Under-Schick sì, Nzonzi no

IL TEMPO - BIAFORA - Ripartire da Under, fare un ultimo tentativo con Schick e acquistare un portire, un regista e un centravati al posto di OlsenNzonzi e Dzeko. E in difesa, due nuovi centrali se partirà ManolasFonseca, nel corso dei primi incontri con la dirigenza della Roma tra Milano e Londra, ha spiegato le proprie idee sulla rosa giallorossa. Il nome cerchiato in rosso sulla lista consegnata dal nuovo allenatore a Petrachi e agli altri dirigenti, è quello di Under. Il tecnico portoghese ha chiarito che gli piace «giocare con il 4-2-3-1, però il sistema non è la cosa più importante, contano le dinamiche» e l'esterno turco si adatta al meglio al ruolo di ala destra ditale modulo, grazie alla sua capacità di saper «entrare dentro al campo» e per i suoi strappi sulla fascia. Fonseca ha chiesto la conferma di Cengiz, che però non riesce a trovare un accordo per il rinnovo con la società: Under ha espresso la volontà di guadagnare la stessa cifra di Kluivert (due milioni abbondanti e bonus, ora è fermo a poco meno di uno), ma a Trigoria sono intenzionati a contenere il monte ingaggi e gli hanno proposto un salario da massimo due milioni compresi bonus, facendo inoltre capire che in caso di richiesta di cessione non si accontenteranno di una cifra al ribasso.

Un altro dei primi giudizi forniti da Fonseca è quello sul desiderio di provare a rilanciare Schick, un giocatore che ha deluso sia Di Francesco sia Ranieri. A causa del particolare contratto stipulato con la Sampdoria, la Roma non può ancora permettersi di cedere il ceco a titolo definitivo e potrebbe soddisfare la voglia dell'allenatore, congelando qualsiasi discorso su un prestito al Borussia Dortmund (il Bayer Leverkusen ha puntato Dolberg).

Nell'elenco dei calciatori di cui può fare a meno, l'ex Shakhtar, che gradirebbe tornare a lavorare con Fred ora in forza al Manchester United, ha inserito il profilo di Nzonzi. Il francese non corrisponde alle caratteristiche ideali che Fonseca vuole nei due centrocampisti davanti alla difesa, preferendo una coppia formata da un regista puro, uno dei maggiori obiettivi sul mercato, e un giocatore più dinamico. Dopo un solo anno il classe 1988, pagato 29,4 milioni più bonus da Monchi, potrebbe quindi lasciare la Capitale, ma non potrà essere ceduto a meno di 22 milioni per evitare una minusvalenza. Uno che sicuramente entro il 30 giugno lascerà la Roma è Dzeko, anche se non si registrano passi avanti nella trattativa con l'Inter, al momento in stallo. I nerazzurri hanno offerto appena 8 milioni ai giallorossi, che hanno rispedito al mittente la proposta: l'obiettivo di Petrachi è quello di mettere in piedi un affare in stile Nainggolan, con l'inserimento di un giovane interista nelle negoziazioni e ricavando una cospicua plusvalenza dall'addio del bosniaco. Quasi impossibile lo scambio con Icardi (proposto anche Dalbert), ma tutte le parti sono al lavoro per superare l'impasse. Il probabile buon esito della trattativa è stato confermato dal ct della Bosnia: «Ho parlato - ha detto Prosinecki - con Dzeko che mi ha detto: "Vado via dalla Roma", probabilmente per un'altra squadra italiana». Per Manolas non sono pervenute offerte concrete, Olsen ha mercato in Inghilterra. Al suo posto la Roma potrebbe prendere il nazionale greco Barkas: recapitata una prima offerta da 7-8 milioni all'Aek Atene che manterebbe anche il 15% sulla rivendita. E il club dove giocava Ponce, ora destinato allo Spartak Mosca, pronto a spendere 8 milioni di euro e garantire 2 milioni netti d'ingaggio al ragazzo.


