Stadio, il voto arriva nelle commissioni del Comune e la maggioranza rischia subito di andare sotto

MESSAGGERO - PIRAS - La democrazia diretta si è espressa e dice che a Tor di Valle non vogliono il nuovo stadio della Roma. Dopodomani la delibera targata Grancio e Fassinasull'annullamento del pubblico interesse, approvata nel Municipio IX, sarà esaminata in commissione Sport. La questione stadio, dunque, non può essere elusa. Lì c'è Gemma Guerrini che da sempre considera non prioritaria, non pentastellata per essere chiari, la controversa operazione calcistico immobiliare di Tor di Valle. E c'è il neoarrivato Carlo Maria Chiossi che è entrato al posto di De Vito e non ha alcuna voglia di portare avanti un'opera già azzoppata dalla magistratura. Il Campidoglio rimane immobile e cerca rifugio nella burocrazia. «Non ci sono accadimenti comprovati e accertati che ci possano far annullare tutto», riferisce un consigliere di maggioranza. In sostanza dice che bisogna aspettare la Cassazione sulle inchieste Parnasi e De Vito per poter decidere. Il tema è quello dell'annullamento in autotutela, un procedimento amministrativo di cui il Campidoglio può avvalersi se cambia idea sul progetto.

«Al Municipio IX i nostri consiglieri si sono astenuti e non hanno votato a favore della delibera», dichiara il capogruppo capitolino Giuliano Pacetti, consapevole che dare il via libera all'astensione era il massimo grado di mediazione che si poteva offrire ai consiglieri municipali del M5S che dello stadio non vogliono più sentir parlare.

L'AVVOCATURA - Ma ora anche in Campidoglio diversi consiglieri sono tentati di azzerare tutto. Fonti di Palazzo Senatorio sono molto chiare e assicurano che l'Avvocatura lascia apertissima l'opzione dell'annullamento in autotutela: «È un procedimento sempre possibile per la pubblica amministrazione». E non parla invece di penali.
E allora cosa c'è sotto? Ormai c'è uno iato tra consiglieri capitolini e il fronte M5S politico e romano. Per capire bisogna entrare nelle chat del mondo pentastellato, dove ci sono anche i consiglieri, profondamente scosso dagli arresti della magistratura. «Crediamo che De Vito non sia l'unico implicato», riferisce una fonte del M5S. «Sicuramente De Vito parlerà, se lui ha fatto pressioni ci deve essere anche chi le ha accettate o subite e che, lo stadio, lo vuole fare comunque», racconta. «Se vanno avanti si dimostra che non c'era bisogno delle pressioni di De Vito», conclude la stessa fonte contrarissima all'opera. Ieri la capogruppo M5S in Regione Lazio, Roberta Lombardi, ha cercato di infondere il medesimo coraggio che hanno avuto nel Municipio IX ai colleghi capitolini. «Il IX municipio dice si all'annullamento del pubblico interesse - ha scritto Lombardi su Facebook - il voto nel consiglio municipale, interessato all'opera, era obbligatorio ma non vincolante. Il segnale però è arrivato forte e chiaro: #famolostadiodaunaltraparte. Ciò che davvero impatta sul territorio e sui cittadini, viene prima di ogni cosa. Se un progetto è sbagliato e dannoso per la città, va ripensato altrove». Insomma, dice: «Fermate tutto». Perché? Risponde chi ha parlato direttamente con i consiglieri capitolini: «Perché è tutto sulla base di una delibera di pubblica utilità già nata con profili di illegittimità e un sistema di minacce e corruzione, può bastare no?».


