Nuovi test fisici per Diawara, continuerà ancora con la terapia conservativa
Amadou Diawara, infortunatosi nel corso del match contro la Juventus, aveva riportato un trauma distorsivo del ginocchio sinistro con interessamento del comparto esterno. Il prof. Mariani aveva raccomandato l'operazione, ma sia il giocatore sia lo staff giallorosso si erano opposti perchè ciò avrebbe comportato l'impossibilità per il centrocampista di tornare a giocare nel corso della stagione. Diawara, in questi giorni, si è sottoposto a nuovi test fisici per valutare le sue condizioni dopo le due settimane di terapia. In seguito a questi esami si è deciso di proseguire con la terapia conservativa: tra sette/dieci giorni verrà rifatto il punto della situazione.
Kluivert: "Voglio vincere la Champions con la Roma. A chi mi critica chiedo di darmi del tempo"
Justin Kluivert ha rilasciato un'intervista a DAZN. Queste le sue dichiarazioni:
Il debutto in prima squadra:
"Il mio debutto con l'Ajax, ero felice perché il sogno che avevo da bambino si stava realizzando, nessuno avrebbe potuto rovinare quel giorno, o quella stagione. Ero felissimo, il telefono era impazzito. Anche mio padre ha esordito giovanissimo con la maglia dell'Ajax che ci sia riuscito anche io è meraviglioso, non riesco neanche a immaginare come sarebbe se ci riuscisse anche mio figlio, un giorno. Per arrivare a quel momento ho speso un sacco di energie, sangue, sudore e lacrime come dice la canzone di André Hazes che si sente all'Amsterdam Arena: bloed, zweet, en tranen, ed è veramente tutto quello che devi dare. La dedizione è importante ed è per questo che ho avuto questa opportunità".
La figura del padre
"È il mio idolo, la guida che ho sempre seguito fin da bambino. Ha fatto così tante cose nella sua carriera... tutti abbiamo un modello da seguire. Per un compleanno mi regalò una mela di vetro e mi disse che la mela non cade mai lontano dall'albero. Per me fu una cosa speciale. Anche lui aveva bei numeri (a Justin viene fatto vedere qualche gol del padre ndr). Sono molto diverso da lui, però vedendo questi video penso di aver ereditato qualche giocata. Al Barellona fu una bella parte della sua carriera. Io dopo le partite potevo correre in campo e giocare con i miei fratelli, siamo in due dalla stessa madre, due da un'altra. Con i miei fratelli giocavamo ovunque, che fosse in uno stadio enorme o per strada".
Cosa ti disse Mourinho dopo quel match contro il Manchester United?
"Quando ho giocato contro di lui è venuto da me e mi ha detto fosse felice di vedermi giocare con la maglia dell'Ajax, perché mi ha visto crescere quando era nello staff del Barcellona. Non ha provato a comprarmi (sorride ndr).
A Kluivert vengono mostrati dei filmati di suoi gol da giovanissimo
"Anche de Ligt mi disse che volesse esultare come facevo io (estrarre la bandierina usandola a mo di mitra e sparare ai compagni ndr), ma non riusciva a estrarre la bandierina dal terreno e lo prendevamo in giro. Nel video ci sono lui e Malen (attaccante del PSV) che segna di testa. È bellissimo vederli arrivati così in alto. La gente pensa che sia tutto facile e si crea un'opinione negativa subito. Per me è sbagliatissimo, se uno a 20 anni arriva alla Juventus non è così strano che abbia bisogno di imparare: arrivi in un Paese nuovo, devi arrangiarti da solo, è tutto diverso. Il gruppo è diverso: anche de Ligt ha giocato 10 anni con l'Ajax, lo è anche per me. La gente non capisce le difficoltà, se può ti critica. Dovete darci del tempo, non credo sia chiedere troppo"
Il tuo modo di giocare è cambiato rispetto a quando eri più giovane?
"Mi piace ancora andare in dribbling, provare a fare fuori 4 o 5 uomini, ma non è più così facile. Non ci riesco più come prima, ma è ancora la mia ideaa vincente di calcio".
