Problemi fisici e diversi errori. Florenzi, la fascia è senza sorriso
IL MESSAGGERO - CARINA - Un momento difficile, dal quale Florenzi deve uscire da solo. Inutile girarci intorno: la doppia esclusione col Milan (prima dall'undici di partenza e poi a gara in corso, quando Spinazzola ha chiesto il cambio) ha sorpreso non poco. Come la motivazione fornita da Fonseca nel post-gara: «Ho pensato che dovevamo difendere bene, quindi ho messo un giocatore veloce come Cetin. Florenzi? Non ha nessun problema, è stata soltanto una mia scelta tecnica». Parole inequivocabili. Come quello striscione, apparso a sorpresa il giorno del debutto in campionato contro il Genoa, che sembrava aver cancellato di colpo la precedente stagione deludente, culminata con il fallo da rigore commesso nei supplementari a Oporto, che di fatto aveva eliminato la Roma dalla Champions (al netto del penalty non fischiato su Schick). Ne erano seguite critiche aspre, mediatiche e ambientali, senza contare le parole (o quelle non dette) da Totti nel giorno del suo addio. Tutto, però, sembrava esser stato spazzato via da quei 20 metri di stoffa, esposti dalla Curva Sud il 25 agosto: Avanti con la tradizione della fascia a un romano. Al fianco di Florenzi capitano'. Alessandro è così ripartito. Ma presto ha dovuto fare i conti col campo.
ERRORI A RIPETIZIONE Già col Genoa, rimane coinvolto nel terzo gol rossoblù di Kouamé, sbagliando la diagonale. Errori che si ripetono: in difficoltà a Bologna, contro l'Atalanta non chiude su de Roon in occasione del raddoppio dell'Atalanta. Arriva il primo appunto indiretto del tecnico: «Sul 2-0 non abbiamo fatto quello che dovevamo». I primi di ottobre, una fastidiosa influenza lo tiene fuori sia con il Wolfsberger che con il Cagliari e lo costringe a rinunciare anche alla nazionale. Quando torna in campo dopo la sosta, delude a Genova. Il resto è storia recente: in Europa League si accomoda in panchina e quando entra, diventa lo spot migliore della legge di Murphy («Se qualcosa può andar male, lo farà»). Prima dell'abbaglio di Collum, ha la palla del 2-0 a tu per tu con Sommer ma calcia a lato. Tre giorni dopo, la doppia esclusione col Milan. Domani c'è la trasferta di Udine. Proprio in Friuli, tre anni e mezzo fa (marzo 2016), un suo (bel) gol fu decisivo (2-1). Anche quel giorno, con Totti e De Rossi in panchina, Florenzi era capitano. Corsi e ricorsi. Magari stavolta utili per invertire il trend.
Bilancio, stadio e... il ritorno di Totti: il club programma
GAZZETTA DELLO SPORT - L’assemblea dei soci della Roma ha deliberato ieri sia l’approvazione del bilancio 2018-19 che l’aumento di capitale da 150 milioni, destinato non a ridurre il debito ma a far fronte ai fabbisogni. Ma ha anche regalato notizie interessanti.
Si è parlato della due diligence in corso del gruppo Friedkin, società texana che ha uno dei suoi core business nella importazione della Toyota in America. Già due anni fa Pallotta gli aveva proposto l’ingresso nel pacchetto azionario, ma gli fu risposto picche. Stavolta la possibilità di un ingresso c’è, anche se la famiglia Friedkin non entrerebbe nella “governance”. «La diligence non è fatta sulla Roma, ma sulla controllante. Non abbiamo avuto notizia di contatto con questo eventuale investitore», ha specificato l'ad Guido Fienga.
Qualche azionista, poi, ha parlato dell’addio di Totti. «La scorsa è stata una stagione pesante per il distacco di De Rossi e Totti - ha aggiunto Fienga - ma sono state scelte individuali. Sono scelte che abbiamo subito e non prodotto. Totti è uno dei nostri eroi, gli vogliamo bene. Non fa più parte della Roma, ma qualora un giorno si volesse riavvicinare...». Insomma, una porticina torna a riaprirsi. Il vice presidente Baldissoni si è espresso sullo stadio: «Rimaniamo convinti che in breve tempo concluderemo l’iter amministrativo».