Futuro Totti in bilico: “Ora parlo io”

IL TEMPO  - AUSTINI - Il nodo è arrivato al pettine. Continuare in questo modo non ha senso e Totti sta per prendere la sua decisione, dai possibili risvolti «drammatici» per la piazza dopo lo strappo con De Rossi. Il giallorosso più forte di tutti i tempi non ha ancora accettato la proposta della società: promozione a direttore tecnico al fianco del ds Petrachi, aumento dello stipendio vicino al milione di euro e nuovi poteri. Il problema, però, è che Totti teme di non incidere neppure in questa veste potenziata forse solo sulla carta. A giorni avrà un incontro con il Ceo Fienga, l'uomo che ha provato più di altri a coinvolgerlo in questi mesi ma non è ancora riuscito a convincerlo. L'assenza di Totti a Madrid - dove è arrivato l'accordo con Fonseca - e soprattutto a Londra nel meeting organizzato da Pallotta è il segnale chiaro del problema irrisolto. Così come il suo tweet di ieri: «In questo momento vengono dette e scritte tante parole - spiega Totti - cercando di ipotizzare i miei pensieri e le mie scelte. A breve il mio punto di vista nella giusta sede».

Nella City inglese c'era Baldini, il consigliere-nemico dell'ex capitano che continua a influenzare le scelte di Pallotta (non sempre, vedi Fonseca). O uno o l'altro? Al momento non è questo il bivio, ma almeno fino a ieri sera Totti stava seriamente meditando l'addio, forte di altre possibilità che potrebbe costruirsi fuori dalla Roma. Se dal punto di vista economico si sente «coperto» dai contratti personali e le partite che gioca da star in giro per il mondo, ragiona sulla possibilità di mettersi in proprio, magari da procuratore. La Roma crede di avergli offerto il massimo e spera nel sì, consapevole del nuovo boomerang mediatico in arrivo in caso di rottura. Si salvi chi può.


Higuain-Manolas il prezzo è giusto. Juve e Roma: ecco il grande scambio, 36 milioni per uno e ok rosa e bilancio

LA GAZZETTA DELLO SPORT - A parte le specificità del mestiere, Gonzalo Higuain e Kostas Manolas hanno qualcosa in comune che sta invogliando i club a uno scambio di casacche: ci vogliono 36 milioni per portare via alla Roma il difensore greco, che ha una clausola per liberarsi. Caso strano, la stessa cifra chiede la Juventus per l’attaccante argentino. L’idea c’è, i contatti pure e il grande scambio tra Roma e Juventus può decollare perché fa comodo a entrambe, anche per esigenze di bilancio. (...)

L’interesse della Signora per Manolas – che piace anche a Napoli e Milan – non è storia recente. (...) La Juve lo considera valido tecnicamente (anche se caratterialmente non facile da gestire nelle dinamiche di spogliatoio) e a Sarri piace come profilo. In più il prezzo è invitante, perché i 36 milioni della clausola (33 andranno alla Roma, i restanti 3 al giocatore) sono ben più abbordabili delle cifre che girano per altri difensori (vedi gli 80 milioni per De Ligt e i 50,60 per Marquinhos). (...) Manolas, che dopo le fatiche con la Grecia è volato nella sua Naxos, gradirebbe la nuova destinazione e anche un ritocco dell’ingaggio (il suo procuratore, Mino Raiola, spara alto: 6 milioni annui).

I giallorossi non possono opporsi di fronte al pagamento della clausola, ma hanno già messo in conto l'uscita di Manolas che garantirebbe una plusvalenza alta (pagato 13 milioni nel 2014) e necessaria. In più rilancerebbero l'attacco con un nome forte, Higuain, che arriva da una stagione non esaltante ma porta in dote una valanga di gol. La Roma è l’unico grande club italiano che ha bisogno di una punta, visto che Dzeko è destinato a vestire nerazzurro. Anche se per filosofia non è il profilo ideale (a Trigoria si prediligono i giovani ai giocatori over 30) e ha un ingaggio alto (9,5 milioni) per altre due stagioni, si tratta comunque di un nome che può risultare gradito alla tifoseria. Tutto diventerebbe più facile se la Juventus, pur di chiudere il discorso Pipita, decidesse di contribuire all’ingaggio dell’argentino, alleggerendo così i giallorossi. Oppure si tratterebbe di spalmarlo in più stagioni.
Le premesse per il grande scambio dell’estate ci sono, ma i tempi certamente non saranno brevi. 


