PSG, Tuchel: "Il prossimo anno resto qui"
Thomas Tuchel, tecnico del PSG, ha parlato del suo futuro al termine della finale della Coppa di Francia persa contro il Rennes, considerando l'accostamento di Antonio Conte alla panchina del PSG per il prossimo campionato:
"Ovviamente voglio continuare sulla panchina del PSG".
Serie A, Samp in dieci e la Lazio porta a casa i tre punti
Vittoria esterna della Lazio sul campo della Sampdoria con il rsultato di 2-1.
Dopo venti minuti di partita i biancocelesti conducono già per 2-0 grazie alla doppietta di Caicedo (3' e 19'). Nel finale di tempo la Sampdoria rimane in dieci per l'espuslione di Ramirez (doppia ammonizione), ma nella ripresa non demorde ed accorcia le distanze con Quagliarella al 57'. Ma i blucerchiati non riescono a raggiungere il pari, con la Lazio che porta a casa i tre punti.
Hazard chiude alla Roma: "Ho già parlato con il Borussia Dortmund"
Nei giorni scorsi il nome di Thorgan Hazard, fratello di Eden del Chelsea, è stato accostato alla Roma. Ma il belga, in forze al Borussia Monchengladbach, ha dichiarato di voler restare in Bundesliga. Queste le sue parole riportate da VTM Nieuws: "Ho già parlato con il Borussia Dortmund. Vorrei fare un altro step nella mia carriera e scoprire qualcosa di nuovo. Ora sta ai club raggiungere un accordo. Ci vuole tempo, ma è così che sono le trattative".
Serie A, Torino batte Milan 2-0 e sogna l'Europa
La giornata corrente di Serie A si è chiusa con il successo del Torino contro il Milan. Un 2-0 che va anche a favore della Roma in ottica quarto posto. Apre le marcature Belotti al 58' su calcio di rigore, con Berenguer che al 69' chiude i giochi. Il Milan chiude in dieci per l'espulsione di Romagnoli all'82'.
Cairo: "Petrachi? Sta con me da 9 anni, non penso che vada alla Roma"
Urbano Cairo, presidente del Torino, è stato intervistato da Sky Sport al termine della gara vinta 2-0 contro il Milan e ha parlato anche del suo ds, che molti danno vicino alla Roma. Questa la sua smentita:
"Non so il perché di tutte queste voci, Petrachi sta con me da 9 anni e mezzo e ha un contratto fino al 2020. Mi ha fatto piacere che ci siamo abbracciati da vecchi amici al gol".
Quando hanno chiesto se alla Roma si formerà la coppia Conte-Petrachi, il patron granata ha risposto:
"Non so se Conte vada alla Roma. (sorridendo, ndr). Penso che Petrachi non ci vada proprio".
Una Roma ‘tanguera’ con il Flaco e il Comandante
INSIDEROMA.COM – MATTEO LUCIANI – Roma-Cagliari finisce sulle note di “Grazie Roma” e con il popolo giallorosso finalmente felice, particolare non da poco all’interno di una stagione tanto disgraziata, ma, a quanto pare, forse ancora salvabile.
La squadra di Claudio Ranieri vince con un rotondo 3-0 contro i sardi, confermando il proprio buon momento di forma e andandosi a prendere, almeno per una notte, quel tanto agognato quarto posto, che equivarrebbe alla qualificazione per la prossima edizione della Champions League.
Continuano le note positive da evidenziare in casa romanista, tanto che al momento il tecnico ex Leicester appare un autentico Re Mida, piuttosto che un semplice allenatore. Basti pensare a coloro che ieri pomeriggio hanno, rispettivamente, sbloccato il risultato e condotto la Roma sul 2-0, chiudendo virtualmente la sfida già entro i primi dieci minuti di gioco: stiamo parlando del ‘Comandante’ Federico Fazio e del ‘Flaco’ Javier Pastore.
Entrambi argentini, tanto l’ex centrale del Siviglia di Monchi, quanto il talento scoperto da Walter Sabatini ai tempi del Palermo, durante la sfida contro i sardi di Maran sono stati in gradi di ‘riprendersi’ la Roma.
