In Germania per conquistare il primo posto

INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - La quarta giornata di Europa League si apre con uno slancio in più. Da quando Mancini è diventato play (debutto nel ruolo proprio in Europa League contro il Mönchengladbach) la Roma sembra aver preso un'altra piega. I ragazzi di Fonseca hanno letteralmente scalato la classifica della serie A dopo gli ultimi 3 turni, e proprio dopo il pari interno nella sfida d'andata contro il Gladbach (1-1 con la gaffe incredibile dell'arbitro Collum), ha certificato il salto in alto della Roma: dal 6° posto al 3° posto.

NON SI PUO' SBAGLIARE - La formazione di mister Paulo Fonseca cercherà di cancellare la beffa dell’andata. Uno dei due pareggi del Borussia Mönchengladbach, infatti, è arrivato nel turno precedente per mezzo di un calcio di rigore assolutamente inventato dall’arbitro. Domani allo Stadion im Borussia-Park con i suoi 54.014 posti sarà un vero inferno, sportivamente parlando, dato che i bianco-nero-verdi di mister Marco Rose andranno alla caccia disperata di punti. Al momento i tedeschi, infatti, sono ultimi nel Gruppo J con due pareggi e una sconfitta, preceduti dal Basaksehir e dal Wolfsberger a quota 4 e, appunto, la Roma, con 5.

ROMA AFFILA LE ARMI - La Roma non ha mai affrontato il Borussia Mönchengladbach in trasferta, ma ha già giocato parecchie volte in Germania nelle competizioni europee. Il bilancio è di 3 vittorie, 1 pareggio e 10 sconfitte. La squadra maggiormente affrontata è stata il Bayern Monaco (4). I giallorossi, dopo averlo battuto nella prima occasione per 0-2, hanno sempre perso per 2-0. Staremo a vedere quindi se la Roma riuscirà nell’impresa di battere i tedeschi al Borussia-Park, aggiungendo così un ulteriore tassello verso la qualificazione ai sedicesimi di finale. Una volta archiviato il return match dei giallorossi contro il Borussia Mönchengladbach, la squadra di Paulo Fonseca sarà chiamata ad affrontare la trasferta in Turchia contro l’İstanbul Başakşehir.

Insomma, domani tutto è possibile per il cammino della Roma e per l'avvenire di Fonseca su questa panchina. Occhi aperti e attenzione al massimo, perché è l'ora "de mostra' quanto valemo".


E la Roma si salva solo grazie a Dzeko

IL MESSAGGERO - BERNARDINI - Edin Dzeko salva la Roma. Il suo provvidenziale intervento con cui ha invitando il resto dei tifosi giallorossi a coprire con gli applausi i cori contro i napoletani ha attenuato la decisione del giudice sportivo. Il club è stato multato per 30 mila euro proprio grazie al suo «fattivo ed efficace comportamento». Di fatto l'intervento del bosniaco è valso come attenuante ed esimente in sede di giudizio. Inoltre il club giallorosso è stato diffidato e il giudice sportivo ha chiesto alla Procura ulteriore materiale per individuare il settore di provenienza dei cori così da prendere ulteriori provvedimenti.

CORI BOLOGNA-INTER - A Bologna, invece, è stato denunciato un coro, che si sarebbe levato dalla curva occupata dagli interisti, di scherno sulla strage di Bologna del 2 agosto 1980. La questione finirà in Parlamento, il deputato del Pd De Maria ha annunciato un'interrogazione al governo. Sul fatto non ci sarebbero riscontri ufficiali, tanto che la Questura di Bologna non ha, al momento, avviato accertamenti.


Stadio di Tor di Valle, in tredici a giudizio. Raggi e gli ex assessori tra i testimoni

IL MESSAGGERO - PIERUCCI - La sindaca Virginia Raggi, gli ex assessori alle Partecipate e all'Urbanistica Massimo Colomban e Paolo Berdini, il direttore generale del Campidoglio Franco Giampaoletti. E ancora il direttore generale della A.S. Roma Mauro Baldissoni e la segretaria dell'immobiliarista Luca Parnasi, Elisa Melegari. La procura, per ricostruire le pressione e il malaffare che hanno caratterizzato il l'iter per la realizzazione dello stadio di Tor di Valle chiama a testimoniare i big della politica e dell'amministrazione comunale. La lista è stata depositata ieri dal pm Barbara Zuin, nell'ambito dei primi due filoni incardinati sull'affaire stadio che ormai, viaggiano paralleli per essere unificati nella prossima udienza del 2 dicembre. Dodici gli imputati, oltre Luca Parnasi, con accuse che vanno dall'associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al traffico di influenze, alla semplice corruzione. Intanto la procura ha chiesto l'archiviazione per una ventina di persone, inizialmente coinvolte nell'inchiesta.

