la partita di domani al Tardini. Non si può dire lo stesso per Perotti e Under. «Non sono ancora al centro per cento», ha chiarito dopo la partita.
ROTAZIONE MIRATA - La full immersion, gran parte vissuta in piena emergenza, finisce con la partita di Parma. Fonseca, anche se la partita del Tardini arriva a meno di 3 giorni da quella al Borussia Park, vuole insistere sugli stessi giocatori. Ecco perché ha tolto in corsa sia Mancini che Pastore, punti fermi del suo 4-1-4-1. Ora dovrà decidere se arretrare Mancini accanto a Smalling, escludendo Fazio in difesa e dando spazio a Diawara a centrocampo. In più dovrà scegliere il terzino destro. In teoria, se non dovesse giocare Spinazzola, potrebbe tornare d'attualità Florenzi. Che però rimane l'alternativa a Kluivert in attacco. Stamattina a Reggio Emilia la verifica è per Spinazzola e gli altri. Ma, aspettando la sosta per le nazionali, cambiare non è la priorità dell'allenatore.
Mancini-Diawara: gemelli diversi garanzia di equilibrio
IL MESSAGGERO - TRANI - L'asse di garanzia viene dal mercato estivo. Sono gli interpreti presi da Petrachi su indicazione di Fonseca. Mancini e Diawara, senza la certezza del posto da titolare ad inizio stagione, oggi si ritrovano al centro della Roma. Ruolo: volante, in stile sudamericano. Nel 4-1-4-1 (4-2-3-1) è la figura che garantisce equilibrio e costruzione.
COPPIA DI LUSSO - Il dualismo nasce nel cambio al Borussia Park. Ma più che la competizione, conta l'alternativa. Se l'allenatore decide di riportare Mancini in difesa, ecco Diawara, svelto a tornare in gruppo e in campo. Ko il 6 ottobre contro il Cagliari e, a un mese dall'intervento al menisco, ha giocato alla prima chiamata. Fonseca lo fece inserire nella trattativa con il Napoli (cessione di Manolas), così come chiamò il ct Mancini prima di dare l'okay per prendere il difensore dall'Atalanta. Giocatori, dunque, di riferimento.
FASCIA PROTETTA - Aspettando Mkhitaryan, dato per disponibile dopo la pausa (infortunio simile a quello di Cristante, ma senza distacco totale del tendine), Fonseca torna ad avere più opzioni in attacco. Aumentano gli esterni offensivi. In alto a destra c'è Under, in panchina già alla Dacia Arena contro l'Udinese il 30 ottobre e utilizzato sia contro il Napoli sia contro il Gladbach. E a sinistra, dove Perotti, uscito di scena prima dell'inizio del campionato, è ripartito il 20 ottobre da Marassi contro la Sampdoria. Quel pomeriggio Florenzi, capace di giocare su entrambi i lati, ha giocato l'ultima partita da titolare. Diawara, pure se è appena tornato, è più avanti degli altri. Si è visto al Borussia Park: lucido e presente nel momento cruciale del match. Ha battuto allo sprint i 3 compagni: Florenzi, in ribasso psicologicamente e atleticamente, fatica a riemergere, ma la Nazionale dovrebbe riportarlo almeno a galla; Perotti, titolare solo all'Olimpico contro il Milan il 27 ottobre e comunque sempre presente nelle ultime 6 partite, è (per l'allenatore) il dodicesimo uomo, anche se poi quando entra dà l'impressione di non fidarsi di sé stesso, cioè dei suoi muscoli che lo fanno penare da tempo; Under, entrato in corsa sia contro il Napoli e il Borussia, cerca di aumentare il minutaggio in partita per sfidare di nuovo alla pari Zaniolo. Le soluzioni, già domani al Tardini contro il Parma, aumentano. Il vantaggio c'è, non deve però mancare la pazienza. Come chiarisce il tecnico, nessuno dei 3 è ancora al top. Inserimento graduale, dunque.
