Messi: "La scorsa stagione macchiata dalla sconfitta di Roma"
Lionel Messi, argentino del Barcellona ed uno dei migliori di sempre, ha parlato alla vigilia della finale di Coppa di Spagna tornando sulla sconfitta della scorsa Champions League contro la Roma e quella recente contro il Liverpool: "È stato duro, durissimo, pessimo, ingiustificabile, inspiegabile. Ci era già successo a Roma e non poteva succedere di nuovo. Comunque vada domani col Valencia questa stagione resterà macchiata, condizionata da quella partita. Esattamente come la scorsa stagione è rimasta macchiata dalla gara di Roma. Solo che questa macchia è più grande, perché viene dopo la prima, sapevamo cosa avevamo vissuto e non siamo stati capaci di evitarlo".
La Roma punta Bonifazi per la difesa
La Roma pensa già alla rosa della prossima stagione ed ai reparti dove intervenire con più forza. Uno dei nomi nuovi per la difesa, dopo Mancini, è quello di Kevin Bonifazi della Spal. Il difensore classe '96, di proprietà del Torino, si è messo in mostra con 27 presenze e due reti. Uno score che, come riferisce tuttomercatoweb.com, avrebbe convinto la Spal a riscattarlo per poi fare cassa con una cessione. Su Bonifazi c'è anche l'Atalanta, ma la Roma potrebbe giocarsi la carta Petrachi, ex Torino, per convincerlo a vestire il giallorosso.
Petrachi: "Non ho avuto alcun incontro con la Roma. A fine campionato farò le mie scelte"
Gianluca Petrachi, DS ex Torino, ha rassegnato le dimissioni dal club granata e per molti sarebbe già promesso alla Roma. Ma lo stesso Petrachi, ai microfoni di Sky Sport, smentisce l'ipotesi giallorossa:
"Non è stata la sola squadra, non ho deciso totalmente quello che farò".
Se lavoro già per la Roma?
"Semplicemente ho sempre gravitato su Torino, ho visto tutti gli allenamenti, ne ho saltato qualcuno per ragioni logistiche. Sono stato molto chiaro, dicendo al presidente che a fine campionato avrei fatto delle scelte. Chi dice certe cose non dice la verità, a fine campionato farò delle scelte, mi auguro che vengano condivise e accettate".
Nessun incontro con la Roma?
"No".
Aquilani: "De Rossi è stato un giocatore straordinario, lo paragono ai big"
Alberto Aquilani, ex centrocampista giallorosso, è stato intervistato da Roma TV. Questo il suo pensiero:
De Rossi?
"Daniele è stato un giocatore straordinario, un calciatore internazionale. Lo paragono sicuramente ai big. Ho giocato con tanti grandi calciatori e centrocampisti e sicuramente lui è stato uno di quelli".
La corsa Champions?
"Le possibilità per la qualificazione in Champions, realisticamente parlando, sono poche. Non dipende solamente da noi ma da altre tre squadre. Mi dispiace arrivare a sperare in un miracolo all’ultima giornata. Sicuramente andranno fatte valutazioni perché qualcosa è stato sbagliato. Nel calcio però, poi, la palla è rotonda per cui può succedere di tutto".
Galloppa: "Alla Roma è mancata continuità di risultati, io avrei tenuto Di Francesco. La carriera parla per De Rossi"
Daniele Galloppa, doppio ex della sfida di domenica tra i giallorossi ed il Parma, è stato intervistato dall'AS Roma Match Program e ha parlato anche dell'addio al club capitolino di Daniele De Rossi. Queste le sue dichiarazioni:
Ha smesso con il calcio giocato a 33 anni, poi ha iniziato il percorso da allenatore.
“Sì, ho guidato il Santarcangelo in questa stagione in Serie D tra tante difficoltà. Stipendi non pagati per alcuni mesi e squadra smantellata in corso d’opera. Il campionato per la squadra non è andato bene, però l’esperienza è stata formativa”.
E adesso?
“Seguirò un corso di allenatore UEFA A per continuare in questo cammino di crescita, cercando di migliorare step by step. Vedremo se arriverà un’altra offerta, la valuterò con calma. Senza fretta”.
Si è stabilito lontano da Roma, pare di capire.
“Mia moglie è di Cesena e stiamo qui con tutta la famiglia. Mi piace questa realtà, si vive nel migliore dei modi”.