I DUE FILONI - Si ritroveranno davanti alla stessa corte i politici e i funzionari che Parnasiavrebbe avvicinato per agevolare e velocizzare l'iter amministrativo per la realizzazione del nuovo stadio di Tor di Valle. Era stato il gup a spedire a giudizio Parnasi e altri dieci indagati, per quella data. Tra questi, oltre all'ex vicepresidente del Consiglio della Regione Lazio, Adriano Palozzi, il consigliere regionale Michele Civita (Pd), il consigliere comunale Davide Bordoni (Forza Italia), l'assessore allo Sport del X Municipio Giampaolo Gola (M5S), il funzionario del dipartimento Urbanistica Daniele Leoni, l'ex capo di Gabinetto al Mibact Claudio Santini e il soprintendente ai Beni culturali di Roma Francesco Prosperetti. Intanto dei cinque collaboratori di Parnasi tre hanno patteggiato la pena a due anni, mentre altri due sono a giudizio. Nello stesso dibattimento confluiranno ora le posizioni di Luca Lanzalone, ex avvocato plenipotenziario del Comune, delegato dalla sindaca alla pratica stadio, e dell'ex commissario straordinario dell'Ipa, l'ente di previdenza dei dipendenti capitolini, Fabio Serini (che come Lanzalone aveva scelto il rito immediato).

Sono circa una ventina, invece, gli indagati per i quali i pm capitolini hanno chiesto di non procedere. Era già nota la richiesta di archiviazione per l'esponente M5S Paolo Ferrara, ma le accuse sono cadute anche per Errico Stravato, ex dirigente comunale del dipartimento Urbanistica, Demetrio Carini, già rappresentante della Regione Lazio nella conferenza dei servizi, e ancora Stefania Paglia, Maurizio Galletti (professionista del Gruppo Parnasi) e Carlo Notamurzi(Rup dello Stato nella Conferenza dei Servizi per l'approvazione del progetto). I pm hanno chiesto inoltre di non procedere nei confronti di Luciano Nunzio, Nicola Lucarelli,e per l'avvocato Stefano Sonzogni. Caduta l'accusa anche per l'avvocato Mariangela Masi, alla quale veniva contestato il ruolo di prestanome di Parnasi.
In aula, ieri, erano presenti solo due imputati, Palozzi e Prosperetti. Il ministero per i Beni e le attività culturali ha chiesto di costituirsi parte civile, istanza già formalizzata e accolta da Campidoglio, Regione Lazio, Codacons e Cittadinanza Attiva.


Arbitri, allenatori e capitani di A a lezione di Var durante la sosta

IL MESSAGGERO - AVVANTAGGIATO - L'appuntamento è per martedì 19 novembre a Roma. Arbitri, capitani e allenatori di serie A durante la sosta per gli impegni della Nazionale si ritroveranno (all'Olimpico o in un hotel a Fiumicino) per un chiarimento sull'utilizzo della Var, il grande mezzo tecnologico che dopo aver affascinato per due anni ha iniziato a far discutere. Ma non è il mezzo in se, la cui efficacia è indiscutibile, a generare confusione e polemiche ma il suo utilizzo da parte degli arbitri. Vincolati, è bene ricordarlo, a un protocollo che è stato scritto dall'Ifab e non dall'Aia o dalla Figc. «Credo che sia importante confrontarsi e conoscere meglio quelle che sono le nuove regole e le procedure Var che generano alle volte confusione, alle volte in buona fede, altre strumentalizzando carenze di natura tecnica e conoscitiva», le parole con le quali il presidente della Figc, Gabriele Gravina, ha annunciato, al termine del Consiglio Federale di ieri, la data dell'incontro. Il numero uno ha poi detto di aver chiesto all'Ifab di portare a 5 le sostituzioni in serie A e ha annunciato che il budget federale è passato da -9 milioni a +1,2, con 18 milioni di incremento ricavi.