Florenzi cerca una via d’uscita dalla panchina
IL MESSAGGERO - CARINA - «A Trigoria si un’aria diversa». Tanto differente da tramutare queste parole in un boomerang. Era il 18 settembre, vigilia del match contro il Basaksehir in Europa League e Florenzi, vicino a Fonseca, raccontava come l’approdo del portoghese «avesse cambiato molto» le logiche all’interno del gruppo, «ora tutti sono importanti». Che poi, a pensarci bene, è quanto ribadito giovedì da Petrachi: «Cosa significa l’ennesima esclusione di Florenzi? Che se la gioca con tutti. Da un giorno all’altro certi tipi di equilibri all’interno dello spogliatoio possono cambiare e questo viene modificato dal rendimento settimanale». Non bisogna fare l’esegesi delle parole del ds per intendere che Alessandro, almeno per chi deve fare delle valutazioni e prendere delle decisioni, non sta rendendo come gli altri. Né nel ruolo di terzino, sopravanzato da Spinazzola (acquistato per giocare a sinistra), Santon e addirittura Cetin (un centrale difensivo), tantomeno per quello di esterno alto (Kluivert e Perotti, aspettando il rientro di Mkhitaryan, per ora sono davanti). Cinque panchine di fila non possono essere per caso. Ma lo possono diventare, un caso. Al netto delle reiterate rassicurazioni di Fonseca e di Petrachi («Tornerà a fare quello che ha sempre fatto»), qualcosa s’è incrinato. Non in Nazionale: le ultime convocazioni del ct Mancini lo hanno visto presente. Particolare però da non sottovalutare: a giugno ci sono gli Europei e non giocare pregiudica le possibilità di esserci. Anche perché, oltre al paradosso di venir convocato in azzurro e non giocare nella Roma, ce n’è un altro. Mancini, anche nella lista diramata ieri, ha inserito Florenzi nella categoria dei difensori. Fonseca, invece, sembra avere idee diverse. Non da oggi. Già i segnali estivi (quando nelle prime amichevoli veniva impiegato alto) ai quali si sono poi sommate alcune scelte in campionato (al derby, prima del ko di Zappacosta nel riscaldamento, inizialmente con l’Atalanta o contro la Sampdoria) lasciano intendere come il portoghese preferisca impiegarlo come esterno in attacco con compiti difensivi.
GENNAIO DI RIFLESSIONE - La domanda è d’obbligo: se a Parma, nella logica del turnover, potrebbe anche ritrovare una maglia da titolare, cosa accadrà quando dopo la sosta in avanti ci sarà nuovamente l’overbooking? Sono riflessioni che sta facendo anche Alessandro insieme a chi lo segue. Nonostante le smentite arrivate in seguito, a fine giugno Florenzi era convinto di partire. S’era fatto vivo Conte, poi il Siviglia e anche il Tottenham. Alla fine non se n’era fatto nulla soprattutto perché Alessandro (che un anno fa ha rinnovato sino al 2023) voleva restare in Italia e Conte gli ha preferito Lazaro. Potrebbe accadere la stessa cosa a gennaio. L’Inter infatti ha già bloccato Darmian. Rimarrebbe, eventualmente, l’ipotesi estera. A patto che non cambi qualcosa nei prossimi due mesi.
Lo scudetto delle donne
IL TEMPO - ZOTTI - Un gruppo ancora unito dopo 50 anni. Un legame indissolubile come quelli che soltanto le vere storie di sport possono instaurare, quando calcio maschile e femminile erano ancora due mondi divisi. Una squadra di amiche sincere che si ritrovano oggi, alle 18, presso la libreria «Le Storie» in via Giulio Rocco, per celebrare un anniversario storico.