Arrivato per una cifra irrisoria nell’estate del 2016 su precisa indicazione dell’allora mister giallorosso Luciano Spalletti, che lo avrebbe voluto alle proprie dipendenze già ai tempi dello Zenit, Federico Fazio doveva rappresentare la prima alternativa alla consolidata coppia titolare di centrali difensivi rappresentata da Kostas Manolas e Antonio Rudiger (sulla carta c’era anche il belga Vermaelen, ma tutti sappiamo come sia stata la sua esperienza capitolina…). In realtà, l’allenatore toscano concesse poi notevole spazio nel corso della stagione al difensore prelevato dal Tottenham, soprattutto da quando scelse di puntare forte sulla difesa a tre, proprio con Fazio perno centrale grazie alla sua abilità nell’impostare il gioco.
Le prestazioni del difensore classe 1987 stupirono addetti ai lavori e tifosi, non proprio entusiasti al momento dell’acquisto del calciatore di Buenos Aires, tanto da permettere al ragazzo di guadagnare l’affettuoso soprannome di ‘Comandante’ per la sua capacità nel gestire la difesa giallorossa.
Salutato Spalletti, tuttavia, per Fazio iniziano i problemi e la sua vita romanista comincia a vivere di spaventosi alti e bassi. Il nuovo mister, Eusebio Di Francesco, ha in mente una Roma assai offensiva, impostata in campo con difesa alta e modulo 4-3-3: per un difensore con le qualità di Federico Fazio, ottimo ad impostare il gioco e a far valere il proprio fisico contro gli avversari diretti, ma non certo impeccabile quando c’è da rincorrere un attaccante in campo aperto, è ovvio che ci sarà da soffrire. Il primo campanello d’allarme suona addirittura in un’amichevole estiva, quando i giallorossi vengono travolti a Vigo dal Celta di Iago Aspas e l’ex Siviglia appare tra i più in difficoltà.
La stagione 2017/2018 prosegue con buone prestazioni alternate ad altre da dimenticare: il fatto di non avere più due centrali accanto, ma il solo Manolas, sembra ridimensionare le pur buone capacità del ‘Comandante’. Arrivano, comunque, l’impresa contro il Barcellona (con Di Francesco che sperimenta la difesa a tre) e il terzo posto finale in Serie A e Fazio resta uno dei perni della squadra dell’ex allenatore del Sassuolo anche per l’annata ancora in corso.
Fino all’arrivo di Claudio Ranieri, però, i tifosi della Roma sono sfortunatamente costretti a vedere la peggior versione romanista di Federico Fazio: svarioni continui e scarsa lucidità pure nel dare il là all’azione offensiva. Di Francesco inizia a preferirgli sempre più spesso Juan Jesus. Con il tecnico testaccino, tuttavia, cambia tutto: i giallorossi vengono rivoluzionati nel proprio modo di stare in campo e con una compagine più accorta in fase difensiva, Fazio torna a essere il ‘Comandante’. Il segreto? Spiegato con facilità disarmante dallo stesso Ranieri nella conferenza stampa post match di ieri: “Quadrando la difesa, un giocatore bravo di testa e intelligente nelle letture come lui è logico che si ritrovi subito”. Bastava adattare la squadra alle qualità dei singoli a disposizione e non viceversa.
Capitolo Pastore. ‘El Flaco’, arrivato l’estate scorsa e accolto trionfalmente in aeroporto dai fan giallorossi, fino alla sfida con il Cagliari rappresentava un perfetto ibrido tra il ‘flop’ e il ‘mistero’. Chiariamo: una partita, seppur ben giocata, non cambia il finora pessimo bilancio dell’ex Palermo all’ombra del Colosseo, oltre alle colpe da attribuire a chi ha portato nella Capitale l’argentino in luogo di Ziyech (leggasi Monchi). Tuttavia, il match di ieri mostra incoraggianti segnali di risveglio da parte del ‘Flaco’ e fino a quando l’argentino sarà un calciatore della Roma, ben venga.
