Giudice Sportivo, €3.000 di multa alla Roma. Terza ammonizione per Zaniolo, seconda per Jesus

Il Giudice Sportivo ha reso note le decisioni disciplinari in merito alla quinta giornata di Serie A. Sanzione di €3.000 alla Roma "per avere ingiustamente ritardato l’inizio del secondo tempo di circa due minuti". Terza sanzione per Nicolò Zanioloseconda per Juan Jesus.


Allenamento Roma, domani alle 11 la rifinitura. Nel pomeriggio la partenza per Lecce

Domattina, alle 11, la squadra sarà a Trigoria per l'allenamento di rifinitura in vista del match di domenica contro il Lecce. Alle 16:45, invece, i giallorossi partiranno dalla Capitale, direzione Salento.


Primavera, De Rossi: "Domani per noi sarà un test impegnativo"

Alberto De Rossi, tecnico della Roma Primavera, ha parlato ai microfoni di Roma TV. Queste le sue parole:

"Contro il Torino si sono evidenziati gli stessi errori che abbiamo affrontato nelle partite amichevoli. La mancanza della mentalità difensiva, ma di tutta la squadra e non solo di un reparto. Problema grosso, che si era evidenziato anche l’anno scorso. Dobbiamo riuscire ad essere tutti meno propositivi e più squadra, più concreti". 

Alle porte avete una gara complicata
"Domani sarà una gara difficile, di nuovo fuori casa contro una squadra che l’anno scorso ha fatto i preliminari. È un test impegnativo per noi, dobbiamo velocemente rientrare in un’idea di squadra, di fase difensiva molto più concreta e che porti a fare il risultato. I nostri avversari li conosciamo bene, anche se loro hanno cambiato tanti giocatori. È una squadra con calciatori con un talento incredibile, con molta esperienza in prima squadra perciò bisognerà essere più uniti e subire molto meno l’uno contro uno, perché Kofie e Montiel sono molto forti".

Domani gara spettacolare in una cornice molto bella come l’Artemio Franchi. I tuoi giocatori non sono abituati a certi palcoscenici…
"Anche a noi piace giocare su certi stadi. L’altra partita siamo andati in un campo diverso. Questa Fiorentina ci ha concesso questo teatro importante, speriamo di essere all’altezza".


Fonseca ammette: «Sconfitta giusta, ma niente drammi»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - L‘ammissione di Paulo Fonseca arriva prima della possibile cura. «L’Atalanta ha giocato meglio di noi, ci è stata superiore ed ha meritato la vittoria. Ma non è un dramma, restiamo equilibrati. Non eravamo i migliori dopo le tre vittorie consecutive e non siamo i peggiori ora».

La prima sconfitta stagionale della Roma lascia comunque il segno: «Ma la sconfitta non credo dipenda dal sistema di gioco, la filosofia è rimasta la stessa. Ho cambiato perché pensavo che fosse il modo migliore per contrastarli, loro davanti hanno tre attaccanti molto pericolosi».


Fallite tre occasioni: un lusso pagato caro

IL MESSAGGERO - FERRETTI - Diciottesima partita nella storia della Roma di 25 settembre: in archivio nove successi e tre pareggi, prima dell'Atalanta. L'ultima vittoria in trasferta, sei anni fa, con Rudi Garcia in panchina e i gol di Benatia e Gervinho. Una Roma che, come quella attuale, cercava di (ri)costruirsi una identità, una credibilità (e una dignità) dopo la mazzata del derby perso in finale di Coppa Italia contro la Lazio. A Genova, quella volta, quinta vittoria in cinque partite; ieri sera all'Olimpico, la Roma di Paulo Fonseca ha conosciuto il primo stop in campionato. Una sconfitta pesante, forse inattesa dopo Bologna, che rende alla perfezione l'idea che i giallorossi debbano ancora lavorare tanto per poter recitare un ruolo Champions in campionato. E, soprattutto, la prima sconfitta della stagione dimostra/conferma una regola vecchia ma sempre valida: non puoi permetterti di sbagliare gol facili, come ha fatto la Roma non solo quando il risultato era ancora sul pareggio, è accaduto anche con l'Atalanta avanti di uno, per non rischiare di tornare negli spogliatoi a mani vuote. Gli errori clamorosi di Dzeko e Zaniolo prima e di Kalinic dopo pesano in maniera determinante sul risultato di una partita che ha visto comunque i nerazzurri fare meglio complessivamente dei padroni di casa.