Il 21 dicembre 1969 a Grosseto l'ACF Roma vinceva il suo primo - e unico - scudetto battendo in finale il Genova. Un momento indimenticabile per le ragazze allenate da Guglielmo Tamilia (tassista di Ostia Lido innamorato del pallone, scomparso un anno fa), che grazie al calcio femminile hanno viaggiato in lungo e in largo guidate dalla presidentessa Palmira Rosi Bellei. Professoressa di educazione fisica e fondatrice del club nel 1965, venuta a mancare due anni fa, fu aiutata dell'allora presidente della As Roma Evangelisti che - oltre a dare il suo assenso al nome «ACF Roma» - fornì palloni e materiale tecnico. In casa Bellei non ci si limitò a questo: dopo il successo riscontrato con la squadra giallorossa, nel 1967 Franco, marito della signora Mira Rosi, fondò la Lazio Femminile in modo da consentire a tutte le ragazze che si avvicinavano al calcio di trovare il proprio spazio e dare all'ACF Roma un partner con cui confrontarsi.
«Non ci siamo mai lasciate. Significa che quegli anni ci sono rimasti nel cuore», il racconto di Anna Nati, mediano di spinta appena quattordicenne all'epoca dello scudetto: «Abbiamo girato il mondo. Ero una ragazzina, ho iniziato a giocare a dodici anni e per me non è stato facile, ma siamo andate ovunque America, Thailandia, Turchia o Malta. Abbiamo fatto conoscere il calcio negli Stati Uniti con una tournée nel '70, a New York abbiamo giocato davanti a cinquantamila spettatori, ma ci sono state partite anche a Montreal, Washington e Toronto. C'era tantissima curiosità intorno a noi».
Nel palmares dell’ACF Roma c’è anche un Coppa Italia arrivata nel ‘72 - con le giocatrici premiate dal presidente della Roma Anzalone - ma il tricolore rimane un ricordo indelebile per la signora Anna e le sue compagne: «Nel '68 avevamo perso malamente contro il Genova. Siamo state sconfitte in finale dopo tre anni di imbattibilità e ci siamo ripromesse che avremmo dovuto prenderci la rivincita. La stagione successiva siamo arrivate prime in campionato a pari punti sempre con le liguri, e abbiamo dovuto giocare due spareggi, uno a Livorno finito 0-0 e un altro a Grosseto vinto 1-0 grazie al gol di Barbara Ostili. Abbiamo riportato uno scudetto a Roma dopo 27 anni». Nonostante non ci fosse uno stadio di riferimento il pubblico non mancava mai.«Giocavamo in tutti i campi di Roma, ma gli spalti erano sempre pieni».
Una storia d'altri tempi che ha affascinato anche Nanni Moretti, che insieme a Loredana Conte, ha raccontato la squadra giallorossa nel cortometraggio «Colpi di Testa».
Riecco Cox in tribuna ad Anfield
GAZZETTA DELLO SPORT - "Il punto più basso della mia storia al Liverpool". Jurgen Klopp ha definito così i giorni vissuti nella primavera 2018, dopo l’aggressione da parte di un gruppo di tifosi della Roma che ridussero in fin di vita Sean Cox, fan irlandese dei Reds, in occasione della semifinale di andata di Champions. Domani Cox, 54 anni, sarà in tribuna per seguire Liverpool-Manchester City, accompagnato dalla moglie Martina, dopo 18 mesi di ospedali, cure e riabilitazione, prima in Irlanda e poi nel Nord dell’Inghilterra. Per sostenere le spese, è stata organizzata a Dublino lo scorso aprile un’amichevole, nella quale sono stati raccolti 748 mila euro. Anche la Roma, poco dopo l’episodio, mise a disposizione un’importante somma in denaro. "Spero di riuscire ad incontrarlo prima della partita per salutarlo" le parole di Klopp
Rientrati dalla Germania i tifosi fermati a Moenchengladbach
GAZZETTA DELLO SPORT - Sono rientrati in Italia i tifosi fermati a Moenchengladbach dalle autorità tedesche prima della partita tra Borussia e Roma. Trovati in possesso di materiale pirotecnico (vietato, come ricordato anche dallo speaker dello stadio, seppur a Roma i supporter tedeschi ne abbiano portato in grandi quantità) e altri oggetti volti ad offendere, in tre erano stati fermati allo stadio, altri in località poco distanti. Per i fermati non sono previste conseguenze, la serata di Europa League nel complesso non ha portato ulteriori criticità, così come non dovrebbe portarne la trasferta di domani a Parma. Saranno oltre quattromila i romanisti che seguiranno la squadra al Tardini: esauriti in breve tempo i 3.800 tagliandi del settore ospiti, saranno presenti anche altri tifosi nelle tribune dello stadio, mischiati ai sostenitori emiliani. Molti si muoveranno in macchina, la maggior parte in treno, fissando la partenza direttamente a domani mattina. Con la partita alle 18, c’è la possibilità di prendere l’ultimo treno (con cambio a Bologna) e tornare a Roma intorno a mezzanotte.
