Si rivede Totti allo stadio vicino a Tare

IL TEMPO - Ha aspettato una partita della Nazionale per tornare allo Stadio Olimpico. C'era anche Francesco Totti sugli spalti ad assistere alla sfida tra Italia e Grecia. L'ex capitano e dirigente della Roma era tra i 56 mila che hanno riempito l'impianto capitolino ieri sera. Una presenza resa ancor più autorevole dal ruolo di ambasciatore Uefa per Euro 2020. Seduto accanto a lui il direttore sportivo della Lazio, Igli Tare. Presenti in rappresentanza dei due club romani anche il presidente biancoceleste Lotito e il Ceo giallorosso Fienga. Un ritorno, quello di Totti, a distanza di quattro mesi dall'ultima volta: bisogna sfogliare il calendario all'indietro fino al 26 maggio, nel giorno dell'addio di De Rossi col Parma.


Missione compiuta. L'Italia è tornata

IL TEMPO - PIERETTI - Eureka. L'Italia trova la qualificazione ai prossimi Europei itineranti del 2020, col primato del girone già in tasca. Non era così scontato considerando l'eredità raccolta da Roberto Mancini, sapiente commissario tecnico che ha saputo ricostruire una squadra dopo il fallimento della mancata partecipazione ai Mondiali di Russia 2018. All'Olimpico, dove gli azzurri esordiranno all’Europeo il prossimo 12 giugno, è stata una festa con oltre cinquantacinque mila spettatori, la cornice è stata quella delle notti migliori, la maglia verde indossata dagli italiani non ha resto meno bello il quadro, carico di adrenalina, emozioni e tricolori al vento. Un amore così grande, gli italiani ritrovano la fidanzata di sempre, quella squadra che sa emozionare come nessun'altra passione.

La squadra di Mancini si è impossessa subito della partita, ma il primo pericolo è ellenico; D'Ambrosio sbaglia la linea del fuorigioco, e a Grecia arriva a minacciare concretamente la porta italiana: Donnarumma respinge il destro velenoso di Limnios con un intervento impegnativo. I nipotini di Leonida vendono cara la pelle e non vanno troppo per il sottile; Immobile rimedia una gomitata in faccia da Chatzidiakos che viene ammonito. La Grecia non sembra venuta in gita nella Capitale, pressa in maniera ordinata, ha capacità nel recuperare palla, meno nell’ingegneria della manovra. Gli Azzurri sembrano quasi bloccati, sono attanagliati da quella sana tensione che ammanta testa e corpo negli eventi decisivi; in fondo è una Giovane Italia, rinascimentale, nei costumi e nel cuore. L'Italia fatica ad alzare l'intensità di gioco facilitando gli avversari, mancano gli inserimenti tra le linee, le verticalizzazioni, il movimento senza palla degli attaccanti: la prima mezz'ora vanno in scena una serie di passaggi accademici che non portano ad alcuna conclusione a rete.

Mancini è costretto a inserire Bernardeschi già prima dell'intervallo per un infortunio di Chiesa che al 39' lascia il terreno di gioco. Nella ripresa lo spartito è identico: l’Italia scarsamente aggressiva nel palleggio, il centrocampo continua a essere piatto, i lanci di Bonucci prevedibili, le giocate di Insigne di facile lettura per gli avversari. Bernardeschi cerca la soluzione personale con un sinistro da venti metri che si perde sul fondo. Ora il pressing della Grecia si fa meno intenso, e quindi meno efficace; le energie iniziano a scarseggiare, gli azzurri guadagnano campo e si rendono pericolosi con Immobile che incorna un bel cross di Spinazzola trovando la pronta respinta del portiere. Anche i difensori italiani si trasferiscono in pianta stabile nella metà campo avversaria per manovrare al meglio, ma quando Verratti perde un pallone velenoso sulla trequarti, sudano freddo per l'occasione mancata da Kouloris che calcia sull'esterno della rete dopo un cross radente di Limnios che taglia tutta l’area. Ma l'Italia insiste, cerca di sbloccare la partita e trova l'episodio propizio quando sul cronometro corre il sessantaduesimo minuto: Insigne calcia a rete dall'interno dell'area. Bouchalakis intercetta volontariamente con un braccio: rigore. Dal dischetto Jorginho spiazza Paschalakis firmando il vantaggio. Poi, al 77’, arriva il raddoppio di Bernardeschi che piazza un sinistro mortifero alle spalle del portiere greco. Siamo in Europa da primi del girone grazie al pareggio dell'Armenia, adesso andiamo a comandare. «I ragazzi sono stati bravissimi - esulta Mancini - ma vorrei prima di tutto ringraziare il pubblico dell’Olimpico. Erano in tanti e ci hanno sostenuto anche nel primo tempo quando non siamo statoi brillantissimi forse perché un po' contratti. Dedichiamo questa vittoria ai bambini del Bambin Gesù».


