Francesco a Ibiza: adesso solo relax. In chat applausi dagli Azzurri del 2006

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Da oggi alla Roma non ci penserà davvero più. Almeno per un po’, anche se poi in cuor suo chissà quante altre volte il pensiero andrà lì, a questo suo secondo addio ai colori giallorossi, stavolta con tanto di uscita ufficiale da Trigoria. Da oggi, però, per Francesco Totti conteranno solo il mare, il sole e la famiglia. Ibiza è l’isola che lo accoglierà per prima. (...) Poi, una volta rientrato nella Capitale, si vedrà anche tutto il resto. Ad iniziare ovviamente dal suo futuro, con il ventaglio di ipotesi che sono ancora un po’ tutte vive, chi più e chi meno: la Federcalcio come ambasciatore dell’Europa Under 2020, Sky in qualità di commentatore, il Qatar come ambasciatore del prossimo Mondiale e le varie esibizioni – di natura diversa – in giro per il mondo. (...) Totti è rimasto molto legato, nonostante quell’addio alla Nazionale precoce, a soli 31 anni, un anno dopo esser diventato campione del mondo. E proprio i compagni di quell’avventura lì, a Germania 2006, tra ieri e oggi lo hanno subissato di complimenti, nella chat in comune. Complimenti per la franchezza e la trasparenza con cui ha affrontato ogni argomento lunedì pomeriggio, nel Salone d’Onore del Coni. 


Il Milan rischia l’Europa, ma non per un accordo e il Torino è in preallarme

CORRIERE DELLA SERA - Tra questa sera e domani il caso Milan, Uefa e fair play finanziario dovrebbe concludersi. Lo scenario dovrebbe vedere i rossoneri fuori dall’Europa League, la Roma dritta ai gironi e il Torino ammesso ai preliminari. Questo non sarebbe esito della rinuncia del club che farebbe perdere un posto nelle Coppe all’Italia, ma l’effetto di una sentenza. I legali rossoneri sono da ieri a Nyon con l’obiettivo di ottenere un anno in più per raggiungere il pareggio di bilancio, fissato al 2021. Saltare un anno di Europa League sarebbe considerata una pena sopportabile dal Milan che potrebbe sottrarsi alla somma di sanzioni cui è sottoposto in assenza del settlement agreement. La soluzione verrà trovata tra camera investigativa, Tas e Milan e non con l’Uefa. La Camera giudicante aveva deciso di sospendere il giudizio sul 2015-2018 aspettando il Tas, il primo passo quindi ora sarà la rinuncia al ricorso al Tas o una definizione consensuale che sposterebbe la scadenza al 2022. La Camera giudicante potrebbe poi scegliere di sanzionare il 15-18 con l’esclusione dalle Coppe. La sentenza che impone il pareggio nel 2021 potrebbe diventare esecutiva già in questa stagione visto che il Milan è recidivoe ha commesso violazioni anche nel 2015-2018. In sostanza il risultato potrebbe essere l’anticipazione della pena (subito fuori dall’Europa League) e il ritorno nei paletti normali del FFP. 


Florenzi e Pastore, due casi. Europa League, oggi si decide

CORRIERE DELLA SERA - Il compito che attende il nuovo allenatore Paulo Fonseca non è semplice. Totti ha espresso il parere di tutti: una squadra non si rafforza vendendo giocatori, ma la Roma dovrà farlo entro il 30 giugno per il Financial Fair Play. Oltre alle partenze (i soliti nomi, Dzeko, Manolas e Kolarov) ci sono due casi spinosi: Florenzi e Pastore. Antonio Conte ha manifestato un certo interesse per il terzino che sarebbe adatto al suo 3-5-2, così come lo era stato quando Conte era c.t. della Nazionale. A questo punto non è escluso che possa diventare una plusvalenza. Molto più difficile eventualmente sarà vendere Pastore, che Totti non riteneva adatto al 4-3-3 di Di Francesco. L’argentino è legato alla Roma da altri 4 anni di contratto a 4 milioni netti a stagione, tanto per un club che vuole ridurre il monte ingaggi. Pastore ha detto che non vuole andarsene, ma il club tenterà di fargli cambiare idea. Nel frattempo il direttore sportivo scelto, Gianluca Petrachi, è ancora bloccato dall’anno di contratto rimasto con il Torino. Dovrebbe essere libero dal 1 luglio, ma non è facile lavorare in questa situazione. Oggi a Nyon ci sarà il sorteggio del turno preliminare di Europa League con cui la Roma dovrebbe entrare in gara. Un nuovo scenario potrebbe vedere il Milan rinunciare alle Coppe attraverso un accordo con la Uefa (e non la rinuncia unilaterale) in cambio di una dilazione per raggiungere il pareggio di bilancio. La decisione dovrebbe essere presa oggi e in caso positivo la Roma accederebbe direttamente ai gironi senza passare per i preliminari, dove invece andrebbe il Torino.


