Malagò & friends, gli Attila delle leggi

IL FATTO QUOTIDIANO - ZILIANI - Facce da culo. Chiedo scusa per la crudezza dell'in cipit, ma poichè anche il dizionario Treccani contempla l'espressione, ormai in uso comune, e ne descrive il significato ("avere una faccia di culo, o da culo": dicesi di persona sfacciata, sfrontata, senza ritegno), la notizia è che oggi, lunedì 25 novembre 2019, all'assemblea della Lega di serie A che dibatterà il tema della vendita dei diritti televisivi 2021-2024 (a Mediapro? A Sky?) presenzieranno 20 presidenti che hanno appena mostrato di avere, per l'appunto, la faccia come il culo. Persone senza ritegno, per dirla con la Treccani, esattamente come il personaggio (Giovanni Malagò, presidente del CONI) che nel febbraio 2018 fu nominato commissario della Lega e che guidò i nostri prodi, nell'assemblea elettiva del 19 marzo 2018, alla nomina di Gaetano Miccichè calpestando tutte le regole calpestabili. Un'orda di vandali di leggi e regolamenti, la banda Malagò e friends, che non conosce vergogna e - incredibile a dirsi - non si pente e non si rassegna e persevera.

 

L'INCHIESTA condotta dal procuratore federale Pecoraro sull'elezione-truffadel presidente di Lega parla di una nomina, quella di Miccichè, avvenuta tra "plurime illegittimità"; per dirne un paio, Malagò aveva riscritto nottetempo lo statuto inserendo una norma ad personam che rendeva Miccichè eleggibile senza nemmeno aver chiesto l'approvazione della modifica alla federazione; per non parlare della sua spudorata decisione di non scrutinare le schede nell'urna, visto che anche una sola scheda bianca avrebbe fatto crollare il castello di carta dei "topi di città", leggi Juventus, Roma, Milan, Inter, Torino, Sampdoria e company opposti ai "topi di campagna", e cioè Napoli, Lazio, Genoa e pochi altri. Ebbene: spalleggiati dai trombettieri di corte, guidati come sempre dai marines de La Gazzetta dello Sport ("L'elezione di Miccichè non ha nulla di opaco - scriveva testualmente la rosea all'indomani delle dimissioni del presidente -, lo ha semmai la manovra che lo ha spinto alle dimissioni proprio alla vigilia della discussione sui diritti tv. Agitare l'argomento della presunta irregolarità del voto a oltre un anno dalla standing ovation con cui fu salutata la nomina, è un altro discutibile capitolo della storia della Lega di serie A"), i nostri prodi, dicevamo, si sono subito buttati lancia in resta nella nuova battaglia: rimettere Miccichè sulla poltrona di presidente di Lega e chissenefrega se il nostro eroe siede nel Cda della RCS di Urbano Cairo, presidente del Torino, e se la banca IMI che presiede cura il titolo azionario della Juventus e ha come debitori svariati presidenti di serie A con le pezze al culo, per dirla con un altro francesismo. E poiché CONI, FIGC e topi di città altro non sono che le facce della stessa medaglia, tre cuori e una capanna, ecco spuntare da ogni dove entusiastici endorsement pro-Miccichè: "Spero che Miccichè ci ripensi e ritiri le dimissioni", dice Gravina, presidente FIGC; e a dargli man forte arriva Urbano Cairo, l'uomo che ha in mano Corriere e Gazzetta, e persino Beppe Marotta, fino a ieri boss della Juventus, oggi boss dell'Inter (anzi, per meglio dire: dell'Jnter). Non ci permettono di calpestare le regole? E noi le calpestiamo lo stesso. Così vanno le cose nel carrozzone dello sport italico: una vergogna a cielo aperto.


