La Roma su Zapata. L'Atalanta lo valuta 40 milioni ma si possono inserire contropartite

Duvan Zapata entra in orbita Roma.  Secondo quanto riporta il sito calciomercato.it, l'ex attaccante della Sampdoria sarà riscattato dall'Atalanta e si potrebbe intavolare una trattativa col club bergamasco abbassando la valutazione di 40 milioni di euro fatta dagli orobici con qualche contropartita tecnica.


Roma: fari puntati sul greco Vlachodimos, portiere del Benfica

GAZZETTA.IT - PUGLIESE - Cinquanta presenze stagionali e ben 19 clean sheet, con una percentuale totale del 38%. E se le coppe (sia quelle nazionali sia quelle europee) non sono andate come si sperava, di certo Odisseas Vlachodimos, 24 anni, è stato uno dei segreti del 37° titolo portoghese del Benfica. E su di lui si sono posati di recente anche gli occhi della Roma, che sta andando a caccia del numero uno per la prossima stagione. [...] Il portiere greco potrebbe anche essere il primo colpo di Gianluca Petrachi in giallorosso.

L’interesse della Roma per il numero uno della nazionale greca è forte, anche se da Trigoria non è stata ancora formalizzata un’offerta ufficiale al Benfica. Il problema è che Vlachodimos (per metà tedesco e per metà greco) interessa anche a tante altre squadre in Europa, non solo alla Roma. A settembre, ad esempio, si era parlato di un interessamento del Bayern, ma anche dell’attenzione di Arsenal, Chelsea e Newcastle. [...]

Il problema, però, è la valutazione dei portoghesi, circa 20 milioni di euro. La Roma difficilmente potrà arrivare a quella cifra, ci si metterà eventualmente a tavolino per trovare la formula giusta, anche per abbassare eventualmente il prezzo iniziale. Di certo c’è che nel casting dei portieri giallorossi da oggi c’è un nome in più, proprio quello di Vlachodimos.


La squadra a cena insieme per salutare De Rossi

La squadra si è ritrovata questa sera a cena nel ristorante Zuma nei pressi di Via del Corso per salutare Daniele De Rossi che, domenica sera giocherà contro il Parma la sua ultima partita in giallorosso.


Una panchina che scotta

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Domenica prossima, alle ore 20.30, allo Stadio Olimpico di Roma, i giallorossi di Claudio Ranieri saluteranno la disgraziata stagione 2018/2019 al cospetto del Parma di mister D'Aversa davanti a un pubblico che riempirà in massa l'impianto principalmente per onorare al meglio Daniele De Rossi, all'ultima presenza con la lupa sul petto, dopo diciotto anni d'amore incondizionato verso i suoi colori.

Si tratterà, con ogni probabilità, anche dell'occasione in cui andrà in scena la più aspra contestazione nei confronti del presidente statunitense James Pallotta dal momento del suo insediamento come numero uno del club capitolino.

In questa fase storica, con una compagine quasi certamente fuori dalla prossima Champions League, nonché senza un ds formalmente operativo e un allenatore per l'annata 2019/2020, pare proprio che essere tifosi della Roma equivalga principalmente a mettere a dura prova le proprie condizioni di salute.

Un aspetto che attualmente accomuna i sostenitori della Magica con chiunque abbia la possibilità di avvicinarsi all'incarico di allenatore della squadra per la prossima stagione. Assumere l'incarico di capo della sfera tecnica della formazione giallorossa per il prossimo futuro, infatti, raramente è parso compito così arduo e rischioso.

Innanzitutto, per le condizioni ambientali in cui ci si troverà a lavorare.

È vero che dopo anni di feroci dissidi e lotte intestine, la piazza romanista ha ritrovato unione: peccato, però, che tale unità d'intenti sia rivolta nella direzione della contestazione verso la proprietà americana. Non esattamente il modo migliore per iniziare un nuovo ciclo sportivo. Difficile ricordare nella storia del calcio annate contraddistinte da successi con un ambiente sottosopra.

