Totti sbatte la porta in faccia a Pallotta: è addio

IL TEMPO - AUSTINI - Finisce nel modo peggiore possibile. Rabbia, distanza, gelo, rancore e accuse reciproche: la storia tra la Roma e Francesco Totti, esempio rarissimo di romanticismo nel calcio, si chiude con un mix micidiale. Il capitano ha deciso di lasciare il club e domani lo annuncerà ufficialmente in una conferenza stampa organizzata dalla

cognata Silvia, sorella di Ilary Blasi, nel Salone d'Onore del Coni, dove l'amico Giovanni Malagò gli spalancherà le porte «in quanto campione del mondo - spiega il numero 1 del Comitato Olimpico - e Collare d'oro, che è la massima onorificenza dello sport». La Roma lo è venuto a sapere dai media dopo che il ceo Fienga al telefono ha provato a convincere l'ex capitano a prendersi quantomeno altro tempo. Nessuna dimissione formale, solo un saluto freddissimo e polemico.

Totti dirà addio alla Roma lontano da quella che è stata la sua casa per trent'anni, gli ultimi due nei panni da dirigente che non ha mai sentito come suoi. E allora meglio chiuderla qui prima di rovinarsi il resto della vita a vicenda con la Roma. Perché questo stava succedendo in un rapporto che con la proprietà americana non è mai decollato. Un retroscena spiega quanto sia insanabile la frattura: quando Pallotta, durante le riunioni della scorsa settimana a Londra con i dirigenti e Fonseca, è stato informato che Totti era intenzionato a rifiutare l'offerta di promozione a direttore tecnico, ha provato a telefonare all'ex capitano e non ha ricevuto risposta. Non solo Totti si quindi rifiutato di partecipare ai meeting con la società, ma è arrivato al punto di non voler neppure parlare con Pallotta. Cosa che, in realtà, non è mai stata facile per distanze linguistiche e culturali incolmabili.

Come per l'addio altrettanto lacerante di De Rossi, questa è una storia senza innocenti e con un uomo al centro dello scontro: Franco Baldini. Il consigliere più fidato del patron di Boston è diventato il nemico numero 1 nella testa di Totti. L'ex capitano lo ritiene l'ispiratore della scelta fatta dalla Roma nel 2017 di non rinnovargli il contratto da calciatore. Aveva quasi compiuto 41 anni, ma voleva continuare a giocare. Una volta iniziata la sfortunata avventura da dirigente, senza una qualifica specifica e tantomeno un'idea precisa sul settore a cui dedicarsi, Totti ha capito che il dirigente toscano era ancora lì a partecipare ai processi decisionali della società, seppur a distanza. E allora, si è detto, io che ci sto a fare se non conterò mai nelle scelte quanto Baldini? Un malessere maturato nel tempo, insieme alla consapevolezza che sul piano economico può guadagnare molto di più dei 600mila euro del contratto attuale col club grazie alle attività personali: dal libro, al docu-film fino agli inviti in giro per il mondo alle partite di esibizione. Ed è proprio su questo che si basano le contro-accuse della società, delusa dal fatto che Totti in questi due anni si sia impegnato più per curare il suo «giro» e poco per crearsi una nuova strada in sinergia con la Roma.

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è statala selezione del nuovo allenatore, con Totti che spingeva prima per Conte e ha buttato lì il nome di Mourinho, poi, facendo i conti con la dura realtà di una Roma dall'appeal ridimensionato, ha spinto per Gattuso e Mihajlovic. Ma Pallotta ha ascoltato altri (non Baldini in questo caso) e ha ingaggiato Fonseca, facendo sentire l'ex capitano ancora una volta poco coinvolto. Secondo il presidente, la verità è molto diversa: «Fienga gli ha proposto il ruolo di direttore tecnico - ha spiegato Pallotta venerdì in un'intervista al sito del club - uno dei più importanti nella nostra area sportiva e questo spiega tutto su quello che pensiamo di Francesco. Nelle ultime decisioni ha avuto un peso che neanche lui pensa di avere». Ma Totti non avverte questo, non si fida degli altri dirigenti (in parte solo di Fienga) e l'unica parte delle parole di Pallotta che gli è interessata è stato il passaggio in cui il presidente nomina «Franco». Baldini, appunto. Che per Totti è il diavolo e quindi bisogna andarsene. Insomma se l'intervista di Pallottadoveva essere l'estremo tentativo per ricucire, ha sortito l'effetto contrario. Francesco è deluso e determinato al tempo stesso e ieri non ha annullato una festa con gli amici che aveva organizzato da tempo a casa.

