Le ultime 5 gare determinanti per il futuro giallorosso
INSIDEROMA.COM - MASSIMO DE CARIDI - Siamo alle battute finali di una stagione molto travagliata. Per la prima volta, dopo 5 anni, la Roma potrebbe non sentire neanche per un doppio confronto la musichetta della Champions League. Pathos a parte che quel tipo di partite offre, queste ultime 5 giornate saranno decisive anche per il futuro a breve-medio termine della società. In caso di non accesso alla più importante competizione europea e al netto di smentite che i fatti hanno dimostrato di facciata, il club sarà costretto a vendere diversi pezzi pregiati e ad un ulteriore ridimensionamento.
In questa stagione, le aspettative dei giallorossi sono andate diminuendo non tanto per la cifra spesa in campagna acquisti quanto per il valore reale dei calciatori arrivati a Trigoria, dimostratisi non lontanamente paragonabili a quelli ceduti ed in generale alla media dell'era Sabatini. A maggior ragione, ciò accadrà la prossima estate senza i soldi incassati dalla semifinale della coppa dalle grandi orecchie dello scorso anno e senza qualificazione a quella 2019-20. A quel punto, gli ultimi calciatori importanti rimasti nella Capitale andranno a cercare fortune in altri lidi. I nomi più ricorrenti sono quelli di Manolas, cercato con insistenza dalla Juventus e non solo, ma anche quelli di Dzeko, che ha estimatori all'estero ed anche all'Inter, oppure i giovani Lorenzo Pellegrini, Under e Zaniolo, richiesti dai top team di tutta Europa.
Per ricostruire servirebbe un tecnico preparato ma che abbia il pelo sullo stomaco di venire a Roma a fare quello che sinora non è mai riuscito a nessun allenatore dell'era americana: vincere. Lo dovrà fare, per di più, senza i mezzi che hanno avuto Garcia, Spalletti e lo stesso Di Francesco e con un budget di mercato più vicino a quello dei primi 2 campionati del post-Sensi. A queste condizioni, i nomi per la panchina non sarebbero certo quelli di primissima fascia ma il più importante sarebbe Maurizio Sarri, sempre se il Chelsea fosse disposto a lasciarlo andare (magari dopo aver portato l'Europa League a Stanford Bridge). Le alternative si chiamano Gattuso, Giampaolo e Gasperini, che per un motivo o per un altro non soddisfano le aspettative della piazza.
Diverso sarebbe il discorso con la qualificazione alla prossima Champions League in tasca. L'idea di partecipare alla più prestigiosa competizione a livello continentale e provare a ribaltare l'ordine costituito in Italia da ormai 8 anni potrebbe stuzzicare qualche illustre mister in cerca di una sfida e che voglia tornare nella nostra Penisola dopo le esperienze all'estero. 2 sono i profili che si adattano a questo identikit e sono quelli di Antonio Conte e Josè Mourinho. Al netto, però, di incontri più o meno confermati con il trainer leccese, qualche indiscrezione sulla proposta recapitatagli dalla società di Trigoria, sembra più una fantasia giornalistica che una concreta possibilità. A meno che il presidente Pallotta non abbia finalmente cambiato strategia ed abbandonato il trading, sin qui dimostratosi "perdente" e non abbia deciso di puntare al cambiamento epocale, come fece Franco Sensi quando per alzare trofei si affidò al migliore: Fabio Capello.
Sotto il segno del Faraone
INSIDEROMA.COM - ILARIA PROIETTI – Smaltita la Pasqua e smaltita anche la partita di San Siro di sabato sera. La Roma contro l’Inter ha giocato una gara double face: un primo tempo serrato, propositivo, accattivante, per poi scendere in campo per la ripresa moscia, addormentata, passiva. Il pareggio contro gli uomini di Spalletti, come si suol dire, ci sta. Rimane sempre, però, l’amaro in bocca dell’ennesima occasione sprecata per allungare la falcata, soprattutto per via dei risultati delle dirette contendenti al fatidico quarto posto, valido per l’accesso in Champions League. Il Milan a Parma pareggia soltanto e la Lazio crolla all’Olimpico con il già retrocesso Chievo. L’Atalanta, invece, si fa trovare pronta e porta a casa i tre punti contro il Napoli e si piazza al quarto posto a pari merito con i rossoneri. I giallorossi seguono a un solo punto di distacco.
