Lippi: "Sono stato vicino alla Roma, ma poi il discorso non è proseguito"

Marcello Lippi, intervenuto ai microfoni di Radio Radio insieme a Totti, ha parlato del suo rapporto con l'ex capitano giallorosso e svelando di essere stato vicino alla Roma:

Come nasce il rapporto che ti lega a Totti?
"C’era una grande stima da parte mia anche prima del suo infortunio. Vedevo che stava nascendo qualcosa di importante ed il segreto è quello lì. Vidi che Francesco si fece male e la mattina dopo andai a trovarlo in clinica. Lui mi disse che gli dispiaceva per l’accaduto ed io risposi che doveva pensare a guarire, per venire al Mondiale. Lo feci perché lo sentivo, sapevo che ce l’avrebbe fatta pur non essendo al 100% dall’inizio. Francesco questo lo ha apprezzato molto. Venne a stare con noi in Nazionale poco dopo che si era fatto male, nonostante il forte dolore alla caviglia. Nessuno, da quel momento in poi, si permise più di non rispondere".

Mai stato vicino alla Roma?
"Sì, sono stato vicino alla Roma, abbiamo parlato qualche volta ma poi il discorso non è proseguito. Se alleni i grandi club un minimo di competenza tecnica devi averla, ma non vinci per la tattica. Vince chi riesce ad entrare maggiormente nella testa dei propri giocatori".

Su Zaniolo.
"Tutti i grandi campioni sono osservati dai grandi club. E’ un grande talento e a queste qualità tecniche abbina grande forza atletica. Credo che possa fare una splendida carriera. Non penso possa arrivare a fare quello che ha fatto Totti".


Caso rientrato. Balotelli contro la Roma ci sarà, ma non da titolare

Dopo l'uscita di ieri dal campo di allenamento con la seduta ancora in corso, Mario Balotelli sembrava destinato a non essere convocato contro la Roma. Ma il "caso" sembra essere rientrato dopo che, oggi pomeriggio, il giocatore ha sostenuto tutta la seduta e si è confrontato con il presidente Cellino. Dunque mister Grosso, come riferito da Sky Sport, lo convocherà per il match dell'Olimpico ma senza schierarlo dal primo minuto. Balotelli, dunque, comincerà il match in panchina con la possibilità di entrare a gara in corso.


Roma a Friedkin, Pallotta apre

IL TEMPO - BIAFORA - È venuto a Roma. Ha trattato il prezzo. Ed è ripartito convinto di poter mettere le mani sul club giallorosso in un futuro a breve termine. Dan Friedkin si è messo in testa di divenire l'erede di Pallotta, con tempistiche e modalità di investimento ancora da definire. Il Ceo e presidente del The Friedkin Group, consorzio statunitense che fattura oltre 9 miliardi di dollari all'anno, ne gli ultimi giorni è stato nel la Capitale per studiare in prima persona il dossier legato alla Roma, che dopo oltre otto anni può cambiare nuovamente il socio di maggioranza.

Friedkin, classe 1965, insieme alla moglie e uno dei quattro figli, ha alloggiato all'Hotel De Russie in centro, dove è solito soggiornare anche Pallotta, ha incontrato il Ceo giallorosso Fienga e gli altri dirigenti, oltre a tenere alcuni appuntamenti con il suo staff di quasi venti persone - compreso l’AD della Friedkin Companies Inc, la controllante del gruppo attraverso la quale sarebbe effettuato l’investimento - allo Studio Tonucci, studio legale che da sempre ha accompagnato l'avventura della Roma a stelle e strisce. L'imprenditore del Texas ha avuto modo di parlare in prima persona con Bob Needham, uomo di fiducia di Pallotta e Chief Financial Officer della Raptor, e, anche se non ci sono conferme, avrebbe visitato Trigoria e gli uffici del club all'Eur.

Come anticipato da 'Il Tempo' l’interesse di Friedkin è più che concreto, lavora al dossier giallorosso almeno da settembre scorso, e il suo obiettivo futuro è controllare la maggioranza della società: da capire come e quando, ricordando che in ballo c'è anche l'aumento di capitale già varato da AS Roma Spa fino ad un massimo di 150 milioni da varare entro il 2020. Conferme sono giunte dalla Roma stessa che ieri pomeriggio ha diramato un comunicato: «Su richiesta di CONSOB, con riferimento ad alcune indiscrezioni apparse in data odierna sugli organi di stampa in relazione ad una possibile acquisizione delle partecipazioni di A.S. Roma S.p.A. da parte di potenziali investitori, AS ROMA SPV LLC, società che detiene il controllo indiretto di A.S.ROMA S.p.A. tramite la sua controllata NEEP ROMA HOLDING S.p.A, informa che sono in corso dei contatti preliminari con potenziali investitori al fine di permettere loro di valutare l'opportunità di un possibile investimento in ASROMA SPV LLC».