Javier Pastore è stato anche sin da subito ‘vittima’ del confronto con il calciatore che idealmente, ma inspiegabilmente, sarebbe andato a sostituire: Radja Nainggolan. Due giocatori, nonché uomini, completamente diversi. Impossibile pensare semplicemente di togliere la pedina belga dallo scacchiere dell’undici titolare inserendo al suo posto quella albiceleste. Dopo vari tentativi iniziali, puntualmente falliti, infatti, complici anche gli svariati infortuni del ragazzo (soprattutto per un polpaccio malandato, che già da anni tormentava Pastore, un dettaglio che chi ha portato l’ex Psg a Roma, leggasi nuovamente Monchi, avrebbe avuto il dovere di conoscere), Eusebio Di Francesco ha sostanzialmente accantonato il ‘Flaco’.
Ieri pomeriggio sono arrivati un bel gol da fuori area con un preciso destro a giro e tante giocate degne della sua fama, ma soprattutto l’impressione di aver finalmente ammirato un calciatore facente parte di una squadra e non un lezioso talento circense.
Sarà stato soltanto un acuto solitario oppure l’inizio di una nuova vita a tinte giallorosse? Chi vivrà, vedrà.
Intanto, godiamoci questa Roma tanguera, che vince e continua a credere al quarto posto.
Una vittoria "normale"
INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - La Roma supera il Cagliari per 3-0 e torna al quarto posto per un giorno. La partita contro i sardi ha regalato diversi spunti importanti in una gara mai messa in discussione grazie al doppio vantaggio acquisito nei primi 8 minuti ed alla buona gestione del resto dell'incontro. Eppure la sfida era iniziata anche stavolta col brivido: conclusione da fuori di Ionita sulla quale è stato bravo Mirante a deviare d'istinto in corner.
Da lì, i giallorossi invece di intimorirsi come fatto in altre occasioni, sono usciti dal loro guscio. Al 4', gli uomini di Ranieri erano già avanti di una rete grazie al colpo di testa di Fazio, che ha sorpreso Cragno col pallone che ha colpito prima il palo e poi la Goal Line Tecnology ha confermato che la sfera aveva varcato completamente la linea. Quindi, 3 minuti dopo è arrivata la firma d'autore: Javier Pastore. In maglia giallorossa, il Flaco ha giocato poco, fuori ruolo e spesso in maniera non incisiva ma stavolta ha messo in mostra il suo repertorio. I critici hanno detto che i ritmi erano blandi e hanno facilitato le sue doti ma la realtà è che l'ex PSG ha mostrato giocate di alta scuola: rabona, passaggi filtranti, aperture millimetriche, assist, traversa ed il gol, ciliegina su una torta buonissima durata 65 minuti.
L'assenza contemporanea di De Rossi, Zaniolo e Cristante ha costretto mister Ranieri a far giocare in mediana Pellegrini e Nzonzi ma il dubbio era se la Roma avrebbe giocato 4-2-3-1 o 4-4-2 con Schick in coppia con Dzeko. Il ceco ed il bosniaco non hanno mai convinto quando sono stati schierati insieme, con l'ex City costretto a venirsi a prendere la palla a metà campo e risultando poco lucido sottoporta. Alla fine, il tecnico giallorosso ha optato per il primo modulo ma a quel punto il dubbio era se far giocare Perotti o appunto Pastore. La scelta è ricaduta su quest'ultimo, poiché Ranieri lo aveva visto motivato ed in forma nel corso delle ultime 2 settimane d'allenamento. Scelta rivelatasi giusta ed efficace, la prova del numero 27 romanista è stata la più convincente da quando veste la casacca della Roma.
Kluivert ha vinto l'altro ballottaggio con Under ed anche qui il trainer romanista ha preso la decisione migliore. L'olandese è più dentro al gioco di Ranieri rispetto a quello di Di Francesco ed ogni volta che può sottolinea come l'ex Leicester gli abbia dato fiducia sin dal primo giorno ed il numero di presenze e minuti giocati è decisamente aumentato. Suo l'assist per il gol di Pastore ma lotta e combatte in fase difensiva ed è una costante spina nel fianco per le difese avversarie quando entra in possesso di palla e Luca Pellegrini ne è ottimo testimone avendolo fronteggiato per quasi tutto l'incontro.