Fienga riapre al ritorno di Totti
IL TEMPO - BIAFORA - L'assemblea degli azionisti della Roma riunitasi a Trigoria ha approvato la proposta di aumento di capitale fino ad un massimo di 150 milioni di euro, con la fine del 2020 come termine ultimo per eseguirlo.
Oltre all’iniezione di liquidità è stato approvato il bilancio chiuso al 30 giugno, ma soprattutto c'è stato modo per il Ceo Fienga e per il Vice-presidente Baldissoni di chiarire alcuni aspetti delle strategie societarie. In particolare l'amministratore delegato ha commentato la notizia rivelata da Il Tempo sul gruppo guidato da Dan Friedkin, che ha avviato una due diligence sui conti di AS Roma Spv Llc: «L’azionista al proprio interno ha sempre analizzato la possibilità di rafforzare la propria posizione se questo aggiunge valore al progetto della Roma. La due diligence, però, viene fatta non su AS Roma Spa, ma sull’equity dell’azionista stesso». Fienga ha poi proseguito il discorso sul gruppo texano, chiarendo che non è un qualcosa che riguarda direttamente la dirigenza del club, ma la proprietà che ne ha il controllo: «Non abbiamo notizie ne abbiamo avuto alcun tipo di contatto con questo investitore. Non possiamo sapere di contatti tra soggetti terzi».
Altri punti toccati dalle risposte di Fienga agli azionisti hanno riguardato il contratto con la Nike e gli addii di Totti e De Rossi: «Stiamo rinegoziando con la Nike il valore dello sponsor. Daniele e Francesco hanno fatto due scelte individuali. Per noi Totti resta un idolo, continuiamo a volergli bene e se poi un giorno volesse riavvicinarsi...». Chiusura di Baldissoni sul progetto dello stadio: «In un tempo relativamente breve riusciremo a completare l'iter»
Per Pellegrini e Diawara ci vuole ancora un mese
GAZZETTA DELLO SPORT - Ancora un mese senza Diawara e Pellegrini. È questo il responso dei controlli a cui ieri sono stati sottoposti i due centrocampisti. La buona notizia è che il recupero procede bene per entrambi. Difficile che si concretizzi l’ipotesi Rodwell o Büchel (tra l'altro l'ex Empoli aveva convinto di più dell’inglese. Petrachi si è preso ancora qualche ora per riflettere, anche perché Mancini sta dando risposte positive in mezzo al campo.
La settimana prossima Pellegrini riprenderà a correre con la speranza di rientrare prima della sfida con l’Inter del prossimo 6 dicembre. Per Diawara, invece, i tempi sono più brevi, visto che è atteso subito dopo la sosta di novembre. Entro questa settimana, infine, si capirà se Cristante dovrà operarsi al tendine e quali saranno precisamente i tempi di recupero.
Roma pazza per Paulo
IL TEMPO - BIAFORA - Ci si aspettava un guizzo tattico da grande allenatore e Fonseca ha risposto presente. Senza farsi prendere dallo sconforto per i numerosi infortuni subiti dai centrocampisti il tecnico della Roma ha dimostrato di essere più forte dell'emergenza del reparto, abbassando prima Pastore accanto a Veretout e scegliendo poi di puntare sulla carta Mancini, che aveva disputato soltanto un paio di partite da me diano ai tempi del Perugia.
Contro il Borussia e il Milan il difensore è sceso in campo dimostrando personalità e un grande spirito di adattamento, dando ragione a Paulo Fonseca che reputa il calciatore di Pontedera uno dei più positivi in questo primo scorcio di stagione, soprattutto per la capacità di assorbire i nuovi dettami tattici. Con l’inedito assetto Fonseca è tornato a liberare i terzini dopo aver disputato diverse gare con un esterno difensivo più bloccato, di solito quello che ha giocato a destra, e uno, quasi sempre Kolarov, che andava a posizionarsi sulla linea dei trequartisti, facendo accentrare l’ala sinistra che andava ad agire come secondo fantasista in zona centrale.