Frongia e quel curriculum a Parnasi: "Prendi la ragazza, qui in Comune è sprecata"

MESSAGGERO - V.ERR. - «Ti ho mandato quel curriculum. È un talento». Così parlava lo scorso 7 giugno Daniele Frongia. Il suo interlocutore era Luca Parnasi, il costruttore che, dopo meno di una settimana, sarebbe finito in carcere con l'ipotesi di corruzione. Proprio quella conversazione, nella quale sembra chiaro che l'assessore solleciti Parnasi ad assumere una donna per occuparsi di comunicazione, aveva spinto i pm Barbara Zuin e Luigia Spinelli a iscrivere il nome di Frongia sul registro degli indagati, ipotesi corruzione. Le conversazioni intercettate tra i due, i riferimenti a Frongia negli atti dell'inchiesta e la presenza dell'assessore alla giunta che il 30 luglio 2017 aveva riconosciuto di «pubblico interesse» lo stadio di Tor di Valle, avevano messo sotto accusa l'assessore. Ma a escludere il suo coinvolgimento è stato proprio Parnasi a verbale: «Ho chiesto a Frongia il nome di una persona da assumere». E così la vicenda finirà in archivio. Anche se, dopo a richiesta della procura, l'ultima parola spetta al gip.

L'INTERCETTAZIONE - «TI ho mandato il curriculum - dice l'assessore il 7 giugno durante l'incontro con Parnasi - ti spiego il motivo». Evidentemente si tratta di un argomento che Parnasi e Frongia hanno già affrontato. Perché il costruttore risponde: «Sì, comunicazione». A questo punto è Frongia a precisare «Lei già lavora, è ben sistemata in Comune, è la migliore comunicatrice che abbiamo. Secondo me è sprecata. È molto giovane quindi non è il profilo un po' senior che tu cercavi, però se stai cercando in quell'ambito». Parnasi chiede se la ragazza lascerebbe il Comune e se abbia un contratto a tempo indeterminato. «A tempo determinato - risponde Frongia - però fino al 2021. Però se te lo dico è perché lei è un talento, nonostante abbia 30-31 anni..secondo me renderebbe più nel privato». L'assessore lascia intendere di non voler fare pressioni: «Però deve essere una cosa che tu reputi utile per te, perché lei è già tranquilla». E Parnasi lo rassicura: «assolutamente. Ci parlo io e le faccio un colloquio. Io direttamente», conclude Parnasi.
Il 29 settembre scorso, davanti ai pm, Parnasi ha fornito chiarimenti che alla procura sono sembrati sufficienti per scagionare Frongia. In merito all'incontro avvenuto pochi giorni prima dell'arresto, il costruttore dice che in quell'occasione non si parlò dello stadio ma di alte iniziative imprenditoriali, poi aggiunge: «è una persona per bene, non mi ha mai chiesto favori personali, denaro o altro. Ricordo che in un'occasione mi diede il curriculum di una dipendente o consulente. Io avevo detto a Frongia, non ricordo in quale occasione, sicuramente eravamo a pranzo in un locale vicino al mio ufficio, dei progetti da portare avanti in materia di impianti con Ampersand del Comune». L'iniziativa di Frongia sarebbe nata dopo che Parnasi gli aveva detto di cercare una figura che si occupasse di comunicazione. Il colloquio ci fu davvero: «Era una ragazza gradevolissima di circa trent'anni - dice Parnasi - Ha avuto anche un incontro con il nostro capo del personale». Poi conclude: «Frongia non mi ha detto in alcun modo che era interessato per suoi motivi che io assumessi questa ragazza».


El Shaarawy e Pellegrini: sono il futuro della Roma?

GAZZETTA DELLO SPORT - Scusi, quando comincia il futuro? Se per la Roma la sfida con l’Udinese di oggi sembra essere il primo passo di un mini-torneo a handicap per la zona Champions, anche i singoli calciatori – ormai aziende personalizzate – hanno fame di certezze, persino quelli che non hanno velleità d’addio. Il prototipo potrebbero essere Lorenzo Pellegrini e Stephan El Shaarawy, due che – pur con storie diverse – hanno il giallorosso nel cuore. Cominciamo dal centrocampista, che oggi tornerà titolare in casa, come non gli succedeva dal 18 febbraio contro il Bologna (il derby successivo sulla carta era in trasferta). Ebbene, anche Pallotta ha detto che farà parte della squadra del futuro, ma il piazzamento finale sarà il discrimine. E così Pellegrini, con la sua clausola da circa 30 milioni pagabile in due anni, è facilmente aggredibile. (...) Discorso diverso quello di El Shaarawy, anche lui al rientro da titolare. in casa. «Siamo da Champions. Purtroppo abbiamo perso tanti punti per strada», dice al sito del club. Il Faraone, con 9 gol all’attivo, è il capocannoniere giallorosso in campionato e vorrebbe rinnovare quel contratto in scadenza nel 2020. L’impressione è che tutti vogliono prolungare, ma c’è anche da dire che, senza Champions, uno degli obiettivi sarebbe quello di tagliare il monte ingaggi di circa il 20%. (...) Intanto sottotraccia c’è anche Antonio Conte a seguire il mercato. Intendiamoci, la Roma non è favorita nella corsa all’ex c.t. ma ci prova, pur sapendo che sarà difficile accontentarlo sul fronte degli acquisti e delle cessioni. Ma perché non provarci?


