Allenamento Roma, rifinitura in vista dell'Udinese. Fastidio muscolare per Juan Jesus

La Roma si è allenata quest'oggi a Trigoria per sostenere la rifinitura in vista del match di domani contro l'Udinese. La squadra ha cominciato con lo studio degli avversari in sala video, per poi spostarsi sul campo per il lavoro atletico e tattico.
Continuano il lavoro individuale per recuperare dagli infortuni i vari Diawara, Pellegrini, Zappacosta e Mkhitaryan.
Problemi fisici anche per Juan Jesus, che si è fermato durante l'allenamento per un fastidio muscolare e domani non sarà della gara.


Balbo: "Sarà una gara combattuta. Ho bellissimi ricordi sia di Roma che di Udine"

Abel Balbo, ex attaccante che ha giocato sia nella Roma che nell'Udinese, ha parlato del prossimo match di campionato tra le due squadre ai microfoni di udinese.it:

Che partita ti aspetti? 
“Ogni gara ha una sua storia e i punti in palio sono pesanti. L'Udinese vuole fare bella figura in casa, si esalta contro le grandi e vuole dare una svolta alla sua stagione. La Roma è tra le prime 5 della classifica e vuole scalare le posizioni. Sarà una gara combattuta a centrocampo e i due reparti offensivi posso offrire giocate spettacolari”. 
 
Come è cambiato il tuo calcio da quello di oggi? 
All'epoca si giocava con la marcatura a uomo, era un calcio più maschio. Anche l’aspetto dei media era diverso, meno assillante di oggi. Non c'erano tutte queste telecamere in campo. Oggi gli arbitri sono più severi e ci sono regole più rigide che hanno reso più spettacolare il match anche dal punto di vista tecnico. Nel campionato italiano è sempre difficile fare gol. Con l'Udinese ho avuto gloria e fama, ho vinto un titolo di cannoniere in serie B segnando 22 gol e ho realizzato il sogno di giocare in Serie A”. 
 
Hai fatto la differenza da subito! 
Quando arrivai all'Udinese, in quegli anni, in Italia c'erano i giocatori più forti al mondo e per me firmare un contratto con un club italiano e giocare in Serie A era un sogno. Figuriamoci quando fui convocato in Nazionale, che emozione! I difensori italiani dell'epoca non ti facevano respirare. Ho amato Udine subito perché la famiglia Pozzo ha creduto in me e poi con il Patron Gianpaolo ho sempre avuto un rapporto diretto, mi ha dato tanto anche in termini di valori umani. Fare gol in A come in B non era facile, dovevi fare la differenza. Oggi è cambiato il calcio, ma per fortuna ci sono società come l'Udinese ma anche la Roma stessa che hanno un occhio di riguardo per il settore giovanile e investono tante risorse”. 
 
E sulla Roma che ricordo hai? 
Bellissimo. Anche a Roma. Il presidente Sensi come del resto la sua famiglia mi hanno fatto sentire a casa. Poi ho vinto uno Scudetto e una Supercoppa Italiana. In altre piazze ho continuato a vincere come a Parma la Coppa Italia e la Coppa Uefa”. 
 
Pronostico? 
Difficile dire chi possa vincere, ma le due squadre sapranno offrire un grande spettacolo. Di una cosa sono certo, vorrei giocare ancora con l’Udinese e segnare un gol alla Dacia Arena e andare ad esultare sotto la Curva Nord. Ai miei tempi, nel vecchio stadio si facevano i chilometri per andare a gioire con i tifosi”.


Ag. Buchel: "La Roma ha deciso di non fare un'operazione in più. Ma non siamo delusi"

Alessandro Luci, agente di Marcel Buchel, ha parlato ai microfoni di tuttomercatoweb.com dei provini sostenuti dal suo assistito con la Roma e del perchè i giallorossi abbiano deciso di non tesserarlo:

"Diawara tornerà settimana prossima, quindi la Roma ha deciso di rimanere così. In più c'è stato un riscontro importante da parte di Mancini, i giallorossi hanno deciso di non fare un'operazione in più".

Com'è nata l'idea di Büchel alla Roma?
"Nel momento in cui c'è stato l'ennesimo infortunio, ho avuto l'idea di sentire Petrachi. Lui mi ha dato la disponibilità per provare Marcel".