Quella di ieri è stata una giornata abbastanza frenetica, iniziata con la sospensione tecnica del titolo azionario della Roma, schizzato ad oltre l'11% rispetto al prezzo di apertura. Il titolo, dopo una lunga sospensione, ha chiuso in rialzo del 16,6% a 0,589 euro, ai livelli di aprile 2018, con quasi 4,5 milioni di azioni scambiate. Friedkin in questi suoi giorni romani ha voluto vedere con i suoi occhi cosa è la Roma oggi e quali margini di sviluppo ha. Ora che ha tutto più chiaro prenderà una decisione sulla possibilità di entrare subito come socio di maggioranza 0 più gradualmente, accompagnato dal suo advisor finanziario (JP Morgan), da quello fiscale e da quello legale, con Goldman Sachs che rappresenta invece l’advisor della Roma.

Friedkin all’ora di cena ha lasciato Roma, nonostante fosse stato invitato ad assistere alla partita con il Brescia allo Stadio Olimpico. Si attendono ora le prossime mosse del texano e di Pallotta e i suoi soci, che valutano circa 1 miliardo «l’enterprise value» della controllante (nel suo portfolio c’è pure il futuro stadio a Tor di Valle): nell’eventuale prezzo di cessione delle quote andranno scalati i debiti finanziari della Roma (272,1 milioni secondo l’ultima trimestrale) e la quota di aumento di capitale che verrebbe sottoscritta dal nuovo acquirente. Di certo ora le negoziazioni entrano nel vivo. Sarà una fine di 2019 bollente.

 

 


«Houston, abbiamo un problema»: l'ironia dei tifosi impazza sul web

LEGGO - BALZANI - Entusiasmo sì, ma non troppo. La notizia del possibile passaggio di consegne da Pallotta al texano Friedkin ha scaldato la giornata di ieri su radio e social dove il tormentone maggiore è stata la famosa frase del film Apollo 13: Houston, abbiamo un problema. L'indiscrezione non ha scosso troppo la piazza come accaduto 10 anni fa. In molti desiderano un cambio di prospettiva ma invitano a volare basso. Avrei preferito gli arabi, con gli americani non c'è andata molto bene, recita un tweet di CosimoSkossa. Rischiamo di finire dalla padella alla brace, il commento di Stefano79. Mentre MarcoCiora è scettico sull'operazione: Appena Friedkin vedrà i conti in rosso scapperà. Pensiamo alla partita di domenica col Brescia. C'è però anche chi già esulta. Va bene chiunque, pure Ferrero. Basta che va via Pallotta, il commento di Francesco Anselmi. Mentre Roberto Ruffini analizza: Friedkin sta su Forbes, è ricco davvero. Si apre una nuova era. E magari ci riporta pure Totti. Ovviamente felice Brenno Giannini, il presidente del Roma Club Houston intervenuto ieri a Centro Suono Sport: Tutti conosciamo la ricchezza Friedkin, sarebbe un gran colpo per noi romanisti. E' entusiasta anche l'ex Ministro all'Economia Padoan a Radio Radio: Do una valutazione positiva a patto che rafforzino la società. Come ci dimostrano altre squadre italiane si vince se si ha una buona struttura societaria capitalizzata che ti permette di evitare di vendere i pezzi pregiati ogni anno per risistemare i bilanci. Se c'è anche un rafforzamento finanziario ben venga.  Infine una notizia di mercato: lo United vorrebbe Dzeko già a gennaio.


Pallotta valuta il club 800 milioni con un extra legato al nuovo stadio

IL MESSAGGERO - DIMITO - James Pallotta valuta la As Roma 800 milioni che, al netto dei 270 milioni di debiti, può fruttare un prezzo di 530 milioni. Più un'aggiunta (earn out in linguaggio tecnico) legata al progetto Stadio se mai si facesse. E' questo l'ordine di grandezza sul quale Goldman Sachs e lo studio legale Chiomenti, advisor del patron del club giallorosso, stanno conducendo il processo di vendita raccogliendo manifestazioni di interesse: finora ne sono pervenute circa 20, da tutte le parti del mondo, nessuna italiana.