Il cacciatore di talenti da 300 milioni

GAZZETTA DELLO SPORT - E’ il mago delle plusvalenze. Ma non solo. Perché con lui ai comandi di solito la zona Championsdiventa un’abitudine. Come successo al Monaco e come potrebbe accadere, cosa meno scontata, al Lilla. Certo, la Roma è di un altro livello, ma il percorso di Luis Campos finora è sempre stato in crescita. Prima come tecnico, poi come osservatore, anche per l’amico Mourinho, e infine come dirigente. (...)  A Montecarlo, nel 2014, Ranieri fu esonerato perché tradito dalle stelle e dal proprietario che rinunciò ai grandi acquisti. Il russo Rybolovlev preferì puntare su giovani da crescere e rivendere. Strategia ideale per Campos che iniziò la carriera come tecnico in Portogallo. Dove fu ribattezzato «campa», la tomba, perché seppelliva le sue squadre nel cimitero delle retrocessioni. Dal 2005 si riciclò come professore. All’università ci andava in Porsche, comprata con i soldi di ristoratore e soprattutto consulente di grandi club. Nel 2012 Mourinho lo volle come vice al Real, per scrutare le avversarie, come al Porto. Al Monaco, l’anno dopo, lo sponsorizzò Mendes. E con Campos la panchina passò al connazionale Jardim, dando inizio alla girandola di plusvalenze. (...) Nel 2017 il Monaco ha vinto lo scudetto arrivando in semifinale di Champions senza Campos, ma la squadra era imbottita di giocatori scoperti con la sua società di Montecarlo, dove risiede. Che ha sei osservatori: un portoghese, un messicano, uno spagnolo, un brasiliano e due francesi che si dividono 5 zone di esplorazione, Italia inclusa, in modo autonomo per non influenzarsi nella schedatura di un migliaio di profili l’anno (...) I più interessanti sono catalogati in tre categorie di prezzo: fino a tre milioni, tra i tre e i sei milioni, oltre i sei. Se un giocatore riceve tre rapporti positivi, Campos lo va a vedere di persona. Il portoghese lo scorso anno ha percorso 390mila chilometri in aereo. Come un viaggio sulla luna. Quella che gli chiede la Roma.


Okaka cerca il gol lontano da Udine: "Ma non esulterei"

GAZZETTA DELLA SPORT - Se Dzeko cerca ancora il primo gol in campionato all’Olimpico in questa stagione, Stefano Okakava a caccia del primo gol in trasferta con l’Udinese. Uno l’aveva anche segnato contro il Torino (sarebbe stato l’1-1) ma gli era stata annullato per fuorigioco di Lasagna. Okaka, quindi, ci proverà oggi all’Olimpico contro la squadra che lo lanciò nel grande calcio. (...) Se segnerò alla Roma non esulterò – ha detto Okaka a Sky –. Mi ha fatto avere una vita migliore, avrò sempre rispetto per il club» (...)


Folle chi discute le doti di Dzeko

MESSAGGERO - LIGUORI - Fa bene Claudio Ranieri a ricordare che la partita di oggi pomeriggio contro l’Udinese non sarà una passeggiata con tre punti scontati. Di questi tempi, la squadra friulana è tosta in difesa e veloce a ripartire, due caratteristiche che la Roma attuale soffre moltissimo. Fa bene anche a difendere e stimolare Dzeko, perché nella volata finale c’è bisogno dei suoi gol e finora. Il bosniaco forse è stato criticato fin troppo a sproposito. Stiamo parlando di un fior di attaccante che la Roma voleva cedere nel gennaio 2018 e che restò a dispetto dei dirigenti regalando memorabili gol in Champions e in campionato. Anche quest’anno, che segna meno, ha giocato partite molto belle e non ha un bilancio peggiore rispetto al resto della squadra. Paragoni con i due brillantissimi acquisti Schick e Nzonzi è meglio non farne per carità di patria, ma adesso la squadra ha bisogno di lui e dei suoi gol per arrivare quarta.