Per questo motivo, ad esempio, nonostante l'encomiabile sforzo della società, un allenatore dal palmarès e dalla storia di Antonio Conte ha risposto con un cortese "No, grazie" alla proposta di sposare il progetto della Roma che verrà. Oltre a quanto confessato dallo stesso tecnico salentino ("oggi le condizioni non ci sono ma penso un giorno, prima o poi, io andrò ad allenare la Roma" perché "ho un problema: la vittoria, che sento come l'obiettivo del mio lavoro"), in merito alla mancanza di garanzie necessarie per provare a vincere sin da subito con una squadra composta da top player e non da giovani di belle speranze da rivendere al miglior offerente, l'ex tecnico della Juventus era perfettamente consapevole del fatto che sarebbe arrivato in un periodo non proprio contraddistinto da acque calme in casa giallorossa e da 'vecchia volpe' del calcio qual è, ha preferito non rischiare di intaccare una carriera sino ad ora costellata quasi unicamente di successi.

Stesso discorso vale per Maurizio Sarri che, nonostante non possa ancora contare sui titoli portati a casa da Conte, grazie agli splendidi anni napoletani è volato in Premier League, entrando dalla porta principale con il Chelsea, e che prima del concreto interesse del 'gigante' Juventus, ascrivibile agli ultimi giorni, a più riprese, dopo essere stato accostato a Roma e Milan (altro luogo non facile dove poter andare ad allenare attualmente) aveva gentilmente fatto sapere di non vedere la possibilità di tornare in Italia come chance preferita.

Ecco, allora, la forzata necessità di puntare su un allenatore che possa correre il rischio di sedersi sulla panchina giallorossa senza porsi troppi problemi; un profilo capace di compiere un miracolo sportivo pur non più giovanissimo, un uomo alla ricerca di rivincita dopo una sola e fallimentare esperienza in una 'big', infine un mister piuttosto aziendalista e abituato a lavorare con giovani di belle speranze (la conformazione che dovrebbe avere la Roma a partire dalla prossima stagione).

In poche parole, l'attuale allenatore dell'Atalanta e con ogni probabilità il prossimo dell'AS Roma: Gian Piero Gasperini.


Obiettivo Dzeko: salutare la Roma con un gol che faccia storia

GAZZETTA - CECCHINI - In tempi di frastuono, si può andare via anche senza clamore, senza necessità di sbattere la porta, quasi senza che nessuno se ne accorga perché l’attenzione è tutta focalizzata su altro. Probabilmente è quello che accadrà domenica prossima all’Olimpico, quando Edin Dzeko sarà chiamato a giocare la sua ultima partita con la maglia della Roma, visto che radio mercato lo vuole sempre più lontano da Trigoria e sempre più vicino all’Inter di Antonio Conte. Difficile per il centravanti bosniaco aspettarsi grandi applausi o passerelle, perché il cuore pulsante della sfida contro il Parma sarà soltanto uno: l’addio alla maglia giallorosso di capitan De Rossi. Ma è impossibile dimenticare anche che, se tutto verrà confermato, a salutare sarà uno dei centravanti più forti che la Roma ha avuto nella sua storia, pur arrivandovi in un’età non verde, a 29 anni. A raccontarlo sono anche i numeri che vedete a fianco: adesso Dzeko è 7° a pari merito con Abel Balbo nella classifica dei cannonieri giallorossi di ogni tempo e perciò domenica gli basterebbe un solo gol per staccare anche l’argentino.

Media da podio

Se invece prendiamo in considerazione la media gol-partita, la posizione del bosniaco migliorerebbe addirittura, visto che meglio di lui – per ora fermo a 0,48 – hanno fatto solo Volk (0,65) e Manfredini (0,63). Eppure, l’impressione è che Dzeko non entrerà nel cuore dei tifosi come quelli che lo hanno preceduto. Questione di periodi storici, di ambizioni cresciute e quindi parzialmente deluse, forse anche di uno stile di gioco – più attaccante di manovra che cannoniere impalcabile – che ne ha evidenziato anche i limiti nel «killer instinct». Non è un caso, in fondo, che una volta Dzeko si raccontò così: «Se concretizzassi tutte le occasioni che mi capitano segnerei valanghe di gol, ma costerei 80 milioni e la Roma non potrebbe acquistarmi».

Kruse e Morientes

Vero. Tutto sommato però, due stagioni fa,vinse il titolo di capocannoniere della Serie A con 29 gol (39 complessivi), bissando quello ottenuto in Germania ai tempi del Wolfsburg. Titoli individuali, a cui assommare i 6 vinti tra Wolfsburg appunto e Manchester City, tra cui 3 campionati (2 in Inghilterra e 1 in Germania). Se a questo si aggiunge che è il cannoniere principe della Bosnia, si capisce perché Conte straveda per lui, nonostante arrivi da una stagione da 9 gol in Serie A e 14 complessivi. Occhio però, perché se Roma non lo ama alla follia, Edin invece adora la Capitale, così ha deciso che – anche se venisse ceduto – non venderà casa. Magari potrebbe affittarla a Kruse (Werder Brema) e Morientes (Tottenham), entrambi ion scadenza, che pare piacciano a Trigoria.