Stadio Roma, Campidoglio allo scontro: «Si fa come diciamo noi oppure salta»

CORRIERE DELLA SERA - Il Campidoglio non arretra di un passo dai paletti fissati nella delibera 32 sull’interesse pubblico per la realizzazione dello stadio della Roma. Posizione ribadita nel tavolo tecnico riunitosi ieri all’Eur: «O si fa come diciamo noi o salta tutto», la sintesi dell’ultimatum, l’ennesimo,posto dal Comune. (...) Il nodo, lo stesso su cui la trattativa si è incagliata da mesi, è la «contestualità» ovvero il sincronismo tra l’apertura dell’impianto sportivo e la realizzazione delle opere pubbliche senza le quali, come ha evidenziato lo studio commissionato dalla sindaca al Politecnico di Torino, la situazione sarebbe «catastrofica»per le ripercussioni su viabilità e trasporti. E però, le parti non sembrano ancora aver trovato la quadra sull’interpretazione della tempistica: un dialogo tra sordi al punto che, ieri, circolavano rumors sul fatto che i proponenti volessero sottoporre la questione al parere di un arbitro terzo (...) Per i Cinque stelle la strada è segnata, salvo mettere la pietra tombale sul progetto:«Le opere devono essere realizzate tutte contestualmente allo stadio e tutto concorre all’interesse pubblico, che l’assemblea capitolina ha valutato e approvato con la delibera 32. La Roma non può cambiare gli impegni presi dalla pubblica amministrazione, altrimenti viene meno l’interesse pubblico». (...) Adesso anche Virginia Raggi e la giunta sembrano voler mollare il progetto,rassicurati dal crollo di popolarità tra i supporter giallorossi. 


Baldissoni attacca: “Pazienti con Totti, ma non è cresciuto"

LA REPUBBLICA - FERRAZZA -  Mentre la Roma spera nella rinuncia del Milan all’Europa League, per evitare lo spiacevole ingombro dei preliminari, è il vicepresidente esecutivo, Mauro Baldissoni,a replicare a nome della società ad alcune delle accuse mosse al club da Francesco Totti nel giorno del suo addio. Con la città giallorossa ancora sotto choc, Baldissoni punge, ma misura le parole. «Va fatto un momento di riflessione ampio sul passaggio da calciatore a dirigente, soprattutto nel caso del più grande giocatore italiano. Va accompagnato e noi siamo stati pazienti. A metà del secondo anno, dopo l’uscita di Monchi, gli abbiamo fatto una proposta da direttore tecnico, e lui non ha risposto. Magari aveva una percezione diversa, perché Claudio Ranieri (l’allenatore chiamato a marzo a sostituire Eusebio Di Francesco, ndr) lo ha proposto lui. E su Antonio Conte la società l’ha seguito, pur sapendo quanto fosse difficile. Non so se ci sono state sue indicazioni non considerate — prosegue Baldissoni — ma speravamo che Totti crescesse con noi». Totti invece ha accusato Franco Baldini, il consigliere di James Pallotta, e tutto il management giallorosso, di non avergli mai affidato un ruolo operativo. E di avere portato avanti una scientifica deromanizzazione del club. Baldissoni, non nominando mai Baldini e tenendoci a ribadire più volte di non occuparsi più dell’area tecnica, replica: «Francesco ha avuto due rinnovi, lo stesso Daniele De Rossi, abbiamo riportato a Roma Alessandro Florenzi e Lorenzo Pellegrini, abbiamo istituito la hall of fame e altre iniziative. Sarebbe stato sciocco deromanizzare — continua ai microfoni di Sky — Nessuno lo ha voluto allontanare dal club. Le sue dimissioni sono una sconfitta di tutti e c’è un grande dispiacere per non aver trattenuto un patrimonio». Su un eventuale passaggio di proprietà, poi, Baldissoniribadisce che «il club non è in vendita», ma che è «altrettanto evidente che la questione stadio potrebbe far cambiare idea a Pallotta, se alla lunga non gli venisse concessa la possibilità di fare questo investimento». Proprio il presidente ci tiene comunque a precisare di non voler adire le vie legali contro Totti («La cosa più stupida che abbia sentito») per la parte in cui l’ex numero 10 ha parlato di manifestazioni d’interesse nei confronti del club giallorosso («Tutti sono interessati alla Roma», le parole di Totti). Si ipotizzava una turbativa d’asta (lunedì il titolo è oscillato da meno 3,6 a più 1,59), ma Pallotta non porterà Totti in tribunale. Francesco è intanto partito per Ibiza, farà un po’ di vacanze e poi comincerà a prendere confidenza con un’immagine da gestire lontano, per la prima volta dopo trent’anni, dalla sua Roma. Sull’argomento interviene anche Luigi Di Biagio,amico dell’ex capitano e ct dell’Under 21: «Da fuori sembra che vogliano farsi del male, non capisco perché succedano queste cose. Negli ultimi mesi, Francesco parlava di direttori sportivi, allenatori, giocatori. Lo vedevo presente, diverso dall’ultimo anno e mezzo. Peccato per la Roma e per i tifosi».


