Petrachi, tra il sogno Sarri e gli altri nomi per la panchina

INSIDEROMA.COM - SARA BENEDETTI - Ha già cominciato, non ufficialmente ma di fatto è così. Petrachi inizia a costruire la Roma del futuro. Il dirigente è nella Capitale da qualche giorno ed ha dato il via ai primi incontri per risolvere la questione allenatore e pianificare il calciomercato estivo. Uno dei compiti prioritari del ds, convinto di liberarsi dal Torino entro le prossime due settimane, è quello di trovare un tecnico dopo i no di Conte e Gasperini. Insieme agli altri uomini del club si sta ragionando sul miglior profilo su cui puntare, con Sarri in cima alle preferenze, seguito nell'ordine da De Zerbi, Mihajlovic, Gattuso, Giampaolo e dal tecnico dello Shakhtar Donetsk, Fonseca. Si è fortemente raffreddata la pista che porta al serbo, che nel recente passato ha avuto qualche contatto con Totti: il Bologna vuole ripartire da lui dopo aver conquistato la salvezza e già vengono impostate in sintonia le prime operazioni di mercato, inoltre, dettaglio non da poco, la tifoseria giallorossa ha già fatto capire a più riprese che non sarebbe contenta di ritrovarsi in panchina un ex giocatore della Lazio, oltre che tifoso biancoceleste dichiarato. La Roma resta in attesa degli sviluppi su Sarri, fresco vincitore dell'Europa League e desideroso di continuare il lavoro al Chelsea, titubante su un esonero che sembrava ormai certo.

QUESTIONE CESSIONI - Oltre all'allenatore un'altra urgenza di Petrachi sono le cessioni, dovendo effettuare una cinquantina di milioni di plusvalenze entro il 30 giugno. Tra i giocatori con le valige in mano c'è sicuramente Dzeko, pronto a cambiare aria dopo quattro anni in giallorosso. Il numero 9 è cercato con insistenza dalla nuova Inter di Conte e dalla Bosnia è arrivata la notizia che il ct Prosineski gli ha concesso un giorno di permesso per risolvere la questione prima degli impegni con Grecia e Italia. Dzeko sta già cercando casa a Milano, ma prima della definizione dell'affare le due società devono trovare un accordo sulla valutazione (sopra i 4,6 milioni sarà tutta plusvalenza) e non è da escludere l'opzione di uno scambio. Tra pochi giorni l'ufficialità del ds che una cosa è certa, avrà da metter mano su una situazione generale non semplice.


Roma, le tre facce della stessa panca

IL MESSAGGERO - CARINA - Uno è soprannominato il Guardiola portoghese. L’altro è conosciuto perlopiù col nome di battesimo: Sinisa. Il terzo incomodo è stato ribattezzato dall'amico Bucchi, Zebrone. Fonseca, Mihajlovic e De Zerbi: una poltrona, giallorossa, per tre. La Roma è pronta a decidere ed entro martedì ultimerà gli ultimi colloqui. Il borsino attuale vede il lusitano e il tecnico del Sassuolo in ascesa, con il serbo in calo, a tal punto che, se non riceverà segnali, è pronto a firmare il rinnovo col Bologna.

FINTO BURBERO Sinisa lo conosciamo tutti, sia da calciatore che da allenatore. Uomo dotato di una grande personalità, apparentemente scontroso ma capace di essere ironico e pungente. Spesso ha fatto parlare di sé per alcune posizioni extracalcio. Come quando nell'ottobre del 2017 affermò di «non conoscere Anna Frank» oppure in passato ostentando l’amicizia con la ‘Tigre’ Arkan, definito «eroe del popolo serbo».Quest’anno è stato l’artefice principe della salvezza del Bologna. Una piccola impresa, arrivata dopo una serie di alti e bassi in carriera. Cinque esoneri (Bologna, Fiorentina, Milan, Sporting Lisbona - dove però ha allenato appena 9 giorni - e Torino) una buona stagione a Catania (13) e due nella Sampdoria (12 e 7), prima di quelle anonime a Firenze (9) - dove viene ribattezzato Mister X (15 pareggi) - e Torino (9). Male invece l’esperienza come ct dove fallisce la qualificazione ai mondiali del 2014 con la Serbia. Allenatore eclettico che negli anni ha iniziato a professare un calcio offensivo. In questo momento storico particolare, il fatto di essersi professato «tifoso laziale» non più tardi di due settimane fa, non lo aiuta. Questo frena la dirigenza.