L'INSOFFERENZA - La conferma del momento non proprio felice del Var arriva all'Inghilterra, dove si è acceso un grande dibattito in Premier, con i club che avanzano la possibilità per i tecnici di chiedere uno o due on field review. Il tema sarà oggetto di dibattito, rivela il Telegraph, di una riunione dei 20 club convocata per la prossima settimana. Che si annuncia accesa, perché l'idea, quella dei check di parte non piace ai dirigenti della Premier, perché, sostengono, porterebbe a sprechi di tempo e ulteriori contestazioni. Tra i promotori più accesi dell'idea, c'è il tecnico del Liverpool, il tedesco Jurgen Klopp, che ha già vissuto l'utilizzo del Var nel suo Paese. «All'inizio è stato difficile anche in Germania, ma poi la situazione è migliorata. Lì il Var è utilizzato per chiaro fuorigioco e falli di mano ed è quello che volevamo. Qui, invece, bisogna migliorare ancora», ha spiegato il tecnico dei Reds. Percorso di miglioramento che potrebbe anche protare a un pit-stop del Var in Premier per una stagione.


Roma, turnover verità

IL MESSAGGERO - TRANI - Il nuovo step della Roma, in contemporanea con la sfida di domani sera al Borussia Park, chiama in causa direttamente il turnover. Che, nella trasferta in Germania, torna d'attualità dopo che per 3 partite di fila è stato ridotto al minimo. A Fonseca, lo ha dimostrato nei suoi 3 anni trascorsi in Ucraina, non è mai piaciuto. Quando però il portoghese è arrivato a Trigoria, più per gli infortuni in serie che per gli impegni ravvicinati, lo ha dovuto per forza provare. Non ha mai detto di averne fatto uso controvoglia, ma a volte ha dato l'impressione di esserne quasi costretto. Avrebbe, insomma, rinunciato a passare attraverso la rotazione degli interpreti per dare continuità al lavoro sul campo, cioè all'addestramento di ogni reparto e magari di una formazione base. L'emergenza totale delle ultime 2 settimane gli ha fatto alzare le mani in pubblico. La resa obbligata è coincisa con la rosa dimezzata: gli assenti sono stati minimo 7 o addirttura 8. «Non ho più scelta» ha ammesso. Oppure, semplicemente: «Non ho un'alternativa in quel ruolo». Così Mancini è diventato play (debutto nel ruolo proprio in Europa League contro il Mönchengladbach) e i giallorossi hanno subito preso il volo.

SVOLTA IMPROVVISA - L'antico ritornello, dunque, ci sta tutto: squadra che vince, non si tocca. Limitando il turnover, ecco i 3 successi di fila per la serie migliore dall'inizio della stagione. La classifica della serie A dopo gli ultimi 3 turni, e proprio dopo il pari interno nella sfida d'andata contro il Gladbach (1-1 con la gaffe incredibile dell'arbitro Collum), ha certificato il salto in alto della Roma: dal 6° posto al 3° posto. Recuperati 5 punti all'Atalanta e 7 al Napoli, sorpassati come il Cagliari, a cui ne sono stati mangiati 2, come alle migliori del torneo, alla Juventuscapolista e all'Inter seconda. Solo la Lazio ha viaggiato alla stessa velocità, 9 punti in 3 gare, restando in ritardo di 1 e sistemandosi comunque al 4° posto.

LEGGE DI STABILITÀ - La rotazione totale, in 3 partite, è stata appena di 5 giocatori. Quanti ne sono stati cambiati, in precedenza, anche in un match solo, come è accaduto ad esempio a metà settembre: 5 novità contro il Basaksehir dopo la gara contro il Sassuolo. Ecco, invece, Perottiper Kluivert contro il Milan, Santon per Spinazzola e Kluivert per Perotti contro l'Udinese, Spinazzola per Santon e Cetin per Fazio. E i 5 innesti sarebbero probabilmente stati solo 3 se Kluivert e Fazio non fossero stati squalficati (1° e 3° match della striscia positiva). Il tecnico, confermando la squadra almeno per nove-undicesimi, ha spinto la Roma a trovare l'identità che lui ha cercato fin dal giorno del suo sbarco a Trigoria. E questo nonostante abbia poi schierato 13 formazioni diverse nelle 14 partite.