In parallelo a questa procedura, ecco, giorni fa, l'irruzione di Dan Friedkin, uomo d'affari californiano, importatore del marchio Toyota che attraverso due emissari da qualche giorno nella capitale, vuole aggirare la procedura di vendita e fare un'offerta al più presto bruciando la concorrenza.

AGGUERRITI Ma i competitor, almeno alcuni di essi, sono molto agguerriti. Ci sarebbe innanzitutto una vecchia conoscenza italiana del mondo del fashion: Mayhoola for Investments, della famiglia reale del Qatar che a luglio del 2012, ha acquisito per 850 milioni il controllo di Valentino, a giugno 2016 la casa di moda francese Balmain, aggiungendo un marchio favorito da Kim Kardashian e il mese dopo la griffe Pal Zileri. Ma la squadra di Nicolò Zaniolo fa gola anche altri investitori del golfo. C'è Qatar sport investments, proprietario del Paris Saint Germain ed è di proprietà della Qatar Investment Authority (Qia) che nel 2010 stava scalando UniCredit e ha messo le mani a Milano sul Progetto Porta Nuova; Mubadala Development Company, veicolo d'investimento del governo di Abu Dhabi, che anch'esso ha rapporti ancora in corso con Unicredit dove ha il 4,9%; poi c'è Adia, fondo emiratino che assieme Gic (Singapore) ha il 45% di Cellnex, la società della torri di Edizione (Benetton) e spesso è interessato in deal italiani.

A parte il mondo arabo, il dossier è sul tavolo di molti fondi di investimento internazionali che stanno valutando il da farsi. Goldman Sachs che da quattro anni è vicina alla Roma è ha i 2/3 del debito della società di calcio, punta entro Natale a raccogliere le offerte non vincolanti, sempre che nel frattempo, non ci sia un'accelerazione con Friedkin, che è assistito da JpMorgan, banca d'affari americano dove il plenipotenziario per Europa, Medio Oriente e Africa è Vittorio Grilli, ex dg del Tesoro.

LA PRESENTAZIONE Nel giro di qualche settimana dovrebbe avvenire la management presentazione che è la presentazione del top management della società ai pretendenti: è una delle tappe tradizionali di queste operazioni di vendita delle società. Consente ai pretendenti di conoscere coloro che guidano la Roma, apprendere dalla loro voce i piani di sviluppo, interrogarli sull'andamento del club al di là dei numeri ufficiali.
La As Roma, quotata in Borsa, è controllata da Pallotta tramite Raptor, una finanziaria Usa che ha il 79% della società di calcio, a sua volta posseduta attraverso Neep holding. Quest'ultima è una scatola sopravvissuta dal 2010, quando Unicredit conquistò la maggioranza nell'ambito della ristrutturazione del gruppo Sensi. A seconda di come verrà strutturata la cessione del club, potrà dipenderà lo svolgimento di un'opa. Pallotta è disponibile a cedere una minoranza e la maggioranza. Il prezzo lordo per il 100% di 800 milioni è un multiplo di circa 3,5 volte il valore dell'attivo del club pari a 220 milioni.


Dan Friedkin, un tycoon a Roma. Il club conferma: la trattativa c'è

LEGGO - BALZANI - «Ci sono dei contatti preliminari in corso con potenziali investitori». La conferma ufficiale è arrivata alle 17,30 di ieri, qualche ora dopo la notizia della presenza del magnate Dan Friedkin a Roma. Non una vacanza quella del 52enne di Houston, ma l'avvio di una trattativa che potrebbe concludersi in tempi brevi. Il club giallorosso, infatti, potrebbe passare alla fase Usa 2.0 (da Boston al Texas) e essere trasferita nei prossimi mesi dalle mani di Pallotta a quelle di Friedkin.

