Con la Juve torna De Rossi. Florenzi ko: guai alla coscia

IL MESSAGGERO - Ennesima tegola in casa Roma: Alessandro Florenzi è stato costretto a lasciare terreno di gioco del Ferraris a due minuti più recupero dalla fine del match con il Genoa per un problema alla coscia destra. Si tratta dell’infortunio muscolare numero 49 in casa Roma, una maledizione che ha creato non pochi problemi a Di Francesco prima e a Ranieriadesso, entrambi costretti a rimpiazzare i titolari con riserve o calciatori fuori ruolo. Nelle prossime ore il terzino si sottoporrà a esami strumentali per verificare la presenza di una lesione e l’eventuale periodo di stop.

 

TOTTI, BORGHI E VERDONE  - La ripresa degli allenamenti - dopo il pari di Marassi - è stata fissata per domani, ore 11: dovrebbero rientrare in gruppo De Rossi (lesione di primo grado al bicipite femorale della coscia destra) e Santon (problema al bicipite femorale). Entrambi proveranno a strappare una convocazione per la partita all’Olimpico con i bianconeri (domenica ore 20.30). E Perotti? Si è fermato il 3 maggio per una lesione al bicipite femorale destro, l’argentino si sottoporrà a ulteriori terapie ma il suo impiego contro la squadra di Allegri al momento è da escludere. Alessandro Borghi ha commentato a Le Iene una possibile candidatura al ruolo di “Francesco Totti”: «Mi piacerebbe, lui è meraviglioso. Ma io non capisco nulla di calcio, non sono tifoso e quindi mi vedo abbastanza sfavorito». Totti (scherzando) ha invece candidato un amico: «Il mio ruolo può farlo Verdone». E l’attore, intervistato dalla iena ha risposto: «Al massimo potrei fare lo zio». To be continued.

 

 


Incompiuta Roma: solo Mirante evita una doppia beffa

LA REPUBBLICA - PINCI - La rincorsa Champions per la Roma era nata con un peccato originale: per sperare di riuscire a centrare l’obiettivo, non bisognava sbagliare mai. Inevitabile, dopo aver gettato via sei mesi per difendere il ricordo della semifinale di un anno fa. L’1-1 col Genoa a Marassi rischia di essere ricordato come la lapide sulle speranze. Eppure poteva andare persino peggio. A recupero esaurito, la Roma che aveva pensato di aver già vinto ha sfiorato il fondo del pozzo: un rigore sacrosanto con Mirante ad affondare l’ex romanista Sanabria. Convinto nell’andare sul dischetto facendo infuriare Prandelli, che dalla panchina chiedeva fosse Criscito a tirare. Un presentimento forse: l’errore di Sanabria – o la parata di Mirante – fa sì oggi che sperare ancora nel 4° posto a Roma non sia un atto puramente fideistico. In ogni caso, la squadra è franata nelle certezze che riteneva acquisite: la difesa, capace di incassare un solo gol nelle ultime quattro uscite, ha rischiato di prenderne due – quello realizzato da Romero, il rigore disinnescato da Mirante – nei soli 6 minuti di recupero. Quando s’è sciolta come se a quel punto il successo le spettasse per diritto divino, complice l’ingresso svogliato di Schick, che nemmeno l’aria del “suo” Marassi defibrilla più. Non che la Roma avesse meritato negli 80 minuti che avevano preceduto il gol di El Shaarawy, abbonato da tre anni esatti a fare male al club che lo ha svezzato. «Avremmo potuto anche perderla, ma è un’occasione persa», ha mugugnato alla fine. Come Ranieri, che annaffiando la polemica con la Lazio («Scansàti con l’Atalanta? Non mi fate domande, non ho mai fatto allusioni») è parso quasi rassegnato: «Non è finita, facciamo 9 punti e vediamo un po’. Ma dobbiamo sempre sperare in qualcosa». Perché adesso è diventata durissima: il Milan oggi stesso potrebbe raggiungerla (e superarla per i confronti diretti), ma soprattutto l’Atalanta quarta è lontana 3 punti (ed è in vantaggio per differenza reti sui giallorossi). E la Juventus, storica nemica delle ambizioni romaniste, a fare da arbitro della corsa: domenica affronterà i giallorossi, sette giorni dopo i bergamaschi di Gasperini. Paradossalmente, proprio lui rappresenta l’ultima idea per la panchina romanista: perché la settimana chiusa dal passo falso genovese s’era aperta con il presentimento di dover rinunciare al sogno di ingaggiare Conte, per la verità non del tutto tramontato. Curioso che la sfida a distanza tra Atalanta e Roma fosse evocata, già prima della partita, da uno striscione esposto dalla curva nord genoana: “Belin, come gioca l’Atalanta!”. Era un modo per manifestare il rimpianto per i risultati di Gasperini, che Preziosi pagò, e tanto – 400mila euro per ogni stagione residua di contratto – perché se ne andasse a Bergamo. Rimpianti, da mescolare a quelli per il rigore che avrebbe di fatto consegnato una salvezza se non algebrica almeno virtuale. Con il pari di Romero ha comunque tenuto la distanza di sicurezza – 4 punti – dall’Empoli terzultimo. Criscito s’è preso il lusso di sgonfiare il “caso” del rigore conteso: «Il rigorista all’inizio ero io, ma poi è entrato Sanabria e come tiratore viene lui prima di me. Peccato, potevamo vincere». Eppure alla Roma è rimasta la sensazione di aver perso: almeno un’occasione.