NUOVA VERIFICA - Fonseca, anche per non sottovalutare la stanchezza accumulata in questo ciclo di partite che si chiuderà domenica pomeriggio (ore 18 al Tardini), si prepara a proporre di nuovo il turnover. Senza, però esagerare di fronte al Borussia, leader in Bundesliga. In questi giorni il portoghese sta valutando le condizioni fisiche dei singoli, soprattutto di Pastore che ha giocato (quasi) 5 partite di fila (entrò subito per Cristante a Marassi contro la Sampdoria), e Kolarov, giù di corda contro il Napoli. Parlerà con loro, come con Smalling, Spinazzola, Zaniolo e Kluivert: dei 6 titolari, 3 o 4 riposeranno, risparmiati per la trasferta in Emilia. La rotazione prevede il rientro in difesa di Fazio e quello davanti di Perotti. da capire (e decidere) il ruolo di Florenzi che non è più stato scelto come terzino. Almeno 3, dunque, i cambi, con la possibile nuova chance per Santon. E con Under che magari può entrare in corsa. Cetin, squalificato in campionato e quindi fuori per la partita contro il Parma, non è nella lista Uefa. In mattinata la rifinitura a Trigoria, nel pomeriggio la partenza in charter per la Germania.


Florenzi, viaggio in Europa a caccia dell'identità perduta

IL MESSAGGERO - CARINA - Ritorno al passato. E per una volta, le sensazioni sono poco piacevoli. Perché quattro panchine consecutive possono essere nulla, se sei convinto che prima o poi tornerai padrone del tuo ruolo. Ma anche il prologo di una crisi, se il tecnico nella posizione che ormai senti tua («Mi sento terzino», 1 ottobre 2018) con l’infortunio di Zappacosta ti preferisce sia Spinazzola (acquistato inizialmente per giocare a sinistra), Santon (a Udine) o Cetin, di professione centrale, con tanto di motivazione: «Mi serviva difendere bene» (post-gara con il Milan, 27 ottobre). Tradotto: non solo non più titolare ma nemmeno seconda scelta.

DUTTILITÀ DI TRAVERSO - Florenzi sembra quasi costretto a riavvolgere il nastro. E tornare così ai primi periodi in giallorosso quando poteva/doveva far tutto ma non era specialista in nulla. Terzino, interno in mediana, alto a destra o a sinistra nel tridente, che fosse 4-3-3 o 4-2-3-1, Alessandro pur di giocare rispondeva sempre presente. E scherzando, ma non troppo, ricordava «di essere bravo anche in porta». Una duttilità che alla lunga sta diventando un boomerang. Perché alla fine non è diventato «meglio di Dani Alves» (copyright Sabatini), non s'è affermato come pensava Zeman da intermedio e nemmeno come esterno offensivo, come lo vedeva inizialmente Garcia. Singolare che questo boomerang arrivi nella stagione nella quale è diventato capitano. E in quella dove ha ottenuto, dopo un periodo difficile, l'apporto della Curva Sud, lo scorso 25 agosto.

QUEL GOL SBAGLIATO - Il Monchengladbach per Florenzi potrebbe rappresentare uno spartiacque. Sia nella prestazione che nel ruolo. La domanda è d'obbligo: dove lo vede Fonseca? Di questo ed altro il calciatore ha parlato lunedì con il tecnico, venendo rassicurato: presto sarà di nuovo coinvolto. In attacco, però, la Roma è in overbooking, con Perotti pronto a far rifiatare uno dei trequartisti (e Mkhitaryan disponibile dopo la sosta). Resta più scoperto il ruolo di difensore, soprattutto in un momento di iper-attività. Tra l'altro domani Alessandro avrebbe qualcosa da farsi perdonare. Nell'1-1 dell’Olimpico, prima dell'abbaglio di Collum, quella palla a tu per tu con Sommer, grida vendetta. Chissà, vedendo i compagni giocare, quante volte ci ha pensato? Ora, ha l'occasione per voltare pagina.