Da allenatore, che idee propone?
“In questa stagione ho dimostrato di non aver un sistema di gioco fisso di riferimento. Sono partito con la difesa a quattro, per concludere con la difesa a tre. Questo anche per i tanti cambiamenti che abbiamo avuto nella squadra. Ho cercato di adattare il modulo ai calciatori, facendo di necessità virtù”.
Tra i tecnici che ha avuto in carriera, ce n’è uno che le ha trasmesso più cose di altri?
“Quello a cui ho cercato di attingere più concetti è Giampaolo. Lui è preparatissimo, soprattutto sui principi di fase difensiva. Ma non ho voluto fare un copia/incolla. Ho cercato di insegnare soprattutto l’interpretazione dei ruoli. Un concetto di calcio molto europeo. Non voglio che il mio giocatore sia imprigionato in una sola idea o in una sola posizione in campo. E con il Santarcangelo abbiamo provato a fare un calcio propositivo, nonostante le difficoltà elencate”.
Qualche difficoltà in stagione l’ha avuta anche la Roma. Un suo parere sull’annata giallorossa?
“Difficile giudicare quando si è distanti da una realtà. Posso dire che è mancata continuità di risultati e questo ha portato all’allontanamento di Di Francesco. Comunque, io avrei continuato con lui. È un allenatore bravo, che ha idee, con tutto il rispetto per un professionista navigato come Ranieri. Nel calcio va così, quando vengono a mancare i risultati, paga per primo l’allenatore”.
Lasciò il Parma dopo il fallimento societario del 2015. Contento di averlo rivisto quest’anno in Serie A, peraltro già salvo con un turno di anticipo?
“Mi ha fatto piacere che la mia ex squadra sia tornata subito in alto. All’inizio del campionato si era proposta come sorpresa della Serie A, con l’ottima intesa tra Gervinho e Inglese, ma con il passare delle partite sono venute meno alcune certezze, fino a rimettere quasi tutto in discussione. Comunque, si sono salvati nell’ultima gara con la Fiorentina e verranno all’Olimpico senza grandi pressioni addosso”.
A Trigoria c’è cresciuto, in gialloblù è stata la parentesi più lunga della carriera. A quale squadra è più legato?
“Sono affezionato a entrambe. Nella Roma ho fatto tutta la trafila nelle giovanili, ma poi fu complicato affermarmi in prima squadra. C’erano tanti centrocampisti forti e non mi andava di aspettare l’infortunio di uno per sperare di giocare. Così, decisi di andare via. Ascoli, Siena e Parma sono state tappe importanti, con i sei anni in Emilia che mi hanno dato tanto, spalancandomi le porte della Nazionale. Però un rammarico forte resta…”.
Quale?
“Quella di non aver fatto un gradino in più. Si parlava di interessamenti di Napoli e Fiorentina su di me, ma per colpa degli infortuni non riuscii ad avere questa possibilità. Brucia ancora”.
Domenica De Rossi saluterà la Roma dopo diciotto anni in prima squadra.
“Che dire di Daniele? La carriera parla per lui. È stato un tifoso di questa squadra sul campo di calcio, ha trasmesso passione e carattere ai compagni nel corso di tanti anni. Ha meritato tutto quello che ho avuto, con il club e con l'Italia. Sono contento di poterlo omaggiare e salutare attraverso questa intervista. Ciao, Daniele!”.
La Roma americana tra sparate e false illusioni
INSIDEROMA.COM - ROBERTO CONSIGLIO - “Se vogliono gettare merda su di me bene, ma io non torno indietro”. E' questa la frase con cui James Pallotta, presidente della squadra di calcio della AS Roma, ha voluto rispondere alle numerose iniziative di protesta messe in atto contro di lui in questi ultimi giorni.
Il rapporto tra il numero uno giallorosso ed tifosi romanisti si è definitivamente incrinato quando è arrivata la notizia che la società americana non avrebbe rinnovato il contratto al capitano Daniele De Rossi. Molti infatti accusano lo stesso Pallotta di aver distrutto la squadra, da quando ne è diventato proprietario nel 2011, e di aver praticamente cancellato quel concetto di “romanità” che, da sempre, caratterizza i tifosi e la squadra capitolina.