La difesa è più protetta e, per la terza volta in 4 partite, Mirante ha chiuso il match con un clean sheet. Questo dato era abbastanza frequente lo scorso anno con Alisson in porta ed una retroguardia ben supportata in fase di non possesso da Nainggolan, De Rossi e Strootman ma in questa stagione la difesa romanista veleggia oltre il decimo posto e non prendere gol è una piacevole novità. I difensori, poi, sono stati protagonisti anche per quanto riguarda lo score della gara: oltre a Fazio, infatti, è andato a segno anche Kolarov. Il serbo ha eguagliato il record del connazionale Mihajlovic come miglior difensore-marcatore della nostra serie A in un campionato con 8 reti all'attivo ed è il vicecapocapocannoniere della squadra a pari merito con Dzeko e dietro solo ad El Shaarawy a quota 10.
Ranieri ha fatto vivere ai tifosi romanisti una giornata serena, senza patemi d'animo. Risultato in cassaforte quasi da subito e nessun calo di tensione come purtroppo troppo spesso è capitato in quest'annata proprio contro squadre di medio-basso livello. Se oggi la Roma non ha staccato il pass-Champions ed è a forte rischio, è proprio a causa dei punti persi con queste avversarie, una riprova è fornita proprio dalla gara d'andata con gli uomini di Maran, che addirittura rimontarono al Sant'Elia sotto di 2 gol e 2 giocatori a 10' dal termine per le troppe sbavature della fase difensiva giallorossa.
The Tinkerman va dove c'è da sistemare una situazione complicata ed è bravissimo a "normalizzarla". Se pensiamo che solo un mese fa Dzeko ed El Shaarawy avevano litigato negli spogliatoi di Ferrara ed ora si cercano e si fanno assist importanti per raggiungere "l'obiettivo", pare proprio che il compito dell'allenatore di Testaccio sia stato superato a pieni voti. Ora però serve continuare su questa strada e sperare che Milan ed Atalanta facciano almeno un passo falso e la Roma non sbagli più.
Dulcis in fundo, le parole del post-match del trainer sono quanto di più romanista ci sia: "Non guardo a me stesso, ma al bene della Roma. Se si parla di Conte, tanto di cappello. Lo vado a prendere all’aeroporto". Poesia per le orecchie del tifoso giallorosso e sicuramente non sarebbe il solo ad accogliere il tecnico leccese ma questo discorso si affronterà più avanti.
La parabola del buon Pastore: “Eravamo quasi morti, adesso sembriamo un'altra squadra”
INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI – La vittoria col Cagliari ha sancito il ritorno in grande stile di Javier Pastore. L’ultima da titolare in campionato ben 7 mesi fa, il derby con la Lazio, poi il nulla, se non brevi e deludenti apparizioni costellate da una serie infinita di acciacchi fisici. L’argentino si prende la scena e mostra tutto ciò che i tifosi aspettavano da tempo: classe, personalità, idee. Il Flaco torna persino a segnare (sfiorando la doppietta) e, nonostante i pochi minuti giocati, è al suo quarto centro stagionale. Si vede che l’Olimpico ispira Pastore, perché tutti i gol sono stati realizzati in casa.
L’argentino potrebbe essere l’ultimo asso nella manica di Claudio Ranieri che, dopo l’intuizione Mirante, la rinascita di Fazio e la fiducia data a Kluivert (autore dell’assist proprio per il numero 20), ha rilanciato l'ex PSG come titolare nello stupore generale, riscattandolo da mesi di polemiche e delusioni. Pastore era infatti nella lista nera dei supporters giallorossi, numero uno dei tanti pacchi rifilati dall’ex diesse Monchi. Ed è proprio la tifoseria a sventolare bandiera bianca all’argentino. All’annuncio delle formazioni, al suo nome sono piovuti fischi, ma la sua uscita dal campo è stata accompagnata da una vera e propria standing ovation. Ed è proprio a loro che si è rivolto il numero 27 al termine del match: “Non posso dire niente ai tifosi, solo ringraziarli. Mi sento un po' in debito perché sono venuto per fare altro ma gli infortuni non me l'hanno permesso".