Delusi?
"No, anzi, è stata una buona situazione per allenarsi, capire a che punto è della preparazione. Ha fatto una settimana, test di idoneità fisica e atletica, il ragazzo è integro e sta bene, ha 28 anni, vuole una nuova avventura e potrebbe dare una mano a varie squadre per completare l'organico".


Cagni: "Apprezzo Fonseca da sempre. Zaniolo se accetta consigli diventa uno dei più forti al mondo"

Luigi Cagni, ex allenatore tra le altre di Brescia e Parma, ha parlato ai microfoni di TMW Radio dei temi di gornata in ambito calcistico. Tra glia argomenti trattati anche lo stato di salute della Roma e le prestazioni di Zaniolo:

Sulla Roma.
"Mancini davanti alla difesa? Da sempre apprezzo Fonseca. Ha personalità, conosce il calcio e sa cosa deve fare quando ci sono situazioni di difficoltà. Problema infortuni? Sono responsabili anche i giocatori. Non è solo sfortuna. E' un mestiere che devi fare 24 ore al giorno. Devi rispettare delle regole fisiologiche, se le rispetti, difficilmente ti fai male. Lo sport agonistico non è salute, quindi devi curarti al meglio".

Su Zaniolo.
"Lui se gli insegnano bene, diventa uno dei più forti al mondo. Deve accettare dei consigli. È un mestiere per cui devi fare dei sacrifici, se vuoi farlo al meglio. Ad oggi può giocare ovunque, da solo poi troverà quello più adatto. Io lo metterei sulla fascia, perché corre e sa dribblare, ti sa dare la superiorità. Lì è devastante. Non lo vedo falso nueve".


Roma-Udinese, giallorossi arrivati in Friuli (video)

La Roma, impegnata domani sera alle 21 alla Dacia Arena contro l'Udinese, è in partenza per il Friuli. La squadra decollerà dall'Aeroporto di Fiumicino con direzione Udine, come testimoniato dal profilo Twitter della società. Il gruppo è atterrato in Friuli Venezia Giulia poco prima delle 19.

 


Udinese-Roma, i convocati di Tudor

Igor Tudor, allenatore dell'Udinese, ha reso nota la lista dei convocati per il match di domani contro la Roma. 

Portieri: Musso, Nicolas, Perisan.

Difensori: Sierralta, Samir, Ekong, Nuytinck, Ter Avest, Becao, De Maio.

Centrocampisti: Fofana, Jajalo, de Paul, Walace, Sema, Mandragora, Barak.

Attaccanti: Okaka, Lasagna, Pussetto, Nestorovski, Teodorczyk.


Risentimento muscolare per Ghoulam, rischia la Roma

Nel corso dell'odierno allenamento del Napoli, si è fermato il terzino sinistro Ghoulam. L’algerino ha accusato un risentimento muscolare che gli farà saltare sicuramente il match contro l’Atalanta e lo mette in forte dubbio per quello contro la Roma.


Serie A, Parma-Verona 0-1. L'Inter vince contro il Brescia

Termina 0-1 la partita allo stadio Ennio Tardini tra Parma e Verona. Decide il match una rete di Lazovic al 10′ del primo tempo. La formazione di casa non riesce a cogliere l’occasione per scalare posizioni in classifica e rimane ottava con 13 punti, in attesa delle altre squadre. 


Il gol gli toglie la maschera: Edin è Capitan Coraggio

IL MESSAGGERO - FERRETTI - L'uomo mascherato non ha avuto paura di metterci la faccia. E dal suo atto di coraggio è nata la prima rete della Roma. E, probabilmente, anche la vittoria della generosa, indomita e per certi versi commovente squadra di Paulo Fonseca. Nonostante tutto, cioè nonostante una doppia frattura allo zigomo (con annessa, immediata operazione) rimediata soltanto tre settimane fa, Edin Dzeko non ci ha pensato un attimo prima di colpire di testa quel pallone a due passi dalla linea bianca. E a portare così la Roma in vantaggio. Paura zero, dritto per dritto verso la palla al punto che - le immagini sono eloquenti - la maschera dopo l'impatto con il pallone gli è calata sopra la bocca. Quasi a nascondere il suo sorriso, peccato. Ma a Edin brillavano gli occhi. E il bosniaco al terzo gol di fila di testa in campionato - in quel momento aveva mille motivi per sorridere con tutto se stesso.