 

 


Il Genoa riporta la Roma sulla terra

GAZZETTA DELLO SPORT - Vecchi difetti e grandi emozioni. Uomini che non dovevano essere lì protagonisti nel bene e nel male, in un thriller come si deve, con i colpi di teatro nelle ultime riprese. Genoa e Roma danno vita a una sfida che sembra lo specchio degli obiettivi che rincorrono. Balbettante, palpitante, incerta, tesa e con un esito che si conoscerà solo alla fine. Sì, come per le volate Champions e salvezza. A un certo punto, l’improbabile inverno di questo maggio è entrato anche nel cuore dei genoani: ce lo ha infilato El Shaarawy con quel diagonale preciso come una freccia. Dopo tanta fatica e occasioni perse, ecco servita la beffa per un dei migliori Genoa della stagione. Proprio ElSha, che Ranieri stava per cambiare con Pastore. Invece è spuntata alta la zucca di Romero a rimegenoattere un po’ di giustizia in campo. E poi, all’ultimo respiro della sfida, ecco l’occasione della vita, per l’ex Sanabria entrato da poco e per i rossoblù. Sanabria lo conquista, il rigore, costringendo Mirante al fallo. Dovrebbe tirarlo Criscito, ma vuole metterci la firma lui e il capitano gli cede il passo. Non lo avesse mai fatto. Mirante para e ricaccia il Genoa nella bagarre. Forse il pareggio è il risultato più adeguato, di certo il Genoa non meritava di perdere e nessuno avrebbe gridato allo scandalo se avesse vinto. Comunque, questo punto condiviso serve più al Grifone per salvarsi che alla Roma per la ricorsa Champions: i giallorossi potrebbero anche essere riagganciati dal Milan al quinto posto.


Roma, la Champions in salita. Ranieri: "Lotteremo fino alla fine"

CORRIERE DELLA SERA - «Lotteremo fino alla fine». Nel giorno in cui la Roma si è allontanata, forse irrimediabilmente, dal quarto posto che vale la qualificazione alla prossima Champions League, Claudio Ranieri prova a tenere alte le motivazioni della squadra. A -3 dall’Atalanta, a 3 giornate dalla fine, il rischio di mollare in casa romanista è alto. Il pareggio 1-1 col Genoa è una battuta di arresto difficile da metabolizzare: in vantaggio nel finale con l’undicesimo gol in campionato di Stephan El Shaarawy, il terzo da ex al Genoa con la maglia giallorossa, la Roma si è fatta rimontare allo scadere e in pieno recupero ha rischiato di perdere. A tenerla in gioco la parata di Mirante sul calcio di rigore tirato, male, da Sanabria. A fine partita l’analisi di Claudio Ranieri è lucida. «Sono stati bravi loro-le parole del tecnico romanista - a non mollare, è stata una partita difficilissima come sapevamo e come ci aspettavamo». La Roma ha subito gol su calcio d’angolo a difesa schierata, con cinque «torri» in area. «Peccato perché ci siamo lasciati sorprendere, sennò avremmo vinto. Romero non è nuovo a situazioni del genere, c’era Schick che lo stava schermando, però è riuscito a saltare e a fare gol. Sapevamo che andavamo contro un muro, che sarebbero ripartiti per cercare la velocità eicalci piazzati. Purtroppo ci sono riusciti, e meno male che all’ultimo Mirante ha parato il calcio di rigore. Mi dispiace per la mancata vittoria, però non è finita e non molliamo». La corsa allaChampions League si è complicata moltissimo.