Uno dei veri Paperoni americani grazie soprattutto alla distribuzione in esclusiva delle vetture Toyota tra Texas, Arkansas, Louisiana, Mississippi e Oklahoma oltre che per la produzione di alcuni film. Il 504° più ricco uomo del mondo (4,5 miliardi di patrimonio secondo Forbes) dorme al De Russie di Piazza di Spagna e due sere fa ha cenato da Pierluigi a Piazza de' Ricci proprio mentre sui media italiani (in anteprima su Il Messaggero) appariva una sorta di brochure di vendita ufficiale del club redatta dalla banca Goldman Sachs in 4 pagine. Nel pacchetto pubblicizzato compare anche «la progettazione per la costruzione di uno dei più grandi complessi sportivi e di intrattenimento in Europa». E quindi: «l'opportunità unica di possedere e controllare un'iconica squadra di calcio italiana, situata in uno dei mercati più interessanti del mondo e che offra opportunità tangibili per una significativa crescita di valore». 

Di fatto Friedkin è a Roma per portare avanti una due diligence e ha già incontrato alcuni dirigenti italiani allo studio Tonucci che da sempre rappresenta Pallotta in Italia. I texani vorrebbero chiudere l'affare in tempi brevi. Si ipotizza già per il mese di febbraio. Una notizia bomba che ha scatenato Piazza Affari tanto che il titolo della società giallorossa è stato addirittura sospeso per eccesso di rialzo, con una variazione teorica positiva del 12,87%.

Proprio su richiesta della Consob la Roma ha dovuto replicare con un comunicato in cui viene confermato l'interesse di un nuovo socio. «Con riferimento ad alcune indiscrezioni apparse sugli organi di stampa in relazione ad una possibile acquisizione delle partecipazioni di A.S. Roma S.p.A. da parte di potenziali investitori, AS ROMA SPV LLC informa che sono in corso dei contatti preliminari con potenziali investitori al fine di permettere loro di valutare l'opportunità di un possibile investimento. In caso di perfezionamento di accordi aventi ad oggetto il trasferimento delle partecipazioni detenute in A.S. Roma S.p.A., AS ROMA SPV LLC fornirà adeguata informativa al Mercato nei termini di legge». La notizia della messa in vendita della Roma ha acceso timidamente anche gli interessi arabi in Qatar che però non sembrano ancora pronti a investire in Italia.


Roma bella, possibile e in vendita

IL MESSAGGERO - La Roma è bellissima, ma è sul mercato. Stavolta non sono Zaniolo, Under o Pellegrini a essere in vendita ma è il club. È questo il senso del documento di quattro pagine con cui Goldman Sachs ha cominciato nei mesi scorsi a proporre nei mercati finanziari internazionali l'investimento nella Roma. Più che un teaser quello prodotto dall'advisor di Pallotta è un menu nel quale vengono descritti e incensati la città di Roma e i traguardi raggiunti dal club dentro e soprattutto fuori dal campo. Sulla copertina campeggiano il Colosseo e un'immagine-prototipo del nuovo stadio a Tor di Valle. Poi le foto dei tifosi all'Olimpico e una della squadra in maglia da trasferta schierata prima della partita con il Bologna dello scorso 22 settembre, vinta con un gol a tempo scaduto. Goldman Sachs, poi, avrebbe messo volentieri una foto più intrigante di un trofeo, ma per permetterselo ha dovuto fare un lungo passo indietro e scomodare Totti. 

TROFEO STAGIONATO In basso, infatti, c'è la Coppa Italia vinta sotto la gestione Sensi (la penultima, l'ultima arriverà l'anno successivo) alzata grazie a Spalletti nel maggio 2007 dopo la doppia finale contro l'Inter di Roberto Mancini. Di anni ne sono passati dodici e coppe non sono più state alzate, eppure dalla seconda pagina del documento viene illustrata l'opportunità unica di investire nel club. Secondo Goldman Sachs, Pallotta ha messo le basi per l'espansione futura e la continuità di successi. Vittorie, però, da smartphone e calcolatrici e non sul campo: la digitalizzazione, la creazione di una fan-base solida, l'impennata sui social media con gli oltre 15 milioni di tifosi e i nuovi accordi con gli sponsor. Il core business resta però il progetto-Stadio, uno dei più grandi complessi sportivo e di intrattenimento in Europa la cui realizzazione sbloccherà nuove potenzialità di guadagno. Brand in espansione, quindi, ma evidentemente non abbastanza da convincere Pallotta a tenere solidamente in mano il club. Forse anche a causa di quello che Goldman Sachs descrive come potenziale non sfruttato e che si riferisce alla globalizzazione del marchio verso gli Stati Uniti, l'Asia e gli stessi Emirati Arabi. Per gli obiettivi raggiunti in campo bisogna scorrere fino all'ultimo e più piccolo paragrafo: sul podio della Serie A in cinque delle ultime sei stagioni, qualificazione alla Champions in otto degli ultimi tredici anni, oltre alla semifinale del 2017. Una bacheca vuota che dovrà, però, invogliare portafogli pieni.