Tall, ex profugo segna e studia da vice-Dzeko

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Tall Lamine Junior, attaccante, classe 2001 originario del Senegal con passaporto francese, è stato tesserato dalla Roma ufficialmente una ventina di giorni fa, dopo esser però sbarcato a Trigoria già la scorsa estate. Appena arrivato ha svolto qualche allenamento con la prima squadra, ma è stato poi aggregato stabilmente alla Primavera di Alberto De Rossi. E la storia di questo quasi diciottenne (li compirà il 5 dicembre) è molto simile a quella di altri suoi conterranei. Tall è infatti arrivato come profugo clandestino, trascorrendo i primi mesi italiani in una casa famiglia. Il primo a individuarlo in mezzo ad altri ragazzi è stato un osservatore dell'Ascoli, che gli ha permesso di allenarsi nelle Marche, prima del trasferimento nella capitale, la scorsa estate. Il centravanti, molto forte fisicamente e velocissimo, ha esordito con i baby giallorossi il 15 novembre scorso, pochi giorni dopo il suo tesseramento (arrivato in ritardo per motivi burocratici), subentrando in corsa contro l'Inter e risultando subito decisivo con un assist per il definitivo 4-2 a favore della Roma. Tall è stato protagonista anche nella sua seconda apparizione (la prima in casa), contro l'Atalanta, infilando un gol-capolavoro in rovesciata a dimostrazione della velocità d'inserimento in squadra del ragazzo, soprannominato “Bara” dai compagni. Una favola moderna, quella di questo ragazzone descritto come molto rispettoso e consapevole di doversi costruire con le sue forze un “lieto fine” che lo aiuti, grazie al calcio, a risistemare la sua vita. Magari convincendo anche Paulo Fonseca a dargli una chance in prima squadra, visto che Edin Dzeko non ha al momento alternative naturali che gli consentano di poter ogni tanto tirare il fiato.


L'arbitro Hategan dirigerà Basaksehir-Roma

Sono state rese note le designazioni arbitrali per le partite di Europa League.
Istanbul Basaksehir-Roma sarà diretta dall'arbitro Hategan, di nazionalità rumena. Il direttore di gara sarà coadiuvato dagli assistenti Sovre e Gheorghe. Quarto uomo Coltescu.


Basaksehir-Roma, meeting point in piazza Sultanahmet per i tifosi giallrossi

Giovedì la Roma sarà impegnata ad Istanbul contro il Basaksehir. Un match delicato anche dal punto di vista del tifo. Saranno al'incirca 500 i tifosi giallorossi attesi nella capitale turca e, per garantire l'ordine pubblico, sarù indetto alle ore 17 del giovedì un meeting point in piazza Sultanahmet. L'obiettivo sarà quello di garantire l'approdo allo stadio con dei bus navetta che partiranno per le 18:30.


Pallotta non avrebbe intenzione di lasciare la guida della Roma. E prepara una risposta a Totti

Dopo le voci su un possibile cambio di proprietà della Roma, sembra sia arrivato il momento di Pallotta. Infatti, secondo quanto appreso da Radio Radio, il presidente non avrebbe alcuna intenzione di lasciare la guida della Roma in favore di Dan Friedkin. Inoltre, un irritato Pallotta, vorrebbe rispondere di persona alle dichiarazioni rilasciate dall'ex capitano Francesco Totti sulla gestione societaria.


Serie A, il Lecce rimonta il Cagliari nei minuti finali. Finisce 2-2

Lecce-Cagliari, rinviata ieri causa maltempo, si è giocata oggi alle 15 ed è terminata con il risultato di 2-2.
Ad aprire le marcature è stato il Cagliari alla mezz'ora con il rigore di Joao Pedro. Nella ripresa, al 67', raddoppia Nainggolan.
Ma il Lecce non ci sta e recupera il risultato con Lapadula all'83' (fallo di mano di Pisacane e rosso a Cacciatore per proteste) che trasforma un calcio di rigore e due minuti più tardi si fa espellere insiemne ad Olsen per condotta antispostiva. In pieno recupero, 81', Calderoni insacca la rete del definitivo pareggio.


Allenamento Basaksehir, focus tattico a porte aperte

L'Istanbul Basaksehir si è allenato oggi in preparazione del match di giovedì sera contro la Roma. La squadra ha svolto riscaldamento e parte tattica, ad assistere all'allenamento anche i tifosi del club. Domani, la formazione di Okan Buruk tornerà in campo alle 11.45 locali (9.45 italiane).


