Per Zaniolo intesa vicina, non si molla su Alderweireld

LA GAZZETTA DELLO SPORT - La Roma e Nicolò Zaniolo hanno voglia di andare avanti ancora insieme. Magari ci sarà da battagliare un po’ per trovare l’accordo, ma alla fine l’atteso adeguamento contrattuale dovrebbe arrivare. L’incontro che era in programma per oggi però è stato posticipato di qualche giorno, anche perché la Roma in questo momento è impegnata nelle vicende di mercato che riguardano l’attaccante.
Al netto della situazione di Dzeko, i giallorossi sono anche alle prese con il caso Schick. Il ceco ha rifiutato l’ipotesi di un prestito in Inghilterra, al Newcastle, perché aspetta sempre che si concretizzi l’interesse del Borussia Dortmund. Nel frattempo Petrachi sta lavorando su Mariano Diaz, l’attaccante che ieri il Real Madrid ha lasciato fuori dal test con il Salisburgo. Detto poi che Olsen è sempre più vicino ai francesi del Montpellier, i giallorossi continuano ad insistere per Alderweireld. L’offerta è di 20 milioni più bonus, se entro oggi (giorno di chiusura del mercato inglese) il Tottenham dovesse fare un difensore centrale, allora sarebbe tutto più semplice. Gli Spurs stanno lavorando su Ginter del Borussia Mönchengladbach, può essere lui la carta per liberare il belga.


E' una Roma ancora a metà

IL TEMPO - SCHITO - L'ottava amichevole stagionale rappresenta il primo mezzo passo falso per la nuova Roma di Paulo Fonseca. A Perugia finisce 2-2 con l'Athletic Bilbao, in una gara che ha messo in mostra poche luci e tante ombre in casa giallorossa, complice il grande lavoro svolto in questa fase di preparazione estiva e un mercato ancora incompleto. Il protagonista negativo è Nicolò Zaniolo, che ha scatenato la furia dei baschi sul punteggio di 1-2, sprecando malamente l'occasione del pareggio tirandosi il pallone su un braccio. L'arbitro Maresca ha invece assegnato il penalty, chiedendo lumi al calciatore che ha negato di aver toccato la sfera con il braccio per spedire Lorenzo Pellegrini sul dischetto.

Il tecnico portoghese ha fatto turnover in vista del Real e ha mischiato un po' le carte, provando Antonucci a ridosso di Defrel nel 4-2-3-1, con Pellegrini in mediana insieme a Diawara, Mancini al fianco di Juan Jesus, Mirante trai pali e il duo Florenzi-Spinazzola sulle corsie. Al Curi è stata partita vera, con qualche scintilla di troppo - folle l'intervento che ha provocato l'espulsione di Yuri Berchiche - e alcuni temi tattici tipici del gioco di Fonseca, su cui però la Roma ha ancora bisogno di lavorare. Non a caso, i gol dell'Athletic nascono dal tentativo costante di impostare dal basso: grave leggerezza di Diawara nel primo tempo, con l'ex Napoli scalato tra i due centrali per poi soccombere al pressing di Williams e al
tocco a porta vuota di Muniain, e brutta palla persa da Pellegrini al limite dell'area, che ha portato al mani di Mancini sul tiro di Raul Garcia. Dal dischetto, l'ex Atletico Madrid ha spiazzato Pau Lopez. «Abbiamo fatto qualche cambiamento rispetto a Lille - ha dichiarato a Roma Tv il tecnico Fonseca - anche pensando al Real, ci sono state cose positive, ho visto coraggio nella circolazione del pallone ma è evidente che abbiamo commesso errori nella prima fase di costruzione. Dobbiamo ancora lavorare, ho visto grande disponibilità nell'impostare da dietro, provare a dominare la partita con il possesso palla. Abbiamo affrontato una squadra eccellente che è più avanti di noi».

La Roma aveva rimesso in carreggiata il match con un gioiello di Kolarov su punizione: sinistro a giro sopra la barriera e pallone sotto l'incrocio. Cori dei tifosi per Edin Dzeko, entrato a metà secondo tempo al posto di Defrel. Annullato il gol del potenziale 2-2 nel finale, con Kolarov colto in fuorigioco prima del cross per l'inutile rete di Zaniolo, poi protagonista nell'occasione del rigore decisivo. Ora l'appuntamento è per domenica 11,
quando all'Olimpico arriverà il Real Madrid: «Dovremo avere ancora il coraggio per
dominare il gioco anche al cospetto di una big», auspica Fonseca.


