La Roma punta Cragno e Barella, obiettivi anche dell'Inter

La Roma, non è un segreto, ha messo gli occhi su due talenti del Cagliari. Stiamo parlando del portiere Cragno e del centrocampista Barella. Entrambi sono in cima alla lista dei desideri del club giallorosso, che con Cragno vorrebbe sostituire Olsen e con Barella dare maggior freschezza al centrocampo. Obiettivi difficili ma non impossibili, avendo anche in Luca Pellegrini (in prestito al club sardo) una possibile pedina di scambio. Ma, come riferisce calciomercato.it, c'è da battere la concorrenza dell'Inter che è su entrambi i giocatori ed è pronta a sborsare 50 milioni per Barella.


Il futuro di Conte legato a quello di Allegri. La Juventus potrebbe optare per un ritorno

La Roma segue ancora Antonio Conte, su cui vi è anche l'Inter; ma non solo. Infatti su Conte, come riferisce il Corriere dello Sport, vi sarebbe anche il PSG che sta considerando il futuro di Tuchel. Altro nome in corsa per la guida del club parigino è quello di Massimiliano Allegri, che aspetta di parlare con il presidente Agnelli prima di decidere sul suo futuro. Qualora accettasse il PSG, la Juventus potrebbe puntare su un ritorno in panchina di Conte, beffando così la Roma.


La fatal Genova

INSIDEROMA.COM - MASSIMO PAPITTO - Erano 10 anni che la Roma non vinceva a Genova due gare consecutive di campionato nella stessa stagione e neanche quest’anno ci è riuscita. Lo 0-1 contro la Sampdoria di un mesetto fa non ha avuto seguito ieri, quando il pareggio di Romero nel recupero, ha negato quasi definitivamente il sogno di inseguire il posto Champions per la prossima stagione.

I minuti di recupero. Maledetti minuti di recupero in questa stagione perché la Roma ben quattro volte, compreso ieri, si è vista costretta ad uscire dal campo con il rammarico di non essere riuscita a portare a casa il bottino pieno. Era successo a San Siro contro il Milan con il gol di Cutrone arrivato al novantacinquesimo minuto sul punteggio di uno a uno, era successo a Napoli con Mertens al novantunesimo con la Roma che vinceva uno a zero, era successo poi a Cagliari in una partita tragicomica dove Sau pareggio i conti al novantacinquesimo con la Roma addirittura in vantaggio numerico di due uomini e per ultimo è successo ieri a Genova con Romero bravo a sfruttare errori difensivi in serie della difesa romanista.

In totale sette punti persi nel tempo di recupero, sette punti che avrebbero permesso alla Roma di stazionare tranquillamente in terza posizione con la qualificazione in Champions League in tasca e con la possibilità di programmare meglio la prossima stagione. Così non è stato purtroppo e allora ecco che ora ci vorrebbe un vero miracolo che neanche Ranieri credo sia in grado di fare. Il pareggio di Genova sembra suonare come una sentenza, un voler ricacciare indietro una Roma che stava faticosamente cercando di rimettere in piedi una stagione nata male e proseguita peggio. Il gol di El Shaarawy aveva dato l’illusione di un ennesimo uno a zero che sarebbe stato pesantissimo ma il gol di Romero ha rimesso poi le cose a posto. Gli errori della difesa, dei tre in marcatura su Romero e di Mirante fermo nella terra di nessuno, sono sotto gli occhi di tutti e stanno a significare che la Roma non è guarita e che è soltanto una squadra che stava e sta tentando di darsi una “raddrizzata” per cercare di centrare un obiettivo considerato essenziale per la programmazione sportiva futura.

Ora però così tutto si fa più tremendamente complicato. L’eventuale arrivo in panchina di Antonio Conte sarebbe visto come un segno di rinascita, di ricostruzione, di rilancio delle ambizioni. Con o senza Champions League del prossimo anno. Ora sta a Pallotta decidere cosa fare. Rilanciare o vivacchiare. La linea sottile è questa. In gioco c’è il futuro prossimo della Roma possibilmente da non sbagliare ancora.