Limpida anche l’analisi della condizione generale della squadra e, nella serata del suo riscatto, non risparmia una stoccata – neanche troppo velata – all'ex tecnico Di Francesco: “Mi sono infortunato subito e poi non ero più un'opzione per l'allenatore che c'era prima. Sono stato messo da parte per mesi e non sono stati facili, ma mi sono allenato alla pari per tornare il prima possibile. Ranieri non parla tanto coi giocatori ma fa capire quello che vuole. Eravamo quasi morti, adesso sembriamo un'altra squadra. Il mister ha capito i momenti di tutti e li ha cambiati".
Pastore, con il Cagliari possibile ritorno in campo
INSIDEROMA.COM – SARA BENEDETTI – 2 Marzo, l’ultima volta in campo di Javier Pastore. Era il giorno del derby, perso malamente dalla Roma e da quel momento dell’argentino, solo tante voci, tra mercato e tribuna. Quel giorno, uno spezzone di gara quasi in trasparenza e un litigio in panchina con Di Francesco, che gli è costato l'allontanamento (con infortunio al seguito) da Porto-Roma. Mandato via DiFra, per Javier è cambiato davvero poco, anzi forse la situazione è pure peggiorata: cinque partite saltate per infortunio e due in panchina, totale dal suo arrivo a oggi, quattordici presenze - 644 minuti complessivi - due gol e un assist. Pochino per chi doveva ribaltare il centrocampo nel segno della qualità, delle idee. La mezz'ala non è riuscito a farla, il trequartista nemmeno, lo abbiamo visto anche (e male) da centravanti di movimento, sempre senza continuità. Ora, per mancanza di avversari, torna alla ribalta il suo nome per il ruolo che sente suo, quello dietro le punte: assenti Cristante, Zaniolo più De Rossi, chi gioca sulla trequarti nel 4-2-3-1? Oppure Ranieri valuterà l'idea di rimettersi 4-4-2 (o 4-4-1-1) con una seconda punta vicino a Dzeko e non un trequartista? Il dibattito è aperto. Vediamo le varie opzioni, con i pro e i contro.
LE IDEE PER IL CAGLIARI - Pastore, senza dubbio, è un'opzione in corsa, Ranieri lo sta studiando e valutando in questi giorni. Lui è a posto fisicamente e una chance pensa di meritarla. Ma Ranieri, che non vuole fare esperimenti in questa fase decisiva della stagione, ieri è stato chiaro e sta studiando altre soluzioni possibili. L'alternativa giusta. L'ipotesi più facile, anche se in passato non ha dato risultati entusiasmanti, è riproporre Schick vicino a Dzeko, in una sorta di 4-4-1-1 (quello contro la Spal, tanto per ricordare). Schick o Pastore (in corsa) per il Cagliari, insomma: la strana coppia da recuperare e rivitalizzare. Ranieri, appena arrivato, aveva puntato molto sul ceco, che ha risposto solo a intermittenza, come spesso gli è accaduto durante tutto il soggiorno romano. L'occasione si ripresenta e la scelta potrebbe cadere su di lui, magari pensando a Dzeko più trequartista che centravanti, con Schick a fare la punta. Patrik nelle sette gare con Ranieri, solo due volte è rimasto a guardare, con Fiorentina e Inter, le altre in un modo o nell'altro è sempre stato impiegato, segnando pure un gol, che sembrava ben augurante, nella prima ranieriana contro l'Empoli. Con la presenza di una seconda punta al fianco di Dzeko, il resto dell'attacco dovrebbe essere composto da El Shaarawy e Under, oppure Kluivert.