Totti shock: pensa all’addio. Tutti i dubbi di Francesco vicino a lasciare la Roma

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Tenendo conto del peso specifico che il calcio vanta a Roma, se davvero Francesco Tottilasciasse il club giallorosso sarebbe un altro saccheggio – stavolta emotivo – per una Capitale già immalinconita dall’addio di De Rossi. Una cosa è certa: mai dal periodo in cui subiva le lusinghe del Real Madrid l’ex capitano è stato così vicino a lasciare la Roma, rischiando d’interrompere una storia lunga 30 anni.

Ed è per questo che la proprietà da parte sua – che gli ha offerto il ruolo di direttore tecnico – sta facendo il possibile perché tutto questo non si realizzi, anche se ieri si è trovata spiazzata dal messaggio inquietante che Totti ha lanciato via social: «In questo momento vengono dette e scritte tante parole, cercando di ipotizzare i miei pensieri e le mie scelte. A breve il mio punto di vista nella giusta sede...». (...) L’offerta da parte del ceo Guido Fienga del ruolo di d.t. sembrava l’«happy end», invece le cose per il momento sono andate in maniera diversa. Totti vuole che la qualifica sia «riempita» di reale operatività, quella che – a suo dire - è ancora mancata negli ultimi tempi.

Due esempi su tutti. Pur stimando professionalmente sia il nuovo allenatore Paulo Fonseca che il nuovo d.s. «in pectore» Gianluca Petrachi, Totti ritiene di non essere stato veramente coinvolto nelle scelte. (...) Il senso del malumore di Totti è chiaro: se mi volete, almeno sul mercato il mio parere deve contare. (...) Petrachi tra l’altro ha telefonato all’ex capitano per manifestargli il suo desiderio di lavorare con lui, ma adesso è da capire se lo stesso Totti si sente in grado di ricoprire un ruolo pesante che, davanti a scelte magari sbagliate – come può capitare a tutti – gli facciano magari perdere l’universale consenso che ricopre agli occhi del tifo.


Speranze, frizioni e nostalgia del campo. Le due stagioni difficili dell’ex capitano

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Francesco Totti, in fondo, non è mai stato abbandonato dal desiderio di annusare l’odore dell’erba o di colpire il pallone come non riesce quasi a nessuno. A Roma lo fa esattamente da 30 anni. (...) I primi 28 anni sono stati praticamente perfetti. Gli ultimi due, invece, sono andati proprio come Totti non avrebbe voluto. L’ex capitano non desiderava essere una bandiera, ovvero l’uomo dei sorteggi in Uefa o quello da mandare in tv a far la voce grossa quando si materializzavano ingiustizie arbitrali nei confronti della Roma.

Lui avrebbe desiderato incidere nelle scelte di mercato fin da subito, confidando nell’occhio esperto che gli consente di distinguere il grano dall’oglio. Non è andata così, anche per via di un percorso esperienziale che andava fatto.

(...) L’esonero di Di Francesco, l’addio di Monchi e la separazione con Ranieri – unica vera scelta su cui Totti ha messo la faccia, insieme alle telefonate spese per Conte e Gattuso – ha innescato il malessere che raccontiamo a fianco, certificato poi da quell’addio a De Rossi che Francesco non aveva avallato. In mezzo, poi, c’è altro, forse anche la poca voglia di sporcarsi le mani. I tanti impegni tra calcio e padel, il corso da allenatore cominciato e subito interrotto, quell’inglese che non vuole decollare, così come il senso di non contare davvero.


Baldissoni a Fiumicino. Incontro col sindaco

LA GAZZETTA DELLO SPORT - Una delegazione della Roma al comune di Fiumicino per parlare di stadio. Non si tratta di un cambio di rotta, anche perché sarebbe accompagnato da un ulteriore allungamento dei tempi, forse un possibile piano B. Facendo magari pressione sull’interlocutore numero uno del piano A: Roma Capitale e la sindaca Virginia Raggi.