Tornando alla notte di San Siro, la stella più splendente è stata senza dubbio Stephan El Shaarawy. Dopo l’assist da fantascienza della scorsa settimana per Dzeko contro l’Udinese, il Faraone regala un’altra perla. Il gol – splendido – dell’iniziale vantaggio Roma è un destro letale da fuori area su cui nulla può neanche Handanovič. La rete contro l’Inter è la sua decima stagionale e lo porta ad essere il più prolifico dei giallorossi ed unico in doppia cifra. Non segnava così tanto da quando raggiunse quota 16 con la maglia del Milan, nel campionato 2012/13. Quella in corso è, senza dubbio, la migliore stagione di ElSha con la maglia giallorossa. Stagione che potrebbe essere premiata con un rinnovo contrattuale, su cui la Roma starebbe già lavorando. Il numero 92 giallorosso è in scadenza di contratto a giugno 2020 ma le parti sarebbero già a buon punto. Da risolvere solo il nodo legato all’ingaggio: il procuratore chiede 2,5 milioni più bonus stagionali mentre la società vorrebbe chiudere l’accordo a 2 milioni. Gli ultimi incontri tra il club e l’entourage del giocatore, però, fanno pensare a una risoluzione molto vicina.
Zaniolo: ruolo e contratto dietro la crisetta
IL MESSAGGERO - CARINA- Dopo aver toccato il cielo con un dito la notte della doppietta al Porto, Zaniolo vive un momento-no. A San Siro, l’ennesima gara anonima, culminata con il giallo che gli farà saltare il match con il Cagliari. Una squalifica che, sommata a quella di Cristante, fa sì che Ranieri contro il Cagliari avrà a disposizione in mediana soltanto Pellegrini e Nzonzi. Le prove della settimana certificheranno se è arrivato il momento di Riccardi, l’avanzamento di Florenzi con Jesus terzino a destra oppure squadra molto offensiva con Under, Perotti ed El Shaarawy dietro a Dzeko. Intanto tiene banco la flessione di Zaniolo. La trattativa per il rinnovo vive un momento di stand-by. La Roma la sua offerta l’ha recapitata: 1,7 milioni più bonus. L’entourage di Nicolò ha però preso tempo. Il punto d’incontro a 2 milioni appare ad oggi l’happy-end più probabile anche se, a sorpresa, Zaniolo chiederà di restare vincolato temporalmente alla scadenza attuale. Tradotto: nessun prolungamento sino al 2024. Mentre Petrachi è vicino ad affiancare Massara alla guida tecnico-sportiva del club.
Roma, lente sulla Champions
IL MESSAGGERO - TRANI - Anche se va piano, la Roma è sempre più in corsa il 4° posto. Il dato, dopo l'esonero di Di Francesco, è per certi versi sorprendente. Con Ranieri in panchina, i giallorossi hanno addirittura rallentato. Ma in 40 giorni, dalla gara contro l'Empoli dell'11 marzo all'Olimpico a quella contro l'Inter di sabato a San Siro, il nuovo tecnico è riuscito a mettere a fuoco l'obiettivo, salendo in classifica e piazzandosi a 1 punto dalla zona Champions. Con il nuovo corso, pur scendendo dal 5° al 6° posto, recuperati 2 punti dei 3 di distacco accumulati dopo il ko nel derby del 2 marzo. Le rivali sono però raddoppiate.
RACCOLTO PARSIMONIOSO - La frenata al vertice coinvolge, ovviamente, anche le rivali. Perché Ranieri, conquistando appena 11 punti in 7 partite, è riuscito ad attaccarsi al Milan quarto: la media giallorossa è solo sufficiente, con 1,57 punti a partita. La Roma, dunque, non accelera, ma in questo periodo è più continua delle rivali. Il rendimento con il nuovo tecnico è più basso di quello avuto nelle 26 giornate con Di Francesco in panchina: 44 punti in 26 partite e media di 1,69. Tra l'altro l'ex allenatore, prima di essere allontanato, chiuse male, perdendo contro la Lazio, la striscia di 9 partite in cui riuscì comunque a raccogliere 20 punti, media di 2,2 a gara.