Un'altra ipotesi, provata in questi giorni, per non cambiare troppo fisionomia della squadra e lasciare un po' tutti al loro posto è: alzare in mediana Florenzi e schierare il tridente classico, composto da Under, Dzeko ed El Shaarawy. In questo 4-3-3 difranceschiano, Pellegrini agirebbe da mezz'ala, pronto ad alzarsi dietro le punte in alcune fasi della partita, Nzonzi sarebbe il centrale. Juan Jesus ha già dimostrato di poter, all'occorrenza, fare il terzino destro (l'ha fatto con l'Udinese), e Florenzi si è sempre reso disponibile ad agire in vari ruoli, questa poi è la posizione che ricopriva all'inizio della sua avventura in giallorosso. Meno probabile vedere Perotti - che non ha ancora i 90 minuti nelle gambe - dietro Dzeko, così come El Shaarawy (con uno tra Diego e Kluivert nel ruolo di esterno sinistro alto). E Coric? Ranieri è stato chiaro: non viene preso in considerazione per l'undici titolare, come sempre in quest'annata piena di contraddizioni, cominciate proprio con i tanti trequartisti acquistati a un allenatore che non sapeva cosa farsene. Tra un’idea ed un’ipotesi, un’unica certezza, oggi con il Cagliari esiste solo un risultato, la vittoria.
Mercato bollente: Tonali, Pellegrini e ora anche Chiesa
GAZZETTA DELLO SPORT - LAUDISA - Il clamore delle grandi trattative è ancora lontano, ma le mosse incrociate di Inter e Juventus fanno già rumore: a prescindere dagli obiettivi (più o meno concreti) in comune. Pensi a Federico Chiesa o a Sandro Tonali e t’imbatti nelle immancabili schermaglie di Beppe Marotta e Piero Ausilio in antitesi a quelle di Fabio Paratici sulla sponda opposta. Vista con superficialità potrebbe sembrare la solita minestra, resa bollente dalla storica rivalità tra le due società. Invece stavolta va in onda una trama differente, con i dirigenti impegnati in una sfida personale sulle due sponde. Del resto sia Marotta che Paratici devono dimostrare di poter fare a meno l’uno dell’altro. E questo comprensibile moto d’orgoglio permette di apprezzare il lato umano di vicende che ormai siamo abituati a leggere (purtroppo) con la lente del cinismo.
CONTROFFENSIVA Non sfuggirà come proprio l’approdo di Marotta in nerazzurro sia stato il segnale di una novità significativa per il nostro calcio. Nel momento più aureo del dominio della Juventus, da Milano parte una controffensiva ben congegnata: con il preciso intento di programmare un futuro ambizioso. L’attuale strapotere tecnico bianconero va (ovviamente) di pari passo con il differenziale economico tra le due società. Un vantaggio ormai considerevole, frutto in maniera evidente delle capacità gestionali del club di Andrea Agnelli. Ma quel divario è anche l’effetto delle fragilità patite dai nerazzurri dal Triplete in poi. L’eclissi dell’era-Moratti e i tentennamenti della gestione Thohir, e il club di Corso Vittorio Emanuele è rimasto inghiottito tra le pene del fair play finanziario.
IL SOGNO CHIESA Invece il contratto triennale all’ex a.d. della Juve vale come una firma sul futuro. Senza frenesie la proprietà cinese intende colmare quel gap e vede nel mercato una delle strade per accelerare senza follie. Lo scatto per Godin è stato il primo avviso ai naviganti, ma nel frattempo sono nati altri fronti ancor più importanti. Prendiamo il caso di Federico Chiesa, da almeno un anno nel mirino della super-potenza torinese. In passato l’Inter non ha mai potuto affondare i colpi per intavolare un discorso economico con i Della Valle. Strada facendo, però, qualcosa è cambiato. Innanzitutto il ritorno in Champions League restituisce ai nerazzurri ciò che avevano perso negli ultimi tempi. E in ogni caso, ora come ora, Marotta e Ausilio possono permettersi anche di mettersi in vetrina con il preciso intento di rendere la vita difficile ai rivali.
LA CLAUSOLA-PELLEGRINI Una strategia che la stessa Juve porta avanti da tempo e con successo. Paratici si siede su tutti i tavoli più interessanti anche con il solo scopo di far alzare i prezzi. E indurre i concorrenti a scappare. Certo, la partita per la stella viola è troppo importante per immaginare svolte in tempi brevi. I colpi di scena mettiamoli in preventivo. Anche sul conto di Lorenzo Pellegrini: potrebbe nascere un duello per il centrocampista, l’altro giallorosso che si può ipotizzare in uscita, grazie ad una clausola da 30 milioni.