SBAGLI LETALI Gara in avvio estremamente tattica, da entrambe le parti. La Roma ha cominciato con un assetto ma il tecnico portoghese l'ha modificato in fretta, tentando di dare maggiore robustezza nella fase di non possesso. Una girandola di uomini in posizioni diverse senza mai dare, però, un senso di precarietà difensiva o l'impressione di inadeguatezza tattica. Almeno fin quando, nella ripresa, è entrato in campo Duvan Zapata, dopo le occasioni fallite malamente da Dzeko e Zaniolo: la partita, da lì in poi, è piombata tutta dalla parte degli ospiti. Che sfruttando al massimo le opportunità costruite per far male a Pau Lopez hanno vinto la partita. Questo perché prima della rete del colombiano, in realtà, gli ospiti avevano giocato di più, e meglio, della Roma ma avevano confezionato poco di realmente pericoloso. Con un centravanti vero al posto di Ilicic, la musica è cambiata. Perché al primo pallone utile Zapata ha fatto centro. Capitalizzando in un amen il lavoro fino a quel momento sterile dei compagni. E, a quel punto, la partita è finita, già prima dell'errore di Kalinic.


Stadio, nuovo vertice: resta il nodo opere

IL MESSAGGERO - DE CICCO  - Chi si rivede in Comune? I privati che sognano l'affare Tor di Valle, il progetto del nuovo stadio con annesso mega-complesso di negozi, uffici e alberghi, tutto oltre i limiti del Piano regolatore. Raggi da mesi ha schiacciato sul freno, sia per l'inchiesta che ha travolto il gruppo del costruttore Luca Parnasi, sia per il braccio di ferro con i proponenti, che adesso vorrebbero cambiare alcune clausole pattuite nel 2017 con la delibera sulla «pubblica utilità» dell'operazione. Proprio di questo si è ridiscusso ieri, dopo circa un mese di pausa, in una riunione con i dirigenti del Campidoglio e quelli dell'As Roma - c'era il vicepresidente esecutivo, Mauro Baldissoni - e i rappresentanti della Eurnova, la società di Parnasi.

Lo scontro ruota attorno a una parola: «Contestualità». Il Comune vuole che le opere pubbliche siano tutte pronte per l'apertura dello stadio. Insomma, se la ferrovia Roma-Lido non viaggia a 16 treni l'ora come scritto nella delibera, se l'Ostiense-Via del Mare non è unificata a dovere, se gli altri interventi non sono completati, non si può procedere col primo match. Sul punto i dirigenti dell'Urbanistica sono stati chiari, anche ieri: la «contestualità» resta.
SÌ A PARCHEGGI E STRADE Su altri temi le parti si sono avvicinate: per esempio sui lavori stradali dell'Ostiense o sulla dislocazione e la gestione dei parcheggi. Ma se non si scioglie il nodo delle opere, dicono a Palazzo Senatorio, non si va avanti. Anche per questo la bozza di convenzione urbanistica ancora non c'è. Raggi, ribadiscono i fedelissimi, si atterrà rigorosamente a quanto prescritto dalla Conferenza dei servizi.


De Rossi preconvocato da Mancini per la Grecia

IL MESSAGGERO - C’è Daniele De Rossi tra i preconvocati per Italia-Grecia, in programma il 12 ottobre all’Olimpico. Dal Boca Juniors, insomma, in azzurro. Roberto Mancini lo ha inserito nella lista che la Federcalcio ha inviato alla Fifa lunedì scorso, ultimo giorno utile per avvisare i giocatori che giocano all’estero. Questo non sta a significare che l’ex capitano della Roma, il prossimo 6 ottobre, entrerà nell’elenco dei convocati per la partita valida per le qualificazioni aEuro 2020. Da via Allegri fanno sapere che è un obbligo passare attraverso la preconvocazione. E soprattutto non c’è ancora la certezza di rivedere il centrocampista con la maglia della Nazionale: attualmente è indisponibile, essendosi fermato già da qualche giorno per un’elongazione muscolare. Ha perso le ultime due partite, restando in panchina contro l’Estuadiantes e in tribuna con il San Lorenzo. Ma, conoscendolo, farà di tutto per mettersi a disposizione del ctc he, tra l’altro, lo vorrebbe nel suo staff appena rientrerà dall’Argentina.