Primo ciak di Friedkin sulla Roma: pronta offerta da 600 milioni

IL MESSAGGERO - TRANI - Il taxi si è mosso, nella notte umida di martedì, da Piazza dei Ricci. A bordo Dan Friedkin che, dopo cena, è rientrato in albergo in via del Babuino, alloggio scelto di solito pure da James Pallotta nelle sue brevi e rare vacanze romane. Il tycoon californiano, nella Capitale da qualche giorno per prendere conoscenza di persona del pianeta Roma, segue quindi le orme in città proprio del presidente giallorosso che già nel 2018 gli propose di entrare nel club. Stessi luoghi, compreso il ristorante dietro Campo de' Fiori dove il bostoniano invitò a cena Francesco Totti per siglare, anche con qualche scatto mediaticamente mirato, una sorta di tregua che però rallentò solo di qualche mese lo strappo con l'ex capitano.

A CIELO APERTO Friedkin, insomma, si è presentato a Roma. Senza nascondersi. Al ristorante è arrivato con prenotazione fatta dalla Roma. Non ha dunque dovuto spiegare chi fosse. Con lui, tre americani: un produttore cinematografico e gli altri due che, presentati come amici, lo hanno affiancato negli incontri avuti in queste ore con il management di Pallotta, sempre in contatto con il presidente che, disamorato e deluso (il nuovo stadio è ancora in bilico), aspetterà il 2020 per tornare nella Capitale.

SIPARIETTO CURIOSO Il blitz in Piazza de' Ricci del King dei Paparazzi ha interrotto la cena degli americani: al tavolo, su iniziativa del proprietario del ristorante, è stato accompagnato Rino Barillari. Nessun accenno, in pubblico, al calcio e Pallotta, meglio soffermarsi sulla cucina romana. E sul cinema, tra una portata e l'altra, con riferimento soprattutto al film All the Money in the World (Tutti i soldi del mondo), di cui Friedkin è stato produttore esecutivo nel 2017 con la regia di Ridley Scottche raccontò il sequestro di John Paul Getty III, il nipote del magnate del gruppo petrolifero (all'epoca l'uomo più ricco del mondo). Il sedicenne fu rapito dalla ndrangheta nel 1973 a Roma dove è stato girato il film con il set allestito in piazza Navona. Barillari seguì in prima persona la vicenda Getty e Friedkin, ancora incuriosito da quel sequestro, ha chiesto al fotografo di poter consultare il suo archivio.

ANCHE IL CT Presente, a un altro tavolo, anche Roberto Mancini, di rientro da Palermo. Il calcio, insomma, rimane al centro della serata. Friedkin, del resto, si è mosso per fare sul serio, intervenendo in prima persona appena ha ricevuto l'ufficialità dell'aumento capitale da 150 milioni (assemblea del 28 ottobre a Trigoria). Ha avuto colloqui con i legali italiani di Pallotta, è passato dallo studio Tonucci e ha visto i dirigenti giallorossi. Da tempo sta visionando i documenti contabili della Roma. L'intenzione del tycoon è di entrare nel club giallorosso. Pallotta vorrebbe restare in maggioranza, ma Friedkin, durante la visita nella Capitale, ha chiesto ufficialmente la quotazione del club. Sa che la proprietà Usa pretende 1 miliardo, puntando a incassare 800 milioni (+ 80 per il nuovo stadio). Il californiano è pronto a versarne 600 (di cui 130 su 150 per l'aumento di capitale) e non è detto che non sia già tra gli investitori che, in maggioranza americani, hanno integralmente sottoscritto il bond da 275 milioni lanciato dalla società giallorossa a fine luglio. A metà pomeriggio, dopo la chiusura della Borsa (titolo sospeso in mattinata per eccesso di rialzo: 12,87%), il comunicato di conferma della Roma: «Su richiesta di Consob, con riferimento ad alcune indiscrezioni apparse sugli organi di stampa in relazione ad una possibile acquisizione delle partecipazioni di A.S. Roma S.p.A. da parte di potenziali investitori, As Roma SPV LLC, società che detiene il controllo indiretto di A.S. Roma S.p.A. tramite la sua controllata Neep Roma Holding S.p.A, informa che sono in corso dei contatti preliminari con potenziali investitori al fine di permettere loro di valutare l'opportunità di un possibile investimento in As Roma SPV LLC. In caso di perfezionamento di accordi aventi ad oggetto il trasferimento delle partecipazioni detenute in A.S. Roma S.p.A., AS Roma SPV LLC fornirà adeguata informativa al Mercato nei termini di legge». Friedkin ha bloccato due stanze nell'hotel in via del Babuino fino a oggi. Ma ha fatto le valigie già ieri prima di cena. Avrebbe voluto vedere la partita di domenica contro il Brescia all'Olimpico, ma da viale Tolstoj gli hanno consigliato di evitare lo stadio. Meglio rimandare le riprese. Almeno per ora.