Lasciando da parte le prese di posizione sulla questione riguardante il rinnovo di De Rossi, in questo pezzo vorremmo mettere in evidenza le varie attese disilluse che la gestione americana è riuscita a non rispettare in questi 8 anni. Già pochi giorni dopo aver chiuso l'acquisto del club, Thomas DiBenedetto, primo presidente americano della squadra giallorossa e predecessore dello stesso Pallotta nel medesimo ruolo, ha affermato: “La Roma è una principessa, ne faremo una regina. Vogliamo vincere subito lo scudetto”.
Purtroppo, però, la storia legata ai trofei da esporre a Trigoria è stata ben diversa. In questi anni di presidenza d'oltreoceano, infatti, sono state molte di più le delusioni e le amarezze rispetto alle soddisfazioni che il popolo romanista ha potuto vivere dal punto di vista calcistico.
Tra le delusioni più cocenti possiamo ricordare la sconfitta nella finale di Coppa Italia con la Lazio, vinta dai biancocelesti quel 26 maggio 2013 grazie ad un gol di Senad Lulić, o i 7 gol presi, lo scorso 30 gennaio, durante la partita dei quarti di finale di Coppa Italia contro la Fiorentina.
Per quel che riguarda le soddisfazioni ci viene in mente la semifinale di Champions League, raggiunta lo scorso anno. I giallorossi, in quell'occasione, uscirono più che a testa alta dalla massima competizione europea, contro gli inglesi del Liverpool, dopo due partite giocate a viso aperto e in cui furono determinanti, soprattutto nella gara di ritorno, le decisioni del direttore di gara.
Da quella partita si sarebbe potuto/dovuto ripartire per fare quel definitivo salto di qualità che, a parere di chi scrive, avrebbe fatto diventare la squadra della Città Eterna, col dovuto tempo debito, quasi a livello dei migliori team calcistici europei. Tutto questo, però, non avvenne perchè, per scelte societarie in nome del cosiddetto “flair paly finanziario”, molti giocatori cardine di quella rosa vennero venduti ad altre squadre.
I sostituti che arrivarono purtroppo, per alcuni fin da subito per altri col passare del tempo, non si rivelarono all'altezza di chi se ne era andato. Fatto sta che, quest'anno, la Roma rischia seriamente di dover affrontare il terzo turno preliminare di Europa League: l'altra coppa continentale europea che, però, sotto numerosi punti di vista, in particolare quello del prestigio e quello finanziario, non può minimamente essere paragonata alla Coppa dalle grandi orecchie.
Ma soprattutto James Pallotta è stato il presidente che ha dovuto gestire due patate bollenti che più bollenti non si può: l'addio alla maglia giallorossa di Francesco Totti e Daniele De Rossi. Ma questi due addii, con tutte le similitudini che hanno, presentano anche parecchie differenze.
Infatti, se per il primo è stato un addio “graduale”, che però non ha risparmiato il presidente a stelle e strisce da feroci critiche dai supporter più ortodossi, per il secondo James Pallotta è scivolato su una vera e propria buccia di banana.
Non si capisce come mai l'addio di DDR, da molti visto come un vero e proprio emblema del “romanismo” in campo, sia stato scelto in maniera unilterale negli studi di Boston e in quelli di Londra, dal confidente più seguito di Pallotta: Franco Baldini. La cosa che lascia ancora più di stucco è che, nonostante tutte le critiche arrivate dopo tale decisione, il numero uno giallorosso non si sia fatto vivo e, soprattutto, non sia in procinto di venire a Roma, almeno per il momento, per spiegare questa sua decisione che, agli occhi dei più, è un vero e proprio “suicidio calcistico”.
A tutto ciò lo stesso presidente yankee ha risposto, pochi giorni fa, con la frase citata all'inizio del pezzo. Non proprio un modo elegante per dare spiegazioni a chi lo accusa, oltre che di aver distrutto la squadra sotto più punti di vista, anche di essere interessato solo alla costruzione del nuovo stadio: un'altra patata bollente, per il patron di Boston, visti i numerosi scandali scoppiati al riguardo in questi anni. Insoma, forse la presidenza americana ha sparato un po’ troppo in alto all'inizio della sua avventura romana e poi non è riuscita a mantenere quello che aveva detto. Non proprio un bell'inizio insomma. Se poi ciò lo fai in una piazza calda come Roma, dove sono molte le voci messe in giro e le speranze che si accendono in poco tempo, ecco che la frittata è bella che fatta.