L’ESTETA Paulo, lo Zorro di Nampula (città natale), ha come Mihajlovic un passato da difensore. Che poi, però, ha accantonato presto una volta sedutosi in panchina. Salito alla ribalta per la sua esperienza allo Shakhtar (dove, oltre alle apparizioni in Champions, ha vinto 3 scudetti, una coppa e una supercoppa ucraina) ha allenato anche il Porto (vincendo una supercoppa, prima dell’esonero) e il Braga (alzando una coppa del Portogallo). Fonseca ha come riferimenti «Sarri e Guardiola» e si professa «un amante del bel calcio, non ci si può fermare soltanto alla ricerca del risultato. Vincere non basta più - ha spiegato tempo fa - la mia squadra deve giocare bene, avere la palla e posizionarsi nella metà campo offensiva. Non mi vedrete mai difendere con la linea bassa». Parole che ne fotografano il credo tattico. Fonseca nella sua esperienza di allenatore è comunque riuscito a coniugare quello che -Guardiola a parte - sembra una chimera: bel gioco e risultati. Lo ha fatto sinora in campionati minori. La Roma sarebbe il banco di prova.

IL ROMPISCATOLE Se passerà invece la volontà di affidarsi a un tecnico che la serie A la conosce, De Zerbi, ex trequartista, è pronto a superare al fotofinish Mihajlovic. Si definisce «un rompiscatole», considera «Zeman un maestro» anche se «io e il boemo siamo opposti. Il suo calcio è più verticale, la mia idea invece è tenere quanto più possibile la palla tra i piedi». Ama il 4-3-3«ma il modulo non deve essere un limite. Punto più sull'occupazione degli spazi liberi che sul sistema di gioco». Chissà che non sia stato questo a farlo elogiare da Guardiola, nell'ottobre dello scorso anno: «Quando vedo giocare il Sassuolo, mi dà l’idea di un calcio molto propositivo».


Fonseca è sempre in pole, ma le voci Guardiola-Juve riaccendono il sogno Sarri

CORRIERE DELLA SERA - Le candidature per la panchina della Roma per il prossimo anno continuano a viaggiare su un doppio binario. In un casting che è cominciato a marzo dopo l’esonero di Eusebio Di Francesco(…), si sono sfilati via via candidati eccellenti. Si è partiti dal sogno Conte, poi si è passati a Gasperini e Gattuso, che hanno gentilmente declinato l’offerta; altri, come Mihajlovic e Giampaolo, sono stati scartati per questione di opportunità. Per questo il cerchio ora si stringe sempre di più intorno al portoghese Paulo Fonseca. Il tecnico dello Shakhtar Donetsk è stato contattato nei giorni scorsi da alcuni dirigenti romanisti, che in settimana voleranno in Portogallo per provare a chiudere la trattativa (…).La Roma, però, continua a monitorare con attenzione quello che succede in altre piazze. Non è un mistero, infatti, che la Juventus abbia bloccato da tempo Maurizio Sarri, fresco vincitore dell’Europa League, che si separerà consensualmente dal Chelsea. Se, però, la società bianconera dovesse riuscire a piazzare il colpo Guardiola, ipotesi sempre più accreditata nelle ultime ore, di conseguenza libererebbe l’ex tecnico del Napoli, da sempre prima scelta di Franco Baldini. A quel punto il sorpasso da parte di Sarri non sarebbe più solamente un sogno, ma una possibilità concreta. (…).