INSIDE LIGA - Disastro Simeone. Zidane ok sul Villarreal. Barca ko con vista Champions. Retrocede il Rayo Vallecano

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI  - "Iker, todos contigo". Siamo tutti con te, Iker. C'è scritto questo sulla maglia che i giocatori del Real Madrid indossano prima della partita. Un messaggio mandato a Casillas, colpito da un infarto in settimana. La leggenda del madridismo è ricordata anche dagli striscioni e dai cori dei tifosi Blancos. Il Santiago Bernabeu gli dedica tutto il primo minuto di gioco intonando il suo nome. Zidane sceglie il trio "bis", composto da Brahim Diaz-Mariano-Lucas Vazquez, lasciando in panchina Isco, Asensio e il rientrante Vinicius. A centrocampo spazio a Federico Valverde, che prende il posto di Modric. In porta confermato Courtois, Navas va in panchina. Passano due minuti e il Real è già avanti. Cazorla (in difficoltà per tutto il match) dorme e si fa soffiare il pallone da Brahim Diaz: il pallone arriva a Mariano, che di punta firma l'1-0. Le Merengues hanno l'occasione per trovare il raddoppio in contropiede, ma Andres Fernandes è bravo a chiudere la porta. E il Villarreal punisce con una rete che ricorda quella dell'1-0. All'11' è Casemiro ad addormentarsi e a spalancare le porte del contropiede del Sottomarino Giallo: Gerard Moreno non si fa perdonare e con un gran sinistro trafigge Courtois. La partita è ricca di occasioni da una parte e dall'altra: i Blancos trovano un palo con Carvajal e vanno vicini al 2-1 con Marcelo, gli ospiti si fanno vedere con Fornals e Chukwueze. La rete arriva al 38': Kroos gioca un corner corto sui piedi di Marcelo, il tiro del brasiliano trova fortunosamente Vallejo, che segna a porta vuota e regala il secondo vantaggio al Real Madrid. Anche la seconda frazione inizia con una rete. È ancora Mariano Diaz a trovare il gol. È il 48' quando Valverde pesca Carvajal con una grande imbucata: il terzino non deve far altro che appoggiare per il nuovo numero 7 madrileno, che segna a porta spalancata. Per Mariano è la terza rete in Liga. Il Villarreal prova a reagire con Chukwueze, che crea scompiglio sulla destra e scocca un sinistro a giro che Courtois lascia scorrere sul fondo. Nel Real Madrid il migliore è forse Brahim Diaz, alla costante ricerca del primo gol in Liga. Lo sfiora al 57', quando con una sterzata si libera del diretto marcatore, ma il suo destro è deviato in corner da Andres Fernandez. Il portiere ospite si ripete otto minuti più tardi sul tentativo di Marcelo. Le squadre si allungano e lo spettacolo ne trae vantaggio: ogni ribaltamento di fronte è potenzialmente un'occasione da rete. Vinicius, entrato al posto di Brahim Diaz e applaudito a lungo dal Bernabeu, banchetta negli spazi larghi e dai suoi piedi parte l'occasione del poker che non viene sfruttata da un Mariano poco cattivo. Il Sottomarino Giallo avrebbe le occasioni per il 3-2 con Chukwueze (sinistro fuori di poco) e Gerard Moreno. Su quest'ultimo Courtois è bravo a cadere rapidamente a terra e a deviare la conclusione. Il gol della bandiera arriva solo al 93', con un gran sinistro in contropiede di Jaume Costa. Finisce 3-2. Il Real Madrid va a 68 punti: l'Atletico è a 74 e il sorpasso, con sole due gare da giocare, è comunque un pensiero improbabile da realizzare.

Una vittoria dal forte sapore di Champions League per il Getafe. Il 2-0 al Girona è firmato da Molina, che al 16' sblocca il risultato con un bel diagonale, e da Angel (77') che trasforma un'azione di contropiede. Gli Azulones restano quarti e volano a 58 punti, tre in più del Siviglia. Il Valencia è a -6 ma ha una gara in meno. Gli scontri diretti con gli andalusi sono a favore, mentre quelli con il Valencia sorridono alla squadra di Marcelino. E domenica prossima c'è una sfida da far tremare i polsi: il Barcellona al Camp Nou. Sarà battaglia.

L'Eibar batte il Betis grazie a una rete al 45' di Valdes Diaz, che raccoglie un corner basso e batte Robles con un diagonale potente. La squadra di Setien avrebbe l'opportunità di pareggiare, ma Lo Celso fallisce un calcio di rigore al 67'. Poco male per la classifica: entrambe le squadre hanno poco da chiedere al campionato, solo l'Eibar conserva remote chance di qualificarsi in Europa League.