E l’ex capitano indica Pellegrini per fascia e n. 10

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Ne restano due di romani, in rosa. Alessandro Florenzi e Lorenzo Pellegrini. Che ereditano la pesante fascia da capitano destinata ormai da generazioni, in linea diretta, ai nati all’ombra del Colosseo. Ma Totti, durante la conferenza di addio alla Roma di Pallotta, ha indicato una preferenza tra i due. Una investitura di cui nessuno potrà fare finta di niente. Non certo i tifosi, che dalle labbra del loro simbolo pendono e che non hanno un grande feeling con Florenzi, accusato di essere poco empatico e “vero” con la gente. «A Lorenzo ho promesso tante cose — ha detto Totti — e spero che possano avverarsi. Pellegrini è un ragazzo speciale, può dare tanto a questa maglia. È tifoso della Roma e qualche romano dentro serve». Un’investitura importante, dall’ottavo re di Roma al principe predestinato, scavalcando chi l’onere e l’onore della fascia lo avrebbe per diritto acquisito: Florenzi, da due stagioni vice-capitano. Tra le promesse fatte da Totti, quella di consegnare a Pellegrni la maglia numero dieci, tra qualche anno, quando il destino del centrocampista sarà segnato con decisione da un cammino solamente romanista. La “10”, che non è stata ritirata, è in attesa di qualcuno degno davvero di indossarla. E Totti vorrebbe che fosse un ragazzo romano. Ma Pellegrini e Florenzi sono bocconi prelibati su un mercato che li vede stra-corteggiati da vari club, italiani ed europei. Il primo ha una clausola bassa, pagabile i due trance (15 milioni più 15), mentre Florenzi, provato dal clima che si è creato intorno a lui negli ultimi mesi, sarebbe l’ideale nell’Inter di Conte. Il club, dopo l’accusa di voler deromanizzare Trigoria, farà comunque di tutto per trattenerli, ripartendo proprio da loro due.

 


Totti, l’abbraccio del suo quartiere: “Francesco ha fatto bene a lasciare”