Per chiudere il pezzo vorremo fare il confronto tra Pallotta altri due esponenti del mondo romano attuale: il presidente della Lazio Claudio Lotito e la sindaca di Roma, in orbita Cinque Stelle, Virginia Raggi.
L'inquilina del Campidoglio vinse, senza troppi patemi d'animo, il ballottaggio contro Giachetti e diventò prima cittadina della capitale il 22 giugno 2016. Essa rappresentava un partito che, a detta di molti e per gli stessi slogan scelti, doveva rappresentare un vero e proprio cambiamento rispetto alle precedenti amministrazioni legate a quella che veniva definita “la vecchia politica”.
Anche in questo caso, insomma, come in casa Roma, ci si attendeva una vera e propria rivoluzione. Ed anche in questo caso, nonostante alcune cose buone siano state fatte, le aspettative iniziali sono state abbastanza disilluse.
Non vogliamo fare un pezzo “politico”. Vogliamo però far notare che, a quasi tre anni del suo insediamento, la Raggi non gode più di quel consenso che la fece arrivare a man bassa sulla poltrona principale dell'Aula Giulio Cesare, proprio come accaduto al bostoniano accolto come un salvatore e oggi in “esilio” quasi permanente oltre oceano.
Un esempio positivo, almeno da questo punto di vista, per James Pallotta potrebbe essere, con tutte le precauzioni del caso naturalmente, il presidente della Lazio Claudio Lotito. Il numero uno biancoceleste, infatti, da quando guida la società di Formello dal luglio 2004, non ha mai detto dichiarazioni sensazionalistiche con cui ha fatto crescere aspettative nei tifosi biancoazzurri per poi illuderle come se nulla fosse.
Nonostante questo è riuscito a mettere su una buona squadra che, negli ultimi anni, ha portato a casa qualche trofeo da esporre in bacheca. Sebbene abbia molti altri difetti, sotto diversi punti di vista, almeno da questo lato il numero uno laziale sembra aver capito una lezione che James Pallotta, almeno per il momento, sembra ben lontano da comprendere.
Cosa succederà in futuro non possiamo certo dirlo adesso. Possiamo dire però che il tempo “dirà e vedrà”: almeno di questo, ne siamo più che certi.....
Ranieri: "Allenare la squadra per cui hai fatto il tifo è tutta un'altra cosa. Nel calcio italiano non c'è vero razzismo"
Claudio Ranieri, tecnico della Roma, era presente all’evento organizzato da La Gazzetta dello Sport in collaborazione con il Ministero dell’Università e della ricerca scientifica, la Federcalcio e la Lega Serie A, al quale ha partecipato anche Papa Francesco e che si è svolto oggi presso l’Aula Paolo IV al Vaticano intitolato "Il calcio che amiamo". Queste le sue dichiarazioni a margine della manifestazione riportate da gazzetta.it:
Il calcio come educazione, integrazione, divertimento. Nel calcio italiano quali di questi elementi manca, quali di questi elementi va sostenuto di più?
"Credo ci siano tutti e tre gli elementi. Il razzismo che si sente negli stadi è soltanto una sciocchezza per prendere in giro il ragazzo che non ha la pelle chiara. Credo che il vero razzismo non ci sia o per lo meno in minima parte".
Lei parla spesso di giovani, ne allena di fortissimi (faccio un nome su tutti: Zaniolo). In che modo il calcio italiano può sostenere lo sviluppo dei talenti?
"I talenti non ne nascono sempre, ma l’importante che dietro ci sia un lavoro continuo. Il nome che sta sulla bocca di tutti è quello di Ronaldo perché oltre al talento lui continua ad allenarsi come se fosse il primo giorno di allenamento, come se fosse ancora un bambino".
Si è divertito da quando è tornato ad allenare la Roma?
"Molto! E poi allenare la squadra dove sei nato, dove hai fatto il tifo, dove sei andato allo stadio, in curva, in trasferta è tutta un’altra cosa".
Allenamento Parma. Personalizzato per Gervinho e Sierralta, terapie per Rigoni, Inglese e Gagliolo
Il Parma si è allenato quest'oggi in vista della sfida di domenica sera alle 20:30 contro la Roma, che darà l'addio al suo capitano Daniele De Rossi. I gialloblu si sono ritrovato a Collecchio per una seduta di allenamento pomeridiana iniziata con dei lavori di riscaldamento, seguiti da esercizi sul possesso palla e da un’esercitazione tattica. La sessione si è poi conclusa con una partitella a campo ridotto.