Un Barcellona rimaneggiato cade sul campo del Celta Vigo, che ora vede sempre più vicino il raggiungimento della salvezza. Dembelé è costretto a lasciare il campo per un infortunio alla coscia destra dopo appena 4 minuti di gioco; al suo posto entra Collado. Al 10’ Maxi Gomez prova un destro sul primo palo che termina di poco a lato. Il Barcellona è in pieno controllo del match. Tuttavia, il Celta Vigo prova a creare qualche grattacapo ai campioni di Spagna, con Cillessen che è costretto a smanacciare come può il calcio d’angolo battuto da Boudebouz. La prima vera occasione per i blaugrana arriva al 41’: Wague conclude con un diagonale basso, respinto da Blanco. Allo scadere ci prova anche il subentrato Collado ma il suo mancino dai 25 metri termina di poco a lato. La ripresa si fa decisamente più emozionante. Il Celta si porta in vantaggio al 50’ con il tap-in di Araujo dopo la parata di Cillessen sul colpo di testa di Cabral, ma il tutto viene poi annullato dal Var per una posizione di fuorigioco dello stesso Araujo. I padroni di casa sfiorano comunque il gol dell’1-0 al 60’: la conclusione dal limite da parte di Iago Aspas finisce alta non di molto sopra la traversa. Cillessen riesce a bloccare il pericoloso colpo di testa ravvicinato di Boudebouz, ma nulla può sulla volée in spaccata sul primo palo di Maxi Gomez, che sfrutta alla perfezione il cross dalla destra di Boudebouz. Il Barcellona era rimasto momentaneamente in dieci uomini per l’infortunio di Todibo, sostituito poi da Murillo. La formazione di Valverde va all’assalto finale alla ricerca almeno del pareggio, ma all’88’ è costretta a capitolare definitivamente sul rigore trasformato da Iago Aspas; il penalty era stato assegnato con l’ausilio del Var per un tocco di mano di Umtiti. Passo in avanti importantissimo dei galiziani in chiave salvezza.

Una pessima versione dell'Atletico Madrid si fa surclassare a Barcellona. Non però dai blaugrana dominatori della Liga spagnola, bensì da un ottimo Espanyol, che in questo modo tiene vivi i propri sogni di centrare la qualificazione alle coppe (l'Athletic Bilbao è distante tre punti in classifica). Grande protagonista del match è Borja Iglesias, che grazie alla sua doppietta raggiunge anche un certo Antoine Griezmann a quota 15 gol nella classifica dei marcatori. 
I Colchoneros non partono nemmeno male: già dopo 3 minuti Morata ha una buona occasione, con l'ex milanista Diego Lopez che però riesce a opporsi. Al 12', però, su iniziativa dello stesso Morata, il portiere dell'Espanyol pasticcia con il pallone, di fatto lo consegna a Koke, ma riesce poi a rifugiarsi in calcio d'angolo. Sul corner la palla arriva sul secondo palo, Savic ci arriva con il colpo di testa, ma la schiaccia fuori. I catalani, dopo aver fatto sfogare gli avversari nei primi minuti, riescono però ben presto a rialzare la testa: lo si capisce già al 25', quando Roja serve un gran pallone in area a Iglesias, che stoppa elegantemente e apre sulla destra per Wu Lei. Il talentuoso cinese viene però chiuso alla grande da Godin. Dopo un tentativo dalla distanza di Darder per l'Espanyol e due occasioni per l'Atletico (Lopez risponde presente sia sul colpo di testa di Savic che sul bolide di Lemar), a pochi secondi dall'intervallo l'Espanyol la sblocca: Pedrosa galoppa sulla sinistra, supera in velocità Rodrigo e la mette al centro, Godin ci arriva per primo ma il suo intervento in scivolata si trasforma in un clamoroso autogol. 
E lo stato di grazia dei Blanquiazules continua anche nella ripresa: al 52' Melendo trova un pallone strepitoso in profondità per Borque Iglesias, il centravanti scatta sul filo del fuorigioco, sfugge alla marcatura di Filipe Luis e batte Oblak con una gran conclusione in diagonale. Qui di fatto i Colchoneros si sciolgono: in tre quarti d'ora si rendono pericolosi solo con un tentativo sottomisura di Saul sugli sviluppi di un corner e poi con un bel destro rasoterra di Correa che finisce in rete, ma con gioco già fermo per offside. Dall'altra parte Granero e Pedrosa sono immarcabili (quest'ultimo costringe anche Oblak a una grande parata al 66'). E all'89' l'Espanyol si rende protagonista di un'altra ripartenza: Melendo lancia Puado, che entra in area e viene abbattuto da una spallata di Juanfran. Inevitabile il rigore, che Borja Iglesias trasforma. E la giornataccia dell'Atleti è completa.