La Primavera frena in casa col Cagliari

GAZZETTA DELLO SPORT - Se Pallotta si congratula con l’Under 16 per la vittoria della Lazio Cup, la Primavera è più triste. La Roma anche col Cagliari colleziona l’ennesimo pareggio, questa volta conquistato in rimonta. Grazie alle reti nella ripresa di Celar e Felipe Estrella, i giallorossi blindano momentaneamente il terzo posto solitario. «Se vogliamo arrivare secondi non possiamo più perdere punti per strada: dobbiamo pensare solo a noi e ora alla gara con la Samp», ha commentato amaro Parodi.


Florenzi va k.o: e gli infortuni muscolari ora sono 49

GAZZETTA DELLO SPORT - A un passo da quota 50. Già, perché l’infortunio muscolare alla coscia destra di Alessandro Florenzi è il numero 49 della stagione giallorossa. Magari nel mondo ci sarà pure qualche squadra che avrà sofferto anche di più, ma l’impressione è che questa stagione a Trigoria passerà agli annali di storia per tutte le problematiche muscolari che la Roma ha dovuto affrontare da luglio scorso ad oggi. La situazione di Florenzi verrà monitorata già in giornata, per capire bene l’eventuale entità del danno riportato a Marassi. La speranza, ovviamente, è quella che non sia niente di grave, anche se il terzino destro a Genova è stato costretto a lasciare il campo avendo sentito «tirare». Insieme a Florenzi, probabilmente verrà controllato anche Federico Fazio, che nel finale della partita si toccava il flessore della coscia.


Via alla scontro tra Eca e Leghe: in ballo c'è il futuro del calcio

IL MESSAGGERO - TEOTINO - Che calcio sarà? Il futuro è adesso. Probabilmente le decisioni definitive non saranno prese mercoledì quando a Nyon l'Uefa ospiterà Eca e Leghe europee per un meeting importantissimo, ma le posizioni sono già abbastanza chiare e la posta in gioco alta. Si può riassumere così: verrà varata una Superlega europea che relegherà i campionati nazionali a un ruolo subordinato oppure ci sarà soltanto una Champions rafforzata e con qualche garanzia in più per i grandi club? Istruzioni per l'uso di una discussione dall'esito ancora incerto. Si sta parlando di quanto accadrà dal 2024 in poi. Per le prossime due stagioni si andrà avanti come adesso e per il triennio 2021-24 i format sono già stabiliti: le Coppe europee diventeranno tre, a Champions ed Europa League si aggiungerà una Europa League 2, con 32 partecipanti a ogni competizione, gli stessi meccanismi della Champions attuale e la possibilità di recupero nella League inferiore di squadre eliminate nei turni preliminari. Una soluzione che piace all'Uefa e all'associazione delle Leghe europee, ma non all'Eca, presieduta da Agnelli, associazione che oggi rappresenta 232 club europei ma che è nata dalle costole del G-14 del pallone e continua quindi a sostenere gli interessi delle grandi società.

 

LA RIVOLUZIONE - L'idea dei top club è trasformare la Champions in un super campionato europeo. Inizialmente sempre a 32 squadre, suddivise però in gironi non più da quattro ma da otto. Con una prima fase perciò composta da 14 giornate di andata e ritorno e con play off finali. Sicuramente i play off, ma possibilmente anche le giornate iniziali, secondo l'Eca dovrebbero essere giocati nei week end, spostando i tornei nazionali al mercoledì. Inoltre, si vorrebbe la certezza del diritto per alcune grandi squadre di parteciparvi a prescindere dal loro andamento in campionato. Le motivazioni di questa proposta rivoluzionaria sono di natura prevalentemente economica: i mercati nazionali dei diritti W e delle sponsorizzazioni si stanno saturando, serve qualcosa di nuovo per attirare nuovi investitori. Le Leghe si oppongono a quella che sarebbe una dequalificazione clamorosa dei campionati nazionali e una doccia gelata sulle possibilità e le ambizioni delle squadre piccole e medie e perciò oggi e domani hanno invitato i club a Madrid per studiare contromisure. L'Uefa per ora ha assunto una posizione d'attesa, ma non sembra insensibile alle sirene dell'Eca, che peraltro siede con diritto di voto nell'esecutivo che dovrà prendere la decisione finale. P.S.: alla riunione di Madrid è prevista la presenza di tutte le società italiane tranne Juventus, Inter, Milan e Roma. Se confermata, la mancata presenza della Roma è piuttosto sconcertante, visto che a differenza delle altre tre, non avrebbe alcuna garanzia di partecipare alla Superlega.