Fonseca, inizialmente additato come «zemaniano integralista» per la rivedibile prestazione difensiva con il Genoa, ha dimostrato di avere sempre in pugno la situazione e la gestione del gruppo, più che coeso, e soprattutto di aver immediatamente capito gli accorgimenti necessari per affrontare al meglio il campionato italiano. Tali contromosse hanno però portato alcuni, in particolare dopo il ko con l'Atalanta, ad accusarlo di un'eccessiva «italianizzazione» del gioco, con un’esasperata ricerca dell'equilibrio difensivo a scapito della produzione offensiva. Bisogna però ricordare che l’allenatore ha dovuto combattere con i tanti infortuni, che non gli hanno permesso di lavorare al meglio sulle proprie idee di gioco.
Ora Fonseca e la sua Roma sono attesi da una serie di quattro partite ravvicinate con le trasferte contro Udinese (Under ci sarà, out Mkhitaryan), Gladbach e Parma, oltre al big match con il Napoli. L'obiettivo è continuare a percorrere la strada intrapresa domenica, una serata che ha regalato una nuova unione tra la squadra e i suoi tifosi, che hanno ricevuto il pubblico ringraziamento del tecnico tramite Twitter. La speranza è di chiudere al meglio questo ciclo prima della sosta, dopo la quale sono attesi i recuperi di Diawara - tornato a correre sul campo e Pellegrini, che dalla prossima settimana riassaggerà il terreno di gioco.
Fonseca ha trovato la via per tornare in Champions
GAZZETTA DELLO SPORT - La zona Champions è solo un punto: considerando la situazione di qualche settimana fa, tra infortunati e morale non proprio alle stelle, già questa è una vittoria di Fonseca. Perché il tecnico è riuscito a mantenere la barra dritta nei momenti peggiori.
La prima cosa che ha preteso da se stesso e dal suo staff è che la Roma avesse una buona forma atletica. Al netto di tanti infortuni, alcuni prevedibili visto lo storico di certi calciatori, altri meno, Fonseca vede una squadra che sa correre fino al 90’, in cui non ci sono problemi nel fare uno strappo in più. La Roma è all’11° posto in campionato per km percorsi (al primo c’è l’Inter di Conte), ma è nettamente migliorata nelle ultime settimane e sembra sempre in progressione. Merito, anche, di un atteggiamento mentale che a Trigoria non si vedeva da un po’. Fonseca è stato bravo nel far sentire tutti coinvolti.
Il borsino che non ti aspetti: Pastore ride, Florenzi riflette
GAZZETTA DELLO SPORT - Uno è la faccia allegra di questa Roma, l’altro invece ha il volto malinconico. Roma-Milan di domenica pomeriggio ha regalato a Fonseca un Pastore rinato e un Florenzi rimasto in panchina per 90’ per scelta tecnica. Una rarità, soprattutto per un capitano. Altre considerazioni saranno poi fatte in futuro, perché è inevitabile che non faccia piacere essere un capitano dal consenso non unanime.
Pastore invece ha trasformato i fischi in applausi. I numeri della partita contro il Milan sono i migliori della sua storia in giallorosso: è stato il calciatore che ha corso di più (11,727 chilometri), quello che ha recuperato più palloni (8) e quello che ha subìto più falli (5). Dopo un’estate complicata dai problemi fisici, l’argentino e la Roma hanno scelto di evitare le amichevoli, lavorare sul fondo e riconsegnare così a Fonseca un giocatore integro.
S.O.S. infermeria, Pellegrini torna tra un mese
LA REPUBBLICA - PINCI - L’emergenza continua. E la sensazione è che l’esperimento sin qui felicissimo di Gianluca Mancini a centrocampo troverà continuità almeno per un altro mese. La certezza è arrivata ieri quando Amadou Diawara e Lorenzo Pellegrini si sono sottoposti a visite per controllare a che punto fosse la guarigione dai rispettivi infortuni. Visite positive ma nessuno dei due rientrerà prima della sosta di metà novembre. Tradotto: per entrambi la speranza più ottimistica è di averli in campo a Brescia, il 24 novembre.