Che batosta in Andalusia per Monchi and co. Siviglia che sembra essere poco in partita sin dalle prime giocate, con il Leganes che appare più reattivo e pronto per interpretare al meglio la sfida del Sanchez Pizjuan. Sensazioni confermate all’8’, Promes forza un pallone in uscita, Silva recupera e attacca l’area, pallone che passa e arriva a En-Nesyri che controlla appena dentro l’area con il sinistro e mette sul secondo palo dove Vaclik non può arrivare. Padroni di casa che non reagiscono, Pepineros che continuano a giocare con leggerezza, come dimostra Oscar Rodriguez con una doppia ruleta in mezzo ai giocatori di Caparros. La serata complicata del Siviglia prosegue al 20’ quando su una lunga rimessa laterale la difesa resta a guardare il pallone che cade in area e arriva a Braithwaite che controlla e batte di nuovo Vaclik. Il pubblico di Siviglia fischia la squadra, Caparros prova a cambiare inserendo Gonalons già prima dell’intervallo per trovare più idee di gioco, senza successo. Siviglia che anche nella ripresa continua a essere confusionario e poco organizzato, ci prova un paio di volte Sarabia a dimezzare lo svantaggio, ma si tratta di iniziative estemporanee e del tutto individuali. Bryan Gil, canterano del 2001, pizzica la traversa dal limite dell’area al 78’, pochi minuti prima che il Leganes chiuda la questione con Oscar Rodriguez all’82’. Rigore in movimento a porta vuota su un pallone giocato indietro, Jesus Navas prova a salvare deviando però il pallone in retee il pubblico del Sanchez Pizjuan decide di aver visto abbastanza e abbandona le tribune. Il Leganes festeggia la matematica salvezza, il Siviglia resta a 55 punti. Il Getafe ora può allungare al quarto posto, mentre il Valencia può agganciare la squadra di Caparros.

Negli altri match di giornata, punti importanti in palio per la zona Europa e per la zona salvezza. Importantissima la vittoria ottenuta dalla Real Sociedad sul campo dell'Alaves: un 1-0 che vale l'aggancio all'ottavo posto in classifica, a pari punti con l'Espanyol è a sole tre distanze dall'Athletic Bilbao settimo. Decisiva un'iniziativa di Willian Jose al 24', con un destro dal limite deviato in maniera decisiva da Manu Garcia. Fondamentale anche il 4-1 con cui il Levante ha regolato il derelitto Rayo Vallecano, che nonostante la fresca vittoria sul Real Madrid resta desolatamente penultimo in classifica. I Granotes si portano invece a +3 sul Valladolid terzultimo al termine di una partita decisa già nel primo tempo: Campana ha portato in vantaggio i suoi al 14', poi, dopo un rigore sbagliato da Morales al 30', è stato Vezo a raddoppiare al 43'. Alvaro Garcia ha dimezzato lo svantaggio per i madrileni al 71', ma il Levante ha chiuso la partita grazie all'uno-due di Jason e Bardhi all'85' e al 90'.


De Zerbi: "Puntiamo al decimo posto. Contro Roma e Atalanta daremo tutto"

Roberto De Zerbi, tecnico del Sassuolo, ha parlato ai microfoni di Sky Sport per analizzare gli ultimi impegni della sua squadra, che dovrà vedersela contro Roma ed Atalanta: "Daremo tutto contro tutti. Non vogliamo dare noia a nessuno ma le regole devono essere rispettate e puntiamo anche al decimo posto, il miglior piazzamento possibile per noi".


Il Liverpool spera contro il Barcellona dopo la sconfitta dell'andata

Jurgen Klopp parla in conferenza stampa. Sulla situazione di Salah: "Ha avuto una commozione cerebrale. Ora sta meglio ma non è abbastanza in forma da un punto di vista medico e domani non sarà a disposizione", poi aggiunge "e anche Firmino". Il Barcellona è il prossimo avversario nel ritorno di Champions e all'andata il Liverpool di Klopp ha perso 3-0, ma il tecnico è fiducioso: "Non ci dobbiamo pensare e poi i giallorossi all'andata avevano segnato due gol".