In agenda un incontro con l'entourage di Zaniolo, ma il rinnovo non è così sicuro

Il futuro di Zaniolo è sempre più legato alla Roma ed ai colori giallorossi. Infatti, come riferisce Il Corriere dello Sport, il DS Massara ha in programma un incontro con l'entourage di Zaniolo per discutere di rinnovo ed adeguamento contrattuale. Una riconferma che però, viste le ultime prestazioni, potrebbe non essere così scontata come qualche mese fa.


Zaniolo terzo nella lista degli Under 20 più costosi d'Europa

Il CIES ha diramato la lista dei giocatori Under 20 più costosi dei maggiori campionati europei. Presente anche il giallorosso Zaniolo, terzo e valutato 67 milioni di euro. Davanti a lui Sancho del Borussia Dortmund (150 milioni di euro) e Guendouzi dell'Arsenal (70 milioni di euro).


Cellino: "Non voglio indebolire la squadra. Tonali mi ricorda Falcao"

Massimo Cellino, presidente del Brescia, ha parlato ai microfoni di Radio Rai di mercato e della sua intenzione di trattenere i migliori giocatori. Primo su tutto Tonali, nel mirino della Roma:

"Con il Cagliari mi salvavo ogni anno, stare in Serie A non è facile ma proverò a farcela con il Brescia. Il calcio italiano non sata bene, ci sono sempre meno soldi, c'è tanta politica e ci sono tanti problemi. Mi sono ambientato in fretta qui in Lombardia, provo a fare calcio nel modo giusto".

Cosa farete sul mercato?
"In questi anni abbiamo messo davanti a tutto la qualità. Non è facile trovare i giocatori buoni. Non abbiamo solo Tonali e l'ultima cosa che voglio fare è quella di indebolire la squadra. Non so su chi andremo, a oggi non posso fare nomi perché non li so".

Tratterrà Tonali?
"Come ho detto non è semplice trovare giocatori buoni, non voglio commettere gli errori del passato e credo che anche per lui sia giusto continuare a giocare a Brescia ancora un po' per migliorare ancora".

Che effetto le farà tornare a Cagliari?
"Non dimentico la mia terra. Ho provato a pensare ad altro in Inghilterra ma non ce l'ho fatta. Sarà bello tornarci".

Corini è confermato?
"Per me sì, abbiamo l'accordo. Cerco di andarci d'accordo e se non sarà lui a voler andarsene resterà".

Come giudica la situazione legata al Palermo?
"Una vergogna. La squadra mi è sempre piaciuta, sono amareggiato per quello che sta succedendo".

A chi paragona Tonali?
"Mi ricorda Falcao, un giocatore completo che sa difendere e attaccare. Gioca 95 minuti in estrema tranquillità. Ha il sangue freddo di un killer e il sorriso di un bambino. Ci ha aiutato molto ed è una bella sorpresa. È davvero un mezzo marziano e lo dico io che di giocatori forti ne ho visti".