FAVOLA INFINITA L’Olimpico, farebbe il pieno di tifosi. Di sicuro non mancheranno quelli giallorossi, ancora straniti per la mancata conferma del loro capitano, decisione ancora rinfacciata al presidente Pallotta. De Rossi, 117 presenze (secondo tra i giocatori in attività, dietro a Buffon che ne ha 117), ha giocato la sua ultima partita a Solna, il 10 novembre del 2017, nel play off contro la Svezia: 1-0, con la sua autorete. Proprio lui che di gol in azzurro ne ha seganti 21. Poi lo 0-0 al ritorno, restando in panchina a San Siro, per l’esclusione dal mondiale in Russia. L’ideale sarebbe ricominciare a Roma, nel match che può regalare la qualificazione in anticipo alla Nazionale.


Fonseca sbaglia e ammette: «K.O. meritato»

IL TEMPO - SCHITO - Esistono decisioni che segnano il proprio destino e quello altrui. É quanto successo nella Roma in costruzione nell'estate appena trascorsa con Gasperini che ha rinunciato all'occasione di sedersi sulla panchina della Roma, aprendo di conseguenza le porte della società giallorossa a Paulo Fonseca che, partita dopo partita, sta pian piano entrando nel cuore dei tifosi.  Eppure il destino fa giri particolari, certe volte torna a bussare alla porta e questa volta a pagare il conto è stato il portoghese. Fonseca registra la prima sconfitta della sua carriera romanista, davanti al pubblico dell'Olimpico proprio contro l'Atalanta di Gasperini, in una serata in cui ha scelto di variare in corsa il modulo bloccando Kolarov in difesa insieme a Fazio e Smalling e spostando Spinazzola al fianco di Veretout e Cristante con Florenzi dalla parte opposta, in un inedito 3-4-2-1. Il tentativo di frenare le avanzate dei bergamaschi ha funzionato fino a un certo punto, reso vano all'ingresso di Zapata che ha affondato la Roma.

Il tecnico giallorosso ha ammesso la sconfitta senza cercare giustificazioni: «Ho cambiato sistema perché pensavo che fosse la cosa migliore per contrastarli. Anche nel gol abbiamo perso palla in fase di costruzione, loro ci hanno messo sotto pressione per 70 minuti. Dopo il gol ci siamo abbassati e non abbiamo pressato. L'Atalanta ha meritato la vittoria, hanno giocato meglio di noi. Non abbiamo fatto una buona partita e siamo andati in difficoltà con la marcatura a uomo».

Il cambio di modulo non ha inciso sull'esito dell'in contro, nonostante con questa mossa il portoghese abbia tentato di limitare i danni: «Era una partita molto difficile. Non abbiamo controllato il gioco, sono stati migliori di noi. La nostra intenzione di squadra era la stessa, volevamo pressare alto. Nel primo tempo la squadra è stata sicura e stabile sul piano difensivo, probabilmente parleremmo di una partita diversa se avessimo sfruttato le occasioni che abbiamo creato, ma così non è stato e abbiamo pagato. Bisogna riconoscere che questa era una gara diversa dalle altre, inostri due centrocampisti hanno fatto fatica a entrare in partita e sono mancati Zaniolo e Pellegrini nel servire Dzeko». Un mea culpa che non lascia spazio a repliche: «Abbiamo sempre avuto molta difficoltà a causa della pressione a tutto campo dell'Atalanta. Non siamo riusciti a trovare gli spazi ed è mancato il sostegno a Dzeko che è la nostra migliore opzione».

Uno stop che non frena però il cammino giallorosso. Fonseca non vuole che questa sconfitta lasci il segno nello spogliatoio, tra i suoi ragazzi e nell'ambiente: «Non eravamo diventati i migliori vincendo tre partite, non diventiamo i peggiori con questa sconfitta. Dobbiamo rimanere equilibrati, domani è un altro giorno, analizzeremo gli errori commessi e ripartiremo per migliorarci ancora. Bisogna pensare alla prossima partita».  A chi gli fa notare la buona prestazione di Smalling, all'esordio con la maglia della Roma, dà poca importanza: «Prestazione positiva ma conta la squadra. Quando si perde, lo si fa tutti insieme». Domenica Florenzi e compagni andranno al Via del Mare contro il Lecce: non si può sbagliare.