ElSha e l’aumento

A proposito di reti, si sta complicando il rinnovo di contratto di El Shaarawy, in scadenza nel 2020. L’attaccante vuole restare ma, da capocannoniere giallorosso in A (11 gol), vuole 4 milioni d’ingaggio rispetto ai 3 attuali. Non facile, ma con l’addio di Dzeko il monte stipendi si abbasserà. Ma chissà che non cresca la nostalgia.


Totti come «El Pibe»: un documentario su vita e carriera

GAZZETTA - CECCHINI - A congiungere Cannes e Roma, a volte, può bastare anche un pallone che rotola in modo nobile. E così, mentre sulla «croisette» ancora non si è spenta l’eco della presentazione del documentario «Diego Maradona» di Asia Kapadia, il calcio italiano - almeno virtualmente - sta preparando la sua risposta. In attesa della serie tv che lo celebrerà, sono già partite nella capitale le riprese di un documentario su Francesco Totti, tratto dall’autobiografia «Un Capitano», scritto insieme a Paolo Condò.

Il pellegrinaggio

Il documentario, che sarà girato in diversi luoghi della Capitale legati alla vita dell’ex capitano della Roma, sarà diretto da Alex Infascelli, il talentuoso regista vincitore del David di Donatello per «S is for Stanley». Coprodotto dalla Wildside di Lorenzo Mieli e Mario Gianani con Freemantle, Capri Entertainment di Virginia Valsecchi e Vision Distribution, che lo distribuirà al cinema, l’opera sarà «guidata» da Totti stesso, che si racconterà come uomo e calciatore, e sarà arricchito da immagini inedite del suo archivio privato

Pallotta, niente Qatar

Tra le immagini della carriera, comunque, tra breve prenderanno più corpo quelle relative al suo ruolo di dirigente, grane connesse. Per ora, comunque, ci pensa Pallotta a sbrogliarle, smentendo per l’ennesima volta sia le voci su presunti contatti col Qatar che l’intenzione di vendere la Roma. L’impressione raccolta in ambienti di Borsa è che ci siano manovre per convincere il presidente a vendere sotto costo, ma a Boston non ne hanno affatto l’intenzione. Morale? In fondo, anche dirigere la Roma è un film da Oscar.


De Rossi saluta Olimpico esaurito ma la festa resta top secret

GAZZETTA - ZUCCHELLI - Sembra dimagrito», il pensiero di parecchi tifosi sotto le immagini di De Rossi sui vari social. In parte è vero: il sorriso del capitano della Roma appare tirato; questa è la sua ultima settimana da calciatore giallorosso. «Ormai la macchina conosce benissimo la strada, viene da sola», ha detto qualche giorno fa. Sarà difficile, per lui, fare il tragitto dal centro, dove abita, al Fulvio Bernardini, ma ormai non può fare diversamente. E quindi, mentre procedono i preparativi per la festa di domenica sera, lui pensa al lavoro sul campo. Lasciare la Roma in Europa è l’obiettivo minimo, farlo in Champions sarebbe un miracolo. Tra fede e speranza, quindi, contro il Parma scenderà in campo per l’ultima volta. Avrà, come i suoi compagni, la maglia nuova, quella del prossimo anno (in vendita da domani o venerdì), con una scritta o un’immagine dedicata. La fascia sarà quella della Lega, ma sotto De Rossi indosserà la sua. Top secret quello che sta preparando la società, così come la curva che, come fu per Totti, sta organizzando un addio tutto suo. L’Olimpico sarà esaurito, con sessantamila tifosi. E a fine partita De Rossi farà il giro di campo. Da solo o con la famiglia, nulla viene fatto trapelare. Perché la celebrazione, organizzata in poco tempo, non sarà una vera e propria festa, vista la rabbia che si respira nell’aria (romanista) per la scelta della società.