 


Florenzi: la fascia scotta, ma è chiamato ad essere leader

LA GAZZETTA DELLO SPORT - È arrivato in Nazionale dopo aver trascorso qualche giorno di vacanza in famiglia a Copenaghen. Ha voluto staccare la spina, e farà così anche dopo gli impegni azzurri, perché Alessandro Florenzi sa che questi sono, e saranno, i mesi più difficili della sua carriera. (…). Le ultime settimane non sono state semplici per lui, legatissimo a Totti e De Rossi (…) che adesso, però, come prima di loro Di Bartolomei e Giannini, rappresentano il passato - unico - della Roma. A lui, invece, il compito di guidare la squadra nel presente e nel futuro, ereditando una fascia pesantissima. Certamente lo aiuterà aver ritrovato il feeling con gran parte dei tifosi. Un anno fa, durante la trattativa per il rinnovo, i rapporti erano tesissimi (…). Florenzi ha ingoiato bocconi amari, ma non ha mai risposto. Si è messo sotto, ha firmato il rinnovo e, soprattutto, ha detto una cosa che lo ha aiutato nelle settimane successive: «Ho capito che non si può piacere a tutti» (…). Sapeva di dover diventare capitano, ma non immaginava che sarebbe successo così presto e quando è venuto a conoscenza del mancato rinnovo di De Rossi è rimasto senza parole. (…). Le parole di De Rossi saranno preziosissime per lui, perfettamente consapevole di avere un peso specifico diverso rispetto ai suoi predecessori (…). Dovrà parlare con il nuovo allenatore, capire cosa vorrà da lui, farsi portavoce del pensiero dello spogliatoio e, magari, anche smussare alcuni spigoli caratteriali (…). Nelle scorse settimane a Roma si era sparsa la voce che la fascia a Florenzi non era una certezza, ma che avrebbe scelto il nuovo allenatore. Voce, sussurro, pettegolezzo, che non ha mai trovato conferma. Dubbi non sembrano esserci, anche dopo la lettera e l’investitura di De Rossi. 


Il Milan condiziona l’estate romanista

IL MESSAGGERO - LENGUA - Sarà un’estate bollente a Trigoria. E non solo per l’arrivo imminente del nuovo tecnico, direttore sportivo e il mercato che rivoluzionerà la rosa. Ma anche per i programmi della preparazione estiva, che nel giro di dieci giorni potrebbero essere stravolti. Tutto è legato alla decisione del Milan di accettare l’esclusione dall'Europa League a patto di ottenere un piano di rientro finanziario più morbido, che permetterebbe ai rossoneri di evitare ulteriori sanzioni dalla Uefa e raggiungere il pareggio di bilancio in tempi più dilatati. Se il Milan dovesse rinunciare all'Europa, quindi, cambierebbe la griglia delle qualificate all'Europa League: la Roma non dovrebbe affrontare preliminari e spareggi, mentre il Torino verrebbe ripescato (prendendo il posto dei giallorossi).

GLI USA Questo consentirebbe alla Roma di partecipare all'International Champions Cup negliStati Uniti nel mese di luglio con partenza il 13 o 14 e rientro il 26. Il raduno a Trigoria con il nuovo allenatore è previsto per i primi giorni del prossimo mese e sarà proprio lui a valutare, assieme alla società, se cominciare la preparazione in montagna anziché al Fulvio Bernardini. Il club, infatti, ha già fermato una struttura a Pinzolo e una in Austria in attesa che i programmi siano più chiari.