Fonseca riabbraccia Mancini

IL TEMPO - BIAFORA - Fonseca ritrova Mancini. Il difensore è tornato ad allenarsi in gruppo dopo aver del tutto smaltito lo stato di affaticamento generale - con annesso edema al polpaccio - accusato al termine dell'ultimo ciclo di partite prima della sosta. Il classe 1996 sarà a disposizione per la sfida con il Brescia. Ancora a parte Spinazzola, mentre Fazio e Perotti hanno proseguito nel programma personalizzato. I lombardi di Grosso recuperano invece Chancellor. Out Donnarumma per un attacco influenzale


L'amico americano: la Roma apre a Friedkin, un altro magnate Usa per sostituire Pallotta

LA REPUBBLICA - PINCI - Presto all’Olimpico la Roma potrebbe avere un tifoso in più ad applaudirla. È americano, ma non è Pallotta, anzi è pronto a prenderne il posto. Si chiama Dan Friedkin e da qualche ora ha allungato più di una mano sulla squadra di Dzeko e Zaniolo.

Il curriculum parla per lui: 54enne di Houston, 4,2 miliardi di dollari di patrimonio, il 187° uomo più ricco degli Stati Uniti, nell’ultimo anno ha venduto Toyota per 9 miliardi di dollari con il suo GulfStates Toyota, distributore esclusivo delle vetture giapponesi in cinque stati americani. Figlio del fondatore del gruppo, Thomas, morto nel 2017, Dan ha ricevuto un paio di mesi fa il fascicolo Roma. Da quel momento, l’interesse è cresciuto esponenzialmente fino alla mossa della scorsa settimana: venerdì scorso è piombato nella capitale insieme a moglie e uno dei 4 figli, assistito dall’advisor Jp Morgan e da consulenti legali e fiscali, per fare un passo ufficiale: è stato ricevuto allo studio Tonucci, advisor legale di Pallotta, e nella sede del club giallorosso all’Eur.

«Sono in corso dei contatti preliminari con potenziali investitori al fine di permettere loro di valutare un possibile investimento», ha ammesso ieri la Roma in un comunicato sollecitato dalla Consob: le notizie della giornata avevano fatto schizzare di 16 punti il titolo in Borsa, poi sospeso per eccesso di rialzo. Se la società è uscita allo scoperto è perché i discorsi sono molto avanzati, anche perché questa non è la prima dimostrazione di interesse ricevuta. Ma Friedkin è pronto a sottoscrivere interamente o quasi l’aumento di capitale da 150 milioni del club (dovrebbe coprirne almeno 130). Ma non si fermerà qui: la volontà è rilevare il pacchetto di maggioranza, il 51% della società che detiene il controllo della Roma. Pallotta valuta il suo giocattolo un miliardo di dollari, a cui però bisogna sottrarre i 275 milioni di debito e i 130-150 dell'aumento di capitale. Che porterà comunque a diluire le quote di Pallotta.

Per completare almeno la fase uno dell'operazione - ossia l’ingresso di Friedkin nel capitale - non ci vorrà molto: entro gennaio, il passo dovrebbe essere compiuto. Lo richiede l’interesse della società giallorossa, che ha bisogno di presentarsi all'avvio del mercato invernale senza situazioni in ballo. E lui è pronto: ha studiato la società, facendosi convincere dal lavoro di ristrutturazione aziendale messo in atto in estate e apprezzandone l’attuale amministrazione. “Con un investitore così, il progetto si rafforza”, è la convinzione. Alla fine degli incontri - forse anche a Trigoria - Friedkin è stato invitato ad assistere a Roma-Brescia di domenica, ma ha rimandato preferendo ripartire ieri.