All’incontro con Esterino Montino, primo cittadino di Fiumicino, erano presenti il vicepresidente giallorosso Mauro Baldissoni, due rappresentanti statunitensi e un progettista. (...) Da tempo, il sindaco di Fiumicino ha proposto alla Roma una soluzione, legata a un’area di 350 ettari, che si ritrova nella zona vicina al centro commerciale di Parco Leonardo, e all’aeroporto. Per ora, comunque, nonostante la faticosa strada del progetto Tor di Valle, l’ipotesi pare molto lontana.


Totti più vicino all’addio. La Roma può ammainare anche l’ultima bandiera

CORRIERE DELLA SERA - La Serie A riscopre le bandiere e la Roma rischia di ammainarle. Il Milan si è affidato a Boban e Maldini, la Fiorentina vuole Batistuta, invece il club di Pallotta non ha rinnovato De Rossi e vive un momento di tensione con Totti. Il dirigente vorrebbe contare di più e la convivenza con Baldini non è mai stata possibile. Al summit di Londranon c’era e si sarebbe convinto che una promozione a direttore tecnico potrebbe essere un vaso vuoto se le decisioni vengono prese da altri. Non ha messo becco sulle decisioni sul ds e sull’allenatore e ieri si è espresso su Twitter dando una “non smentita” sulle voci che si rincorrono da tempo. I rapporti con Fienga sono buoni e parecchi si sono stupiti quando, nella conferenza di addio di De Rossi, il CEO ha quasi “diminuito” le cariche di Totti. Lo stipendio dell’ex capitano è alto, ma potrebbe guadagnare anche di più facendo il commentatore Sky e il testimonial di Euro2020 per la Federcalcio.


Dzeko all’Inter, conferme bosniache. La Juve offre Higuain per Manolas

CORRIERE DELLA SERA - Edin Dzeko lascerà la Roma e ci voleva il ct della Bosnia Prosinecki per dirlo in pubblico. Conte aveva richiesto l’attaccante anche lo scorso anno per il suo Chelsea, ma le cose non andarono come dovuto ed ora se lo ritroverà all’Inter. Non sono bastati 87 gol e 39 assist in 179 partite per mettere tutti d’accordo: i tifosi giallorossi non gli hanno perdonato gli ultimi mesi quando era chiaro che aveva scelto di andarsene. Con ingaggio a 4,5 milioni di euro all’anno e 33 anni era davanti ad un bivio anche se la Romaha provato il prolungamento per altre due stagione con stipendio più basso, ma è arrivata fuori tempo massimo. A Trigoria chiedono 20 milioni, da Milano rispondono con 13 e servirà uno sforzo, magari inserendo un giovane. L’Inter vuole evitare un nuovo Zaniolo e per questo dalla lista ha depennato Radu, Pinamonti ed Esposito. La Juventus, intanto, stringe per Manolas. I bianconeri pagherebbe subito la clausola da 36 milioni facendo fare alla Roma una plusvalenza importante, ma allo stesso tempo offrono anche Higuain, ma da pagare sul bilancio prossimo.


Caso stadio, la Roma alza la posta

CORRIERE DELLA SERA - La Roma torna a Fiumicino per parlae di Stadio ed alza la posta con il Campidoglio. Una delegazione guidata da Baldissoni ha incontrato il Sindaco Montino in un summit durato meno di un’ora, il secondo dopo la visita di cortesia di qualche giorno fa. Hanno preso parte anche due emissari americani di Pallotta ed un progettista, ma questa mossa è sembrata molto “politica“. 


La Roma pensa al dopo-Olsen. Offerta da 7-8 milioni di euro all’AEK Atene per Barkas

La Roma sta pensando con insistenza al dopo Olsen, che ha offerte dall’Inghilterra. Il nome è quello di Barkas in forza all’AEK Atene. La società giallorossa ha già recapitato un’offerta da 7-8 milioni di euro al club greco che manterrebbe anche il 15% della rivendita. Lo scrive Il Tempo.