LA REPUBBLICA - MONACO - Dai tavolini del bar Lustri s’intravede una scritta sul muro che costeggia via Populonia: «Romanismo», recita il murale. Indica la sigla di un gruppo del tifo organizzato in curva Sud. Ma è anzitutto un sentimento diffuso, «il Romanismo». È l’attaccamento viscerale della città alla sua squadra di calcio. Il che comporta l’elevazione dei suoi interpreti migliori ad alfieri di un amore incondizionato. Simboli, come Francesco Totti da via Vetulonia. A 24 ore dall’addio alla Roma, lungo i marciapiedi che hanno visto «Francesco» crescere e farsi uomo, nessuno ha dubbi: «Quella conferenza stampa è un atto dovuto — afferma Sonia Lustri, la 45enne titolare del bar aperto dal 1946 e che con Totti ha trascorso l’infanzia — lo doveva fare per difendere la sua dignità di professionista. In fondo ha detto quello che pensavano già da tempo tantissimi tifosi». Chi incarna il simbolo della romanità più del Capitano? Di quel ragazzino biondo che con una sola moneta occupava per l’intero pomeriggio il flipper del bar Lustri. O quello che d’estate insieme al suo amico Giancarlo Ceccacci, oggi 46enne, correva a tirare i gavettoni agli autisti degli autobus. «Ha fatto bene ad andarsene — ripete Ceccacci — sono anni che lo trattano male, vi ricordate con Spalletti? Non lo faceva giocare, entrava gli ultimi due minuti, segna va e Spalletti “rosicava”». L’amico di infanzia ricorda con più piacere le partite nel cortile della scuola elementare Manzoni «io e il meccanico Roberto Catalani contro Francesco e il fratello. Giocavamo tutti i pomeriggi dalle 14 alle 16.30, poi dovevamo smettere perché c’era l’uscita di scuola. Ma i giorni di festa — prosegue — il primo che si svegliava al mattino chiamava gli altri, giocavamo tutto il giorno». Il meccanico sorride ripensando alle ore spensierate trascorse con un Totti ancora adolescente. Ma quando il discorso volge all’attualità lo sguardo s’incupisce: «Questi dirigenti se ne devono andare — sbotta — Pallotta non ama Roma». È la città che, chiamata a scegliere, difende “il figlio”. «Francesco è stato un signore — rileva Giancarlo Barraco, ordinario di Odontoiatria a Perugia e per anni medico di famiglia dei Totti — chiunque al posto suo avrebbe vomitato bile, ma lui non ha voluto sporcare l’immagine della società».


I veleni su Totti non finiscono mai

IL TEMPO - BIAFORA - Qualche giorno di relax a Ibiza per staccare e ricaricare le pile lontano dall'Italia. Totti ieri si è imbarcato insieme alla famiglia per l'isola delle Baleari, nella quale trascorrerà le prime vacanze dopo le dimissioni dalla dirigenza della Roma.
Come annunciato nella conferenza stampa d’addio, l'ex Capitano giallorosso si prenderà un mese di tempo per valutare tutte le offerte pervenutegli e decidere che cosa fare dopo trent'anni consecutivi vissuti a Trigoria. Totti, che ad inizio luglio parteciperà a Sabaudia ad un torneo benefico di padel a sostegno dell’AIL, è stato contattato dalla Fifa, dalla Fiorentina e dalla Sampdoria, ma il pressing più forte giunge dalla Figc di Gravina. Nel frattempo è arrivato il chiarimento del presidente Pallottasulle indiscrezioni secondo le quali l’imprenditore americano starebbe pensando di portare Totti in tribunale per turbativa d'asta: «Non c'è alcuna possibilità. E falso al 100%. Nella storia - ha scritto il numero uno giallorosso su Twitter - della nostra proprietà, questo prende la medaglia d'oro come commento più stupido che abbia mai letto». Oltre all'intervento di Pallotta, è proseguito il botta e risposta a distanza tra Totti e la dirigenza, che si è esposta in prima persona dopo il comunicato stampa di lunedì con un'intervista di Baldissoni. Il vice-presidente ha espresso il punto di vista della società sulle parole della leggenda romanista, di cui sono state accettate le dimissioni: «Il passaggio da campione a dirigente non è semplice e va accompagnato con pazienza. Questo addio lascia tanto dispiacere e amarezza. È evidente che è una sconfitta di tutti, non possiamo che essere dispiaciutissimi. Dopo l'uscita di Monchi gli abbiamo proposto il ruolo di direttore tecnico, quello che per lui era il più consono. Volevamo continuasse a crescere ma in quello che crediamo debba essere un lavoro di squadra. La scelta di Ranieri è stato un suggerimento accolto dalla società, così come l'avventura di andare a cercare Conte. Fienga, che l'ha accompagnato in questa scelta, è il Ceodella società. Parliamo di un percorso in cui aveva già avuto modo di esprimere la sua opinione».Baldissoni ha sottolineato poi che nessuno ha mai avuto l'obiettivo della “deromanizzazione”: «Dispiace molto che questa sia la percezione di Francesco, rispondo con i fatti. Lui ha avuto due contratti da giocatore con questa nuova proprietà e poi uno di sei anni da dirigente. Anche De Rossiavuto due contratti e gli abbiamo proposto un percorso all'interno della società. L'intento è di premiare chi ha dato tanto per questa maglia. Sarebbe autolesionista disperdere un patrimonio come la romanità. Come potremmo essere così stupidi? Nessuno voleva allontanare Totti dalla Roma». Uno dei punti più critici dell'esperienza tra Totti e la proprietà statunitense è stato il difficile rapporto con Pallotta, accusato di essere assente e di non essersi fatto mai sentire in questi due anni: «Liverpool e Chelsea, che hanno vinto i trofei internazionali, hanno presidenti come Henry e Abramovich che non sono sempre in sede. Pallotta - ha replicato il vice-presidente - invitò Totti a passare sei mesì a Boston per capire tutto quello che faceva e i suoi investimenti, anche recentemente gli ha proposto di vedersi. Poi capisco che c'è una differenza di cultura e lingua ma il tentativo c'è stato». Nella chiusura dell’intervista a Sky Sport il dirigente quarantanovenne, che ha definito Totti come un suo idolo al tempo in cui era un semplice tifoso, ha ribadito l'impegno della società nel costruire una squadra vincente: «La Roma ha un piano che va avanti a prescindere. Questa società ha investito senza sosta in questi anni, ha ereditato una situazione difficile, non a caso è stata acquistata dalla banca, ha ottenuto risultati positivi come le cinque qualificazioni consecutive alla Champions. Continueremo ad impegnarci per rendere sempre più competitiva questa squadra e magari vincere qualche trofeo. Magari si faranno degli errori come ammesso anche dal presidente, che è una persona estremamente ambiziosa, che fa questo investimento con l'intento di primeggiare». L'auspicio è che non si vada avanti all'infinito in un confronto a distanza che non porta benefici a nessuno.