E SE ARRIVA CONTE... Allo stesso modo Inter e Juve stanno usando tutte le armi diplomatiche per conquistare la pole nella rincorsa a Tonali, il pezzo pregiato del Brescia che guida la volata per il ritorno in A. Il centrocampista è incedibile: Cellino ha spostato l’orologio delle trattative al 2020. Ma ciò non placa i suoi estimatori e non ci sarà da sorprendersi se nasceranno nuove scaramucce nelle prossime settimane. Come quelle di gennaio, quando sia Inter che Juve si erano interessate al baby del Chievo, Emanuel Vignato, fresco di convocazione per lo stage azzurro di lunedì. E la tensione potrebbe ulteriormente salire se a fine stagione si concretizzasse anche l’approdo di Antonio Conte alla Pinetina, al posto di Luciano Spalletti. Allora sì che la sfida sarebbe totale: non c’è bisogno di aggiungere altro.
Roma, Conte apre: "Io in giallorosso? Vediamo". E la città sogna
GAZZETTA DELLO SPORT - PUGLIESE - Il sole del Salento dovrebbe allungarsi fino a Roma, spazzando via quella fastidiosa pioggerellina che ieri ha fatto spesso capolino tra il Colosseo e il Cupolone. Almeno così dicono gli esperti di meteo, almeno così sperano in tanti nella Capitale. Perché quel sole lì, quello salentino, sta facendo sognare i tifosi giallorossi molto di più di quello romano di questi giorni. E pazienza se oggi pomeriggio all’Olimpico c’è Roma-Cagliari, una Champions League da inseguire e un futuro tutto da disegnare. Roma ribolle di attesa per altro e quell’altro si chiama Antonio Conte. L’uomo che potrebbe ricolorare tutti i sogni giallorossi e che, di colpo, è diventato l’argomento principale in quasi tutti gli angoli della città. Bar, ristoranti, piazze o anche semplici chat, nell’era della comunicazione moderna. La domanda un po’ ovunque è sempre la stessa: «Ma arriva davvero?». Difficile, ma sognare è lecito e anche giusto. Nel frattempo, però, c’è da battere il Cagliari, ma a quello ci dovrà pensare Ranieri.
IN SPIAGGIA Conte in questi giorni è a casa sua, nel Salento appunto, dove si sta godendo degli squarci di sole che sembra già estate. Intercettato da una tifosa giallorossa (e collaboratrice de «laroma.info») sulla spiaggia di Porto Cesareo, ad esplicita domanda su un suo possibile sbarco in giallorosso l’ex tecnico di Juventus e Chelsea ha risposto con un «Vediamo, vediamo...» che ha incoraggiato i sogni di una città intera (almeno la parte romanista). Incalzato subito dopo anche da tifosi del Milan, Conte ha sorriso apertamente anche quando la stessa tifosa della Roma gli ha rimarcato che «da noi si vive meglio che a Milano o Londra». Uno sketch da spiaggia, non è altro che quello, ma tanto basta a Roma in questi giorni per far volare un po’ tutti con la mente anche oltre i sogni, anche oltre le nuvole. Soprattutto dopo che il filone tra la Roma e Gianluca Petrachi (amico di Conte) è diventato caldissimo. Insomma, l’assioma generale è che se arriva Petrachi il passo per Conte è breve. Che ci può anche stare, ma non è poi così matematico come si pensa. E si spera, appunto.