Le mani di Mirante sulla Champions

GAZZETTA DELLO SPORT - Quando è arrivato a Roma era convinto che avrebbe giocato al massimo una decina di partite, forse qualcosa in più se la squadra fosse andata avanti in Coppa Italia. Per Di Francesco era una buona alternativa, per Ranieri, dopo appena un paio di partite, è diventato titolare. Troppo affidabile in questo momento, Antonio Mirante, per farne a meno. (...) Contro la Fiorentina Ranieri lo ha promosso titolare e sembra voler andare avanti così fino al termine della stagione. Tra errori in porta e difficoltà di comunicazione in italiano con i compagni, al momento Olsen rimane in panchina: «Ma lui è un grande portiere e una persona perbene», garantisce Mirante a Sky. A Trigoria questo nessuno lo mette in dubbio, ma poi il campo è un’altra cosa. Mirante racconta che quando Ranieri lo ha scelto per fare il titolare non gli ha detto «nulla, mi ha dato solo le indicazioni per la partita, basta e avanza», ma in realtà il tecnico gli ha chiesto di fare il suo in porta e anche più del suo con i compagni di reparto, alle prese con una stagione d’agonia. Non solo, e questo Mirante lo conferma, il tecnico vuole che l’azione riparta in modo diverso, palla lunga e pedalare, una sorta di rivoluzione: «Abbiamo un’impostazione diversa, anche da quando inizia il portiere. Questo ti fa drizzare le antenne e se vogliamo lottare per la Champions è fondamentale» (...) La Roma invece nella rifinitura ha perso Nzonzi per un colpo al ginocchio. Mirante non si scompone perché ha fiducia in Ranieri: «Conosce ogni sfaccettatura del calcio, tutte le situazioni e le corde che vanno toccate. Sta lavorando sulla compattezza e credo si sia visto contro la Samp». Da qui ripartono la Roma e Mirante. Almeno fino a fine maggio. Poi, mercato permettendo, sarà pronto a tornare al suo posto. In silenzio e allenandosi come se dovesse giocare la domenica. Lo ha fatto da luglio a marzo, non avrà problemi a rifarlo di nuovo.


Vota Cassano: "Vorrei Totti presidente"

GAZZETTA DELLO SPORT - Se dipendesse da Antonio Cassano, la Roma del futuro sarebbe già fatta. Tutta costruita intorno a Totti e De Rossi. «Di Roma ho un ricordo meraviglioso – ha detto a Sky –. C’era il problema, però, che due partite le facevo bene e per sei me ne andavo in vacanza. Fu un periodo bello, però non abbiamo vinto niente. Ho dato un dispiacere alla Roma di Ranieri? Con la Samp lottavamo per la Champions. Se il primo tempo fosse finito 5-0 non avrebbero rubato nulla. Persero uno scudetto clamoroso. Ranieri adatto per raggiungere la Champions? Sì, è una brava persona, ma non so se potrà iniziare un nuovo ciclo. (...) E poi vorrei Totti presidente, lui rappresenta la Roma. È intelligente, affiancato da qualcuno che lo consigli sugli acquisti può fare una grande carriera. La Roma è Totti, non Pallotta e né Baldini da Londra.  (...)