INSIDE PREMIER - Origi tiene viva la lotta al titolo. Stasera tocca al City. Sarri in Champions. Arsenal e United harakiri

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI  - Missione compiuta per il Chelsea, che vince contro il Watford e vola al terzo posto, scavalcando il Tottenham e conquistando aritmeticamente il pass CHampions. Allo Stamford Bridge Sarri sceglie i titolari per raggiungere i tre punti che sarebbero fondamentali per la corsa alla Champions League. Dentro quindi Higuain e Hazard, in panchina a Francoforte nella semifinale di andata di Europa League. Il primo tempo è tuttavia di grande sofferenza per i Blues, che faticano a macinare gioco contro una squadra in posizione tranquilla di classifica, ben messa in campo da Gracia. Hazard predica nel deserto, Higuain è poco servito e Pedro aiuta poco in fase offensiva. L'occasione migliore dei primi 45' arriva infatti per gli ospiti, con Kepa che deve compiere un grande intervento su Deeney. Per Sarri la notizia peggiore è non tanto il risultato di 0-0, quanto l'infortunio muscolare a Kanté, uscito dopo dieci minuti: la sua presenza nel ritorno contro l'Eintracht è in forte dubbio. Nella ripresa il Chelsea innesta le marce alte e aziona l'ascensore. Arriva infatti su colpo di testa l'-uno-due che decide la partita. È sempre Hazard a imbastire la manovra: il piede del belga invita a nozze prima Loftus-Cheek (48'), poi David Luiz (51'), che con stacchi imperiosi battono Foster. E Stamford Bridge, con il terzo posto a portata di mano, finalmente alza il volume. Prova a silenziarlo Deulofeu, ma il tentativo dell'ex Milan non è preciso. Il Chelsea, forte del 2-0, si trova la partita in discesa e sfruttando l'inerzia cerca ripetutamente il 3-0. Ci va vicino con Pedro e Loftus-Cheek, che concludono una splendida azione corale, e poi con Higuain, ben imbeccato da Jorginho. Foster è bravo a murare il bolide del numero 9. Il Pipita si vendica al 75': il suo taglio è premiato da Pedro, Higuain conclude con un morbidissimo scavetto e trova l'angolino per il 3-0. Poco dopo, esce tra gli applausi dello Stamford Bridge. C'è una finale di Europa League da conquistare. E c'è un terzo posto da difendere, in casa del Leicester.

I Red Devils devono per forza vincere se vogliono continuare a credere nella qualificazione alla prossima Champions League. L'impegno in calendario è di quelli agevoli: l'Huddersfield è già retrocesso e viene da otto sconfitte consecutive. In totale, i Terriers hanno perso in 21 delle ultime 23 gare di Premier League. I primi 25 minuti sono tutti di marca United, che vanno vicini al gol con Lindelof e possono contare su un Sanchez ispirato. La rete arriva dopo otto minuti: la bella combinazione tra Mata, Sanchez e Rashford, unita a una deviazione della difesa dei Terriers, libera al tiro McTominay, che con il sinistro trova l'1-0. Grave però la responsabilità di Lössl, che riesce a deviare solo con il ginocchio un pallone che è decisamente centrale. Lo United legittima il vantaggio anche con la traversa di Pogba su cross di Mata. Nel complesso, lo 0-1 può star stretto alla banda Solskjaer. Nella ripresa i Red Devils entrano in campo meno aggressivi, e l'Huddersfield soffre di meno. Niente che possa far pensare a un pareggio. Eppure al 60' accade l'impensabile. Lo United batte un corner, Lössl blocca e rinvia, lanciando il contropiede. Sul pallone ci sarebbe Shaw, ma il terzino liscia clamorosamente e apre un'autostrada per Mbenza, che fulmina De Gea e trova l'1-1. A niente vale il forcing finale del Manchester: Jones non capitalizza una punizione di Young, Rashford e Chong trovano pronto Lössl. L'occasione del 2-1 arriva a Pogba, ma il francese ha un conto aperto con la sorte, e il suo interno trova per la seconda volta la traversa. Gli otto minuti di recupero (se ne sono persi cinque per la rottura dell'asta di una bandierina) non regalano ai Red Devils il gol della speranza. Solskjaer si dovrà accontentare dell'Europa League. Chissà se lo faranno anche i giocatori.