Il cantiere di Fonseca è ancora troppo aperto

IL MESSAGGERO (M. FERRETTI) -  Paulo Fonseca parla poco. Lo stretto necessario, più o meno. E non è (non può esserlo) un problema di lingua. Quando lo fa, come accaduto dopo la partita di Perugia, usa un campionario di frasi scontate, di routine. Come non giustificarlo, però? Il portoghese allena e osserva. Osserva e allena. E si interroga: con quali giocatori potrò lavorare da qui alla fine della stagione? Oggi non ha certezze. Periodo delicato assai, perché in gruppo ce ne sono tanti che non dovevano più esserci, e quelli che Paulo avrebbe voluto con sé già dall’inizio di luglio sono ancora altrove. E nessuno può garantirgli che, prima o poi, quegli elementi arriveranno a Trigoria. Anzi, il rischio è che se ne vada qualcuno che Paulo vorrebbe non veder mai partire. Meglio parlare il minimo indispensabile, allora. Eppure, l’avvio del campionato non è più così lontano: ecco perché a questo punto ci sarebbe voluta una squadra il più vicino possibile alla Roma che realmente sarà. Perché il portoghese corre seriamente il rischio di aver addestrato per settimane e settimane - con risultati alterni - una Roma finta, fasulla e di dover ricominciare in fretta a plasmarne un’altra da capo.

 

TANTO DA FARE - Indossare oggi i panni di Paulo significherebbe infilarsi in abiti scomodi. Né brutti né belli: scomodi. Di quelli che adesso sono troppo larghi ma che in un amen potrebbero diventare troppo stretti, e senza aver fatto neppure un giorno di dieta. Tutto precario, tutto instabile. Tutto in attesa di definizione, di punti fermi. Intoccabili. La nuova Roma ha bisogno assoluto di tante cose (ieri lo si è visto con grande, preoccupante evidenza), ma troppo è ancora incerto. In attesa che qualcosa si sblocchi, e sperando che le cessioni siano un male minore. Aveva chiesto coraggio, Fonseca, presentandosi nella Capitale; aveva - forse casualmente - anticipato i tempi, conscio del compito che lo aspettava. Non prevedeva, però, di trovarsi a due settimane dall’inizio del campionato con una squadra così indefinita. E qui non si tratta solo di  sì o  no: c’è una difesa da sistemare perché monca; c’è da migliorare la qualità del gioco; ci sono meccanismi da oliare e intese da perfezionare; c’è da dare alla squadra un’identità tattica per ora sconosciuta. Per fare questo, però, serve poter contare su basi solide, al riparo da sorprese. Fonseca lo sa meglio di chiunque altro.


Allenamento Roma, seduta di scarico in mattinata. Escluse lesioni per Pastore

La Roma riprende gli allenamenti. Dopo il pareggio contro l'Athletic Club, in mattinata Fonseca ha seguito una seduta di scarico per chi ha giocato ieri nell'amichevole.
Pastore è stato sottoposto ai controlli presso Villa Stuart e sono state escluse lesioni, evidenziando un affaticamento muscolare.
L'argentino potrebbe rientrare in gruppo in breve tempo. La squadra si preparerà per il prossimo match all'Olimpico che vedrà come avversario il Real Madrid.


Proposto Perisic, Petrachi dice no

Petrachi rifiuta Ivan Perisic. Il croato è in procinto di lasciare l'Inter ed è stato proposto alla Roma, ma secondo calciomercato.it il ds ha detto no: la valutazione si aggira intorno ai 25 milioni di euro.


Lovren non convince, precaria situazione fisica

Lovren è nelle mire della Roma. Secondo il profilo Twtter di Gianluigi Longari, Petrachi è intenzionato a muoversi verso il giocatore del Liverpool ma a creare dubbi è la situazione fisica del difensore, molto precaria.


Mariano Diaz pronto per la Roma, ma non c'è l'accordo

La Roma deve trovare un sostituto per Dzeko. Per l'attacco, Petrachi torna su Mariano Diaz: secondo calciomercato.it, il giocatore è in procinto di dire addio al Real e sembrerebbe disponibile per un ipotetico trasferimento in casa giallorossa. Il club spagnolo chiede 20 milioni e il ds non ha trovato ancora un accordo con la società.