Sul nuovo Stadio Lotito tende una mano a Pallotta

IL TEMPO - MAGLIARO - Un alleato inaspettato per la Roma e il suo progetto per lo Stadio a Tor di Valle arriva dal patron della Lazio, Claudio Lotito, che, intervenendo a Radio Radio, commenta: «L'imprenditore deve avere dei tempi certi, la famosa certezza del diritto, e non quello che è successo fino ad oggi, con norme che dicono tutto e il contrario di tutto e devono essere interpretate». E, ancora: «Alla fine scoraggi le iniziative, crei responsabilità nei confronti della classe che è preposta ad assumere determinati provvedimenti, che soprattutto chi è meno coraggioso blocca, perché non vuole assumersi eventuali responsabilità. Un tipico esempio è quello che sta succedendo con lo stadio della Roma. Chi fa impresa deve avere certezze». Forse il presidente biancoceleste, che da qualche settimana reclama «lo stesso trattamento» riservato alla Roma anche per il futuro Stadio della Lazio, potrebbe essersi reso conto per i giallorossi non si può parlare certo di corsia preferenziale.


Ziyech vuole ancora la Capitale: «Ne parlo spesso con Kluivert»

IL TEMPO - BIAFORA - «Non credo che con la Roma sia un capitolo chiuso». Hakim Ziyechriaccende la fantasia dei tifosi giallorossi che tanto lo avevano sognato durante lo scorso calciomercato estivo. Il trequartista dell’Ajax tra maggio e giugno, prima della virata su Cristante e Pastore, è stato a lungo un obiettivo dell’allora ds giallorosso Monchi. Ora, a calciomercato.it, è tornato ad aprire ad un possibile trasferimento in Italia, dove potrebbe ritrovare l’amico ed ex compagno Kluivert: «Ci sentiamo regolarmente e abbiamo parlato anche della Serie A. Non c'è un campionato dove preferirei giocare. Dipende dal tipo di progetto che il club ha su di me. L'importante è continuare a crescere sempre come giocatore».


La Roma sogna Conte, il dialogo è aperto

IL TEMPO - BIAFORA - La Roma prova l’impresa impossibile. Nel lungo e tortuoso percorso di avvicinamento alla scelta per il nuovo allenatore va registrato un primo contatto con Antonio Conte. Il tecnico salentino è attualmente in causa con il Chelsea per un contenzioso da 23 milioni di euro, ma nonostante la battaglia legale con il suo ex club non avrebbe alcun problema ad iniziare un’altra avventura, avendo il contratto in scadenza al 30 giugno 2019. Il profilo di Conte è quello preferito dal presidente Pallotta per rilanciare la Roma dopo un anno più che difficile e per questo un dirigente giallorosso (non Baldini) ha effettuato un approccio preliminare. Con l'allenatore, negli scorsi giorni, ci sarebbe stato in gran segreto un faccia a faccia in Toscana, al momento non confermato dalle parti. Ma da qui a parlare di accordo ci passa un mondo. Il nome di Conte fa sobbalzare dalla sedia praticamente tutti i tifosi romanisti, che chiedono a gran voce un tecnico di prestigio come lui per tornare a sognare. Convincere l’ex ct dell’Italia è però un compito più che arduo, anche per le agguerrite concorrenti: l'Inter non ha ancora deciso se confermare o meno Spalletti e intanto flirta proprio con Conte, in casa Juventus c'è da sciogliere il nodo legato a ciò che farà Allegri e un eventuale divorzio potrebbe portare al clamoroso ritorno del leccese.  Quello che è certo è che con Conte la Roma alzerebbe l’asticella degli obiettivi e per questo è il primissimo della lista. Si pensa infatti di poter trovare una quadra sul ricchissimo ingaggio che chiede, con la qualificazione alla Champions che aiuterebbe l'operazione sia da un punto di vista economico (70 milioni i ricavi di questa stagione dalla competizione) che tecnico. Il lato sportivo del progetto è probabilmente quello più importante per uno come Conte, abituato a lottare per vincere (sono otto i titoli in carriera) e non soltanto per competere. Per persuaderlo servirà garantirgli la voglia di costruire una squadra in grado di competere con la Juventus per lo scudetto e inoltre bisognerà fargli passare una piccola paura: teme di non essere ben accolto nella Capitale in quanto simbolo bianconero.
Oltre all’allenatore di Lecce, sul taccuino della società ci sono i nomi di Sarri, Gasperini, Giampaolo e Gattuso, che ha però spazzato via ogni voce su presunti contatti con Totti alla vigilia di Milan-Lazio: «Francesco non lo sento da 4-5 mesi. L'ultima volta che l’ho chiamato era per il compleanno. Sono un tesserato e ho un contratto, sarebbe da sciocchi fare questo tipo di discorsi». L'alternativa più credibile a Conte è rappresentata da Sarri, in rotta con i tifosi del Chelsea. Dopo il successo di Europa League contro lo Slavia Praga, il toscano è stato beccato pesantemente dai fan dei Blues, ma non vuole mollare e il suo intento è quello di restare a Londra per un'altra stagione: «Abbiamo vinto 36 partite su 52, quindi non stiamo andando così male. Dopo la brutta batosta contro il Manchester City abbiamo fatto 11 vittorie, 2 pareggi ed 1 sconfitta. Stiamo avendo grande continuità grazie anche a due-tre giocatori giovani che ci stanno dando una grande mano».Gasperini e Giampaolo rappresentano il piano B della Roma, che ora vuole giocarsi tutte le sue carte per realizzare il sogno Conte.