Via Tarantino: Petrachi caccia anche il capo delle giovanili

IL TEMPO - BIAFORA - La rivoluzione del nuovo corso guidato dal direttore sportivo Petrachi ha fatto un’altra vittima: Massimo Tarantino non sarà più il responsabile tecnico del settore giovanile della Roma. L'ex calciatore, arrivato in giallorosso nell'estate 2013 dopo l'esperienza a Bologna, è stato sollevato dall'incarico a pochi giorni di distanza dall’addio dell’ex capo degli osservatori Vallone, che nonostante altri due anni di contratto è stato silurato.

Quelli di Tarantino e Vallone sono soltanto gli ultimi addii che da marzo ad oggi hanno praticamente stravolto la Roma: i primi ad essere allontanati erano stati il ds Monchi, l'allenatore Di Francesco, il medico Del Vescovo ed il capo dei fisioterapisti Stefanini, poi a fine stagione è stato il turno di Massara - passato al Milan - Balzaretti, l'analyst Beccaccioli, il preparatore Franceschi (tornato però da pochi giorni ad occuparsi delle squadre giovanili), l'addetto agli arbitri Dionisi, tutta la struttura dello scouting (tranne Bifulco) ed il fisioterapista Ferrelli. Aspettando l’incarico del nuovo responsabile del settore giovanile, la Roma di Fienga e Petrachi prende sempre più forma.


Smalling è l’unico a brillare. E Spinazzola si fa male di nuovo

IL TEMPO - BIAFORA - Serata sfortunata per i nuovi acquisti della Roma. Tra i quattordici giocatori mandati in campo da Fonseca contro l'Atalanta per sfatare il tabù Olimpico sono sei i calciatori arrivati nell’ultimo mercato estivo ad essere scesi sul terreno di gioco: Pau Lopez, Spinazzola, Smalling, Veretout dal primo minuto e i subentrati Mkhitaryan e Kalinic. Il centrocampista francese - tra i migliori nelle sfide con Sassuolo e Bologna - ha commesso l’errore che ha portato al gol del vantaggio dei nerazzurri, sbagliando un cambio di gioco sull’altra fascia con la squadra che stava alzando il proprio baricentro. Il portiere spagnolo, artefice del miracolo salva-risultato su Soriano tre giorni fa, non ha alcuna colpa sul potente sinistro di Zapata, ma ha sul groppone, insieme a tutto il reparto difensivo, la rete di De Roon, arrivato con un colpo di testa su assist di Pasalic con tutti gli uomini in area completamente fermi e l'uscita a vuoto dell’ex Betis.

Serata da dimenticare anche per Spinazzola, costretto ad uscire per un infortunio alla coscia dopo essere stato tra i più positivi nella prima frazione, per Mkhitaryan, autore di una prova incolore dando il cambio a Zaniolo, e per Kalinic, al secondo errore sotto porta (sempre quella sotto la Curva Sud) dopo quello con  l’Istanbul Basaksehir che a molti ha ricordato quello di Schick contro la Juventus.  Il migliore in campo di tutta la Roma e l’unico che può un minimo sorridere a seguito del ko con l'Atalanta è Smalling, all'esordio assoluto in maglia giallorossa. Il centrale inglese è apparso tra i giocatori meno in diffi coltà dal punto di vista tattico edè dovuto capitolare soltanto sul gol di Zapata dove era rimasto l’unico a protezione del fortino di Pau Lopez: «Sono molto contento dell'esordio ma non della partita, nessuno di noi lo è. Abbiamo - ha dichiarato l’ex Manchester - ambizioni e dobbiamo vincere le partite casalinghe. All’inizio è stata una partita più chiusa, abbiamo avuto anche delle possibilità. Nel secondo tempo con gli spazi più allargati ci siamo trovati più in difficoltà. Dopo novanta minuti mi sentivo un po’ stanco, ma credo che adesso starò meglio per le prossime partite. Non possiamo essere troppo delusi da questa partita perché già domenica ne abbiamo un'altra». 