Roma, Dzeko punta i piedi

IL MESSAGGERO - ANGELONI - Due test fissati, un altro quasi sicuro, poi si aprirà la porta al futuro. E intanto sbuca all'improvviso, dopo un mese di quiete, la grana Dzeko, stanco di aspettare. Edin forza la mano, è nervoso, lo ha fatto vedere ai dirigenti e a quanto pare rischia di restare fuori dall'amichevole di stasera a Perugia. Un problema in più per Paulo Fonseca, che invece non vede l'ora che si risolva tutto a breve e che la rosa venga sistemata prima possibile. Stasera a Perugia, ore 20 (diretta Roma tv), con Athletic Bilbao e domenica all'Olimpico, ore 20 (esclusiva Sky) con il Real Madrid - per una serie di motivi legati al mercato in entrata e in uscita - non gli sarà possibile provare ciò che ha in testa. La rosa non è completa, il campionato si avvicina e questo è un problema. Oltre al caso Dzeko, una bolla che prima o poi sarebbe esplosa. Se Dzeko va via, serve subito un ataccante. E la Roma ce l'ha in mano? A Paulo, inoltre, manca un difensore dominante per completare il reparto e chissà se basterà, visto che è in piedi l'ipotesi dell'arrivo di un terzino. Oltre alla grana Dzeko e al reparto difensivo non ancora al top, c'è da definire anche la vicenda Schick, che Fonseca a Lille non ha proprio schierato e stasera rischia di affidargli l'attacco. In rosa ci sono anche altri elementi che dovranno in qualche modo essere sistemati, sia perché pesano sul monte ingaggi, sia perché al tecnico servono poco, vedi Defrel, Nzonzi, etc etc.

ALE DOPPIO RUOLO - Stasera Fonseca non potrà contare su Veretout, che per lui è un titolare. Il francese non si è mai allenato con il gruppo, ha sempre svolto lavoro differenziato. Da Trigoriafanno sapere che il problema alla caviglia è superato e che ora è in fase di riatletizzazione. L'allenatore spera almeno di proporlo per uno spezzone domenica con il Real Madrid allo stadio Olimpico (non è prevista presentazione squadra) e in una terza amichevole che la Roma sta programmando per il post Ferragosto. Quindi al Curi gli esperimenti che vedremo sono più o meno gli stessi delle precedenti partite. Ritroveremo Pellegrini, Diawara e Cristante che si alterneranno nei due di centrocampo, rivedremo Zaniolo nel ruolo di trequartista/seconda punta. Aspetteremo progressi atletici e tattici di Under, così come quelli di Kluivert (che si alternerà a sinistra con Perotti) e del difensore Florenzi, che probabilmente verrà alternato a Spinazzolacome esterno basso e all'ala sinistra quando Fonseca gli chiederà, a seconda delle partite, di tornare a fare l'attaccante. Doppio ruolo per Ale, insomma. Nella probabile terza amichevole che la Roma disputerà a pochi giorni dalla prima di campionato, probabilmente vedremo una Roma più completa, con qualche esubero in meno e con i rinforzi chiesti dall'allenatore. Perché poi si farà sul serio e l'allenatore non vuole cominciare il campionato ancora con le incognite di queste settimane. A cominciare da Dzeko.


Stadio, verdetto della Regione: "Senza opere stop al progetto"

IL MESSAGGERO - DE CICCO - Sette pagine per sconfessare quanto sostenuto dai privati che sognano l'affare Tor di Valle. E per ribadire che tutte le opere pubbliche previste devono essere realizzate in tempo per il primo match. Non dopo, non senza vincoli temporali. È la Regione Lazio, in un parere spedito l'altro ieri alla Eurnova di Parnasi e alla società di James Pallotta che segue l'operazione, a ribadire che non può essere aggirata la «contestualità» tra l'apertura dell'impianto sportivo e le infrastrutture necessarie per limitare gli ingorghi. Per proseguire col progetto, quindi, bisogna garantire che la Roma-Lido viaggi al ritmo di un treno ogni 3 minuti e mezzo (oggi se va bene c'è una corsa ogni 20 minuti) e che la ferrovia Fl1 sia rafforzata a dovere. E va rivista l'unificazione dell'Ostiense-Via del Mare, per chi andrà alle partite in auto: l'intervento va migliorato, e non di poco, rispetto al primo schema presentato dai privati. Insomma, o il progetto cambia così come prescritto dalla Conferenza dei servizi, oppure «il presente parere sarà da intendersi di motivato dissenso».