Domani al Coni, davanti a centinaia di giornalisti, sparerà bordate sulla Roma che non sarà rappresentata da nessuno - c'è da scommetterci - il giorno dopo partirà con la famiglia per una vacanza a Ibiza, poi avrà tutto il tempo per valutare cosa fare in futuro: di sicuro continuerà a divertirsi e guadagnare con gli eventi, al tempo stesso ragionerà anche sulla proposta della Figc nel settore giovanile («Aspetto un suo cenno» ha detto il presidente Gravina) ma soprattutto su quella di diversi amici procuratori che gli propongono di collaborare. E un giorno, chissà, potrà tornare alla Roma quando saranno altri a gestirla. In fondo è un arrivederci, come quello di De Rossi, ma ha il sapore amarissimo di un amore finito.


E adesso resta solo Florenzi. Forse...

IL TEMPO - BIAFORA - I cento giorni dell'Apocalisse giallorosso. Dal 7 marzo, data dell'esonero di Di Francesco, la Roma sembra essere entrata in una spirale negativa infinita e senza via d'uscita. L'ultima tempesta che si è scatenata e si scatenerà su Trigoria è quella delle dimissioni di Tottidalla dirigenza, ma negli ultimi tre mesi sono svariate le bufere che hanno coinvolto la società di Pallotta.

All'indomani dell'eliminazione agli ottavi di Champions League con il Porto, il club ha prima deciso di cambiare allenatore, esonerando Eusebio Di Francesco e richiamando Ranieri nella Capitale come traghettatore, e poche ore dopo ha interrotto il rapporto con il ds Monchi, la cui assunzione è stata reputata dal presidente di Boston «L'errore più grande mai compiuto». Con l'approdo del tecnico di San Saba sulla panchina, la Roma sembrava aver trovato un po' di stabilità e la giusta spinta per puntare al quarto posto, ma il pareggio con il Genoa, arrivato nei giorni del grande rifiuto di Conte, ha praticamente tolto qualsiasi speranza alla squadra, giunta alla fine sesta in campionato, trovando soltanto una qualificazione ai turni preliminari di Europa League. Durante le battute finali della stagione è inoltre giunta la notizia del mancato rinnovo di contratto di De Rossi, una decisione che ha scatenato il putiferio, portando i tifosi a contestare duramente la proprietà sotto la nuova sede all'Eur e a Trigoria, con Ranieri che nei colloqui con gli ultras ha cercato di giustificare la parte romana della dirigenza, imputando la separazione con il numero 16 alla «testa grigia» di Baldini e al «fenomeno» Pallotta. La scelta di non prolungare l'accordo con DDR e le motivazioni illustrate da Fienga nella conferenza stampa congiunta hanno causato lunghi strascichi, culminati con l'inchiesta de La Repubblica su una presunta fronda di parte dello spogliatoio.