FRAGILITÀ CONFERMATA - Ranieri, soprattutto tatticamente, chiede alla Roma di essere più attenta e più compatta. E, nella scelta degli interpreti e delle posizioni, punta sempre sull'equilibrio e sulla sostanza. In più ha varato alcune modifiche: meno pressing e zero possesso palla. Mirante, come in precedenza Olsen, non dove giocare con i piedi ma riavviare l'azione con lanci oltre la metà campo. Il passo avanti in classifica, però, non dipende dalla ritrovata solidità e dall'eccessiva prudenza. Perché, sempre andando a guardare i numeri, i giallorossi prendono più gol: media di 1,42 nelle 7 partite con il nuovo tecnico, con 10 reti subite, e dunque in lieve peggioramento rispetto alla gestione precedente che ha viaggiato alla media di 1,38 a match. Certificata, dunque, la flessione di chi partecipa alla corsa Champions. E soprattutto di chi mira al 4° posto. Fuori da Trigoria, a quanto pare, c'è chi si è bloccato o quasi sul più bello. Solo l'Atalanta ha accelerato. Basta guardare la classifica per rendersene conto: nella volata che durerà ancora 5 giornate, il 3° posto non è più disponibile. L'Inter lo ha blindato alla vigilia di Pasqua. In poco più di un mese, dall'esonero di Di Francesco, il Milan è scivolato dal 3° al 4° posto. Gattuso ha perso 3 punti: non ne ha più 4 di vantaggio sulla quinta, ma si si ritrova affiancato da Gasperini. Che si sente giustamente in corsa come gli altri colleghi.
A PIENO RITMO - Il campionato ha sicuramente aspettato la Roma. Che, da qui al 26 maggio, non può però più sbagliare. Sabato, nella gara contro il Cagliari all'Olimpico, riparte dal 6° posto, in scia del Milan e dell'Atalanta. Che non sono davanti solo di 1 punto: i rossoneri possono contare sugli scontri diretti e i nerazzurri sulla differenza reti. Ranieri, nelle ultime 5 partite, potrebbe essere costretto a fare l'en plein per cercare di festeggiare sul traguardo. Il calendario è come se fosse appeso dentro lo spogliatoio di Trigoria: dopo il Cagliari, il Genoa a Marassi, la Juve in casa, il Sassuolo a Reggio Emilia e il Parma per il gran finale davanti al pubblico giallorosso.
Riunioni segrete e accordi paralleli: il sistema De Vito per sbloccare l'iter
IL MESSAGGERO - ALLEGRI - Riunioni parallele e sotterfugi per aggirare vincoli urbanistici. Piani organizzati per bypassare le opposizioni, evitando voti sfavorevoli in Consiglio comunale e orientando la giunta per garantire un esito favorevole. E poi, gli escamotage per evitare che le storture nei progetti venissero a galla prima dell'approvazione definitiva. Erano gli escamotage usati dall'ex presidente dell'Assemblea capitolina, Marcello De Vito, per ottenere senza intoppi il via libera ai lavori che più gli stavano a cuore. Gli stessi per i quali avrebbe incassato le tangenti che l'hanno portato in carcere per corruzione. Ora, il rischio è che un trucco simile sia stato utilizzato, di nuovo, per favorire l'imprenditore Luca Parnasi nella realizzazione dello Stadio della Roma. È il nuovo fronte dell'inchiesta che vede indagata per abuso d'ufficio la sindaca Virginia Raggi, proprio per non avere sottoposto al vaglio del Consiglio comunale il verbale conclusivo della conferenza dei servizi, dove l'ultimo programma sullo Stadio avrebbe potuto trovare ostacoli. È dagli atti delle inchieste che hanno travolto De Vito e Parnasi, invece, che emergono tutti gli altri sotterfugi per riuscire a realizzare il masterplan milionario.
LE INTERCETTAZIONI - Sono le intercettazioni a raccontare di come il progetto Tor di Valle sia stato sbloccato grazie ad accordi opachi e alle tangenti pagate dal costruttore. «Pagavo tutti», ha raccontato lui ai pm. Da Luca Lanzalone, consulente plenipotenziario del Campidoglio e punto di riferimento dell'amministrazione nel dossier Stadio, a De Vito e al suo socio, l'avvocato Camillo Mezzacapo, finito in carcere insieme al politico. «È lui che ha risolto lo Stadio!» dice Parnasi a proposito di Lanzalone. È il giugno 2017, l'assemblea capitolina ha approvato la delibera sul progetto. Il costruttore l'ha saputo in tempo reale: «Habemus stadium!», gli ha scritto Lanzalone. «Sei stato un fenomeno - la risposta - Il vero Totti fuori dal campo». Quell'atto comportava una «riduzione delle cubature con un conseguente taglio delle opere pubbliche - annotano i carabinieri in un'informativa - è stato eliminato il Ponte di Traiano, che consentiva un collegamento veloce con la Roma-Fiumicino». Bisogna allora rileggere una delle intercettazioni clou dell'inchiesta. È il febbraio 2017. Luca Caporilli, collaboratore di Parnasi, parla con un tecnico che accenna ai problemi di viabilità - «il caos» - che si creerebbero con la cancellazione dal ponte. Ma Caporilli è categorico: «Questo tienilo per te».