Lacrime anche in Parlamento

In questa settimana è possibile, anzi probabile, che De Rossi organizzi una cena di saluto con tutti i compagni e lo staff tecnico, e non è escluso che qualcosa faccia anche Ranieri, per ringraziare i giocatori per la disponibilità con cui lo hanno accolto. Saranno giorni di lacrime e malinconia. Giorni che, secondo l’ex d.g. Gian Paolo Montali, si sarebbero potuti evitare: «Faccio molta fatica a capire come sia stato possibile arrivare a una situazione cosìe come non si sia capito che importanza strategica abbia una persona come lui nella Roma - dice a ReteSport -. Nella mia carriera ho visto poche persone avere lo spessore morale, umano e professionale di De Rossi». Difficile, per i romanisti, non essere d’accordo. E anche i parlamentari giallorossi oggi si riuniranno nel loro Roma Club per dare voce al loro dispiacere.

 

 

 


C’è Willems ora si prova a svoltare a sinistra

GAZZETTA - CECCHINI - Non sappiamo se domenica prossima, in occasioni delle elezioni europee, la sinistra torni di moda. Una cosa è certa: a Trigoria va parecchio, anche perché su quella fascia – soprattutto in difesa – c’è da lavorare. E così, visto che Kolarov potrebbe essere anche salutato a fine stagione, la Roma sta pensando ai giocatori adatti per quel binario. E il primo della lista, al momento, sembra essere Jetro Willems, 25 anni, olandese, in forza all’Eintracht, con già 22 presenze nella nazionale «orange», anche se l’ultima risale al 2016. A rivelarlo è stato lo stesso manager del giocatore, che ha detto chiaro: «La Roma e il Newcastle sono interessati a lui».

 

Velocità e duttilità

Oltre al costo del cartellino non impossibile – ha il contratto in scadenza nel 2021 e costa circa 8-10 milioni – Willems è seguito per la sua velocità e duttilità, che gli consente, all’occorrenza, anche di giocare esterno alto e centrale difensivo, con il suo fisico imponente. Dopo aver iniziato la sua carriera di calciatore, nel 2006, nelle giovanili dello Spartaan, si è trasferito due stagioni più tardi allo Sparta Rotterdam. Nel 2011 il suo passaggio al PSV Eindhoven, dove ha esordito in Europa League, quindi nel 2017 viene ceduto definitivamente all’Eintracht, rivale in questa stagione di Lazio e Inter. In Nazionale ha giocato anche l’Europeo 2012 e in quella occasione ha conseguito un piccolo primato: essere il calciatore più giovane ad aver preso parte a quel torneo fino a quel momento, battendo il record che apparteneva al belga Vincenzo Scifo, ex Inter.

 

Torna Pellegrini

Ma anche se l’affare Willems andasse in porto, c’è un altro candidato per la fascia sinistra, ed è Luca Pellegrini, che dovrebbe tornare dal prestito al Cagliari. Le qualità (soprattutto offensive) del ventenne giallorosso, assistito da Mino Raiola, non si discutono, ma questa stagione per lui è stata piena di luci e ombre. La prima parte l’ha giocata alla Roma, mettendo in mostra ancora parecchie ingenuità che non gli hanno consentito di mettere insieme un minutaggio importante e, tanto meno, di pensare di scalzare Kolarov da titolare del ruolo. Dopo il prestito al Cagliari, però, le cose sono migliorate e il suo rendimento è cresciuto parecchio, tant’è che il club sardo lo terrebbe volentieri in prestito per un altro anno. L’impressione, però, è che la società giallorossa abbia altre idee, visto che sarebbe disposto a sacrificarlo solo per arrivare a Barella, che però per il momento pare un obiettivo difficile da raggiungere.

Gasperini e Petrachi

Per questo la cosa più probabile è che Pellegrini torni alla base, anche perché il futuro d.s. giallorosso, Gianluca Petrachi – che la scorsa settimana ha incontrato il presidente urbano Cairo per liberarsi che lo vincola col Torino fino al 2020 – così come Giampiero Gasperini, l’allenatore in pole per ereditare la panchina di Claudio Ranieri, pensano che possa essere un profilo giusto da poter valorizzare in una stagione che ha il sapore della ricostruzione.

Idea Perin

Parlando sempre di reparto difensivo, ci sono da registrare le voci che vogliono Perin nell’orbita della Roma, ma arrivano smentite in questo senso, anche se non si può escludere che al portiere ex Genoa stia stretto il ruolo di secondo alla Juventus, anche in vista delle convocazioni per il prossimo Europeo. Al momento, però, a Trigoria hanno altre idee, con Cragno in cima alla lista delle preferenze e con Sirigu sempre monitorato. Adesso però, soprattutto col cambio di consegne nella direzione sportiva (Massara sembra più vicino all’addio), è possibile che alcune strategie possano cambiare. Ma con una certezza: sulla fascia sinistra, pur calpestata anche dal jolly Santon, c’è bisogno di cambiare. E la Roma ci prova.