Ag. Fer: "La Roma? E' una possibilità"

Rob Jansen, agente di Leroy Fer, centrocampista svincolato ex Swansea, è stato intervistato da TeleRadioStereo in merito alle voci che vorrebbero il club giallorosso interessati al suo assistito. Queste le sue dichiarazioni:

La Roma?

"È una possibilità, di più non posso dire“.


Totti puó lasciare la Roma: è guerra aperta con Baldini

LA REPUBBLICA - PINCI - Francesco Totti sta pensando di lasciare la Roma. A meno di 20 giorni dal doloroso addio di De Rossi, è esploso un altro caso. Persino più scomodo, per il lontanissimo Pallotta. Il capitano storico si sente ormai ospite indesiderato in casa propria. Lo ha detto alcuni giorni fa, quando è stato invitato a partecipare a Londra al summit con il presidente, i dirigenti e il nuovo allenatore Fonseca. «No, grazie». Più o meno contestualmente, ha fatto sapere di non essere sicuro di accettare il nuovo ruolo di direttore tecnico. Il motivo è semplice: mentre il Ceo Guido Fienga gli chiedeva di assumere un peso specifico maggiore, il fronte anglo-americano faceva altre scelte. Ad esempio, quella del nuovo ds Gianluca Petrachi: a volerlo fortemente, Franco Baldini.

Eccola l’altra faccia della medaglia, l’antico “nemico” di Totti, il dirigente che — lui ne è convinto — l’avrebbe voluto fuori dalla Roma a stelle e strisce già nel lontano 2011, quando Baldini dirigeva il club appena rilevato da Pallotta. Era marzo quando Totti chiese per la prima volta più potere: da quel giorno s’è esposto per la conferma di Ricky Massara come ds e per le candidature di Mihajlovic e Gattuso per la panchina. Proposte che per motivi vari sono cadute nel vuoto. E nel viaggio a Madrid per conoscere Fonseca non c’è stato posto per lui. Da qui i dubbi dell’ex capitano sull’operatività offerta dal ruolo proposto: di re- stare a fare il “gagliardetto”, frangiflutti senza potere decisionale gli va poco. Soprattutto se le decisioni arrivano da Londra, sede operativa di Baldini. Siamo nei fatti alla resa dei conti: nelle idee di Francesco, la fuga di notizie parte proprio da lì. E non sarebbe che il completamento di un’opera di eliminazione dalla Roma iniziata — lo ha scritto nella propria biografia — con la decisione di farlo smettere con il calcio giocato.

Immaginare Totti a Londra seduto al suo stesso tavolo per cene e riunioni era pura utopia. «Che ci vado a fa’ se le scelte le fanno gli altri senza interpellarmi?», avrebbe confidato agli amici. A Trigoria Francesco Totti trova una sola sponda: quella di Fienga, che lo aveva coinvolto nella scelta di Ranieri, dopo l’esonero di Di Francesco. I contatti con Pallotta, anche solo per lo scoglio linguistico, sono invece ridotti a zero. Dovrà però parlarci, e in fretta: prima del raduno del 28 giugno, per non zavorrare con un caso spinosissimo anche la stagione che viene.
Quella è a tutti gli effetti la deadline per arrivare alla soluzione di una situazione complicata. Da qualunque parte la si voglia prendere. «In questo momento vengono dette e scritte tante parole cercando di ipotizzare il mio pensiero e le mie scelte. A breve il mio punto di vista nelle sedi opportune», ha scritto ieri sui social Francesco. Tre le possibilità: si dimette, lasciando la Roma dopo quasi 30 anni, e mettendosi sul mercato visto che a oggi non ha proposte concrete. La seconda: tutto resta com’è trascinando una situazione incancrenita, lo scenario meno probabile. La terza: accetta il ruolo di dt dopo il confronto con Pallotta, a fronte di determinate garanzie. Che non possono prescindere dall’allontanamento di Baldini. Scenario complicatissimo, visto che si tratta di un consulente che già ai tempi dell’ingaggio di Monchi giurò di scomparire. L’unico aspetto chiarissimo della vicenda però è proprio questo: tra Totti e Baldini, oggi, uno è di troppo.