Subito una fiammata offensiva per i Gunners al 2’, con una conclusione di prima intenzione di Mkhitaryan; il destro incrociato dell’armeno colpisce in pieno il palo alla destra di un battuto Ryan, poi Ozil sul possibile tap-in viene pescato in fuorigioco. Al 9’ Stephens sgambetta Monreal appena entrato in area avversaria e l’arbitro, dopo averci pensato un attimo, concede il rigore all’Arsenal: Aubameyang spiazza il portiere a fil di palo con un destro preciso e potente per il vantaggio dei padroni di casa. Il Brighton prova a sorprendere Leno con una punizione di Gross, ma il centrocampista dei Seagulls prende in pieno il muro della barriera, per l’esattezza la spalla di Papastathopoulos. Alla mezz’ora March prova il tiro sul primo palo ma viene chiuso bene in calcio d’angolo da Lichtsteiner. Leno esce a vuoto su un tiro-cross non particolarmente irresistibile di Bissouma, ma poi si riscatta subito dopo bloccando sulla linea un insidioso colpo di testa di Murray. Sul fronte opposto Ryan è bravissimo a negare la rete del 2-0 sul finire del primo tempo: prima su un tuffo di Mustafi e poi sul sinistro radente di Aubameyang. A inizio ripresa Leno ferma in due tempi il potente tiro in scivolata di March. Al 60’ Xhaka commette una clamorosa ingenuità facendosi saltare da March e poi stendendolo in area; Murray sigla l’1-1 dal dischetto. Emery compie tre sostituzioni contemporaneamente: Kolasinac, Iwobi e Guendouzi rilevano rispettivamente Lichtsteiner, Xhaka e Mkhitaryan. Aubameyang sfiora il 2-1 da due passi calciando con una specie di mossa da arti marziali, ma il pallone è largo. Ci prova al 90’ anche Lacazette in girata, ma Ryan non si fa sorprendere. L’Arsenal è quasi matematicamente fuori dalla zona Champions League. Per sperare di rientrarci nella prossima stagione, i Gunners devono ora concentrarsi sul Valencia per percorrere la strada che porta alla finale di Europa League di Baku.

Che beffa per il Tottenham. Dopo un primo tempo dominato, in cui poteva essere avanti di almeno due reti, la squadra di Pochettino rimane in nove contro undici e al 91' subisce la rete dell'1-0 che la condanna a un altro turno di passione in Premier League. 
Niente turnover per Pochettino, malgrado la semifinale di ritorno di Champions League sia alle porte. Giocano i migliori perché c'è un terzo posto da proteggere dall'assalto di Chelsea, Arsenal e Manchester United. A difendere i pali del Bournemouth c'è l'irlandese Mark Travers, classe '99, all'esordio in Premier League. Il giovane se la cava, eccome. Rischia di subire un gol da centrocampo su tentativo di Lucas Moura, ma poi gestisce l'emozione ed è grazie a lui se il Bournemouth chiude il primo tempo senza reti al passivo. Travers è decisivo prima su un bolide di Alli, poi due volte su Moura, con il brasiliano lanciato a rete in entrambi i casi. Conclude la sua giornata da eroe sventando in corner un colpo di testa del numero 20 di Pochettino. Va vicino alla rete anche Heungmin Son, ma il suo sinistro è alto. Non è giornata per il Tottenham, lo si capisce anzitutto dalle occasioni divorate. Lo si accerta con le espulsioni giunte a cavallo del primo e del secondo tempo: al 43' Son si guadagna gli spogliatoi per una reazione violenta su Lerma, al 48' è il turno di Foyth, autore di un intervento folle a gamba tesa appena due minuti dopo il suo ingresso in campo. Per gli Spurs diventa tutto maledettamente più complicato. 
Pochettino scuote la testa: sa che i suoi stanno mettendo a rischio una qualificazione Champions praticamente già in tasca. L'allenatore argentino fa l'unica cosa sensata: tutti in difesa a proteggere Lloris. Il piano partita riesce fino ai minuti finali, quando gli argini si rompono. Il portiere francese salva su Ibe, Wilson e Mousset e deve pregare in due mischie in area piccola al 90'. Poi un corner battuto da Fraser trova Aké indisturbato: il colpo di testa del difensore regala la vittoria al Bournemouth e la chance di sorpasso al Chelsea, la squadra dove è cresciuto. Il Tottenham resta a 70 punti: l'ultima gara sarà in casa contro l'Everton. Servirà una vittoria per strappare il pass per la Champions. Già, come oggi.