Gervinho e Francisco Sierralta hanno eseguito lavoro personalizzato, mentre per Roberto Inglese e Luca Rigoni solo terapie. Seduta di terapie anche per Riccardo Gagliolo a causa di un risentimento muscolare al soleo.
I crociati si ritroveranno domani nel campio d'allenamento per la rifinitura a porte chiuse e la conferenza stampa di vigilia dell'ultimo match della stagione per mister Roberto D'Aversa è prevista per le 14. Questo è quanto riporta il sito ufficiale dei ducali, parmacalcio1913.com.
InsideRoma Daily News | Arrivano altre conferme sull'affare Qatar-Roma. Verdone: "Addio De Rossi gestito male"
NOTIZIE DEL GIORNO | 23 Maggio 2019
QUI ROMA
La Roma si allena a Trigoria in mattinata. In vista dell'ultimo match contro il Parma di domenica, la squadra inizia con il riscaldamento a cui seguono le esercitazioni tattiche a tutto campo. Lavoro individuale per Zaniolo e Manolas, Fazio ha superato l'influenza di ieri.
I tifosi della Roma si stanno facendo sentire attraverso i tanti striscioni apparsi in tutto il mondo nei confronti di James Pallotta e Franco Baldini per la decisione di non rinnovare il contratto a Daniele De Rossi. La protesta, però, non finisce qui e nei giorni scorsi i social network di varie testate americane e di Boston in particolare sono state invase da messaggi di supporter romanisti che prendevano di mira l'attuale numero 1 del club giallorosso.
Dopo una stragione giocata ad alti livelli, in cui ha messo in mostra tutto il suo talento ed i suoi margini di crescita, la Roma dovrà fare di tutto per mantenere in rosa Nicolò Zaniolo. Il giovane talento, come riferisce Sky Sport 24, è finito nel mirino del Tottenham che sarebbe pronto a sferrare l'attacco decisivo subito dopo la finale di Champions League. La Roma, d'altra parte, non vuole perdere Zaniolo e sta organizzando un incontro con il suo entourage per discutere di adeguamento contrattuale.
Pallotta ha smentito tutto, nessun incontro con Nasser Al-Khelaifi ed il fondo arabo per cedere la Roma. Ma pare non sia vero. Infatti, durante la trasmissione radiofonica 1927, la storia continua in onda su Centro Suono Sport, si è parlato di un incontro tra la Roma ed il fondo arabo già avvenuto nei primi giorni di maggio (tra il 4 ed il 5) presso l'Hotel San Regis dello sceicco Al-Thani. Non è chiaro se all'incontro abbia partecipato lo stessoAl-Khelaifi, ma i contatti sono proseguiti anche nei giorni successivi.
Incontri e dialoghi, ma non una vera e propria trattativa, con Pallotta che vorrebbe dapprima capire quanto possa influire la questione stadio in una possibile vendita della società.
Maurizio Sarri resta un nome caldo in ottica Roma. L'allenatore attualmente del Chelsea, con cui dovrà disputare la finale di Europa League, è pronto ad un incontro con la società londinese per capire il suo futuro. In caso di addio c'è la Roma alla finestra ed un suo arrivo in giallorosso, come riferisce Radio Kiss Kiss, sarebbe accompagnato dal terzino Hysaj. L'albanese del Napoli, fedelisismo di Sarri, non è indispensabile perAncelotti e potrebbe lasciare i partenopei; ma su di lui vi sono anche due big europee.
INTERVISTE
Ranieri: "Questa squadra ha futuro e potrà far bene. Per carattere non mollo mai"
Panucci: "Chi sulla panchina della Roma? Prima bisogna capire il progetto della società"
Roma, la notte dei grandi saluti
IL MESSAGGERO - TRANI - Non è ancora tempo di saldi, pericolosissimi nel calcio per i paletti imposti dal Financial Fair Play. Di sicuro è quello degli addii. E la notte di Roma-Parma, 48° match stagionale dei giallorossi, diventa l'appuntamento per salutare all'Olimpico chi andrà via. L'abbraccio della tifoseria a De Rossi che si sfilerà per sempre la maglia del cuore ha, dunque, la priorità sul risultato che probabilmente non andrà a incidere sulla classifica. Esce di scena, accompagnato dalla contestazione che sta portando Pallotta in giro per il pianeta, il capitano, solo 2 anni dopo Totti che gli lasciò in eredità la fascia. Da Francesco a Daniele, è già finita. Da non crederci, ma la proprietà Usa è fatta così. Prendere o lasciare. E la gente, in questo senso, l'ha già scaricata.
