Bernardeschi ammonito, salta la Roma

Federico Bernardeschi non ci sarà contro la Roma. L'esterno offensivo juventino, infatti, era diffidato ed è stato ammonito nel corso del derby della Mole.  L'ex viola non parteciperà quindi alla gara in programma domenica 13 maggio alle 20:30 allo Stadio Olimpico.


Petrachi, quanta Roma portata all’ombra della Mole

INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI - In principio furono Simone Loria e Ahmed Apimah Barusso.

Era la stagione 2009/2010 quando il presidente del Torino Urbano Cairo decideva di affiancare all'allora direttore sportivo Rino Foschi il giovane e promettente Gianluca Petrachi, attualmente il più probabile ds della Roma che verrà; un passato da discreto calciatore tra Serie A, B e C, senza dimenticare una breve esperienza inglese con il Nottingham Forest sul finire degli anni Novanta.

Petrachi, dal canto suo, aveva già costruito un grande Pisa nel ruolo di ds tra il 2006 e il 2008, permettendo ai nerazzurri dapprima di salire nella serie cadetta del calcio italiano e poi di gettare le basi per la rosa che avrebbe sfiorato un clamoroso doppio salto di categoria consecutivo.

Proprio tali, ottimi risultati, portarono l'ex centrocampista all'attenzione del numero uno granata Cairo, alla ricerca di un abile uomo mercato che potesse supportare (ma, in realtà, di lì a breve sostituire) l'esperto Foschi, a sua volta alle prese con la difficile ristrutturazione di una compagine reduce dalla cocente delusione della retrocessione in Serie B.

Sin dal principio della sua avventura all'ombra della Mole, Petrachi iniziò a cercare in 'casa Roma' rinforzi per il Torino: una costante che lo avrebbe poi accompagnato anche nei dieci anni successivi come unico e plenipotenziario direttore sportivo dei granata.

Nell'estate del 2009, ad approdare in Piemonte direttamente da Trigoria, agli ordini dell'allora mister Stefano Colantuono, fu il già citato difensore centrale Loria. L'ex Cagliari era giunto nella Capitale soltanto dodici mesi prima per sostituire idealmente Matteo Ferrari (finito al Genoa a parametro zero) come primo ricambio alla coppia difensiva titolare composta da Mexes e Juan: si rivelò, purtroppo, un fiasco.

Durante il mercato di riparazione della medesima stagione, poi, il Toro bussò nuovamente dalle parti di Roma, sponda giallorossa, per chiedere il roccioso mediano Barusso; il ghanese, di cui si parlava un gran bene quando venne acquistato dal Rimini nel mercato estivo del 2007, aveva disputato i primi sei mesi con la maglia del Brescia, tuttavia insoddisfatto del suo rendimento. Nessun problema, dunque, per l'allora ds giallorosso Daniele Pradè nel 'girare' il prestito dalla Lombardia al Piemonte.

Due anni dopo, impegnato nella costruzione della prima rosa granata agli ordini di Giampiero Ventura, Gianluca Petrachi ottenne dalla società capitolina il prestito dell'esterno Stefano Guberti, colui che era salito agli onori della cronaca nell'estate del 2009 poiché unico acquisto della deprimente sessione di mercato in entrata della Roma di Rosella Sensi (contraddistinta, invece, dal sorprendente addio ad Alberto Aquilani, in direzione Liverpool).

Al termine della stagione 2011/2012, l'ex ds del Pisa raccoglie finalmente i frutti del proprio lavoro e il Torino torna in Serie A dopo tre anni di 'purgatorio'. Inizia, così, la rinascita del Torino all'interno del panorama calcistico dello Stivale grazie al binomio Petrachi-Ventura.

Per l'annata del ritorno tra i 'grandi', il direttore sportivo granata compie una robusta campagna di rafforzamento, che prevede, tra gli altri: Matteo Brighi, ormai non più rientrante nei piani della nuova società giallorossa made in Usa e Alessio Cerci, prelevato dalla Fiorentina, ma su cui Petrachi e Ventura avevano puntato fortemente già nel lontano 2007 in quel di Pisa, valorizzando al massimo il ragazzo come non era invece accaduto nella sua precedente esperienza a Brescia.

Alla fine, arrivano una salvezza piuttosto tranquilla e soprattutto il bel gioco, grazie a 'mister libidine' Ventura.