Altri temi caldi dell'ultimo mese sono stati prima il casting per il nuovo allenatore, vicenda che ha coinvolto Conte, Gasperini, Mihajlovic, De Zerbi e il prescelto Fonseca, e le mosse di mercato, portate avanti da Petrachi, ancora non investito ufficialmente viste le difficoltà nel liberarsi dal Torino di Cairo. Il direttore sportivo deve far fronte alle esigenze di bilancio e ai paletti imposti dal FPF ed ha quindi imbastito una trattativa con l'Inter per la cessione di Dzeko, che sicuramente non basterà per rispettare i dettami richiesti dalla Uefa entro il 30 giugno. L'altro giocatore sul piede di partenza è Manolas, che si può liberare tramite il pagamento della clausola rescissoria da 37 milioni di euro. Raiola, agente del greco, non ha finora trovato un club disposto a versare tale cifra nelle casse della Roma, ma ha avuto alcuni contatti con il Milan e con il Napoli, a caccia di un sostituto di Albiol. In bilico anche la posizione di Florenzi, che potrebbe essere l'indiziato numero uno a lasciare Trigoria nel caso in cui non si reperissero plusvalenze con altre cessioni. A concludere la trama di un thriller a tinte giallorosse ci sono le difficoltà nell'ottenere il via libera definitivo per iniziare i lavori dello stadio a Tor di Valle, che hanno portato Baldissoni ad incontrare il sindaco di Fiumicino, piano B della società se si impantanasse il progetto attuale. Sarà un'estate di fuoco, possiamo scommetterci.


Il fratello di Kolarov a colloquio col presidente del Fenerbahce. Futuro in Turchia per il difensore serbo?

Nikola Kolarov presente ieri in occasione della partita dei play-off della fase finale della Basket Super League in Turchia ed era a colloquio con il presidente del  Fenerbahce calcio Ali Koç. Questo è quanto riferisce il giornale turco fotomac in merito all'incontro avuto tra il fratello del difensore della Roma ed il massimo dirigente del club gialloblu. Non è ovviamente da escludere che i 2 abbiano parlato proprio del futuro del giocatore giallorosso visto che le ultime voci di mercato vogliono il serbo (legato ai giallorossi ancora da un anno di contratto) in procinto di trasferirsi a Istanbul. Per il calciatore che a novembre compirà 34 anni è pronto un contratto di 2-3 anni con un ingaggio di 2,7 milioni a stagione.


Telefonata fra Wanda e Conte: “Liberate Icardi a costo zero"

LA REPUBBLICA - VANNI - Icardi vuole giocare nella nuova Inter. Se per lui non ci sarà posto, chiede di essere svincolato gratis. Questo ha detto Wanda Nara ad Antonio Conte una settimana fa, in una telefonata di un’ora. Una posizione ritenuta assurda e inaccettabile dalla società, che con la cessione dell’attaccante conta di portare a casa milioni preziosi per il mercato. A chiamare la moglie e manager del numero 9 è stato l’ex ct. Nara si trovava con i figli a Milano, nell’attico con vista stadio in cui vive. A Conte ha assicurato che Maurito lo ritiene un grande allenatore. Ha poi fornito la propria versione dei contrasti alla Pinetina negli ultimi mesi. Prima la decisione di togliere a Icardi la fascia di capitano, che lei ritiene ingiusta e fatta per allontanarlo dal gruppo e dai tifosi, per poi venderlo. Quindi il dolore provato dal marito nel vedersi declassato, alleviato solo dalle lettere dei giovani tifosi, che conserva a centinaia. Nara ha anche ripercorso i due mesi che Icardi ha passato senza allenarsi: sostiene che l’autoesilio fosse davvero dovuto ai guai al ginocchio (si dice pronta a esibire la documentazione medica) e non a una ripicca. Una verità di parte, molto distante da quella della società e di molti tifosi interisti. Infine, il giro di vite: se l’Inter considera Icardi un peso – ha detto Nara – se ne liberi consentendogli di partire a parametro zero. Una provocazione che Wanda non ha però ribadito all’ad Beppe Marotta, con cui i colloqui sono frequenti.