Pellegrini, uno dei leader della Roma (decisivo fu anche per la permanenza di Dzeko) tornerà a correre sul campo la prossima settimana: aveva sperato di anticipare i tempi, forzando per rientrare a Parma, ma è stato sconsigliato, per evitare ricadute dopo la frattura al piede. Intanto la Roma tratta per rinnovare il suo contratto eliminando la clausola da 30 milioni: l’Inter è in agguato.
A questo punto il centrocampo avrà soluzioni e numeri contati almeno per le prossime quattro partite: domani a Udine e sabato col Napoli, spazio ancora a Mancini-Veretout. Riflessioni in corso sugli svincolati Rodwell e Buchel: con due gare ravvicinate adesso e poi l'Europa League in cui potrebbero essere schierati perché non in lista, sarebbero utili per una sola partita da qui al rientro dei big. E dopo potrebbero risultare superflui. Intanto è tornato ad allenarsi Under: almeno lui, col Napoli, proverà ad esserci.
Niente svincolati, promosso Mancini a centrocampo
IL TEMPO - BIAFORA - Grazie per la disponibilità, ma non abbiamo bisogno di voi. E' stato più o meno questo il succo del discorso fatto dal direttore sportivo Petrachi a Buchel e Rodwell, che da giovedì della scorsa settimana sono stati in prova a Trigoria.
I due centrocampisti, che l’anno passato hanno indossato le maglie di Empoli e Blackburn, sono svincolati e la Roma aveva pensato di tesserare uno dei due per tamponare l'emergenza che si era creata con i lunghi stop di Diawara, Pellegrini e Cristante. Dopo diversi test fisici e tecnici i giallorossi hanno deciso però di non mettere nessuno dei due sotto contratto, preferendo puntare sulla soluzione Mancini. L'ex atalantino ha convinto tutti nell’interpretare il ruolo di mediano contro Borussia e Milan, due partite dove ha mostrato grande personalità ed applicazione tattica. Fonseca e Petrachi hanno quindi deciso di dare fiducia a Mancini.
La traversata di "Ibra" Darboe: da 15enne solo sul barcone a promessa romanista in Serie A
LA REPUBBLICA - PINCI - Dal Mediterraneo all’Olimpico, dalla traversata della speranza alla Serie A. Per ora soltanto dalla panchina, ma chissà cosa riserva il futuro a Ebrima Darboe, talento di 18 anni della Primavera della Roma che mister Fonseca ha voluto convocare per l’incontro dei giallorossi contro il Milan, domenica sera.
Quando Ebrima mise piede per la prima volta in Italia, nel 2016, era un quindicenne partito dal Gambia — dov'è nato nel 2001 — lasciandosi alle spalle una mamma vedova, sorelle e fratelli, gli amici dell’accademia sportiva con cui condivideva il sogno di diventare un calciatore professionista. In Sicilia era arrivato dalla Libia via mare, su uno dei tanti barconi che partono senza la certezza di arrivare: qui non aveva familiari, nemmeno amici. Migrante solo e minorenne, è finito a Rieti con il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), grazie a cui ha trovato una stanza, nuovi amici, una scuola. E una squadra: la prima, visto che nel suo Paese non ci sono tornei per piccoli club giovanili. Sabato, appena ha saputo di essere convocato per la prima volta con la Roma dei grandi, ha preso il telefono e ha composto il numero di Massimo Masi, il presidente della Young Rieti, la squadra che ha cambiato la sua vita: «Era commosso, ma lui si commuove sempre. Stavolta lo ero anche io, sembra un film», racconta oggi Masi. «Mi ha detto: Massimo, non mi sembra vero, ti ricordi da dove siamo partiti? Io la Serie A la guardavo in tv».
Quando Darboe arrivò era molto magro, ma già bravissimo: «Una tecnica incredibile, la palla sempre incollata al piede», racconta Francesco Sponardi, che a Rieti era il suo allenatore. Un gol dietro l’altro e un soprannome impegnativo: «Lo chiamavamo Ibra. Non per Ibrahimovic, era più facile di Ebrima. Ma a lui riempiva di orgoglio essere chiamato come una star del calcio». Ci è voluto tempo per tesserarlo, ma fin da subito s’era capito che quel ragazzo era speciale: «Lo Sprar mi chiese di accogliere alla scuola calcio alcuni dei loro ragazzi: lui però era diverso. Abitavano tutti nelle loro case-famiglia, Ebrima si è integrato rapidamente, ha imparato subito l'italiano, aveva voglia di studiare. E di giocare». L'allenatore ha lavorato sul suo fisico esile, lo portava a fare pesi e organizzava con la squadra barbecue in giardino per fargli mangiare carne: «Per strutturarsi aveva bisogno di proteine». In campo invece lo lasciava libero: «Facemmo un torneo ad Acquasparta ed Ebrima ci trascinò. Il giorno della finale però lui faceva il Ramadan, alla fine era stremato e perdemmo».