Florenzi guarito, ansia per Dzeko

CORRIERE DELLA SERA - Fonseca ha concesso alla squadra due giorni di riposo. In attesa dei nazionali, la ripresa è stata fissata per martedì. Recuperato Florenzi, che ha smaltito il forte attacco influenzale. Nei prossimi giorni si deciderà cosa fare con Dzeko: il bosniaco potrebbe tornare presto in campo con una maschera per proteggere lo zigomo.

 


La Roma cerca lo sponsor per Trigoria

IL TEMPO - Un nome per Trigoria, da stampare anche sulle maglie di allenamento. Si è parlato di questo e molto altro nei meeting dei giorni scorsi a Boston, dove Pallotta ha ricevuto Fienga, Calvo e Zubiria. La cessione dei naming rights del centro sportivo a uno sponsor è una delle priorità nelle strategie giallorosse, una possibile fonte di ricavo per valorizzare uno spazio che al momento rende zero. Inter e Sassuolo già lo fanno, ma i soldi arrivano direttamente dalla prioprietà dei rispettivi club, mentre Pallotta cerca un partner esterno. Da mesi sono in corso colloqui con potenziali aziende interessate. La Roma intende offrire un pacchetto unico a uno sponsor che intenda affiancare il suo marchio al Fulvio Bernardini e contestualmente lo stampi anche sui kit d’allenamento, rimasti vuoti dopo la cessazione del contratto con Betway resa obbligatoria dal Decreto Dignità. I giallorossi attendono un’offerta intorno ai 6-7 milioni a stagione, con un contratto di media-lunga durata di almeno 5 anni. La Roma è alla ricerca anche di uno sponsor di manica che porterebbe altri 3-4 milioni in cassa ogni anno. Ben altre sono le cifre per i naming rights dello Stadio, si è già fatto vivo l’interesse del Qatar, che dopo essere diventata main sponsor potrebbe acquistare anche gli spazi sui kit d’allenamento, ma non il nome di Trigoria.


Lazio, Roma e Frosinone in campo contro il bullismo

IL TEMPO - 108 atleti delle scuole calcio AS Roma, SS Lazio e Frosinone Calcio sono scesi in campo per dire no al bullismo. Hanno disputato il trofeo No Bulli nell’ambito della campagna di contrasto al bullismo e al cyberbullismo, promossa dal vice presidente del consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi, insieme alle tre società di calcio professionistiche. Dopo la prima edizione della No Bulli Cup, organizzata dalla Roma la scorsa stagione, ieri il secondo appuntamento promosso dalla Lazio presso il centro sportivo Armata del Mare, per un’altra giornata di sport e gioco all’insegna della cultura e del rispetto. Al termine dei triangolari, a tutte le formazioni è stata consegnata la coppa No Bulli e la maglia in ricordo della giornata.


Under, la Turchia, il calcio e la guerra

CORRIERE DELLA SERA - Sarebbe bene spiegare a Cengiz Under che l’assalto turco ai curdi in Siria rischia di liberare migliaia di prigionieri dell’Isis, che potrebbero tornare a commettere abomini in Europa. Chiamare “Primavera di pace” una guerra aggiunge fastidio all’orrore. Ma prima di tutto sarebbe il caso di dirgli: i calciatori stiano fuori da queste faccende. Non è una violazione della loro libertà di espressione, è che non possono usare così la loro popolarità acquistata con lo sport. L’impressione è che alcuni personaggi non aspettino altro che essere sollecitati per buttarsi nella mischia. Negli ultimi giorni si sono uniti a questa causa anche lo juventino Demiral e Ozil. E’ sorprendente che le società non riescano a contenere le esuberanze social dei propri giocatori.


Ranieri, chi si rivede. Il rilancio della Roma passa per un nemico carissimo

CORRIERE DELLA SERA - Sampdoria-Roma avrebbe avuto lo stesso un sapore di amarcord. Se i blucerchiati non avessero avuto un avvio così disastroso, sulla panchina ci sarebbe stato un altro ex, Eusebio Di Francesco. Adesso “tinkerman” è chiamato all’ennesimo miracolo, quello di aggiustare una squadra completamente distrutta. Ancora una volta è subentrato al tecnico abruzzese, lo scorso anno infatti capitò la stessa cosa a Roma. La sceneggiatura è da romanzo: Ranieri nel 2010 perse lo scudetto con la Roma proprio contro la Samp, adesso si ritrova dall’altra parte contro il suo grande amore. La formazione giallorossa però non si può permettere di regalare punti al suo ex mister. Il pareggio contro il Cagliari all’ultima giornata ha fatto perdere punti pesanti in ottica quarto posto. La Roma non può più sbagliare, è obbligata a portare qualcosa a casa. Fonseca si sta adattando al calcio italiano, ma la sfida contro Ranieri potrebbe viverla dalla tribuna vista la squalifica di due giornate dopo l’espulsione all’ultima giornata.