INSIDE BUNDESLIGA - Il Dortmund cade sul più bello. Bayern a +4 e con il titolo in tasca

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI  - VIttoria e titolo in tasca per il Bayern di Kovac. Al 10’ l’uscita perfetta di Esser, portiere dell’Hannover, chiude lo specchio a Goretzka solo in area, poi Alaba spara alto sul tap-in. Un minuto dopo è ancora l’estremo difensore ospite a rendersi protagonista con una parata su Coman che ci prova di testa, anche se l’arbitro aveva comunque fermato il gioco per fallo in attacco dell’ex Juventus. Al 14’ Lewandowski gira di testa verso il primo palo, ma Esser non si fa ingannare con un intervento plastico. Al Gnabry non trova la porta con il suo mancino. Müller sbaglia incredibilmente sottomisura sparando addosso al portiere, ma al 27’ i bavaresi riescono comunque a sbloccare il risultato con la firma del solito Lewandowski, che schiaccia di testa il cross perfetto di Kimmich dalla destra beffando Sorg e Anton, suoi diretti marcatori. Gol numero 22 in Bundesliga per il polacco; 38 complessivi stagionali in 44 partite disputate. Il Bayern non si ferma e prima sfiora il raddoppio in un paio di circostanze con Muller e Boateng (bravissimo Esser in entrambi i casi), poi lo trova al 40’ con un gran destro dalla distanza di Goretzka che bacia la base del palo interno prima di infilarsi in rete per il 2-0. Risultato che potrebbe essere più ampio allo scadere se solo Goretzka non si divorasse il tris da ottima posizione dopo lo scarico di Kimmich. L’Hannover sembra essere destinato a essere surclassato, ma a inizio ripresa l’arbitro, su suggerimento del Var, assegna un rigore proprio alla squadra allenata da Doll per un tocco di gomito di Boateng nella propria area; il neoentrato Jonathas spiazza Ulreich dagli 11 metri e accorcia le distanze al 51’. Quattro minuti più tardi, però, lo stesso brasiliano viene espulso per via di un secondo cartellino giallo (perlomeno severo) a causa di una manata su Kimmich; la gara dell’ex Brescia e Torino dura meno di dieci minuti. Il Bayern decide quindi di gestire senza affondare il colpo. Alaba va vicino al 3-1 con un sinistro dalla distanza messo in angolo da Esser. All’84’ arriva poi il sigillo da parte di Ribery (che aveva sostituito Gnabry al 71’) con un destro angolato, dopo avere superato Anton. Il Bayern soffre più del previsto nella sfida testa-coda del campionato ma compie un altro passo importante verso il settimo Meisterschale consecutivo. 

In chiave Europa League vittoria importantissima per il Wolfsburg che supera in casa 2-0 il Norimberga con un gol per tempo: al 38’ Klaus sfrutta un clamoroso retropassaggio sbagliato della difesa ospite insaccando a porta vuota, poi al 78’ Tisserand stacca di testa sulla punizione battuta da Mehmedi sulla destra. I Lupi sorpassano al sesto posto l’Hoffenheim, che si fa rimontare due volte sul campo del Borussia Mönchengladbach, che rimane quinto: Kaderabek schiaccia bene di testa al 33’ sugli sviluppi di un calcio d’angolo, Ginter pareggia sottomisura al 73’, Amiri rimette la freccia con un destro potente dal limite al 79’, ma Drmic firma il definitivo 2-2 all’84. L’Hertha Berlino batte 3-1 lo Stoccarda grazie ai gol di Ibisevic (40’), Duda (45’) e Kalou (67’); inutile la rete di Gomez per lo Stoccarda, che è ormai vicinissimo allo spareggio per rimanere nella massima categoria del calcio tedesco.