Dal sogno all'incubo e ritorno. Così potrebbe riassumersi il sabato notte del Liverpool, che riacciuffa momentaneamente la vetta della Premier League al termine di una partita infinita a St. James Park: gli uomini di Klopp si portano due volte in vantaggio sul Newcastle, che due volte rimonta. Con il rischio di veder scappare il Manchester City (che ancora deve affrontare il Leicester) e con la paura nel cuore per l'uscita dal campo in barella di Mohamed Salah dopo un brutto colpo alla testa, il Liverpool riesce quindi a trovare il gol vittoria all'86', con i sogni di conquista del titolo che restano inalterati. I Reds partono meglio, con Mané e Salah che si costruiscono tre nitide occasioni nei primi dieci minuti. E al 13' il gol arriva: lo trova Van Dijk con un gran colpo di testa su corner battuto da Alexander-Arnold. Troppo solo nell'occasione il centrale olandese, con in particolare Dummett che se lo perde senza attenuanti. Che il Newcastle voglia giocarsela alla pari si capisce però già al 20', quando Rondon semina il panico nell'area di rigore del Liverpool. Quindi, al 20', arriva il pareggio: Ritche scarica per Rondon, il venezuelano tira a botta sicura con Alexander-Arnold che salva sulla linea di gomito, irrompe però Atsu che ribadisce in rete. Il Newcastle insiste e sfiora anche il vantaggio al 27', ma la sassata di Ayoze Perez si infrange contro la traversa. E appena un minuto dopo, il Liverpool si riporta in vantaggio: l'azione parte sulla destra, con Sturridge che di tacco libera Alexander-Arnold, sul cross di quest'ultimo arriva la girata di destro di Salah in piena area che vale il 2-1. Per lui è la rete numero 100 nei campionati europei. La squadra di Klopp sulle ali dell'entusiasmo continua ad attaccare, ma Dubravka è attento su Sadio Mané. A inizio ripresa è quindi Sturridge a sprecare una grande occasione per il tris, sparando alle stelle un buon pallone in area. Ma i Magpies, mai domi, un po' a sorpresa pareggiano al 54': corner battuto da Ki Sung-Yong, la palla esce dall'area, Manquillo la rimette dentro e Rondon trova la deviazione decisiva su cui Alisson nulla può. Per il Liverpool piove sul bagnato, perché Klopp è costretto a rinunciare alla sua stella Momo Salah al 73': l'egiziano stramazza al suolo dopo uno scontro fortuito con Dubravka e lascia il campo in barella e in lacrime, con le mani sul volto. Al suo posto in campo entra Divock Origi e proprio il belga trova la deviazione decisiva su punizione di Shaqiri che regala ai Reds i tre punti che potrebbero rivelarsi determinanti nell'appassionante duello con il Manchester City di Guardiola.

Negli altri match di giornata: Continua la rincorsa del Wolverhampton a un possibile posto in Europa League (cui sarebbe qualificata la settima in classifica in caso di vittoria della FA Cup da parte del Manchester City). E i lupi, battendo per 1-0 il Fulham già retrocesso, sono sempre più soli proprio nella prima posizione alle spalle delle sei big. Allo stadio Molineux decide una rete di Dendoncker al 75'. Molto più rotondo il 3-0 con cui il West Ham ha la meglio sul Southampton: la doppietta di Arnautovic (16' e 69') spiana la strada ai londinesi, con Fredericks che fissa quindi il risultato al 72'. Amarissima invece la sconfitta interna del Cardiff City contro il Crystal Palace, che vale l'aritmetica retrocessione in Championship per i gallesi. Finisce 3-2: dopo il vantaggio ospite firmato da Zaha al 28', al 31' è già 1-1 dopo l'autogol di Kelly. I Glaziers però prendono il largo grazie alle reti di Batshuayi al 39' e Townsend al 70'. Inutile il gol di Reid al 90' che accorcia le distanze ma non basta al Cardiff per conservare un posto in Premier League.


Cairo: "Petrachi resterà con noi. Non vero ciò che si legge sui contatti con la Roma"

Urbano Cairo, presidente del Torino, è tornato a parlare del DS Petrachi e delle voci di mercato che lo vorrebbero prossimo al trasferimento alla Roma. Queste le sue parole ai microfoni di Radio Rai:

"L'ho già detto e mi sono stupito delle tante voci. Abbiamo un contratto fino al 2020 e non do peso a ciò di cui si parla, visto che se ci fosse stato qualcosa con un altro club me l'avrebbe detto. Penso che resterà con noi e che non siano vere le cose che si leggono sui suoi contatti con la Roma".