E' rinato il Flaco: classe e leggerezza per esaltare la Roma

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Era vero che l’Huracan sconfitto solo all’ultima partita del torneo Clausura 2009 giocava un calcio offensivo di qualità estrema. In panchina sedeva Angel Cappa, ex vice di Jorge Valdano al Real Madrid, che a dispetto del nome da agente della Cia era un autentico terzomondista del futbol: puntò su tre giovani quell’anno, il già sperimentato Mario Bolatti - visto poi alla Fiorentina- e gli imberbi Matias De Federico (...) e Javier Pastore, un ventenne arrivato da Cordoba per incantare Buenos Aires. Roba da matti, quel mezzo campionato del Flaco: talento cristallino da enganche, il ruolo iconico del calcio argentino, il gancio che unisce centrocampo e attacco, praticamente il nostro trequartista. L’Huracan ha vinto un titolo solo, nel lontano ‘73, quando in panchina c’era Menotti e in campo brillavano stelle da calcio d’essai come Brindisi e il “loco” Houseman (...).

Il Flaco patisce i primi tempi, perché fra Clausura in patria e precampionato in Italia non c’è stacco, e Walter Zenga lo schiera a sinistra (...). Javier ce la mette tutta, ma deve attendere l’avvento diDelio Rossi per ritrovare posizione e convinzione. Quell’anno il Palermo arriva quinto, ma nel segmento di Rossi (dalla 14esima) è addirittura terzo, due punti soli dietro all’Inter del triplete. E com’era già successo all’Huracan, di quel Palermo fresco e ruggente Pastore è il leader tecnico. (...) L’anno dopo guida il Palermo a una secca vittoria in casa Juve, 3-1 con primo gol suo, seguito da un gran palo e dal tiro che, ribattuto da Storari, innesca il 2-0 di Ilicic.

(...)

L’inevitabile giochino dei paragoni transita per Zidane prima di fermarsi sulla casella - più adatta - di Kakà. Ma è bellissima, per chi se l’è goduta dal vivo nel ritiro di Pretoria, la meraviglia con la quale il c.t. Diego Maradona segue i progressi di Pastore durante la spedizione mondiale del 2010, il fallimento più catastrofico, spettacolare e coinvolgente cui abbia mai assistito. L’Argentinaè un caravanserraglio con un cast degno del Titanic, e dopo essersi guadagnato in extremis un posto fra i 23 Pastore lascia intuire di poter essere la salvezza di una Seleccion incapace di attivare Messi. Tradito dalla senescenza di Veron, Maradona non ha il coraggio di puntare forte su di lui: lo schiera per spezzoni di gara (...).

(...) A Parigi incanta per un po’, vince scudetti a pacchi, ma alla fragilità fisica che è sempre stata il suo punto debole aggiunge una debolezza caratteriale che lo frega. Gli sceicchi continuano a comprare stelle, da Ibra a Cavani, da Neymar a Mbappé e lui, anziché difendere il posto sotto i riflettori, si adegua rimpicciolendo il suo ruolo fino alla panchina fissa. (...) La Roma lo ripesca dopo un tentativo fallito dall’Inter, ma anche qui la combinazione degli eventi gli gioca contro: Di Francesco deve adattarlo al suo sistema di gioco e non è automatico, un ragazzo italiano di valore - Pellegrini - pesca più o meno nello stesso stagno, e i soliti infortuni gli fanno perdere la precedenza. Pare finita, e dunque eravamo tutti pazzi a vedere cascate di talento lì dove c’era soltanto una certa predisposizione. Si parla apertamente di un ritorno in Argentina, triste, solitario y final, quando... A volte il destino si ricorda di restituire, e chi ha patito mille infortuni ottiene una chance estrema grazie ai malanni altrui. Il Flaco ha 30 anni, e da due settimane ha ripreso a diffondere il suo calcio celestiale 