CICLO AZZERATOAnche De Rossi, insomma, scende dalla giostra, ultimo di centinaia e più giocatori che, dal 2011, hanno fatto parte della gestione americana. Campioni e comparse: a Trigoria sono passati calciatori per tutti i gusti. La Roma a stelle&strisce è stata la Regina del ribaltone. In ufficio e in campo. È cambiato addirittura il presidente: Pallotta al posto di Di Benedetto. E già siamo al 2° vice con Baldissoni appena promosso dopo l'esperienza ormai lontana di Tacopina e al 3° Ceo con Fienga incoronato dopo Pannes e Zanzi. Fenucci e Gandini hanno avuto il ruolo, ora vacante (o meglio, assorbito da Fienga), di amministratore delegato e Sabatini, Monchi e Massara di diesse, ai quali si accoderà Petrachi. Baldini e Baldissoni hanno occupato quello di direttore generale, altra carica scoperta (gli unici, con mansioni diverse, negli 8 anni fedeli e quindi dal giorno dello sbarco americano a Trigoria). Calvo è invece l'ultimo di 5 direttori commerciali dopo Winterling, Barrow, Colette e Danovaro (e ieri nel Cda, sostituito il consigliere Gold con Martin). Soprattutto sono 7 gli allenatori (e saranno presto 8 in 9 stagioni): Luis Enrique, Zeman, Andreazzoli, Garcia, Spalletti, Di Francesco e Ranieri che saluterà domenica sera con il suo capitano. E con altri big della rosa: Kolarov e Dzeko di sicuro, ma probabilmente pure Manolas, avendo la clausola da 36 milioni che richiama club di primo piano. E chissà se il pubblico dell'Olimpico rivedrà in giallorosso Olsen, Santon, Marcano, Nzonzi, Pastore, Under, Schick, El Shaarawy e Perotti. Dovrebbero sventolare nella prossima stagione le bandiere del futuro e oggi di scorta: Florenzi, con la fascia al braccio, e Pellegrini, con la clausola da 30 milioni che non dà alcuna garanzia.
DISCORSO COL SILENZIATORE«Entro sempre in campo dopo l'inno, altrimenti mi emoziono troppo. Voglio restare freddo e lucido fino in fondo. Dato che è l'ultima ci tengo a ringraziare il presidente: mi ha dato l'opportunità di guidare ancora una volta la squadra del mio cuore». Ranieri, sul sito della Roma, fa il tenero nei confronti della proprietà Usa, dopo essere stato picconatore negli ultimi 10 giorni. Meglio non esagerare: non tira certo aria di festa per l'Evento del 26 maggio. Ma, pure se addolcita, la sentenza è la stessa: la prossima non sarà un'annata da vertice. «Bisogna vedere come cambierà la squadra e capire che allenatore verrà. Io non voglio caricare di responsabilità il mio successore e di aspettative la tifoseria. Sarebbe troppo facile, visto che negli ultimi anni la squadra è sempre andata in Champions. E allora diciamo che dovrà entrare in Europa League, voliamo più in basso».
Petrachi, percorso tutto in salita per piazzare i sopravvalutati
IL MESSAGGERO - CARINA - «Rivoluzione» è il termine maggiormente accostato alla Roma in queste settimane. È una rivoluzione pensare ad una squadra senza più De Rossi, che saluterà presumibilmente Manolas e Dzeko e che avrà un nuovo allenatore (Gasperini) più un nuovo direttore sportivo. Il lavoro che attende Petrachi non è facile. Il ds è pronto a liberarsi dal Torino. Anche il presidente Cairo, dopo aver fatto muro in questi mesi, si sta arrendendo: «Non posso sapere cosa farà Gianluca nei prossimi giorni. Dimissioni? Ma che ne so, ma cosa m'importa, chiedetelo a lui Comunque ancora non ha presentato nessuna lettera». Lo farà, nei prossimi giorni. A quel punto, se la nomina ufficiale potrebbe slittare al 1° luglio visto che il Torino non vorrebbe concedergli sconti (ed è favorito in questo dalla modulistica federale), sarà comunque libero d'iniziare a lavorare per il club giallorosso.