«Non è condivisibile», scrive la Regione, «l'affermazione del soggetto Proponente» quando ha ipotizzato che gli unici interventi da realizzare «contestualmente» allo stadio siano quelli gestiti direttamente dai privati. Perché vanno comunque considerati «gli interessi pubblici». Insomma, la viabilità non può andare «in crisi». Ecco perché le prescrizioni fissate dalla Conferenza dei servizi a dicembre 2017 vanno rispettate tutte. Come il potenziamento della Roma-Lido, con l'obiettivo di «16 treni l'ora». Un risultato che non può «scaturire da interventi sull'infrastruttura successivamente programmati». Insomma, anche se la Regione ha da poco messo sul piatto 180 milioni per la tratta, i privati non possono svicolare dagli impegni presi. Il traguardo va centrato, anche solo con i 45 milioni stanziati dai proponenti, chiaramente insufficienti per trasformare la peggiore ferrovia d'Italia in una linea che corra come una metropolitana. Per i tecnici il «potenziamento della ferrovia» è «imprescindibile». Servono lavori importanti nella stazione di Tor di Valle, con «3 nuovi tronchini» e un parco mezzi «costituito da almeno 18 treni». Secondo la Regione «la soluzione indicata dal proponente sarebbe realizzabile solo a seguito di investimenti (non previsti nella nuova proposta)».
Senza tutto questo la viabilità collasserebbe, perché i mezzi pubblici «assorbirebbero al massimo un quarto della domanda di trasporto prevista e quindi si avrà un utilizzo prevalente del mezzo privato». Risultato: tutta la circolazione «andrebbe in crisi». Altra falla, le strade. La Pisana ribadisce quanto scritto dai tecnici della Città metropolitana, insomma l'ex Provincia: «È essenziale realizzare un secondo accesso carrabile all'area dello stadio, oltre a quello previsto dalla Via del Mare/Ostiense».

NAVETTE SOSTITUTIVE - Se le prescrizioni sulla mobilità non venissero rispettate, per la Regione si potrebbe ipotizzare almeno temporaneamente un «impegno di Roma Capitale» per garantire il trasporto su gomma, insomma di navette, ma servirebbero «corsie preferenziali riservate solo ai bus Atac». E bisogna considerare i costi, che il Comune non è disposto a sostenere, anche perché rischierebbe il danno erariale. Insomma, per la Regione «tutte le prescrizioni della Conferenza dovranno essere adempiute per assicurare il principio della contestualità delle opere pubbliche e private». Stessa linea sposata dal Campidoglio, che dovrà «definire un quadro di intervento unitario che definisca la fattibilità delle opere già programmate con quelle prescritte». Altrimenti è game over.


Dzeko ora forza la mano. E stasera può saltare il Bilbao

GAZZETTA DELLO SPORT - Le intenzioni di Edin Dzeko sembrano essere ormai chiare: il calciatore vuole trasferirsi in nerazzurro. L'attaccante bosniaco ha ribadito alla Roma la sua volontà di passare all'Inter, ma per ora non ci sono sviluppi. I giallorossi saranno impegnati nella serata di oggi in un'amichevole contro l'Athletic Bilbao, ed il centravanti potrebbe anche non scendere in campo, in modo da dare un segnale a tutti. Novità sono attese al raduno della squadra di Fonseca a Trigoria: da lì i giallorossi partiranno alla volta di Perugia, dove si disputerà il match contro la squadra spagnola. Se la volontà di Dzeko sembra chiara, però, la distanza tra i club per il trasferimento del trentatreenne non è stata ancora limata: secco no di Petrachi ad un'offerta di 15 milioni avanzata da Marotta: la richiesta era di 20 milioni, e sarebbe aumentata di ulteriori 5 nelle ultime ore.


E avanza il piano B: l'impianto a Fiumicino. Già quattro incontri con i dirigenti romanisti

IL MESSAGGERO - ROSSI - I problemi di , per il nuovo stadio della Roma, fanno crescere le quotazioni del piano B: una nuova localizzazione nel Comune di Fiumicino, in un'area di 400 ettari nei pressi dell'aeroporto Leonardo da Vinci che è diventata la prima alternativa al progetto portato avanti negli ultimi anni. «Ho avuto quattro incontri con i rappresentanti della Roma per capire la fattibilità del progetto - spiega il sindaco di Fiumicino, Esterino Montino - Ora bisogna capire se per la Roma sia morta l'ipotesi  e gli sviluppi dell'iter del progetto in Campidoglio: chi ha la responsabilità, cioè l'amministrazione di Roma, non può restare nel limbo». I vertici nel Comune del litorale romano si sono intensificati, coinvolgendo anche i vertici del club giallorosso, come il vicepresidente Mauro . Segno che non si è più in una fase preliminare, ma si sta cercando di approfondire la discussione.