Inizio sprint del Dortmund che va in gol già al 6’: Delaney serve a metà campo Pulisic che, con un’azione travolgente, va in progressione, liquida Pavlenka e insacca la rete dello 0-1. Il Werder risponde un paio di minuti dopo, con Klaassen che entra in area e conclude con un destro sul secondo palo: palla alta non di molto. La girata in area di Götze trova la deviazione provvidenziale di Pavlenka, ma i padroni di casa sfiorano il pareggio al 35’: gran conclusione da fuori di Rashica, con la palla che scende all’improvviso e si avvicina alla traversa. Così il Borussia al 41’ arriva al raddoppio nel momento più difficile per i gialloneri: la punizione di Alcacer è magistrale, il pallone scavalca la barriera e supera Pavlenka sotto l’incrocio dei pali, che vale lo 0-2 poco prima dell’intervallo. Il mancino dalla distanza di Guerreiro a inizio ripresa vede la respinta di Pavlenka con qualche brivido di troppo. Poco dopo, però, il portiere del Werder risponde alla grande sull’esterno destro di Delaney destinato sotto la traversa. Alcarer va nuovamente in rete ma la sua marcatura viene annullata per fuorigioco. Lo spagnolo sfiora poi di testa lo 0-3, ma al 70’ il Werder torna in partita con il sinistro dal limite di Möhwald, complice anche una papera clamorosa di Bürki, sotto le gambe del quale termina il pallone. Passano 5 minuti e i padroni di casa trovano il clamoroso 2-2: Akanji difende malissimo un pallone sulla linea di fondo campo, Augustinson riesce a toccarlo quel tanto che basta per servire Pizarro che insacca di prepotenza. Il Dortmund rischia addirittura di capitolare prima su un possibile tocco di braccio di Götze (l’arbitro non concede il rigore dopo avere rivisto le immagini al Var) e poi su un destro di Rashica respinto centralmente da Bürki. Nel finale il Borussia sfiora il 2-3, con un diagonale ravvicinato di Pulisic che termina di poco largo, ma alla fine è costretto a scivolare a -4 dal Bayern e dare di fatto l’addio al sogno Meisterschale, ad appena due turni dalla conclusione.


Conte: "Ci sono probabilità che allenerò in Italia come all'estero"

Antonio Conte risponde alle domande de "Le Iene". Sottoposto alla macchina della verità, le domande sono incentrate su quale squadra allenerà prossimamente e tra le ipotesi ci sono Roma, Inter, Paris Saint Germain e un ritorno alla Juventus.

A settembre sarà l'allenatore del Milan?
"No".

Dell'Inter?
"No".

Della Roma?
"No".

Della Juventus?
"No".

Del Paris Saint-Germain?
"No. Non posso dire sì per nessuna squadra perché non c'è niente" (la macchina della verità registra dello stress)

Ci sono stati contatti con squadre di serie A?
"Personalmente no, è un po' presto".

E' vero che ha incontrato Maldini?
"No".

Ha sentito la dirigenza del Milan?
"No".

Andrea Agnelli della Juventus?
"No".

Il presidente del PSG Al-Khelaïfi?
"No, in passato sì, ma non adesso".

Ha mai incontrato Marotta?
"No". ( anche in questo caso la macchina della verità registra dello stress)

Allenerai in Italia?
"Ci sono buone probabilità, come anche che allenerò all'estero. Ma c'è anche la probabilità di restare fermo. La priorità è andare in una società che mi permetta di lottare per vincere".

Tradotto in percentuale?
"60% di probabilità che resto in Italia, 30% che vado all'estero e 10% che rimango ad aspettare".


El Sha: "Champions difficile ma non impossibile" (Foto)

El Shaarawy ci crede ancora nella Champions. Dopo il pareggio di ieri, però, si allontana di 4 punti: il faraone, però, incita a non perdersi d'animo tramite un post su Instagram.

 
 
 
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Difficile si, ma non impossibile.. Ora più che mai, Crederci

Un post condiviso da Stephan El Shaarawy (@stewel92) in data: Mag 6, 2019 at 6:28 PDT


Più di un club avrebbe già contattato Ranieri per la prossima stagione

A tre giornate dalla fine del campionato sono ancora da decidere le sorti della panchina giallorossa per la prossima stagione. Tra le varie opzioni, il club non ha escluso una possibile conferma di Claudio Ranieri, arrivato dopo l'esonero di Di Francesco per traghettare la Roma. Secondo quanto riferisce Radio Radio, però, il tecnico avrebbe già ricevuto alcune offerte da altri club per la prossima stagione, che potrebbero potenzialmente entrare in competizione con la Roma per il tecnico testaccino. 