Si arriva, così, alla stagione 2016/2017, quando la sponda granata di Torino appare praticamente una colonia giallorossa.

In estate, Petrachi, su espressa richiesta dell'allenatore Sinisa Mihajlovic, sceglie di credere nel ritorno a grandi livelli del centrale difensivo Leandro Castan, reduce da un'annata piuttosto negativa nella Capitale dopo la delicata operazione per la rimozione di un cavernoma che lo aveva costretto a saltare l'intera stagione 2014/2015.

Contestualmente, vengono, invece, ritenuti come veri e propri 'colpi' di mercato gli arrivi dalla Roma di Iago Falque e Adem Ljajic. Grazie all'ex Genoa e al talento serbo, il Torino stravolge completamente il proprio look riguardo alla titolarità delle fasce d'attacco.

All'interno della medesima finestra di mercato, comunque, Gianluca Petrachi conclude con la Roma anche un affare in uscita per la sua società: si tratta del laterale difensivo Bruno Peres, che lascia il granata per la cifra globale di quasi diciotto milioni di euro. Un autentico capolavoro del ds agli ordini di Cairo, il quale aveva acquistato il brasiliano nel 2014 per l'esigua somma di 2.2 milioni.

Non fossero bastati gli esterni offensivi Iago Falque e Ljajic, durante il successivo mercato di riparazione, il Torino di Petrachi e Mihajlovic acquista dalla Roma anche l'argentino Iturbe, ormai fuori dal progetto giallorosso dopo l'ultimo (naufragato) tentativo di rigenerazione dell'ex Verona effettuato da Luciano Spalletti.

Pochi mesi dopo, Petrachi mette gli occhi sul colosso d'ebano Umar Sadiq, che pare aver rallentato il proprio processo di crescita dopo un anno assai deludente in prestito al Bologna. Dalla parte dell'attaccante nigeriano, però, c'è ancora la giovane età e i piemontesi scelgono di portare tra le proprie fila il ragazzo, sperando in una sua definitiva esplosione agli ordini di Sinisa Mihajlovic. Si tratterà, invece, di un fallimento totale: dopo soltanto sei mesi (con tre misere presenze all'attivo, senza alcun gol realizzato) in granata, Sadiq viene rispedito al mittente.

A partire dalla prossima estate, tuttavia, con ogni probabilità Gianluca Petrachi non dovrà più 'importare' pezzi di Roma in altre società, poiché sarà proprio lui a prendere in mano la direzione sportiva del club di Piazzale Dino Viola.


Salvezza e Champions. Le zone calde di questa serie A

INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - Mancano 4 giornate al termine del campionato con alcune sentenze già emesse ed altre che lo saranno solo all'ultimo minuto dell'ultima giornata. Da una parte c'è la Juventus campione d'Italia da un paio di settimane ma con lo scudetto in tasca da quest'estate ed il Chievo retrocesso e penalizzato, che dovrà ricominciare la sua favola dalla serie cadetta. Destino segnato in positivo anche per il Napoli, già matematicamente in Champions League per via degli scontri diretti con la Roma quinta in classifica ed il Frosinone a -10 dalla quartultima e vicinissima a raggiungere i clivensi tra le società che l'anno prossimo ripartiranno dalla serie B.

Praticamente salve SPAL, Bologna e Parma ed invece ancora in lotta per mantenere la categoria Empoli, Udinese e Genoa con i toscani a forte rischio. Ancora più bella è la lotta per il terzo posto ma soprattutto per la quarta posizione, ultima utile per partecipare ai gironi della prossima coppa dalle grandi orecchie. L'Inter ha 4 punti di vantaggio sulla quinta ed un calendario decisamente abbordabile, cosa che non si può dire per Atalanta, Roma, Torino e Lazio. Il Milan è quello che dovrà affrontare le squadre meno blasonate ma è anche quella che appare più in difficoltà. 

