Pellegrini, il factotum decisivo per gli equilibri della squadra

IL MESSAGGERO - TRANI - Conta vincere, avvertono dentro lo spogliatoio. La Roma, però, sa addirittura scegliere in che modo riuscirci, cioè anche guardando alle caratteristiche dell'avversario. Fonseca ha studiato bene il Verona. Che mai, prima di incrociare i giallorossi, aveva preso più di 2 reti in un match. Il portoghese ha puntato sul gioco in profondità, lasciando il possesso palla alla squadra di Juric. E il suo punto di riferimento in campo, come si è visto nell'azione del 1° gol, è stato ancora Pellegrini. Con lui titolare, 3 successi in 8 giorni e 9 reti realizzate in 3 partite. «Abbiamo saputo che cosa fare contro una squadra aggressiva e organizzata. Che ci ha messo in difficoltà. Ma siamo stati bravi a reggere e a vincere la partita. Meritatamente». Lorenzo ha nuovamente messo la sua firma: 8° assist stagionale (6° in campionato). Azione studiata e provata a Trigoria: «Ho visto Justin che partiva, lo avevamo preparato in allenamento pensando a questi avversari». Gli manca, invece, il gol. E' ancora a digiuno in quest'annata: «Spero di farne uno presto, così magari oltre ad essere io ad abbracciare gli altri saranno anche loro a venire ad abbracciare me». Ha chiuso da centravanti, dopo essere stato nella stessa partita trequartista ed esterno offensivo. L'allenatore gli ha affidato la guida della squadra. Regista ovunque: «Mi dice di svariare per tutto il campo per dare soluzioni diverse ai miei compagni, soprattutto quando sono pressati. Il mister mi regala libertà e io cerco di sfruttarla». Da controllare Kluivert, in dubbio per la trasferta di Milano: risentimento muscolare postcontusivo al flessore (21° infortunio stagionale).

SBARCO RINVIATO - Settimana interlocutoria, ma solo per il possibile cambio di proprietà (o per il semplice ingresso del nuovo partner californiano), anche perché venerdì i giallorossi saranno di nuovo in campo per sfidare la neocapolista Inter a San Siro. A Roma e Boston, come noto, attendono novità da Dan Friedkin. Il figlio Ryan, intanto, ha rimandato il suo viaggio nella Capitale. Probabilmente si presenterà verso metà dicembre.


Fonseca, una vittoria nata dal cambiamento

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Parla di ricerca e di bisogno di dominare, di calcio spettacolo, iper-offensivo, poi tac: la vince quasi a scacchi. Mossa dopo mossa. Da italiano non medio. Fonseca non di offenderà di certo. Quel termine sta per stratega, non viene certo usato con disprezzo. Talvolta serve anche questo, vincere senza necessariamente ricercare la bellezza ma solo con la forza, con l'atteggiamento giusto, tosto, da squadra che non si distrae. La Roma di Verona ha prodotto un calcio sofferente e intelligente, Fonseca ha pensato a una strategia diversa, sapendo che Juric avrebbe impostato una gara molto fisica, tanto sulle mischie. Ecco perché Santon e non Florenzi o un claudicante Spinazzola; ecco perché si è lasciato meno spazio al possesso palla, la difesa è stata spesso bassa etc etc. un cambio di atteggiamento, contingente, non strutturale. Fonseca è italiano in questo senso: cambia, si adatta, non si fossilizza. Il calcio non è uno. «Mi piace giocare nella metà campo avversaria, ma contro una squadra aggressiva come il Verona, non è possibile.
Conta la profondità, non il possesso. Chiaro: a me piace di più avere la palla, poterla gestire. Stavolta non era facile. Il calcio che amo è fatto di possesso, di dominio, ma non sempre si può fare, questa non era l'occasione». Infatti la squadra gli è piaciuta per alcune caratteristiche, sicuramente meno per altre.

 
CONCENTRAZIONE - «Non è stato un bel gioco, questo è sicuro. Ho visto una grande attenzione da parte dei ragazzi. Era tanto importante entrare in campo con l'atteggiamento giusto, concentrati, affrontare questo tipo di partita con un grande spirito di gruppo e disponibili alla sofferenza. Difficile giocare contro una squadra così aggressiva».
La Roma sta imparando a difendere bene, di sicuro meglio rispetto alle prime giornate, quando esibiva un calcio affascinante, ma confuso. Bello e rischioso. Ora regna l'equilibrio: la Roma segna (nove gol nelle ultime tre partite) e subisce poco (solo una rete) «Devo dire che la squadra è migliorata molto in difesa. L'equilibrio è molto importante per una squadra ambiziosa. Quando siamo sicuri dal punto di vista difensivo, la squadra offensivamente è più confortata. Difendere bene è molto importante per noi. La prestazione di Pellegrini? «Un bellissimo giocatore, bravo negli assist. Sono contento per quello che sta facendo, per noi è molto importante».