Nel frattempo non sembra voler finire il momento no della Roma sotto il punto di vista degli stop muscolari. Dopo i sei infortuni del primo mese della stagione, è nuovamente Spinazzola a fermarsi a causa di un fastidio al flessore della gamba sinistra. Il laterale giallorosso, che aveva accusato una distrazione al bicipite femorale sinistro, è stato sostituito dopo appena dieci minuti dall’inizio del secondo tempo ed è poi uscito dallo stadio senza zoppicare, portandosi a casa una borsa medica. A fargli compagnia nel percorso dagli spogliatoi all’esterno dell'impianto c’era Petrachi, che ha sicuramente invitato il classe 1993 a non buttarsi giù per il secondo infortunio in poche settimane. Spinazzola sarà rivalutato dallo staff medico tra oggi (ripresa alle 11) e domani e la speranza è che si tratti soltanto di un affaticamento e non di una lesione, che lo costringerebbe a restare fuori almeno fino alla sosta delle nazionali.


Passi avanti sullo stadio, ora parola alla Raggi

IL TEMPO - MAGLIARO - Qualche passo in avanti. Questo, in sintesi estrema, l'esito della riunione di ieri pomeriggio in Campidoglio per l’esame del progetto Stadio della Roma. Le parti - la Roma con Baldissoni e lo staff legale, Eurnova con il consulente, Giovanni Sparvoli e l'avvocato Valeri, il Campidoglio con una delegazione-reggimento piuttosto numerosa - tornavano a riunirsi non solo dopo la pausa estiva ma soprattutto dopo un lungo momento distasi e melina, impantanate sul problema della contestualità fra la futura apertura dello Stadio e il completamento del progetto regionale di rifacimento dell’intera ferrovia Roma-Lido di Ostia.

Nessuna accelerazione, dunque, ma solo piccoli passi avanti. Il più rilevante dei quali è la quasi raggiunta conclusione di tutti i lavori interni: interni fra i diversi uffici del Campidoglio e con gli altri due enti territoriali coinvolti, la Regione Lazio per la Roma-Lido, e la Città Metropolitana per la via del Mare-Ostiense (arteria di proprietà di Palazzo Valentini). Il completamento di questi due accordi fra le Istituzioni è fondamentale perché sarà tradotto in due contratti che saranno parte integrante di quello più generale con la Roma, la convenzione urbanistica.

Non appena saranno completati tutti i check interni al Campidoglio, gli uffici predisporranno una relazione da consegnare al sindaco, Virginia Raggi, che accompagnerà la bozza lato Campidoglio di Convenzione urbanistica (quella lato Roma è stata consegnata il 13 giugno scorso). Solo a quel punto si capiranno realmente due cose, una legata all'altra. La prima, la reale distanza fra le parti. La seconda: parole a parte, la concreta volontà dei 5Stelle di portare a casa lo Stadio.

Resta a pesare, come un macigno, la questione del vincolo fra l’apertura di Tor di Valle e le opere di mobilità pubblica. Il nodo è contenuto nell’espressione «trasporto pubblico su ferro»inserito nella delibera di pubblico interesse votata dai 5Stelle nel giugno 2017: quel «su ferro», tra l’altro centrato quasi integralmente sulla Roma-Lido, lega le mani agli uffici comunali che non possono discostarsi da una delibera di consiglio. Anche se la Regione, a inizio luglio, ha chiaramente scritto che l'apertura dello Stadio deve ritenersi vincolata solo alle opere presentate nel progetto discusso in Conferenza di Servizi e, al massimo, da questa emendato. Tradotto in soldoni: per la Regione se la stazione di Tor di Valle non è pronta, lo Stadio resta chiuso. Ma non si può tenere chiuso se manca la stazione Acilia Sud.

Per superare l’impasse occorre una decisione politica. Ecco, quindi, che la relazione alla Raggi (prevista a breve) va letta come un'assunzione di responsabilità della politica che, dopo aver complicato le cose rovinando il progetto per preclusioni ideologiche, ora dovrà dirimere i guai da essa stessa creati. Gli uffici, sostanzialmente, nella relazione evidenzieranno tutti i punti di divergenza fra le parti e dovrà essere la Raggi a prendere una decisione. Che sarà comunque sofferta e difficile: o verrà sconfessata l'intera architettura della mobilità ideata da Berdini e portata avanti dalla Raggi con la delibera di pubblico interesse del 2017 o il rischio è quello di concludere l’iter in tribunale. La via d'uscita tecnica è facile: una memoria di Giunta che autorizzi gli uffici a non considerare quel «su ferro» del 2017 per poi modificarlo quando si voterà in Consiglio la Convenzione urbanistica. Strada stretta ma percorribile. Se ci sarà la volontà politica.