IL LUOGO - La soluzione per sbloccare l'impasse è quindi un terreno situato nell'area compresa tra la zona commerciale a ridosso dell'autostrada Roma-Civitavecchia (il Parco commerciale Da Vinci) e il perimetro dello scalo aeroportuale. Un terreno edificabile, che nel piano regolatore generale è destinato a funzioni produttive, commerciali e sportive - fanno notare i tecnici dell'amministrazione comunale di Fiumicino - rendendo anche non particolarmente complicato un eventuale iter autorizzativo. Inoltre, tra i punti a favore ci sarebbe proprio la vicinanza con la Roma-Civitavecchia (e con la sua diramazione verso l'aeroporto) e con la linea ferroviaria che porta al Leonardo da Vinci.

«È meglio per me, in termini strategici e urbanistici, fare un'infrastruttura di quella natura per una parte di quei terreni rispetto invece a una sfilza di capannoni che poi magari rimangano vuoti - sottolinea Montino - Qui non ci sono né aree agricole né vincolate, quindi è possibile».

LE MODIFICHE - In questo caso a migrare sarebbe solo la Roma, con lo stadio e il Convivium, l'area circostante l'impianto che sarà destinata a commercio e attività di svago. Da questa operazione resterebbe invece fuori il Business Park. Per alcuni esponenti del M5S capitolino una scelta del genere sarebbe anche un modo per togliersi un bel problema senza grossi danni: l'operazione calcistico-immobiliare targata Eurnova è sempre stata indigesta per i grillini, che però vorrebbero evitare di passare sempre per il «partito del no».


Da Cancelo a Dybala, quando il top player diventa merce di scambio e plusvalenza

IL MESSAGGERO - TROTTA - Scambi e ancora scambi tra società della serie A, ma anche sull'asse Italia-Inghilterra. Il calciomercato 3.0 sta registrando tante operazioni con giocatori in uscita che si invertono le maglie, per almeno due motivi: 1) generare ghiotte plusvalenze, 2) permettere alla società di appartenenza di liberarsi di un costo importante nella sessione in cui, con 500 milioni di esuberi italiani', quasi tutti i dirigenti hanno difficoltà a vendere. L'ultimo scambio, in ordine temporale, è quello che ha coinvolto Juventus e City: Danilo è sbarcato a Torino, Canceloè volato a Manchester grazie ad una quotazione sui 60 milioni di euro. Ai bianconeri pure un conguaglio da circa 28 milioni: ma il tutto si è potuto concretizzare appena il club torinese ha deciso di accettare l'esterno brasiliano (oggi alle 8:30 al JMedical per le visite, prima della firma sul contratto da 4 milioni di euro a stagione) come contropartita. Con lo stesso schema, i Campioni d'Italia avrebbero voluto piazzare Dybala allo United. Ma le alte richieste della Joya, abbinate ai problemi relativi ai diritti di immagine, hanno impedito, per ora, ai bianconeri di abbracciare Lukaku.

TOTTENHAM SULLA JOYA - In questo quadro si è inserita l'Inter, dallo scorso sabato di nuovo in leggero vantaggio e decisa a chiudere dopo l'ultima offerta da 74 milioni di euro, Juvepermettendo. Intanto su Dybala è ripiombato il Tottenham: Paratici ha accettato un'offerta da 70 milioni di euro. Restano così due giorni (il mercato inglese chiude domani alle 18:00) per trovare un'intesa con l'entourage del calciatore e la società che cura i diritti di immagine. E Mandzukic? Il pacchetto con Matuidi è ancora sul tavolo dello United. La formula dello scambio potrebbe, però, aiutare i nerazzurri a risolvere il caso dell'estate: Mauro Icardi. Da giorni è tornato attuale anche il possibile affare tutto argentino, con Dybala pronto a fare il percorso inverso. L'operazione si presenta conveniente per motivi economici (verrebbero valutati entrambi 80 milioni) e tecnici: a Conte piace la Joya e Sarri corteggia Mauro dai tempi di Napoli. Tra l'altro Icardi ha in testa solo la Juventus, nonostante il lavoro di un intermediario che punta ad avvicinarlo alla Romanell'ambito di un affare che coinvolgerebbe anche Dzeko. Ai giallorossi era stato proposto anche Rugani, per il quale la Juventus vorrebbe incassare i soldi offerti del Wolverhampton o dell'Arsenal.