Tra scontri diretti ed incroci tra squadre in lotta-salvezza e quelle che ambiscono alla Champions, non è facile determinare chi staccherà il pass per la manifestazione più importante in Europa, chi si dovrà accontentare di partecipare al trofeo meno ambito e chi invece dovrà guardare le altre. Sulla carta, il calendario peggiore è quello della squadra più in forma: l'Atalanta. Se in casa dovrà vedersela con 2 club che non avranno più nulla da chiedere come Genoa e Sassuolo, in trasferta Lazio e Juventus sono 2 partite molto complicate. I bergmaschi volano sulle ali dell'entusiasmo per esser attualmente quarti in classifica ed in finale di coppa Italia ma è proprio la doppia sfida in 10 giorni coi biancocelesti a non far dormire sonni tranquilli. La domanda che tutti si fanno è: gli uomini di Allegri hanno staccato la spina o faranno di tutto per arrivare a quota 100 magari provando a far vincere la classifica marcatori a Ronaldo? Tanto dipenderà da questo perché gli juventini se la vedranno anche con Torino, nel derby di stasera e Roma alla prossima giornata, altre 2 squadre che puntano all'Europa che conta. 

In questo momento, la squadra meno accreditata appare quella di Mazzarri, che però ha dimostrato contro il Milan di esser in ottima salute e di volersela giocare sino alla fine ma è attesa appunto dalla sfida coi bianconeri e successivamente sfiderà Sassuolo (stesso discorso dell'Atalanta) ed Empoli, che alla penultima potrebbe già esser retrocesso ed all'ultima con la Lazio, che se dovesse fallire la lotta al quarto posto e perdere in coppa Italia, dovrebbe puntare tutto sull'ingresso in Europa League dal campionato.

Il Milan non ha più scontri diretti nè incontri difficilissimi, eccezion fatta per quello con la Fiorentina che però pare in disarmo ma la condizione psicofisica della squadra preoccupa l'ambiente. Le altre 3 partite da disputare per gli uomini di Gattuso sono con Bologna e Frosinone (all'epoca retrocesso) in casa e SPAL all'ultima in trasferta, con i ferraresi che avranno già staccato il tagliando per restare in A anche il prossimo anno. I rossoneri dovranno più temere loro stessi che le avversarie e fare bottino pieno ovunque non è un'impresa, a patto che tutti remino dalla stessa parte. La speranza loro è che Roma ed Atalanta non facciano lo stesso. 

La Lazio è chiamata a 5 gare che potrebbero ridare grande entusiasmo ad una piazza che, dopo la sconfitta casalinga contro il Chievo, vedeva il finale di stagione come una condanna. La vittoria in coppa Italia sarebbe di per sè sinonimo di festeggiamenti e se dovesse arrivare il filotto di 4 partite in campionato non sarebbe matematicamente in Champions ma avrebbe grandissime chance.

Questo il cammino delle rivali della Roma per la Champions League con alcuni "gufi" più attenti a vedere Empoli-Fiorentina di domenica che la loro squadra, poiché se i padroni di casa dovessero perdere, la lotta salvezza sarebbe praticamente al capolinea e quindi le sfide di Milan e Roma con Bologna e Genoa perderebbero uletriore significato per le formazioni rossoblu. I ragazzi di Ranieri, invece, dovranno rimanere concentrati sulla gara di Marassi, perché vincere su quel campo non è mai facile e ne sanno qualcosa la stessa Lazio ma anche la Juentus e l'Atalanta, uscite tutte sconfitte. 

Peccato che la lotta scudetto non sia mai in discussione da 8 anni a questa parte così come 2 posizioni su 3 in fondo alla classifica ma almeno un motivo di interesse sino alla fine lo si è trovato in una serie A sempre più lontana parente di quella anni '80-'90.


Insideroma Daily News - Continuano le voci su Conte. Domani alle 10:30 conferenza pre-Genoa per Ranieri

NOTIZIE DEL GIORNO | 2 MAGGIO 2019

Champions League, il Barcellona compie un primo passo verso la finale. Liverpool battuto 3-0

Serie B, il Brescia è la prima promossa in Serie A. Ritorno alla massima serie dopo otto stagioni

Sempre vivo l'interesse del Qatar per la Roma

L'Ajax disposto a cedere Ziyech. Si apre un'asta tra le big d'Europa

Dzeko invitato ad un allenamento di pallavolo da Barani

Domani alle 10:30 conferenza pre-Genoa per Ranieri (foto)

Allenamento Roma. Individuale per Kluivert, De Rossi, Santon e Dzeko

Mazzoleni arbitrerà Genoa-Roma

Conte lusingato dalla Roma ma preferisce l'Inter

Cairo chiede un indennizzo economico o qualche Primavera per liberare Petrachi

Allenamento Genoa. Stagione finita per Sturaro, in gruppo Sanabria e Veloso

Stagione finita per Sturaro per un trauma al ginocchio. Out con la Roma

Ecco il Dream team di Cristante. Presenti Cafu e Totti

 