Fascia di capitano al braccio e maschera in faccia, Edin sotto gli occhi di Francesco Totti (solo un caso che la Roma sia tornata a vincere con il Capitano in tribuna?) ieri all'Olimpico ha confermato di essere uno dei più forti giocatori che hanno mai indossato la maglia della Roma. Non solo per una questione tecnica, sia chiaro: quando si parla di lui, non si può non prendere in considerazione anche il suo spessore morale. Andare in campo come ha fatto lui a Genova, ad esempio, è stato un gesto di assoluta generosità (oltre che di coraggio) nei confronti di chi gli paga lo stipendio. Se ne poteva infischiare, poteva restarsene a casa sul divano a vedere in tv la partita dei suoi compagni invece ha scelto di esserci, imbottito di antidolorifici. Come accaduto poi sia contro il Borussia M'Gladbach sia contro il Milan in rapida successione. E la Roma, da ieri, è ancor di più la squadra della sua vita, perché mai in passato s'era fermato così a lungo in un club: 190 partite complessive. Daje, infinito Edin.

QUESTIONE DI DNA - Non segnava da Lecce, ricordate?, cioè dal giorno dell'ultimo successo della Roma: contro il Milan nonostante la maschera che gli dava sensibilmente fastidio (se ne sono accorti tutti, allo stadio o davanti al televisore), oltre a firmare il gol apri-pista, Edin ha partecipato attivamente anche alla rete di Zaniolo. Finalizzatore e rifinitore, come quasi sempre gli capita. In più, capitano vero al di là della fascia di giornata. Perché non conta avere o non avere un pezzetto di stoffa sul braccio per sentirsi in grado (e in dovere), riuscendoci con anima e cuore, di guidare, di trascinare i compagni. E, perché no?, anche i tifosi. Come ha fatto per anni e anni quel suo ex, inimitabile compagno che ieri s'è goduto Dzeko dalla tribuna. E' una questione di dna, non di luogo di nascita.


Roma oltre i guai con Dzeko e Zaniolo

IL MESSAGGERO - TRANI - Finalmente l'Olimpico in festa. È il pomeriggio perfetto per la Roma. Che ritrova contemporaneamente Totti, tornato in tribuna dopo l'addio (17 giugno) al club giallorosso, e soprattutto la vittoria, lasciandosi alle spalle i 4 pareggi consecutivi. Il 2-1 sul Milan fa subito la differenza in classifica: 5° posto in solitudine. La zona Champions è di nuovo vicina: -1 dal Napoli quarto. Niente di casuale, comunque. Perché il successo coincide con il ritorno al gol di Dzekoche firmò l'ultimo (il 29 settembre a Lecce) e con l'ennesima prodezza di Zaniolo che qui non perdona. E con la nuova prestazione di sostanza che è stata possibile pure con la rosa dimezzata (7 assenti). A dama, insomma, con l'organizzazione e la qualità.

TRACCIA CAMALEONTICA - Già, la rotazione. Impossibile. In campo i resti della Roma. Bastano e avanzano, però. Così Fonseca, pur proponendo l'undicesima formazione diversa in 12 partite stagionali, presenta un'unica novità dopo il pari di giovedì in Europa League. Perotti, mai titolare fin qui e al debutto in campionato, per Kluivert sulla fascia sinistra. Ancora escluso Florenzi: scelta tecnica. Squadra confermata, dunque, per dieci-undicesimi, senza preoccuparsi della possibile e comprensibile stanchezza per gli impegni ravvicinati. Ma l'emergenza di questo momento, come ha chiarito anche l'allenatore alla vigilia, non consente di aggrapparsi al turnover. Avanti, quindi, con il copione provato contro il Borussia M'Gladbach: il 4-1-4-1 attualmente dà garanzie in fase difensiva e soluzioni in quella offensiva. Ma Pastore, il più presente al tiro nel 1° tempo, si alza anche da seconda punta, quasi allineandosi a Dzeko. O facendo il trequartista. Con la sua posizione in campo, cambia il sistema di gioco con il ritorno al 4-2-3-1 o semplicemente al 4-4-1-1. Mancini fa di nuovo il mediano. Spesso arretra tra Smalling e Fazio. E va a prendere in prima battuta Calhanoglu che entra da sinistra. Veretout, con Pastore avanzato e ispirato, rimane più basso. Umile e tosto e disinvolto. Il Milan prova a colpire all'alba del match. Gol di Paquetà, annullato per fuorigioco. Calhanoglu e Leao non danno punti di riferimento, ma il 4-3-3 di Pioli, pur contando sulla freschezza che nella circostanza i rivali non possono certo avere, è discontinuo. E impotente. Suso non incide a sinistra, Kessié si perde sempre sul più bello.