La reazione dell'Uefa, pronta a intervenire dopo i saluti militari dei giocatori turchi

Dopo le polemiche per il saluto militare dei nazionali turchi per festeggiare il gol-vittoria sull’Albania, la federazione europea sembra intenzionata a intervenire (...).Intanto, cresce l’allerta per Francia-Turchia, che si giocherà domani allo Stade de France. Rivalità fra tifoserie, precedenti negativi e contesto politico fanno dell’evento un match a rischio. Anche perché i turchi sugli spalti potrebbero essere molti di più degli oltre 3 mila previsti.


Alisson: "In Inghilterra abbiamo giocato tutti insieme ed è stata una serata incredibile"

Alisson Becker, estremo difensore del Liverpool, ha rilasciato alcune dichiarazioni al quotidiano spagnolo mundo deportivo  a proposito  della vittoria ottenuta con i giallorossi all'Olimpico con il Barcellona e la conseguente qualificazione alla semifinale di Champions League. Queste le parole del brasiliano:

"È stato qualcosa di incredibile. Dopo la prima partita, nessuno pensava che potessimo rimontare, ma eravamo molto fiduciosi. È uno di quei match che non dimenticherò mai. Quella di Liverpool? Sarà un altro momento indimenticabile della mia carriera. Nella partita di Barcellona abbiamo giocato bene e avuto molte occasioni, ma abbiamo preso 3 gol. Rispettavamo il Barcellona, ma sapevamo di poter rimontare. In Inghilterra abbiamo giocato tutti insieme ed è stata una serata incredibile"


Sosta, ma che fatica: super lavoro per Kalinic e Smalling

LA REPUBBLICA - FERRAZZA  - Tra i motivi che rendono utile questa sosta di campionato per la Roma, vanno conteggiati i tanti allenamenti in più che stanno mettendo nelle gambe Nikola Kalinic e Chris Smalling. Attaccante e difensore lavorano per raggiungere una forma atletica migliore c per inserirsi nei meccanismi del gioco di Fonseca, sfruttando le tante assenze tra infortuni e nazionali che si registrano in questi giorni dentro Trigoria. «Sta andando anche meglio di come mi aspettassi - spiega Smalling al sito del club giallorosso -Fonseca è una persona molto intelligente, la prima volta abbiamo parlato al telefono, io ero ancora a Manchester e lui mi descriveva che tipo di difensore volesse. E così  mi sono convinto ad accettare il trasferimento alla Roma. È bello lavorare con lui, l'aggressività e il modo in cui vuole che giochiamo, siano molta adatti a me: mi sembra di imparare ogni giorno qualcosa». L'inglese è diventato praticamente da subito un pilastro della difesa, titolare che ha avuto bisogno di davvero poco tempo per prendersi una squadra che in lui sta trovando un leader naturale. Impegnato anche nel sociale, Smalling è consapevole di essere un modello per i bambini «delle scuole e dei vari progetti con i quali collaboro. Il razzismo? Non è un problema solo italiano, è una questione generazionale, alla quale bisogna mettere un freno». Nel frattempo, Kalinic è consapevole di doversi far trovare pronto per la gara con la Sampdoria, vista la doppia frattura dello zigomo che sta bloccando Dzeko. L'attaccante verrà schierato titolare dopo aver fatto due spezzoni in campionato (e due presenze in Europa), cercando di sfruttare al meglio il suo momento di gloria.


Monchi punta l'ex giallorosso José Angel

José Angel, secondo quanto riferisce il quotidiano sportivo estadio deportivo è entrano nel mirino di Monchi, che è alla ricerca di 2 terzini per il suo Siviglia.

A sponsorizzare l'ex terzino giallorosso, ora all'Eibar, è stato Joan Jordán, centrocampista del Siviglia, che ne ha parlato microfoni di "El Pelotazo". Queste le sue parole:

"Consiglierei a Monchi di firmare José. Penso che non abbia avuto la fortuna che ha avuto e possa giocare perfettamente a Siviglia. Ha già giocato alla Roma, al Porto, al Villarreal, al Real Sociedad e all'Eibar, dove ha finito per esplodere".


La Juve resta su Zaniolo e Pellegrini

Come riportato da tuttosport la Juventus resta fissa su Nicolò Zaniolo e Lorenzo Pellegrini. Il classe ’99 ha da poco rinnovato il suo contratto con i giallorossi mentre Pellegrini è in scadenza 2022 e ha una clausola da 30 milioni di euro.