LE CONSULENZE - È invece Parnasi a raccontare ai pm l'inizio della collaborazione con De Vito: «Mi ha presentato Mezzacapo proponendomi di affidare alcune questioni delle mie società al suo studio». Per l'accusa, quelle consulenze erano tangenti destinate al politico. «Va beh, ma distribuiamoceli questi», dice De Vito al socio parlando del tesoretto accumulato. In effetti, secondo i pm, De Vito potrebbe aver indirizzato i lavori dell'Assemblea capitolina in favore del costruttore. Ha anche «presieduto la seduta del 14 giugno 2017, nel corso della quale è stata approvata la delibera che ha confermato il pubblico interesse». Pochi giorni prima, era ancora Caporilli a proporre strategie: dice di «fare partire la procedura espropriativa dei terreni dopo il via libera alla variante urbanistica» e aggiunge che «bisogna decidere se accettare le criticità evidenziate». Parnasi chiede se sia il caso di esercitare un intervento di natura «politica» per risolvere il problema: «Volete che faccia qualche altro passaggio visto che sto sostenendo tutti quanti?».
Stadio, la fronda M5S: «Votazioni congelate con l'inchiesta in corso»
IL MESSAGGERO - MOZZETTI - Se non è Ama riguarda l'Atac e ora ritorna anche lo Stadio: i problemi sono tanti, troppi». Sbuffa al telefono nel lunedì dell'angelo uno dei consiglieri di maggioranza cinquestelle a cui è andato storto il pranzo di Pasqua dopo la notizia di un supplemento d'indagine richiesto dal gip, Costantino De Robbio, che ha respinto la richiesta di archiviazione di un fascicolo sulla variante per lo Stadio di Tor di Valle, restituendo alla sindaca lo status di indagata per abuso d'ufficio. «Ci risiamo ancora una volta prosegue il consigliere : venerdì è stata la volta di Ama con l'audio di Bagnacani (l'ex presidente della municipalizzata dei rifiuti silurato dalla sindaca ndr), domenica ci siamo svegliati con la notizia sullo Stadio e domani? Francamente non vedo luce». Raggi insiste: «Il sì arriverà entro l'estate». Ma quello che emerge da alcuni consiglieri è altro: «Siamo inc C'è molto disagio anche tra chi fa finta di nulla e pensa a postare su Facebook le foto della braciolata delle feste pasquali», conclude il consigliere che si prepara insieme a un gruppetto di altri 6-7 pentastellati a battere i pugni domani nella prossima riunione di maggioranza. Un manipolo che già nei mesi scorsi, con le consigliere Monica Montella o Gemma Guerrini tanto per citarne alcune, aveva avanzato più di una perplessità sul progetto Tor di Valle. «Siamo in pochi - spiega un altro grillino - e forse non faremo la differenza, ma almeno alziamo la voce, perché non siamo tutti uguali, come dei piccoli yes-man, anche se poi sappiamo come andrà a finire». L'idea che circola, adesso, è una: «Fino a che non si chiarisce quest'ultima vicenda, stop ai voti sullo stadio». In ballo, infatti, ci sono ancora passaggi in commissione (allo Sport, ad esempio, bisogna ri-votare) e poi in aula, il più delicato. Con alcuni consiglieri (vedi Donatella Iorio, presidente della commissione Urbanistica) che hanno ventilato l'ipotesi di ripetere il voto sulla delibera del pubblico interesse.