Roma, Gasperini per forza

IL MESSAGGERO - TRANI - In piena volata, e a meno di una settimana dal possibile annuncio, c'è Gasperini davanti a qualsiasi altro candidato per la panchina giallorossa. E, con la Roma di mezzo, a comandare è sempre e comunque Testa Grigia, riconoscendo il copyright a Ranieri che, con l'appellativo cromatico, ha appena battezzato Baldini davanti ai tifosi in rivolta. In questo caso, però, è l'allenatore dell'Atalanta che, guardando al vantaggio accumulato negli ultimi 15 giorni, oscura chi lo insegue proprio come fa ombra il suggeritore di Pallotta su chi opera a Trigoria. Così, anche se manca la fumata bianca (e quindi, niente è ancora scontato), Gian Piero da Grugliasco, 61 anni, si prepara a diventare l'8°allenatore dell'éra a stelle&strisce.
AVANTI TUTTALa svolta ai primi di maggio, subito dopo la telefonata di Conte a Fienga in cui l'ex tecnico del Chelsea ha detto no alla proposta della proprietà Usa. In quel momento, non avendo Baldini ricevuto alcuna garanzia da Sarri, il management italiano ha deciso di concentrare ogni sforzo su Gasperini che, sotto contratto a Bergamo con la famiglia Percassi fino al 30 giugno 2021, è stato scelto in quanto sosia, nel metodo e nel carattere, dell'ex ct azzurro. Non potendo permettersi l'originale di lusso, ecco dunque l'imitazione quasi perfetta. «Replay» la sintesi offerta a Pallotta per ottenere il via libera sull'allenatore dell'Atalanta, vicino alla storica qualificazione in Champions e tentato al tempo stesso dalla chiamata di un grande club. Gian Piero, nell'approccio di partenza, ha mostrato la sua personalità, pretendendo di essere il candidato unico. Pronto, insomma, a chiamarsi fuori a priori davanti a qualsiasi ballottaggio. La Roma ha dovuto accettare l'aut aut pur non avendo alcuna certezza di andare a dama nella negoziazione. Che, con l'intervento di Petrachi, ha però preso subito la piega giusta.
NUOVO CORSODecisivo è stato pure Fienga, consapevole di non poter aspettare Sarri, in quel momento ancora convinto di restare al Chelsea. Oggi non è più così: Abramovic, a prescindere dal risultato nella finale di Europa League (29 maggio), gli ha fatto capire che lo saluterà a fine stagione. Sarà, dunque, libero. Ma la situazione, anche se la Roma avesse deciso di attenderlo, non sarebbe comunque cambiata. Perché, nonostante il pressing di Baldini, la società giallorossa è dietro alla Juve e al Milan. Giusto, dunque, puntare forte sul tecnico dell'Atalanta, inizialmente sul 3° gradino del podio. Petrachi non ha mai avuto dubbi, scartando Giampaolo, sponsorizzato dal principale interlocutore di Pallotta. E trovando l'accordo con Gasperini (triennale da 2,5 milioni più bonus): nessuno, nella Capitale, teme il ripensamento. Il tecnico ha già avvisato Percassi che, per la verità, ancora spera nel ribaltone. La Roma, anche per rispetto verso l'Atalanta, ha spinto Gian Piero ad essere chiaro con la dirigenza del club bergamasco. Sono pronti a seguirlo alcuni collaboratori. Lui vorrebbe pure qualche titolare nerazzurro: il centrale difensivo Palomino (più di Mancini, bloccato da Monchi), il terzino destro Castagne, il fluidificante mancino Gosens, il mediano de Roon e il jolly offenisvo Ilicic (vicino, però, al Napoli). Da scegliere il portiere, con Cragno ancora preferito a Gollini, e il sostituto di Dzeko, con Petrachi già al lavoro su Belotti. Dalla Germania: interessamento per Kruse, centravanti del Werder Brema. Dall'Inghilterra: proposto Llorente del Tottenham (parametro zero). Dall'Olanda: contatto con il terzino sinistro Willems dell'Eintracht. Ma prima viene il brindisi con l'allenatore.