La dolce vita di Mancini: in giallorosso si sdoppia

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Prima le mani giunte in occasione del rigore calciato da Veretout contro il Napoli, poi il dialogo con i tattici dello staff a fine partita per correggere gli errori commessi: è così che pian piano Gianluca Mancini si sta prendendo la Roma. Viene descritto come un ragazzo che quando torna a casa, dopo le gare ufficiali, riguarda la partita in tv per capire cosa ha sbagliato, ma da quando Fonsecalo ha schierato con regolarità l'ex Atalanta non ha sbagliato quasi più. Nemmeno quando è stato impiegato in mediana. Ci aveva già giocato in passato, ed ora sarà dura riportarlo sulla linea difensiva per il tecnico portoghese. Carattere forte, merito anche dei punti di riferimento del ragazzo: si ispira a Marco Materazzi, di cui ha scelto anche il numero, e tiene a mente Davide Astori.


Spinazzola c'è ma Fonseca rassicura Florenzi

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Leonardo Spinazzola ed Alessandro Florenzi sono in corsa per una maglia da titolare nella gara europea contro il Borussia M'Gladbach. A meno che Paulo Fonseca non scelga di schierare Santon da titolare. Per il capitano della Roma, qualora non venisse scelto, sarebbe la quinta panchina consecutiva, ma il tecnico portoghese lo ha rassicurato in un colloquio a quattr'occhi. Saranno 1300, poi, i tifosi giallorossi che seguiranno la squadra in Germania.


L'appello di Tommasi: «I tifosi diano l'esempio»

GAZZETTA DELLO SPORT - E' intervenuto per i taccuini del quotidiano sportivo Damiano Tommasi, presidente dell'Associazione Italiana Calciatori ed ex centrocampista della Roma, veronese. Queste le dichiarazioni da lui rilasciate a proposito del tema razzismo:

«Credo sia il Paese ad avere un problema con comportamenti razzisti sempre più frequenti. E non è questione che riguarda solo gli stadi, anzi. Per le strade, nei bar, dovunque ormai si respira un clima sempre più pesante. Lo dimostrano anche le contestazioni di ieri alla senatrice Segre. Il calcio è lo specchio di una società in cui l’altro, il diverso, è percepito come un pericolo, non come un arricchimento».

Sulla possibilità che i calciatori di colore lascino il campo a seguito di insulti razzisti:
«È una soluzione estrema, preferirei che si perfezionasse il meccanismo per cui al primo insulto l’arbitro interrompe la gara, lo speaker fa l’annuncio e si riprende il gioco solo se gli insulti cessano. La procedura comincia a funzionare, anche grazie alla sensibilità degli arbitri, segno che se ognuno dà il proprio contributo il fenomeno si può arginare».

Sul ruolo dei club:
«Tutelare lo spettacolo, adottare il codice di comportamento che hanno sottoscritto, allontanare i violenti e i razzisti. Quello che ha fatto il Verona con Castellini è un bel segnale, come le scelte precedenti di Juventus, Fiorentina e Roma. Ma un ruolo fondamentale, ovviamente, ce l’hanno i tifosi, la cosiddetta maggioranza silenziosa: ho apprezzato molto che il pubblico della Roma abbia accettato l’invito di Dzeko e coperto di applausi i cori contro i napoletani. Questa è la direzione giusta, ma purtroppo la strada è lunga e il fenomeno più ampio. La Serie A, il calcio che finisce in tv è solo la punta dell’iceberg. C’è il mondo sconfinato del calcio dilettante e amatoriale. Noi riceviamo ogni giorno segnalazioni dai campi di tutta Italia: gesti violenti, intimidazioni, manifestazioni razziste. I calciatori sono continuamente sotto tiro».