ALLO STADIO In tutto questo, in una città che vola con la testa e con la mente al futuro, c’è anche un presente che conta eccome. E quel presente si chiama appunto Cagliari, la sfida di oggi pomeriggio che la Roma ha sostanzialmente l’obbligo di vincere, se vuole ancora avere delle chance di esserci anche nella prossima Champions League. Ma mentre il termometro del tifo in città è altissimo, quello allo stadio continua a tenere una temperatura media. Non di più, anche se poi chi di solito c’è all’Olimpico non ha mai fatto mancare il suo apporto e il suo calore. Anche oggi, però, non saranno più di 35mila i tifosi della Roma, con circa 12mila paganti. Siamo nella media (nelle prime sedici gare di campionato è stata di 12.746 paganti a gara) ma forse con la Roma che si è ripresa e che insegue la Champions, si sperava in qualcosa di più. Soprattutto considerando che è sabato, che l’orario è favorevole (ore 18) e che i prezzi sono popolarissimi. Di certo, però, ci sarà un aspetto in più e cioè che molti dei 23.768 abbonati saranno lì, sulle tribune dell’Olimpico. Aspetto non secondario, visto che nelle ultime gare sono stati in molti tra i tesserati a disertare lo stadio. E ci saranno per spingere la Roma verso un successo che è basilare anche per Antonio Conte. Già, perché il paradosso – a conti fatti – è proprio questo. Si sogna il domani, ma per quel domani è fondamentale l’oggi, l’attualità. La Roma di Ranieri in sette partite è sempre andata a segno e viene da quattro risultati utili consecutivi. Oggi c’è da allungare entrambe le strisce positive. Poi, a Conte, ci si tornerà a pensare dalle 20 in poi...
Maran: "Li rispetto ma il Cagliari può fare risultato"
GAZZETTA DELLO SPORT - FRONGIA - Una questione di testa. Con spirito, cattiveria e intelligenza giusti. Rolando Maran, il suo Cagliari e la Roma. Tra più di un dubbio e certezze. «Ci attendono cinque finali», la frase clou del tecnico alla vigilia del faccia a faccia con Nzonzi e soci. Questione di testa e di feeling, per dirla con Mina. «Veniamo da una settimana di entusiasmo, abbiamo raggiunto i quaranta punti». Maran tira dritto. Intuisce ostacoli e curve. «Dite che a Roma sono preoccupati di quel che fa il Cagliari? Spero abbiano ragione». La sfida è complicata. Ma il tecnico è fiducioso: «La squadra si è allenata bene e con le sensazioni adeguate. Saremo attenti e concentrati. Il bersaglio? Vogliamo raggiungere la salvezza aritmetica e migliorare la nostra classifica. Lo meritiamo noi e i tifosi».
DUBBI e VARIABILI «La formazione? Tutti possono giocare, già sabato contro il Frosinone, pur con tante assenze, chi ha giocato ha dimostrato di stare bene. E non c’è stata alcuna differenza nella qualità e nella gestione della prestazione». Il messaggio è chiaro. Maran amplia lo sguardo sul roster. Fuori causa Klavan, Castro e Cerri («Viene con noi ma non è al top, ha la febbre»), in gruppo riappare Cacciatore. I dilemmi nascono in mediana, con Faragò squalificato si cerca un sostituto. La prima ipotesi vede partire a sinistra di Cigarini, regista dei sardi, il gioiellino della casa, Barella. Il numero 18, scontato il turno di stop rimediato a Torino, ha firmato ottime performance alle spalle di Pavoletti e Joao Pedro. Questo pomeriggio potrebbe rivestire i panni della mezzala. Una soluzione che vede in campo Birsa nella terra di mezzo. Viceversa, con Barellik trequartista, la casella lasciata libera da Faragò se la giocano Padoin e Deiola. Un bel match. Di fatto, Maran tiene tutti in tiro.
DUELLO «Troviamo la Roma in lotta per un obiettivo, stanno bene e vengono da una serie positiva. Serviranno personalità e impatto fisico. Sfidiamo una grande che non lascia spazi e non ti fa giocare». L’allenatore rossoblù taglia corto: «Li rispettiamo ma sappiamo che se mettiamo in campo le nostre qualità possiamo fare risultato. Ranieri e Di Francesco sono grandi colleghi, ma non mi piace fare paragoni. La Roma adesso concede davvero poco. Il 2-2 dell’andata? Abbiamo capito bene che si gioca fino e oltre il 90’. Ci sono state decisioni strane ma l’abbiamo acciuffata con merito». Infine, l’sms di Tommaso Giulini. «Le parole del presidente? Importanti e motivanti. Adesso, sappiamo qual è la strada. Ma non va scordato cosa abbiamo fatto».