L'oro da fermi: Roma, una miniera di gol
GAZZETTA DELLO SPORT - La Roma ha giocato 15 partite: ebbene, in questo spicchio di stagione ha già mandato in rete 11 marcatori diversi. Davvero tanti, se si pensa che in Italia solo una rosa ha saputo fare meglio, ovvero la super Juventus, che alla voce gol ha già iscritto 13 persone. Cifre da brivido (di quelli belli, però). Tanto merito, infatti, va dato al lavoro sui calci piazzati che Fonseca (già da ieri sera a Parma, dopo essersi allenato in Germania) sta portando avanti fin dai primi giorni. Non è un caso, quindi, che sulle 20 reti segnate dalla Roma in campionato, quelle da palla inattiva sono ben 8, ovvero il 40% del totale. Non basta. Se aggiungiamo anche le 4 sul totale di 7 realizzate in Europa League, la percentuale s’impenna ulteriormente, togliendo a questi dati qualsiasi connotato di casualità, pensando poi che i gol potevano essere due di più, se Kolarov non avesse sbagliato altrettanti rigori (contro Lecce e Napoli). Insomma, in questa speciale classifica, la Roma si piazza nei quartieri alti della A. Precisamente al 3° posto, a solo due reti di distanza dalla capolista Inter (10) e a una dalla Juve (9). A chiudere la graduatoria, per ora, ci sono Spal e Udinese (1).
Quando Fonseca chiamò il c.t.: «Cosa mi dici di Mancini?»
GAZZETTA DELLO SPORT - La straordinaria «collaborazione» sottotraccia che il commissario tecnico della Nazionale sta offrendo da oltre un anno alla Roma, varrebbe un premio come consulenza. Nel 2018 ha scoperto - e quindi valorizzato - prima di tutti il talento di Nicolò Zaniolo, convocandolo in Nazionale prima ancora che esordisse tra i «grandi»; di fatto, facendo capire a Trigoria quale gioiello si fossero messi in casa, grazie anche al lavoro di Di Francesco. Ma non basta. È noto come nel gennaio scorso il d.s. Monchi fosse stato ad un passo dall’acquistare Gianluca Mancini. Poi le questioni finanziarie hanno consigliato di aspettare l’estate, ma qualche perplessità a Trigoria ancora restava. A quel punto, a rompere gli indugi è stato lo stesso Paulo Fonseca - a cui il giocatore piaceva - facendo una telefonata a quello che a suo parere poteva essere la persona giusta per un consiglio. Di chi si trattava? Ma di Roberto Mancini, naturalmente. E il c.t., che già lo aveva inserito nel gruppo della Nazionale utilizzandolo sia da centrale che da terzino, non ha fatto altro che confermare quanto di buono il portoghese avesse già intuito sul giocatore. «È uno da Roma», è stato il messaggio chiaro.