La Roma contatta Conte e prova a strapparlo all’Inter

REPUBBLICA - CARDONE, PINCI - Per ora è un sogno. Ma la possibilità che all’alba della nuova stagione maturi in qualcosa di concreto inizia a farsi strada. Nell’affollatissima corsa ad Antonio Conte si è inserita la Roma: un contatto, il primo, non l’ultimo, per iniziare a capire se quel nome iscritto in cima alla lista dei desideri dal presidente Pallotta sia raggiungibile. Sull’ex ct s’è mossa per tempo l’Inter del suo vecchio “capo” Beppe Marotta. Oggi è in vantaggio, ovviamente se verrà confermato l’orientamento della società nerazzurra di non confermare Spalletti. Entro fine mese, Conte deciderà che strada prendere per il suo futuro, che dopo un anno passato a guardare non immagina ancora da
spettatore. Da qualche ora, alla ressa che coinvolge pure un sempre attentissimo Milan, ci sono pure i giallorossi: dalle parti di Trigoria Conte è considerato un vero e proprio sogno ad occhi aperti, nel senso che è facile per chiunque ne abbia bisogno immaginarlo come la pietra angolare di una profonda ricostruzione. Una mossa che ricorderebbe per certi versi quella di assicurarsi Fabio Capello, giusto vent’anni fa. Un’avventura epica che affascina molto l’ex ct, suggestionato dall’idea che di vincere a Roma: un passepartout per un posto speciale nella storia del calcio italiano. Per convincerlo servirà un forte impegno societario a programmare un futuro diverso da quello programmato nelle ultime estati: una vera rivoluzione della prospettiva  che fino a oggi ha portato a sacrificare gente come Alisson o Salah. E che ha prodotto una stagione come quella attuale, col salvagente Ranieri che fin da stasera contro l’Udinese non può sbagliare nulla, per non perdere di vista l’indispensabile qualificazione alla prossima Champions League. Ecco, la Champions: chi voglia programmare non può fare a meno di inseguirla disperatamente, per le prospettive economiche che offre e l’opportunità di giocarla a cui un top manager come l’ex tecnico di Juventus e Chelsea non può rinunciare. Certo, se Pallotta avesse dubbi sulla fattibilità dell’operazione – ma chi contatta Conte conosce le condizioni – può verificare di persona come in ogni sondaggio capitolino sul nome da cui ripartire, svettano staccatissime da qualsiasi altra candidatura quattro lettere: Conte. La suggestione si alimenta in città, amplificata dalle radio e dal passaparola, seppur vaccinata dall’idea che i migliori allenatori poi finiscano altrove. I più pragmatici assicurano che i progetti alternativi non manchino: in Toscana sono tutti certi che tra il consulente di Pallotta Franco Baldini e Sarri ci sia più di un impegno, nel caso (possibile) in cui il Chelsea decida di cambiare allenatore. Gattuso è la prima scelta di Totti, Giampaolo e Gasperini sono alternative realmente esistenti. Ma in cima a tutti c’è quel nome. L’Inter è sempre in vantaggio per essersi mossa prima di tutti. Chissà se l’entusiasmo della città convincerà Pallotta a colmare quel distacco.