De Rossi, il caso entra a Montecitorio

IL MESSAGGERO - CARINA - Per il saluto di De Rossi saranno presenti 63mila spettatori: ai quasi 24mila abbonati si aggiungono i 39mila tagliandi venduti e tra questi ci sono anche i Distinti Nord, settore dedicato solitamente agli ospiti. A premiare Daniele sarà Totti, ma non sarà soltanto una giornata di festa. La contestazione nei confronti del club non si placa e arriva anche in Parlamento. E’ previsto un incontro organizzato dai Roma Club palazzo Madama e Montecitorioper risolvere la questione.


L'ira del Principe: "De Rossi scaricato con un tweet, Pallotta non ha avuto rispetto"

LEGGO - BALZANI - Sarà un Olimpico sold out. Come lo fu per Bruno Conti, Aldair e Totti. E come in Europa è stato per Gerrard, Terry e Del Piero. L'addio di De Rossi ha scosso la piazza di Roma ma non impedirà ai tifosi giallorossi di salutare l'ennesima bandiera che se ne va e che ha deciso di comprare una pagina di giornale per ringraziare la sua gente. Domenica sera contro quel Parma, che ricorda un lontano scudetto nel 2001, saranno in 62 mila (22 mila abbonati più 40 mila biglietti). Niente discorsi al microfono, ma una sobria celebrazione a fine partita e un giro di campo da lucciconi agli occhi. Conosce bene quella sensazione Giuseppe Giannini, detto il Principe. La sua festa d'addio, dopo pochi giorni dallo scudetto della Lazio, fu rovinata dalla contestazione anti Sensi e da un'invasione di campo che guastò una giornata iniziata nel migliore dei modi. C'è timore per una forte protesta anti Pallotta pure domenica sera. L'amato capitano degli anni '90, oggi opinionista a Centro Suono Sport nella trasmissione 1927 la Storia Continua, sa bene cosa si prova ad essere scaricato dopo anni di amore: «Ci sono analogie, ma non mi va di parlarne visto che non ci sono più alcune persone. Capisco i motivi della contestazione e temo rovinerà una bella serata. Fossi in De Rossi diserterei. Sinceramente la notizia mi ha sconvolto. Daniele meritava ben altro rispetto. Ma come si fa a scaricare un giocatore con 600 presenze tramite un tweet? Ci sarà sold out? Saranno felici a Trigoria, il fatto di comunicarlo prima mi sembra una furbata della società per fare cassa al botteghino».
Anche sulla scelta tecnica il Principe è scettico: «Non rinuncerei mai a uno come lui. Temo la scelta sia stata presa dal nuovo allenatore scelto da Baldini». Il consulente che avvierà l'ennesima rivoluzione: «Utilizzo il ciclismo. La Roma ha sempre viaggiato in pianura negli ultimi 4-5 anni, senza grosse complicazioni, adesso davanti a sé ha una salita impervia. Questo per dire che anche dalle parole di Ranieri si è compreso che la società dal punto di vista degli investimenti dovrà dismettere, non rilanciare». A dare l'addio (da dirigente) potrebbe esserci anche Totti per il quale non è arrivata alcuna offerta ancora: «Si dice possa diventare direttore tecnico. Forse è la nostra ultima speranza, è l'unico che può tirarci fuori da questo pantano». In tribuna ci saranno tanti ex per salutare l'amico De Rossi: da Dacourt a Osvaldo passando per Delvecchio e Toni.


E l'ormai prossimo ds Petrachi fa già il mercato per Gasperini

LEGGO - BALZANI - Ancora cinque giorni poi Petrachi diventerà a tutti gli effetti il nuovo ds della Roma. Il dirigente è già al lavoro per avviare il progetto di rifondaione voluto da Pallotta e Baldini. Via i big Manolas, Dzeko e forse Kolarov, e dentro giocatori con ingaggio medio e possibilmente italiani. A guidare la squadra, con ogni probabilità, sarà Gasperini. Nel mirino sono finiti Di Lorenzo e Bennacer dell’Empoli, Willems dell’Eintracht e Mancini dell’Atalanta. In porta ballottaggio Cragno-Perin. Nella lista di Gasperini e Petrachi non ci sono soltanto giovani visto che l’atalantino ha ottenuto grandi risultati anche affidandosi a over 30 come Gomez, Ilicic e Masiello. Capitolo Zaniolo: il ds incontrerà presto il suo entourage con la Roma che non offrirà più di 2 milioni a stagione più bonus.