La lista Uefa: Cetin fuori, Zappacosta no. Che beffa

IL TEMPO - BIAFORA - «Imparerete a conoscermi». Nella conerenza di presentazione Cetin era apparso quasi spavaldo nel dimostrare sicurezza nei propri mezzi. Nei primi mesi il giovane difensore non ha però mai trovato spazio, fermato anche da un’operazione. Fonseca ha deciso di iniziare a dargli fiducia dalla sfida con il Milan, mandandolo nella mischia nell’inedito ruolo di terzino: per fermare Leao erano necessarie forza fisica e rapidità. Appena tre giorni dopo contro l'Udinese il tecnico della Roma ha dato una nuova opportunità al centrale arrivato dal Genclerbirligi, per poi lanciarlo da titolare accanto a Smalling con il Napoli. La prestazione di Cetin è stata più che positiva fino all'errore sul gol di Milik, dove ha bucato l’intervento sul cross. Nel finale poi è arrivato un rosso, ma Llorente si sarebbe trovato davanti a Lopez e giustamente il turco ha deciso di spendere il secondo giallo. La vera beffa per Fonseca e per lo stesso Cetin è che il nome del classe 1997 non è stato inserito nell’elenco dei calciatori della lista Uefa consegnata ad inizio settembre. In un momento in cui i compagni di reparto le stanno giocando praticamente tutte, sarebbe stato utile poter farne rifiatare uno impiegando il turco, anche in considerazione del fatto che Zappacosta - presente nell'elenco - è out per il lungo infortunio. L'esordio europeo di Cetin, in caso di qualificazione, è soltanto rimandato: le regole Uefa permettono di cambiare il 1° febbraio fino ad un massimo di tre giocatori rispetto alla lista dei gironi e certamente il suo nome apparirà.


Stakanovisti giallorossi

IL TEMPO - BIAFORA - Infaticabili, inossidabili e indistruttibili. Sono tanti gli aggettivi con cui possono essere definiti Kolarov e Dzeko, i due giocatori di movimento più utilizzati da Fonsecadall'inizio della stagione. E molto probabilmente toccherà ancora a loro guidare la Roma nella sfida di Europa League di domani con il Gladbach (diretta in chiaro su Tv8). Il serbo è in assoluto il calciatore che ha giocato di più, avendo totalizzato 1180 minuti: l’unica volta in cui è subentrato è stato nel match europeo con il Wolfsberger, per il resto è sempre partito titolare e non è stato mai sostituito. Kolarov tra pochi giorni compirà 34 anni e, nonostante nel mercato estivo sia arrivato un concorrente nel ruolo del calibro di Spinazzola (ormai padrone della fascia destra), è ancora un titolare fisso e uno dei punti fermi della squadra. Dai suoi piedi passa un’infinità di palloni e le statistiche mostrano che è il quinto, su ventiquattro calciatori impiegati, per numero di passaggi tentati in campionato, una classifica in cui primeggia Mancini. L'ex City non è però soltanto uno degli elementi chiave in fase di costruzione del gioco, col suo andare ad agire quasi da ala pura. Il contributo di Kolarov è infatti determinante anche dal punto di vista della realizzazione: due gli assist forniti e quattro i gol segnati, di cui due su punizione e due dal dischetto.

Poco sotto a Kolarov nella classifica dei minutaggi dei giocatori giallorossi c'è Dzeko, che si piazza al terzo posto assoluto, appena dietro a Pau Lopez. Il centravanti è stato lasciato a riposo da Fonseca contro il Wolfsberger ed era stato inizialmente tenuto fuori con la Sampdoria, salvo poi essere costretto a subentrare a Kalinic, che ne avrà per un paio di mesi per l'infortunio. L'assenza del croato obbligherà il numero 9 della Roma a fare gli straordinari (unico possibile opzione sarebbe avanzare Zaniolo), ma, dopo aver giocato con una maschera a proteggere la zona del viso in cui aveva subito una doppia frattura, la fatica gli sembrerà quasi una passeggiata. Dzeko, che vista la mancata titolarità di Florenzi ha assunto i gradi di capitano, è andato a segno per sei volte in questa prima fetta di stagione ed ha messo nel mirino Amadei nella classifica dei bomber all-time. Il centravanti del primo scudetto ha siglato in tutto 111 reti nella Capitale, mentre Dzeko è per ora a quota 93 e non è utopistico pensare ad una rapida scalata nelle posizioni entro la fine dell’anno, andandosi a piazzare alle spalle di Totti e Pruzzo. Fonseca ritroverà Fazio e Diawara (la squadra dalla Germania volerà direttamente in Emilia) ed pronto a lanciare dall'inizio Perotti, facendo rifiatare Pastore. Spera in una maglia anche Florenzi, ma Santon è più avanti se uno dei due terzini dovesse riposare. L'auspicio del tecnico è che già dal match europeo con il Gladbach il divario di Dzeko - sicuro titolare - dal podio dei marcatori possa ridursi.