GLI ADDII Chiaro, invece, è il programma del presidente Pallotta deciso a stravolgere una rosa che ha fallito la qualificazione in Champions. L’epurazione dei senatori è già cominciata con il “no” rifilato a Daniele De Rossi alla richiesta di rinnovo contrattuale e proseguirà con la coppia Dzeko-Kolarov pronta a essere spedito a Milano sponda Inter. A gennaio 2018 Antonio Conte era a un passo dall'ottenere Edin al Chelsea, adesso l’affare potrebbe concretizzarsi: l’attaccante ha già un accordo con Marotta ed è in attesa che lo trovi con la Roma. A un passo dall'addio anche il terzino serbo, un’operazione a basso costo (la valutazione non supererebbe i 5 milioni) che consentirebbe all'Inter di assicurarsi un esterno difensivo con l’istinto del gol. Prossimo ai saluti anche Manolassui cui pende una clausola rescissoria di 36 milioni: in pole c’è l’Atletico Madrid, ma non va scartata la Juve nel caso in cui dovesse arrivare Sarri suo estimatore già ai tempi del Napoli.


Mister, servono 72 ore. Fonseca più vicino

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - I tifosi non hanno preso bene il forte interessamento della Romaper Mihajlovic, rimproverando al serbo il suo passato alla Lazio e il suo tifo dichiarato per i biancocelesti. Sui muri della città sono apparse varie scritte contro il tecnico — reduce da sei mesi al Bologna — che scoraggiano la dirigenza giallorossa, nelle ultime ore pronta a virare su Paulo Fonseca. Gattuso, da parte sua, sembra non sia interessato a un trasferimento nella capitale, perché non se la sentirebbe di accettare la sfida di dover raccogliere le macerie di una Trigoria reduce da una stagione tremenda, con una coda di polemiche e veleni che faticano a scemare. E quindi tutto porterebbe al portoghese dello Shakhtar, che diventerebbe giallorosso con un triennale da 2,5 milioni l’anno (previsto un viaggio in Portogallo della dirigenza nelle prossime ore). Ma la scelta definitiva non ci sarà prima di altri due — tre giorni, perché la Roma vuole prima capire cosa sceglierà la Juventus per la sua panchina. Se alla fine Sarri non dovesse trasferirsi a Torino, i giallorossi proverebbero la stretta finale sul tecnico del Chelsea. Serviranno quindi almeno altre 72 ore per avere risposte definitive. È intanto Kluivert, dal ritiro dell’Under 21, a tirare un bilancio della sua stagione. «Mi do un 6, forse anche di più. Ci sono ampi margini di miglioramento e io guardo sempre alle cose in maniera positiva. Non vedo l’ora arrivi la prossima stagione per migliorare. Ho un sogno e voglio realizzarlo, non sono soddisfatto». E ancora: «La Roma? Ci sono stati bei momenti ma anche meno belli — continua Kluivert — ma penso sia normale per una prima stagione fuori. Tutto è diverso, per la prima volta si provano cose nuove. Complessivamente sono felice e so cosa migliorare per la prossima stagione».


Preparazione, si resta a Trigoria. La tournée dipende dall’Europa

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Sarà deciso tutto appena verrà ufficializzato il nuovo allenatore, ma la Roma sembra intenzionata a restare a Trigoria anche quest’estate. Se fossero confermati i preliminari di Europa League la squadra dovrebbe lavorare al centro sportivo «Fulvio Bernardini» tutta l’estate, spostandosi solo per eventuali amichevoli, e senza andare negli Stati Uniti per l’International ChampionsCup. (…).Se, invece, la Roma dovesse andare direttamente in Europa League senza passare dai gironi allora sarebbe confermato il programma messo a punto nei mesi scorsi: ritiro a Trigoria e tournée.