INTERVISTE

Ag. Schick: "La prossima stagione sarà decisiva, un esame. Consiglio a Patrick di rimanere alla Roma"

Pallotta: "Qatar Sports Investement vuole la Roma? Tutto falso. Non c'è niente di vero"

Mancini: "Zaniolo in sei mesi è migliorato moltissimo, però la strada è lunga"

Lippi: "Tutte le squadre vogliono Conte. Preferirà una squadra con un progetto e non è detto che sia blasonata"

Mancini: "Normale un periodo di calo fisico per Zaniolo ma rimane di grande prospettiva"

Davide Lippi: "Penso che ci siano buone possibilità che Conte sieda sulla panchina giallorossa"

Perinetti: "Roma e Atalanta le squadre più in forma del momento"

Defrel: "Il mio futuro? Presto per dirlo. Sono contento dopo l'anno difficile che ho passato"


Champions League, il Barcellona compie un primo passo verso la finale. Liverpool battuto 3-0

Nella serata di ieri si è svolta l'andata della seconda semifinale di Champions League. In campo al Camp Nou il Barcellona contro il Liverpool. I padroni di casa si sono imposti sugli avversari con un tondo 3-0.
Ad aprire le marcature è stato Suarez al 26' con un tiro da dentro l'area. Nella ripresa sale in cattedra Messi che chiude il match con una doppietta personale. Al 75' arrivando per primo su una ribattuta e ribadendo in rete ed all'82' con una punizione magistrale. Appuntamento, adesso, al ritorno; con il Liverpool che è chiamato all'impresa per tornare a disputare la finale.


Serie B, il Brescia è la prima promossa in Serie A. Ritorno alla massima serie dopo otto stagioni

Il Brescia è ufficialmente promosso in Serie A con due giornate d'anticipo. Le rondinelle hanno conquistato la massima serie dopo otto anni d'assenza grazie all'1-0 di ieri sera contro l'Ascoli. A decidere il match è stato Daniele Dessena.
Ora occhi puntati sul Lecce, che insegue il sogno Serie A e potrebbe essere la seconda squadra promossa direttamente.


Sempre vivo l'interesse del Qatar per la Roma

Non si fermano le indiscrezioni che vorrebbero la Qatar Sports Investments in trattativa per acquistare la Roma da Pallotta. Dopo l'Equipe e Milano Finanza arrivano altre conferme da parte de Le Parisien.
Secondo il quotidiano francese Al Khelaifi starebbe pensando di lasciare il Paris Saint Germain per via delle troppe tasse annuali, ammontate ad oltre un miliardo di euro dal 2011 a oggi, da versare allo stato francese.
Conferme che arrivano anche da Nabil Ennasri, direttore de L’Observatoire du Qatar, che dichiara: "L’impegno del Qatar verso il PSG non sarebbe a rischio e l’interesse verso la Roma deve essere letto come una volontà di sensibilizzazione che il paese del Golfo Persico vuole portare avanti attraverso lo sport. Il PSG dunque non sarà più l’unica squadra ma resterà il fiore all’occhiello nelle strategie".


L'Ajax disposto a cedere Ziyech. Si apre un'asta tra le big d'Europa

A lungo la Roma ha seguito il talento marocchino Hakim Ziyech, perno dell'Ajax che sta stupendo in Champions League. Nella prossima sessione di mercato potrebbe aprirsi una vera e propria asta per il giocatore, con l'Ajax che non accetterebbe cifre inferiori ai 45 milioni di euro. La Roma potrebbe fare la sua mossa e giocarsi le proprie chance, ma la concorrennza è molta ed agguerrita. Su tutti, come riferisce il Daily Mail, c'è il Tottenham che è pronto a versare la cifra richiesta al club olandese. Ma alla finestra vi sono anche le due squadre di Manchester, Arsenal, Liverpool, Bayern Monaco ed Inter.