Ovviamente, la notizia di un investitore solido pronto a muovere un passo così importante nella Roma ha smosso l’entusiasmo sin qui tiepido della città, che torna a sognare in grande, visto che il legame con Pallotta non è mai sbocciato e dopo gli addii di Totti e De Rossi è addirittura precipitato. Critiche furiose che hanno aperto delle crepe nella maginot (“Non vendo”) dell’attuale presidente. Goldman Sachs ha ricevuto mandato e annuncia una ricerca di “acquirenti”: forse solo un modo per invogliare gli interessati, forse qualcosa di più.

Il gruppo Friedkin oltre alle auto, detiene la Auberge Resorts, che ha hotel di lusso in Stati Uniti, Messico, Isole Fiji e Grecia. Il brand Roma per chi si occupa di ricezione ad altissimo livello ha sempre un certo fascino, anche in  termini di business. Appassionato di cinema e di aerei, ha pilotato uno Spitfire - leggendario aereo della seconda Guerra Mondiale - nella scena finale del film Dunkirk di Nolan. Poi, nel 2019, 1.1 diretto una pellicola tutta sua, Lyrèbird, su un falsario che truffò i nazisti Il discorso con la Roma, però, è tutt'altro che cinema.


Tutti pazzi per Dan Friedkin: “Magari con lui ritorna Totti”

LA REPUBBLICA - FERRAZZA - Curiosità, frenesia, ma anche tanto disincanto: i tifosi della Roma assistono alla comparsa sulla scena di Dan Friedkin senza la morbosità che un eventuale passaggio di proprietà meriterebbe, raffreddati nell’entusiasmo dalla sensazione che il tipo di gestione del nuovo tycoon statunitense sarebbe nei fatti molto simile a quella portata avanti fino ad oggi da James Pallotta. In sostanza non si passerebbe agli sceicchi modello Psg oppure Manchester City, restando all’interno di un modus operandi che non fa sognare. L’imprenditore texano - sbarcato nella capitale negli ultimi giorni per avviare una due diligence mirata a capire quali margini ci siano per entrare nel club giallorosso - è a capo di un impero economico che spazia tra cinema, sport e, soprattutto, distributore in esclusiva delle vetture Toyota in cinque stati federali.

Eppure le aspettative dei tifosi giallorossi faticano a decollare, in maniera inversa all'andamento del titolo romanista, che è volato in Borsa, chiudendo ieri per eccesso di rialzo del 16,6% a 0,59 euro. Tra social e radio private, il giochino del «Sarà meglio o cambierà poco rispetto a Pallotta?» è partito fin dalle prime ore. «Magari con lui Totti tornerà a Trigoria», una delle voci raccolte nell’etere, «Speriamo che abbia voglia di fare una grande Roma», un altro pensiero, mentre alcuni non vedono l’ora che, a prescindere da Friedkin, vada via Pallotta.

In tutto questo, Paulo Fonseca va dritto per la sua strada: ha iniziato a comprendere Roma e sa che le voci, confermate dal comunicato diffuso ieri dal club, di eventuali cambi di proprietà, potrebbero destabilizzare la squadra. Meglio isolare ancora di più i suoi in vista della sfida contro il Brescia di domenica (ore 15), nonostante in città il dibattito sia concentrato quasi unicamente sull’interessamento alla Roma di Friedkin. Non sono previsti più di 35mila spettatori, all'Olimpico, e anche per questo il tecnico portoghese dovrà formare un corpo unico con la squadra. La buona notizia è che da ieriin gruppo è rientrato Mancini, provato in coppia con Smalling perché Fazio ha lavorato a parte. Il difensore azzurro, dopo aver saltato la nazionale per un indurimento al polpaccio, conogni probabilità dovrebbe partire dalla panchina, ma Fonseca vuole prendersi ancora un altro paio di giorni prima di decidere.


Florenzi nel mirino dell'Inter

Il futuro nella Roma dI Alessandro Florenzi è ancora incerto e il club nerazzurro resta tra gli interessati al numero 24 dei capitolini. Secondo quanto riferisce il quotidiano sportivo TUTTOSPORT , nei piani dell'Inter Florenzi viene visto come una possibile soluzione per il ruolo di mezzala, in alternativa ad altri obiettivi (Tonali, Castrovilli e Vidal). Possibile anche che venga offerto Politano come contropartita tecnica, che la Roma però valuterebbe solo in caso di contemporanea uscita di Perotti.