 


Kluivert fa l’esame: «Mi do un 6». Under riflette: «Devo crescere»

LA GAZZETTA DELLO SPORT - I ragazzi hanno il cuore ferito, ma tanta voglia di voltare pagina. Parliamo di Justin Kluivert e Cengiz Under, che dai ritiri delle rispettive nazionali hanno parlato della Roma. «Alla mia stagione do un 6, forse anche un po’ di più – dice Kluivert – . (…) Non vedo l’ora di giocare la prossima stagione per migliorare. Ho un sogno e voglio realizzarlo, non sono soddisfatto. Certo, ci sono stati bei momenti e anche meno belli, ma penso sia normale per una prima stagione fuori: tutto è diverso, per la prima volta si provano cose nuove (…)». Più malinconico appare Under. «Voglio e devo crescere – spiega – con la Nazionale e in generale. Non è stato un anno semplice con la Roma, ma ora voglio fare bene». Ma con un occhio al mercato, visto che in Turchia e in Inghilterra scrivono di un interessamento di Arsenal, Tottenham ed Everton. Si fanno cifre intorno ai 40 milioni di euro, che farebbero fare un’ottima plusvalenza al club giallorosso, ma da Trigoria – pur confermando l’interessamento – parlano di cifre assai più basse, diciamo intorno ai 20 milioni. Per ora. Occhio però, perché Under piace anche al Borussia Dortmund.

 


Il casting perde pezzi: pure Miha si sfila. De Zerbi non convince, si va dritti su Fonseca

LA GAZZETTA DELLO SPORT - La ricerca del candidato giusto per la panchina della Roma sta diventando un percorso ad ostacoli. Dopo Conte che ha preferito l’Inter e Gasperini che è rimasto a Bergamo, dalla corsa si è sfilato ieri anche Sinisa Mihajlovic, facendo restare in corsa Paulo Fonseca e Roberto De Zerbi. La Roma lo aveva contattato a inizio settimana perché rispondeva alle caratteristiche cercate: un allenatore di polso, personalità, carattere, noto per l’intensità del lavoro – che si vuole aumentare a Trigoria –, l’ambizione e il coraggio nel lanciare e valorizzare i giovani (…).Tutti tasselli al posto giusto, tranne uno, di carattere ambientale: il passato laziale da far digerire ai tifosi più caldi. (…).Le prime avvisaglie di proteste, con qualche scritta offensiva comparsa sui muri e mal di pancia sui social e nelle radio, ha fatto da contrappeso negli ultimi giorni alle iniziali sicurezze del club sulle qualità e la personalità del tecnico. Dubbi e timori che si sono accompagnati a contatti avvenuti o previsti con gli altri candidati, Fonseca e De Zerbi (…). A questo punto sembra essere davvero una corsa a due, con Fonseca in netto vantaggio. (…). La Roma nel fine settimana è pronta ad offrirgli un contratto da circa 3 milioni a stagione, tant’è che si vocifera persino di un blitz in Portogallo per convincerlo. (…). Inutile nasconderlo: a Trigoria sperano in un altro effetto Garcia. Ovvero, un allenatore straniero non contaminato dalle scorie del passato, che sia in grado far voltare pagina. Memore delle fresche delusioni, però, la Roma non vuole farsi trovare spiazzata e così tiene viva anche la pista De Zerbi. Occhio però ai colpi di scena. In questo momento non facile per il club, non si può escludere l’ipotesi (remota) del ritorno di Di Francesco. Due giorni fa Pallotta lo ha scagionato per la stagione flop (…)e quindi, essendo sotto contratto, potrebbe essere richiamato. (…).

 


Manolas più vicino ai saluti, Zaniolo verso il rinnovo

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Edin Dzeko ha chiesto di andare via e ieri il c.t. della Bosnia, Prosinecki, ha detto chiaramente: «Spero che il passaggio di Dzeko all’Inter si realizzi, che lui sia felice, perché saremo felici anche noi». Lo dovrebbe essere però anche la Roma, che per cederlo a una concorrente diretta vuole almeno 10-12 milioni più un giovane talento da scegliere, sperando che si ripeta l’effetto Zaniolo. Tra l’altro, non è un mistero che ai nerazzurri piaccia anche Kolarov, anche se il d.s. Marotta non vorrebbe svenarsi per un giocatore ultratrentenne (…). Chi ha la valigia pronta è Manolas. Il difensore greco, che una clausola di rescissione di 36 milioni, fa gola a parecchi club, però nessuno ha bussato veramente alla porta della Roma. L’impressione è che presto accadrà (…). Si allontana però l’ipotesi di una cessione di Zaniolo. La dirigenza ha intenzione di rinnovargli al più presto il contratto e di farne uno degli uomini simbolo per la prossima stagione. Una stagione che dovrà contare anche su un nuovo portiere, ed è per questo che vengono sondati parecchi nomi, tre dei quali del giro azzurro: Cragno, Sirigu e Perin, mentre piace anche l’estremo difensore del Benfica Vlachodimos. 