Repubblica ha raccontato di come lo staff del giocatore abbia anche contattato diversi avvocati, per valutare se in caso di muro contro muro possa essere il collegio arbitrale della Serie A a dichiarare risolto il contratto che lo lega all’Inter fino al 30 giugno 2021. Le carte bollate sarebbero l’ultima spiaggia. Icardi e i suoi collaboratori, come anche la società, confidano che la questione possa risolversi con beneficio per tutti, ma le posizioni sono distanti e il tempo stringe. Icardi tiene duro, mentre per l’Inter l’ottimo sarebbe cederlo già entro il 30 giugno, per realizzare le plusvalenze imposte dal fair play finanziario Uefa. La squadra andrà in ritiro a Lugano l’8 luglio. Se a quella data Icardi non sarà stato ceduto, è probabile che Conte lo convocherà, anche per evitare azioni legali. Al Chelsea Diego Costa sostenne di avere ricevuto un sms dal tecnico, nell’estate 2017, che gli comunicava che non rientrava nei progetti della squadra. Fu l’inizio del burrascoso addio del giocatore al club londinese. Questa volta il tecnico è stato più cauto. Con Nara non si è nemmeno sbilanciato sul fatto che il marito possa o meno giocare nell’Inter la prossima stagione. Icardi sarebbe stato contattato direttamente dall’Atletico Madrid, da una squadra statunitense e da almeno un club della Premier League. Ma all’Inter di offerte non ne sono arrivate. L’unica trattativa che resta in piedi è con la Juventus: i nerazzurri chiedono soldi o uno scambio con Dybala, che è poco convinto però. Una soluzione che invece Icardi potrebbe alla fine accettare. Giocando a Torino, potrebbe evitare di trasferire moglie e figli. Il timore dell’Inter è che le manovre di Icardi per liberarsi gratis servano a firmare proprio con il club bianconero, con cui avrebbe contatti da tempo. Wanda nega. Di sicuro, a Sarri Icardi piace.


Derby di mercato per Petagna. La SPAL vuole 25 milioni e Lotito conta sulle cessioni di Jordao e Neto

Andrea Petagna nel mirino di entrambe le società della Capitale. Secondo quanto riportato da La Gazzetta dello Sport, l'attaccante della SPAL in questa stagione ha segnato 15 reti ed è nell'orbita della Roma per il dopo-Dzeko e della Lazio come alternativa a Ciro Immobile, visto che Caicedo potrebbe partire in quanto ha deciso di non rinnovare il suo contratto in scadenza il prossimo anno. Il club di Ferrara lascerà partire Petagna solo per una cifra di circa 25 milioni di euro, somma che il presidente Lotito potrebbe ricavare dalle cessioni di Pedro Neto e Bruno Jordao a cui si stanno spalancando le porte del Benfica.


Zaniolo-Juve si scalda, Paratici tenta la Roma

TUTTOSPORT - Per rientrare nei paletti del Fair Play Finanziario la Roma ha bisogno entro il 30 giugno di racimolare circa 45 milioni di euro ed è per questo che da qui alla fine del mese sarà costretta sacrificare alcuni giocatori. Tra i partenti c'è Manolas, ma anche Zaniolo sembra essere meno incedibile di una volta. Come riferisce il quotidiano torinese, la Juventus sta quindi studiando il modo per tentare i giallorossi e tra le alternative messe sul piatto c'è la proposta di scambio con Higuain, l'inserimento di Perin nell'operazione e l'offerta di 40-45 milioni di euro. Tuttavia il centrocampista romanista vorrebbe restare in Italia e questo metterebbe il Tottenham in seconda fila.