Ag. Schick: "La prossima stagione sarà decisiva, un esame. Consiglio a Patrick di rimanere alla Roma"

Patrick Schick, da quando è alla Roma, non ha mai convinto davvero tifosi ed addetti ai lavori, venendo spesso inserito nella lista dei possibili partenti durante il mercato estivo o invernale. Uno scenario che potrebbe ripresentarsi quest'estate anche se Pavel Paska, agente del giocare, lo smentisce. Queste le sue parole al sito iDNES.cz:

Immagino che presto sarai a Roma per parlare del futuro di Patrik Schick
Ero a Roma la scorsa settimana. L’allenatore e il direttore sportivo sono cambiati, ma nulla è cambiato per noi. La prossima stagione sarà decisiva. Lo stesso Patrik si preoccupa se riesce a sfondare e adempiere alle enormi precondizioni che ha. E’ resiliente, ha personalità, ma ha bisogno di più aggressività”.

Ha segnato solo tre gol nella stagione in corso e ha giocato quindici volte titolare. Nell’ultima giornata nemmeno un minuto in campo. Non sei seccato?
Assolutamente no. Guarda con chi deve competere: Dzeko, Perotti, El Shaarawy, Pastore, Kluivert. Naturalmente saremmo molto più felici se facesse dieci gol, ma Patrik ha solo ventitré anni”.

L’allenatore della Roma, Claudio Ranieri, la scorsa settimana ha dichiarato che Schick sarà un campione. E' in buone mani allora?
Gli allenatori cambiano, i club rimangono. Lo ripeto spesso ai miei giocatori: non lamentarti e lavora!

Quindi proverò in modo diverso: non consiglieresti un trasferimento estivo a Schick?
No. Ha imparato molto del calcio, è in cima al club, e sto dicendo che la prossima stagione sarà un esame”.


Pallotta: "Qatar Sports Investement vuole la Roma? Tutto falso. Non c'è niente di vero"

Dopo le ultime indiscrezioni che vorrebbe la Qatar Sports Investement in trattativa per l'acquisto della Roma, sono arrivate puntali le smentite di James Pallotta. Queste le dichiarazioni del patron giallorosso a RomaPress:

La Qatar Sports Investment vuole acquistare la Roma?

"Non c’è niente di vero, è tutto falso".


Prandelli-Ranieri, una sfida dall'Italia alla Premier League

ILSECOLOXIX.IT - ARRICHIELLO - Claudio Cesare contro Claudio. Nomi da condottieri romani e carriera da signori del calcio, allenatori gentleman che hanno sempre preferito l’eleganza all'arroganza, la forza del dialogo al frastuono dei toni alti ed esasperati. Domenica, al Ferraris, torna in scena la sfida tra due decani della Serie A: Prandelli contro Ranieri. L’ultima volta, nove anni fa a Firenze, la spuntò la Roma di Claudio da Testaccio: uno a zero, gol di Vucinic. Ma a tenere banco in quel frangente, furono le voci che li volevano in concorrenza per il dopo-Lippi in azzurro. «Sfida da Nazionale? Bischerate», commentò Prandelli per evitare distrazioni ai suoi. Alla fine, qualche mese dopo, sulla panchina dell’Italia ci finì lui, il tecnico di Orzinuovi, mentre Ranieri restò alla guida della Magica, dopo aver sfiorato uno scudetto poi vinto dall'Inter di Mou nell'anno del Triplete. «Non sono mai stato contattato dalla Figc - disse poi Ranieri - Prandelli merita la panchina azzurra. Mi fa piacere che in tanti abbiano pensato a me, ma la Roma viene al primo posto...». Anche se, poco dopo, la sua prima avventura giallorossa finì malamente proprio a Marassi, dopo un’indimenticabile (per il Grifone), Genoa-Roma: da 0-3 a 4-3, rimonta epica per i rossoblù allenati in quel 20 febbraio 2011 da Ballardini.

Ma Genoa-Roma, per Ranieri, evoca anche ricordi più piacevoli, basta andare più indietro nel tempo: 4 novembre 1973, altra vittoria rossoblù (2-1, gol di Corradi, pareggio di Domenghini, rete vincente di Simoni), ma esordio in A nella sua squadra del cuore per Claudio, giovane difensore, lanciato dal “filosofo” Scopigno. Per il debutto in A di Prandelli, invece, di 6 anni più giovane (classe 1957 contro 1951), bisognerà aspettare l’1 ottobre 1978, in maglia Atalanta, in Calabria, per uno 0-0 contro il Catanzaro di Ranieri. A cui Cesare, all'epoca centrocampista di belle speranze, aveva rifilato un gol l’anno prima, in Serie B, con la maglia della Cremonese.