Notte dei Re, anche Aldair e Candela in campo con Totti

Il 2 giugno prossimo andrà in scena la Notte dei Re, match 6 vs 6 che vedrà sfidarsi allo Stadio del Tennis del Foro Italico a Roma Francesco Totti e Luis Figo. Arrivano conferme su altri nomi che prenderanno parte all'evento: 

Nella squadra dell'ex capitano della Roma confermate le presenze di Andrea Pirlo e Angelo Peruzzi, ex compagni di squadra della Nazionale vincitrice del Mondiale 2006. A questi si aggiungono Vincent Candela e Aldair, campioni di Italia nella stagione 2000/2001 con la maglia giallorossa.

Nel team dell'ex Inter, invece ci saranno Vitor Baía, Marco Materazzi, Roberto Carlos ed Hernan Crespo.


INSIDE LIGUE 1 - Neymar evita un'altra figuraccia al Psg. Monaco ko e ancora con il brivido retrocessione

INSIDEROMA.COM - MATTEO LUCIANI - Primo tempo deludente e scarso di emozioni al Parco dei Principi. All’8’ Paredes si spinge sulla trequarti e, con un filtrante delizioso, apre il gioco sulla destra per Dani Alves; cross in area e conclusione in porta di Neymar in acrobazia, ma Benitez non si lascia sorprendere. Il Psg tituba, il Nizza dimostra una buona personalità nei primi minuti di gioco. La squadra allenata da Patrick Vieira prova a fare la partita e al 26’ sfiora il vantaggio, con Danilo che calcia verso la porta difesa da Areola e scheggia la parte superiore della traversa. Poi il guardalinee alza la bandierina, dopo aver giustamente lasciato giocare. Al 33’ Di Maria prova una conclusione di esterno dopo una serie di batti e ribatti nell’area di rigore del Nizza: il tiro viene murato da un difensore. Al 40’ arriva però l’occasione più clamorosa del primo tempo: dopo un’azione piuttosto fortuita e decisa da una deviazione involontaria di Burner, Cavani si ritrova a pochi passi da Benitez ma, tutto solo in scivolata, non riesce a segnare. L’inizio della ripresa regala subito il vantaggio del Nizza: lancio lungo di Dante per Ganago, che fugge via a Dani Alves sulla fascia, si accentra, elude l’intervento di Marquinhos (non propriamente attentissimo in questa occasione) e buca sul primo palo Areola. Una rete che dimostra il pessimo momento del Paris Saint-Germain, che ha perso addirittura quattro partite nel mese di aprile e che viene fischiato dai propri tifosi. Anche perché Saint-Maximin ha una grandissima occasione per lo 0-2, ma tutto solo colpisce in pieno la traversa sull’assist al bacio di Atal. Neymar riesce così a fare rialzare la testa alla formazione di Tuchel: Di Maria viene agganciato in area avversaria da Burner e il brasiliano, dal dischetto, torna al gol dopo 105 giorni dall’ultima volta (il 19 gennaio scorso, giorno in cui si infortunò contro il Guingamp). Saint-Maximin ci riprova al 72’calciando a giro verso il secondo palo, ma la sfera esce di un soffio. Al 90’ Neymar spreca un’ottima opportunità da pochi passi, ma il brasiliano cade dopo l’intervento in scivolata di Dante e chiede il calcio di rigore. L’arbitro, dopo aver rivisto le immagini, indica il dischetto. Tuchel abbraccia lo stesso Dante, quasi a consolarlo. Dagli 11 metri, però, questa volta si presenta Cavani, che si fa parare il penalty da Benitez, bravo a intuire la traiettoria del pallone. Finisce quindi 1-1 a Parigi.

Il Nimes vince 3-0 in trasferta contro il Reims e balza così all’ottavo posto, proprio ai danni dei padroni di casa. La sfida viene decisa dal piattone destro di Ferri al 26’, da Ripart, che deposita comodamente in rete a porta vuota al 43’, e infine dal tap-in vincente di Bouanga dopo pochi secondi dall’inizio della ripresa, a seguito di un batti e ribatti in area avversaria. L’Angers passa a Bordeaux 1-0; decisiva la rete al 40’ di Bahoken, che insacca con una zampata vincente l’assist di Tait. Termina invece 0-0 tra Guingamp e Caen; un pareggio che non può accontentare totalmente nessuno dei due club, anche perché gli ospiti potranno essere sorpassati domani in terzultima posizione dal Digione.