MICKI GOL - Pure il ritorno di Mkhitaryan lo è per Fonseca. Lui sta bene, ha pure segnato. Rilanciato nel fisico e nella testa. «Mi sento bene ora, mi è mancata la squadra. Due mesi fuori sono davvero troppi. Voglio giocare per provare a rimanere». Una partita sotto la pioggia, fatta di lotta e di poco governo. Stile Premier. «Sapevamo che il Verona era aggressivo. Eravamo pronti. Li abbiamo analizzati bene e abbiamo fatto quello che avevamo studiato».


Diego, rigore e fascia per l’amico ritrovato

IL MESSAGGERO - FERRETTI - Cinque punti (e una partita) meno della Lazio terza, prima del fischio d’avvio di Guida. Divieto di sosta a Verona per una Roma a caccia di un posto Champions e anche del primato cittadino, che nella Capitale non è mai traguardo banale. Il bilancio dopo il fischio finale dell’arbitro di Torre Annunziata parla di una Roma tosta e vittoriosa, quindi sempre a due punti dal terzo posto. E con un protagonista ritrovato: Perotti. Bene così.

IL CAPITANO - C’era molta attesa per vedere all’opera la squadra di Paulo Fonseca ancora in trasferta dopo la convincente prestazione in Europa League a Istanbul. Roma senza lo squalificato Zaniolo (meglio, si era detto da più parti, pensando all’Inter di venerdì prossimo) e con il ritrovato Cengiz Under titolare dopo una vita (prestazione anonima, quasi dannosa) sulla destra. Roma due volte in vantaggio nella prima frazione contro un avversario avvelenato, spigoloso e molto pericoloso nella fase offensiva. Da applausi a scena aperta l’assist-gol di un immenso Pellegrini (strano...) per Kluivert e applausi convinti anche per la scelta della squadra di far calciare il rigore a Perotti, entrato in campo da pochissimo al posto dell’infortunato Kluivert. Come dire: Diego, anche se in questo periodo stai giocando poco per noi sei ancora fondamentale. Un forte segnale di gruppo, ma- gari un filo rischioso, ma di grande portata come evidenziato dagli ultimi minuti di gara.
Partita chiusa all’intervallo? Impronosticabile. Campo pesante, pioggia in abbondanza e soprattutto fase difensiva, quella della Roma, non all’altezza delle partite precedenti. Specie sulla corsia alla destra di Pau Lopez, mal coperta da entrambi gli esterni di Fonseca. Secondo tempo di contenimento quasi puro, per la Roma, spezzato da
ripartenze mal gestite e quindi inutili. Una Roma votata alla difesa totale quando Dzeko ha lasciato il campo per far posto a Fazio. Una Roma apparentemente troppo rinunciataria, in parole povere, con più difensori che attaccanti. Una scelta tecnica indirizzata probabilmente a congelare il risultato e che, invece, ha consentito alla squadra giallorossa di andare ancora a segno con Mkhitaryan (entrato al posto dell’evanescente Under), servito al bacio da Perotti con la fascia di capitano al braccio. Già, Perotti, quello che era tornato a essere un giocatore vero quando la squadra gli aveva lasciato tirare il calcio di rigore.