Dal passato al presente, Prandelli e Ranieri si sono rimessi in gioco raccogliendo sfide difficili, in ambienti caldi, a campionato in corso. Entrambi sono rientrati in Italia quest’anno dopo le rispettive esperienze all'estero. Più sfortunate per Cesare, alterne per Claudio che è però è stato protagonista del successo più stupefacente, a livello di club, del nuovo millennio: la Premier vinta con il Leicester in mezzo ai colossi inglesi. E anche qui altro incrocio tra i due. Perché quando, l’anno dopo, le Foxes ingrate esonerarono Sir Claudio, ancora in corsa in Champions, tra i contattati per la successione ci fu proprio Prandelli: «Ma gli ho detto no - spiegò l’ex ct - non si va in un posto del genere dopo aver visto come è stato trattato Ranieri. Non si va là. Punto». Scelta coraggiosa considerato anche il difficile momento che viveva il mister che pochi mesi dopo, voglioso di rimettersi in pista, andò all'Al Nasr Dubai, esperienza araba finita male.

Quest’anno, invece, era stato Ranieri a essere accostato al Grifo in autunno, prima che poi arrivasse Prandelli. Rumors alimentati anche dai precedenti col dg Perinetti, con cui aveva lavorato al Napoli. Il clou a inizio novembre, quando venne fuori la voce di un Ranieri a caccia di una casa a Pegli. Ma a varcare i cancelli del Signorini, un mese dopo, fu Prandelli, chiamato al posto di Juric.

Domenica al Ferraris, Cesare e Claudio torneranno a sfidarsi. Il primo per salvare il Genoa, il secondo per riportare subito la Roma in Champions. Da un lato Prandelli, allievo di Trap, allenatore che spesso ha cercato di avvicinare i suoi calciatori alla gente, al sociale,e di promuovere il fair-play, vedi il “terzo tempo” ai tempi della Fiorentina. Dall'altro Ranieri che col suo cappellino giallorosso vintage ricorda Liedholm, anche per l’aplomb con cui risponde a chi gli chiede di Conte: «Lo andrei a prendere all'aeroporto...». E il Barone, da lassù, avrebbe apprezzato. Nessuno dei due, per vari motivi, ha la certezza di essere alla guida di Genoa e Roma l’anno prossimo. Ma ora c’è altro a cui pensare. I precedenti in A sono 7: 2 pareggi, 4 vittorie per Ranieri, una per Prandelli. Per Claudio spicca quella datata 20 settembre 2009, prima all'Olimpico da tecnico della Roma, 3-1 sulla Viola, doppio Totti e De Rossi. Ma l’unico sorriso dell’ex ct vale triplo: Juve-Fiorentina 2-3 (2 marzo 2008), gol decisivo di Osvaldo: successo che mancava da 20 anni e il mister che entra nel cuore di Firenze, al grido di «Prandelli sindaco!». Altri tempi, altro clima. Ma anche stavolta, come 11 anni fa, Cesare vuole un’impresa contro l’amico Claudio che può valere una stagione.


Mancini: "Zaniolo in sei mesi è migliorato moltissimo, però la strada è lunga"

Roberto Mancini, CT della nazionale, è tornato a parlare dopo lo stage di Coverciano dicendo la sua sui giovani Zaniolo (Roma) e Kean (Juventus). Queste le sue parole ai microfoni di Dazn:

Kean e Zaniolo?
“Kean e Zaniolo mi danno del lei, loro sono giovani, penso che sia anche giusto (ride, ndr). Forse Zaniolo non si aspettava la chiamata. Non aveva ancora debuttato in Serie A, aveva giocato solo in Primavera. L’avevamo seguito molto agli Europei Under 19 e lui in sei mesi è migliorato moltissimo, però la strada per lui è ancora lunga. Kean era nella stessa squadra di Zaniolo agli Europei Under 19. Magari non si pensava potessero giocare così presto in Nazionale. Dai giovani c’è da aspettarsi una grandissima partita a volte, altre un po’ meno. Dobbiamo assolutamente aspettarli, dar loro fiducia, perché sono giovani e hanno grande talento”.

Il primo “colpo” in Nazionale?
Puntare, anche con qualche rischio, sui ragazzi più giovani, con i 3-4 più esperti”.