Hellas Verona, Juric: "Conosciamo il valore della Roma ma ogni gara è un'opportunità. Non molleremo un attimo"

Ivan Juric, tecnico dell'Hellas Verona, ha parlato ai microfoni del sito ufficiale del club dopo la vittoria ottenuta con la Fiorentina, commentando anche le prossime sfida in campionato, in primis quella contro la Roma. Queste le sue dichiarazioni:

"Le prossime partite? Ogni gara è un’opportunità, ma sappiamo che non dobbiamo mollare nemmeno un attimo, perché il valore delle altre squadre è molto alto. Speriamo di fare ancora prestazioni come oggi".


AS Roma lancia la quinta edizione del Toys Day

"Dopo il successo delle prime quattro stagioni, l’AS Roma, tramite la Fondazione Roma Cares, lancia la quinta edizione del Toys Day. A partire dal 9 dicembre e fino al 22, potranno essere consegnati giochi nuovi o usati in buone condizioni presso gli AS Roma Store, le scuole calcio e le Academy ufficiali giallorosse.

Nel corso dell’anno, i calciatori giallorossi li consegneranno ai bambini degli ospedali di Roma mentre quelli non idonei alla consegna in ospedale verranno donati a case famiglia e associazioni caritatevoli".


Roma, l’affare Champions

IL MESSAGGERO - TRANI - La priorità della Roma, ospitando nel pomeriggio (ore 15) il Brescia ultimo all'Olimpico, va alla classifica. Non c'è da pensare ad altro. Né al possibile cambio di proprietà, nè alla formazione iniziale ancora diversa e quindi da scoprire. Perché é stato sufficiente il ko del Tardini contro il Parma, prima della sosta, per uscire di nuovo dalla zona Champions, lasciando il 3° posto alla Lazio e subendo il sorpasso del Cagliari. I risultati degli anticipi sono stati, però, favorevoli: sconfitta interna dell'Atalanta che ha gli stessi punti (22) dei giallorossi e pareggio esterno del Napoli che rimane sotto (20). E', dunque, il caso di approfittare della frenata di quelle che sono indicate come le principali rivali per riprendere subito quota e dedicarsi poi alla trasferta di Istanbul per avvicinarsi alla qualificazione ai sedicesimi di Europa League.

TRIPLA MODIFICA - «Decido con la mia testa se far giocare Florenzi e non perché è titolare in Nazionale». Fonseca, chiarendo nuovamente la sua posizione, lascia intendere che questo è il giorno del rientro del capitano, in panchina nelle ultime 6 gare della Roma (in 4 senza entrare) e in campo invece dall'inizio in Bosnia-Italia. Florenzi ritrova il posto lasciato a Marassi, il 20 ottobre, contro la Sampdoria. A Genova giocò da esterno alto a sinistra. Riparte, invece, nel ruolo che preferisce, da terzino destro tornando davanti a Santon, e che gli garantisce la presenza nei 23 del ct Mancini per Euro 2020. L'altra novità è Pellegrini, uscito di scena a Lecce il 22 settembre per la frattura al dito del piede: sarà il trequartista alle spalle di Dzeko che, al 150° match in serie A, cerca il gol (solo quello al Milan nelle ultime 10 gare, nazionale compresa). «Non mi preoccupa se non segna da qualche partita, penso che possa ricominciare già contro il Brescia: la sfida, però, è complicata. Nonostante l'esonero di Corini, loro hanno fatto bene contro il Napoli e l'Inter» avverte il portoghese. E per finire, dal 1° minuto, spazio pure a Diawara che, diventando di fatto il play del 4-2-3-1, farà da partner a Veretout a centrocampo. L'assetto, insomma, subisce modifiche in ogni settore, anche perché in difesa Mancini, smaltito il risentimento al polpaccio, farà coppia in mezzo con Smalling. Qualche aggiustamento, insomma, nel sistema di gioco per puntare sui giocatori più affidabili e soprattutto più in forma.