Roma operaia: c'è la luce oltre gli infortuni

LA REPUBBLICA - PINCI - Nel tango del dio pallone la Roma ha pescato un jolly. Una vittoria sofferta, sporca come i tacchetti affondati per 94° in un Bentegodi battezzato dall'inizio alla fine da una pioggia gelida. Ma benedetta perché significa tenere il passo della Lazio e scavare un solco di 8 punti col Napoli alle spalle. L'abbraccio finale tra lo stesso Perotti e Mkhitaryan, due del romanisti più a lungo fuori per infortunio, è l'immagine simbolica di una nuova dimensione della squadra giallorossa, capace di vincere facendosi piccola. Fonseca alla viglia srotolava il manifesto di “una squadra che domini il gioco”, al contrario in campo ha lasciato al Verona la trama. facendosi anche dominare. Una lezione imparata dagli errori commessi contro squadre simili. N 3-1 finale è frutto degli errori veronesi nell’area romanista ma anche di una capacità chirurgica dei giallorossi di sfruttare gli episodi: un'imbucata “tottiana" di Pellegrini per Kluivert. E un rigore conquistato da Dzeko e realizzato da Perotti, sciolto in un pianto emozionato con dedica alla moglie Julieta: non segnava dall'ultima giornata del campionato scorso nato scorso, in mezzo due infortuni che ne avevano atterrito il morale, consolato solo dalle parole della consorte attraverso un commovente messaggio su Instagram.
Il Var ha cancellato il secondo gol del laziale Faraoni (è cresciuto a Formello) per fuorigioco e un rigore che si era procurato Pazzini, dal 2010 incubo giallorosso. Ne è emersa la Roma, viva e felice di potersi presentare a Milano, tra 4 giorni, per provare
a togliere all'Inter il gusto della vista dalla vetta.


"Ero nervoso ma ho fatto gol". Perotti è rinato

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Si è commosso dopo aver realizzato la rete del vantaggio romanista a Verona, Diego Perotti, di nuovo a segno, su rigore - la sua specialità - dopo sei mesi di digiuno i giallorossi vincono sotto la pioggia (1-3) con l'attaccante che non è partito titolare, costretto ancora alla panchina e poi subentrato in corsa, a metà del primo tempo, al posto di Kluivert, dolorante alla coscia dopo un'azione di recupero. E l'argentino ha subito deciso di prendersi la responsabilità di tirare il rigore rimediato da Dzeko, tanta era la voglia di tornare protagonista, dopo tante settimane di continui problemi muscolari, per un calvario fisico che continua a condizionare la carriera. In pratica, il suo è stato un gol liberatorio {il primo al Bentegodi), visto che non segnava dall'ultima di campionato della scorsa stagione. contro il Parma. Un'astinenza fatta di tanti guai fisici e dalla paura di non essere più decisivo. "Una rete importante, non potevo sbagliare - le parole dell'attaccante argentino - Ero entrato da poco, quindi mi sentivo un po’ nervoso, ma è andata bene. La gara è stata molto combattuta, il campo pesante non ci ha aiutato, ma noi abbiamo lottato per vincere". La rete della vittoria porta la fin ma di Mkhitaryan, al suo secondo centro in giallorosso, dopo un paio di mesi di stop per infortunio, con assist proprio di Perotti.
Non è ancora brillante dal punto di vista fisico, invece, Cengiz Under. L'attaccante turco smaniava per dimostrare a Fonseca e ai tifosi di essere di nuovo un giocatore integro e decisivo, ma contro il Verona ha faticato tanto, mettendo in difficoltà la squadra dalla sua parte. Under non giocava titolare da tre mesi, dal primo settembre nel derby, bloccato poi da problemi muscolari che ne hanno rallentato l'inserimento nei meccanismi di gioco assimilati dai compagni. Avrebbe bisogno di giocare con continuità, ma la concorrenza in attacco è serrata ed è per lui complicato trovare spazio.

Adesso la squadra deve recuperare energie fisiche e mentali: la prossima partita si giocherà infatti venerdì prossimo, a San Siro, contro l'Inter. Gli uomini di Fonseca dovranno preparare la difficile sfida contro l’attuale nuova capolista, facendosi trovare pronti e concentrati. Rientrerà Nicolò Zaniolo, a Verona assentte per squalifica. li ragazzo sarà titolare sulla destra, mentre sono da verificare le condizioni di Justin Kluivert, uscito ieri sera dal campo perché dolorante alla coscia sinistra. Nelle prossime ore verranno valutate le condizioni dell'olandese, punto fermo della Roma, diventato, con il gol di ieri, l'attaccante più giovane tra quelli che hanno fatto almeno tre reti nell'attuale campionato. È in fase di crescita, Kluivert, e il tecnico portoghese lo considera un punto fermo della sua squadra. A Milano potrebbe rivedersi Alessandro Florenzi, ieri sera rimasto in panchina.
Il capitano giallorosso è stato corteggiato da Conte e vorrebbe trovare spazio proprio contro l'Inter


Cinismo e gol sotto la pioggia di Verona. E Fonseca: «Non dominiamo ma cresciamo»