Quel torneo fu rivelatore: dopo un tam tam tra gli osservatori lo volevano l’Entella e il Pescara. Poi spuntò la Roma, grazie a dei talent scout che lo segnalarono all’ex responsabile delle giovanili, Massimo Tarantino. Dall’estate del 2018 Darboe è a Trigoria, sede della Roma, dopo lunghe pratiche per il tesseramento (per la firma con un club professionistico serviva il visto della Fifa). Da attaccante è diventato centrocampista, vive nel pensionato della società giallorossa, frequenta il college istituito dal club, ha nuovi amici, ma la residenza è ancora a Rieti per il progetto Sprar. Che però scadrà a dicembre: lui potrà restare in Italia grazie alla Roma, con cui a luglio ha firmato il primo contratto da professionista che gli permetterà di ottenere un permesso di soggiorno per motivi di lavoro. «Mi ha detto che tornerà a Rieti per passare il Natale con noi», racconta il presidente Masi. Altri tre ragazzi che erano con lui oggi sono al Perugia, tutti gli altri hanno dovuto percorrere altre strade: pizzaioli e meccanici. Ebrima non sa ancora chi sarà da grande. A 18 anni, però, inizia a sentire davvero di potercela fare.
Conferenza Stampa Fonseca: "Mi aspetto una partita difficile. Dobbiamo essere ambiziosi"
Paulo Fonseca, tecnico della Roma, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro l'Udinese:
Under è tornato in gruppo. E’ pronto per domani?
"Sì lo è, si è allenato con la squadra gli ultimi giorni ed è pronto".
L’Udinese è reduce dai sette gol contro l’Atalanta. Che avversario è?
"Non abbiamo rivisto quella partita, che è diversa. L’Udinese è forte, hanno subito sei gol prima di questa gara. E’ una squadra forte, che difende compatta e bene. In contropiede sono fortissimi con i giocatori veloci e forti fisicamente. Mi aspetto una partita molto difficile".
Come nasce l’intuizione di Mancini mediano?
"Io ho pensato che in questa situazione di emergenza avevamo bisogno di un calciatore aggressivo in quella posizione, ma anche uno col passo forte. Mancini è forte nella costruzione, era la miglior soluzione in questo momento".
Florenzi è un calciatore completo, ma non è nel suo momento migliore. Che cosa gli sta mancando per tornare ai massimi livelli?
"Florenzi è il nostro capitano, è un bravissimo giocatore e si allena sempre forte. Nelle ultime due partite io ho pensato ad altre soluzioni per la squadra. Non ha giocato, ma giocherà in futuro sicuramente, non è un problema, solamente un’opzione".
In difesa ha tante scelte. Kolarov può riposare?
"No (ride, ndr)".
Quali sono le condizioni di Mkhitaryan?
"Sta crescendo, migliorando. E’ un processo lento e ci vogliono un po’ di giorni. Penso che non sia così lontano il suo rientro".
Che cosa aggiunge il rientro di Under? Che soluzioni in più ha?
"Under è pronto, ma non per giocare dall’inizio. La sua condizione fisica non è al meglio. Lui può giocare in diverse posizioni, largo o stretto. E’ veloce, che ha profondità e può essere importante in molti momenti della partita. Come è normale non è pronto per giocare 90 minuti".
Pastore viene da una serie di partite consecutive e Perotti ha giocato molto. Possono riposare?
"No, qui nessuno può riposare (ride, ndr). Non sto pensando a cambiare, la squadra ha fatto una buona partita sia contro il Borussia che contro il Milan. Non credo che cambierò molto".