SITUAZIONE INVARIATA - La lista dei convocati, comunque, non è più ricca (20 giocatori) di quella che, in continua e profonda emergenza, ha accompagnato la Roma alla pausa per gli impegni delle nazionali. Sono ancora 7 gli assenti, più o meno gli stessi che hanno penalizzato Fonseca nelle scelte da almeno un paio di mesi. Ai convalescenti Zappacosta, Cristante e Kalinic si aggiungono Mirante (flebite al polpaccio), Spinazzola (lieve lesione all'adduttore), Pastore (contusione all'anca) e Mkhitaryan (problema all'inguine): già 20 gli infortuni (6 traumatici). Addirittura va meglio a Grosso che, pure lui all'Olimpico con 20 calciatori, deve rinunciare solo a Mateju (squalificato), Dessena (rottura del malleolo) e Balotelli (in castigo). «Io, però, non ho parlato di mercato con Petrachi. E non penso a un'alternativa per Dzeko che giocherà sempre». Fonseca, insomma, si fida del suo centravanti, pure quando è stanco. E non fa niente se nelle ultime 6 partite ha concluso solo 3 volte nello specchio della porta avversaria.


Pallotta partecipa all’aumento di capitale con 40 milioni e ne chiede 750 a Friedkin

IL MESSAGGERO - CARINA - La trattativa per la cessione della Roma, dopo il soggiorno di Friedkin nella Capitale, è nella fase cruciale. Pallotta, pronto a versare 40 milioni (su 150) dell’aumento di capitale, aspetta la risposta del californiano. La valutazione del pacchetto di maggioranza è di 750 milioni, compresi gli 80 spesi per lo stadio. Ma il presidente, intenzionato a restare da socio di minoranza, non spinge il tycoon a investire subito l’intera cifra. L’accordo va però trovato in fretta (a dicembre): Pallotta, contando nel miglioramento dei conti nel 2020, è convinto di poter chiedere almeno 1 miliardo se l’affare sarà chiuso più avanti. Friedkin, però, ha ancora qualche dubbio (sullo stadio). Il ceo Fienga, intanto, conferma la linea dell’attuale proprietà: «Il progetto di ristrutturazione ha condotto a un profondo ripensamento della struttura interna, di uomini e di ruoli, portando a una richiesta di sostegno della società all’azionista. Che ha approvato l’aumento di capitale, avviando tutto quello che normalmente si fa in queste situazioni e quindi il coinvolgimento di altri. Ora è importante che il progetto sia confermato e il sostegno garantito. Io come ceo sono estremamente tranquillo. Ogni discorso, pure se non rapido come si dice, sta andando in questa direzione. Il sostegno c’è. Così il progetto va avanti, si consolida e diventa più forte, speriamo riesca ad accelerare».


Quante bugie sui capitani

IL MESSAGGERO - LIGUORI - Commovente, disarmante, come un pesciolino rosso tra gli squali: Paulo Fonseca parla alla vigilia di Roma- Brescia, al termine di una settimana gonfia di notizie bollenti come se niente fosse. Tutti stanno bene, tranne Spinazzola, Pastore e Mkhitaryan, per gli altri decide lui. Intanto, i tifosi si occupano di altro: Pallotta se ne va, la proprietà passa ad un altro statunitense? Finalmente una buona notizia, hanno pensato in molti, però l’intervista di Francesco Totti alla radio, ripresa dal Messaggero, ha spento gli entusiasmi. Il capitano non ci crede, perché «chi mette le mani nel club capisce cosa c’è dentro». Noi abbiamo capito: una frenesia nell’inseguire plusvalenze e profitti quasi autodistruttiva, una volontà incrollabile nel distruggere i principali uomini simbolo, romani e no. Dopo i capitani, Totti e De Rossi, anche Radja, che sta guidando il Cagliari. E Dzeko, recuperato in extremis. Adesso tocca a Florenzi: lo abbiamo visto in perfette condizioni in azzurro. Perché Fonseca gli preferiva giocatori infortunati o precari? Chiaro: se Roma lo dimentica, è più facile venderlo. Ci restano il grande talento di Zaniolo e Pellegrini, ma anche Nicolò, secondo Totti è destinato a partire. Arriveranno altri americani? Non sappiamo, ma abbiamo le idee fin troppo chiare su Pallotta e i suoi uomini.