LEGGO - L'aria sembrava quella della fatal (o quasi) Verona, ma pur non dominando (come voleva Fonseca alla vigilia) la Roma è riuscita a vincere pure sul difficile campo del Bentegodi restando attaccata al treno Champions e staccando il Napoli ora a -8. Una vittoria di carattere contro la seconda migliore difesa della serie A che mai aveva subito 3 reti finora. Le stesse rifilate a Brescia e Istanbul. Lo ha fatto soffrendo fino alle fine sotto una pioggia incessante e nel corso di una gara sempre viva. Vittoria di grande spirito anche se non abbiamo fatto un bel gioco. Il Verona è una squadra bellissima e aggressiva e serviva quel tipo di atteggiamento, non potevamo dominare. Stiamo migliorando molto, se la ride Fonseca. Nonostante il buon inizio del Verona è arrivato un po' a sorpresa il gol di Kluivert in contropiede e sull'ennesimo assist di un Pellegrini formato leader. Poi lo stesso olandese, in un eccesso di sacrificio per un recupero su Zaccagni, ha rimediato l'ennesimo infortunio muscolare della stagione (oggi i controlli alla coscia sinistra). E' entrato Perotti che, su un rigore guadagnato da un Dzeko, ha ribaltato il pareggio momentaneo di Faraoni e nel finale ha servito l'assist del ko a Mkhitaryan. Un ritorno importante quello del Monito che dopo il gol ha versato pure qualche lacrima visto l'ultimo anno passato tra infermeria e voci di mercato. Il Verona, dopo l'1-2, ha continuato a fare la partita con la Roma brava a ripartire e non mollare. Nel finale, dopo aver sventato l'incubo Pazzini, è arrivato il sospiro di sollievo per Fonseca che mette a bilancio la sesta vittoria nelle ultime 8 partite a una settimana dal big match contro l'Inter quando tornerà Zaniolo. Intanto si gode Pellegrini. Gruppo fantastico, ora tutti danno il massimo e forse negli ultimi anni non accadeva. Mi piace fare assist ma ora vorrei pure fare qualche gol, le parole di Lorenzo. Le sue qualità le conosco bene, nell'ultima scelta è un grande, l'elogio di Fonseca.


Verona battuto e 400ª vittoria esterna per la Roma in Serie A (foto)

Con la vittoria di ieri sera la Roma ha raggiunto cifra tonda per quanto riguarda le vittorie lontano dall'Olimpico. Infatti, come riferito dal provider di statistiche Opta su Twitter, con il 3-1 di Verona la Roma ha trovato la sua 400ª vittoria esterna in Serie A.

 


La Roma guarda al futuro e chiama in prova Lautaro Prato (foto)

Il mercato invernale è alle porte, con la Roma che già si muove in cerca di rinforzi per il futuro. Uno di questi, come riferito su Twitter dal giornalista Daniele Trecca, è Lautaro Prato. Il classe 2002 è un trequartista di proprietà del River Plate ma momentaneamente in prova a Trigoria. Infatti l'argentino da oggi fino al sei dicembre rimarrà nella Capitale per uno stage offertogli dalla Roma. Qualora dovesse convincere, il giocatore verrebbe inserito nella rosa Primavera.

 


Mancini: "Scudetto? Dispiace non siano in corsa Napoli e Roma, sarebbe stato più avvincente"

Roberto Mancini, CT della nazionale, è intervenuto durante la trasmissione Radio Anch'io Lo Sport in onda su Radio Rai parlando della corsa scudetto in Serie A:

"Credo sia ancora presto. L'Inter sta facendo benissimo, si merita di essere in cima. Dispiace che non ci siano in lotta anche Napoli, Roma, Milan e Lazio. Sarebbe stato tutto molto più avvincente".


La Roma annuncia una collaborazione con Bands FC

La Roma ha annunciato, tramite il suo profilo Twitter, la collaborazione con Bands FC per raccogliere fondi per 11 cause benefiche con una collezione di t-shirt e felpe ispirate alla musica. Il ricavato andrà all'associazione "Sean Cox Rehabilitation Trust".


Kolarov: "Per la Roma è un momento positivo. Fonseca? Mi piace la sua idea di calcio"

Aleksandar Kolarov, difensore della Roma, è intervenuto a margine della premiazione del “Gran Galà del Calcio” ai microfoni di Sky Sport. Queste le sue parole:

Il momento della Roma?
“Sicuramente è un momento positivo per noi, stiamo giocando bene e dobbiamo continuare così. Per me è un onore essere qui a 34 anni, sono contento per la Roma. Voglio giocare altri 4 anni”.