Torino-Roma, esordio in giallorosso:
"Il mio esordio con la Roma, non lo dimenticherò mai. Servire quell'assist per Dzeko, che poi segna un gol del genere (tiro di sinistro al volo ndr) è da sogno. Arrivare in un nuovo club ed essere subito determinante è stupendo, non potrei dimenticare quel momento".
van Basten era l'idolo del padre, il tuo? Hai una foto con il tuo idolo?
"Sai che non lo so, beh con mio padrei sì, ma non con quello cui mi ispiro, per quello che è dentro e fuori dal campo. Per me è Cristiano Ronaldo, lo ammiro da quando sono piccolo. Ho anche esultato come lui in una gara Ajax vs PSV, era una partita molto importante, ho segnato il gol del 3-2- e l'ho fatto".
Viene mostrato un video del fratello piccolo, appassionato durante una partita di calcio:
Mio fratello è troppo divertente, gioca con la U13 del Barcellona e sta andando alla grande. Molti pensano che io giocassi nell'Ajax e lui nel Barcellona grazie a mio padre, ho sempre risposto di venirmi a vedere a giocare... Questo mi ha reso il giocatore che sono oggi, era qualcosa che mi bruciava dentro".
Ora Fonseca loda la tua visione difensiva, è strano per un attaccante.
"Sì, è vero, quando sono arrivato qui ero terribile in fase difensiva quindi mi sono focalizzato molto su questo. Nella fase di non possesso avevo molti problemi e in Italia devi saper giocare anche per gli altri: se non difendi non vai in campo. Devi dimostrare di essere all'altezza quando hai il pallone, ma anche quando devi recuperarlo".
La dedica dopo un gol al suo amico Nouri (a 20 anni crolla a terra in campo per una aritmia che gli provoca danni permanenti):
"La sua storia è un qualcosa che non puoi capire se non eri là. Lo conosco bene era, un piccolo idolo per me. Il quell'Ajax era il migliore, un leader, un gentleman nonostante la sua età. Lo rispettavano tutti. Quel gol contro il Viktoria Plzen con la Roma, come tutti gli altri che ho segnato, sono un po' anche per lui e questo era un gol importante, perché sono diventato il calciatore più giovane ad aver segnato un gol in Champions per la Roma. È fantastico che il mio nome sia nella storia del club, ma è solo l'inizio, di gol ne voglio fare molti altri in tutte le competizioni e sono certo che ci riuscirò"
Pairetto: i cartellini segnale di debolezza
IL MESSAGGERO - Deludente tecnicamente e da rivedere caratterialmente. Questa la sintesi di Pairetto, arbitro di Sassuolo-Roma, che si conferma fanalino di coda tra i direttori di gara. Nella sfida di sabato sera tra emiliani e giallorossi, in una gara tutt'altro che cattiva, ha estratto 8 cartellini gialli, di cui 3 trasformati in rosso. Segnale di scarsa personalità e gravi lacune tecniche.
Fonseca ha la rosa appassita
IL MESSAGGERO - Si parla di un Petrachi furioso a seguito della pesante sconfitta della Roma a Reggio Emilia. Il ds, senza mandarle a dire, ha richiamato i giocatori alle loro responsabilità, colpevoli soprattutto dell'atteggiamento avuto contro il Sassuolo e non per il fatto di non essere scesi in campo. Messa in dubbio anche la grande prestazione nel derby contro la Lazio, che appare ad oggi casualità. C'è anche da dire che il mercato non ha influito. Lo stesso Petrachi, che con la proprietà Friedkin sarà sotto la lente di ingrandimento, ha fatto scena muta nell'ultima sessione invernale. La Roma, nel 2020, si è fermata. Fonseca, come i suoi predecessori, ha chiesto rinforzi. E a gennaio sono arrivati solo giovani, come Villar e Perez, non quello che si aspettava il portoghese al posto degli infortunati DIawara e Zaniolo. La rosa della Roma non è solo incompleta, ma sbilanciata, basti guardare la difesa: ci sono 6 centrali, e sui lati la carestia dopo la partenza di Florenzi e con Zappacosta non ancora pronto.