LA RIUNIONE - Domani l'ennesimo redde rationem nella maggioranza, con uno scenario prevedibile: un fronte raggiano che blinda la sindaca; i malpancisti dall'altra parte. Molta acqua è passata dal giugno 2016 quando i 29 grillini salirono, un po' spaesati, la scalinata ai piedi del Marc'Aurelio. Le vicende giudiziarie che in tre anni sono planate senza soluzione di continuità addosso all'amministrazione Raggi, stanno portando all'esasperazione più di un consigliere: «Tra noi c'è chi lavora, si impegna, e rischia di dover pagare errori di altri. Valutazioni sbagliate, consigli impropri, non va bene nulla. Sono più di due mesi che manca anche l'assessore all'Ambiente». E domani il concetto verrà ribadito nella riunione serale: si sarebbe dovuto parlare di altro (del Cda Ama, ad esempio) ma si finirà a discutere anche di stadio. È inevitabile. Lo zoccolo duro della maggioranza ripeterà la necessità di andare avanti «perché come puntualizza il capogruppo Giuliano Pacetti l'iter amministrativo è regolare e sulla variante stiamo seguendo la procedura ordinaria». E poi, aggiunge un altro esponente, «pur volendo dire no al progetto certificheremmo la sconfitta, come dire: Non siamo capaci. Se lo immagina il contraccolpo sull'elettorato?». Sarebbe una débacle a due mesi esatti dalle Europee, vero spartiacque per M5S anche a livello nazionale e data clou anche per Tor di Valle. Secondo alcuni grillini, quelli più ottimistici, proprio tra fine maggio e inizio giugno la tanto discussa variante urbanistica potrebbe approdare in aula Giulio Cesare per ottenere il via libera dell'Assemblea. Lì si farà la conta: «Da questa storia ce ne saremmo dovuti tener fuori fin dall'inizio. Qualcuno potrebbe darsi malato o non votare proprio, l'ipotesi non è così remota». Sempre che, vista l'aria che tira, non si decida per un rinvio tattico in attesa che le acque si calmino.
Dal litigio ai gol. Tra Dzeko ed El Shaarawy ha vinto la Roma
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Alzi la mano chi – tra letteratura e vita reale – non conosce esempi di liti conclusesi con l’inizio di nuove amicizie. La casistica appare sterminata e alla Roma, in fondo, più o meno è successo proprio questo. Certo, probabilmente il processo di affratellamento si concluderà a fine stagione, ma di sicuro il feeling fra Edin Dzeko e Stephan El Shaarawyè rinato. Eppure poco più di un mese fa, il 16 marzo, i due venivano alle mani (pur se subito separati) a Ferrara, nell’intervallo della partita contro la Spal. Il Faraone rimase negli spogliatoi, la Roma perse il match, le polemiche divamparono. Adesso, invece, episodi e cifre raccontano altro. Due settimane fa, contro l’Udinese, uno straordinario assist di El Shaarawy ha consentito a Dzeko di tornare a segnare in casa un gol che gli mancava da quasi un anno. Il gesto tecnico dell’azzurro è stato talmente bello che in tv il labiale del bosniaco rivolto al compagno è stato chiarissimo: «Che palla!». Quasi per ricambiare il favore, sabato scorso a san Siro il centravanti ha liberato il Faraone, che si è mangiato mezza difesa interista prima di battere Handanovic. Morale: vai a leggere i dati e scopri che il giallorosso che in Serie A ha fornito più assist al Faraone è proprio Dzeko, ed anche grazie a questo poker l’esterno è diventato il capocannoniere in campionato della Roma con 10 gol, riscoprendo così il gusto di tornare in doppia cifra, che in A gli mancava addirittura dal 2012-13, quando indossava la maglia del Milan.
Manolas è salvo. Preparatori: sarà rivoluzione
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Il sospiro di sollievo a Trigoria lo hanno tirato un po’ tutti, perché rinunciare a Kostas Manolas in questo ultimo scorcio di stagione avrebbe voluto dire – di fatto – perdere il barometro difensivo, l’uomo che cambia le sorti e anche le aspettative della linea difensiva giallorossa. Ed invece la risonanza magnetica a cui si è sottoposto ieri il centrale greco non ha evidenziato lesioni all’adduttore che lo aveva costretto ad alzare bandiera bianca durante il riscaldamento di San Siro, sabato sera, ad un soffio da Inter-Roma. Manolas però continua ad avvertire fastidio ed allora oggi e domani svolgerà un lavoro differenziato, studiato ad hoc proprio per lui. Poi da giovedì – a meno di controindicazioni – si riaggregherà al gruppo, con la partita di sabato nel mirino, quella contro il Cagliari. Di certo, però, l’ennesimo stop muscolare ha di fatto tenuta accesa la spia sul problema che ha tormentato tutta la stagione romanista: gli infortuni muscolari, visto che lo stop del greco a Milano è stato il 46° di questa natura dal via della stagione. L’idea di Pallotta è quella di rivoluzionare completamente il settore. Ecco perché è già stato deciso il ritorno dell’americano Ed Lippie (che sarà in pratica il capo dei fisioterapisti della Roma), che aveva lavorato con Darcy Norman per tre anni (dal 2015 al 2018) e che aveva lasciato i giallorossi proprio la scorsa estate, finendo nel mirino della critica per i tanti crociati che erano saltati nei suoi tre anni. Ma con il suo, Pallotta vorrebbe anche un altro ritorno, quello di Paolo Bertelli, che a Trigoria ha lavorato nell’era-Sensi dal 2005 al 2011.