Il club punta Barella. Niente preliminari di Europa League

IL TEMPO - BIAFORA - La Roma prova l’inserimento in extremis per Barella. Il centrocampista del Cagliari, impegnato con l’Italia nell’Europeo Under 21, è molto vicino ad un trasferimento all'Inter, ma Petrachi sta comunque facendo un ultimo tentativo per cercare di riprendere i nerazzurri, in fuga solitaria nella corsa per arrivare al sardo. La proposta del direttore sportivo, che vuole regalare un grande colpo in mediana a Fonseca, ammonta a 30 milioni di euro, a cui vanno aggiunti ulteriori 5 milioni di bonus e il cartellino di Defrel (a mezzanotte scadrà il diritto di riscatto della Sampdoria). L'attaccante francese, che verrebbe valutato 18 milioni, generando 6 milioni di plusvalenza, è un pallino del presidente dei rossoblù Giulini e la Roma lo sta quindi usando come carta per arrivare al giocatore classe 1997, che ha già parlato con Conte ed ha una base di accordo con l’Inter dell’amico Nainggolan. Ausilio e Marotta hanno avuto diversi incontri con Beltrami, l'agente di Barella, e il Cagliari, a cui hanno offerto 36 milioni di base fissa, più 14 milioni variabili (4 facili e 10 più difficili), oltre ai prestiti dei giovani Dimarco e Bastoni. Come detto l'Inter è molto avanti rispetto alla Roma e sarà durissima per gli uomini di Pallotta,  a cui piace anche Diawara, compiere il sorpasso. Per quanto riguarda invece il futuro europeo, è in arrivo un nuovo ribaltone per Roma e Milan. Le indiscrezioni che filtrano sull'asse Milano-Nyon sono quelle di un accordo tra Gazidis e la Uefa per chiudere definitivamente la contesa sulle sanzioni per il Fair Play Finanziario, senza aspettare il Tas, in modo da evitare ulteriori problemi. I rossoneri, che insieme alla Roma e al Torino hanno inviato una lettera alla Uefa. È per sollecitare una decisione entro tempi brevi, i rossoneri sarebbero squalificati  dalla minore delle competizioni europee, avendo in cambio più tempo per rag-
giungere il pareggio di bilancio rispetto a quanto previsto dalla pena attuale, che ha fissato tale paletto per il 2021. Con l’esclusione del Milan, la Roma non disputerà i preliminari di Europa League (niente tournée negli USA, ormai il posto è stato preso dalla Fiorentina) e andrà direttamente ai gironi, con il Torino che subentrerà ai giallorossi nel triplo impegno estivo di qualificazione. Non resta che attendere la sentenza finale.