 


Le minacce ai giornalisti nella Roma malata di calcio

LA REPUBBLICA - TONACCI - L’alito fetido della Roma che non vuole critiche e azzera i fatti lo senti sul collo già mentre scrivi. Ci sono gli argomenti proibiti, in questa città. I totem sacri, gli intoccabili, la Linea. Ecco, la Linea. Quella tracciata ogni mattina dalle nove radio locali, che aprono il microfono al ventre dei romani e ne eccitano gli istinti: ventiquattr’ore al giorno a parlare della Lazio, della Roma, di Roma. Primo comandamento: non si mette mai in discussione la Linea, non va sfiorata. Neanche con la forza del giornalismo di inchiesta, che documenta fatti e circostanze, rivela trame e svela orditi. Un pezzo di città non lo accetta. E quindi lo striscione “Bonini e Repubblica, Roma vi vomita addosso!”. E quindi, ancora, le scritte sui muri della mattina dopo: “Austini, Bonini, Mensurati, chi tocca l’As Roma muore!”. Perché Roma a volte è così, rigurgita di notte quel che mastica di giorno. Ci risiamo. È una storia che è già capitata, e che capiterà ancora.

Questo giornale ha pubblicato giovedì un lungo articolo di Carlo Bonini e Marco Mensurati in cui si raccontavano i retroscena della non certo brillante stagione calcistica della Roma. Si dava conto di una mail interna alla società, con nomi e cognomi dei mittenti e dei destinatari. Non sono state consegnate al lettore delle opinioni, ma dei fatti non smentiti, seppur scomodi e sorprendenti, come quelli che riguardano la condotta dell’ex capitano Daniele De Rossi alla vigilia del suo addio. Lo stesso proprietario statunitense James Pallotta, dopo un frettoloso tentativo di seppellire le notizie con un «sono tutte cazzate», è tornato sui suoi passi, ha fatto mea culpa. Ma l’evidenza, a certi vecchi arnesi che vomitano odio al microfono, non interessa. Sono loro, del resto, che hanno sempre deciso chi sono i buoni e chi i cattivi, nella complicata narrazione di Roma quando gioca a calcio. Ce n’è uno, il più famoso, Mario Corsi. Per tutti “Marione”. È un ex terrorista dei Nar, il gruppo armato neofascista degli anni Settanta, spicciafaccende di Massimo Carminati, come questo giornale raccontò al tempo dell’inchiesta Mafia capitale. Conduce “Te la do io Tokio”, una trasmissione su radio Centro Suono Sport (audience media dell’emittente: 63.000 persone al giorno). «L’articolo di Repubblica è una vergogna. Si butta fango su De Rossi per coprire le magagne di questa società», ha esordito Marione in diretta, chiarendo subito quale fosse la Linea. È una strategia, anche banale: alludere a chissà quali complotti, allontanare l’attenzione dai fatti, suggerire altre letture. E nel contempo inviare messaggi ai naviganti, dividere sempre la tifoseria, ora tra “derossiani” e “tottiani”, ora tra “sensiani”e “pallottiani”. Da più di vent’anni le radio romane sono il rumore di fondo di una capitale oggi decadente e rassegnata, il circo dove discutere di pallone a ruota libera e continua: le romaniste Centro Suono SportRete SportTele Radio Stereo; le laziali Radio Incontro OlympiaRadio 6; le emittenti ufficiali Roma Radio e Lazio Style Radio, la neutrale Radio-Radio. Ogni giorno almeno in 330.000 si sintonizzano su quelle frequenze, secondo i dati 2018 di Tavolo editori radio. È un business che macina soldi e sponsor: gli inserzionisti piazzano spot nelle 100 ore di diretta quotidiana, i commentatori portano a casa pingui gettoni di presenza.