Da Pjanic a Salah e Alisson: l'indebolimento è costante
IL MESSAGGERO - Alla Roma manca qualità. È questo il messaggio lanciata da Dzeko, e in precedenza più volte da Fonseca, nel post partita contro il Sassuolo. I rinforzi sperati dal tecnico non sono arrivati, e come ha ribadito lui stesso i nuovi (Villar, Perez e Ibanez) sono acquisti mirati al futuro, non all'immediato. La Roma negli anni ha abbassato sempre di più l'asticella della competitività, sostituendo spesso volentieri veri e propri assi, con mancate promesse. Dalla partenze di El Shaarawy, mai sostituito, a quella di Salah, sostituito da Schick. Errori di Monchi come quelli legati ai successori dei vari Alisson, Nainggolan e Strootman (sostituiti da Olsen, Pastore e Nzonzi). Un altro esempio della stagione attuale è la rinuncia ad un vice Dzeko di valore. Manca inoltre un centrocampista, vista la situazione di Diawara.
Lorenzo, l'ultimo erede
IL MESSAGGERO - La Roma va in bambola, e con lei Lorenzo Pellegrini. Il giocatore è apparso teso, nervoso. Sarà la voglia di primeggiare che lo porta a strafare, oppure l'infortunio di settembre che si fa sentire sulle gambe. O anche la partenza di Florenzi, che lo rende l'ultimo dei romani, primo dei capitani del futuro. Un 2020 cominciato in salita per il numero 7, omaggiato ancora una volta da Totti e con un Europeo da giocare da protagonista. Da lui ci si attende troppo. Sa che deve migliorare, soprattutto dal punto di vista dei tiri e dei gol. Contro il Bologna non ci sarà per squalifica, l'occasione per ricaricare le pile. Nei prossimi invece comincerà a discutere con la futura società del suo rinnovo: si punta a togliere la clausola da 30 milioni. Impensabile pensare ad un allontanamento, è legatissimo alla ROma.
2020, l'inverno nero. La Roma rallenta e Fonseca ammette: "Sono preoccupato"
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Dopo la sconfitta contro il Sassuolo, mettere alla gogna i giocatori giallorossi sarebbe sbagliato. Anche se, quello che preoccupa, sono le parole. Di Dzeko e del mister Fonseca, che, dopo la gara di Reggio Emilia, hanno ribadito come la Roma manchi di qualità. Un 2020 iniziato malissimo per la squadra capitolina, che i 7 partite tra campionato e coppa ha raccolto 2 vittorie, un pareggio e 4 sconfitte. L'unica nota positiva il quarto posto ancora stretto, seppur insieme all'Atalanta.
Parole, quelle di Dzeko, che non sono piaciute alla società, secondo cui il problema è di mentalità, dato che non si vinceva neanche quando in squadra c'erano Salah e Alisson. Nel post Sassuolo si era sparla voce di un confronto duro tra Petrachi e la squadra, poi smentito. Anche Pallotta, dagli States, si è detto deluso. In attesa del passaggio di consegne con Friedkin, con la "due diligence" che terminerà nel week-end.
Si cambia: con il Bologna torna la vecchia guardia
LA GAZZETTA DELLO SPORT - "Qui ci sono tanti giocatori esperti, ma anche giovani che devono capire che non si può vivere di due o tre partite". Parole di Edin Dzeko, e che dopo la sconfitta di Reggio Emilia rimbombano negli ambienti giallorossi. Alla Roma, mai come in questo momento, serve esperienza. Già a partire dalla sfida di venerdì contro il Bologna, quando si rivedranno dal primo minuto Kolarov, Perotti e Pastore. Non è escluso neanche che Fonseca dia un turno di riposo a Veretout alzando Mancini a centrocampo e inserendo Fazio al fianco di Smalling. I nuovi (Perez, Villar e Ibanez), d'altronde, subito in campo a Reggio Emilia, non sono ancora pronti, come dimostrato sabato sera. Da venerdì tornerà dunque la vecchia guardia. Dzeko ha lanciato l'allarme, e chi vive la squadra dal so interno certe situazioni le sa leggere.