La Roma ha fatto due gol su calcio d’angolo ed è pericolosa su punizione. E’ uno schema che state provando o è una casualità?
"Non è una casualità. Abbiamo giocatori forti di testa in questo momento, come Mancini, Smalling, Fazio e Dzeko. E’ un momento della partita che dobbiamo valorizzare, penso che dovremo continuare a farlo. Abbiamo giocatori fortissimi su palla ferma".
Che tipo di lavoro ha dovuto fare sulla testa della squadra?
"Noi dobbiamo essere una squadra ambiziosa, non l’ho vista contro la Sampdoria. Ne ho parlato con tutti perché è importante la mentalità e giocare per vincere. Chi gioca in questo club non deve pensarla diversamente. Adesso è importante che loro capiscano che è necessario lottare, correre ed avere l’ambizione di vincere sempre. E’ la cosa più importante per me".
Qual è il pericolo più grande in questo momento al di là degli infortuni?
"Non solamente in questo momento, ma sempre. Bisogna pensare che è importante vincere sempre. Il passato è passato e dobbiamo pensare alla prossima partita con l’Udinese. E’ vero che io sento la squadra che gioca insieme, ma non abbiamo vinto niente. E’ pericoloso pensare che vincere contro il Milan è normale, dobbiamo pensare con ambizione, non come se avessimo fatto già tutto, perché non è vero".
Può fare una valutazione sulla Serie A?
"Il campionato è troppo difficile. Tutti hanno qualità, le ultime possono vincere con le prime, è sempre molto difficile vincere qui le partite. E’ vero che abbiamo una squadra forte, ma è molto difficile vincere. Bisogna giocare sempre al limite, ogni partita è una storia diversa. Dobbiamo lavorare molto sulla tattica perché giochiamo contro moduli diversi. E’ molto difficile vincere qui una partita".
L’Udinese è molto bloccata. Ha paura di una gara molto chiusa con la necessità di aprirla come Sampdoria-Roma?
"Mi aspetto un gioco completamente diverso rispetto al Milan. Mi aspetto una squadra compatta, corta e aggressiva. E’ difficile giocare se non abbiamo spazio. La partita con l’Udinese è difficile. Che possiamo fare? Lottare e correre e poi abbiamo la parte tattica che abbiamo preparato per essere efficaci".
Conferenza Stampa Tudor: "Domani daremo tutto contro la Roma. Non siamo quelli di Bergamo"
Igor Tudor, tecnico dell'Udinese, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia del match contro la Roma:
Come si riparte dopo una batosta del genere?
“Abbiamo parlato poco e ci siamo assunti le nostre responsabilità. Domani vogliamo fare una bella prestazione, questo è l’obiettivo. I ragazzi sono dispiaciuti e arrabbiati, domani daranno tutto per fare bene contro la Roma”.
Come sta la squadra dal punto di vista fisico?
“Le due partite in tre giorni vengono giocate sia da noi che da loro. Non cambia niente”.
In gare come quella contro l’Atalanta, come si reagisce in campo?
“Quel secondo tempo non ha spiegazioni valide. I giocatori hanno fatto vedere cose importanti quest’anno e lo faranno ancora. Il secondo tempo contro l’Atalanta è stato un episodio bruttissimo ma sono convinto che la squadra non sia quella”.
Come si riesce a giocare per tutta la gara come la prima mezz’ora contro l’Atalanta?
“Fino al cartellino rosso ero molto contento. Questo mi da fiducia perché quei 30 minuti sono stati ottimi. Dobbiamo ripartire da quelli e fare le nostre partite”.
Che Roma si aspetta?
“Loro giocano sempre in modo molto simile dal punto di vista del gioco e dello sviluppo. Sono penalizzati dagli infortuni ma hanno una squadra molto forte, con giocatori importanti. Penso che domani non sarà facile per loro. Dzeko ha grande qualità”.
Come sta Lasagna?
“Oggi nessuno sta bene ma domani dovranno essere tutti al top. Per quel che riguarda Kevin è un fuoriclasse nell’attaccare lo spazio. Quando riesce a scattare, come ha fatto con Fiorentina, inter e Milan è pericoloso. È arrivato spesso davanti al portiere ma non è riuscito a segnare”.