E quando le radio tacciono, sono i muri a parlare, nella forma vigliacca dell’anonimato. «Roma è la città dove appaiono più scritte», ragiona un investigatore della Digos, che sta indagando sulla matrice delle intimidazioni ai cronisti. «Sono un avvertimento per tutta la stampa, per trasmettere paura e impedire che si trattino certe questioni». È già successo. Riccardo Luna lasciò nel febbraio 2008 la direzione del Romanista, il quotidiano che aveva fondato, perché esasperato dalla rabbia aizzatagli contro dalla solita compagnia di giro: con un’inchiesta giornalistica aveva dimostrato, bilanci alla mano, che l’ex presidente Franco Sensi aveva speso per la Roma esattamente quanto aveva incassato, e che dunque la tesi che lo voleva sul lastrico per via degli investimenti nella società era semplicemente falsa. Apriti cielo. L’articolo smontava la Linea allora dominante, per cui apparvero striscioni contro Luna all’Olimpico, e qualcuno in radio cominciò anche a parlar male di suo padre e di sua sorella, con allusioni in perfetto stile criminale di chi si sente padrone e impunito. Stessa sorte per Alessandro Austini del Tempo, e per l’inviato della Rai Alessandro Antinelli, colpevole di aver fatto il proprio lavoro, e cioè aver raccontato nel 2017 di quattro manichini di calciatori impiccati al Colosseo, e del danno alla reputazione di Roma che ne era seguito. Sono arrivati fino a minacciare i suoi famigliari, sui social network. «Certi tifosi sostengono che faccio parte di un complotto, di una sorta di Spectre che vuole il male della Lazio», dice Antinelli. «Non sono interessati ai fatti, anzi li cancellano. Le campagne di odio vengono architettate anche con l’aiuto di qualche collega che lavora in strutture marchiate dal tifo».

Totti, De Rossi, la Roma, la Lazio, gli ultras, “Gabbo” Sandri. Argomenti intoccabili, in città. Come il neofascismo, CasaPound (che ha una suo braccio nella curva Sud), le sigle naziste. Era il 6 dicembre di due anni fa quando una spedizione di neri arrivò sotto la sede di Repubblica, con una bandiera di Forza Nuova e dei fumogeni. Avevamo scritto di loro, avevamo raccontato di alcuni traffici poco chiari, avevamo dato conto di indagini giudiziarie che li riguardavano. Erano fatti inoppugnabili. Ma anche allora si sollevò l’alito appestante della minaccia.


Totti e Figo, sfida 6 contro 6 al Foro per la "Notte dei Re"

IL MESSAGGERO - Stasera, sport, spettacolo e beneficenza al Foro Italico. Totti e Figoprotagonisti tra le leggende del calcio (ore 21 su Sky Sport Uno, anche sul digitale terrestre e in chiaro su Tv8). E’ “La Notte dei Re”, l’atteso incontro di calcio 6 contro 6, previsto, su due tempi da 30 minuti ciascuno, che si disputerà sul centrale dello Stadio del Tennis. Le due squadra, appunto, guidate da Totti e da Figo. Oltre a Totti e a Figo, saranno tante le stelle che prenderanno parte al match come, ad esempio, Pirlo, Julio Cesar, Roberto Carlos, Hierro, Toni, Cambiasso, solo per fare alcuni nomi. Con Totti anche i suoi ex compagni come Aldair, Chivu, Cassetti, Candela, Perrotta, Tommasi, Aquilani. Atteso anche Borriello. Con Figo invece molti ex interisti, ex Milan e Real.