E ora Bruno Peres scala posizioni: è un opzione in più
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Dal suo ritorno a gennaio, è sceso in campo 4 volte su 6. Bruno Peres, pian piano, si sta riprendendo la Roma. Il ds Petrachi era stato chiaro: "Bruno sa giocare a calcio, ma deve ritrovare fame e umiltà. La mia idea, condivisa dall'allenatore,è quella di dargli una seconda chance. Non si nega a nessuno. Gli daremo una possibilità, ma la prima volta che sbaglierà andrà a casa". Ed evidentemente non ha sbagliato nulla, dato che Fonseca fin qui lo ha mandato in campo contro Parma, Genoa. Juventus in Coppa e Sassuolo, dove tra l'altro è stato uno dei pochi a salvarsi. Fonseca in lui vede qualcosa di buono, ora deve continuare così.
Dzeko accusa i giovani, la “vecchia guardia” non ha capito Fonseca
CORRIERE DELLA SERA - Capitano a tempo pieno dopo la partenza di Florenzi. Edin Dzeko è stato costretto a parlare dopo la partita contro il Sassuolo. Le sue parole sono state pesanti: “La squadra è forte ma per arrivare a vincere qualcosa bisogna vincere sempre, non si può vincerne una e perderne un’altra. Ci sono tanti giocatori esperti ma anche tanti giocatori giovani che non devono vivere per 2-3 partite, bisogna fare sempre di più. Come dico sempre, serve tutta la squadra per vincere una partita, alla lunga bisogna dare di più tutti“. A Reggio Emilia, inoltre, sono rimasti in panchina i vari Perotti, Pastore, Kolarov e Kalinic, con Fonseca che ha preferito mandare in campo i nuovi arrivi Villar e Perez, mandando forse un messaggio d'allarme alla società
Le orecchie sono fischiate soprattutto a Kluivert e Under. La squalifica di Pellegrini complica anche i piani per venerdì. Chi giocherà trequartista? Pastore, oppure uno tra Cristante e Veretout con l’inserimento a quel punto di Villar a centrocampo, uno che fino a ieri giocava nella Serie B spagnola.
La Roma ringrazia l'Atalanta ma il 2020 è la fiera degli orrori
CORRIERE DELLA SERA - L’unica buona notizia per la Roma non è merito suo. Il pari casalingo dell’Atalanta consente ai giallorossi di rimanere in piena zona Champions. Ora la Roma è quinta, a pari punti con i nerazzurri, dietro solo per la differenza reti e con lo scontro diretto distante solamente due settimane. Lo spareggio del 15 febbario a Bergamo diventa quindi decisivo per il quarto posto. La Lazio invece battendo la Spal ha fatto il vuoto: +10 ma con una partita da recuperare, quindi potenzialmente +13. La differenza tra fine 2019 e inizio 2020 è abissale. Preoccupa anche la tenuta della fase difensiva. La Roma in questo 2020 ha subito di media due gol a partita, 1,8 contando le coppe. Un problema fisico, con i tanti infortuni, ma anche mentale: Fonseca nel post Sassuolo ha detto di non sapersi spiegare questi black out. Già venerdì arriva l'occasione del riscatto contro il Bologna.
Le parole di Dzeko e le scelte di Fonseca infiammano la Roma in crisi
CORRIERE DELLA SERA - I veri gol della Roma li hanno segnati Criscito e Sanabria. Il 2-2 del Genoa sull’Atalanta ha reso infatti meno tragica la sconfitta contro il Sassuolo, la terza nelle ultime 5 giornate di campionato. I giallorossi ora sono al quinto posto con però gli stessi punti dei nerazzurri. Non si può vivere solo di disgrazie altrui e la situazione romanista è esplosa. Il direttore sportivo Petrachi ha fatto una scenata alla squadra durante l’intervallo al Mapei Stadium. Decise anche le parole di Dzeko che ha criticato i giovani di crogiolarsi su un paio di partite buone.