LAVORO IMPROBOIn primis dovrà abbassare il monte-ingaggi (ora, senza Luca Pellegrini al Cagliari, è di 90,9 milioni lordi) e poi acquisire calciatori che s'integrino negli schemi di Gasperini. L'allenatore piemontese non è Sarri, più malleabile in generale nell'adattarsi alla rosa a disposizione. Per il suo 3-4-3 ha bisogno di elementi specifici. L'ennesimo ribaltone di mercato è dunque alle porte. Il rischio, però, rispetto al passato - quando la Roma poteva mettere in vetrina i propri prezzi pregiati, raccogliere plusvalenze e poi investire nuovamente anche grazie ai soldi della Champions - è che stavolta il modus operandi (al netto di qualche cessione inattesa, leggi Zaniolo) possa rivelarsi più difficile. Perché il problema non è trovare un acquirente per Dzeko. Il bosniaco, anche se 33enne e con uno stipendio importante (4,5 milioni, 8,3 al lordo), ha ormai ammortizzato (4,2) il suo costo originario più i bonus maturati (21,053). E non lo sarà nemmeno per Manolas che ha una clausola rescissoria di 36 milioni. Paradossalmente neanche per Marcano, arrivato a parametro zero.
CONTI IN SOSPESOCi sono altri calciatori della rosa, però, dei quali sarà difficile liberarsi. Prendiamo ad esempio il caso di Pastore, l'emblema del flop estivo di Monchi. L'argentino, 30 anni a giugno, è stato pagato 24,6 milioni (più 1 di commissioni) e ha un contratto sino al 2023. Percepisce un ingaggio di 4 milioni (7,4 al lordo). Tradotto: a breve il valore residuo a bilancio sarà di 19,5 milioni. Nel suo caso, l'unica strada percorribile appare il prestito, con il rischio però di doversi sobbarcare gran parte dello stipendio. Ma non finisce qui. Perché se Schick (e Karsdorp), flop dell'era monchiana, potrebbe forse ritagliarsi un ruolo alla Ilicic (e in quest'ottica i preliminari di Europa League potrebbero agevolare il lavoro di Petrachi e Gasperini: se si ritrova, rimane, altrimenti cessione/prestito in Germania), improbabile che ce la facciano calciatori come Olsen e Nzonzi. Il francese classe '88 è costato 27,9 milioni (più 1,5 di commissioni), guadagna 3,1 milioni (5,7 al lordo) e a bilancio pesa ancora per 22 milioni. Il portiere, invece, è costato meno (9 milioni più 2,3 di commissioni). Chi li vuole, però, giocherà al ribasso. C'è poi Perotti (ingaggio di 2,7 milioni, 5,0 lordi). Già la scorsa estate a Trigoria provarono a trovargli una sistemazione, scontrandosi con il parere negativo del calciatore. L'argentino adora Gasperini («Mi ha cambiato la carriera») ma sono trascorsi ormai tre anni e Diego a luglio ne farà 31, reduce da una stagione nella quale è stato più in infermeria che in campo. Rischia di diventare un boomerang anche la valutazione (9,5 + 0,5 di commissioni) data a Santon. Per non fare minus-valenza, Petrachi dovrebbe cederlo a 8 milioni. Non pochi.
Pallotta contestato anche nella sua Boston
IL MESSAGGERO - James Pallotta contestato anche nella sua Boston, dove i tifosi della Roma sono arrivati grazie ai social. Sfruttando le pagine dei Boston Celtics, The Boston Herald, WBZ-Tv e persino quella del ristorante Nebo di proprietà delle sorelle del presidente (sospeso da Tripadvisor per un afflusso di recensioni che non descrivono un’esperienza in prima persona), migliaia di utenti hanno scritto post di protesta per il mancato rinnovo di Daniele De Rossi. Ad accorgersene sono stati i giornalisti del Boston Globe, che hanno dedicato alla vicenda un articolo indagando sui motivi di tanta indignazione. Il quotidiano statunitense ha anche provato a contattare Pallotta che, peró, ha preferito non commentare