Giallo Zaniolo, ma il profilo Facebook è un fake
LA GAZZETTA DELLO SPORT - «Per la prima volta vedo l’invidia altrui, me ne sto accorgendo. Mi sto ripromettendo di essere meno generoso con chi non gioisce delle vittorie altrui e con chi è frustrato e cattivo». Piccolo giallo legato a Nicolò Zaniolo: ieri pomeriggio sono apparse su Facebook queste parole, scritte da un presunto profilo del diciannovenne della Roma. Praticamente immediata la smentita del club giallorosso: è un fake, l’unico profilo ufficiale di Zaniolo è quello su Instagram con il bollino di autenticità e con oltre 500mila follower.
Ora o mai più. Pastore-Roma ultima chiamata, ma c’è da convincere Ranieri
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Stavolta davvero non c’è ritorno. Stavolta davvero è adesso o mai più. Perché l’ultima apparizione di Pastore con la Roma risale addirittura al 3 marzo scorso, al famigerato ko con la Lazio per 3 a 0. Eusebio Di Francesco decise di spedirlo in campo negli ultimi 24 minuti di gara per provare a cambiare volto alla partita. Poi più il nulla con 6 gare saltate per il solito infortunio al polpaccio e due panchine nelle ultime due sfide in casa con l’Udinese e nella trasferta di Milano contro l’Inter. Ora però c’è qualcosa di diverso e cioè le assenze per squalifica di Zaniolo e Cristante. Con De Rossi out per infortunio. Adesso quindi tocca a Pastore convincere Ranieri a lanciarlo, a credere in lui, a dargli finalmente una chance.
Indagini e Convenzione: due spine per lo stadio
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Sono passati solo pochi giorni da quando la sindaca Virginia Raggi dichiarava “se non emergono irregolarità mi aspetto il voto favorevole entro l’estate”, ma un altro intoppo ha costellato il cammino. Ovvero il gip Costantino De Robbio ha respinto la richiesta di archiviazione nei confronti della sindaca per abuso d’ufficio e perciò ha prescritto alla Procura indagini più approfondite. La vicenda riguarda la mancata approvazione in consiglio comunale del verbale esclusivo della conferenza dei servizi. E i legali della Raggi hanno spiegato che l’approvazione è stata esclusivamente rimandata. Ma la palla per ora torna alla Procura. Nel testo di convenzione inviato la scorsa settimana dalla Roma al Comune ci sono 4 punti su cui trovare l’accordo. Il primo riguarda le tribune del ex ippodromo di Tor di Valle, il secondo tocca lo sblocco dell’appalto di 180 milioni da parte della Regione per il tratto ferroviario. Il terzo punto concerne 45 milioni del contributo di costruzione che l’amministrazione vorrebbe fosse pagato in un’unica soluzione. Infine l’ultimo riguarda le ipotesi di esproprio di un tratto che impedirebbe l’unificazione della Via del Mare con l’Ostiense.
Obiettivo Tonali. E occhio a Thauvin
LA GAZZETTA DELLO SPORT - Zaniolo la prossima settimana, El Shaarawy un po’ più in là. Ci sono due contratti da mettere a punto e se sull’ex Inter nessuno ha mai avuto dubbi per quanto riguarda il capocannoniere giallorosso la situazione si è sbloccata. El Shaarawy ha un contrattofino al 2020, la volontà è quella di prolungarlo con uno stipendio da 3 milioni bonus compresi. Intanto Pallotta i suoi collaboratori vogliono continuare ad investire sui giovani sapendo bene che la priorità è la prima squadra. I ruoli sono chiari: indipendentemente dal rinnovo di De Rossi, per il centrocampo il preferito è Tonali del Brescia che piace a mezza Serie A e al PSG. Dalla Francia invece arriva la voce di un interessamento per Thauvin del Marsiglia in caso di addio di Under.