TESTA A POSTO - Smalling comanda lì dietro e alza il muro, lasciando solo qualche conclusione dalla distanza. Il più attivo è il solito Calhanoglu. La Roma, proprio come è accaduto giovedì in Europa League, comincia a scaldarsi a metà tempo. E a ripartire in scioltezza. Biglia, lento e fragile, fa sbandare la difesa rossonera. Cresce Perotti, avanzano Spinazzola e soprattutto Kolarov. Si accende improvvisamente Zaniolo: sinistro da fuori, Donnarumma devia in angolo. Il 1° corner diventa decisivo: lo calcia Veretout, palla spizzata da Mancini e vantaggio firmato Dzeko che indirizza con la fronte sotto la traversa (6° gol stagionale e 5° in campionato). Pastore, su invito di Perotti, fallisce la chance per il bis, tirando addosso a Donnarumma.

COCCO DI CASA - La Roma c'è anche nella ripresa. Pioli fa uscire Conti, dentro Calabria. Fonseca toglie invece Perotti, spazio ad Antonucci. Spinazzola si addormenta proprio sul cross di Calabria e Theo Hernandez fa centro addirittura di destro. Dzeko va in pressing e, nonostante la deviazione di Musacchio, appoggia lateralmente a Zaniolo. Carezza di sinistro e nuovo vantaggio: l'Olimpico è suo (9 gol su 9 in questo stadio). Ecco Piatek per Paquetà. Mancini, di testa, ha la palla per il tris: fuori. Bocciato Biglia: tocca a Bennacer. Si ferma Spinazzola, debutta Cetin (25° giocatore utilizzato) e mostra subito personalità. Zaniolo ha i crampi e incassa la standing ovation quando lascia il posto a Santon (difesa a 5, più Mancini): la Sud ne approfitta per insultare Capello. Pastore è in serata. Si diverte in campo. E alla fine metta palla e vittoria in cassaforte.


L'esordio di Cetin, l'esclusione di Florenzi: Fonseca prova le mosse da quarto posto

IL MESSAGGERO - CARINA - L'abbaglio di Collum è alle spalle. Come la prova opaca di Marassi e il finale convulso ancor prima con il Cagliari. Fonseca ritrova la sua Roma che gli regala finalmente un sorriso dopo tre pareggi che ne avevano rallentato la marcia in campionato ed Europa League: «I giocatori hanno corso molto, non è facile giocare tre gare in una settimana, abbiamo meritato la vittoria. Dopo la partita con la Samp che non mi era piaciuta, ho parlato con i ragazzi e ho spiegato loro che non è così che avremmo potuto vincere. Ritengo che i giocatori abbiano capito il messaggio. Con il Borussia abbiamo fatto una grandissima partita e con il Milan ci siamo ripetuti. È importante avere questo spirito di squadra». In un gruppo, c'è sempre qualche singolo che si mette in mostra. In primis Zaniolo: «Le parole di Capello non penso possano aver influito. Ha disputato certamente una bella partita e ha segnato un gol molto importante». Menzione d'obbligo per Dzeko: «Sono molto felice per il gol di Edin, non è facile giocare con questa maschera, la visione non è perfetta e segnare di testa dice tutto di lui. È un grandissimo calciatore che non ha solo segnato ma aiutato la squadra nella fase difensiva». Sorride quando gli rimarcano l'ennesima buona prova di Mancini come mediano: «Se lo riproporrò? Non ho altre possibilità, se non schierarlo in quella posizione. Sono molto sorpreso del suo rendimento in questo ruolo, è un giocatore veramente molto bravo. Tra l'altro con lui, Spinazzola e Kolarov possono essere più offensivi, visto che ci regala un equilibrio diverso». Un successo che riavvicina la Roma al Napoli e al quarto posto: «In questo momento dobbiamo pensare a vivere alla giornata, partita dopo partita».