Passi avanti per il nuovo stadio. Resta il nodo della Roma-Lido

IL TEMPO - MAGLIARO - Chi pensava che fra gli effetti della conferenza stampa di Francesco Totti fosse compreso anche un de profundis per il progetto Stadio di Tor di Valle, rischia di rimanere assai deluso. Ieri, nuova riunione tecnica - l'agenda reca il numero 109 - fra i proponenti e gli uffici comunali. E le distanze ora non sembrano così ampie rispetto alle settimane a cavallo fra Pasqua e fine maggio quando - complici i lunghi ponti vacanzieri, una improvvida pec spedita agli uffici comunali con la bozza di convenzione e le notizie su “Fiumicino piano B” - si era registrato un aumento della tensione e della lontananza dell'accordo. Lo stadio resta fondamentale nei progetti della Roma, come ha ribadito a Sky il vicepresidente Baldissoni: «Poter costruire uno stadio di proprietà nel calcio moderno significa avere  un amplificatore di ricavi  che sono necessari alla società Roma per poter incrementare la sua capacità competitiva. Senza, l'orizzonte diventa complesso. Se tutti dichiarano di volere primeggiare sappiate che senza un acceleratore di ricavi che passa perla costruzione di una nuova infrastruttura sarà pressoché impossibile sfidare la Juveche solo da sola ha più del doppio del nostro fatturato». E allora, sotto di riunione in riunione - la prossima è fissata per venerdì 21 allargata a Città Metropolitana - per cercare di giungere a una accordo: questo è, stando a Radio Campidoglio, anche l’intendimento del Comune. Il problema per la Raggi è che rischia di non avere numeri sufficienti in Aula e per questo il Campidoglio ha assunto una posizione insolitamente rigida. In via di soluzione la questione legata all'acquisto di alcuni nuovi treni per la Roma-Lido, i cui costi saranno coperti dalla Roma con i 45 milioni del contributo costo di costruzione: il Campidoglio avrebbe sostanzialmente accettato la proposta della Società di essere non solo «ufficiale pagatore» ma di curare anche la gestione dell'appalto. Sembrerebbe in via di soluzione anche il tema del metodo di calcolo della penale da pagare sevenissero separati l’asset Stadio da quello della proprietà della società sportiva la cui unione è sottoposta dalla delibera di pubblico interesse a un vincolo trentennale. Resta ancora aperto il nodo della contestualità, come oramai viene chiamato alle riunioni, cioè del «contestuale funzionamento» delle opere pubbliche di mobilità al momento dell'apertura dello Stadio. Combinando la disposizione delle delibere Marino e Raggi - il 50% dei tifosi allo stadio con il trasporto pubblico - con le opere di mobilità pubblica - Roma-Lido di Ostia da rifare a carico della Regione e implementazione della ferrovia per l'aeroporto a carico di Ferrovie dello Stato - il rischio è che lo Stadio possa essere pronto prima delle opere ferroviarie col rischio di non essere utilizzabile. Lo scontro, fondamentalmente, è ora tutto su questo tema. Nella riunione di ieri, il tema contestualità è stato accantonato e, dopo l’incontro Baldissoni-Raggi dei giorni scorsi, si sta studiando la possibilità di rivolgersi alla Conferenza di Servizi per chiarire quale deve essere l’interpretazione autentica delle varie prescrizioni. La strategia della Roma, quindi, si sta delineando: Fiumicino piano di riserva rimane sullo sfondo, ottenere un parere dalla Conferenza di Servizi che sblocchi l'impasse e poi chiedere il voto in Consiglio comunale. Una richiesta, quella del voto, che la società giallorossa è comunque pronta a fare se dovesse perdurare la melina politica della Raggi sapendo che una bocciatura in Consiglio comunale aprirebbe le porte a un contenzioso giudiziario, perché come ha detto Baldissoni «nulla di intentato» sarà lasciato.


Auguri Lorenzo Pellegrini (Video)

Lorenzo Pellegrini compie 23 anni. Il giallorosso è con la Nazionale Under 21 per gli europei e il club gli augura tanti auguri dal profilo Twitter con un video che lo celebra.


Lotito: "Anch’io sono passato tra mille contestazioni, è stata dura ma ce l’ho fatta"

Claudio Lotito commenta  velocemente la situazione della Roma. Non si dilunga troppo e risponde a Il Fatto Quotidiano:

"Non ho sentito. Non mi immischio. Anch’io sono passato tra mille contestazioni, è stata dura ma ce l’ho fatta".