Stramaccioni: "Seguirò con attenzione la Roma di Fonseca. Sarà chiamato ad una grande sfida"

Andrea Stramaccioni, ex tecnico dell'Inter e delle giovanili della Roma, è stato intervistat da Tuttosport e ha parlato anche della Serie A e della Roma di Fonseca. Questo uno stralcio delle sue dichiarazioni:

In A, tranne il Napoli, tutte le big hanno cambiato allenatore. Qual è il progetto che più la stuzzica? 
"Beh, visto il mio cuore, le squadre che seguirò con più attenzione sono la Roma di Fonseca e l’Inter di Conte. Fonseca arriva in un momento particolare, è un allenatore preparato ma sarà chiamato a una grande sfida, probabilmente più difficile di quella che si aspetta. Per quanto riguarda l’Inter, il grande tema del campionato sarà se potrà competere per lo scudetto, anche perché parte dalla base del lavoro fatto da Spalletti. Poi sono curioso di vedere Sarri, uno dei nemici più recenti della Juve, cosa farà con il suo 4-3-3 a Torino"

Davanti c’è sempre la Juve? 
"Sì, se non altro per l’abitudine che ha a vincere. Però l’Inter le darà filo da torcere". 

Che effetto le fa vedere Politano, un suo “figlioccio” in Nazionale? 
"Sono orgoglioso di lui. Matteo, tutto quello che si è guadagnato sin da ragazzino lo ha fatto grazie a un mix che incarna perfettamente l’interismo. Lui è un lottatore di qualità, incarna lo spirito che vuole vedere chi va a San Siro e in più gli è rimasta la fame del ragazzo di quartiere che vedevo nelle giovanili della Roma. Per questo gli scrivo sempre: 'resta come sei, non cambiare mai'. Sono sicuro che darà il suo contributo pure nel 3-5-2 di Conte perché lui può fare il quinto, il sotto punta e la seconda punta".


Il Napoli propone Diawara come contropartita per Manolas

Il Napoli fa sul serio per Kostas ManolasSecondo quanto riportato da Sky Sport, il Napoli avrebbe proposto Amadou Diawara come contropartita tecnica, valutando il centrocampista della Guinea 25 milioni di euro, cifra considerata troppo alta dalla Roma.


Losi: "Totti? La storia si ripete. La Roma non riesce ad avere a cuore le sue bandiere "

Giacomo Losi, ex giocatore della Roma, è intervenuto ai microfoni di Centro Suono Sport per parlare del probabile addio di Totti alla società giallorossa. Di seguito le sue dichiarazioni: 

"Ci risiamo. La storia si ripete. La Roma non riesce ad avere a cuore le sue bandiere e non capisco il motivo. È successo anche a me. Totti deve far parte di questa società, ma potendo contare qualcosa. Altrimenti, è inutile. Chi più di lui conosce la Roma? Chi meglio di lui può dare indicazioni? Evidentemente dà fastidio a qualcuno. Sono molto amareggiato".


Domani alle 14 nella sede del CONI la conferenza stampa di Totti

Francesco Totti farà la conferenza stampa al Coni domani, lunedì 17 giugno, alle ore 14Domani il dirigente giallorosso spiegherà le motivazioni della sua scelta e ufficializzerà l'addio alla società giallorossa.


Ufficiale, Sarri è il nuovo tecnico della Juventus

Maurizio Sarri è ufficialmente il nuovo allenatore della Juventus. Arriva l'annuncio su juventus.com, dopo settimane di trattative l'ex Napoli ha lasciato il Chelsea per tornare in Serie A alla guida del club Campione d'Italia. Per Sarri pronto un contratto triennale


Under 21, Dall'Ara sold-out per Italia-Spagna

ANSA - Tutto esaurito alla stadio Dall'Ara di Bologna per il debutto all'Europeo della Nazionale Under 21 che questa sera scenderà in campo contro la Spagna. Sono 29.580 i biglietti venduti per assistere alla sfida contro le Furie Rosse che due anni fa eliminarono gli Azzurrini nella semifinale della competizione. "Con loro negli ultimi 20 anni abbiamo vinto una volta sola, come Under 21, qualche motivo ci sarà - ha spiegato ieri nella conferenza stampa della vigilia il Ct, Luigi Di Biagio - ma, a differenza di anni fa, oggi ce la giochiamo. Dimostreremo di competere alla grande contro di loro. Non deve passarci per la mente che è da tanto che non li battiamo, magari questa sarà la volta buona".