I rigori?
“Ho sbagliato più rigori che punizioni, l’anno scorso c’era Daniele De Rossi, ieri c’era Perotti e ha tirato lui”.

Perché continui a migliorare nonostante l’età? I risultati di Fonseca?
“La squadra è composta da 30 giocatori e ognuno deve dimostrare a sé stesso cosa fare. Tre anni ero convinto di venire alla Roma e di fare bene”.

Cosa ti piace di Fonseca?
“Idea di calcio, come interpreta le partite, la sua determinazione”.


Roma, viaggi da Champions

IL MESSAGGERO - ANGELONI - A Il destino è là, fuori casa. La Roma si gioca tanto tra oggi e venerdì: a Verona contro l’Hellas e a Milano con l’Inter di quel Conte che la scorsa estate ha detto no proprio ai giallorossi, spianando la strada a Fonseca. La Roma si gioca tanto un po’ perché fare punti ora, e non perderli soprattutto, fa bene alla salute e alla classifica, un po’ perché le «ambizioni» si coltivano con le vittorie,così come con queste si consolida il «coraggio».

La Roma ci sta prendendo gusto, visto anche l’ultimo risultato, guarda caso in trasferta, in Turchia nella notte di Europa League. Lì, la qualificazione è ormai (quasi) archiviata, ora c’è da dare uno strappo al campionato e alla classifica della Roma, buona ma non ancora eccezionale come vorrebbe il suo allenatore, che ama parlare spesso e volentieri di «ambizione e coraggio». Caratteristiche che servono specialmente quando sei lontano dall'Olimpico e le difficoltà, tendenzialmente, aumentano.

TOSTI - Il Verona è avversario scomodo, non a caso con 18 punti è ottava (insieme con il Parma) e lontana dalla zona retrocessione, quindi più rilassata e vogliosa di giocarsela senza patemi. Il campionato ambizioso lo sta facendo proprio la squadra di Juric, oltre le proprie aspettative. La Roma non vince in trasferta in campionato da un mese, l’ultima a Udine, quando la squadra era in piena emergenza, quando Mancini faceva il centrocampista e Dzeko aveva la maschera, perché l’alternativa (Kalinic) stava peggio di lui.

Oggi Fonseca può ragionare sull'abbondanza (22 giocatori, resta a casa Pastore, ancora alle prese con i problemi all'anca, più Mirante),anche se i suoi fedeli - in attesa di Cristante (partito con la squadra nonostante non sia tra i convocati) - li ha scelti e con quelli cerca di raggiungere la sua perfezione, i traguardi. La Roma, a suo dire, ha margini di miglioramento. «La squadra ora è stabile difensivamente e a me piace pure un gioco di dominio sugli avversari, ma non è facile qui in Italia. A livello di possesso palla non c’è troppa differenza tra le squadre. Mi piace però quando la mia riesce a dominare e quando riesce a giocare stabilmente negli ultimi trenta metri. Questo aspetto è da migliorare», sostiene Fonseca.

Sapendo che il Verona è una formazione che sa difendersi bene, avendo subito in casa solo 4 reti. Fonseca non avrà Zaniolo (squalificato), probabilmente rilancerà Under dal primo minuto («Mkhitaryan non ha i novanta minuti nelle gambe», dice l’allenatore portoghese). Servono calciatori in grado di saltare l’uomo: Cengiz, almeno fino a qualche tempo fa, mostrava fiero questa caratteristica, oggi il tecnico vuole recuperarlo ma punta molto su Kluivert, visibilmente cresciuto negli ultimi mesi. «Justin doveva migliorare la fase difensiva e oggi è un giocatore diverso. È intelligente, deve continuare a migliorare. Ha tempo per imparare». Il dubbio vero è sul terzino destro: Fonseca ha a disposizione sia Santon, sia Spinazzola sia Florenzi. Se sta bene, il titolare sarà Spina. Non ha dubbi su chi porterà la fascia, i dubbi che aveva Dzeko a Istanbul quando ha scelto Smalling. «Lo ha scelto perché ha riconosciuto in Chris un leader. E io ero d’accordo». Fonseca non ha problemi, dice, a schierare Mancini a Verona, anche se - gli fanno notare nel fargli la domanda - è diffidato. Ecco: Mancini non è diffidato, vale la pena chiarirlo.