LA CRISI DEL CAPITANO - Al netto della scelta iniziale, ha sorpreso durante il match la decisione di far entrare Cetin e non Florenzi, nel momento in cui Spinazzola ha chiesto il cambio (da verificare le sue condizioni: la Roma fa trapelare come abbia riportato un semplice problema di crampi). Fonseca è molto chiaro e non lascia spazio a interpretazioni: «Ho pensato che dovevamo difendere bene, quindi ho messo un giocatore veloce come Cetin». Poi, sollecitato anche nella sala stampa dell'Olimpico, ritorna sull'argomento: «Florenzi? Non ha nessun problema, è stata soltanto una mia scelta tecnica. Ripeto, serviva difendere bene e quindi ho messo un giocatore veloce come Cetin che tra l'altro ha più fisico visto che da quel lato c'era Leao. Il turco ha fatto bene, la mia intenzione è quella di farlo giocare di più. Va detto che è un centrale ma può giocare come terzino. Con il tempo troverà più spazio». Non è certamente un momento facile per Florenzi. Prima la fastidiosa influenza che lo ha tenuto fuori sia con il Wolfsberger che con il Cagliari. Poi la prova da dimenticare contro la Sampdoria. Come se non bastasse la partenza in panchina in Europa League con il Monchengladbach, più il grave errore al 90' a tu per tu con Sommer che avrebbe chiuso la partita, al netto della cantonata di Collum. Ieri infine è arrivata la classica bocciatura. Ora per Alessandro, Udine diventa la prima tappa per recuperare le posizioni perdute.


Pastore, una serata chic davanti a Totti «Ora va bene, ho un mister che mi parla...»

IL MESSAGGERO - Destino ha voluto che Javier Pastore giocasse la sua migliore prestazione da quando veste la maglia della Roma davanti a Francesco Totti, che a vedere i giallorossi mancava dal 26 maggio. L'ex dirigente, da quando ha detto addio al club lo scorso 17 giugno, si è più presentato all'Olimpico solo il 12 ottobre per Italia-Grecia. Ieri, per la prima volta dopo 30 anni, Francesco si è seduto sugli spalti da semplice tifoso, accanto a lui Giovanni Malagò - per l'occasione ha riservato un palchetto - e il figlio Cristian: «È un'emozione essere tornato a vedere la Roma», ha detto prima di lasciare lo stadio. E chissà se Pastore durante i 90 minuti contro il Milan sapeva che a guardarlo c'era proprio chi ha fatto innamorare la Curva Sud con i suoi gol e tocchi di classe. El Flaco racconta il suo momento chic: «Fonseca ci sta mettendo molto del suo, parla sempre con noi e il gruppo è straordinario. Ci vuole sempre determinati e non ci lascia mai. Questa cosa mancava in passato». L'argentino ringrazia il tecnico che lo lascia libero di inventare e di dare il meglio di sé: «Sono riuscito a giocare tre partite di fila in tre giorni. Non ricordo l'ultima volta che lo avevo fatto (dal 23 al 29 settembre 2018 più di 30' contro Bologna, Frosinone e Lazio ndc). Zaniolo? Gli parliamo spesso perché sappiamo quanto lui sia decisivo quando sta bene. Può diventare un campione, è importante che continui così assieme a Dzeko». Che per Smalling è «l'assassino in maschera».

PRECISAZIONE DI CAPELLO - In serata, ancora ai microfoni di Sky, il chiarimento di Capello sul consiglio dato la settimana scorsa all'interista Esposito di «non prendere la strada di Zaniolo»: «Non hanno capito quello che ho detto su Zaniolo. A Roma è facile che interpretino con tutte le radio e i giornali. Non era un giudizio. Era un suggerimento a un giocatore di non sbagliare. Come è successo a Zaniolo e Kean quando Di Biagio li mandò in tribuna con l'Under 21. Tra l'altro io reputo Zaniolo il più grande talento che c'è adesso in Italia: qualità, forza, tecnica e visione di gioco. Ce l'hanno in pochissimi. E quando arriva poi ai 20 metri può essere letale nel calciare in porta».